TOXICITY dei SYSTEM OF A DOWN

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.  
    .
    Avatar

    I am the black wizard

    Group
    Goth
    Posts
    2,537
    Location
    Urbe et orbi

    Status
    Offline
    ah!ah!
    siete tutti dei vecchi di merda nostalgici, io questo posso considerarlo un classico ed ascoltarlo come voi ascoltate In rock dei Deep Purple.
    Però come genere non mi fa impazzire. Forse il nu o crossover non è nelle mie corde, oppure avevano l'ansia di buttare dentro ogni cosa, ogni stimolo e mi sembra a tratti un guazzabuglio di stili musicali a volte slegati.

    Edited by Shagrath82 - 24/9/2021, 17:17
     
    Top
    .
  2.  
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    Thrash
    Posts
    5,200

    Status
    Offline
    L'11 settembre del 2001, la potenza globale degli Stati Uniti d'America veniva colpita nel suo centro nevralgico. In appena due ora, due edifici storici come le Twin Towers venivano cancellate per sempre, per il fanatismo religioso di un gruppo di integralisti islamici che, seguendo i diktat del leader Osama Bin Laden, riuscirono a dirottare due Boeing per farli schiantare sui due grattacieli, mietendo migliaia di vittime.

    Quel giorno, l'America si fermò. Non si riusciva a comprendere il perchè, non si riusciva a comprendere il come, non si riusciva a comprendere il dove. Ed in quel giorno, seppur parzialmente, arrivarono le risposte che gli americani cercavano. Mentre i pompieri scavavano fra le macerie dei colossi d'acciaio alla ricerca dei feriti e dei sopravvissuti, veniva partorito uno fra i più bei dischi del Nuovo Millennio, destinato a lasciare per sempre un'impronta ben visibile nella storia del metal. Quel giorno, gli armeno-losangelini System Of A Down, ignari della tragedia incombente, fecero uscire sul mercato mondiale il loro secondo album in studio, “Toxicity”.

    E l'unica parola che riesce a spiegare questo disco è: capolavoro. Mentre il mondo veniva turbato ed offeso dall'attacco alle Torri Gemelle, una voce si ergeva in tutta la sua potenza ad urlare, in un climax crescente, come e perché gli USA fanno schifo. Una voce impossibile da ignorare. La voce dei Nostri. Una voce capace di superare ogni barriera, ogni pregiudizio ed ogni falso paraocchio esistente.

    L'attacco è dato da una fra le più violente sfuriate mai realizzate dalla band, “Prison Song”: a subire il colpo sono soprattutto le prigioni statunitensi, veicolo di perversione e tossicodipendenza. Il fenomenale vocalist Serj Tankian riesce a fare di tutto: a sussurrare nell'incipit, a tirare fuori un growl feroce e spietato nel ritornello, a recitare ossessivamente, con convinzione freudiana e tono simil-robotico, le strofe, a cantare divinamente lo spartiacque a metà e fine canzone ("... for you and me... / oh baby, you and me!”). Gli apporti dati dalla chitarra (Daron Malakian), dal basso (Shavarsh Odadjian) e dalla batteria (John Dolmayan) sono fenomenali: una tonnellata di taglientissimi riff esaltano la cacofonia gutturale di Tankian, mentre la gragnuola di colpi proveniente dalle percussioni (drumming particolarmente veloce e doppia cassa abilmente sfruttata) corona il tutto con una cattiveria formidabile.

    La successiva “Needles” è un carillon sbilenco, dalle tinte hardcore, ad altissimo tasso esplosivo. Le strofe, sottolineate da un charleston incandescente, confluiscono potentemente nel ritornello, uno screaming dai toni alti, quasi elevato a cantato. La canzone si addolcisce brevemente, lasciando spazio agli acuti di Malakian, per poi furoreggiare nel finale, con un growl fantastico del vocalist. La terza “Deer Dance” si apre violentemente, con un giro di chitarra dal sapore industrial, per poi mantenere un tono pesante e sostenuto in tutto il suo andamento. Qua e là spuntano piccoli accordi orientaleggianti, a creare un ponte fra l'innovazione americana e la tradizione armena. Fantastica la seguente “Jet Pilot”: il prologo è dominato dall'urlo di Tankian (“Wired were the eyes of a horse on a jet pilot / One that smiled when he flew over the bay”) ed è seguito da una sorta di danza tzigana, ritmica e caucasica, interpretata alla perfezione dal volubile ricciuto cantante. Naturalmente, mai sedersi sugli allori: ed è di nuovo un alternarsi di screaming e melodia, prima del gran finale. “X”, aperta da una mitragliata percussionistica dai toni marziali, si rivela essere un editto ribelle, pungente e sarcasticamente amaro, con immancabili ruggiti e riff veloci a spuntare da tutte le parti.

    Ma il culmine del disco e, secondo il mio modesto parere, dell'intera carriera, quasi decennale, dei SOAD si raggiunge con “Chop Suey!”, primo singolo estratto. L'arpeggio iniziale, leggero e malinconico, introdotto simbolicamente da tre colpi di bacchetta, dà il via ad un indomabile furore, che si esprime alla perfezione prima nel drumming preciso e pulito iniziale, poi nel binomio verso/riff delle strofe. Il ritornello a due voci, dolce e commovente, è cantato in modo elegante dal singer e dal chitarrista, mentre un inedito Odadjian provvede a creare in sottofondo raffinatissimi cesellamenti melodici. Con un epilogo strepitoso, che comprende citazioni dalla Bibbia (“Father, into your hands / I commend my spirit / Father, into your hands / Why have you forsaken me / In your eyes / Forsaken me / In your thoughts / Forsaken me / In your heart / Forsaken, me, oh!”) ed un cantato che rasenta la perfezione angelica. Dopo un intermezzo simil-cabarettistico con la divertente “Bounce”, soffocata sotto una montagna di accordi, dove invitano caldamente tutti i loro fan a provare l'esperienza del pogo nei live, arriva la trepidante “Forest”: una cantilena inquieta, ripetutamente incrociata con attacchi acidi, che trova una valvola di sfogo più che sufficiente in un ritornello addolorato e smanioso, retto in modo armonioso ed espressivo dalle doti vocali di Tankian.

    È il turno di “ATWA (Air, Trees, Water, Animals)”, un chiarissimo riferimento all'omonima “famiglia” fondata da Charles Manson. Questa volta, le strofe accarezzate vocalmente, con un minimalismo esteso alla sola chitarra, implodono con violenza e senza preavviso nel ritornello al tritolo, una miscela di cantato soave e screaming ferocemente diretto, in una continua ed azzeccata opposizione. E se “Science” è una filastrocca dai toni elettronici, con ripetuti inserimenti di allegorie islamiche (i Nostri, fra i riff e la doppia cassa, piazzano addirittura un coretto da muezzin), “Shimmy” è al contrario un pezzo vibrante, serrato, dai riff ibridi fra lo stile roccioso americano e l'originale versatilità mediorientale, con una grande ridondanza percussionistica. La dodicesima composizione, l'omonima “Toxicity” (secondo singolo estratto), è introdotta da un giro ipnotico di chitarra acustica, dalle risonanze magnetiche, un perfetto trampolino di lancio per esaltare le doti tecniche del buon Dolmayan, abile al controtempo quanto alla rullata veloce. Ma ancora una volta è Serj Tankian che fa la differenza: dolce e carezzevole nelle strofe, deciso, incisivo e determinato nel ritornello multietnico. E la rabbia metal trasuda da ogni poro: una cascata di spigolosi riff domina la canzone verso la conclusione, gradita e benefica.

    Ci si avvicina alla conclusione: “Psycho”, dapprima cupa, misteriosa, quasi aliena, diventa prima simil- circense, poi funerea, poi ossessiva (“Psycho, groupie, cocaine, crazy!”), poi grezza e dura, poi melodica ed infine psichedelica, nel lungo assolo di Odadjian, in un continuo cambio di tempo e di ritmo. And last but not least, arriva una strepitosa “Aerials”, estratta come terzo singolo: una tastiera esoterica, un arpeggio realizzato da Malakian che si pianta nel cervello con la sua preponderanza balcanica, strofe a metà fra l'ira dei riff e la magica poesia del vocalism, attacchi ruvidi e veloci come una tempesta furtiva, mai paga e mai doma. Con un magnifico testo (“Life is a waterfall / We're one in the river and one again after the fall”), simbolico ed incredibilmente metaforico. A coronare il tutto, una ghost track strumentale, incisa assieme col grandissimo polistrumentista armeno Arto Tunçboyacıyan, ed intitolata simbolicamente “Arto”: un insieme di tamburi venefici, flauti di Pan, cori ascendenti, bottiglie di vetro percosse.

    Non una caduta di suono, non una caduta lirica, non una caduta di stile. Un cd che sarebbe un eufemismo definire indispensabile. Pietra miliare del metal, e non solo.
     
    Top
    .
  3. +++RedPassion+++
     
    .

    User deleted


    Sinceramente i System of a Down sono stati negi primi anni 2000 nel crossover ciò che sono stati i Korn negli anni Novanta. Il gruppo di punta, più ammirato o criticato (sopratutto quando hanno iniziato a vendere caterve di copie). Produzioni milionarie, mignotte, droghe (sì, anche per i nostri SOAD, ci scommetto) e tanta invidia.
    L'unica differenza è che i Korn hanno sfornato decine di gruppi che li scimmiottavano pur non dicend che li avevano come numi tutelari o ispiratori.. I System of a Down non hanno fatto scuola.
    Forse meglio così, ci siamo evitati decine di gruppi di emrda incapaci di scrivere mezzo brano paragonabile a loro.
    Prima o poi usciranno con un nuovo album di inediti, ne sono convinto. Aspettano solo che lo facciano anche i The Kovenant.
     
    Top
    .
  4.  
    .
    Avatar

    Advanced Member
    ♣♣♣♣♣

    Group
    Goth
    Posts
    3,461

    Status
    Offline
    Un disco storico, perfetta fusione tra folk, thrash, hard rock, death metal e hip pop. In una parola crossover vero.
    Musicalmente solo i Faith no more sepper creare uno stile così particolare.
    Quindi Toxicity è perfetto, senza alcuna traccia fille.
    Il problema si presenta quando suonano dal vivo ma a noi questo non interessa in questa sede.
     
    Top
    .
  5.  
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    Power
    Posts
    3,628
    Location
    water

    Status
    Offline
    All'epoca i singoli e i video li passavano così tante volte da averne la nausea.
    Però cazzo, per un po' ci abbiamo sperato e creduto che sarebbe potuta esserci una nuova ondata nel metal. Il crossover ci sembrava meno fighetto, gli Iron si erano riuniti, i Rhapsody scalavano le classifiche ed erano esplosi fenomeni come i Dimmu Borgir ed i Lacuna Coil.
    Poi vedo com'è oggi la situazione ed ancora grazie ai Black Sabbath o ai Judas Priest.
    Puttanamadonna, che desolazione.
    Il problema è che il metal diventerà un genere di nicchia come il jazz, e magari tra trent'anni ragazzi coltissimi appassionati di questo genere venereranno Toxicity, considerato il canto del cigno del metal estremo.
     
    Top
    .
  6. Spellbound
     
    .

    User deleted


    Stranamente non scrissi nulla quando venne aperto il topic.
    Pur non amando il genere crossover lo adoro, e l'ho adorato.
    Ha dutto, mille influenze che possono piacere a tutti, forse è stata questa la sua forza commerciale (oltre ad entrare anche lui nel filone artisti anti Bush che di sicuro non fa male :hihi: ).
    Inutile citare le migliori canzoni, tanto le conoscono tutti e le canticchiamo spesso e volentieri.
    Dissento sul non aver creato una scuola. Magari no nel crossover, ma ha aperto, complice la maggior diffusione di internet, la strada a centinaia di gruppi esotici dove hanno di volta in volta inserito influenze folk dei loro apesi sulla base black, piuttosto che death o prog.
     
    Top
    .
  7. power of the iron
     
    .

    User deleted


    Disco pazzesco, degno seguito, anche se un pochino più commerciale e meno folle, del loro disco d'esordio.
    Poi sono andati in vacca ma pazienza, Chop Suey! vale un'intera discografia dei Korn.
     
    Top
    .
  8.  
    .
    Avatar

    Member
    ♣♣♣

    Group
    Thrash
    Posts
    438

    Status
    Anonymous
    Si tratta di un discone, senza nemmno un pezzo debole. Stop.
    Tutto il resto è fuffa.
    Poi che non si sappia bene che genere facciano, a parte definirli crossover che non significa un cazzo, che siano delle seghe dal vivo, che si siano venduti, che campino di rendita da 15 anni...tutto vero ma anche chissenefrega
     
    Top
    .
  9.  
    .
    Avatar

    John Lou
    ♣♣♣♣♣♣

    Group
    Blues
    Posts
    9,272

    Status
    Offline
    CITAZIONE (andreas78 @ 18/4/2019, 19:46) 
    Poi che non si sappia bene che genere facciano, a parte definirli crossover che non significa un cazzo, che siano delle seghe dal vivo, che si siano venduti, che campino di rendita da 15 anni...tutto vero ma anche chissenefrega

    This :zizi:
    Web
     
    Top
    .
  10.  
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    Heavy
    Posts
    1,140
    Location
    Pavia

    Status
    Offline
    Ricordo che quando uscì questo album erano tutti impazziti. Fu un disco generazionale, i SOAD sembravano destinati a diventare i nuovi Guns o i nuovi Metallica, nel senso di ascolti trasversali.
    Piacevano ai rockettari, ai metallari, ai fattoni, a pariolini come a quelli dei centri sociali.
    E a livello di songwriting ci sapevano fare. Poi il giocattolo si è rotto, però questo per certi versi è stato il Nevermind del nuovo millennio. Non fosse andato in vacca il mercato discografico chissà cosa sarebbe successo
     
    Top
    .
  11.  
    .
    Avatar

    Madre, donna, lesbica. What else?

    Group
    Folk
    Posts
    184,948
    Location
    Culla Bianconera

    Status
    Offline
    tumblr_nxsbi5dffA1smsmqro1_500
     
    Top
    .
  12.  
    .
    Avatar

    John Lou
    ♣♣♣♣♣♣

    Group
    Blues
    Posts
    9,272

    Status
    Offline
    CITAZIONE (Passionformetal @ 4/12/2021, 17:09) 
    Ricordo che quando uscì questo album erano tutti impazziti. Fu un disco generazionale, i SOAD sembravano destinati a diventare i nuovi Guns o i nuovi Metallica, nel senso di ascolti trasversali.
    Piacevano ai rockettari, ai metallari, ai fattoni, a pariolini come a quelli dei centri sociali.
    E a livello di songwriting ci sapevano fare. Poi il giocattolo si è rotto, però questo per certi versi è stato il Nevermind del nuovo millennio. Non fosse andato in vacca il mercato discografico chissà cosa sarebbe successo

    Ahem... sommessamente, faccio notare che in vacca ci sono andati LORO e, si badi, lo dico da FAN INVETERATO di questo gruppo (sono fra quanti hanno adorato, e letteralmente CONSUMATO questo CD, così come il precedente e così come "Steal This Album", release dove si trova una delle loro GEMME e, credo, la mia canzono loro preferita).

    Dopo la tripletta iniziale, purtroppo, si sono persi (fra mille progetti paralleli, stanca a livello di ispirazione, come si percepiva purtroppo già nei successsivi album gemelli "Hypnotize" e "Mesmerize", e non da ultimo la loro notoria incapacità di riporporre live le meraviglie partorite su disco), ed è un autentico peccato, perché le premesse c'erano davvero tutte ...

    niente, spiaze [cit.]
    Web
     
    Top
    .
  13.  
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    Heavy
    Posts
    1,140
    Location
    Pavia

    Status
    Offline
    CITAZIONE (The Beach Strummer @ 6/6/2022, 11:09) 
    Ahem... sommessamente, faccio notare che in vacca ci sono andati LORO

    in parte sì, ma dopo questo album fino al 2005 fecero uscire tre album, con una produzione milionaria.
    Poi sulla loro scarsa attitudine live ti do ragione.
     
    Top
    .
  14.  
    .
    Avatar

    John Lou
    ♣♣♣♣♣♣

    Group
    Blues
    Posts
    9,272

    Status
    Offline
    CITAZIONE (Passionformetal @ 16/6/2022, 22:13) 
    CITAZIONE (The Beach Strummer @ 6/6/2022, 11:09) 
    Ahem... sommessamente, faccio notare che in vacca ci sono andati LORO

    in parte sì, ma dopo questo album fino al 2005 fecero uscire tre album, con una produzione milionaria.
    Poi sulla loro scarsa attitudine live ti do ragione.

    Sisi, tutto bello e tutto quanto, ma ... siamo seri? produzione milionaria o no, "Steal this Album" era una frettolosa toppa per rimediare in qualche modo al "leak" di alcune tracce che avrebbero dovuto finire nel loro famoso terzo album, e di fatto è una compilation piuttosto raffazzonata (steamline, per esempio, è un brano riciato e mi pare fosse un outtake da toxicity, e in generale ad un ascolto anche distratto si respira pesantemente la fretta e l'assenza di coesione).

    Sugli album gemelli, poi, è meglio sorvolare (a mio gusto), perché il calo rispetto a Toxicity si sente e pure parecchio (e non tiriamo fuori la favoletta delle produzioni milionarie... se non c'è sostanza, si sente, e con gli album gemelli, specie il secondo, l'inconsistenza e il calo di ispirazione si sentivano eccome)... e poi c'è stato solo silenzio.

    D'altro canto, riuscire a rifare il botto con un secondo Toxicity era semplicemente impossibile... troppo eclettica, eterogenea, folle (e pienamente e totalmente intonata alla spirito del tempo) era la ricetta che hanno proposto in questo capolavoro, perché si potesse anche solo pensare di ripeterla.

    Se mi è concesso un paragone, è un po' quello che è successo al buon Kravitz o a Ben Harper... artisti oggettivamente eccezionali , capaci di partorire ottimi pezzi (ed anche ottimi album), ma che pativano del non avere un loro proprio suono.

    Peccato, perché le premesse c'erano, così come un livello di musicianship (almeno in studio) davvero di livello.
    Web
     
    Top
    .
58 replies since 10/2/2007, 16:18   588 views
  Share  
.