Varie calcio estero

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    Israele, aggredito Zahavi. Sospeso il derby di Tel Aviv e 10 arresti
    Un tifoso entra in campo per punire l'ex fantasista del Palermo cresciuto nell'Hapoel e passato ai rivali del Maccabi dopo la parentesi italiana. Ne nasce una rissa e l'arbitro manda tutti negli spogliatoi

    04 novembre 2014 - Milano
    Che il problema hooligans esista ancora non c' è dubbio. E quanto accaduto di recente è lì a dimostrarlo, dopo gli incidenti delle scorse settimane in alcune partite delle qualificazioni europee e in quelle del campionato francese. L'ultima notizia è di ieri e arriva da Israele dove il derby tra Maccabi e Hapoel Tel Aviv è stato sospeso per invasione di campo.

    ZAHAVI, il TRADITORE — Motivo della sospensione della gara, avvenuta sull’1-1 al 34’ del primo tempo, anche una vecchia conoscenza del calcio italiano: Eran Zahavi. L’ex fantasista del Palermo è cresciuto nell'Hapoel, ma dopo la parentesi italiana, è ritornato in patria nelle fila dei rivali del Maccabi. "Colpa" indelebile che un tifoso ha pensato di punire scendendo sul terreno di gioco per aggredire il giocatore. Zahavi ha cercato di difendersi, ma è stato espulso per condotta violenta e a quel punto è scoppiato il finimondo. Il cartellino rosso infatti ha scatenato la reazione dei tifosi del Maccabi, che hanno invaso a loro volta il terreno di gioco, causando la fine anticipata della partita.

    10 ARRESTI — “Un giorno nero per il calcio israeliano – ha commentato il general manager dell’Hapoel, Eyal Berkovic – ma è da tempo che si respira questo clima: il calcio sta diventando una specie di guerra”. Nel frattempo la polizia ha già arrestato 10 persone.
     
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    Sagnol: "Giocatori africani poco intelligenti". È bufera in Francia


    Il tecnico del Bordeaux: "Sono giocatori forti fisicamente, ma nel calcio serve anche tecnica e disciplina". L’ex compagno di nazionale Thuram: "Willy, mi hai deluso"

    05 novembre 2014 - Parigi
    Doveva essere un’intervista tranquilla per parlare di calcio con tifosi e lettori locali e invece si è trasformata in una bufera mediatica con risvolti razzisti. Al centro della polemica Willy Sagnol, tecnico esordiente sulla panchina del Bordeaux, che parlando con Sud Ouest si è lasciato andare in un’analisi ambigua sui giocatori africani, “poco costosi ma poco intelligenti”. Frasi che hanno provocato la reazione di Lilian Thuram e quella dell’associazione Sos Racisme che chiede sanzioni. Mentre il club ha cercato di difendere l’allenatore con un comunicato altrettanto ambiguo. In Inghilterra, invece, Yaya Touré ha risposto in un’intervista con la BBC agli insulti razzisti.
    inchiesta — Una presa di posizione radicale, quella del centrocampista del Manchester City, bersagliato da offese razziste inviate sul suo account twitter, appena riaperto: “E’ necessario – ha spiegato Touré – far capire a questa gente che si comporta nel modo sbagliato e anche alla Fifa che si sta muovendo nel modo sbagliato per combattere il problema. Per me il calcio non ha colore e lo sport è gioia, non violenza”. La polizia nel frattempo ha avviato un’inchiesta.

    africani — Il Bordeaux invece non intende sanzionare Sagnol per la sua analisi sui calciatori africani: “Finché sarò io allenatore – ha dichiarato l’ex c.t. dell’Under 21 francese – prenderemo meno giocatori africani perché non ho voglia di ritrovarmi ogni due anni senza una dozzina di calciatori per colpa della Coppa d’Africa. Il vantaggio del giocatore tipico africano è che costa poco e che in genere è pronto a battersi e che viene sempre definito potente in campo. Ma il calcio non è solo questo, è anche tecnica, intelligenza, disciplina. Serve tutto, anche dei nordici, che mi piacciono perché hanno una bella mentalità”.

    thuram — Analisi che ha scatenato un putiferio, con Sagnol accusato di razzismo dall’associazione Sos Racisme che chiama in causa Federcalcio e Lega. Sul caso è intervenuto anche l’ex collega Thuram con cui Sagnol disputò il Mondiale 2006: “Sono sorpreso e deluso - ha detto l’ex bianconero all’Equipe -, spero Sagnol trovi il modo di precisare o smentire. Purtroppo certi pregiudizi persistono. Si deve fare attenzione a quel che si dice. Frasi simili hanno effetti sui ragazzi africani o di origine africana, a cui si nega intelligenza e disciplina e li si rinchiude nelle loro caratteristiche fisiche. Quella di Sagnol è una visione simile allo scandalo delle quote”. Il riferimento dell’ex bianconero è al polverone sollevato nel 2011 dalle rivelazioni sull’allora c.t. della Francia Laurent Blanc che aveva avallato nel 2010 l’idea di ridurre il numero di ragazzi più possenti fisicamente, genericamente identificati come di origine straniera e in particolare africana, nei centri di formazione, per puntare sulle qualità tecniche degli altri.

    gaffe — Se Blanc allora pensò alle dimissioni, rimanendo però al suo posto fin dopo l’Europeo, oggi il Bordeaux non intende spingere verso l’uscita Sagnol, difeso però con un comunicato gaffe dal club che “indignato dalla polemica e in replica alle malelingue” ricorda che il tecnico “ha scelto come capitano Sané”, giocatore di colore, ma nato e cresciuto in Francia, anche se di nazionalità calcistica senegalese.
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    Povero Sagnol, non sai che in questa società ipocrità non puoi dire nulla contro una categoria "svantaggiata" che subito ti danno del razzista?
    Che poi, diciamo la verità, non ha detto nulla di strano. È dal mundial di Spagna 82 che aspettiamo l'exploit di una squadra africana. Finisce che vinceranno prima gli USA, altro che balle.
    P.s. Il titolo della Gazza è il solito specchietto per allodole
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    Coppa d'Africa, virus Ebola: il Marocco rifiuta l'ultimatum, ormai è no definitivo


    Il Paese nordafricano continua la sua battaglia con la Caf e respinge l'ultimatum. La competizione potrebbe giocarsi in un altro Stato oppure essere cancellata

    08 novembre 2014 - Milano
    Il Marocco ha ribadito la sua richiesta di rinviare la Coppa d'Africa del 2015 e reclama, ancora una volta, lo slittamento di un anno della competizione a causo dello scoppio del virus Ebola. Respinto, quindi l'ultimatum della Caf, la federazione calcistica africana: è praticamente escluso, quindi, che il Marocco possa ospitare la manifestazione.

    scenari — Le decisioni ufficiali sulla competizione, che è programmata dal 17 gennaio all'8 febbraio dell'anno prossimo, sarà presa nella prossima settimana: è previsto un incontro tra le parti in causa il prossimo 11 novembre al Cairo per "prendere le decisioni necessarie", come recita il documento della Caf. Le ipotesi suggeriscono due scenari: lo svolgimento della prova in un altro Paese o la cancellazione pura e semplice dell'evento, che comunque sembra andare contro alle volontà della Caf, anche per ragioni economiche. Il Marocco, a sua volta, rischia una lunga squalifica dai tornei nazionali.

    alta pericolosità — Il virus Ebola ha già causato oltre 5 mila morti in Africa occidentale (soprattutto in Guinea, Liberia e Sierra Leone) e il Ministero della salute marocchino ha parlato di "ragioni sanitarie di altissima pericolosità" soprattutto per il rischio che i tifosi delle zone più colpite dal virus possano portare con loro il virus.
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    Coppa d'Africa, la Caf squalifica il Marocco. Ma si giocherà



    Dopo il rifiuto di organizzare il torneo per l'allarme Ebola, Benatia e compagni sono stati esclusi dalla prossima Coppa d'Africa. Al vaglio altre candidature per ospitare la manifestazione

    11 novembre 2014 - Milano
    La Coppa d'Africa è piombata ufficialmente nel caos. Dopo il rifiuto del Marocco di organizzare il torneo, spinto dai timori per la diffusione del virus dell'Ebola, la Caf ha deciso di escludere Benatia e compagni dalla manifestazione che dovrebbe aver luogo dal 17 gennaio all'8 febbraio prossimi.

    sanzioni — Il braccio di ferro tra la federazione marocchina e la Caf è durato giorni, con la richiesta del paese organizzatore di rinviare la manifestazione per ragioni sanitarie e l'inflessibilità della Confederazione africana nel proseguire con il programma stabilito. Lunedì, il ministro dello Sport marocchino ha comunicato la rinuncia ad ospitare la Coppa, una decisione che ha spinto la Caf a riunirsi oggi a Il Cairo per valutare la situazione: "A seguito del rifiuto della Federazione marocchina, il comitato esecutivo ha deciso che il Marocco viene automaticamente squalificato e non prenderà parte alla 30ª edizione della Coppa d'Africa nel 2015", si legge in una nota, che prefigura altre sanzioni a carico del paese maghrebino: "Il Comitato Organizzatore può successivamente applicare le sanzioni necessarie in seguito al mancato rispetto delle clausole contrattuali da parte della Federazione Reale Marocchina".

    altre candidature — Appreso il rifiuto del Marocco, l'altro nodo da sciogliere riguardava il futuro del torneo. Due le ipotesi in campo: rinunciare alla Coppa d'Africa 2015 oppure nominare un nuovo paese ospitante. In merito, sono già arrivati i "no" di Egitto, Sudan, Sud Africa e Ghana. Eppure la Caf sembra orientata a seguire proprio questa seconda strada. Dalla riunione è emersa la volontà di organizzare il torneo in un altro paese, precisando che le candidature sarebbero già numerose: "Queste candidature sono attualmente al vaglio e il Comitato esecutivo al più presto prenderà una decisione indicando luogo e data del sorteggio per la fase finale", ha spiegato la Caf.
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    Argentina, nasce la Primera a 30 squadre. Addio "apertura" e "clausura"


    La riforma, se ne parlava da mesi, è epocale. A partire dall'agosto 2015 si disputerà un campionato unico

    12 novembre 2014 - BUENOS AIRES
    Se ne parlava da mesi. L'idea di Julio Humberto Grondona, ex presidente dell'Afa (la Federazione di Buenos Aires), scomparso il 30 luglio scorso, adesso è ufficiale e si tratta di una vera e propria rivoluzione: il campionato argentino di calcio cambia pelle e si trasforma. A partire dal prossimo anno ci saranno 30 squadre che disputeranno un campionato unico, la "Primera", che sostituisce gli attuali due di "apertura" e di "chiusura"). Lo ha comunicato la Federcalcio argentina, alle prese però con problemi di organizzazione legati alle promozioni dalla serie inferiore e ai premi. Tra febbraio e giugno si dovrebbe svolgere un altro torneo di transizione, in attesa di una decisione definitiva che prevederebbe la partenza del nuovo campionato nell'agosto 2015 con conclusione nel giugno 2016. Come previsto a inizio stagione, dalla seconda divisione verranno promosse ben dieci squadre. Ma la formula è ancora un mistero. Così come il meccanismo di retrocessioni e promozioni che dovrà gradualmente riportare la prima divisione a 20 squadre (perché questo è l’obbiettivo annunciato, seppur senza chiarirne tempi e modalità).
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    CITAZIONE (Shagrath82 @ 11/11/2014, 18:23)
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    Coppa d'Africa, la Caf squalifica il Marocco. Ma si giocherà



    Dopo il rifiuto di organizzare il torneo per l'allarme Ebola, Benatia e compagni sono stati esclusi dalla prossima Coppa d'Africa. Al vaglio altre candidature per ospitare la manifestazione

    11 novembre 2014 - Milano
    La Coppa d'Africa è piombata ufficialmente nel caos. Dopo il rifiuto del Marocco di organizzare il torneo, spinto dai timori per la diffusione del virus dell'Ebola, la Caf ha deciso di escludere Benatia e compagni dalla manifestazione che dovrebbe aver luogo dal 17 gennaio all'8 febbraio prossimi.

    sanzioni — Il braccio di ferro tra la federazione marocchina e la Caf è durato giorni, con la richiesta del paese organizzatore di rinviare la manifestazione per ragioni sanitarie e l'inflessibilità della Confederazione africana nel proseguire con il programma stabilito. Lunedì, il ministro dello Sport marocchino ha comunicato la rinuncia ad ospitare la Coppa, una decisione che ha spinto la Caf a riunirsi oggi a Il Cairo per valutare la situazione: "A seguito del rifiuto della Federazione marocchina, il comitato esecutivo ha deciso che il Marocco viene automaticamente squalificato e non prenderà parte alla 30ª edizione della Coppa d'Africa nel 2015", si legge in una nota, che prefigura altre sanzioni a carico del paese maghrebino: "Il Comitato Organizzatore può successivamente applicare le sanzioni necessarie in seguito al mancato rispetto delle clausole contrattuali da parte della Federazione Reale Marocchina".

    altre candidature — Appreso il rifiuto del Marocco, l'altro nodo da sciogliere riguardava il futuro del torneo. Due le ipotesi in campo: rinunciare alla Coppa d'Africa 2015 oppure nominare un nuovo paese ospitante. In merito, sono già arrivati i "no" di Egitto, Sudan, Sud Africa e Ghana. Eppure la Caf sembra orientata a seguire proprio questa seconda strada. Dalla riunione è emersa la volontà di organizzare il torneo in un altro paese, precisando che le candidature sarebbero già numerose: "Queste candidature sono attualmente al vaglio e il Comitato esecutivo al più presto prenderà una decisione indicando luogo e data del sorteggio per la fase finale", ha spiegato la Caf.

    No, scusate: il Marocco dimostra di essere molto più attento e civile degli altri paesi, preoccupandosi della salute dei suoi cittadini e degli ospiti, e come premio lo squalificano? Che federazione di merda che è la CAF
     
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    River-Boca 1-0. I “Millonarios” volano in finale di coppa Sudamericana

    Spettacolare superclasico al Monumental deciso da un gol di Pisculichi. Gli “Xeneizes” sprecano un rigore e chiudono in 10 per l’espulsione di Diaz. Finale d’andata il 3 dicembre a Medellin contro l’Atletico, ritorno una settimana dopo a Buenos Aires.
     
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    Psg, Ibra riceve il re di Svezia al Parco dei Principi. Borg: "Lui è la Svezia"

    L'attaccante ha declinato l’invito all’Eliseo di stasera in onore di Carlo XVI Gustavo, in visita ufficiale in Francia. Così sarà il sovrano ad andare al Parco dei Principi. Intanto la leggenda del tennis gli lancia la sfida: "Penso che con una racchetta in mano potrei batterlo..."


    02 dicembre 2014 - Milano

    La settimana scorsa si era auto incluso nel suo undici ideale, definendosi con la solita ironia come un “dio”. Normale quindi che se Ibrahimovic non va dal re, sia il re ad andare da Ibrahimovic. Un po’ come la montagna e Maometto. L’icona svedese poi viene nobilmente schiaffeggiato dal guanto di Bjorn Borg per una sfida sui campi da tennis.

    ibra e il re — L’ex rossonero comunque continua a dare priorità al Psg, impegnato domani a Lilla. Per questo ha declinato l’invito all’Eliseo di stasera in onore del re di Svezia Carlo XVI Gustavo, in visita ufficiale in Francia. Così il monarca sarà a sua volta ricevuto nella reggia personale di Ibrahimovic, cioè il Parco dei Principi, stamane insieme alla regina Silvia. Incontro organizzato dal presidente Nasser Al Khelaifi, braccio destro dell’emiro del Qatar, per evitare l'inconveniente diplomatico.

    ibra&BORG — Anche perché Ibrahimovic è l’icona della Svezia. Anzi, secondo Borg, intervistato dal Parisien, “Zlatan è più conosciuto dell’Ikea nel mondo, e sicuramente più di quanto non lo fossi stato io a suo tempo”. L’ex campione compara però il suo connazionale a uno statunitense: “Ibrahimovic mi piace molto. Come me quando si fissa un obiettivo ce la mette tutta per raggiungerlo. Io però ero molto più calmo. Per temperamento lo paragonerei piuttosto a John McEnroe”. Così, anche in memoria delle grandi sfide dell’epoca, Borg lancia il guanto: “Mi piacerebbe affrontarlo su un campo da tennis, anche se è un grande atleta penso che potrei batterlo”. Palla a Zlatan.
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    Cruz Azul-Real Madrid 0-4: gol di Ramos, Benzema, Bale e Isco


    La squadra di Ancelotti, alla 21esima vittoria di fila, ora aspetta la vincente di San Lorenzo-Auckland. Casillas para un rigore, Ronaldo non segna, ma dà spettacolo

    16 dicembre 2014 - Milano
    Una passeggiata sì, anche se con qualche piccolo brivido sul percorso. Il Real Madrid inanella la 21esima vittoria consecutiva e agguanta la finale del Mondiale per Club rifilando a Marrakech un pesante 4-0 ai messicani del Cruz Azul. Ora aspetta di conoscere il nome del prossimo avversario: gli argentini del San Lorenzo o i neozelandesi dell’Auckland? Deciderà il campo domani, poi sabato la finale.

    spietati — Ancelotti schiera tutto il suo arsenale, non risparmiando nessuno dei big per la finale. I messicani, reduci dal 3-1 ai Wanderers nei quarti di finale, non sono affatto remissivi in partenza, anche se la prima occasione è spagnola: Corona para bene su Ronaldo al 2’. Il portiere, però, va a farfalle sul cross di Kroos al 14’, consentendo a Sergio Ramos di sbloccare il match di testa. Strada spianata per la banda Ancelotti. Il Cruz Azul ci prova con Rojas, ma al 36’ arriva il raddoppio Real: Dani Carvajal sfonda sulla destra e sul suo cross basso, Benzema è rapido ad anticipare tutti mettendo in rete. Il Madrid si rilassa dopo il 2-0 e ci vuole un super Casillas per portare i suoi all’intervallo senza gol al passivo. Perché Sergio Ramos si distrae e stende Pavone (ex Betis) in area al 39’: dal dischetto calcia Torrado e il portiere della nazionale spagnola para. Secondo rigore neutralizzato da Casillas nel giro di quattro giorni, dopo quello all’Almeria. Un minuto più tardi, Illarramendi sbaglia il passaggio all’indietro lanciando Pavone e anche qui è Casillas bravo a respingere. Ronaldo intuisce la minaccia e cerca di svegliare i suoi con una bomba da 30 metri fuori di poco.

    in discesa — Le speranze del Cruz Azul di un’improbabile rimonta svaniscono al 5’ della ripresa, quando il trio delle meraviglie Benzema-Ronaldo-Bale confeziona il 3-0 che manda in ghiaccio l’incontro. Il francese apre per CR7 che pennella sul secondo palo: l’ex Tottenham ci mette la testa e addio Corona. Manca solo il sigillo di Cristiano. Il portoghese regala giocate di fino, come una cilena spettacolare e una rabona di lusso, che muoiono però tra le braccia del portiere messicano. Di gol, per una volta, non c’è ombra. Il Cruz Azul non si arrende e con il nuovo entrato Barrera va vicino a riaprire il match al 21’ (palo dal limite dell’area di rigore). Ma il Real ha troppo talento per non far male nelle ripartenze: Ronaldo serve Isco, che si libera di un avversario e cala il poker. Alla festa vorrebbe partecipare anche Khedira, ma il suo appoggio di testa finisce sul palo. Sarebbe stato francamente troppo per il povero Cruz Azul. E la partita si chiude con un’altra parata di Corona su Ronaldo. No, niente da fare per Cristiano.
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    Mondiale per Club, il San Lorenzo piega l'Auckland ai supplementari: 2-1


    Nella seconda semifinale gli argentini superano i neozelandesi grazie al gol di Matos al 93'. Alla rete del vantaggio dell'ex Catania Barrientos aveva risposto Berlanga. Sabato la finale contro il Real Madrid


    17 dicembre 2014 - Milano
    Un regalo a Papa Francesco, uno a sé stesso. Il San Lorenzo, nel giorno del compleanno di Papa Bergoglio (grande tifoso del Ciclón), supera l'Auckland City dopo i tempi supplementari, e raggiunge la finale del Mondiale per Club contro il Real Madrid. Non è stata una passeggiata, non fosse altro perché non sono bastati i 90' minuti regolamentari, ma alla fine Yepes e compagni raggiungono il risultato minimo della loro spedizione in Marocco, vincendo 2-1 sui neozelandesi.

    i neozelandesi — L'Auckland, campione neozelandese e vincitore dell'ultima Coppa d'Oceania, non sembra la solita squadra materasso che arriva da tutt'altra parte del mondo. Il livello non è elevato, è chiaro, ma la difesa, ad esempio, si basa su tre calciatori dal background europeo: John Irving, inglese di 25 anni cresciuto nell'Everton, Angel Berlanga, spagnolo classe '87, e il croato Mario Bilen, arrivato in Nuova Zelanda l'anno scorso dopo una carriera tra Croazia, Albania e Bosnia. La "stella", se così possiamo definirla, è Emiliano Tade, punta argentina di 26 anni, da 5 in Nuova Zelanda con più di 50 gol in un'ottantina di presenze.

    vantaggio barrientos — La vera sorpresa della partita è che il San Lorenzo non ha la gara in mano: per gran parte del primo tempo il pallino del gioco è infatti in mano all'Auckland, che amministra in modo sterile il pallone, senza mai creare grossi grattacapi alla retroguardia argentina. Sembra che il San Lorenzo sia certo di vincere, quindi preferisce mantenere i ritmi bassi e "salvare la gamba" per la finale, in attesa che il gol arrivi. Cosa che succede allo scadere del primo tempo, quando Barrientos, che in Italia ricordiamo con la maglia del Catania, raccoglie un cross dal fondo, si alza il pallone con il destro e batte il neozelandese Williams col sinistro.

    supplementari — Strada in discesa per gli argentini? Neanche a dirlo. Al 62' l'argentino Kannemann si divora il colpo di testa del 2-0 e dopo 5' arriva l'inatteso pareggio dell'Auckland, complice uno svarione difensivo della difesa del San Lorenzo (e un errore in uscita di Torrico), del quale approfitta Berlanga. L'1-1 regge fino al 90', nonostante almeno una chance nitida per parte. Paradosso: il San Lorenzo che voleva risparmiarsi è invece costretto ai tempi supplementari. La pausa, comunque, fa bene agli argentini, che rientrano con altro piglio e passano in vantaggio dopo appena 3': a segnare è Matos, che raccoglie una palla vagante e manda in rete di prima intenzione. Il 2-1 resiste fino al 120': a passare è il Ciclón, mentre all'Auckland non resta che una sconfitta a testa altissima. La finale, quindi, sarà quella annunciata, ma contro il Real visto ieri a questo San Lorenzo servirà un miracolo. Capito, Francesco?
     
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    Secondo me il Real li asfalta questi

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    Kazu Miura rinnova con lo Yokohama Fc: è il calciatore più vecchio in attività


    L’ex attaccante del Genoa, primo giapponese in A, giocherà sino a 48 anni nella serie B giapponese

    20 dicembre 2014 - Milano
    Arrivato in prestito gratuito al Genoa nel 1994 con l’etichetta di fenomeno nonché di primo giapponese a sbarcare in Serie A (un’operazione commerciale gestita personalmente dall’allora presidente Spinelli), in Italia Kazuyoshi Miura un fenomeno lo divenne per davvero. Ma del genere “paranormale” caro a Mai Dire Gol, che infatti ne fece uno dei protagonisti indiscussi della fortunata rubrica. Viste le premesse, non stupisce che la sua esperienza tricolore si risolse dopo appena un campionato, 21 presenze (perlopiù sostituzioni) e un solo gol (che lo fece però entrare nella storia del club perché messo a segno nel derby con la Samp). E altrettanto poco fortunata fu la parentesi con la Dinamo Zagabria nel 1999 (12 partite, 0 reti), al termine della quale Miura decise di tornare in patria, dov’era già un idolo prima di andare a cercar fortuna in Europa (venne infatti eletto giocatore dell’anno 1993 coi Tokyo Verdy) e tornò ad esserlo non appena rimesso piede nel Sol Levante (un totale di 537 presenze e 169 gol in campionato e una qualificazione sfiorata per Usa ‘94 e raggiunta per Francia ‘98 con la Nazionale)

    “king kazu” resta sul trono — Ma a dispetto dei 47 anni suonati (è nato nel 1967, come Roberto Baggio e Paul Gascoigne), “King Kazu”, come lo chiamano ancora oggi in Giappone mentre da noi in Italia era semplicemente “Kazu”, non ha alcuna intenzione di abdicare al trono. Non a caso, quelli dello Yokohama FC, squadra che milita nella serie B nipponica, gli hanno appena fatto firmare il rinnovo del contratto per un’altra stagione. Il che significa che l’inossidabile attaccante giocherà almeno fino a 48 anni, diventando così il calciatore in attività più vecchio del pianeta. Quando si dice, un usato ultra garantito.
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    Il mitico Miura!!!! :inchino:
     
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