Varie calcio estero

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    El Psy Kongroo

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    Vabbè, abbastanza scabrosa come cosa
     
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    AUGUSTA TAURINORUM

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    Va a Los Angeles la Mls Cup: Chiellini (in panchina) vince anche in America

    Incredibile finale: Philadelphia va avanti nel recupero del supplementare, Bale insacca il gol del 3-3 all'ultimo secondo, con l'FC in 10. Il portiere Crepeau esce in barella: salta il Mondiale col Canada?
    Simone Sandri


    6 novembre - NEW YORK (USA)
    Finale hollywoodiano al termine di una partita che regala emozioni a non finire. LAFC trova il pareggio al settimo minuto di recupero dei supplementari e va a vincere la MLS Cup ai rigori. Una gara intensa, divertente e spettacolare si chiude sul 3-3, con il gol di Bale proprio al fotofinish, ai rigori poi la squadra californiana riesce ad avere la meglio. Le due stelle arrivate a luglio in California, sponda LAFC, Giorgio Chiellini e Gareth Bale, partono dalla panchina. Lo splendido Banc of California Stadium, la casa di LAFC, ribolle di entusiasmo ma nei primi minuti Philadelphia gioca meglio.

    LA PARTITA—
    Le occasioni arrivano con il contagocce ma proprio quando gli ospiti sembrano poter mettere la loro impronta sul match arriva al 27’ il gol di LA. Sulla punizione dal limite calciata da Acosta arriva la deviazione decisiva del 19enne McGlynn che inganna Blake. Gli Union provano a rispondere ma con le geometrie del messicano Vela la compagine californiana è pericolosa in contropiede e solo un mezzo miracolo di Blake, che non a caso ha appena vinto il premio di miglior portiere della Mls per la terza volta in carriera, evita il raddoppio. Prima del riposo arriva l’occasione per il pareggio di Uhre, ma Crepeau fa buona guardia. Parte subito con lo spirito giusto Philadelphia e alza la pressione, costringendo LAFC a chiudersi. Proprio dal piede del pericolo pubblico numero uno per la difesa dei padroni di casa arriva il pareggio al 58’. Tiraccio da distanza siderale di Martinez che il nazionale ungherese Gazdag (20 gol e 10 assist in stagione) intercetta per poi battere Crepeau. Tutto da rifare per la squadra con il favore del pronostico che fa riscaldare l’acciaccato Bale (out da un mese) ma inizia a riprendere in mano il pallino del gioco. A otto minuti dalla fine LAFC torna davanti. Splendido corner di Vela sul quale si fionda Murillo che di testa batte l’incolpevole Blake. Esplode il Banc of California Stadium ma la doccia fredda arriva dopo soli tre minuti. Punizione dalla tre quarti di Wagner che un liberissimo Elliott mette dentro di testa. I padroni di casa si riversano nella metà campo di Philadelphia ma attaccano con troppa confusione, non riuscendo cosi a creare pericoli per gli Union.

    OVERTIME— Si va ai supplementare e Steve Cherundolo, il coach di LAFC, dopo cinque minuti si gioca la carta Bale, rinunciando però alla qualità di Vela. I minuti scivolano via senza grandi occasioni fino a quando, al 110’, Carranza parte da solo in contropiede e viene messo giù al limite da un intervento di Crepeau. Una collisione paurosa, nella quale ha la peggio il portiere canadese che esce in barella (e molto probabilmente salterà il mondiale) dopo aver ricevuto il rosso. LAFC chiude quindi in 10 con il secondo portiere McCarthy che entra al posto di Opoku. Philadelphia in superiorità numerica spinge sull’acceleratore e al terzo dei nove minuti di recupero (a causa dell’infortunio di Crepeau) in mischia ancora Elliott trova il 3-2. Il più sembra fatto ma LAFC tira fuori l’orgoglio e con il talento della sua stella gallese trova l’insperato pareggio al settimo minuto di recupero. Palacios va via sulla sinistra e scodella in mezzo un cross che Bale con uno splendido colpo di testa trasforma nella rete del pareggio. Si va così ai rigori e l’eroe diventa il portiere di riserva di LA John McCarthy, nato e cresciuto proprio a Philadelphia, che para due rigori di Phila con Gazdag che ne spara un altro alto. Gli Union non riescono a segnare dal dischetto, i gol di Bouanga, Hollingshead e Sanchez regalano così il titolo Mls a LAFC.
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    A Marsiglia sassate sul pullman del Lione: Fabio Grosso ferito e sanguinante. Forse non si gioca

    Il tecnico italiano è stato colpito da un vetro rotto riportando danni al viso e al cuoio capelluto. Il suo vice Raffaele Longo avrebbe una scheggia in un occhio. Si sta valutando se far giocare o meno il match


    29 ottobre - PARIGI
    Alta tensione prima del match di Ligue 1 tra Marsiglia e Lione. All'arrivo del pullman della squadra ospite i tifosi del Marsiglia (allenato da Gattuso), che con quelli del Lione hanno una fortissima rivalità, hanno iniziato a scagliare sassi verso i vetri del mezzo, rompendo quello del posto di Fabio Grosso.

    FERITI—
    Il tecnico italiano è stato ferito al volto e al cuoio capelluto e da quanto risulta il suo vice, Raffaele Longo, sarebbe stato colpito da una scheggia di vetro in un occhio. Al momento si sta valutando di non giocare la partita.
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    A 121 anni dalla sua fondazione il Fluminense ha vinto la sua PRIMA Copa Libertadores.

    Il Brasile continua così la sua rincorsa agli arci rivali argentini, che hanno 25 allori in bacheca.
    I club brasiliani infatti hanno vinto ieri il quinto titolo continentale consecutivo, il 23° della propria storia.

    Da notare come il resto del continente assomma in tutto solo 16 vittorie, di cui la metà compiute da club uruguaiani.
    Il Nacional però non vince dal 1988, il Peñarol dal 1987.

    Detto questo, complimenti al Tricolor Carioca per questa agognata vittoria, a Fernando Diniz che è uno degli allenatori più chiacchierati del momento e pure all'ex Real Marcelo, che con ieri ha vinto il 30° titolo della sua carriera.
    Il terzino cresciuto proprio nel Flu aggiunge quindi una Libertadores alle 5 Champions League già in bacheca!
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    King of Darkness

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    Turkmenistan, l'ex dittatore fonda la sua squadra. E in 8 mesi vince il titolo

    L'Arkadag di Berdimuhamedov che ha guidato il Paese con metodi repressivi per 16 anni (ora al comando c'è il figlio) è diventato campione collezionando 20 vittorie su 20 partite. Un'ascesa fulminea che si è però trasformata in un caso internazionale.


    Gurbanguli Berdimuhamedov non è nuovo a episodi controversi. Si fa chiamare Arkadag, il protettore, ha fondato una città con il suo nome e pure costruito, nel cuore della capitale Ashgabat, una statua d’oro alta sei metri in onore del suo cane preferito, un alabai. Già dittatore del Turkmenistan, noto alle organizzazioni umanitarie per i metodi autoritari e antidemocratici del suo regime, tra i più repressivi e chiusi del mondo, ha guidato l'ex repubblica sovietica dal 2006 al 2022, registrando alle elezioni tassi di consenso oltre il 98%, prima di lasciare l'incarico di presidente al figlio Serdar e dedicarsi al calcio.

    IL TITOLO— Lo scorso aprile Gurbanguli Berdimuhamedov ha fondato la sua squadra, l'Arkadag appunto. E in meno di otto mesi è diventato campione di Turkmenistan, scrivendo la storia al primo tentativo: venti vittorie su venti, differenza reti di +56 e titolo nazionale conquistato con ben quattro giornate d'anticipo, insieme al pass per la prossima Champions d'Asia, dove potrebbe sfidare l'Al Nassr di Cristiano Ronaldo.

    CASO INTERNAZIONALE— L'Arkadag, che gioca nell'omonima città che Berdimuhamedov ha costruito nel 2019 nel sud del Turkmenistan come simbolo della sua magnificenza, s'è però trasformato anche in un caso internazionale a causa della sua rapida e controversa ascesa. Dopo aver fondato la squadra a ridosso dell'inizio della massima serie turkmena, l'ex dittatore ha "saccheggiato" gli altri club, acquistandone tutti i giocatori più forti. Una mossa che ha generato la rabbia dei tifosi avversari, che durante la stagione hanno protestato invano anche per i diversi episodi arbitrali a favore dell’Arkadag. Berdimuhamedov, dentista di professione, ha plasmato la sua squadra in tutto e per tutto, scegliendone colori sociali, nome e logo. Accusato a più riprese di sport washing, ovvero di "lavare" la propria immagine agli occhi della comunità internazionale usando lo sport, l'ex dittatore turkmeno è anche un grande amante della bicicletta. Nel 2020 ha ricevuto dalla Federazione ciclistica internazionale la massima onorificenza dell'Ordine al merito del ciclismo mondiale "per chiarissimi meriti nella promozione dello sport delle due ruote nel mondo". E ora, dopo aver vinto il campionato di calcio, Berdimuhamedov punta a coronare il sogno di ospitare in Turkmenistan i mondiali di ciclismo.
     
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    Liverpool-City 1-1: Mac Allister risponde a Stones e la Premier è più in equilibrio che mai

    L'argentino su rigore rimette tutto in equilibrio dopo il vantaggio iniziale dei Citizens, che nel finale colpiscono due legni. Sorride l'Arsenal, che mantiene la vetta della classifica

    Davide Chinellato
    La pioggia incessante di Anfield lava via tutte le residue certezze. La Premier 2023-24 è un rebus che tende sempre di più all’irrisolvibile, almeno per ora, perché l’1-1 tra Liverpool e Manchester City lascia l’Arsenal in testa per differenza reti a quota 64 punti, gli stessi dei Reds, e i campioni un punto dietro. Un intreccio che probabilmente nemmeno il prossimo scontro diretto tra le tre pretendenti, City-Arsenal il giorno di Pasqua, servirà a sbrogliare. Anche perché l’ultimo confronto in Premier tra Jürgen Klopp e Pep Guardiola, i due tecnici che l’hanno dominata negli ultimi anni, ha mostrato il lato umano del City, in difficoltà nella ripresa dopo essere andato avanti per primo, e confermato che il Liverpool può ancora crescere tanto, soprattutto quando recupererà tutti gli infortunati. La battaglia d’Inghilterra non ha avuto vincitori: ne escono probabilmente meglio i Reds, con Anfield che resta tabù per Guardiola col pubblico sugli spalti. Il City però, nonostante la sbandata della ripresa, ha retto, anche se ha perso Ederson per infortunio.

    LE CHIAVI— Il gol di Stones al 23’ del primo tempo è la punta dell’iceberg del miglior momento del City. Il pareggio su rigore di Mac Allister ad inizio ripresa ha dato il via al meglio del Liverpool. I campioni sono stati i più altalenanti: Haaland praticamente nullo; De Bruyne ispirato anche se lontano dal livello genio e arrabbiato per la sostituzione a metà ripresa; Aké, di solito una certezza in difesa, è quello che ha premuto il virtuale pulsante di autodistruzione del City, accendendo la scintilla che ha causato il rigore e l’infortunio di Ederson, che ha commesso fallo su Nuñez inseritosi su un corto retropassaggio del difensore olandese. Nemmeno Foden, il candidato del City al premio di miglior giocatore della Premier 2023-24, è servito ad accendere la scintilla. Se il rigore ha mandato in tilt il City, ha tirato fuori il meglio del Liverpool: van Dijk in difesa è stato un monumento, Endo davanti a lui ha dato ordine, Nuñez ha lavorato tanto per i compagni e Díaz ha sbagliato troppo davanti alla porta. Il City resta imbattuto dal 6 dicembre ma ha mostrato di essere vulnerabile. Il Liverpool ad Anfield non perde mai ma aveva l’occasione dare uno schiaffo ai rivali e non l’ha colta. L’ultimo Klopp-Guardiola non ha risolto la corsa alla Premier, proprio come avevano sostenuto loro due. Anzi, se possibile l’ha resa ancora più complicata.

    LA PARTITA— Il City parte meglio, ma trova il gol nel momento migliore del Liverpool: lo firma Stones, che al 23’ anticipa tutti su primo palo da corner da destra di De Bruyne. Il gol rende ancora più intrigante una partita già bella, ma gli attacchi del Liverpool sono confusi, quelli del City poco efficaci e l’1-0 ospite è il risultato da cui ricomincia la ripresa. Dura poco: al 47’ Ederson stende Nuñez in area su retropassaggio troppo corto di Aké e l’arbitro concede il rigore, trasformato nel pareggio da Mac Allister al 50’. Oltre al danno del gol, per il City c’è anche la beffa dell’infortunio a Ederson, che si fa male alla coscia destra nel fallo da rigore e poco dopo viene rimpiazzato da Ortega. I campioni sbandano per almeno 20’, graziati due volte da Diaz, e allora Guardiola li riequilibra togliendo De Bruyne. La mossa funziona perché il City smette di imbarcare acqua, colpendo un palo all’89’ con Doku, che al 99’ rischia il rigore con un intervento in area su Mac Allister che la Var giudica regolare. Il risultato non cambia più. E la Premier resta una corsa a tre ancora indecifrabile.
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    Bayer Leverkusen nella storia: per la prima volta è campione tedesco

    Un 5-0 al Werder Brema che vale il titolo. Interrotto il dominio di 11 anni del Bayern: è la tredicesima squadra a diventare campione di Germania da quando esiste la Bundesliga (1963)

    Elmar Bergonzini
    14 aprile 2024 - MILANO
    Si è fatta la storia. Il Leverkusen ha vinto, la partita con il Werder Brema, certo, ma soprattutto il campionato. Il Bayer, che interrompe il dominio di 11 anni del Bayern Monaco, ha trionfato per la prima volta in Bundesliga. È la tredicesima squadra a diventare campione di Germania da quando esiste la Bundesliga (cioè dal 1963). Lo fa al termine della 29esima giornata: solo il Bayern nel 2014 (27esima giornata) e nel 2013 (28esima) ha chiuso il campionato prima. Per battere il Werder (5-0) sono serviti i gol di Boniface, su rigore, al 25', quello di Xhaka al 60' e Wirtz al 69', all'83' e al 90'. Con la vittoria di oggi il Leverkusen è rimasto imbattuto anche per la 43esima partita stagionale, pareggiando il record stabilito dalla Juventus di Conte nel 2011-12. Ma è un primato che oggi, giustamente, passa in secondo piano.

    LA GARA—
    Il Leverkusen non perde tempo e attacca dai primi minuti a caccia del gol che vale il titolo. All'8' la prima occasione dell'incontro: Tella ha spazio per crossare sul secondo palo dove Hincapié calcia a botta sicura, ma Zetterer è bravo a respingere. Al 22' è ancora Tella a mettere la palla in mezzo dove Hofmann viene però atterrato da Malatini: per l'arbitro, dopo l'intervento del Var, è rigore che Boniface trasforma. Sbloccata la partita, per il Leverkusen è tutto in discesa: al 28' è Xhaka a sfiorare il 2-0, al 29' prima Tah, poi Boniface. La squadra di Xabi Alonso domina, non rischia e continua a creare: al 38' Adli colpisce la traversa al 38'.

    LA RIPRESA— Nel secondo tempo, se possibile, il Leverkusen ha la vita ancor più facile: Wirtz non inquadra la porta solo di poco al 59', pochi secondi dopo è Xhaka a metterla nell'angolino con un tiro potente da circa 25 metri. Entra anche Schick, che al 63' mette in porta Hofmann, che da ottima posizione però calcia fuori. Il Werder Brema non c'è, non riesce a reagire, e il Leverkusen continua a divertirsi, trascinato dal pubblico che ha inevitabilmente riempito lo stadio. Al 69' arriva così anche la perla del gioiello di casa Wirtz, che sorprende Zetterer con un'altra conclusione da fuori e fa 3-0. Il talento classe 2003 segna, in contropiede, anche il 4-0, che spinge i tifosi, impazienti, a invadere il terreno di gioco già all'83'. Dopo qualche minuto la partita riprende fra i fumogeni: giusto il tempo di arrivare al 90' e festeggiare prima il 5-0 di Wirtz e poi, senza neanche riprendere il gioco, il titolo. Conquistato per la prima volta nella storia. Con la consapevolezza che questa squadra, a Leverkusen, è già leggenda.
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    sempre bello quando non vincono le squadre di palazzo o dei mafiosi
     
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    Ancelotti, è festa! Il Girona ribalta il Barça: il Real è campione di Spagna per la 36ª volta

    La squadra di Carlo ha battuto 3-0 il Cadice, a seguire il Barcellona va ko 4-2 contro i cugini che si piazzano al secondo posto a 13 punti di distacco dai blancos, troppi a quattro giornate dalla fine del torneo

    4 maggio 2024 - MADRID
    Campione allo stadio, ma davanti al televisore. Il Madrid ha vinto la sua 36a Liga dopo aver battuto 3-0 il Cadice e restando poi al Bernabeu a vedere Girona-Barcellona. Il Real aveva bisogno che il Barça non vincesse: la squadra di Xavi è andata due volte in vantaggio ma ha perso 4-2, come all’andata a Montjuic. Il Girona, prima stagione in Liga nel 2017, è matematicamente e storicamente in Champions e a 4 giornate dalla fine ha superato i rivali al secondo posto, che vale l’accesso alla Supercoppa europea e ai suoi milioni. A Montilivi festa sfrenata.

    SUPER CARLO—
    Per il Madrid una Liga colossale: una sola sconfitta, in settembre al Metropolitano contro l’Atletico, e da allora 28 giornate di imbattibilità, eguagliato il record del club stabilito nel 1990 con Toshack. Per Ancelotti titolo numero 26 in carriera e 12 col Madrid: +1 su Zidane e -2 sul mito Miguel Muñoz, che potrà essere superato la prossima stagione. Ancelotti ha vinto due Liga negli ultimi 3 anni ed è arrivato a 6 titoli nazionali: quello spagnolo è il suo primo ‘doblete’ in un campionato.

    SFIDA IMPARI— Al Bernabeu aria di festa e sfida impari tra due squadre alla fine separate da 61 punti, col Madrid alla settima vittoria consecutiva e il Cadice in zona retrocessione. Carlo ha fatto un turnover massiccio cambiando 10 uomini rispetto alla partita di Monaco col Bayern. Confermato solo Nacho, chiamato ad affrontare il fratello Alex. Tra i pali è tornato Courtois, dopo 355 giorni di assenza per la rottura di un legamento e poi di un menisco. Il belga è stato decisivo: dopo un primo tempo senza emozioni Chris Ramos si è presentato solo davanti al belga che si è fatto enorme e ha fermato il tiro dell’avversario, e sul rovesciamento di fronte Brahim si è inventato un gran gol con un tiro sul palo lontano quando era circondato da 3 avversari. Sesto gol in Liga, decimo stagionale.

    FESTA ANTICIPATA— Cadice depresso e Madrid di nuovo in gol con Bellingham, appena entrato e servito dallo stesso ex milanista, e nel recupero con Joselu, che un attimo prima aveva preso il palo, rete gentilmente offertagli da Nacho. Al Bernabeu i giocatori hanno festeggiato in campo e si sono poi messi a vedere la partita in tv dentro lo stadio, la polizia ha transennato la fontana di Cibeles in previsione delle feste dei parrocchiani blancos.

    BOTTA E RISPOSTA— A Montilivi inizio frenetico: gol spettacolare di Christensen, controllo di petto su gran taglio di Lamine Yamal e destro al volo incrociato dopo 2 minuti e 34 secondi, Girona che batte e in un’azione che passa dai piedi di Miguel Gutierrez e Ivan Martin arriva al pareggio con un colpo di testa di Dovbyk al 3’44”, 70 secondi dopo. L’ucraino, a segno nelle ultime 5 giornate, difende il pichichi: ha fatto 20 gol, 2 in più di Bellingham e 3 in più di Sorloth e Lewandowski, che nel recupero del primo tempo dopo una traversa di Gundogan ha trasformato un rigore non visto dall’arbitro e assegnato al Var per un fallo di Miguel Gutierrez sul solito eccezionale Lamine Yamal.

    INCREDIBILE PORTU— Nella ripresa la partita è rimasta aperta, con occasioni per entrambe le squadre. Decisiva il cambio di Portu per Tsygankov. Al 65’, entrato giusto qualche secondo prima, Portu ha pareggiato su assist di Dovbyk lanciato in maniera sciagurata da SergI Roberto. E al 67’, dopo appena 118 secondi, gara rovesciata: contropiede del Girona aperto da un altro errore di Sergi Roberto, Aleix Garcia lancia Portu che serve Miguel Gutierrez, tiro deviato da Kounde e Girona in vantaggio. L’incredibile Portu al 75’ ha suggellato il magnifico pomeriggio del Girona con un golazo fenomenale: destro al volo spettacolare in diagonale su lancio di Savio dalla trequarti. Nella pancia del Bernabeu è partita la festa dei giocatori, mentre i tifosi del Madrid hanno iniziato ad avviarsi sul Paseo de la Castellana verso Plaza de Cibeles. La Liga è in bacheca, mercoledì può arrivare anche la finale di Champions.
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