Gossip Sportivi

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    Boniperti aveva le chiappe chiacchierate e fu soprannominato Marisa

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    Schwoch ha venduto rolex falsi a Ferrante

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    Tennis. Pennetta-Fognini, è amore: una foto conferma la love story
    Quanti scatti a Indian Wells: dall'abbraccio dopo il successo allo scatto intimo in camera. E la rete impazzisce per la brindisina: i complimenti dei campioni, da Nadal alla Azarenka

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    Ibrahimovic, 11,8 milioni per una chiesa nel centro di Stoccolma: sarà casa sua

    Zlatan ha acquistato l'edificio da una holding di proprietà della madre: diventerà la sua dimora quando smetterà di giocare

    27 ottobre 2015 - Milano
    Una casa a Stoccolma ce l'aveva già, ma Zlatan Ibrahimovic ne voleva una in pieno centro, dove andare a vivere una volta che avrà smesso di giocare. Così ha fatto l'ennesimo investimento immobiliare, sfruttando anche i capitali guadagnati con la vendita della villa di Malmoe, la sua città natale: 110 milioni di corone, pari a 11,8 milioni di euro, per una vecchia chiesa.

    la casa — L'edificio si trova a Storgatan 26, nella zona di Östermalm: in realtà appartiene a Ibra già dal 2012, l'anno in cui fu acquistato della Pestolla, holding di proprietà della madre di Zlatan. Ora, però, è stato lo stesso giocatore a intestarsi l'edificio dove i lavori sono cominciati già nel 2013 e hanno ricevuto diverse interruzioni per problemi burocratici dovuti anche alle lamentele dei vicini. Secondo quanto riportato dalla rivista Fastighetsvärlden, la costruzione della chiesa risale agli anni tra il 1896 e il 1900 e ha subito un paio di ristrutturazioni, l'ultima nel 1944. Attualmente ha una superficie di 244 metri quadrati, che potranno arrivare a 900 secondo il progetto attuale di una townhouse a quattro piani.
     
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    Madre, donna, lesbica. What else?

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    Culla Bianconera

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    e dove poteta prendere casa Ibra? :hihi:
     
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    beh, visto che si considera una divinità...:hihi:
     
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    Deus ex machina
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    AUGUSTA TAURINORUM

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    Nuoto, un padre ritrovato è il Natale speciale di Carlotta Zofkova

    La dorsista azzurra ritrova tramite internet il papà: è un conte francese. Che l'ha riconosciuta e fatta diventare contessa. "Ha iniziato lui le pratiche. Pensava che fossi arrabbiata con lui, ma mi interessa solo il futuro. E' venuto a trovarmi a Verona e ora vorrebbe stare sempre vicino a me"

    27 DICEMBRE 2015 - MILANO
    Quando chiedevi a Carlotta Zofkova di raccontarsi, lei rispondeva sempre con ironia triste: "Ho una storia complicata...". Mamma di Praga, papà sconosciuto. E complicata s’è trasformata la ricerca di quel genitore sparito. Mai visto. Risposte irricevibili, anzi il silenzio. Un cuore in tumulto, da 22 anni: tanto ha atteso una delle migliori dorsiste azzurre per trovarlo. Fino a questo fine anno: Carlotta ha trovato il papà, che l’ha riconosciuta nel comune di Lugo di Romagna. Il padre è un nobile di Biarritz, il conte Jean Costa de Saint Genix de Beauregard: che a 70 anni, ha redento il suo cuore e reso felice l’azzurra emersa nel nuoto attraverso un percorso pieno di cambi (dorsista dal 2009 dopo aver provato, rana, misti e delfino).

    RICERCA — Una ricerca accelerata negli ultimi 2 anni: Carlotta deve al fratello Stefano, pallanuotista che la portò la prima volta in piscina, l’idea del primo "aggancio", grazie a Facebook. "Stefano diventò amico di Charles Amédée, che vive a Parigi dove si occupa di pietre preziose, dicendogli di avere una sorella che stava cercando un contatto per conoscere suo padre. Io non sapevo nulla, lui gli risponde, contento di potermi aiutare e convinto dalla somiglianza. Mi dice però di contattare sua sorella, Elisabeth che vive a Los Angeles, ha 40 anni e fa l’attrice di cinema. Anche in questo caso, la somiglianza è stata importante per ottenere una risposta". Carlotta per tanti anni era andata con mamma Alena in vacanza in Bretagna, a Dinard, dove i due si erano conosciuti, nel tentativo di "localizzarlo" magari in mongolfiera, mezzo col quale trasportava turisti. Ma senza ottenere riscontri: perché papà, viveva ormai a Biarritz. Internet è stata la svolta decisiva. "Ci sentivamo con Elisabeth, parlavamo di tante cose ma non volevo essere troppo invadente e parlare di papà, non volevo prendere io l’iniziativa: intanto avevo scoperto di avere un altro fratello e sorella. Poi un giorno mi sono decisa a scrivergli su Facebook 'Ciao sono Carlotta, sono tua figlia, questa è la mia foto'. Ma lui non ha risposto, non era mai connesso, forse perché continuava a fare il giramondo per lavoro". L’asse Parigi-Los Angeles è stato decisivo: "Papà, non puoi dire che non è tua figlia" pressavano Charles ed Elisabeth.

    CONTATTO — Il primo contatto ufficiale tra Carlotta e il papà risale a gennaio scorso: "Mi scrive, mi fa domande e io gli racconto la mia vita, lui mi conferma che continua a ad andare in mongolfiera è che è un nobile. Finalmente mi dà la sua email: durante i campionati primaverili, ha cominciato a scrivermi con più insistenza, poi tutti i giorni. Io avevo la testa confusa, stava succedendo tutto troppo frettolosamente. Prima dei 18 anni volevo provare il riconoscimento legale, attraverso il Dna, ma sentimentalmente sarebbe stato brutto fare tutto per vie burocratiche". Carlotta scoprirà che le vie del riconoscimento le aveva avviate silenziosamente proprio papà: "Me lo aveva tenuto nascosto a maggio, senza chiedermi nulla. Verso il 20 giugno me lo dice e io quasi non ci credevo, sono scoppiata a piangere. Ancora oggi fatico a credere nel suo gesto, anche la mamma era contentissima, è stata bravissima a gestire queste situazioni". Non era ancora maturato il tempo per l’incontro: "Lui non si aspettava la mia reazione, pensava fossi arrabbiata per tutti questi anni: ha apprezzato il mio comportamento, le mie risposte, il fatto che non volessi parlare del passato. Ma io volevo soltanto pensare al futuro, anche se le sofferenze del passato non si dimenticano. Sì, l’ho perdonato e sono felicissima di averlo conosciuto". In che modo? "Voleva che andassi a Biarritz, ma è venuto lui il 18 ottobre a Verona: doveva rimanere una settimana ed è rimasto 14 giorni. Ho scoperto di avere un padre incredibile, un conte di 70 anni ma dalla vitalità di un giovanissimo, che ha preso l’hotel vicino casa. L’ho conquistato con la mia sensibilità, non l’ho tormentato. E lui ha cominciato a parlami tanto, di tutto, mi portava la colazione a casa, mi accompagnava agli allenamenti dove ha parlato con il mio tecnico Tomas, e tante volte al ristorante: con tutti gli allenamenti quasi non riuscivo a riposare, ho preso anche 3 kg, ma ero talmente contenta che non sentivo la stanchezza e ora vado più veloce. Papà mi ha portato a Venezia dove non ero mai stata". Ora è tornato in Francia, Carlotta l’8 gennaio andrà a Tenerife con la nazionale, alla vigilia di Natale ha tolto il dente del giudizio ma non sta nella pelle: "E papà continua a mandarmi pacchi, fiori, lettere scritte a mano, gli ho detto che a Verona c’era freddo e mi ha mandato i calzettoni e un termometro. Vorrebbe comprare una casa a Verona ma io non so il mio futuro. Mi dà molta carica e stiamo ricomponendo insieme il puzzle della nostra vita: lui si è risposato. In totale ora ho 5 tra fratelli e sorelle. E lui ha fatto un gesto che non mi sarei mai aspettata: mi ha fatto diventare contessa iscrivendomi nell’albo degli aristocratici francesi. Ho dovuto cambiare tutti i documenti. Da settembre sono Carlotta Zofkova, Costa de Saint Genix de Beauregard". E’ arrivata terza nei 100 dorso e seconda nei 200 dorso ai tricolori invernali a Riccione per la prima volta con quel cognome nobile. Ma ha vinto la sfida dell’amore (paterno).
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    Castrogiovanni dice no alla convocazione del club: problemi familiari. Ma faceva festa a Las Vegas con Ibrahimovic e il Psg

    Il pilone della nazionale italiana non ha partecipato alla storica semifinale di Champions Cup perché aveva detto al suo club di dover volare in Argentina per problemi personali. Ma in rete sono apparse fotografie che lo ritrevano in una festa con i campioni di Francia. La squadra lo ha sospeso


    Alla società aveva detto di dover volare in Argentina per problemi famigliari, saltando una storica semifinale di Champions Cup. In realtà era in un hotel di Las Vegas, assieme a Zlatan Ibrahimovic e altri giocatori del PSG, per festeggiare la vittoria del campionato e della finale di Coppa di Lega contro il Lilla. Così Martin Castrogiovanni, pilone della Nazionale italiana di rugby, è ora nei guai. Perché il suo club, il Racing Métro 92 di Parigi, lo ha sospeso.

    Le foto postate sui social – e apparse anche sul profilo Instagram di Zlatan Ibrahimovic – sono inequivocabili. Mentre sabato i rugbisti del Racing giocavano (e vincevano) a Nottingham per la semifinale contro il Leicester, dove ha tra l’altro giocato per sette anni, l’azzurro se la spassava in piscina con i calciatori del Paris Saint Germain. Il quotidiano L’Equipe lo ha “pizzicato” tra gli scatti finiti in rete (guarda le foto): barba folta, occhiali da sole, torso nudo e inequivocabile tatuaggio sulla spalla sinistra, è proprio lui accanto a Ibrahimovic. Il Racing non l’ha ovviamente presa bene e ha deciso di sospenderlo in via precauzionale, in attesa che un’inchiesta interna chiarisca l’accaduto.
    Il 34enne originario di Paranà, 118 presenze in Nazionale, come riporta il sito del giornale francese, è un grande amico di molti giocatori del PSG, tra i quali l’italiano Marco Verratti. E con loro va spesso a cena nel ristorante Volver. Questa volta, però, il legame rischia di costargli caro perché l’appuntamento del Racing era davvero storico. Castrogiovanni è tra i giocatori stranieri più popolari in Francia, dove ha giocato nel a Tolone, dopo aver vinto quattro Premiership inglesi vinte con il Leicester. Tanti i successi anche con il club d’Oltralpe con cui ha conquistato una Top14, il campionato transalpino di rugby, e due edizioni della Heineken Cup. Poi il passaggio al Racing, prestazioni altalenanti e una storia che rischia di naufragare. “In seguito alla pubblicazione delle immagini che mostrano Martin Castrogiovanni in un hotel di Las Vegas, il Racing 92 ha deciso di sospendere il giocatore in via precauzionale e di avviare un procedimento legale”, si legge nel comunicato pubblico sul sito del storica società parigina.
     
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    AUGUSTA TAURINORUM

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    Adam Johnson ancora nei guai: rissa in carcere

    Secondo quanto riportato dal Daily Mail, l'ex calciatore sarebbe stato vittima di un'aggressione nelle docce del penitenziario di Doncaster, per essersi rifiutato di togliere i capelli dal tappo

    01 MAGGIO 2016 - MILANO
    Ancora guai per l'ex giocatore di Sunderland e Manchester City Adam Johnson, condannato, lo scorso 24 marzo, a sei anni di carcere per avere intrattenuto rapporti sessuali con una 15enne. Secondo quanto riportato dal Daily Mail, l'ex calciatore sarebbe stato vittima di un'aggressione nelle docce del carcere di Doncaster, per essersi rifiutato di togliere i capelli dal tappo. "F... off - avrebbe risposto Johnson alla richiesta di un altro detenuto -. Lo sai chi sono io?". A quel punto, secondo quanto riferito da un testimone, un altro detenuto avrebbe detto nuovamente all'ex giocatore di pulire la doccia, ricevendo, in cambio, un altro insulto. Così, si sarebbe scatenata la rissa, nella quale Johnson, pur avendo ricevuto un pugno in faccia, sarebbe riuscito a difendersi.
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39 replies since 20/2/2012, 08:05   295 views
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