IL TOPIC DELL'ATLETICA

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    Quarta medaglia azzurra agli Europei di Barcellona: la 30enne palermitana terza dietro alla lituana Balciunaite e alla russa Yulamanova. La 4x100 maschile prima squalificata poi riammessa in finale (con il 2° tempo)

    BARCELLONA (Spa), 31 luglio 2010 - L'italiana Anna Carmela Incerti ha conquistato la medaglia di bronzo nella maratona femminile dei campionati europei di Barcellona. L'oro è andato alla lituana Balciunaite, l'argento alla russa Yulamanova. La palermitana, allenata da Tommaso Ticali, finisce staccata di oltre un minuto e mezzo. La Incerti ha iniziato a praticare atletica quando aveva 16 anni, con le gare scolastiche. All’esordio sui 42 chilometri, nel 2003 ha vinto il titolo nazionale. Operata al tendine d’achille del piede sinistra, nel 2005 è riuscita a tornare ai massimi livelli nel 2008, quando ha vinto la maratona di Milano. Attualmente vive a Bagheria con il marito Stefano Scaini, mezzofondista delle Fiamme Gialle. Il suo primato sulla maratona è il 2h27’42” di Milano. Ha rinunciato volontariamente alla partecipazione dei campionati del mondo di Berlino 2009 per preparare al meglio questo appuntamento. La Incerti porta all'Italia la quarta medaglia di questi Europei di atletica. In precedenza erano arrivati gli argenti di Alex Schwazer nella marcia 20 km e di Nicola Vizzoni nel lancio del martello e il bronzo di Daniele Meucci nei 10 mila metri.

    dentro — La 4x400 azzurra femminile si è qualificata per la finale agli Europei d'atletica di Barcellona. Il quartetto formato da Chiara Bazzoni, Marta Milani, Maria Enrica Spacca e Libania Grenot si è aggiudicato la seconda semifinale con il tempo di 3'27''95. La finale è in programma domani sera. Bene anche gli uomini, che hanno centrato la finale Il quartetto azzurro - formato da Claudio Licciardello, Luca Galletti, Domenico Fontana e Marco Vistalli - ha chiuso la propria batteria al quarto posto con il tempo di 3'04''55 che ha consentito il ripescaggio.

    fuori — Nella 4x100 per i colori azzurri grande delusione e poi un sollievo. Gli uomini hanno rimediato una squalifica nelle batterie: il quartetto, composto da Roberto Donati, Simone Collio, Emanuele Di Gregorio e Maurizio Checcucci, aveva concluso al secondo posto, ma è stato escluso per un'invasione di corsia. poi è stato accolto il reclamo dell'Italia e il quartetto azzurro arriva così in finale. Sotto accusa era il passaggio del testimone tra Roberto Donati, in prima frazione, e Simone Collio, in seconda. Dalle immagini tv, però, risultava evidente il disturbo del secondo frazionista russo, subito segnalato da Donati e Collio. Da qui il reintegro dell'Italia e la squalifica della Russia. Il quartetto azzurro si riprende il secondo posto in semifinale con il crono di 38"82 alle spalle della Germania, vincitrice in 38"75. La staffetta femminile azzurra è stata invece eliminata nelle batterie della 4x100. Il quartetto azzurro - formato da Jessica Paoletta, Tiziana Grasso, Giulia Arcioni e Audrey Alloh - ha chiuso al 6° posto con il tempo di 44"15.
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    Medaglia di bronzo, gran risultato per l'atletica.
     
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    Un'altra inattesa medaglia agli Europei: la palermitana Simona La Mantia seconda alle spalle dell'ucraina Saladuha. Giuseppe Gibilisco chiude quarto nel salto con l'asta

    BARCELLONA (Spagna), 31 luglio 2010 - Dopo il bronzo di Anna Incerti il secondo argento della giornata arriva da un’altra donna, un’altra siciliana, Simonia Lamantia nel salto triplo, mentre nel salto con l'asta Giuseppe Gibilisco si ferma al quarto posto.

    la mantia da argento — Vincendo tutti i suoi timori, Simona spara subito un primo triplo balzo a 14.56 (primato personale di questo 2010), annichilendo le avversarie. L’unica a non farsi intimorire è la bielorussa Olha Saladuha che al secondo tentativo atterra a 14.62, migliorandosi poi ancora al quinto turno con 14.81, miglior prestazione europea dell’anno. Terza finisce la belga Svetlana Bolshakova con 14.55 (record nazionale). Simona Lamantia è nata a Palermo il 14 aprile 1983 e gareggia per le Fiamme Gialle. Allenata da Michele Basile da giovane si dedicava alla ginnastica artistica. Proviene da una famiglia di sportivi. Entrambi i genitori sono stati mezzofondisti e hanno vestito la maglia della nazionale. Simona si mise in luce nel 2003, vincendo l’argento ai campionati europei under 23 e due anni dopo si mise al collo l’oro, sempre nella stessa manifestazione. Purtroppo la sua carriera è costellata da numerosi infortuni che ne hanno limitato le capacità atletiche. Questo argento per ora sembra ripagarla ampiamente. Emozionatissima Simona La Mantia si concede ai microfoni con un sorriso smagliante: "Non ci credo, ho avuto tre anni di infortuni e quest'anno mi è arrivato tutto insieme: campionessa italiana e seconda agli Europei. Non ci credo. Non mollare mai, stringere i denti e andare avanti è stato il segreto. Una giornata indimenticabile, una serata magnifica. Sono entrata in pedana con la voglia di fare bene fin dal primo salto. Ero concentratissima, non mi aspettavo che il 14.56 potesse valere la medaglia d'argento".

    800 uomini — Doppietta polacca sul doppio giro di pista, la finale europea più lenta degli ultimi 50 anni. Anche a Budapest 1966 Matuschewski corse più velocemente, finendo in 1’45”9. Oro a Marcin Lewandoski (1’47”07), argento ai campionati europei un der 23 del 2009, argento al britannico Michael Rimmer (1’47”17) e bronzo all’altro polacco dal nome impronunciabile Adam Kszczot (1’47”22).

    400 ostacoli uomini — Il podio europeo rispecchia pienamente le graduatorie continentali del 2010. L’oro, infatti, è andato al britannico David Green che con 48”12 ha ottenuto la miglior prestazione europea 2010 già sua con 48”96. Argento al connazionale Rhys Williams (48”96 e record personale), bronzo all’ucraino Stanislav Melnykov (49”09).

    Peso uomini — Otto centimetri racchiudono le tre medaglie. Oro al bielorusso Andrei Mikhnevich (21.01), bronzo olimpico a Pechino 2008 e miglior pesiste di questa prima parte dell’anno, con 22.09.Argento al polacco Tomasz Majewski (21.00) e bronzo al tedesco Ralf Bartles (20.93), già medagliato a Budapest 1998 (bronzo) e Göteborg 2006 dove vinse il titolo.

    200 donne — Miglior prestazione europea dell’anno e titolo continentale per la francese Myriam Soumare (22”32), che precede l’ucraina Yelizaveta Bryzhina (22,44 e primato personale) e la russa Aleksandra Fedoriva (22”44).

    100 ostacoli donne — La prima volta di una turca. A rompere il ghiaccio è la 24enne Nevin Yanit, non certo una sconosciuta a livello internazionale. Nel 2007, infatti si è aggiudicata il titolo europeo under 23 e nel 2009 ha vinto i Giochi del Mediterraneo. A Barcellona ha fermato i cronometri su 12”63 (record nazionale), precedendo l’irlandese Derval O’Rourke (12”65), pure lei al record nazionale e la tedesca Carolina Nytra (12”68).

    salto con l'asta — Giuseppe Gibilisco ha invece mancato il podio nella finale del salto con l’asta. L'oro è andato al transalpino Renaud Lavillenie con 5.85, uno che di misure importanti se ne intende. Infatti vanta un primato personale di 6.01 e non si lascia intimidire dagli appuntamenti internazionali. Lo scorso anno a Berlino si aggiudicò la medaglia di bronzo e l'oro agli euroindoor di Torino. L'argento è andato all'ucraino Mazuryk con 5.80 e il bronzo al polacco Czerwinski con 5.75. L’atleta azzurro ha fallito per tre volte la misura di cinque metri e 85 centimetri dopo avere saltato il suo primato stagionale di 5,75, valso il quarto posto nella gara odierna. "Il rammarico c'è, ed è inutile negarlo. Oggi per me la possibilità di prendere una medaglia c'era tutta, e mi dispiace di non esserci riuscito. Quando ti porti a casa una medaglia di legno non è bello, anche se questo è più pregiato del solito. Ma se avessi fatto 5.75 al primo tentativo avrei vinto l'argento". Il siciliano Giuseppe Gibilisco è tornato fra i grandi del salto con l'asta, ma il quarto posto ottenuto nella finale degli Europei di Barcellona non lo soddisfa: "Il salto a 5.85 lo valevo e se avessi avuto più tempo per recuperarmi e concentrarmi probabilmente ci sarei riuscito. Non essere andato sul podio mi dispiace per me stesso, per la squadra e per il presidente Arese, che credeva in me. Faccio sempre 30 e non riesco mai a fare il 31. Sono tornato ma questa era una gara importante, ci vuole continuità per affrontarla. Io sto ancora provando a tornare in auge, ma la mia rivincita non è questa: io voglio sentire suonare l'inno di Mameli. Lo merito, e poi io sono uno che non si accontenta".

    5000 metri uomini — Mo Farah, britannico di origini somale, ha bissato il successo dei 10.000 imponendosi dopo una lunga e appassionante volata anche nella distanza più corta. Nato a Mogadiscio, appassionato di calcio, tifa per il Manchester United (il suo idolo è Ryan Giggs), è uno specialista delle lunghe e medie distanze: campione europeo di cross nel 2006 e campione europeo indoor nel 2009 a Torino. Per una manciata di secondi ha superato lo spagnolo Jesus Espana sostenuto da un tifo infernale (13’31”18 contro 13’33”12). Terzo Hayle Ibrahmov con 13’34”15 che regala la prima medaglia di questi campionati all’Azebairgian. In questa prova erano in gara anche due azzurri: Daniele Meucci e Stefano La Rosa. Meucci ci ha creduto sino agli ultimi seicento metri. A quel punto ha cominciato ad accusare la fatica dei vari turni affrontati (fra 10 e 5 mila) e si è dovuto accontentare del sesto posto (13’40”17). Mai in gara La Rosa, a causa di alcuni problemi al tendine: decimo in 13’46”58.

    Giavellotto uomini — Andreas Thorkildsen, norvegese capolista stagionale europeo, con un lancio a 88.37 ha avuto la meglio sul tedesco Matthias De Zordo, di chiare origini italiane, che ha ottenuto 87.81, nuovo limite personale. Bronzo al finlandese Tero Pitkamaki con 86.67.

    Eptathlon — Oro all’inglese Essica Ennis con 6.823 punti (12,95/100 h, 1.89/alto, 14.05/peso, 23”21/200, 6.45/lungo, 46.71/giavellotto, 2’10”18/800), argento all’ucraina Dobrinska (6.778), terza la tedesca Oserei con 6.683 punti.
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    A Barcellona amarezza per l'olimpionico di Atene: "Chiedo scusa a tutti. Avrei voluto chiudere meglio". Vince lo svizzero Rothlin, Pertile fuori dal podio per colpa dei crampi: "Peccato, ho sperato nell'oro". Buon settimo posto di Bourifa, Italia terza in Coppa Europa

    BARCELLONA, 1 agosto 2010 - Maratona amara per l'Italia. Stefano Baldini costretto al ritiro, Ruggero Pertile quarto dopo aver sognato una medaglia importante. Ha trionfato lo svizzero Martin Rothlin, che ha rotto gli indugi al trentesimo chilometro e si è involato solitario verso il titolo europeo in una gara durissima per il caldo asfissiante e l’alta percentuale di umidità. Rothlin in 2h15’31” ha preceduto lo spagnolo Martinez (2h17’50”), il russo Safronov (2h18’16”) e l'azzurro Pertile (2h19”33).

    VETERANO — Il vincitore è una vecchia volpe dei 42 km. Già lo si era visto all’opera nel 2006, ai campionati europei di Goteborg, dove arrivò secondo proprio alle spalle di Baldini. L’anno dopo si guadagnò il bronzo ai campionati mondiali di Osaka e alle olimpiadi di Pechino fu il migliore degli atleti europei con il sesto posto. In carriera ha corso 17 maratone ed vanta un personale di 2 ore 7 minuti e 23 secondi. E' anche un sopravvissuto: nel febbraio del 2009, tornando da un allenamento in Kenya fu colpito da embolia polmonare.

    delusione — "Mi scuso con tutti - ha detto l'olimpionico di Atene che ha già annunciato il ritiro dalla maratona - avrei voluto finire meglio. Ce l'ho messa tutta, ma anche correndo in difesa non riuscivo a stare con gli altri. Evidentemente questa gara non era così alla mia portata come pensavo. Il tempo che passa si fa sentire, ma mi dispiace aver chiuso male". Delusissimo anche Pertile, che dopo il traguardo si è rifugiato piangendo nelle braccia della moglie e ha confessato che il suo obiettivo era una medaglia: "Ci credevo, ho creduto anche nell'oro. La condizione era molto buona, purtroppo dal 30° km ho iniziato a sentire i crampi ai polpacci. Nonostante i numerosi intoppi fisici, l’ultimo dei quali un ascesso al dente curato con antibiotici, ero fiducioso, ho sempre guardato avanti. Il mio fisico mi ha tradito, ed è un enorme peccato. Ho buttato via una medaglia che mi avrebbe dato fiducia per Mondiali e Olimpiade. Ci ho provato fino alla fine ma è arrivata la medaglia di legno, che non è mai bella".

    In base ai piazzamenti la Spagna vince la Coppa Europa di specialità davanti alla Russia e all'Italia.
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    Agli Europei di Barcellona Roberto Donati, Simone Collio, Emanuele Di Gregorio e Maurizio Checcucci arrivano secondi dietro alla Francia, bronzo per la Germania. Il 38''17 vale il record italiano, a soli sei centesimi dall'oro. Checcucci: “Oggi è la nostra festa. A 36 anni è un risultato particolare. Questo record lo inseguivo dall'Olimpiade di Sydney del 2000”. Il saltatore azzurro è solamente quinto

    BARCELLONA, 1 agosto 2010 - L’argento europeo nella staffetta 4x100 premia quattro ragazzi (Roberto Donati, Simone Collio, Emanuele Di Gregorio e Maurizio Checcucci) che hanno sempre creduto nel lavoro di gruppo. Alcuni di loro hanno anche rinunciato alla prova individuale proprio per preparare al meglio questa gara. Sta nella tradizione italiana puntare sulla squadra specialmente quando non abbiamo grandi individualità. La Francia, che presentava il doppio oro (100/200) Lemaitre e il doppio argento Mbandjock è stata pressocché imbattibile, ma una speranza di successo ha sfiorato tutti, anche il commissario tecnico Francesco Uguagliati: “Sino alla fine ho sperato, ma i francesi sono dei mostri. Questo argento, comunque, è il frutto di un lungo lavoro che viene da lontano”.

    la felicita' dei quattro — Donati: “Oggi era destino. Oggi è scattato qualcosa, ha vinto l’Italia, è stato meraviglioso. Peccato per l’oro ma più di così non si poteva fare”. Collio: “E’ un anno che lavoriamo per questo risultato. Una soddisfazione grandissima. Grazie al professor Di Mulo che assieme a noi ci ha creduto. Prima di entrare in pista ci ha detto 'oggi sarà l’apoteosi', tre cambi perfetti”. Di Gregorio: “Cercavamo questo risultato dal 2008. Quest’anno abbiamo lavorato molto bene e i sacrifici sono stati ripagati alla grande. La squalifica di ieri ci ha dato la rabbia in più”. Checcucci: “E' la nostra festa. A 36 anni è un risultato particolare. Questo record lo inseguivo dall'Olimpiade di Sydney del 2000”.

    record italiano — Il 38”17 di oggi migliora un risultato storico dell’atletica italiana: quel 38”37 di Stefano Tilli, Pierfrancesco Pavoni, Carlo Simionato, Pietro Mennea di Helsinki 1983 (10 agosto), che valse il secondo posto ai campionati mondiali alle spalle degli statunitensi, che per l’occasione centrarono il record del mondo (37”86) e schierarono campioni stellari come Carl Lewis, Calvin Smith, Emmit King e Willie Gault.

    MALE HOWE — La rassegna di Barcellona si chiude con una delusione per i colori azzurri. Andrew Howe, candidato a una medaglia nel lungo maschile, non ha mantenuto le aspettative chiudendo al quinto posto la gara vinta dal tedesco Christian Reif.

    staffetta donne — La Russia ha vinto la medaglia d'oro nella staffetta 4x400 donne agli Europei di atletica di Barcellona; argento alla Germania, bronzo alla Gran Bretagna. Quarta l'Italia con il nuovo record nazionale.
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    Lo statunitense nei 100 più veloce del giamaicano primatista del mondo nell'11ª tappa della Diamond League. Tyson si impone in 9"84, Usain si ferma a 9"97. "Non posso vincere sempre". La rivincita il 27 agosto a Bruxelles

    STOCCOLMA (Svezia), 6 agosto 2010 - Cose mai viste. Stoccolma, tappa numero 11 della Diamond League, diventa il regno di Tyson Gay, che per la prima volta in carriera batte Usain Bolt sui 100 metri. Il 27enne di Lexington, Kentucky, si mangia il rettilineo in 9"84. Il giamaicano, che proprio sulla pista svedese due anni fa aveva conosciuto il sapore della sconfitta (venne battuto dal connazionale Asafa Powell, il terzo incomodo assente per un infortunio alla schiena) in una distanza di cui è diventato padrone assoluto, si ferma a 9"97.

    la sfida — Tyson Gay è in corsia 5 dopo aver ottenuto il miglior tempo delle batterie (10"01), Usain Bolt gli è accanto avendo passeggiato in 10"10 nelle qualifiche. Lo statunitense, l'ultimo re di un grande evento (i Mondiali di Osaka 2007) prima dell'inizio dell'era Bolt, parte meglio, ma il giamaicano sembra tranquillo e prova a distendersi e rimontare con la sua ampia falcata, cosa che gli riesce sempre. Solo che stavolta la distanza dal primo non si accorcia. Gay allunga senza mai dare l'impressione di essere in difficoltà, Bolt prova a resistere ma finisce per inchinarsi. Lo statunitense, 28 anni lunedì, chiude con la sua miglior prestazione dell'anno anche senza vento e lancia una seria sfida al trono del giamaicano, l'uomo più veloce del mondo visto che oltre a quello dei 100 detiene anche il primato dei 200. Bolt, che con Powell detiene la miglior prestazione stagionale (9"82), sul rettilineo non perdeva dal luglio 2008 e da allora aveva vinto tutte le 14 gare disputate sulla distanza.
    la resa — "Sono partito davvero male - ha raccontato il 23enne giamaicano -, non sentivo spinta nelle gambe. Non posso vincere sempre: ho detto che avrei potuto essere battuto e adesso è successo. Ora devo riconcentrarmi e lavorare molto sulla forza e sui 10 metri iniziali. Comunque Tyson è più in forma di me in questo momento e si è preparato meglio". Lo statunitense, il secondo uomo più veloce della terra con la voglia di ridiventare il primo, prova a godersi la sua vittoria: "Sono felice - ha raccontato Gay -, ma so anche che Bolt non è al 100 per cento della forma. E io sono impaziente di batterlo quando sarà al top. Usain conosce i suoi limiti: quest'anno voleva rimanere imbattuto, non migliorare il record. Ma ha trovato me sulla sua strada". Quella di Stoccolma è stata la terza sfida sui 100 tra Bolt e Gay e nei due precedenti il giamaicano aveva sempre vinto stabilendo il record del mondo: la prima volta a New York il 31 maggio 2008 (limite mondiale abbassato a 9"72, Gay fermo a 9"85), la seconda il 16 agosto 2009 a Berlino (Bolt 9"58, Gay 9"71). Bolt non dovrà aspettare molto per prendersi la rivincita: il 27 agosto nell'ultima tappa della Diamond League a Bruxelles, Belgio, il primatista mondiale si ritroverà di fronte Gay e il connazionale Powell in una sfida che già si annuncia stellare. Di fronte ci saranno i tre uomini più veloci della terra.
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    L'azzurra conquista il gradino più alto sul podio degli Europei indoor balzando per due volte a 14.60: "Una vittoria per me stessa, la mia famiglia e il mio allenatore". La misura della 27enne palermitana vale il record mondiale stagionale

    PARIGI, 5 marzo 2011 - E’ d’oro l’Europa di Simona La Mantia. La 27enne palermitana, dopo l’argento continentale all’aperto dell’estate scorsa a Barcellona, plana sul gradino più alto del podio della rassegna in sala. Il suo triplo balzo è da manuale, per un 14.60 che vale il personale indoor, con un progresso di 15 centimetri su un limite datato 2004, ma che è anche la miglior prestazione mondiale stagionale e la seconda italiana all-time a 21 centimetri dal primato di Magdelin Martinez. Il risultato, soprattutto, conferma che l’atletica italiana ha ritrovato un personaggio che, dopo tante stagioni difficili, ha saputo ritrovare lo smalto degli anni giovanili, quando giù fece suo il titolo europeo tra gli under 23. La finanziera in qualche modo figlia d’arte - mamma Monika fu azzurra negli 800, papà Ninni nelle siepi - è il volto bello di un movimento che, poco alla volta, sta riaccendendo la luce.

    LA GARA — La studentessa in scienze motorie firma una gara perfetta. Dopo la convincente qualificazione di venerdì, con un 14.38 che valeva la seconda misura tra le promosse alle spalle del 14.44 della russa Kutyakova, mette presto le cose in chiaro. Prima piazza un 14.17 d’assaggio, poi al secondo tentativo, ecco il piccolo-grande capolavoro. Il lavoro dei mesi scorsi, finalmente senza intoppi, paga: la rincorsa è veloce come mai in passato, lo stacco deciso, i tre salti - hop, step, jump - puliti quanto basta, anche se ancora migliorabili. Risultato? Un 14.60 che stupisce, ma solo fino a un certo punto. Perchè Simona e chi la segue da vicino, dal suo allenatore Michele Basile in giù, ben sapevano che la condizione era adeguata all’appuntamento. E infatti: ecco ancora un 14.49 e, dopo un nullo, la replica, con un nuovo, clamoroso 14.60. Sono quattro centimetri in più della misura che in Spagna le valse il secondo posto. Il nullo conclusivo non fa testo. La russa Zabara, alla terza prova, era arrivata a 14.45, la ceca Veldakova, alla seconda, era planata a 14.39. Saranno loro ad accompagnare la signorina La Mantia sul podio.

    la festa — Il Palais di Bercy, per un attimo, si trasforma in un angolo d’Italia. A tifare per Simona in tribuna, come già a Barcellona, ci sono i genitori, il fratello e il fidanzato. Tra i primi a complimentarsi l’amica di sempre, Chiara Rosa, un po’ delusa dal settimo posto nel peso di pochi minuti prima. E il 21enne Marco Fassinotti, sesto nella finale dell’alto col personale a 2. 29. Simona è raggiante e commossa: "La dedica è per me stessa, per tutti loro e per il mio allenatore, senza il quale non sarei qui" dice. I signori La Mantia sono uno spot per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia: lei è altoatesina di Brunico, lui siciliano di Palermo. Si sono conosciuti a Bologna frequentando l’Isef. "Da papà ho preso la testardaggine, da mamma la precisione e la puntualità - spiega Simona - è bello che a unire Nord e Sud sia stato lo sport e che questo successo arrivi a 12 giorni dalle celebrazioni tricolori".

    VAI ANTONIETTA — Il resto della giornata, illuminata dal 6.03 nell’asta del francese Renaud Lavillenie, in chiave azzurra regala anche il sesto posto di Marta Milani nei 400 (53"23). Stefano La Rosa e Daniele Meucci, nella finale dei 3000 (10° e 11°), non sono invece mai protagonisti. Emanuele Di Gregorio, bronzo a Torino 2009, centra la finale dei 60 con 6"62 e Mario Scapini è escluso da quella degli 800 per la miseria di 4/100. E domenica, insieme a Fabrizio Donato e a Daniele Greco nel triplo, oltre che alla 4x400 femminile, sarà la volta dell’attesissima Antonietta Di Martino. La cavese nella qualificazione dell’alto fa percorso netto fino all’1.94 della promozione. Scommettere su di lei è obbligatorio.
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    A Parigi l'azzurra vola a 2.01 e conquista l'oro nel salto in alto agli Europei indoor. Il 34enne centra l'argento con 17.73, migliorando di 13 centimetri il suo primato italiano: lo batte solo Tamgho con il record del mondo (17.92)

    PARIGI, 6 marzo 2011 - E’ un’Italia di saltatori. Agli Europei indoor, dopo l'oro di sabato di Simona La Mantia nel triplo, gli azzurri trionfano nell’alto con Antonietta Di Martino (alla super quota di 2.01) e in una gara di triplo a livelli straordinari - con tanto di doppio record del mondo di Teddy Tamgho a 17.92 - conquistano un meraviglioso argento con Fabrizio Donato, che vola fino a uno stratosferico 17.73, proprio primato italiano assoluto migliorato di 13 centimetri dopo undici anni.

    SUPER ANTO — In fondo è giusto così: è giusto che per chi ha sofferto tanto, il primo oro della carriera in una rassegna globale arrivi facilmente. Antonietta Di Martino, a 32 anni e dopo una carriera fatta di tante soddisfazioni, ma altrettanti guai fisici, è sul tetto d’Europa indoor. Archiviato il fantastico 2.04 del 9 febbraio a Banska Bystrica, in Slovacchia, proprio record italiano ritoccato di un centimetro, firma un altrettanto significativo 2.01 per vincere sotto il tetto del Palais di Bercy. Antonietta, in questo momento, complice l’assenza di alcune delle migliori interpreti della specialità, dalla croata Vlasic alla tedesca Friedrich, è l’indiscussa numero uno.

    LA GARA — Lo show si consuma in fretta. Le otto finaliste, nel pomeriggio parigino, restano in pedana un’oretta. Tutte superano 1.82, 1.87 e 1.92, ma l’1.96, per molte, diventa un ostacolo insormontabile. La russa Shkolina, che pareva essere l’avversaria più pericolosa, la francese Melfort, l’israeliana Frenkel, l’ucraina Okuneva e la bulgara Veneva si devono arrendere. Considerando il numero di errori, finiranno nell’ordine. Le medaglie sono già prenotate: insieme all’azzurra, infatti, restano in due. Una vecchia volpe, la spagnola Beitia, che ha commesso un nullo a 1.87 e che con 1.96 ha centrato lo stagionale e una sorpresa, la svedese Jungmark, che con la stessa misura ha firmato il personale. E’ tutto molto semplice: Antonietta è perfetta alla prima prova, le altre due si fermano lì, con la Beitia d’argento e la Jungmark di bronzo. La campana, pur con l’oro in tasca, non si scompone. Fa mettere l’asticella a 2.01 e al secondo tentativo va oltre. Poi chiede 2.03. Ma la gioia per il risultato ha il sopravvento. Importa poco. "Quel che conta - dice euforica - è che con testardaggine ho tenuto testa alla sfortuna e sono arrivata sin qui. E non è finita, perché a questo punto ho in mente altro... Con tanti ringraziamenti a mio marito Massimiliano che da due anni mi allena. Le assenze? La Friedrich, due anni fa, a Torino, vinse col mio stesso 2.01. Diciamo che, se stimolata, avrei potuto fare anche meglio".

    UOMO VOLANTE — Fabrizio Donato, di stimoli, in una gara eccezionale, ne ha sin troppi. Dopo il titolo di due anni fa è costretto ad abdicare, ma scende dal trono nel modo migliore. La sua serie, su una pedana evidentemente magica, spaventa: un nullo, un 17.70, un 15.50, un 17.73, un 17.49 e un altro nullo. Il laziale, a 34 anni e mezzo, non finisce di stupire. Il romeno Oprea al primo tentativo stampa un 17.62 che potrebbe mettere in cassaforte il risultato. Ma Tamgho e il finanziere non ci stanno. Il francese, alla seconda e alla quarta prova, aggiunge due volte un centimetro al suo fresco primato del mondo in sala. L’allievo di Roberto Pericoli, negli stessi turni, ne somma prima dieci e poi tredici al suo record italiano. Oprea resta di bronzo, Daniele Greco con 16.24 è ottavo. "Mi sento come un ragazzino - sorride Fabrizio - la mia è una vita normale, da marito, padre e atleta. Ma è una vita piena di soddisfazioni".

    QUARTI POSTI — La giornata italiana è da ricordare anche per due grandi quarti posti. Emanuele Di Gregorio, in una finale dei 60 vinta da Obikwelu (6"53) su Chambers e Lemeitre, chiude in un sontuoso 6"59 nonostante una contrattura alla coscia destra. La 4x400 femminile di Giulia Arcioni, Maria Enrica Spacca, Chiara Bazzoni e Marta Milani finisce alle spalle di Russia, Gran Bretagna e Francia, con tanto di record italiano: con 3’33"70 toglie 1"31 al limite centrato da Francesca Carbone, Carla Barbarino, Patrizia Spuri e Virna De Angeli a Gand 2000.
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    Atletica: al Golden Gala di Roma sfida sui 100 Bolt-Powell



    Per i due giamaicani sarà il debutto nella Diamond League, il circuito che vivrà all'Olimpico la sua terza tappa. Duello sui 200 e i 400 tra le statunitensi Sanya Richards e Allyson Felix, poi negli 800 il keniano Rudisha. La pattuglia italiana sarà guidata da Donato e dalla De Martino, medagliati ai recenti Europei indoor



    Un altro lampo per il «Compeed Golden Gala», la terza tappa della Samsung Diamond League 2011 che si svolgerà allo Stadio Olimpico di Roma il prossimo 26 maggio. Oltre alla presenza già annunciata dell'uomo più veloce del mondo, Usain Bolt, campione olimpico e mondiale (nonchè primatista iridato) di 100, 200 e 4x100 metri, ci sarà infatti anche quella del connazionale Asafa Powell, uno dei suoi rivali di maggior spessore ed ex primatista del mondo dei 100 metri.
    Il Comitato Organizzatore del Compeed Golden Gala ha convinto i due assi giamaicani ad affrontarsi sulla pista dell'Olimpico nella gara regina, i 100 metri, in quello che sarà, per entrambi, l'esordio in Diamond League nella stagione, oltre che la prima uscita in terra europea. Ma l'appuntamento romano, fedele alla tradizione, presenterà diverse altre sfide tra i più grandi protagonisti dell'atletica mondiale. La velocità al femminile, per cominciare, sarà il terreno di confronto per due stelle del calibro di Sanya Richards e Allyson Felix. Le statunitensi, rispettivamente campionessa del mondo dei 400 e dei 200 metri, tornano a correre una contro l'altro dopo un'intera stagione passata senza affrontarsi, a causa dello stop autoimpostosi dalla Richards (un anno sabbatico lontano dalle gare). A Roma si sfideranno nella stessa serata sia sui 200 che nei 400. L'altra star sarà il keniano David Rudisha, primatista del mondo degli 800 metri, che si è già espresso, in apertura di 2011, con tempi di rilievo mondiale (1'43«88 a Melbourne, il 3 marzo scorso). La pattuglia italiana sarà guidata da Fabrizio Donato e Antonietta di Martino, reduci dall'argento nel triplo e dall'oro nell'alto agli ultimi Europei indoor.
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    Nel Golden Gala di Roma il giamaicano torna alle gare dopo dieci mesi e vince in 9"91 battendo Powell. L'azzurro si impone nel mezzo giro di pista e dimostra di avere un futuro sulla distanza

    ROMA, 26 maggio 2011 - Non ha fatto il fenomeno, ma al ritorno alle gare dopo dieci mesi Usain Bolt non ha deluso le aspettative. Al Golden Gala di Roma il giamaicano, l'uomo più veloce del mondo, ha vinto in 9"91 precedendo il connazionale Asafa Powell. Bolt è partito al solito lento, poi ha fatto più fatica del solito nella fase lanciata riuscendo a scavalcare Powell (9"93) solo nei metri finali. Terzo posto in 10" netti per Christophe Lemaitre, l'uomo bianco più veloce del mondo.

    100 spettacolari — Il Cannibale Usain Bolt ha mostrato il suo volto umano. Era cotto, perché le "pierre", dette anche marchette commerciali, necessarie e dovute, gli avevano quasi svuotato il serbatoio nervoso. Infatti allo sparo dei 100 si è mosso con la rapidità di una bradipo, mentre Asafa Powell era stato perfetto nella messa in moto. Sapeva che doveva infilzare l'anima lunga dell'avversario all'inizio per costringerlo a disunirsi nella rincorsa. Tutto per lui è filato liscio fino ai 98 metri, dove il Cannibale l'ha superato in tromba con le ultime energie della riserva. Asafa è stato bravo, ma l'altro è un mostro nella capacità di gestire le situazioni più difficili. Il tempo, 9"91, con quell'umidità greve, che è scesa sull'Olimpico, è ottimo e dimostrano che Usain, quando sarà di nuovo al 100% affibbierà ancora due metri a tutti. Questi 100 che spettacolo!

    auto-critica di bolt — A fine gara Bolt era contento per la vittorie ma per niente soddisfatto di come ha gareggiato: "Una gara totalmente sbagliata. Ero nervoso, era la prima gara della stagione. Grazie a tutti, ho fatto tutto per questo pubblico che mi ha aiutato". Auto-critica anche da parte di Powell: "Sono stato troppo focalizzato su Usain, se avessi fatto la mia gara avrei vinto - ha detto Asafa Powell, connazionale di Bolt, giunto secondo a soli due centesimi -. Ho sprecato questa gara, è la gara in cui potevo vincere. Devo rimanere assolutamente concentrato, so cosa posso fare".

    grande howe — Andrew Howe fa impazzire il pubblico di Roma (47.732 spettatori) vincendo i 200 alla Mennea in 20"31. Sì, alla Mennea perché come Pietro Paolo fa fatica a tenere in curva la forza centrifuga e viaggia con i muscoli del viso contratti, non sciolti come insegnano i maestri dello sprint. Aveva una fifa blu addosso prima della partenza. Si è presentato in pista con i baffetti più lunghi dei capelli, anche davanti allo specchio aveva fatto confusione. Così il look è tamarro-chic. Ma nonostante la tensione aveva effettuato una partenza di prova buona, reattiva, anche se non sapeva come tenere il capo. Stava cercando di incassare la testa fra le spalle. Aveva il cuore fra i denti. Quando lo sparo della starter gli ha liberato il cervello, è stato meno brillante nei primi passi dell'avvio rispetto allo start abbozzato in precedenza, ma poi ha controllato l'affanno e ha stupito se stesso. E' emerso dal gruppo degli uomini veloci all'uscita sulla retta d'arrivo. Si è stupito. Ha roteato gli occhi sorpreso, perché nessuno gli stava a fianco. La sorpresa lo ha indurito un poco. Ha rischiato di diventare rigido come un baccalà, ma ha saputo gestire la difficoltà, perché ha un grande talento. Gli altri in pista non erano male, quindi il suo avvenire è roseo in questa specialità e ancora più roseo sui 400 se li sceglierà come prima opzione. Qualcuno era quasi deluso per il 20"31, mentre è un ottimo risultato nella notte umida e fresca. Un crono eccellente che non ci meraviglia. Andrew ha i piedi buoni e fibre muscolari di seta fina. Adesso bisogna solo evitare di mandarlo in avaria, quindi è necessario pensare subito alla programmazione della sua stagione. Non è solo Kinder Bueno, showman, è anche un grande atleta. L'unico in Italia che può arrivare fino alle prestazioni di Mennea.
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    ormai un tempo di 9:91 di Bolt viene considerato pessimo....che fenomeno!
     
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    Powell torna a volare nei 100 Primato stagionale in 9’’78



    Asafa Powell è tornato. A due mesi dai mondiali di atletica in Corea, lo sprinter giamaicano ha vinto i 100 metri al meeting di Losanna, gara del circuito Diamond League, facendo fermare il cronometro su 9’’78, migliore prestazione della stagione sulla distanza. Powell ha battuto il connazionale Frater, secondo in 9’’88, e il campione francese Lemaitre, ancora validissimo terzo in 9’’95, tempo che gli ha consentito di eguagliare il proprio primato nazionale.
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    Il giamaicano vince in 20"03, Lemaitre si ferma a 20"21. Nei 110 ostacoli Robles conquista al fotofinish il duello tra grandissimi con Oliver

    PARIGI, 8 luglio 2011 – Qualche linea di febbre nella giornata di ieri non ha impedito a Usain Bolt di vincere l’atteso 200 metri del meeting Ariva di Parigi, ottava tappa della Diamond League. L’uomo più veloce del mondo, che sulla distanza è primatista mondiale stagionale con 19”86, ha avuto la meglio nella sfida con l’idolo di casa Christophe Lemaitre sfruttando un’ottima partenza. Bolt ha subito staccato di 4-5 metri il campione europeo spuntando nettamente al comando nel rettilineo, ma nella seconda parte è apparso scarico a causa della febbriciattola di ieri e forse anche dell’estenuante attesa sui blocchi per un problema allo starter (la gara è partita con 13 minuti di ritardo). E mentre Lemaitre cercava un’improbabile rimonta, Bolt ha preferito tirare i remi in barca rallentando nel finale e andando a vincere in tutta tranquillità con 20”03, con un vento contro di -0.6 metri al secondo. Alle sue spalle il francese (20”21) con il giamaicano Darvis Patton terzo in 20”59.
    robles ci mette una spalla — La sfida stellare dei 110 ostacoli non ha deluso le attese. Dayron Robles e David Oliver, i migliori al mondo sugli ostacoli alti, non si affrontavano dal maggio dell’anno scorso, quando l’americano batté nettamente il cubano, intorpidito nella peggior stagione della sua carriera. Ma quest’anno le cose sono cambiate: Robles, campione olimpico e primatista del mondo, è tornato su livelli d’eccellenza e lo ha dimostrato a Parigi. I due hanno dato vita a un bellissimo testa a testa: davanti a tutti e allineati dal primo all’ultimo ostacolo, si sono buttati sul traguardo ed è stata necessaria l’analisi del fotofinish per assegnare la vittoria a Robles con 13”09, stesso tempo dell’americano ma con una spalla leggermente più avanti. Splendida anche la vittoria nei 3000 siepi del francese di origine algerina Mehledine Mekhissi Benabbad: il campione d’Europa ha fatto sfogare Kemboi e Kiplagat involandosi al giro di campana e chiudendo a braccia alzate in 8’02”09. Ottimo l’8.40 con il quale il panamense Irving Saladino, tornato ad altissimi livelli dopo anni in chiaro-scuro, ha vinto il lungo, scavalcando il britannico Chris Tomlinson (8.35, primato nazionale) al quinto tentativo.

    serata di primati — La serata di Parigi regala anche quattro primati mondiali stagionali, a partire da quello nel triplo dell’iridata Yargelis Savigne. Al quarto tentativo di una serie notevole, la cubana piazza 14.99 con vento pressoché nullo, migliorando di un centimetro il precedente record 2011 dell’ucraina Olga Saladukha, oggi seconda. Quarto posto per l’unica azzurra in gara a Parigi, Simona La Mantia (14.33). Primato stagionale anche nel giavellotto grazie alla tedesca Christina Obergföll, che al primo tentativo ha lanciato l’attrezzo a 68.01. La ceca Zuzana Hejnova si è superata nei 400 hs: 53”29 che rappresenta il record personale, primato nazionale ceco e miglior prestazione mondiale dell’anno, con 2 centesimi in meno di Lashinda Demus. Brava la Hejnova a superare nel finale l’iridata e olimpionica giamaicana Kaliese Spencer, mentre Melanie Walker (quinta) non è mai stata in gara. L’etiope Meseret Defar, olimpionica 2004 e iridata 2007, ha realizzato il miglior crono del 2011 nei 5000 metri: 14’29”52 in una gara tiratissima e con un ultimo giro impressionante.

    altre Gare — C’è gloria anche per la neozelandese Valerie Adams (20.78 nel peso), per Christopher Brown delle Bahamas nei 400 (44”94, con Jeremy Wariner deludente quarto), la sudafricana Caster Semenya negli 800 (2’00”18), il tedesco Robert Harting nel disco (67.32 al primo e unico lancio valido) e per il marocchino Amine Laalou nei 1500 (3’32”15). Nei 100 Kelly-Ann Baptiste (Trinidad) ha sorpreso le favorite giamaicane Campbell-Brown e Stewart vincendo in 10”91. Al francese Renaud Lavillenie, basta un salto a 5.63 per fare sua la gara dell’asta, poi sale fino a 5.73. Nell’alto successo a pari merito per il ceco Jaroslav Baba e il russo Aleksey Dmytrik (2.32).
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    Esordio in scioltezza del giamaicano che si qualifica in 10"10. Avanti la Milani nei 400 (51"94), Vizzoni si qualifica con un lancio a 76,74 m. Ride il Kenya: sue tutte le 6 medaglie di giornata

    Impressionante esordio di Usain Bolt nella batteria dei 100 (domani alle nostre 13.45 la finale): passeggia in 10"10, mostrando una grandissima superiorià rispetto agli avversari. Impressionante la facilità di corsa del fenomeno giamaicano che a metà gara era già in fase di rilassamento. Alle sue spalle in batteria l'inglese Dwain Chambers con il tempo di 10"28 e lo spagnolo Àngel David Rodrìguez (10"37), tutti qualificati per le semifinali di domani. Bolt, 25 anni, cerca bissare i titoli iridati dei 100, 200 e 4x100 di due anni fa a Berlino. Nella capitale tedesca, il giamaicano ha frantumato il record del mondo nei 100, con 9"58 e nei 200 (19"19). "Sì, è stata un'ottima prova", ha ammesso Bolt ai microfoni di RaiSport. E pazienza che non ci sia il suo rivale più accreditato, il connazionale Asafa Powell: "Degli avversari non mi manca nessuno, mi concentro solo sui sette che ho accanto in gara". Dietro di lui come secondo miglior tempo, anch'egli vincitore di batteria, il giovane connazionale Yohan Blake a due decimi. Dietro Bolt e Blake il terzo miglior tempo è stato quello dell'atleta di Saint Kitts Kim Collins con 10"13, seguito dal campione europeo in carica Christophe Lemaitre con 10"14, tutti vincitori di batteria. In ombra è parso Justin Gatlin finito con l'undicesimo tempo a 10"31.
    SOLO KENYA — Sei le medaglie assegnate nella prima giornata, sei quelle conquistate dalle atlete keniane tra 10.000 e maratona. Dopo la tripletta nella maratona donne, il Kenya fa addirittura meglio nei 10.000 femminili: con 4 atlete nei primi quattro posti. La gara è stata vinta da Vivian Cheruiyot, che ha coperto la distanza in 30'48"98, precedendo nell'ordine Sally Kipyego (argento, con il tempo di 30'50"04") e Linet Masai (campionessa uscente, bronzo, con il tempo di 30'53"59). Quarta, Priscah Cherono davanti alla vicecampionessa uscente, l'etiope Meselech Melkamu.
    AZZURRI — Avvio positivo per l'Italia dell'atetica ai 13esimi Campionati del Mondo di Daegu, in Corea del Sud. Missione compiuta, infatti, per entrambi gli azzurri in gara nella prima giornata: la quattrocentista Marta Milani ottiene il passaggio diretto in semifinale (domani ore 11.55) conquistando il quarto posto in batteria con 51"94, a soli 7 centesimi dal primato personale; nel martello, il vicecampione europeo Nicola Vizzoni, all'ottavo Mondiale in carriera, lancia 76,74 e stacca il biglietto per la finalissima di lunedì prossimo. "Non mi sembrava di correre così forte - commenta la Milani a fine gara -, ma sapevo bene che le altre erano più veloci. Con una come Allyson Felix davanti non dovevo fare altro che provare a inseguirla. Quando gareggio in un contesto importante trovo sempre gli stimoli giusti e tiro fuori il meglio di me. Ci tenevo molto a fare bene anche perché ero la prima italiana in gara a Daegu. Spero che questo risultato possa essere di buon auspicio per tutta la squadra. Qui sono anche per dare il mio contributo alla 4x400. In questi giorni al villaggio degli atleti condivido l'appartamento con tutto il gruppo della 4x400. Siamo sei ragazze e stiamo sempre insieme dalla mattina alla sera, sembra quasi la casa del Grande Fratello! Scherzi a parte, è una condivisione che ci dà grande forza e supporto reciproco". La più veloce nel riepilogo dei crono è la quattrocentista del Botswana Amantle Montsho, quest'anno già grande protagonista in Diamond League, che corre in 50"95, mentre nell'ultima batteria la campionessa di Berlino 2009, Sanya Richards-Ross, si aggiudica la vittoria con un 51"37 in rimonta, ma senza particolari sforzi.

    Con 76,74 m, Nicola Vizzoni si è qualificato per la finale del lancio del martello: il 37enne toscano, all'8° mondiale, ha ottenuto la misura che gli è valsa il quarto posto nel Gruppo B di qualificazione al terzo e ultimo tentativo; in precedenza aveva scagliato l'attrezzo a 75,41 e 76,30. " Il primo obiettivo - le parole del capitano azzurro nel post gara - era la finale e ci sono riuscito. Ora bisogna pensare a recuperare e concentrarsi solo su questo. Sono all'ottavo Mondiale della mia carriera, ma la voglia di lottare non mi è mai passata, specie se indosso la maglia azzurra. Siamo tutti qui per bene e far vedere quello che sappiamo fare, senza lasciare nulla di intentato sul campo".
    SCHWAZER NELLA NOTTE — Alle 2 di questa notte Alex Schwazer, nel 2010 record italiano e argento europeo su questa distanza, e Giorgio Rubino saranno in gara nella 20 km di marcia che aprirà il programma domenicale. Alle 2.30 - nello stesso gruppo della primatista mondiale ed oro olimpico in carica Yelena Isinbayeva - tenterà la scalata ai 4,60 della qualificazione (identica misura del suo record italiano assoluto) l'astista Anna Giordano Bruno. Sarà, quindi, la volta del tricolore dei 110 hs Emanuele Abate, reduce dal quinto posto all'Universiade di Shenzhen (Cina). Nella sua batteria il campione olimpico e primatista del mondo Dayron Robles. Passano il turno i primi tre di ogni batteria e i primi quattro tempi di recupero. Nel getto del peso obiettivo qualificazione, alle 3.20, anche per Chiara Rosa. La misura che assicura la finale è 18.65, limite non lontano dallo stagionale dell'azzurra (18.59 in giugno a Firenze) e, comunque, inferiore al 19.15 del suo record italiano. Ore 11.55, dopo il bel 51"94 della batteria, Marta Milani cercherà ulteriori progressi nella semifinale dei 400 metri. Alle 12.30, quindi, il bronzo europeo di Barcellona, Daniele Meucci disputerà la finalissima dei 10.000, a luglio è arrivato a migliorarsi a 27'44"50. Sei in tutto i titoli iridati che si assegnano domani. Oltre a quelle già citate di 20 km e 10.000 maschili, ci si giocheranno le medaglie del decathlon, del lungo e del disco femminile e, soprattutto, dei 100 maschili (ore 13.45).
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    Clamoroso Bolt: falsa partenza nei 100!
    Ne approfitta il connazionale Blake



    Il primatista del mondo commette una clamorosa ingenuità ed è squalificato nella finale dei 100. Vittoria per Yohan Blake davanti a Walter Dix e al vecchio Kim Collins

    Falsa partenza di Usain Bolt. Il Mondiale del campione di tutto e primatista mondiale dei 100 e 200 finisce nella maniera più sorprendente. Dopo aver dominato la semifinale in mattinata, il giamaicano ha commesso un errore ingenuo ed è partito prima dello start. Inevitabile l'espulsione. La Giamaica fa festa comunque con Yohan Blake, primo in 9"92 davanti a Walter Dix e Kim Collins.

    disastro bolt — Era il più atteso, come sempre. La batteria di ieri e la semifinale di questa mattina, corsa in 10"05 con un metro di vento contro e smettendo di correre negli ultimi quaranta metri, avevano fatto sperare in un'altra, ennesima, impressionante prestazione di Usain Bolt nell'attesissima finale. Il giamaicano non ha risparmiato il solito show: sui blocchi di partenza ha fatto il burlone come al solito, scherzando con il pubblico e con le telecamere, sicurissimo dei propri mezzi. Ma questa volta qualcosa è andato storto. Forse la troppa sicurezza, forse la mancanza di concentrazione. Fatto sta che Bolt ha anticipato lo sparo, alzandosi dai blocchi nettamente prima degli altri. Bolt si è accorto subito di averla fatta grossa: si è fermato, si è coperto la testa con la maglietta come se si vergognasse, poi se l'è tolta e si è diretto fuori dalla pista. Come Lindord Christie nel 1996, quando fu squalificato per falsa partenza nella finale dei Giochi di Atlanta 1996. Ma allora per essere sbattuti fuori erano necessari due errori. Oggi, con il nuovo regolamento, al primo si è eliminati. Sgomento nello stadio e anche fra gli avversari. Ma lo show doveva proseguire e allora ci ha pensato Yohan Blake a riportare il sorriso sul volto dei giamaicani. Il giovane connazionale di Bolt ha vinto 9"92: non è partito benissimo ma ha rimontato nella seconda metà precedendo l'americano Walter Dix (10"08) e Kim Collins (10"09), crollato nel finale. Quarto posto per Christophe Lemaitre in 10"19. Straordinaria la prova di Collins:, l'atleta di Saint Kitts e Nevis capace di tornare sul podio a 35 anni suonati, sei anni dopo il bronzo di Helsinki e a otto anni dal successo iridato di Parigi 2003. Ma il Mondiale di Bolt non finisce qui: ci sono i 200 metri, che con le batterie nella notte fra giovedì e venerdì. E c'è la staffetta. Se ritrova la concentrazione, Bolt ha la possibilità di tornare a casa con due medaglie d'oro salvando la figuraccia di oggi.

    volatissima nei 10.000 — Splendida la gara dei 10.000 metri, vinta dall'etiope Ibrahim Jeilan in 27'13"81 davanti al britannico Mo Farah. Ha deluso l'uomo più atteso, Kenenisa Bekele: l'etiope, tre volte campione del mondo sulla distanza, tornava alle gare dopo una lunga serie di infortuni, ma dopo essere rimasto nel gruppetto di testa fino a metà gara si è ritirato, stroncato da un ritmo non impossibile ma difficile da sostenere per un atleta che, seppur immenso, non gareggia da due anni. Ma anche senza Bekele la gara ha regalato spettacolo, soprattutto nel finale, quando il campione europeo Mo Farah ha cambiato ritmo improvvisamente scatenandosi nel suo proverbiale ultimo giro. Di solito nessuno gli resiste, ma oggi un atleta aveva più birra in corpo di lui: Ibrahim Jeilan. Il 22enne etiope, che non vanta grandi successi internazionali, sembrava tagliato fuori, ma ai 150 finali è riuscito a riportarsi sotto superando Farah negli ultimi venti metri. Medaglia di bronzo per un altro etiope, Imane Merga. Dodicesimo posto per Daniele Meucci in 28'50"28.

    folle kaki — Follia di Abubaker Kaki nella prima semifinale degli 800: il sudanese, fra i pochi in grado di impensierire David Rudisha, parte a razzo per dare un'inutile dimostrazione di forza, ma dopo due giri in testa crolla nel rettilineo e si fa infilare dall'etiope Mohammed Aman (1'44"58) e dal polacco Marcin Lewandowski. In finale vanno i primi due, ma Kaki viene ripescato perché ha il miglior crono fra gli esclusi. Nelle altre due semifinali successi facili per lo statunitense Nick Symmonds (1'45"73, alla pari con il russo Yuri Borzakowski) e David Rudisha, che senza faticare troppo realizza il miglior tempo (1'44"21). Niente da fare per Marta Milani: la missione dell'azzurra era impossibile nella semifinale dei 400 metri, vinta dalla statunitense Francena McCorory in 50"24 davanti a Shericka Williams, con Sanya Richards-Ross che si è fatta infilare in rettilineo e ha chiuso solo terza (ripescata per la finale). La 24enne di Treviglio, quinta in 51"86, si consola con il primato personale. Nelle altre semifinali successi per Allyson Felix (50"36) e Amantle Montsho (50"13).

    reese d'oro — Dopo l'oro di Berlino 2009, Brittney Reese si ripete e vince il secondo titolo iridato nel lungo: 6.82 la misura dell'americana, misura modesta e ottenuta nell'unico salto valido, il primo, ma sufficiente per battere la russa Olga Kucherenko (6.77) e la lettone Ineta Radevica (6.76), che all'ultimo tentativo ha strappato il bronzo alla Mironchyk-Ivanova. La cinese Yanfeng Li ha vinto l'oro nel disco con 66.52, davanti alla tedesca Nadine Muller e alla cubana Yarelis Barrios. Nel decathlon, il campione del mondo Trey Hardee ha conservato il titolo: lo statunitense, che in mattinata aveva rafforzato la propria leadership con il personale nel giavellotto (68.99) ha chiuso solo 14° la prova finale sui 1500, ma è riuscito a conservare il primo posto con 8607 punti. Dietro di lui il connazionale Ashton Eaton con 8505 punti, solo 4 in più del cubano Leonel Suarez, terzo.
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