Basket: topic unico

NBA, Eurolega eccetera

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    Basket, Siena dichiarata fallita. Si riparte dalla serie B?
    Lo ha deciso il tribunale della città toscana. Intanto la Polisportiva Mens Sana 1871 ha effettuato l'affiliazione del nuovo club per l'iscrizione nella quarta serie dilettanti. La difesa di Minucci in una lettera aperta

    Adesso è ufficiale: il tribunale fallimentare di Siena ha dichiarato il fallimento della società Mens Sana basket. Il provvedimento è stato depositato oggi in cancelleria dopo la camera di consiglio dei giudici che si è tenuta venerdì scorso. A presentare l'istanza è stata la procura di Siena dopo aver aperto un'inchiesta per bancarotta fraudolenta della società.

    serie B? — Intanto la Polisportiva Mens Sana 1871, casa madre della Mens Sana Basket, ha effettuato l'affiliazione (codice 054199) del nuovo club che chiederà l'iscrizione in Serie B, previo passaggio dal consiglio Fip del 18 luglio.

    la difesa — Per parlare, Ferdinando Minucci ha aspettato il giorno della morte della società di cui è stato massimo dirigente per 21 anni fino a marzo. “Secondo alcuni il mio comportamento è stato determinante per la fine drammatica della Mens Sana Basket -, ha scritto Minucci ieri con una lettera aperta, dunque senza contraddittorio -. Mi assumo le responsabilità per essermi adeguato ad un sistema che nel mondo dello sport professionistico è ben conosciuto, noto all’interno della Mens Sana Basket. Nego decisamente che da parte mia ci siano state locupletazioni personali. Il fallimento non è stato causato da sottrazioni di risorse all’attività sportiva, ma - come emergerà quando saranno pubbliche tutte le carte - da un insieme di fattori e non a condotte ascrivibili al sottoscritto”.
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    Nba, LeBron James sceglie i Cleveland Cavaliers: "Torno a casa"


    L'annuncio in una lettera aperta diffusa da Sports Illustrated: "Non prometto un titolo, ma la mia missione qui va oltre il basket. Sono pronto ad accettare la sfida"

    "Torno a casa". LeBron James ha scelto: la sua carriera proseguirà nei Cleveland Cavaliers, la squadra in cui ha giocato i suoi primi 7 anni in Nba e che il più forte giocatore del pianeta chiama casa. Perché è di Akron, Ohio, poco lontana dalla Quicken Loans Arena, pronta a riabbracciare il suo Prescelto che 4 anni fa se ne andò tra gli insulti. E perché LeBron ha fatto una scelta di cuore: provare a vincere a casa sua piuttosto che continuare a farlo a Miami, la città in cui ha conquistato i due anelli della sua carriera e si è consacrato superstar. Stavolta niente decision televisive, anche se l'annuncio si è fatto attendere. Ma lo ha dato lo stesso King James, in una lettera aperta affidata a Sports Illustrated. Meglio, molto meglio, dello show televisivo di 4 anni fa.

    la chiamata — James è onesto, aperto, scrive con il cuore. E spiega perché ha scelto Cleveland, the Mistake on the Lake, piuttosto che il sole di Miami e le spiagge di South Beach. "La mia chiamata qui va oltre il basket - scrive LeBron -. Ho una responsabilità, essere un leader, e la prendo molto seriamente. A Miami potrei fare la differenza, ma credo che nella mia terra potrei farla ancora di più. Non prometto un titolo, perché so che è difficile e non siamo pronti. Nel nord Ohio nulla è dato per scontato e devi guadagnarti tutto. Sono pronto ad accettare la sfida. Torno a casa".

    cosa trova — Nel suo ritorno a casa, LeBron troverà una squadra pronta a spiccare il volo. Con Kyrie Irving, play che ha appena firmato un rinnovo quinquennale da 90 milioni. Con Andrew Wiggins, prima scelta assoluta al draft 2014, e indicato come futura superstar. Con i talentuosi Tristan Thompson e Dion Waiters, con l'enigma Anthony Bennett, col veterano Anderson Varejao, unico superstite di quando James giocava a Cleveland. Con LeBron e il conseguente smantellamento di Miami, i nuovi Cavs diventano probabilmente i favoriti per il titolo.
    "Trovo una squadra giovane e un nuovo coach - scrive LeBron nella lettera pubblicata da Sports Illustrated -. Sarò il veterano, ma sono contentissimo di mettere insieme un gruppo e aiutarlo a raggiungere vette che non sanno di poter raggiungere". E potrebbe diventare ancora meglio, visto che i Cavs stanno disperatamente cercando di convincere anche Kevin Love a unirsi alla festa. "Sono felice per la gente di Cleveland. Siamo più vicini al nostro obiettivo: portare un titolo a questa città" è l'esultanza di Dan Gilbert, patron di Cleveland che quattro anni fa congedò James con una lettera al veleno.

    cosa lascia — Stavolta la delusa è Miami, per quattro anni, quattro finali e due titoli la casa di LeBron. "Nulla potrà mai cambiare quello che abbiamo fatto. Siamo fratelli per sempre. E voglio ringraziare Micky Arison e Pat Riley per questi fantastici 4 anni". Arison non l'ha presa bene (anche se molto meglio di come Gilbert reagì nel 2010): "Sono scioccato e deluso dalla notizia. ma non potrò mai dimenticare quello che LeBron ci ha dato per 4 anni. Grazie per i ricordi". Miami ora dovrà ricostruire, probabilmente anche senza Chris Bosh, destinato ad accettare la corte di Houston. La ferita di LeBron sarà dura da rimarginare e gli Heat dovranno ricostruire. Guardando James tornare a casa.
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    Basket, Hackett: oggi la sentenza. Va all'estero?

    In arrivo il verdetto di primo grado dopo la fuga dalla Nazionale: il play di Milano rischia da 5 mesi a un anno, ma potrebbe giocare in Eurolega e ha offerte da Spagna e Turchia. L'idea è di cederlo o rescindere
     
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    Basket, Hackett condannato 6 mesi: "Ho capito di aver sbagliato"
    Sentenza di 1° grado: 5 mesi per aver lasciato il ritiro azzurro, più uno per le dichiarazioni sui social network. Il play di Milano ha 24 ore per il ricorso e altre 24 per presentarlo alla Giudicante. Il gm dell'Olimpia, Portalupi: "Aspettiamo i 3 gradi di giudizio: nel caso punteremo su uno straniero in più: un italiano importante come Daniel non esiste"



    Hackett condannato a sei mesi, pena da scontare dal 12 ottobre. Questa la sentenza del Giudice unico Andrea Tavazza, che ha accolto la richiesta di squalifica formulata dal Procuratore federale Marco Lucente che aveva deferito Hackett per aver lasciato il ritiro della nazionale "senza giustificato motivo e senza autorizzazione" per la quale il procuratore aveva chiesto la pena minima di 5 mesi, a cui è stato aggiunto un mese di aggravanti per quanto il play ha scritto su Facebook e per le dichiarazioni rilasciate con l’intento di spiegare la propria posizione. La decisione del Giudice sportivo nazionale rappresenta la sentenza di primo grado. Hackett ha 24 ore per annunciare ricorso e altre 24 per presentarlo alla Commissione Giudicante. Dopo di che può, entro 30 giorni dalla pubblicazione della sentenza, rivolgersi al Collegio di Garanzia del Coni per l’ultimo grado di giudizio.

    "ho sbagliato" — Il giocatore è entrato in aula alle 15.15 accompagnato dall'avvocato della Giba, Domenico Zinnari, dal suo procuratore Mario Scotti e dalla madre Katia. L'avvocato Zinnari ha sollevato eccezioni legate al fatto che la Federbasket non ha ancora adottato il nuovo codice di procedura di giustizia sportiva del Coni, che avrebbe portato a un giudizio collegiale e non monocratico. Hackett ha poi detto: "Ho capito di aver sbagliato". Il giudice si è ritirato in camera di consiglio alle 16.15.

    speranza — L'agente di Hackett, in attesa della sentenza: "La cosa positiva è che il procuratore ha chiesto il minimo di tutte le pene. Il nostro avvocato ha fatto un'ottima difesa presentando delle motivazioni di carattere procedurale. Il Coni ha in vigore un nuovo codice di giustizia sportiva che prevede tempi più lunghi per la difesa ed un giudizio collegiale già dal primo grado. La Fip non si è ancora adeguata, non era obbligata a farlo, ma abbiamo avuto praticamente solo la giornata di ieri per preparare la difesa e stiamo parlando di 5 mesi di stop, praticamente una stagione, per un ragazzo che ha 27 anni. Il ragazzo si è allontanato ma rimanendo a Trieste in taxi. Io e sua madre al telefono abbiamo cercato di convincerlo a tornare ma appena abbiamo chiuso la comunicazione è arrivato subito tempestivo il comunicato della Fip. A quel punto Daniel si è trovato nel panico ed ha pensato: mi hanno tagliato fuori, mi hanno già bollato".

    ciao milano — Nel corso della presentazione ufficiale del campionato 2014-15 di basket, svoltasi oggi nella sede della Gazzetta dello Sport, s'è intuito chiaramente qual è la posizione dell'EA7 nei confronti del suo play. Infatti il general manager dell'Olimpia Milano, Flavio Portaluppi, ha commentato: "Aspettiamo le sentenze dei tre gradi di giustizia. E' prematuro parlare ora, ma di sicuro ci saranno delle valutazioni complessive sia da parte nostra che del giocatore. E' una situazione strana, spiacevole e particolare sia per noi che per la Nazionale, che per il giocatore, in cui era meglio non essere coinvolti. Hackett era un giocatore estremamente importante per noi. Scusate l'imperfetto ma ho delle sensazioni ben precise. Dovremo valutare eventuali squalifiche. Se venisse squalificato dovremmo puntare su di uno straniero in più perchè un giocatore italiano importante come Daniel non esiste". Scotti ha commentato: "Con Milano noi non abbiamo ancora parlato. Ci stanno chiamando un sacco di squadre anche dall'estero, ma la volontà di Daniel e di giocare per Milano. Sono tre anni che ci volevano e di sicuro non ci siamo andati per starci 6 mesi e poi senza di lui non avrebbero vinto lo scudetto. Il suo arrivo ha cambiato la squadra perché è un giocatore che porta via la pressione dagli altri che, sollevati dalle responsabilità, rifioriscono. Tutta questa pressione lo ha fatto arrivare a fine anno in uno stato di disagio stanchezza fisica e mentale".
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    Fossi in Milano pero mi farei sentire, lo squalificassero dalla nazionale anche per 1 anno, ma mi sembra che levarlo al club CHE LO PAGA per un comportamento non corretto in nazionale e` RIDICOLO.
    Cmq, mi pare di capire che andrà via
     
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    Sono iniziati i mondiali di basket a Bilbao.

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    Mondiale basket: Usa-Finlandia 114-55, show al debutto



    Due punti concessi agli scandinavi nel secondo quarto: esordio spettacolare per la squadra di Coach K. Rose torna in una gara ufficiale con 12 punti in 23' e qualche ruggine. Domani Team Usa contro la Turchia

    Gli Stati Uniti aprono il loro Mondiale battendo la Finlandia 114-55 e l’mvp sono i seimila tifosi finlandesi, forse qualcuno di più, calati a Bilbao che creano una atmosfera magica. Non sappiamo se essere tristi perché al loro posto, che hanno pagato la wild card, avrebbe potuto esserci l’Italia, o un pochino sollevati al pensiero di quanto avremmo sofferto contro gli Usa. Ma la massa di tifosi giustifica la scelta della Fiba di averli portati alla World Cup nonostante un ranking inferiore al nostro.

    la partita — C’è una grande attesa per vedere Derrick Rose, l’mvp del 2011, reduce da due anni di infortuni e operazione, tornare in una partita ufficiale: il play dei Bulls si muove bene anche se non come prima dell’infortunio. Al di là delle parole e delle ore passate a potenziarsi, la ruggine è dura da togliere. Però gioca 23’ senza problemi ed è già un grande risultato. Gli americani partono col quintetto delle ultime gare, con Irving al posto di Rose, Curry, Harden, Faried e Davis. E l’energia dell’ala di Denver sembra inarrestabile per i finlandesi che, invece, con 6 punti del loro giocatore Nba, Erik Murphy, nel primo quarto e coi 5 rimbalzi offensivi, tengono testa agli americani, come è possibile in questi casi, ovviamente. E ci vuole Derrick Rose, al quale era stato preferito Irving nelle ultime uscite: fa viaggiare meglio la squadra assieme a Rudy Gay. La Finlandia è già staccata 22-12, ma con onore. Il suo gioco, fatto di velocità e tiro da tre, non lascia scampo se manca la componente principale: sugli errori al tiro da tre (0/7 nel primo quarto, 0/13 all’intervallo: sarà 4/21 alla fine) per gli Stati Uniti diventa troppo facile andar via in velocità, con Harden e con i rapidi uno contro uno di Anthony Davis, già a quota 11 nei suoi primi 9’ in campo. Il parziale fa male (31-16 dopo i primi 10 minuti) diventa devastante nel secondo quarto dove gli Stati Uniti producono un 29-2, coi i finlandesi fermi a 0/17 al tiro.
    rotazioni — Il 60-18 dell’intervallo non calma solo i tifosi finlandesi, ma è abbastanza chiaro che quando le squadre tornano in campo, e coach Krzyzewski rimette il quintetto base, gli americani trotterellano un po’ in difesa lasciando giocare e tenendo in partita gli avversari che vincono i primi 5’ della ripresa 14-12 fedeli al fatto che sono una squadra che non molla mai, nemmeno sotto di 40. Cambio all’americana (come dicevamo in Italia all’oratorio) di coach K che sostituisce tutto il quintetto (Rose, Thompson, DeRozan, Gay, Cousins) e il problema è che Klay Thompson fa sempre canestro da tre... I “cambi” producono un 17-7 e arriva il +50 al 30’ (89-39) con Thompson già a quota 15. Ma non è più di un allenamento per gli americani che domenica sera affrontano la Turchia che rischia la pelle contro la Nuova Zelanda, davanti per 37’. E’ il remake della finale del 2010 e, probabilmente, sarà un test più probante per la prestanza fisica dei turchi che dovrebbe costringere gli Usa a far vedere se funziona la loro scelta di aver imbottito la squadra di lunghi, contrariamente al solito. Finisce con l’ovazione dei finlandesi per la loro squadra nonostante le 31 palle perse e il 31-46 a rimbalzo: alla fine Huff e l’ex virtussino Koponen riescono a mettere qualche tripla, il loro Mondiale inizia adesso.

    Stati Uniti: Thompson 18, Davis 17, Rose 12.
    Finlandia: Huff, Koponen 12, Murphy 10.
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    Nba, ancora razzismo. Patron Hawks vende: "I neri spaventano i bianchi"

    Una mail scritta nel 2012 costa cara al il n. 1 della franchigia di Atlanta, Leverson. Nella missiva si invitava ad attirare piu' pubblico di "razza" bianca. L'episodio segue lo scandalo che ha coinvolto il patron dei Clippers, Sterling. La Lega: "Tollerenza zero"

    ATLANTA - La Nba si scopre nuovamente razzista. Dopo lo scandalo che ha travolto il patron dei Los Angeles Clippers, Donald Sterling, anche Bruce Leverson, numero uno degli Atlanta Hawks, viene coinvolto in una situazione molto simile. Come il suo collega Sterling anche Leverson venderà il famoso club del massimo campionato di basket statunitense. Una decicisione che di fatto anticipa una possibile sentenza della Nba che aveva già aperto un procedimento disciplinare a riguardo. Ad incastrare il numero uno della franchigia canadese una mail del 2012 di stampo razzista.

    TOLLERENZA ZERO - Alla decisione della vendita della società - spiega il commissioner della Nba, Adam Silver, in una nota - si è arrivati dopo la scoperta di una e-mail a sfondo razzista risalente al 2012. Silver ha, quindi, ribadito la linea della 'tolleranza zero' contro il razzismo. La vicenda di Levenson segue quella di qualche mese fa che ha travolto il patron dei Clippers di Los Angeles, il miliardario Donald Sterling, anch'egli costretto a vendere la squadra dopo essere stato radiato a vita dalla Nba per delle frasi razziste.

    'I NERI SPAVENTANO I BIANCHI' - Lo stesso Levenson è stato costretto ad ammettere come la e-mail dello scandalo, scritta di suo pugno, sia "inadeguata ed offensiva". Nella missiva, inviata al presidente della squadra Danny Ferry, Levenson lamenta come la base della tifoseria della squadra degli Hawks sia troppo afroamericana, e parla della necessità di attirare più pubblico di razza bianca. "Ho osservato lo stadio - scrive Levenson - durante le nostre partite: il 70% del pubblico è nero, le cheerleader sono nere, la musica è hip hop, e ci sono pochi padri e figli agli incontri. E nei concerti dopo le partite organizzati per attrarre più pubblico c'è solo musica hip hop o gospel". "La mia teoria - aggiunge Levenson - è che la folla di neri spaventa i bianchi che non vengono così alle partite".

    LA PRECISAZIONE DI LEVERSON - E' anche arrivata la precisazione, con tanto di scuse, dello stesso Leverson: "Nel tentativo di affrontare questi problemi - il riferimento alle divisioni razziali sullo sport ad Atlanta e la necessità di aumentare il pubblico alle partite degli Hawks - ho preso in giro i nostri tifosi basandomi sui cliché relativi ai loro interessi (hip hop contro country, cheerleaders bianche e nere, etc) e stereotipando la percezione che hanno gli uni degli altri (ad esempio che i tifosi bianchi possono avere paura dei neri). Focalizzandomi sulla questione razziale, ho fatto passare il messaggio non voluto ma doloroso che i nostri tifosi bianchi sono più importanti dei nostri tifosi neri. Se siete arrabbiati per quello che ho scritto, lo capisco, io stesso sono arrabbiato. Tutti noi possiamo avere pregiudizi e preconcetti sulle razze ma come leader il mio compito è affrontarli, non condividerli".

    repubblica.it
     
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    Basket, Mondiale: Serbia-Francia 90-85 in semifinale



    Gli uomini di Djordjevic giocheranno per l'oro domenica contro Team USA. Contro i transalpini, guidati dai 35 punti Batum, battaglia finale dopo aver controllato per tutta la partita

    12 settembre 2014 - MADRID (Spa)
    La Serbia va in finale contro gli Stati Uniti (domenica alle 21) al termine di una partita pazzesca dove supera la Francia 90-85, con i campioni d’Europa capaci di realizzare 39 punti nell’ultimo quarto spinti dai 17 di Batum e da un 9/13 da tre punti, risalendo dal -18 del primo tempo e dal -15 del 30’ fino al -2.
    subito serbia — Teodosic non si è ancora raffreddato dalla grande partita con il Brasile, Huertel si è invece svegliato dalla prestazione magica con la Spagna, così i francesi, a parte il 10-9 di Batum, inseguono sempre anche sotto i colpi dell’ex trevigiano Markovic che chiude l’11-0 del 20-10. Il primo quarto vede la Serbia a +6, con inusuali problemi francesi in difesa. Cinque punti di Teodosic a inizio secondo quarto e un brutto colpo in faccia di Batum mettono i francesi già con le spalle al muro. Anche Gobert, l’anti-Pau Gasol, fa fatica contro i lunghi serbi (30-15). Un 6-0 della Francia fa vedere che è viva, ma Teososic è immarcabile: col giovane e volante Kalinic lanciato in contropiede e uno contro uno, il play serbo arriva a 18 punti e 3 assist già nel primo tempo e spacca davvero la partita (43-25). Jackson, il terzo play buttato nella mischia per le difficoltà di Heurtel e Diot, e il rientrato Batum (10 all’intervallo) cercano di non far affogare i campioni d’Europa ma la Serbia arriva a 46 punti dopo 20’ (la Spagna ne aveva fatti 52 in tutta la partita) e sembra aver già messo un piede in finale. Coach Collet prova a cambiare: gioca con due play e senza pivot, usando Diaw centro contro prima Raduljica e poi Krstic. La mossa funzionerebbe anche grazie alle difese monumentali del campione Nba, ma la Francia sbaglia tutti i tiri da tre che i suoi blocchi producono: non cede ma non recupera. Le percentuali francesi scendono a precipizio e due magate di Bogdanovic e Krstic tengono a distanza gli avversari quando ormai mancano solo 10’ alla fine (61-46).

    la rimonta — Ma con un grande Batum, la Francia non molla, anzi . Dopo 30’ con 6/20 da tre, i campioni d’Europa aprono l’ultimo quarto con un 4/5 (due triple di Fournier), per un 11-0 che diventa 14-2 al 35’ (65-61). Due canestri di Bodganovic tengono la Serbia avanti nonostante Batum sia ormai a 27 punti (74-66). Ma ormai i francesi sono in estasi offensiva: Huertel e Batum portano a 1’04” dalla fine la Francia a -3 (82-79) e addirittura a -2 a 17" dalla fine. Kalinic segna i due liberi più importanti della sua vita e nonostante l’ennesima tripla di Batum a 2” dalla sirena, la Serbia vince e va in finale 12 anni dopo l’oro di Indianapolis.

    Serbia: Teodosic 24, Bogdanovic 13, Markovic, Krstic, Raduljica 11.
    Francia: Batum 35, Diaw 13, Heurtel 12.
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    Basket, finale Mondiale: Usa-Serbia 129-92

    Senza storia la sfida per l'oro, dominata dagli uomini di coach K che vincono il titolo per la quinta volta. La squadra di Djordjevic, gran sorpresa del torneo, si mette al collo l'argento. Kyrie Irving mvp del Mondiale

    14 settembre 2014 - MADRID
    Gli Stati Uniti battono la Serbia 129-92 e conquistano il loro quinto titolo iridato raggiungendo la Jugoslavia di cui i serbi sono gli eredi. Decidono la finale per l’oro con un 15-0 nel primo quarto dopo un inizio scioccante (15-7 per la Serbia) con una prestazione straordinaria al tiro da tre punti e di Kyrie Irving, votato mvp del Mondiale. Coach Krzyzewski e la sua squadra conquistano la 45ª vittoria consecutiva, imbattuti dalla semifinale Mondiale del 2006, e il quarto oro consecutivo dopo i due olimpici (2008 e 2012) e quello Mondiale del 2010. Team Usa lo fa con una squadra giovane (24 anni di media, due in meno della Serbia) e con la palla al piede Derrick Rose che, nonostante le migliaia di parole spese per dire che sta bene ed ha giocato un Mondiale altruista, è davvero preoccupante per quello che ha mostrato anche in finale (unico americano a zero punti) al rientro dopo due anni di inattività.

    avvio shock — Preoccupati per le guardie serbe, gli Stati Uniti sbilanciano la loro difesa per raddoppiarle ma la squadra di Djordjevic è pronta, trova schiacciate sui tagli delle ali sotto canestro e coi pivot, mette subito in crisi Davis coi falli. La Serbia va avanti 12-5 e poi vola sul 15-7. Ma quando Teodosic commette il secondo fallo dopo solo 4’23” la gara cambia: mentre Harden rimette a posto l’attacco e Cousins la difesa in area, Irving decide che è venuto il momento di giocare da mvp dell’ultimo All Star Game Nba. Segna 7 punti di fila nel 15-0 innescato da Harden che ribalta la gara (22-15), chiude il primo quarto con 15 punti e 3/3 da tre mentre Djordjevic ha poco dai sostituti di Teodosic, Krstic viene messo sotto fisicamente in area e Bogdanovic marcato stretto da Harden.

    la fuga — Il primo quarto è già 35-21 con 5/5 nelle triple degli americani, che sbagliano per la prima volta al settimo tentativo. La grande aggressività americana è supportata anche dai cambi, Gay e Thompson, la Serbia si scoraggia e sbaglia anche le cose facili, tre triple di fila di Gay-Irving-Harden sono il colpo del k.o. (56-29). Gli Usa raggiungono i 31 punti di vantaggio, chiudono il primo tempo con 67 punti realizzati, 11/16 da 3. Irving è a 18 punti, Harden a 17. La partita è finita, viaggia attorno ai 40 punti di scarto anche se Bogdanovic si scalda. Ma le due squadre continuano a giocare con voglia: gli americani di affermare la loro superiorità, i serbi per l’orgoglio che la straordinaria medaglia d’argento conquistata ha loro restituito. Poi siccome sono, appunto serbi, si divertono anche con schiacciate al volo in contropiede. La partita è uno show dove non ci si fa più male, non è nemmeno record Mondiale perché nel 1994 gli Usa superarono in finale la Russia 137-91.
    che mondiale — Bravi tutti: il Mondiale sul podio ha portato le tre squadre migliori, Francia compresa, la più emozionante per quello che ha fatto senza Parker. Il quintetto ideale è Irving, Teodosic, Batum, Faried, Pau Gasol. Manca Diaw, un gigante in campo e fuori.
    Stati Uniti: Irving 26, Harden 23, Thompson 12, Faried 12.
    Serbia: Kalinic, Bjelica 18, Bogdanovic 15.
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    Serie A, Cremona-Milano 61-68. Samuels è già in formato Eurolega


    Nell'anticipo della prima giornata l'Olimpia vince con 22 punti e 10 rimbalzi del centro giamaicano. Domani Varese-Cantù e Sassari-Bologna

    11 ottobre 2014 - CREMONA
    C’è la firma di Samardo Samuels sull’esordio vincente dei campioni d’Italia dell’EA7 Emporio Armani Milano nell’anticipo di Cremona: con 14 punti in un 3° quarto quasi perfetto il centro giamaicano riscatta un primo tempo difficile, suo e dell’Olimpia, e la trascina verso i primi due punti del campionato. Samuels è simbolo di una Milano che non brilla ancora, ottiene poco da Brooks, ma passa al PalaRadi con la profondità e fisicità del proprio roster, imposta nel corso del match: +9 a rimbalzo, 7 stoppate e 38 punti in area contro i 16 di Cremona, 22-5 il confronto delle panchine.

    La cronaca — La rotazione di Pancotto è senza Vitali e Mian, Banchi invece si gioca a sorpresa l’acciaccato Moss da caldo sulle piste di Haynes. Milano vuole subito affidarsi alla forza di Samuels in post basso: la scelta è giusta, pur se la resa nel primo tempo è rivedibile. Il lungo giamaicano non trova ritmo (3/9 nei primi 20’), e tranne per la fiammata di Gentile, 7 punti nel primo allungo dell’Olimpia (12-5), al tiro non ci prende quasi nessuno. Cremona resta in scia con la creatività di Ferguson, 8 punti dei 10 di squadra nel 1° quarto (10-16); lo seguono Hayes, 5 punti in fila per il sorpasso Vanoli (21-20), e Clark, che ribatte colpo su colpo nel duello, anche fisico, con Kleiza, protagonista tattico del nuovo +7 di Milano (21-28 al 15’). L’ala al primo anno di Cremona con un 2° quarto da 8 punti tiene galla la squadra di Pancotto (26-30 all’intervallo), ma al rientro in campo c’è un altro Samuels, incontenibile per Poscic.

    Dopo la prima tripla italiana di Brooks, che vale il primo vantaggio in doppia cifra (29-39), è il centro dell’Olimpia a spaccare in due la partita con un break personale di 10-1: una tripla, due schiacciate e un gioco da 3 punti mettono ko Cremona, che spara a salve (4/16 nel 3° quarto) e dal -16 (35-51) non si rialzerà più, rientrando al massimo fino al -9 con le energie e l’orgoglio residuo di Ferguson e Hayes.
    Cremona: Ferguson 18, Clark 14, Hayes 11
    Milano: Samuels 22, Kleiza 13, Ragland 10
     
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    L’Ncaa ha concesso alla squadra femminile della Mount Saint Joseph University il permesso di spostare la gara di apertura del campionato, per realizzare il desiderio di una giocatrice malata terminale, che vuole giocare almeno una partita.


    LA CONDANNA — La giovane ala Lauren Hill era arrivata in Division III a ottobre 2013, negli stessi giorni in cui compiva 18 anni, ma solo un mese e mezzo più tardi il sogno di diventare una professionista è stato infranto dalla diagnosi di un tumore maligno inoperabile al cervello. Appena iniziata la preparazione con la nuova squadra, Lauren comincia a soffrire i sintomi. Nel giro di un mese le viene diagnosticato il male: i medici le danno due anni di vita, nel migliore dei casi. L’unico conforto è la pallacanestro, può continuare a giocare, finché è in grado. Lauren non molla. Comincia subito le cure pur continuando ad allenarsi con le sue compagne. “Non ho mai mollato per un secondo, neanche quando ho ricevuto la diagnosi. Non ho mai pensato di sedermi e non vivere più la mia vita”.

    LA RICHIESTA — A settembre di quest’anno un’altra risonanza e la conferma che il tumore si è espanso. Per i medici Lauren potrebbe non superare dicembre. Il primo ottobre 2014, a un anno dalla diagnosi e dall’ingresso in squadra, una festa a sorpresa organizzata dalle compagne. “Quando sono tornata a casa, ho detto ai miei che volevo indossare la maglia di gioco sotto i vestiti perché mi faceva sentire forte” . E così l’ultima richiesta, al coach: “Voglio giocare una partita”. La Mount Saint Joseph University scenderà in campo il 2 novembre, invece del 22, perché per Lauren il tempo è prezioso e il suo sogno non può aspettare.


    fonte: gazzetta.it
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    Eurolega, prima vittoria per Milano: il Bayern sconfitto 74-81
    L'EA7 sbanca Monaco con 16 punti a testa di Ragland e Hackett. E' la prima, fondamentale vittoria europea dopo 2 k.o.

    31 ottobre 2014 - MONACO (Germania)
    Non è serata di streghe per Milano che, nella casa del Bayern, trova la prima vittoria in Eurolega (74-81), rimettendosi in piena corsa. Decidono le triple, specialmente l’ultima di Ragland a poco più di un minuto dalla sirena, e un Daniel Hackett i serata strepitosa (16 punti e 6 assist).

    chi ben comincia — Partenza incendiaria di Milano che costruisce ottimi tiri e li mette quasi tutti. Comincia Hackett con 7 punti di talento puro, poi le triple di Gentile e Ragland: l’EA7 vola a +15 (2-17) ribadito in un amen da Samuels (4-19). Milano si muover in attacco che è una meraviglia (9/12) e solo quando Pesic chiama infuriato time out il Bayern si sveglia. Merito dei lunghi, che hanno chili ma anche il tiro lontano da canestro: due triple di Benzing e i giochi, spesso da tre punti, sotto il ferro di Jagla e Bryant (su cui Samuels e James non trovano gli anticorpi) producono un 12-0 che riportano i bavaresi in partita, mentre l’Olimpia perde il filo del match.

    calo di tensione — Attacchi lenti, tiri forzati e una difesa approssimativa sul primo passo consentono al Bayern di azzannare senza pietà: il primo vantaggio tedesco (27-25) è firmato da Stimac, Savanovic rincara con una tripla ma uno splendido Hackett (9 punti e 6 assist dopo 15’) e le buone trovate offensive di James e Kleiza rianimano l’EA7. Il +6 (29-35) per Milano di fatto non scalfisce l’equilibrio ed infatti si va al riposo in parità (41-41). Il Bayern riparte con un quintetto piccolo e Savanovic da ala-pivot, ma è Stimac a punire Milano da sotto. Come col Barcellona è lì che si soffre, quindi non possono illudere le triple di Ragland e Hackett per il +4 (52-56), perchè il Bayern non ci mette niente a chiudere il terzo periodo avanti di 3 (59-56). La tripla del +6 di Schaffartzik manda l’Olimpia nel panico.
    Ragland risolutore — Banchi butta dentro Ragland e Brooks e indovina la mossa: MarShon serve l’assist per la tripla di Moss e poi ne infila una anche lui. Milano torna avanti, mancano 7 minuti e comincia l’ultimo rettilineo: tutti si alzano sui pedali: il guizzo vincente è quello di Joe Ragland.
    Bayern Monaco: Schaffartzik 15, Savanovic 13, Stimac 12.
    Milano: Hackett 16, Ragland 16, Kleiza 11.
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    Basket, Eurolega: Milano-Bayern Monaco 83-81. Hackett stellare
    L'Olimpia vince l'unica partita dell'ottava giornata di eurolega e le Top16 sono davvero a un passo. Il play a segno con 25 punti e il canestro della vittoria

    Milano-Bayern Monaco 83-81 (20-19, 37-38, 59-60)
    Daniel Hackett in questi mesi di squalifica è un ragazzo che soffre in silenzio ed è costretto a fare lo straniero di Coppa. Un ruolo che non gli va stretto visti i 25 punti e soprattutto il canestro della vittoria a meno di 2” dalla fine della partita contro il Bayern. L’Olimpia - nell'insolista livrea nera - doveva vincere, lo ha fatto 83-81 e ora la qualificazione alle Top16 è davvero a un passo. Se i polacchi del Turow dovessero perdere a Barcellona, allora basterà una vittoria per avere in tasca le Top16 anche per l'aritmetica. Milano ospiterà a Desio il Panathinaikos nella prossima giornata (11 dicembre) mentre per l'ultimo scontro del girone è attesa in trasferta dai polacchi del Turow (18 dicembre).

    L'AVVIO — Mani gelide ad inizio gara per Milano: Dedovic e Bryant con 4 punti scrivono lo 0-6 dopo 2’30” che consiglia a Banchi di parlarci sopra. Gentile si sblocca con 4 punti, Ragland mette una tripla e la partita prende subito un’altra piega soprattutto quando l’ex-canturino mette la seconda e l’Olimpia supera sul 10-8 sl 6’. Arrivano anche un paio di fischi strani, ma è Milano a rimanere avanti alla prima sirena, nonostante un beffardo canestro di Gavel all’ultimo secondo: 20-19 al 10’. Il secondo quarto inizia come il primo: 6-0 per il Bayern che colpisce con i piccoli e con il solito, concretissimo, Savanovic per il 20-25. L’Olimpia ritrova il tiro da tre punti con Moss e Hackett, poi un tecnico alla panchina di Pesic regala un nuovo possesso a Milano, che lo capitalizza con la terza tripla di fila firmata Kleiza: 11-2 di break e 31-27 al 16’.

    pesic espulso — Nemmeno il tempo di esaurire il suono della sirena dell’intervallo lungo (37-38) che Pesic protesta ancora con gli arbitri: secondo fallo tecnico ed espulsione, con la partita che riprende da un tiro libero e possesso Olimpia. Milano adesso prova a limitare le soluzioni dal perimetro, cercando di coinvolgere maggiormente Samuels, ma McCalebb va a segnare in incursione e tiene il Bayern ancora avanti sul 45-44 dopo 4’. L’equilibrio non si spezza, Milano ha sempre più problemi di falli, ma Brooks resta seduto, Cerella fa una mini apparizione di qualche secondo e il Bayern resta avanti 60-59 al 30’. Il tema è il medesimo: l’Olimpia ritrova il canestro da tre punti con Hackett e Kleiza e rimette la testa avanti sul 67-64 a 7’ dal traguardo, dopo una magata di Samuels a rimbalzo offensivo. Ultimi 3’: Kleiza esce per cinque falli, Hackett mette una tripla, ma incredibilmente lo imita il gigantesco Bryant: 76-75. Hackett è mostruoso: 23° punto e 81-79 a 57” dalla fine. Due liberi di McCalebb, tripla di Moss che va corta e ultimo possesso Milano dopo l’errore dell’ex-Siena. Chi ci pensa? Hackett con il canestro dalla media a un secondo e mezzo dalla fine. Apoteosi.

    Milano: Hackett 25, Ragland 14, Kleiza 13, Samuels 10.
    Monaco: Schaffartzik 15, Dedovic, Savanovic e Bryant 11.
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    Basket, Eurolega, Milano-Panathinaikos 66-64. Olimpia alle Top 16
    Con la vittoria del Bayern sul Turow la certezza della qualificazione arriva a match in corso, ma è stato un gran match: Fatale errore di Diamantidis ai tiri liberi sulla sirena. Hackett ancora sugli scudi. Spike Lee tifoso accanito a bordo campo

    11 dicembre 2014 - DESIO (MB)
    MILANO-PANATHINAIKOS 66-64 (18-11, 32-28; 52-51)
    Sotto gli occhi di Spike Lee in prima fila, Milano vince una partita incredibile contro il Panathinaikos (66-64) e si qualifica alle Top 16 di Eurolega. Complice la sconfitta di Turow a Monaco, Milano avrebbe anche potuto permettersi di perdere, ma ha vinto con carattere e merito.

    il match — Il primo allungo dell’Olimpia arriva sul finire del primo quarto con una tripla di Hakcett e il contropiede di Gentile: 13-8 all’8’. A 1'30" cede un tassello del parquet di Desio e la partita si ferma. Dopo 17’ di riparazioni si riprende con Milano che non perde il filo del discorso e chiude in vantaggio 18-11 dopo la tripla di Melli. Ad inizio secondo periodo l’ex-Napoli Janis Blums, fresco di rinnovo fino a fine stagione, mette due traccianti consecutivi e per l’Olimpia è tutto da rifare. Hackett segna ancora dalla media, quindi rinuncia ad una tripla aperta per coinvolgere James: arriva la schiacciata a due mani e Milano è avanti 26-19 a metà secondo quarto. Sprazzo di grande Olimpia: Hackett intercetta e schiaccia, quindi Cerella recupera un pallone impossibile, saltando la prima fila di spettatori, mandando Kleiza a schiacciare il 30-21 al 17’.

    brividi finali — Dopo il 32-28 dell’intervallo lungo, il Panathinaikos mette la testa avanti per la prima volta con una tripla del fischiatissimo ex Fotsis. Al 25’ arriva la notizia della sconfitta del Turow a Monaco, che sancisce la qualificazione matematica di Milano. Nel frattempo Samuels mette la tripla e Moss lo segue a ruota: 44-38. Diamantidis non ci sta e sorpassa di nuovo, ma Gentile è chirurgico dalla media con il canestro del 52-51 alla terza sirena. Hackett porta a scuola Diamantidis con il gioco da tre punti, ma il greco serve un assist celestiale a Gist e Slaughter piazza la tripla del nuovo vantaggio greco: 55-56 al 34’. Cerella si appiccica a Diamantidis e Ragland mette cinque punti di fila: 60-56 Milano al 36’. Si arriva ancora in volata: Hackett questa volta sbaglia, ma Melli è eroico a rimbalzo e conquista i due liberi. Ne mette solo uno (66-64), poi Cerella è ancora super a sporcare il pallone a Diamantidis a 1'3" dalla sirena. Rimessa dal fondo per i greci: fallo di Cerella su Diamantidis che sbaglia incredibilmente il primo, poi volontariamente il secondo, ma non c’è più tempo. Vince Milano 66-64.
    MILANO: Hackett 21, Gentile 9, Samuels 8.
    PANATHINAIKOS: Slaughter 17, Blums 13, Diamantidis 12
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    Nba, Kobe Bryant sorpassa Michael Jordan
    Il Black Mamba ha scavalcato His Airness dei migliori realizzatori di tutti i tempi. Il canestro del sorpasso dalla lunetta a 5'24" dal riposo. Grazie ai suoi 26 punti, i Lakers hanno battuto Minnesota centrando la terza vittoria di fila

    15 dicembre 2014 - Milano
    Si scrive Kobe Bryant, si dice leggenda. Il Black Mamba ha completato la sua rincorsa a Michael Jordan, il mito a cui si è ispirato, sorpassandolo al terzo posto della classifica dei migliori realizzatori Nba di tutti i tempi. Il migliore ad aver mai giocato a basket è fermo a 32.292 punti, il numero 24 gialloviola lo mette nello specchietto retrovisore in Minnesota-Lakers (i Lakers vincono 100-94 con 26 punti di Bryant) con un tiro dalla lunetta. Preciso, perfetto, romanticamente forse non l'ideale per scrivere la storia. Ma è così che Kobe ha superato His Airness.
     
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