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No...quell'album è atroce. -
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Markus, benvenuto su Truemetal.it. My God-Given Right è uno dei migliori album della discografia Helloween e porta anche un titolo brillante perché, sebbene incompleto, allo stesso tempo riesce a essere chiaro. Potresti raccontarmi qualcosa in merito alla scelta di questo titolo e se vi sia un collegamento con le canzoni?
Alla fine scorso tour siamo tornati a comporre scambiandoci le nostre idee via email e una volta, quando, ci siamo trovati assieme, abbiamo notato che la canzone intitolata “My God-Given Right” sarebbe stata perfetta per rappresentare il mood del resto dei brani. Non è certamente un concept, ma in qualche modo quel titolo ben si lega con la musica del nostro nuovo disco e rimanda a questioni che ci riguardano da vicino.
In questo senso se ti chiedessi di completare l’espressione “My God-Given right” …
Credo che le persone debbano completare l’espressione ognuno a suo modo e farsi un’idea di ciò che ritengono sia giusto fare con la libertà di agire. Se dovessi parlare della mia esperienza personale sono rimasto colpito che alcune libertà, date per scontate nel nostro Paese, da altre parti non lo sono, la possibilità stessa di fare musica non sempre è un diritto altrove. Così “God-Given Right” ha un doppio significato che include anche il suo opposto.
In fondo l’opposto è ben rappresentato dalle zucche bellicose che conquistano l’America, sottomettendo la statua della libertà, in uno stile che ricorda Tim Burton. Ci puoi raccontare qualcosa di più in merito alla vostra bellissima copertina?
[Ride, n.d.a.] Non abbiamo avuto dubbi su quale immagine scegliere, infatti quella statua è ben conosciuta e famosa in tutto il mondo. Le immagini, i colori sono in contrapposizione con quelli di tonalità più accese degli altri album, volevamo qualcosa che si differenziasse dal resto della discografia e allo stesso tempo il nuovo stile però ben si adattava al titolo, ma anche a quel doppio significato di cui abbiamo parlato.
Il vostro ultimo album è un parziale ritorno alle vostre sonorità degli anni Ottanta e primi Novanta senza perdere però quella varietà di elementi che caratterizzano gli ultimi lavori. Come descriveresti il processo compositivo che vi ha portato a ottenere questa nuova miscela? Vi sono canzoni che hanno definito più di altre la vostra musica?
C’è una melodia che non sai bene da dove viene. È come se gravitasse in aria, quindi l’ispirazione per un brano può arrivarti mentre sei al cinema, in aereo o in bagno [ride, n.d.a.]. Tutto parte da una melodia per finire con un gruppo di canzoni e si tratta, quindi, di cercare di intravedere il quadro che si va completando, in modo da poter immaginare cosa potrebbe funzionare, ad esempio a livello di suoni. Alla fine del processo compositivo ci siamo trovati con tante canzoni e con una buona varietà di stili che sono dovuti al fatto di avere ben quattro persone in grado di creare musica.
Ho avuto modo di ascoltare l’edizione standard di “My God-Given Right” dove abbiamo una sola ballad su tredici tracce. Tuttavia nell’edizione Earbook, vi sono anche tre bonus track, ma tra queste vi è un altro lento? Vi sono altri brani che avete escluso dalle registrazioni per essere utilizzate in futuro?
In realtà vi è una solo ballad per My God-Given Right in qualsiasi formato esistente. Speriamo davvero che possa piacere ai nostri fan. Stavolta è andata così. Sono cambiate le cose ed è necessario a volte fare più brani che in passato. Una volta magari facevi una bonus per il Giappone ed eri limitato nel numero di canzoni perché sul vinile più di otto o nove canzoni non ci stavano. Oggi devi comporre più brani con il rischio magari che si deteriori il livello qualitativo (cosa che di certo vogliamo evitare), ma è una necessità. Il mercato è più complicato…
Siamo nell’era di Spotify e non solo…
Già. Oggi devi lavorare di più per ottenere meno… [ride, n.d.a.] e per rispondere alla tua seconda domanda ti confermo che abbiamo usato tutti i brani a nostra disposizione. Sono abbastanza, non credi? [ride, n.d.a.]
Come consideri la scena metal odierna? Non pensi che in fondo molti muri siano crollati anche grazie agli album degli Helloween che hanno una certa propensione a creare melodie orecchiabili e, allo stesso tempo, riescono a prendersi gioco di immagini oscure?
Da un lato ci sono alcune band provenienti dal nord Europa che tendono a prendersi sul serio, ma hanno i loro fan e va bene così; poi ci sono gli Helloween che pensano che la vita sia fin troppo seria di suo, per prenderla seriamente anche quando fai musica. Ciò che prendiamo seriamente, invece, è tutto ciò che riguarda il processo creativo e di produzione del disco. Vogliamo mostrare al pubblico il meglio di noi stessi, non qualcosa di diverso…
In passato avete avuto qualche problema, dovuto anche alla vostra varietà musicale…
È successo già dopo Walls of Jericho [primo disco pubblicato dagli Helloween nel 1985, n.d.a.]: molte persone si lamentarono perché facevamo qualcosa di molto diverso, più scherzoso e vario rispetto all’esordio. Però le cose poi sono andate a posto, perché in fondo nel tempo abbiamo trovato il nostro stile che rende i brani da subito riconoscibili e targati Helloween.
Penso che Andi Deris riesca da sempre, con grande bravura, ad adattarsi a brani tipicamente metal che richiedono un cantato più energico e a fare sue cose che in fondo scherzano con generi più leggeri. Concordi? Che ruolo ha Deris nella band?
È bello poter lavorare con Andi, perché, oltre che essere un ottimo compositore, riesce a trasformare brani che potrebbero essere pop in un metal che si adatta perfettamente allo stile della band.
Abbiamo parlato di altra musica. Quali band o generi ascolti non sono prettamente metal?
Ascolto un po’ di blues, punk e rock. Mi piace un chitarrista blues come Jimmy Burns che ha anche una grande voce.
Penso che sia importante avere influenze molto diverse da ciò che si suona e ipotizzo anche che tanti grandi album metal siano la risultante di queste mescolanze.
[Ride, n.d.a.] Già. Poi è davvero poco importante, talvolta, come definisci una cosa. Ascolto dei brani dei Rainbow che non sono metal, ma in realtà sono davvero bellissimi esempi di rock. Così mi piacciono anche Aerosmith, Who oppure Black Star Riders. Spesso ascolto anche Chuck Berry o Billy Idol… c’è davvero tanta musica non metal composta di grande valore. Il mio cuore batte per il metal, qualcosa che sento di voler suonare dal vivo, ma la mia passione per la musica non si ferma a quello.
Quindi mi piacerebbe sapere se gli Helloween hanno la possibilità in Germania di esibirsi in tv o in spazi che non siano propriamente metal?
Non ci invitano nelle televisioni tedesche, a differenza di quanto succede a volte in Giappone ad esempio. Non è così importante, se non ci vogliono …fuck off... non ne abbiamo bisogno. Abbiamo i nostri fan che ci danno la possibilità di fare tour attorno al mondo e siamo soddisfatti così.
La prossima domanda riguarda i vostri prossimi impegni. Avete intenzione di fare un tour di supporto a “My God-Given Right”? Quando passerete in Italia?
A breve faremo le prove per la nuova setlist in preparazione dei festival estivi. Abbiamo diverse date, tra le tante, suoneremo all’Out & Loud, al Rock Festival Barcelona e all’Alpen Flair [a Natz, poco distante da Bressanone, n.d.a.]… se sei da quelli parti ci troviamo per farci una birra! [ride, n.d.a.]. In ogni caso il tour di supporto al nuovo album partirà nel 2016, anche se dobbiamo ancora definire il calendario e dove ci esibiremo.. -
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HELLOWEEN: tour di reunion con Kai Hansen e Michael Kiske!
Gli HELLOWEEN hanno finalmente annunciato la tanto attesa reunion con i membri storici Kai Hansen (chitarra e voce – GAMMA RAY, UNISONIC) e Michael Kiske (voce – AVANTASIA, UNISONIC) per il Pumpkins United World Tour che li vedrà esibirsi assieme alla attuale formazione della band, composta da Andi Deris, Michael Weikath, Markus Grosskopf, Sacha Gerstner e Dani Loble. Assieme eseguiranno sia i classici dei primi album cantati da Hansen o Kiske, sia i migliori brani del periodo successivo con alla voce Deris. Previste anche delle parti in duetto tra Kiske e Deris.Il tour partirà il 28 ottobre 2017 a San Paolo Brasile e toccherà poi Europa, Asia e Stati Uniti. Le date verranno rese note prossimamente.
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† ruki's angel †.
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Albano Carrisi uno di noi
C’era una volta Michael Jackson che copiava Al Bano. Quest’ultimo gli fa causa, la perde (anche se le canzoni sono effettivamente identiche) ma a Jackson la cosa porta un po’ sfiga perchè prima viene accusato di pedofilia e poi muore. È un mondo difficile. Ma ora, grazie alla segnalazione di Giovanna, nostra affezionata lettrice, possiamo aggiungere un altro tassello alla vicenda. La fantastica canzoncina portata a Sanremo dal nostro cantante italiano preferito, Amanda è libera, pare infatti essere molto simile a una nostra vecchia conoscenza.
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Eh sì. Una delle ballatone più lacrimevoli e strappamutande degli Helloween era-Deris ricorda paurosamente, nel ritornello, la canzone del signor Carrisi. Ovviamente non ci vediamo niente di malizioso, e sappiamo benissimo come la stessa Forever And One abbia una melodia un po’ scontata: siamo scafati ascoltatori di musica, non più esattamente giovanissimi ma soprattutto intellettualmente onesti. La stessa Forever And One è ripresa da un vecchio valzer per il quale qui Al Bano viene accusato di plagio, e la somiglianza è evidente. Tocchiamo l’argomento con guanti di velluto perchè sappiamo che Al Bano trattasi di persona sanguigna e vendicativa (e che abita a tipo trenta chilometri dalla mia città natale, particolare assolutamente da non sottovalutare), epperò quello che è giusto è giusto, come si suol dire. Siamo coscienti che la, uhm, leggera somiglianza non sia affatto voluta, e anzi io personalmente mi sento di dire che Amanda è libera avrebbe dovuto vincere il festival. Pensateci: cosa è meglio, Forever And One con un diverso arrangiamento oppure quelle due cose che sono arrivate ai primi due posti? In realtà non dovremmo proprio nominarlo, Sanremo, perchè questo è un blog di musica e noi della grande Musica degli Helloween e di Al Bano ci occupiamo, e non di puttanate.
Al Bano non c’entra niente con tutto questo. E’ quello che dalle nostre parti si chiama un masculo amaro. È uno che si è fatto da solo, ha venduto decine di milioni di dischi in tutto il mondo (e questo non è affatto uno scherzo), ha una voce della madonna e soprattutto il suo olio è molto buono. Dovete sapere infatti che Albano Carrisi possiede una tenuta sconfinata a Cellino San Marco, nel brindisino, in cui produce olio, vino e varie altre cose. Ha pure un parco dei divertimenti chiamato Carrisiland, non sto scherzando. Noi siamo metallari, figli di Odino e del dio Pan, e vediamo sempre di buon occhio i rudi coltivatori dei frutti di Madre Natura. Al Bano non è un fighetto vomitato fuori da qualche incubo televisivo orwelliano come Emma Marrone, nè un professorino da salotto borghese con la pipa in bocca come Vecchioni. Al Bano è uno che ha i calli da contadino sulle mani e che a quasi settant’anni ancora va sul trattore a controllare la vendemmia e la raccolta delle olive; è un novello Mazzarò che non ha mai dimenticato da dove viene, neanche dopo aver sposato la figlia di un grande divo di Hollywood. Noi tutti facciamo il tifo per Al Bano, e questa simpatia ora è amplificata dall’accostamento con i supremi maestri del gaio metallo tetesco del potere. Il religiosissimo cantante salentino sarà anche felice di sapere, se gli sarà riferito di questo articolo (speriamo di no, mannaggia), che il gruppo autore di Forever And One ha anche firmato uno dei più grandi pezzi di christian power metal di sempre, LAVDATE DOMINVM, dal titolo in maiuscolo e dal testo in latino. Io una volta ci andai, nella tenuta di Al Bano. Erano i tempi in cui giocavo nelle giovanili di pallavolo del Brindisi: il Nostro infatti possedeva anche la squadra di volley del Cellino San Marco, che ovviamente giocava in mezzo a vigne e campi di pomodori. Fu un’esperienza un po’ particolare, perchè il campo non era molto a norma. Innanzitutto era all’aperto, cosa abbastanza straniante perché i campi di pallavolo devono essere per regola al chiuso. La partita ebbe luogo lo stesso, nonostante ogni tanto sul campo da gioco passassero galline e vari animali da cortile. Io ero il capitano della squadra, e protestai vibratamente contro un imbarazzatissimo arbitro che mi fece capire, in maniera neanche troppo velata, che protestare era perfettamente inutile. Mi misi l’anima in pace quando mi accorsi che il mio allenatore, solitamente incazzosissimo tipo quello di Mila Hazuki e con la stessa abitudine di schiacciarti addosso fortissimo se in allenamento facevi troppo lo stronzo, mi guardava scrollando la testa con fare rassegnato. Anche questo lato un po’ da signorotto locale alla Don Rodrigo, comunque, fa parte del personaggio. Io proporrei a questo punto di contattare Al Bano e vedere se si può organizzare una megagrigliata nella sua tenuta, all’insegna della musica, di Madre Natura, del vino rosso e del cappone arrosto. Le somiglianze attitudinali tra di noi sono troppo forti per essere sprecate così. Chiamiamo anche Michael Weikath e organizziamo una jam session. Chi ci sta? Io porto il pallone da pallavolo. (barg). -
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Il mirabolante singolone con Kiske e Hansen. -
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gran paraculata. -
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Vi ricordate del tour Pumpkins United degli HELLOWEEN? Se ve lo siete perso dovreste flagellarvi con la mazza chiodata di Burzum, io per primo porca troia. Ora è uscito il video della canzoncina fatta apposta per il tour, chiamata appunto Pumpkins United. Il pezzo è divertentissimo, ma purtroppo il video non rende per niente l’atmosfera del concerto.
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Magari ne fanno un altro di tour . -
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Il nuovo singolone scritto da da Kai Hansen e cantato da Kiske
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Non ho ancora capito se mi piace o se mi fa cagare . -
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E' morto Uwe Karczewski, disegnatore delle storiche copertine di “Walls Of Jericho” e dei due “Keeper Of The Seven Keys” degli Helloween. . -
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Gli Helloween sono stati spesso la scintilla che ha fatto avvicinare i ragazzi al metal, con il loro power divertente e scanzonato, gli stacchetti ironici, i testi a volte seri e altre volte esilaranti.
Uno dei segreti di questo enorme successo è stato sicuramente il talento di Ingo Schwichtenberg, uno dei batteristi più influenti di tutta la scena con le sue sperimentazioni tecniche che al giorno d'oggi possono sembrare semplici e scontate ma che all'inizio degli anni Ottanta non lo erano affatto. Uno che con lo strumento era in grado sì di picchiare quando ce n'era bisogno, ma anche di lasciarsi andare a "invenzioni" che amava inserire all'apertura dei pezzi ("Heavy Metal Is The Law" o "Rise And Fall"), in maniera naturale, senza mai strafare.
Come spesso succede, anche nel suo caso l'eccellenza tecnica non fu riflessa nella sfera comportamentale. L'abuso di alcool e droghe spinse gli altri componenti (in maniera frettolosa, come venne poi rimproverato al "decisionista" Michael Weikath) a estrometterlo dalla band durante il tour promozionale dell'album "Chameleon". Ingo aveva già mostrato di non gradire il nuovo corso degli Helloween, soprattutto per quanto riguardava la canzone "Windmill" che aveva ironicamente soprannominato "Shitmill". La frustrazione per essere stato cacciato dal gruppo che aveva contribuito a fondare fece crescere gli episodi di schizofrenia, culminati con il suicidio avvenuto nel Marzo del 1995.
Durante una di queste crisi Ingo si gettò sotto un convoglio della metropolitana, lasciando gli altri componenti della band nello sgomento. Il suo stile, ampiamente imitato dalle altre band power metal negli anni Novanta, è però ancora in vita e rimane a ricordo di un musicista bravo e sfortunato, insieme al suo splendido sorriso e all'inesauribile energia che sprigionava durante i concerti.
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