LA GRANDE STORIA DI TEX

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    Tex n. 320 , mensile
    Gringos!

    Soggetto e sceneggiatura:
    Gianluigi Bonelli
    Disegni: Fabio Civitelli
    Copertina: Aurelio Galleppini

    El Lobo, incallito ladro di bestiame, agisce al confine tra il Messico e gli Stati Uniti con un branco di predoni yaqui e comanche. Tex e Carson si accordano con i Rurales e assaltano il covo di El Lobo. Il brigante viene così catturato e, dopo aver fatto sputare al suo tirapiedi i nomi dei referenti per lo smercio delle mandrie, i pards puntano su Agua Prieta per stanare il viscido Herrera, complice dei razziatori. In un sordido saloon, i due rangers vengono però smascherati e tempestati di piombo. Risolto il conflitto a fuoco, Tex galoppa verso il ranch di Safford, uno dei capi della banda, e attacca!
     
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    Tex n. 321 , mensile
    L'arma del massacro

    Soggetto e sceneggiatura: Gianluigi Bonelli/Claudio Nizzi
    Disegni: Fabio Civitelli/Vincenzo Monti
    Copertina: Aurelio Galleppini

    Con il rogo del suo ranch, termina la criminosa carriera del razziatore John Safford. L’estate seguente Tex e Carson indagano su una banda di rapinatori che compie razzie armati di Gatling, una micidiale mitragliatrice rubata a Fort Huachuca grazie al corrotto sergente Holbrook. Il capo dei ceffi è il desperado Contreras, legato al ranchero don Guillermo e al suo futuro genero, l’ex capitano Lafferty. Ma, confidandosi con i pards, Lafferty afferma di essere ancora nell’esercito e di agire sotto copertura per spiare il ricco hidalgo che sogna di riconquistare le sue terre oggi annesse all’Arizona!

    In questo numero: da pag. 5 a pag. 26, si conclude l’avventura precedente (di Bonelli/Civitelli); da pag. 27 a pag. 114, “L’arma del massacro” (di Nizzi/Monti).

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    Tex n. 322 , mensile
    Il pueblo nascosto

    Soggetto e sceneggiatura: Claudio Nizzi
    Disegni: Vincenzo Monti
    Copertina: Aurelio Galleppini

    Guidati dal capitano Lafferty e da Zeke, un gaglioffo pentito, Tex e Carson irrompono nel pueblo nascosto, covo della banda di Contreras e deposito dell’oro e dei dollari rapinati a suon di gatling per conto di don Guillermo, un folle che sogna di riconquistare militarmente le sue terre, ora annesse all’Arizona. La micidiale mitragliatrice sputa il suo ultimo piombo prima di venire ridotta in ferraglia a colpi di dinamite e, con la resa dei conti al ranch di don Guillermo, quando viene svelato l’infame triplo gioco di un volgare traditore, cala il sipario sulla tragedia.
     
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    CITAZIONE (stefchoen @ 2/2/2009, 21:31)
    (IMG:http://images.sergiobonellieditore.it/bone...tex/tex0318.jpg)

    Tex n. 318 , mensile
    Imboscata al Black Canyon

    Soggetto e sceneggiatura: Claudio Nizzi
    Disegni: Giovanni Ticci
    Copertina: Aurelio Galleppini

    Il ricco allevatore Matt Randall si affida a Tex e a Carson per ritrovare suo figlio John, rapito anni prima dagli indiani sui monti Sangre de Cristo e ormai inselvatichito. Ma qualcuno non ci sta. Negli anni, il giovane soprastante Willie Stoddard ha conquistato l’affetto di Randall e ora, se vuole ereditare il ranch, deve impedire il ritrovamento del ragazzo rapito! Eliminati due cacciatori, gli unici capaci di rintracciare John, ma fallito un mortale agguato contro i rangers, la spedizione di Randall parte lo stesso tallonata da Willie e dal suo bieco consigliere, lo zio Ruby.

    (IMG:http://images.sergiobonellieditore.it/bone...tex/tex0319.jpg)

    Tex n. 319 , mensile
    Il ragazzo selvaggio

    Soggetto e sceneggiatura: Claudio Nizzi/Gianluigi Bonelli
    Disegni: Giovanni Ticci/Fabio Civitelli
    Copertina: Aurelio Galleppini

    Ruby Stoddard, dopo aver tentato di uccidere i pards e Matt Randall, viene spacciato da Tex. E il perfido Willie, che aveva tradito l’affetto di Randall progettando l’assassinio del di lui figlio John, disperso da anni, viene sgozzato dalla sua stessa preda, il ragazzo selvaggio. E quando i feroci lupi accerchiano il bivacco della spedizione, un giovane belluino dai capelli biondi esce dal branco e si riunisce al padre! Mesi dopo, Tex e Carson ritrovano il cadavere straziato del navajo Natanis e inseguono i carnefici, un pugno di indiani rinnegati, rifugiati nella ghost town di San Vicente.

    In questo numero: da pag. 5 a pag. 88, si conclude l’avventura precedente (di Nizzi/Letteri); da pag. 89 a pag. 114, “Pista di morte” (di Bonelli/Civitelli).

    Tex nn°317-318-319, 3-4-5/1987, testi: C. Nizzi, disegni: G. Ticci

    Un tempo si diceva: "Che bel film! Ho pianto tutto il tempo!". Se l'idea è questa, "Il ragazzo selvaggio" si confronta con pochissime altre storie, forse solo con "Il giuramento". L'ultimo albo violenta le corde dell'anima, le pizzica da ogni verso, finché la lacrimetta non trova l'uscita. Una lacrimuccia da uomini, da texiani, sia chiaro! Però con "Il ragazzo selvaggio", uno dei più grandiosi finali di sempre, è davvero difficile non piangere.

    E che sarà mai, questa storia? La storia di un padre, Matt Randall, ricco ranchero del New Mexico, che quando era un semplice colono vide l'attacco degli Arapahos. La moglie morì e il figlioletto di un anno, John, fu portato via. Non se ne seppe più nulla. Dopo 15 anni, due trappers incontrano nella foresta un ragazzo nudo sotto la neve, con il piede in una tagliola. Lo liberano e scappa via, le tracce subito coperte dalla nevicata. Ma quei capelli biondi, quella pelle lattea: potrebbe essere il figlio del vecchio Randall. Che, con sempre minori speranze, non ha però mai smesso di cercarlo. Lo giurò sulla tomba della moglie. Randall chiama apposta Tex e Carson, consigliato dai Pinkerton, che ricordano bene un caso analogo: "Sulle tracce di Tom Foster" (nn°169-170-171). Ohi, analogo: all'apparenza. In realtà è tutto diverso.

    Il fatto è che nessuno può crederlo. Deve essere un caso simile, la ragione impone di crederci. John Randall deve essere cresciuto con gli indiani, che secondo i costumi Arapahos si spostano molto, o al massimo con un cacciatore eremita. E se facesse come Tom Foster, che scelse di restare a vivere tra gli uomini rossi? "Voglio vederlo, capite? Voglio che sappia che suo padre non ha mai smesso di cercarlo e di aspettarlo! Dopodiché, sarà lui a decidere. E qualunque possa essere la sua decisione, io... io la accetterò!", parola di Matt Randall (pag.12, n°318). Dunque si parte. E in attesa di gustare lo zucchero finale, in mezzo ci sono due o tre peripezie: il problema è che Randall ha cresciuto un quasi coetaneo del figlio, Willie, arrivato lì con lo zio Ruby e diventato giovanissimo soprastante del ranch.

    E né Willie né Ruby vogliono che Randall trovi il figlio. Ammazzano i due trappers, che ai nostri avrebbero potuto fare comodo, poi tentano l'imboscata al Black Canyon che dà il titolo al secondo albo della storia. Niente di eccezionale, in verità: due scannagatti che prendono di mira i nostri nel canyon, mentre due banditi civetta scappano a spron battuto. Entrambi mordono la polvere. Poi finalmente si parte per il territorio degli Arapahos. Seguiti a debita distanza da Ruby, Willie e altri due.

    A essere onesti, una storia così incentrata sull'esito finale non è facile da sceneggiare. Chiaro che l'attesa va riempita, e Nizzi non sempre riesce a farlo in modo brillante, anche se talvolta egregio: come il bandito morsicato dal serpente (pag.71, n°318). Non si dica che non è una bella trovata. Ruby e Willie hanno due dita di pelo sul cuore, ma al loro affresco manca qualche pennellata. Eppure la storia esige rigore, anche etnografico, sulla cultura Arapaho, e questo, a onor del vero, sembra esserci in pieno. E comunque più di tutto conta il finalone. E come ci si avvicina.

    Tappa da Alce Silente, capo di una grossa tribù Arapaho. Tex va e ci parla in lingua, strattonato da un Randall ansioso di capire come butta. Alce Silente dice di non avere nessun ragazzo bianco nella tribù, né di averne mai conosciuti. E si fa muro. "Talvolta è meglio lacerarsi nel dubbio piuttosto che affacciarsi sull'orrore della verità". Sibillino. Perché? Corre voce che "c'è una valle, a qualche ora di cammino da qui, in cui i lupi vivono più numerosi che altrove... Una valle in cui la mia gente non osa mettere piede. Una creatura malvagia e selvaggia vive coi lupi... Una creatura in sembianze umane.. La sua pelle ha il colore del latte... Il cucciolo bianco che dimora in quella valle vive coi lupi. Ed essi gli obbediscono!" (pag.105-106-107). E a Randall raccomanda di essere forte...

    Il giorno dopo trovano un'impronta di ragazzo e la seguono. Al sopraggiungere della sera si accampano in una radura. Attorno al fuoco, Randall confessa che ha già fatto testamento in favore di Willie, senza sapere che Ruby è appostato e ascolta. Si precipita da Willie e gli altri due cowboy, con l'obiettivo di fare piazza pulita. Willie lo lasciano però ai cavalli. Ma fare fesso Tex non è così semplice: così i tre sparano contro dei manichini, i nostri saltano fuori dopo e mandano tutti all'inferno. Ruby prima di morire cerca di scagionare Willie, ma i nostri hanno gioco facile nel seguire le tracce e nel vedere la presenza di un quarto uomo. Willie è in fuga, vede una grotta e pensa di ripararsi lì. Ne esce un lupo, che stende col Winchester.

    Poi si trova faccia a faccia con il ragazzo vissuto tra i lupi. Gli vola addosso, gli squarcia la gola, proprio come un lupo, sotto gli occhi di Tex. Il ragazzo selvaggio esiste davvero: Alce Silente aveva detto giusto. E viveva coi lupi, in una grotta. La visione del cadavere di Willie lascia Randall senza forze.

    "Eppure non mi arrendo! Se quel... Se quella creatura è mio figlio voglio vederlo, voglio toccarlo, voglio guardarlo negli occhi. Per selvaggio che sia deve sentire che sono suo padre!" (pag.63, n°319). Quella notte persino Tex si addormenta durante il turno di guardia. Al risveglio, i nostri sono circondati da un branco di lupi. Tra loro, a quattro zampe, il ragazzo selvaggio.

    Eppure non li hanno attaccati. Randall avanza verso il figlio. Verso i lupi. "Lo faranno a pezzi!", esclama Carson. "Stai pronto con il Winchester, ma non usarlo se non te lo dico io, intesi?", risponde Tex (pag.73). "John, mio piccolo John", avanza Randall. I lupi latrano attorno ai suoi polpacci, Carson due volte fa il gesto di prendere la mira. Tutto è appeso a un filo. Randall allunga la mano... e John gliela lecca! Randall se lo porta dietro a gattoni, esclama: "Willer.. Carson.. Ho ritrovato mio figlio!". Poi sviene, e subito il cucciolo d'uomo lo abbraccia. E piange. "Occhio a non commuoverti anche tu, vecchio gufo!". "Beh, e se anche fosse?".

    Non ci vedeva nessuno e ci siamo già commossi. Scene di una dolcezza senza pari, che nessuno su Tex è riuscito a eguagliare. Un padre e un figlio, dolcemente abbracciati, l'uno atteso dall'altro, l'uno da sempre nel cuore dell'altro. E quell'uomo regredito a belva e capace di tornare uomo, capace di sostituire l'aggressività con l'amore... Altri spunti: la nemesi di John su Willie, impietrito e poi ucciso di fronte a colui che avrebbe voluto eliminare. Tex uomo di pace, mediatore persino con i lupi. Quello che dice "Non sparare se non te lo dico io" è un uomo che per un esito pacifico è disposto a correre grandissimi rischi, per amore e fiducia nella pace. Grandissima storia.

    La storia è in perfetto stile texiano, diciamo una perfetta eccezione alle atmosfere tradizionali della collana. E' vero, per fare una storia così bella bisogna inventarsi dei personaggi di rilievo, persino dargli la ribalta: come fa Nizzi con John e Randall. Ma in questo caso non è affatto un problema: si può fare, se Tex - come in questo caso - è veramente Tex. Una lezione per tutti gli sceneggiatori, uno su tutti: il Nizzi di oggi.

    Chiusura in grande stile con i disegni di Giovanni Ticci. Il disegnatore senese in questa storia è ormai passato dallo stile che caratterizza i suoi 200 a quello dei 300, quello della pienezza, della maturità, del top professionale. Il complimento più bello che gli si può fare è questo: è impossibile immaginare la storia con disegni diversi. La dolcezza delle vallate incontaminate, dei boschi, una natura insieme feroce e protettrice. E poi i protagonisti sono perfetti. I cattivi: Willie sguardo di ghiaccio, Ruby preso di peso da un film di John Wayne, i cowboy mal rasati. E l'intensità emotiva di Randall e John, ognuno dei quali ha mille espressioni facciali diverse. Riguardate le vignette (pagg.15-16-17 n°319) in cui il lupo ferito da Carson torna alla grotta e John lo abbraccia. Nessuno parla, ma i pennelli di Ticci sì. Da portare nelle accademie. Capolavoro totale.
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    In questo periodo Nizzi sapeva scrivere delle storie proprio belle
     
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    Tex n. 327 , mensile
    I rapinatori del Missouri

    Soggetto e sceneggiatura: Claudio Nizzi
    Disegni: Jesús Blasco
    Copertina: Aurelio Galleppini

    Spacciandosi per ribelli sudisti, i feroci rapinatori di treni riuniti nella gang guidata da Frank e Bill Border sono amati e protetti dalla gente del Missouri. Ma Tex e Carson, spalleggiati dalla Pinkerton, non si fanno incantare da falsi idealismi. Abbattendo a fatica pesanti muri di complicità e omertà, convincendo oneste ragazze e madri di famiglia che la Guerra Civile è finita e che quelle compiute dai sedicenti patrioti sono soltanto volgari grassazioni, i pards stanano i gaglioffi dai loro covi e stringono sempre più il cerchio intorno ai superstiti della criminosa gang.
     
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    Tex n. 328 , mensile
    Il mulino abbandonato

    Soggetto e sceneggiatura: Claudio Nizzi
    Disegni: Jesús Blasco/Claudio Villa
    Copertina: Aurelio Galleppini

    Dopo che anche Bill, l’ultimo della banda Border, è finito all’inferno, El Morisco chiede a Tex e a Carson di rintracciare l’archeologo Doberado, scomparso nella Baja California mentre era sulle tracce della leggendaria Nave nel Deserto. Giunti a Riito per incontrarsi con il dottor Quintana, un amico di El Morisco che doveva guidarli, i pards lo trovano già sepolto, ucciso dalla "morte silenziosa" che colpisce chiunque indaghi sulla nave perduta!

    In questo numero: da pag. 5 a pag. 48, si conclude l’avventura precedente (disegni di Blasco); da pag. 49 a pag. 114, "La nave perduta" (disegni di Villa).
     
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    Tex n. 329 , mensile
    Gli spiriti del deserto

    Soggetto e sceneggiatura: Claudio Nizzi
    Disegni: Claudio Villa
    Copertina: Aurelio Galleppini

    Il lugubre Yakal colpisce con dardi avvelenati chiunque si interessi al vascello perduto e quando i pards lo agguantano preferisce suicidarsi. La sua tribù, schiava dell’oppio, protegge la Nave nel Deserto, la cui stiva cela l’imbocco per una vallata segreta, dove una comunità cinese coltiva i papaveri oppiacei. Il bieco archeologo Juan Velarde vi era capitato mentre cercava la nave fantasma ed è divenuto il capo degli orientali, impiantando un lucroso traffico di droga, e adesso il professor Doberado è suo prigioniero! Intanto, sconfitti i Pima, Tex e Carson arrivano alla Laguna Salada.

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    Tex n. 330 , mensile
    Il fiume sotterraneo

    Soggetto e sceneggiatura: Claudio Nizzi
    Disegni: Claudio Villa/Fernando Fusco
    Copertina: Aurelio Galleppini

    Nel canyon della nave perduta, i pards si difendono dai dardi avvelenati dei Pima e dalla dinamite del losco Velarde, che muore per mano di uno dei suoi indios. I rangers e il professor Doberado, rintracciato per conto di El Morisco, affrontano i cinesi della valle segreta e le ruggenti acque di un fiume sotterraneo! Tempo dopo, Nat Mac Kennet convoca Tex a New Orleans: il folle Pierre de la Rochelle, un maniaco indipendentista, è evaso dal manicomio. E nelle paludi, gli alligatori hanno iniziato a divorare più gente del solito!

    In questo numero: da pag. 5 a pag. 88, si conclude l’avventura precedente (disegni di Villa); da pag. 89 a pag. 114, “Agguato a bordo” (disegni di Fusco).
     
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    Tex nn°328-329-330, 2-3-4/1988,
    testi: C. Nizzi,
    disegni: C. Villa

    La nave perdida en el desierto, dicono da quelle parti. Una nave nel deserto? Siete impazziti? No no, c'è davvero, così crede qualcuno. Di sicuro ci crede il professor Doberado, archeologo. Ha controllato: i libri contabili dicono che una nave olandese del '600 non arrivò mai a destinazione. Braccata dai pirati si infilò nel golfo di California, contando di tornare nell'Oceano attraverso i mitici stretti di Anian, di cui si favoleggiava. Ma niente stretti: la California è una lunga lingua di terra. E la nave rimase incagliata nella Laguna Salada. Come dice la leggenda indiana, "il grande uccello dalle ali bianche è rimasto prigioniero nel fondo di un canyon". Ah già, dimenticavamo: il prof non ha mai fatto ritorno.

    E' El Morisco, amico dell'archeologo, a contattare i nostri Tex e Carson, per la più classica delle missioni impossibili. Quello che non sanno, e noi lettori sì, è che la nave esiste davvero. Proprio nel canyon, proprio nella Laguna di un tempo. Una campana rintocca. Doberado sfida la morte, entra lo stesso. Un urlo scuote la quiete della gola. Poi il silenzio.

    Mica male come inizio! Sappiamo già che questa storia scioglierà le ali alla fantasia e al mistero. Sicuramente una delle storie scritte meglio da Claudio Nizzi. Un mito vero: ha già avuto l'onore dell'albo cartonato Mondadori a colori e la sua scena madre nel fiume sotterraneo (n°330, pag.80) è stata omaggiata anche da altri fumetti, ad esempio in una storia di Topolino alcuni anni fa. Stiamo parlando di un mito moderno per Tex. Un tuffo nelle emozioni, di tutti i tipi.

    Prima tappa del viaggio, Riito, sputo di frontiera ai margini del deserto. Lì li aspetterebbe il dottor Quintana, un amico del Morisco e di Doberado. Ma è già morto, come todos los gringos che capitano a Riito da un po' di tempo a questa parte. Da quando hanno cominciato a circolare le voci sulla nave nel deserto. Inutile dire che i prossimi della lista dovrebbero essere Tex Willer e Kit Carson.

    Nel villaggio c'è un clima fantastico, a metà tra "I figli della notte" e "Il marchio di Satana", abbiamo reso l'idea? Omertà, paura e intrighi negli angoli bui. L'oscuro Yakal, novello Pablito, emissario del signore della sacra nave, trama nell'ombra. Né birra, né tequila, né whisky per i gringos. Inutile dire che i due pards si serviranno da soli. L'unico che li aiuta è padre Joaquin, che li mette al corrente della morte silenziosa. Spine velenosissime lanciate con la cerbottana, morte immediata. Così la morte colpisce Riito.

    Ed ecco che i nostri la vedono pure in faccia. Yakal prima fulmina Augustin, un poveraccio sopravvissuto tempo prima a una notte nella laguna: ma il compagno di viaggio fu ritrovato il giorno dopo ridotto a uno scheletro. Poi tocca a padre Joaquin, quando la morte silenziosa entra nella missione. Preso, Yakal si dà la morte con una delle sue spine. Con sé ha dell'oppio. E adesso? Adesso si va nel deserto a vedere se il diavolo è davvero così brutto.

    Intanto scopriamo cosa c'è. Nizzi salta sulle spalle di un indiano Pima, entra nella nave perduta, scende nella stiva, e poi giù lungo una scala di corda, per trovarsi in una valletta fertilissima! Un angolo di Cina, con tanto di campi di riso e una pagoda. Che fantasia! Nella pagoda, il Signore della Sacra Nave: alias Juan Velarde, l'archeologo che venne nel deserto prima di Doberado. Che è vivo, al suo fianco, prigioniero in una gabbia dorata.

    Velarde è vestito di seta, come un imperatore. Fu catturato dai cinesi. E risparmiato perché salvo la vita al figlio del capo-tribù locale. Per poi stendere la sua ombra sulla vallata, ma anche oltre la nave, ai Pima, schiavi dell'oppio coltivato in quell'angolo di deserto. Ha risparmiato Doberado per vanità: voleva mostrare chi è diventato. E racconta tutta la storia della nave: al naufragio e alla sete sopravvissero solo gli schiavi cinesi stivati dentro, e proprio questi, due uomini e due donne, trovarono il fiume che scorreva sotto la pancia della nave, e che irrorava una valle incantata e fertile. Là, nel deserto.

    Roba bonelliana, sicuro. Voli di fantasia tutti consentiti. Tex e Carson partono per la laguna con Pagua, un Papago che perse due fratelli per mano dei Pima. Tranquilli, l'agguato non può mancare: all'imbocco di un canyon, ecco accampato un frate, assorto nel suo cappuccio calato. Carson si avvicina, lo tocca. C'è solo un teschio. In quel momento scatta la trappola: pioggia di frecce. Velarde ha mandato una trentina di Pima, massì, meglio abbondare. E per fortuna non hanno i fucili. Pagua ci lascia la ghirba, i nostri sparano come due diavoli e li tirano giù tutti. Sipario. E il frate? Uno scheletro tenuto insieme col fil di ferro...

    Cala la sera. Ci si accampa nella laguna, come prima di loro Camilo e Augustin, come Doberado e il suo aiutante. Nella notte, attacca la campana. I Pima sono tutt'intorno l'accampamento. I nostri sanno di non potersi muovere dal fuoco. Carson è nervoso. Tex? "Per gli dei! Il più giovane dei gringos ha mente acuta e nervi saldi come l'acciaio!" (n°330, pag.10), pensa uno degli indiani. Ecco allora l'attacco diretto. Ma i winchester fanno piazza pulita delle cerbottane.

    Via verso quello che sembra l'atto finale. Dentro il canyon, ecco la sacra nave. Velarde li aspetta col fucile spianato, ma Doberado dà l'allarme. Sarabanda di spari, tutti i Pima restano sul terreno, ma Velarde scappa nel ventre della barca. O meglio finge. Chiude i nostri nella stiva e con la dinamite fa saltare la roccia sulla nave! La fine? Sì, per Velarde. Un Pima, solo ferito, lo vede e lo trafigge, con la morte silenziosa: "Egli ha chiuso per sempre il passaggio che conduce alla sacra pianta i cui frutti procurano l'oblio e donano dolci visioni. Deve morire!" (pag.63). I nostri intanto si calano giù. I cinesi li aspettano con intenzioni non esattamente amichevoli. Non resta che tuffarsi nel fiume.

    Dicevamo: quello che sembra l'atto finale. L'atto finale vero è questo: il fiume sotterraneo, per chi avesse ancora fame di emozioni. "Dovrebbe finire nel Colorado, ma la mia paura è che la galleria in qualche punto resti completamente sommersa", dice Doberado. Poi c'è una cascata. Ma... "il soffitto della galleria si sta abbassando, e ho paura che il peggio debba ancora venire", fa Tex. "L'hai recitata una preghiera?". "No, satanasso! Ho una tal paura che non me ne viene in mente neanche mezza!". E via giù, in un attimo il fiume precipita in una vasta grotta, con un gorgo al centro. Pazzo mulinello, "Possente iddio! Questa volta ci lasciamo davvero la pelle!".

    La mano di Tex va a cercare il soffitto della gallaria. Tutto sott'acqua. "Peste!", solo "peste" dice, ma con una faccia... "Tex e i suoi compagni cessano di lottare", dice la didascalia. "E' la fine!...", sentenzia Tex. Poi l'imprevisto, la bellissima vignetta di Villa allarga le coronarie: uno spruzzo d'acqua, un toboga acquatico sputa i nostri in un'altra caverna. Ampia, senza gorghi. Luce, aria. Vivi, sono vivi. Da un buco si esce nel Colorado. Passa una barca: "Madre de Dios! Ma da dove sbucate voi?". Immortale risposta: "Dall'inferno, amigo. Dal più profondo dell'inferno!". Ultima parola al vecchio cammello: "Non avevo mai visto il brutto muso della morte così da vicino!". Quante emozioni per un albo a fumetti!

    Merito di Nizzi, mai così bonelliano per fantasia e spregiudicatezza nel raccontare. Facile tornare ragazzini a leggere una storia così. Mancavano solo i dinosauri. Cinesi, indiani, deserti, oppio, veleni, misteri, fantasmi, lugubri rintocchi, scheletri. Grandissima storia. Poi c'è Villa, alla sua seconda prova con Tex. E' diventato così bravo da influenzare negativamente il nostro occhio che scorre oggi su quei disegni, ma in realtà è un'ottima prova: si vede già un uso corposo del nero, da atmosfera. E le figure mitiche di Tex e Carson, bellissimi come sempre, affascinanti, ricchi di dettagli. C'è già amore tra Tex e Claudio. E' forse un po' statico e poco western nelle scene più classiche, due difettucci da cui ha imparato a difendersi. Fino ad essere oggi l'erede di Galep.
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    Tex n. 336 , mensile
    La miniera del terrore

    Soggetto e sceneggiatura: Claudio Nizzi
    Disegni: Guglielmo Letteri
    Copertina: Aurelio Galleppini

    Paura sui Monti Sacramento! Tex e Carson si imbattono in un gruppo di terrorizzati minatori, fuggiti dal centro minerario di Bendito per non restare vittime del Gran Serpente, un orrido rettile umanoide. I rangers puntano sul villaggio per indagare e, in un clima di grande tensione, scoprono che i minatori, riuniti di recente in società, sono vincolati da un contratto capestro: chi se ne va prima che siano passati sei mesi non becca un’oncia dell’oro estratto! Intanto, strisciando fuori da un fetido buco aperto nella roccia, un sauro mostruoso vaga di notte in paese, seminando morte e orrore.

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    Tex n. 337 , mensile
    L'uomo serpente

    Soggetto e sceneggiatura: Claudio Nizzi
    Disegni: Guglielmo Letteri
    Copertina: Aurelio Galleppini

    Anche l’ingegner Remick, direttore del centro aurifero di Bendito, sostiene di aver visto lo spaventoso uomo serpente. Prima Tex e poi Carson si calano così nel covo del mostro, un pozzo roccioso che emana un terribile fetore di morte, scoprendo che, sul fondo, giace un cadavere putrefatto! Una macabra scoperta su cui indagare, ma i pards non possono più risalire perché Remick e il minatore che reggevano le loro corde sono misteriosamente svaniti e, nel labirintico budello sotterraneo, si muove una inquietante figura! Quale indicibile segreto nasconde Bendito?
     
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    Tex n. 341 , mensile
    Terra violenta

    Soggetto e sceneggiatura: Gianluigi Bonelli/Claudio Nizzi
    Disegni: Guglielmo Letteri/Vincenzo Monti
    Copertina: Aurelio Galleppini

    I pards e Gros-Jean, ospitati dal confidente delle Giubbe Rosse Frank Reid, iniziano a ripulire Skagway eliminando in un saloon due tirapiedi del signorotto locale Soapy Smith, e dando fuoco alla bisca Lady Luck, gestita da un complice del boss. Fallito ogni complotto per disfarsi dei rangers, Smith e i suoi sgherri assaltano la casa dove Reid vive protetto da un pastore tedesco, ricevendo però piombo a quintali: abbandonato dai suoi, il capobanda si ritrova la gola squarciata dal coraggioso cane da guardia. Mesi dopo, gli Yuma Policemen, un corpo di polizia indiana, massacrano i Navajos di Kalabah…

    In questo numero: da pag. 5 a pag. 92, si conclude l’avventura precedente (di Bonelli/Letteri); da pag. 93 a pag. 114, “Il massacro di Kalabah” (di Nizzi/Monti).

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    Tex n. 342 , mensile
    Polizia indiana

    Soggetto e sceneggiatura: Claudio Nizzi
    Disegni: Vincenzo Monti
    Copertina: Aurelio Galleppini

    Colpevoli dell’eccidio dei pacifici pellerossa di Kalabah e dell’assassinio di due amici navajo di Piccolo Falco, gli Yuma Policemen guidati dal sergente Wolson vengono impacchettati da Tex e Tiger Jack e riportati a Fort Whipple per ottenere giustizia. Wolson, che stava braccando Na-Ta-Wah, uno scout indiano accusato di omicidio, sostiene che la pattuglia era stata attaccata, mentre Tex è certo che si sia trattato di una vendetta tribale! Durante un’animata discussione, Kit Willer finisce in guardina e viene fatto evadere dal padre con la complicità di alcuni cercatori d’oro.
     
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    Tex n. 343 , mensile
    West Fork

    Soggetto e sceneggiatura: Claudio Nizzi
    Disegni: Vincenzo Monti/Fernando Fusco
    Copertina: Aurelio Galleppini

    Quando Tex scopre perché Na-Ta-Wah ha ucciso due soldati ed è fuggito sulla Black Mesa con l’amico messicano Mike Tuxedo, il bieco sergente Wolson non può più mentire sui misfatti dei suoi Yuma Policemen! Tempo dopo, un gruppo di loschi speculatori di Washington in combutta con un corrotto ministro canadese, decisi a sabotare il progetto di una nuova ferrovia transcontinentale, aizzano i Piedi Neri contro la spedizione topografica Stanford, guidata da Gros-Jean. I pards vengono avvertiti da Jim Brandon che il loro comune amico è nei guai, ma i gaglioffi intercettano il messaggio!

    In questo numero: da pag. 5 a pag. 46, si conclude l’avventura precedente (disegni di Monti); da pag. 47 a pag. 114, “Morte sul fiume” (disegni di Fusco).
     
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    Tex n. 344 , mensile
    Le rapide del Red River

    Soggetto e sceneggiatura: Claudio Nizzi
    Disegni: Fernando Fusco
    Copertina: Aurelio Galleppini

    Per sfuggire ai Piedi Neri sobillati dagli sgherri di Caudill, un guercio prezzolato dal corrotto ministro canadese Fairbanks e dai suoi referenti finanziari statunitensi per sabotare una nuova ferrovia, i pards e il sergente Wilding, inviato di Jim Brandon, affrontano le rapide del Red River e finiscono assediati contro una parete rocciosa! Tutto sembra perduto, ma i valorosi Flathead di Fronte Alta sbaragliano i pellerossa ribelli e i nostri eroi puntano sulla locanda del viscido Jean Morisse, dove Wilding era stato drogato per intercettare il dispaccio di Brandon diretto a Tex.
     
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    Tex n. 345 , mensile
    La tana del killer

    Soggetto e sceneggiatura: Claudio Nizzi
    Disegni: Fernando Fusco
    Copertina: Aurelio Galleppini

    Prima di venire ucciso dai suoi stessi complici, il bieco taverniere Morisse era stato convinto da Tex a saltare il fosso. Grazie alle sue informazioni, i pards, dati per morti tra le fiamme della locanda, braccano il sicario Caudill fin nel covo di Jenkins, tirapiedi del ministro Fairbanks e coordinatore dell’azione di sabotaggio contro la ferrovia! Intanto, mentre Gros-Jean è prigioniero dei Piedi Neri, anche Jim Brandon cade in mano ai farabutti. Vittime di un tranello, i rangers finiscono legati insieme a Jim sul battello del capitano Tanakis, in mezzo al lago Winnipeg. Ma la Giubba Rossa ha un asso nella manica!
     
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    Tex n. 346 , mensile
    I predatori del Grande Nord

    Soggetto e sceneggiatura: Claudio Nizzi
    Disegni: Fernando Fusco/Fabio Civitelli
    Copertina: Aurelio Galleppini

    Mentre Gros-Jean fugge dal campo dei Piedi Neri grazie a un’amica indiana, i pards e Jim Brandon costringono a uscire allo scoperto il capitano Tanakis, che li teneva prigionieri sul battello Arrow, al soldo dei sabotatori della ferrovia transcontinentale canadese. Ritrovato Gros-Jean, i nostri fanno esplodere la santabarbara dei gaglioffi e, a Ottawa, il corrotto ministro Fairbanks finisce dietro le sbarre. Tempo dopo, nella riserva navajo, la strega Zhenda torna dall’oblio e rapisce il figlio Sagua, dopo avergli ucciso la moglie facendola sbranare da una feroce pantera!

    In questo numero: da pag. 5 a pag. 75, si conclude l’avventura precedente (disegni di Fusco); da pag. 76 a pag. 114, “Gli spiriti della notte” (disegni di Civitelli).
     
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    Tex n. 350 , mensile
    La croce fiammeggiante

    Soggetto e sceneggiatura: Claudio Nizzi
    Disegni: Raffaele Della Monica
    Copertina: Aurelio Galleppini

    Tex, che è in Alabama insieme a Carson, si reca a Starkville per salutare il suo vecchio amico Jimmy Barnett. Coinvolti in una rissa per aver preso le difese di Arch, un cameriere nero, i rangers apprendono che Barnett è morto in un incidente. Helga, la vedova, e McCook, l’uomo che dovrebbe rilevare il ranch dei Barnett, sospettano che sia stato ucciso per le sue idee tolleranti da Harry Harding, uno spietato razzista. E mentre il Ku Klux Klan incendia croci e lincia il povero Arch, qualcuno aggredisce Helga e perquisisce la fattoria, in cerca di una misteriosa lettera scritta dal defunto Jimmy Barnett!
     
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