I siti patrimonio mondiali dell'Unesco della Grecia

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    AUGUSTA TAURINORUM

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    Antica città di Corfù



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    Corfù è il nome di un'isola greca, nel mar Ionio, di fronte alle coste dell'Albania, da cui è separata da uno stretto di una larghezza variabile dai 3 ai 25 km. La popolazione ammonta a circa 110.000 abitanti, di cui circa 36.000 nella sola capitale. Amministrativamente costituisce una Prefettura della Grecia,
    È errore comune chiamare anche la capitale dell'isola, Kerkyra, con lo stesso nome. È collegata alla terraferma, sia greca che italiana, da svariate linee effettuate con traghetti e con aliscafi che giungono a Igoumenitsa, Patrasso, Venezia, Bari, Brindisi, Ancona, oltre che da un aeroporto internazionale con collegamenti operati sia da vettori nazionali che privati, che offrono sia voli di linea che charter verso svariate destinazioni (in molti casi, nel nordeuropa) e un nuovo servizio di idrovolante.

    Geografia


    L'isola è relativamente piccola, di forma vagamente triangolare, con il vertice a sud e la base sul lato orizzontale da est a ovest, e misura circa 35 km di base per circa 65 di altezza, (580 km²) con uno sviluppo costiero di 217 km: le coste sono molto frastagliate e offrono capi, baie, porti, punte e numerosissime spiaggie. Molte località sono attrezzate per ospitare imbarcazioni da diporto. La cima più alta è il monte Pantokrator (908 m, alcuni riportano 916).
    Se si eccettua il massiccio del Pantokrator il territorio è quasi interamente composto da colline molto fertili: il clima mediterraneo favorisce coltivazioni come vite, olivo, agrumi, fichi.

    Storia


    La città fu fondata col nome di Corcira (gr.Kérkyra) nel 700 a.C. Entrò nella storia come colonia di Corinto (733 a.C.) e passò molte volte da una dominazione all'altra a causa della posizione molto favorevole nel Mar Mediterraneo: legata a Roma dal 299 a.C. divenne poi nel IV-XI secolo bizantina, XI-XII normanna, poi passò sotto Genova, sotto gli Angioini, nel 1202-1204 (l'epoca della 4a crociata) arrivò Venezia, che rimase dalla fine del XIV al XVIII secolo.

    L'età bizantina

    Corfù continuò ad appartenere all'Impero romano d'Oriente e dall'VIII secolo costituì un distretto del tema di Cefalonia. Nell'876 la città divenne sede di un vescovato, dipendente dal patriarcato di Costantinopoli. Con l'XI secolo, la conquista normanna dell'Italia meridionale fece dell'isola uno dei primari obiettivi dei sovrani siciliani. Roberto il Guiscardo se ne impadronì una prima volta nel 1081, ma l'intervento della flotta veneziana, chiamata dall'imperatore Alessio I Comneno, riportò l'isola sotto il dominio bizantino. I Normanni riconquistarono però Corfù nel 1147, sia pure per breve tempo, e nuovi attacchi subì nel 1185, finché nel 1199 non cadde in mano ai Genovesi. Nel 1204, con la spartizione dell'impero bizantino seguita alla quarta crociata, Corfù fu assegnata a Venezia. L'isola fu allora divisa in dieci feudi che furono assegnati ad altrettanti nobili veneti, con il solo obbligo di versare un tributo annuo e di provvedere alla difesa. Si trattò però di una breve parentesi, perché nel 1214 se ne impadronì Niceforo Ducas, primo despota d'Epiro, il quale costruì sulla costa occidentale il castello di S.Angelo a protezione delle incursioni dei pirati genovesi e si preoccupò di risollevare le condizioni della popolazione indigena e del clero ortodosso. Nel 1259, però, dando in sposa la figlia Elena a Manfredi, figlio di Federico II di Svevia, il despota Michele II Ducas gli diede in dote Corfù e alcune fortezze sulla costa albanese, ponendo così termine alla dominazione bizantina.

    Il dominio angioino-napoletano (1266 - 1386)

    Il dominio di Manfredi fu di breve durata. Egli fu infatti sconfitto e ucciso a Benevento da Carlo d'Angiò, il quale si impadronì così del regno di Sicilia e di Napoli. A Corfù il governatore svevo Filippo Chinardo cercò di conservare il potere proclamandosi re dell'isola e facendo prigioniera la vedova Elena e i figli. In tale occasione il despota Michele II cercò di recuperare la città, ma i suoi tentativi fallirono e alla fine del 1266 re Carlo d'Angiò riuscì a prendere possesso di Corfù e delle altre terre sulla terraferma albanese che erano state di Manfredi. Da allora Corfù costituì la capitale dei domini angioini del Levante e sul finire del '300 l'isola e i domini albanesi divennero appannaggio del principe Filippo di Taranto che, sposatosi in seconde nozze con Caterina di Valois, nipote dell'ultimo imperatore latino di Costantinopoli, ereditò anche le rivendicazioni dei Courtenay su Costantinopoli. Da allora l'isola fece sempre parte del principato di Taranto.
    A governare l'isola fu inviato un capitano regio e un numeroso seguito di funzionari e di soldati francesi e italiani, e venne intrapresa una radicale trasformazione della società corfiota attraverso la concessione di feudi a baroni provenienti dall'Italia e dalla Provenza, quali i Tocco, i Capece, gli Hulot, gli Altavilla; fu ugualmente modificata la struttura amministrativa dell'isola perché pur lasciando al loro posto i decarchi istituiti dai despoti epiroti, tutto il territorio fu inquadrato in quattro balivati (Agirù, Oros, di Mezzo e Alefchimo). I continui scambi con la costa italiana portarono poi all'immigrazione nell'isola di numerosi ufficiali e funzionari pugliesi. Nello stesso tempo si cercò di instaurare una gerarchia ecclesiastica cattolica, con l'istituzione di un arcivescovo latino a Corfù e abolendo pertanto il vescovato ortodosso, sostituito da un semplice protopapas, eletto da un collegio di preti e di laici.
    Le pressioni religiose dei governatori angioini crearono notevole malcontento tra i Corfioti e di questa situazione, congiuntamente ai dissidi esistenti a Napoli tra i vari pretendenti al trono, trassero profitto i Veneziani che sul finire del XIV secolo, vinto il conflitto con Genova, avevano dato inizio ad una decisa politica espansionistica lungo le coste albanesi e greche. Nel 1386 i Veneziani assediarono Corfù con un imponente esercito sotto la guida del signore di Padova Francesco da Carrara, ottenendo alla fine la resa del presidio angioino e la dedizione della città. Ai Corfioti la Repubblica concesse ampi privilegi e la conferma di tutti i precedenti ordini e statuti, e soprattutto si impegnò per trovare un accordo con la potente aristocrazia baronale che dominava l'isola. L'acquisto, inizialmente solo militare, divenne definitivo solo nel 1402, quando il re di Napoli Ladislao II cedette tutti i suoi diritti a Venezia per 30.000 ducati d'oro.

    Il dominio veneziano
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    Sotto il dominio veneziano Corfù fu governata da un patrizio veneziano che, con il nome di Bailo, era nominato per due anni e amministrava la giustizia nell'isola con l'assistenza di due consiglieri, anch'essi veneziani. Ad affiancarlo nelle questioni militari erano un Provveditore e Capitano, il Capitan grande della fortezza vecchia e il castellano del castello della campana nella città vecchia. Nel 1715, dopo la perdita del Peloponneso vi si traferì il Provveditore generale da Mare, un senatore nominato dalla Repubblica che aveva il comando supremo della flotta in tempo di pace e al quale fu dato anche il governo civile, criminale e militare delle Isole Ionie. A lui erano portate in appello tutte le sentenze pronunciate dai tribunali e dai rettori delle terre dipendenti che, nel XVIII secolo erano, oltre a Corfù, le isole di Zante, Cefalonia (con Itaca), Santa Maura (o Leucade) e Cerigo, oltre ai due distretti di Prevesa e Vonizza sulla prospiciente costa albanese. La città era retta da un regime aristocratico, essendo consentito l'accesso al consiglio ed alle principali cariche pubbliche solo da quelle famiglie (in parte discese dagli antichi baroni francesi e napoletani)iscritte al libro d'oro, redatto nel 1572. L'organo principale dell'amministrazione comunale era il Maggior Consiglio, che si riuniva annualmente per eleggere il Minor Consiglio, dal quale erano eletti tutti i vari ufficiali della città e dei quattro baliati del suo distretto, oltre alle isole di Passo (Paxos) e Antipasso (Antipaxos) e ai borghi fortificati di Butrinto e Parga, situati sulla terraferma.
    Dopo un breve periodo sotto la dominazione francese e pochi anni riunita in una confederazione di isole, Corfù passò alla Grecia nel 1864; nella Seconda Guerra Mondiale fu base navale degli alleati, venne poi presa dall'Italia e sempre a Corfù venne combattuta un'aspra battaglia tra italiani e tedeschi in seguito all'armistizio dell'8 settembre 1943, battaglia che portò all'eccidio degli ufficiali italiani, fra cui si ricorda il tenente Natale Pugliese.
    Dal 1944 è ritornata alla Grecia ed è meta di turisti grazie al clima mite ed alla bellezza del mare; gli unici resti delle numerose dominazioni sono un palazzo reale di epoca classica, un teatro veneziano e fortificazioni dello stesso periodo.
    Nacque a Corfù il 24 giugno 1641 suor Maria Arcangela Biondini (Giovanna Antonia), figlia di Andrea Biondini, vicegovernatore dell'isola per conto di Venezia, e di Angela Cicogna
    Nativo di Corfù fu Giovanni Capodistria, primo presidente della Grecia libera (1830).
    Viene identificata con l'isola dei Feaci dell'Odissea

    Edited by Shagrath82 - 30/8/2014, 14:07
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  2. Blackvampires1986
     
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    La Grecia deve essere bellissima
     
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    Culla Bianconera

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    Sito archeologico di Filippi

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    Filippi (in greco antico Φἱλιπποι) è un'antica città della Macedonia e non distante dal mare Egeo, facente parte attualmente del comune di Kavala (fino al 2010 all'ex comune di Filippoi).
    Sorge sul sito dell'antica Crenides e prese il nome dal re Filippo II di Macedonia, che la fece ingrandire e fortificare nel 356 a.C. per farne un centro minerario. Fu conquistata dai Romani nel 168 a.C.. Nell'ottobre del 42 a.C. fu teatro della famosa battaglia di Filippi, decisiva tra le truppe di Ottaviano e Antonio contro quelle degli uccisori di Giulio Cesare, Bruto e Cassio, che furono sconfitti; Ottaviano, divenuto successivamente Augusto la eresse al rango di colonia.
    L'espressione popolare "Ci rivedremo a Filippi" è usata per significare che prima o poi si arriverà alla resa dei conti e presagio di avverso destino; deriva dalle Vite parallele di Plutarco (Vita di Bruto, 36) e successivamente ripresa letterariamente nel IV atto del Giulio Cesare di William Shakespeare laddove il fantasma di Giulio Cesare apparso a Bruto si rivolge con quelle parole, presagio della futura sconfitta, alle quali Bruto risponde "ci rivedremo".
    La città di Filippi ebbe un notevole ruolo nei primi secoli del Cristianesimo; essa fu la prima città d'Europa ad essere evangelizzata da san Paolo, che alla comunità di Filippi indirizzò una delle sue epistole; anche sant'Ignazio di Antiochia e san Policarpo di Smirne indirizzarono alla chiesa locale alcuni dei loro scritti.
    Fu un centro importante anche in epoca bizantina; fu occupata dai Latini durante la IV crociata e fu in seguito abbandonata.
    Attualmente il sito è registrato nella lista del patrimonio dell'umanità (UNESCO, 2016).
     
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    Paesaggio culturale di Zagori



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    Situati in una remota zona rurale nel NordOvest della Grecia, i piccoli villaggi di pietra chiamati Zagorochoria, che sono tradizionalmente organizzati intorno ad una piazza centrale con un albero al centro e case con una tipica architettura di montagna.
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