Ciclismo: topic unico

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    Parigi-Roubaix epica, trionfa Colbrelli. Che vittoria nel fango!

    L'azzurro vince in volata un'edizione caratterizzata dal maltempo. Bravissimo anche Moscon, a lungo in testa
    Ciro Scognamiglio

    3 ottobre - MILANO
    Sonny Colbrelli ha vinto la Parigi-Roubaix! L'azzurro ha battuto in uno sprint a tre Vermeersch e Van der Poel. L'Italia torna a trionfare dopo oltre 20 anni, l'ultimo successo era stato di Tafi nel 1999. E in un'edizione resa ancor più epica del solito dalle condizioni meteo (pioggia battente all'inizio e stradine piene di fango), resta anche il rammarico per la sfortuna che ha privato l'azzurro Gianni Moscon di un successo che avrebbe strameritato. Il 27enne trentino della Val di Non ha prima bucato e poi è caduto quando aveva un largo vantaggio sugli inseguitori, a poco più di 25 km. dall'arrivo.

    STAGIONE MAGICA - É davvero una stagione magica quella di Sonny Colbrelli, che a giugno aveva vinto il campionato italiano a Imola e a settembre il campionato europeo a Trento. Bresciano, 31 anni, corre per la Bahrain-Victorious e come Vermeersch e Van der Poel era al debutto nella regina delle classiche, che ha visto una edizione bagnata come non succedeva dal 2002. E’ anche la prima volta che si è corsa a ottobre, a causa della pandemia dopo l’annullamento dell’edizione 2020. Prima di oggi, l’ultima Roubaix si era disputata il 14 aprile 2019 e aveva vinto Gilbert.

    L'Italia torna a trionfare dopo oltre 20 anni, l'ultimo successo era stato di Tafi nel 1999. E in un'edizione resa ancor più epica dal meteo, resta anche il rammarico per la sfortuna che ha fermato l'altro azzurro Gianni Moscon. Il commento di Luca Gialanella e Antonino Morici
    "Colbrelli nella storia come Moser, Ballerini e Tafi. Può vincere anche il Fiandre"

    IMPRESA - Quella di Colbrelli resta comunque una impresa storica, indimenticabile, anche appunto per le difficilissime condizioni meteo che hanno via via eliminato molti favoriti anche a causa delle cadute (tra cui per esempio Peter Sagan). È stato davvero bravissimo il bresciano, che ha pedalato sempre nelle prime posizioni rispondendo a ogni attacco di Van der Poel e poi muovendosi in prima persona a 90 km dall’arrivo. Nel finale, con condizioni meteo migliorate, Moscon era frenato dalla sfortuna mentre Colbrelli riusciva a emergere con Van der Poel e Vermeersch. Fino all’apoteosi nello storico velodromo di Roubaix.

    ORDINE D’ARRIVO : 1. Sonny COLBRELLI (Bahrain-Victorious) 257,7 km in 6.01’57”, media 42,719; 2. Vermeersch (Bel); 3. Van der Poel (Ola); 4. Moscon a 44”; 5. Lampaert (Bel) a 1’16”; 6. Laporte (Fra); 7. Van Aert (Bel); 8. Van Asbroeck (Bel); 9. Boivin (Can); 10. Haussler (Aus); 11. Rutsch (Ger); 12. Walscheid (Ger). 19. Mozzato a 6’21”.
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    Che impresa quella di Colbrelli, ma avrebbe meritato maggiormente Moscon
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    Mondiali pista,Viviani finalmente oro nell’Eliminazione. Italia, 10 medaglie

    Fantastica prestazione del veronese, olimpionico 2016, che conquista il primo titolo mondiale della sua carriera in pista. Italia stupefacente, vince il medagliere con 10 medaglie e 4 ori
    Luca Gialanella

    24 ottobre - MILANO
    Elia Viviani oro! Finalmente Elia, il Profeta della nostra pista. Oro nell’Eliminazione nell’ultima gara dei Mondiali su pista nel velodromo Jean Stablinski di Roubaix, in Francia, battendo il portoghese Leitao all’ultima volata. Dopo quattro medaglie, ecco il suo primo oro su pista, il suo primo grande amore nel ciclismo. L’Eliminazione è la gara che ama di più, quella che unisce potenza, concentrazione e strategia, e del quale è stato campione europeo nel 2018. Ventidue corridori al via, ne viene eliminato uno ogni due giri (quindi 500 metri: la gara dura 11 km). Con quella di Viviani, l’Italia chiude questa rassegna iridata di Roubaix con 10 medaglie.

    4 Ori: Martina Fidanza nello scratch; Letizia Paternoster nell’Eliminazione; il quartetto maschile dell’inseguimento a squadre (Ganna, Lamon, Consonni, Milan e Bertazzo); Elia Viviani nell’Eliminazione

    3 Argenti: il quartetto femminile dell’inseguimento a squadre (Alzini, Fidanza, Balsamo, Paternoster, Consonni); Jonathan Milan nell’inseguimento individuale; Michele Scartezzini-Simone Consonni nell’Americana

    3 Bronzi: Elisa Balsamo nell’Omnium; Filippo Ganna nell’inseguimento individuale; Elia Viviani nell’Omnium

    I precedenti - La prima medaglia di Viviani ai Mondiali è vecchia di 10 anni – argento nello scratch ad Apeldoorn 2011 -, poi nel 2015 sono arrivati l’argento nell’Americana e il bronzo nell’Omnium. Sabato il bronzo ancora nell’Omnium, la specialità di cui è stato campione olimpico a Rio 2016 e bronzo a Tokyo 2020, e adesso questo oro. Elia è il nume tutelare della nostra pista, l’esempio a cui si è ispirato Filippo Ganna.

    Chi è - Elia Viviani è nato a Isola della Scala (Verona) il 7 febbraio 1989. È passato professionista nel 2010 con la Liquigas, lo squadrone di Roberto Amadio nel quale correvano Nibali, Basso, Sagan e Caruso. Viviani vanta 85 successi su strada: Tricolore 2018, campione d’Europa 2019, 5 tappe al Giro (maglia ciclamino 2018), 1 al Tour e 3 alla Vuelta. Dopo due stagioni con la francese Cofidis, nel 2022 correrà con il team Ineos-Grenadiers, al fianco di Pippo Ganna. Su pista, Oro olimpico nell’Omnium a Rio de Janeiro 2016 e il bronzo a Tokyo 2020; 7 titoli Europei, tra cui quello dell’Eliminazione nel 2018; un oro (Eliminazione 2021), due argenti (scratch 2011, Americana 2015) e due bronzi (Omnium 2015 e Omnium 2021) ai Mondiali.
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    Direi bilancio più che positivo, felice per Viviani che se lo meritava
     
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    Su pista stiamo diventando una potenza mondiale
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    Tragedia nel ciclismo: è morto Davide Rebellin, investito da un camion

    Il 51enne travolto a Montebello Vicentino. Dalle prime notizie sembra che il camionista non si sia fermato
    30 novembre - MILANO

    L’ennesima tragedia della strada. Davide Rebellin, 51 anni, è stato travolto da un camion ed è morto lungo la strada Regionale 11, nel territorio del comune di Montebello Vicentino.
    È morto oggi, investito da un camion lungo la Regionale 11 a Montebello Vicentino, il ciclista Davide Rebellin, a 51 anni. Dopo 30 anni di professionismo, aveva chiuso la sua carriera poco più di un mese fa, con la partecipazione alla Veneto Classic. Nel giugno del 2021, prima del via del campionato italiano professionisti, raccontava al nostro Luca Gialanella cosa lo spingeva a salire ancora in sella a 50 anni. Guarda il video
    Secondo una prima ricostruzione dell’incidente il mezzo pesante uscendo da una rotatoria all’uscita di un ristorante per camionisti appena dopo pranzo avrebbe colpito e travolto l’uomo in sella alla bicicletta, deceduto all’istante. I carabinieri sono al lavoro per ricostruire la dinamica dell’incidente ma dalle prime informazioni sembra che l’autista non si sia fermato, allontanandosi. Ma ancora non è chiaro se si sia accorto dell’impatto con il ciclista oppure no.

    I SUCCESSI— Una carriera più che trentennale tra i pro’, dall’agosto 1992 (subito dopo l’Olimpiade di Barcellona) al 16 ottobre 2022, quando aveva corso la Veneto Classic nella sua regione: è stata più unica che rara la carriera di Davide Rebellin, nato il 9 agosto del 1971. La sua prima squadra era stata la GB-MG: tra i suoi compagni di squadra Franco Chioccioli, Mario Cipollini e Franco Ballerini.

    Tante le classiche che ha conquistato il vicentino ma su tutto spicca l’annata d’oro del 2004, quando divenne il primo della storia a vincere in 8 giorni Amstel Gold Race, Freccia Vallone (conquistata 3 volte in tutto) e Liegi-Bastogne-Liegi. Ma nel palmares spiccano anche San Sebastian, il Gp di Francoforte, tappe al Giro (fu anche maglia rosa) e alla Vuelta, la Tirreno-Adriatico e la Parigi-Nizza. Nel 2008 vinse la medaglia d’argento nella prova in linea all’Olimpiade di Pechino, che gli venne poi tolta per la positività al Cera. Un caso molto controverso, per il quale poi era stato assolto dal Tribunale di Padova sette anni dopo: lui aveva sempre rivendicato la propria innocenza. Tante le maglie vestite da Rebellin, tra cui Francaise des Jeux, Polti, Liquigas e Gerolsteiner. L’ultima era stata quella della Work Service. Tantissime le reazioni di cordoglio sui social, una su tutte quella del c.t. azzurro Daniele Bennati: “Ditemi che non è vero”.
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    Ma cazzo no! :(
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111 replies since 24/10/2014, 17:26   412 views
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