Il topic degli sport invernali

"scivolando sugli sci"

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    Sci, slalom a Kitzbuehel: la prima di Hargin, Razzoli ottimo 4°!

    Lo svedese rimonta e supera il leader della Coppa. Terzo Neureuther, poi un grande Razzoli. Ottavo Gross

    25 gennaio 2015 - KITZBUEHEL (Aut)
    Gareggiare davanti al proprio pubblico è proprio difficile e per Marcel Hirscher, leader della Coppa del Mondo è la seconda beffa in tre giorni. Dopo la supercombinata di venerdì in cui il francese Pinturault l’aveva beffato sul suo terreno, nello slalom deve soccombere allo svedese Mattias Hargin, 29 anni, che in nove stagioni di onorata carriera nel circuito iridato ha centrato il primo successo. E l’Italia ha la conferma di aver ritrovato Giuliano Razzoli, un campione che gara dopo gara sta ritrovando quelle qualità che gli avevano permesso cinque anni fa di conquistare l’oro olimpico a Vancouver.

    LO SVEDESE — Uno slalom difficile, sotto la nevicata, su una neve compatta ma scivolosa come una saponetta, che Hirscher ha domato alla grande nella prima manche. Tanta potenza, linee estreme, in una parola irresistibile. Solo il russo Khorishilov in questa prima tornata è riuscito a rimanere nella sua scia, poi Hargin a 42/100. Uno slalom che ha messo in difficoltà i tedeschi Neureuther e Dopfer perché aritmico, lento in alcuni settori e che chiedeva fiammate improvvise. Nella seconda manche Hargin ha sfoderato la manche della vita, uno spettacolo. Con straordinaria fluidità è riuscito a galleggiare sulle buche, e appena si è trovato davanti spazio ha accelerato senza mai perdere il tempo sul palo. Un successo meritato.

    RAZZOLI — Ma per noi è il giorno della conferma di aver ritrovato Razzoli, dopo il quarto posto che due settimane fa aveva aveva ottenuto ad Adelboden. Giuliano ha rischiato il baratro dell’uscita dai primi trenta per colpa di un’infiammazzione al tendine rotuleo sotto il ginocchio destro, ma ha ritrovato una posizione centrale sugli sci, fluidità e la capacità di essere veloce nei tratti meno ripidi. Partito con il 18, si è piazzato settimo nella prima manche alle spalle di Gross risultato il più veloce sul muretto finale. Nella seconda ha sciato alla grande nella parte centrale, la più difficile. "Nel finale, ammette, non sono riuscito a cambiare perché non vedevo bene. Lì mi sono giocato il podio", ha rivelato. Ottavo nella classifica finale Stefano Gross che può fare decisamente meglio, quindicesimo Thaler, che pare aver perso lo smalto e l’esplosività delle prime gare stagionali e 27° Cristian Deville partito con il 47.

    moelgg — Male invece Manfred Moelgg che, dopo il 28° posto e ultimo posto nello slalom di Wengen, qui non è neppure riuscito a qualificarsi per la seconda manche. Il suo rientro dopo l’operazione del 21 agosto al tendine d’Achille destro è stata da primato, ma la condizione atletica non si inventa e una pista impegnativa come quella di Kitzbuehel mette alla frusta. A Zagabria e Adelboden ha potuto puntare sulla freschezza, ora invece la fatica, fra allenamenti e gare, si fa sentire. Il suo impegno è ammirevole, ma non basta. Ha ancora un’occasione per conquistare un pettorale per i Mondiali, fra due giorni nello slalom notturno di Schladming, il tempo della specialità, ma un’altra pista fisicamente molto impegnativa. Ne siamo sicuri, Manfred si butterà alla morte e si giocherà il viaggio a Vail con Deville.
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    Ghiaccio, Europei di figura: tripletta russa tra le donne. Brava Rodeghiero: 8ª

    Oro alla Tuktamysheva, argento alla Radionova, bronzo alla Pogorilaya: l'uno-due-tre mancava dal 2002. Negli ultimi 35 anni, tra le azzurre, solo Kostner, Marchei e Fontana meglio della vicentina

    31 gennaio 2015 - Stoccolma (Sve)



    Il podio tutto russo dell'Europeo: .oro a Elizaveta Tuktamysheva, argento a Elena Radionova e bronzo di Anna Pogorilaya.

    L’Armata russa non tradisce. La campionessa olimpica Adelina Sotnikova è solo spettatrice in tribuna? La campionessa uscente Julia Lipnitskaya è a leccarsi le ferite dopo una serie di debacle? Poco importa. La gara femminile, agli Europei di Stoccolma, parla (quasi) un’unica lingua. Quella russa, appunto. L’attesa tripletta arriva puntuale. L’oro va a Elizaveta Tuktamysheva, l’argento a Elena Radionova e il bronzo ad Anna Pogorilaya. Insieme sommano cinquant’anni, meno di 17 di media. L’uno-due-tre mancava da Losanna 2002, protagoniste altre tre russe: Maria Butyrskaya, Irina Slutskaya e Viktoria Volchkova. Per il pattinaggio, un’era fa. Le scuole di Mosca e di San Pietroburgo, nel mentre, sono morte e risorte. Sino all’attuale, esagerato dominio, una sorta di dittatura che si espande a livello mondiale. E che comprende almeno un’altra decina di super pattinatrici. Per chiarire: dopo nessuna presenza sul podio tra il 2007 e il 2012 compresi, lo «sweep», nelle due ultime stagioni, era stato evitato solo da Carolina Kostner, oro a Zagabria 2013 e bronzo a Budapest 2014.

    LA RINASCITA — Il «derby» si sviluppa ad altissimi livelli. A imporsi è la più esperta delle tre, la 18enne Tuktamysheva che, bronzo due anni fa, aveva poi vissuto una stagione, quella scorsa, di buio assoluto, esclusa non solo dalla squadra per gli Europei, ma anche da quella per l’Olimpiade di Sochi e i Mondiali di Saitama. In questa, sempre sotto la regia di Alexei Mishin, già allenatore di Evgeny Plushenko, è rinata. Da settembre a oggi ha disputato addirittura nove gare, centrando sette vittorie, finale di Grand Prix di Barcellona compresa e due secondi posti. Con il libero, una sorta di danza orientale pattinata alla perfezione con grande energia, sorpassa la Radionova e si rilancia definitivamente. Ma quest’ultima, al pari della Pogorilaya, ha di che essere felice: il debutto di entrambe, sedicenni, è da promozione a pieni voti. «E’ il momento più bello della mia vita – dice Elizaveta –: mi sono concentrata solo su me stessa, non ho guardato a quel che han combinato le altre ed è andata benissimo». Festeggia anche il numeroso pubblico di casa: le sorelle svedesi Joshi e Viktoria Helgesson, sfruttano al meglio il ritiro della sfortunata finlandese Kiira Korpi, quarta dopo il corto e colpita dall’influenza e chiudono rispettivamente quarta e quinta.

    BRAVA ROBY — In un contesto di alto livello, è brava a mettersi in mostra anche Roberta Rodeghiero. La 24enne vicentina, che ha la responsabilità di raccogliere il testimone di leader azzurra del dopo Carolina Kostner e Valentina Marchei, 11ª dopo il corto, con un brillante 7° posto nel libero, guadagna tre posizioni e chiude ottima 8ª. Negli ultimi 35 anni, in casa azzurra, oltre a Kostner e Marchei, meglio ha fatto solo Silvia Fontana, settima a Losanna 2002. La portacolori della Sesto Ice Skate, sulle note di Evita, centra cinque tripli ed, evidentemente per stanchezza, sbaglia solo l’ultimo, il salchow. Prossime fermate le Universiadi di Grenada della prossima settimana e i Mondiali di Shanghai di fine marzo. L’allieva di Franca Bianconi e Rosanna Murante, 11ª lo scorso anno, intanto garantisce all’Italia la presenza di due pattinatrici a Bratislava 2016. E, nell’ambito di un movimento che deve rinnovarsi, non è poco.
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    Sci, Mondiali, superG: Miller torna, domina e cade. È la pista di Reichelt: oro
    L'americano si ferisce ad una gamba con le lamine degli sci. L'austriaco vince sulla pista che l'aveva già visto primeggiare in Coppa a dicembre. Secondo a sorpresa il carneade canadese Cook, terzo Theaux

    05 febbraio 2015 - Beaver Creek (Usa)
    Le condizioni questa sera (mattina del Colorado) sula Birds of Prey di Beaver Creek erano tornate al meglio: cielo azzurro e ottima visibilità. Ieri, nonostante la gara sia stata annullata, Jansrud, Svindal, Miller e compagni, avevano comunque effettuato la ricognizione. Solo Svindal però, al traguardo, ha potuto sorridere. Con un'ottima prova, a 103 giorni di distanza dall'infortunio, ha chiuso la sua gara col sesto tempo, 1'16''05 a 37/100 dal vincitore, l'austriaco Hannes Reichelt che su questa pista aveva già dominato il superG di Coppa del mondo del dicembre scorso. Reichelt, d'argento ai Mondiali di Garmish 2011, ha chiuso in 1'15"68, davanti all'inatteso canadese Dustin Cook , al primo podio in carriera, e al francese Theaux. Jansrud, che pensava di consolarsi con il bronzo parimerito con l'olimpionico Mayer, è stato brutalmente spinto giù dal podio da Cook che ha costretto a rimettere tutti in posa per le foto del podio. Anche il superG maschile, quindi, dopo quello femminile dominato da Anna Fenninger, parla austriaco.

    Ma la gara, amara per i colori azzurri, è stata caratterizzata dalla spettacolare caduta di Bode Miller sotto gli occhi dei figli al traguardo: lo statunitense al rientro dopo l'intervento alla schiena, resta impigliato con il braccio sinistro in un palo e va in rotazione atterrando sulla schiena. Miller ha riportato un profondo taglio alla gamba destra, sopra il polpaccio, causato dalla lamina di uno sci. Bode - 30 anni e 4 volte campione del mondo - era nettamente al comando e stava attaccando quando uscendo dalla compressione che immette è andato a sbattere contro una porta volando poi lungo la pista... Ora pare quasi impossibile ipotizzare una sua partecipazione alla discesa di domenica.

    AZZURRI — Grande delusione invece per l'Italia: Dominik Paris, dato tra i favoriti per i sei podi conquistati quest'anno in coppa del Mondo, è finito dopo i migliori dieci in 1'16"57 ex aequo con Matteo Marsaglia. Christof Innerhofer, finito in rotazione dopo una errore sul murone iniziale, ha chiuso ancora più indietro al 18° posto. Ultimo azzurro, 26°, Werner Heel in 1'17"53.
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    Sci, Mondiali, discesa: oro alla Maze, beffata la Fenninger. Vonn solo 5ª

    Fuori dal podio la statunitense sulla pista prediletta. La slovena, leader di Coppa del mondo, precede di 2/100 l'austriaca restituendo la beffa del superG. Terza la svizzera Lara Gut

    06 febbraio 2015 - Milano
    La belva ha azzannato ancora, e con perfidia. Tina Maze vince la discesa mondiale e conferma la leadership conquistata un anno fa all’Olimpiade di Sochi, battendo di 2/100 di secondo l’austriaca Tina Fenninger, che a sua volta l’aveva superata di 3/100 martedì nel superG. Una bellissima battaglia che ha visto come vittima Lindsey Vonn, la regina che pensava di sbancare questi Mondiali ed invece si è dovuto accontentare del quinto posto. Ma era difficile contro queste due, che rispetto alla statunitense in questo momento possono vantare una maggior completezza tecnica. Ancora una volta la Vonn si è dimostrata bravissima sulla scorrevolezza dei falsopiani, ma ha dovuto pagare pegno nelle curve del lungo muro centrale della pista Raptor, dove si è vista la mancanza di lavoro in gigante, specialità dove le due avversarie eccellono. Lindsey riprenderà a frequentare questa specialità nella prova mondiale, ma la strada per lei è ancora lunga.

    TINA — La Maze ancora una volta ha dimostrato la sua ferocia agonistica. Non si accontentata della medaglia d’argento del superG. Martedì aveva perso dalla Fenninger solo per una sfortunata folata di vento in partenza. In discesa si è difesa nelle parti di scorrimento, ma accumulato il vantaggio decisivo sul curvoni che si susseguivano sul muro. L’obiettivo di pareggiare il primato stabilito su queste piste ai Mondiali del 1999 dal norvegese Lasse Kjus che conquistò 5 medaglie in altrettante gare, non è affatto irrealizzabile, e Tina lo insegue con determinazione. Basta un esempio: ieri Tina con il fidanzato-allenatore Andrea Massi, dopo conferenza stampa e antidoping è andata ad allenarsi in slalom... E’ in questa estrema professionalità che bisogna leggere la chiave del suo successo.

    azzurre — Daniela Merighetti, ottava, è stata la migliore delle azzurre. Nonostante la frattura alla mandibola e le botte della caduta della prima prova della discesa, si è gettata ancora una volta con coraggio ed ha conquistato un piazzamento prestigioso. Dodicesima Nadia Fanchini, ottima nel settore più tecnico, ma ancora carente di scorrevolezza sui piani. Comunque questa prestazione le dà fiducia e la lancia verso il gigante. Negativa invece la prestazione della più attesa delle azzurre, Elena Fanchini, già vincitrice a gennaio a Cortina. Ha iniziato in ritardo le curve del muro e non è più riuscita a riprendersi. Non le può certo bastare il 26° posto, due posizioni davanti alla Schnarf.
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    Sci, Mondiali, discesa uomini: oro Kueng, podio sorpresa. Male Paris & C

    Podio a sorpresa nella gara regina dei Mondiali: oro allo svizzero, argento all'americano Ganong e bronzo all'altro svizzero Beat Feuz. L'ultima discesa elvetica ai Mondiali fu quella di Kernen a Sestriere 1997. Paris, il migliore dei nostri, chiude 23°

    07 febbraio 2015 - Beaver Creek (Usa)
    Qualcuno sussurra che finalmente questa settimana delle prove veloci ai Mondiali di Vail Beaver Creek è finita. Perché è stata un pianto. Ma la delusione maggiore è arrivata dalla gara più attesa, la discesa. Era girato tutto storto sino a venerdì, il superG, le prove della discesa. E quella neve molle che si sono trovati sotto gli sci è entrata nell’anima, ha fatto calare la tensione, ha dato quel senso di impotenza che in una disciplina celebrale come lo sci è velenosa e paralizza come il curaro. Nessuno pensava che un Paris che nell’intera stagione di Coppa del Mondo aveva fallito solo la discesa di Wengen, potesse piazzarsi 23° a 1”94 dal vincitore, lo svizzero Kueng. Ci ha provato, è stato veloce sul falsopiano iniziale, ma ha sbagliato l’ingresso del muro, una linea troppo bassa in fondo al Blink, il precipizio. Non si è risparmiato neppure dopo, fra le porte più complesse in grande pendenza, ma alla fine di questo settore, ha toccato con un braccio il palo di una porta, il suo busto è entrato in rotazione e gli sci si sono messi di traverso. La sua gara è finita qui, perché in quell’errore ha perso quella velocità che dopo non poteva più recuperare.

    gli altri — E gli altri azzurri in classifica sono tutti alle sue spalle. Innerhofer è troppo lento sui piani, le lamine dei suoi sci incidono la neve anche quando non dovrebbero e lo si è visto già sul lungo falsopiano che inizia la Birds of Prey. Sulle curve ghiacciate del muro si è difeso, ma poi ha perso ancora. E non sono andati meglio Marsaglia ed Heel. Il fatto è che con umiltà la squadra azzurra dovrà in futuro lavorare su queste pecche, perché il clima cambia e il ghiaccio è sempre più un lusso. Non si può e non si deve partire sconfitti appena le condizioni non sono quelle ottimali.

    IL VINCITORE — È il podio che non ti aspetti a Beaver Creek. La gara regina dei Mondiali incorona a sorpresa in 1'43"18 lo svizzero Patrick Kueng, 5 podi in coppa del mondo sin qui, con due sole vittorie. La prima molto prestigiosa, nella discesa di Wengen la scorsa stagione, l'altra in superG proprio su questa pista americana nel 2013. Alle sue spalle l'americano Travis Ganong a 24/100, vincitore per la prima volta in Coppa due mesi fa nella discesa di Santa Caterina. Bronzo all'altro elvetico, Beat Feuz distanziato di 31/100. La Svizzera sul gradino più alto del podio in una discesa iridata 18 anni dopo la vittoria di Bruno Kernen a Sestriere nel 1997. Questi ragazzi hanno sciato alla grande, non si sono lasciati demoralizzare da qualche raffica di vento in faccia ed hanno spinto sino all’ultimo metro, risollevando una stagione che per i colori biancorossi della Confederazione elvetica in Coppa era iniziata in campo maschile in sordina. Ma un applauso anche agli statunitensi orfani di Miller. I «manovali» Ganong, medaglia d’argento, Nyman e Weibrecht si sono piazzati entro le prime otto posizioni. Giorno nero comunque anche per i favoriti: l’austriaco Reichelt, oro del superG, si è piazzato 13°, il norvegese Jansrud 15° a dimostrazione che si è trattato di una gare, oltre che difficile anche un po’ strana. A stupire è stato ancora una volta Aksel Svindal, operato 109 giorni fa al tendine d’Achille. Si è piazzato sesto a 14/100 dal podio con il sorriso sulle labbra. Una lesione al mondo.
     
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    Sci, mondiali, slalom donne: la Shiffrin non delude le attese. È lei la regina

    La 19enne americana, riesce a dare agli Usa l'oro mancato dalla Vonn, In testa sin dalla prima manche, si conferma al vertice della specialità alle sue spalle la svedese Hansdotter e la ceca Strachova

    14 febbraio 2015 - Milano
    Fino a dieci minuti prima della partenza, Mikaela Shiffrin era stesa nella neve a rilassarsi: per raffreddare la testa, oltre agli scarponi. Poi è scesa spietata come nella prima manche, sapendo che non poteva risparmiarsi perché aveva il fiato delle avversarie sul collo. E così, l’americana che vive a due passi da qui, a Eagle, si appende al collo l’oro dello slalom (dopo aver deluso in gigante con l’8° posto). A nemmeno 20 anni è il suo secondo oro mondiale della specialità che si aggiunge a quello olimpico di Sochi dell’anno passato. Alle sue spalle, a 34/100, si piazza la svedese Frida Hansdotter, seconda anche dopo la prima manche, che è leader di specialità in Coppa. Il bronzo va alla ceca Sarka Strachova che chiude a 77/100, confermando il 3° posto dopo la prima prova. Dunque, il podio della prima si conferma per intero nella seconda. Niente medaglia per la slovena Tina Maze che è sembrata stanca e si classifica 8ª retrocedendo di tre posizioni rispetto alla prima discesa. Sulle piste di casa, la Shiffrin non si è fatta schiacciare dalla pressione come invece era successo la scorsa settimana a Lindsey Vonn. Era la gara che non doveva perdere, dove tutti l’aspettavano e dove nelle ultime tre prove di Coppa aveva realizzato due primi posti e un terzo.

    la recita — Mikaela ha dato l’esatta misura di come andava interpretato questo slalom: nella prima manche partenza aggressiva sulle prime porte in pendenza, una sciata leggera sul lungo falsopiano centrale per cercare un ingresso sparato sul muro che si butta verso il traguardo, con il massimo della continuità d’azione, senza mai staccare gli sci dalla neve. Ma ci vuole la sua classe per mettere in pratica tutto questo. Nella seconda con grande freddezza ha replicato, forse un po’ troppo cauta, così al primo e secondo intertempo è andata in rosso di 4 e 3 centesimi, nonostante partisse con un vantaggio di 4 decimi sulla Hansdotter. Poi, nell’ultima parte, forse avvertendo che la tribuna si era ammutolita, ha sferrato un nuovo attacco e ha chiuso in trionfo.

    AZZURRE IN FONDO — Un’altra prova da dimenticare delle italiane, un pianto, lontane da un livello che si dovrebbe offrire ai Mondiali. Si sperava in Chiara Costazza, che qualche sprazzo di velocità in Coppa del Mondo l’ha fornito, ma l’azzurra, su un percorso decisamente facile, non ha mai trovato né l’assetto sugli sci, né il ritmo fra le porte sia nella prima che nella seconda: 16ª a 3”43. Federica Brignone chiudeva 19a a 3”71. Mentre Manuela Moelgg dopo una prima manche in cui si piazzava addirittura fuori dalle trenta (34ª a 3”06) inforcava nella seconda. E’ un gruppo che non ha più futuro e neppure presente. E’ un settore da ricostruire.
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    Sci, gigante: Pinturault vince a Kranjska Gora. E Hirscher si prende la Coppa


    In Slovenia l'austriaco leader di Coppa del mondo è secondo a 68/100 dal francese, quanto basta per staccare definitivamente lo statunitense Ligety nella classifica di specialità

    14 marzo 2015 - Milano
    Marcel Hirscher conquista in gigante la prima Coppa della sua stagione e consolida il primato nella classifica generale, da deve inchinarsi al francese Alexis Pinturault, autore di una prova semplicemente straordinaria per classe e istinto. È come sempre un grandissimo gigante quello di Kranjska Gora, uno vero tempio della specialità. Una pista finalmente ghiacciata, ma sempre tormentata, che non permette il minimo rilassamento. Pinturault è stato grande. Al via con il numero uno nella prima manche si lascia tutti alle spalle dimostrando una sensibilità grandissima su un ghiaccio primaverile difficile da interpretare. Infligge 61/100 a Hirscher e Neureuther, soprattutto nella parte centrale dove la pendenza si addolcisce, quella dove c’era il rischio di "addormentarsi".

    HIRSCHER — Un bel vantaggio, ma non facile quando a inseguire è un tale Hirscher. Ma forse questa volta l’austriaco ha pensato più alle classifiche che alla vittoria. Un poco timoroso nella prima manche, dopo aver visto i rischi presi da Pinturault, che due volte ha rischiato di sdraiarsi sulal neve, si è scatenato nella seconda prendendo anche due grandi rischi, ma alla fine ha dovuto inchinarsi ancora al francese, che anche in questa prova lo ha battuto per 7/100 di secondo. Terzo il francese Thomas Fanara, autore nella seconda discesa di veri funambolismi. Ma negli occhi rimane anche la seconda discesa del giovane norvegese Henrik Kristoffersen, 22° dopo la prima che sotto il sole della località slovena ha ritrovato i guizzi felini delle giornate migliori risalendo sino al sesto posto.

    NANI — Roberto Nani, dopo il quinto posto della prima manche, credeva nel podio e nella seconda è partito come un fulmine. Ma un dosso l’ha fatto volare oltre il previsto e l’equilibrismo per rimanere nel tracciato gli ha fatto perdere velocità nella parte meno pendente della pista slovena, perdita che gli è costata moltissimo. Ma il ragazzo di Livigno ci prova sempre, quando riuscirà a fare quel saltino di qualità che ancora lo attende sarà sempre protagonista. Alla fine Nani è settimo.
    ALTRI AZZURRI — Non male anche Davide Simoncelli, Giovanni Borsotti e Florian Eisath, rispettivamente decimo, undicesimo e tredicesimo. Nella seconda discesa tutti e tre hanno recuperato diverse posizioni. Hanno sciato, ci hanno provato, anche se la loro prestazione non è stata esente da errori, ma con il ghiaccio sotto gli sci hanno dimostrato di valere il meglio della specialità. Lontano invece Max Blardone che cercava la qualificazione per le finali. ventitreesimo dopo la prima discesa e ha concluso per onor di firma dopo un’imbarcata a metà pista che l’ha costretto a risalire mentre stava andando veloce.
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    Dio non ha mai ordinato a nessuno di essere stupido

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    Sci, il gigante di Soelden incorona una super Brignone: primo centro in Coppa

    L’azzurra imprendibile sul ghiaccio del Rettenbach, solo la Shiffrin (a 95/100) le resta vicina nella prima manche, nella seconda si conferma. Altre 5 azzurre tra le prime 16: nona Irene Curtoni, 11ª Nadia Fanchini, 12ª la Moelgg, 14ª Elena Curtoni e 16ª la Goggia

    24 ottobre 2015 - Milano
    Il gigante di Soelden incorona Federica Brignone. Per l’azzurra è il primo successo in carriera dopo sette podi, maturato con una prima manche stellare e una seconda in controllo.
    Sul ghiacciaio del Rettenbach la Brignone è stata perfetta, mai in difficoltà sul muro che ha fatto tremare le gambe a tante avversarie. La Brignone ha chiuso in 2’24”27, dietro di lei la Shiffrin (a 85/100) e la Weierather (a 1”25). La Brignone partita con un vantaggio di 95 centesimi sulla Shiffrin, mentre le altre avversarie avevano distacchi da 1”42 in su.

    Sul tracciato della seconda manche disegnato da Gianluca Rulfi, da questa stagione tecnico delle gigantiste, non si è fatta prendere dall’emozione.
    Altre 5 azzurre nelle 15: nona Irene Curtoni, poi 11ª Nadia Fanchini, 12ª Manuela Moelgg, 14ª Elena Curtoni e 16ª Sofia Goggia (che era partita con il pettorale numero 42). Fuori nella seconda manche Nicole Agnelli.

    PRIMA MANCHE — Grandissima Federica Brignone nella prima manche del gigante di Soelden (Austria). L’azzurra è scesa con il pettorale n° 2 e ha interpretato al meglio il tracciato sulla pista ghiacciatissima del Rettenbach. Sempre all’attacco, senza paura sul fondo che preferisce, impeccabile sul terribile muro, ha rifilato distacchi pesantissimi alle avversarie chiudendo in 1’10”11. Solo Mikaela Shiffrin, una delle candidate alla Coppa del Mondo generale e prima qui l’anno scorso a pari merito con la Fenninger, è riuscita a rimanerle vicina (staccata di 95/100), poi la Weirather a 1”42. Gli altri distacchi sono sopra il secondo e mezzo. Sesta Irene Curtoni (a 1”92), undicesima Nadia Fanchini (a 2”75), nelle 15 anche Sofia Goggia (13ª a 3”07 con il pettorale 42) Elena Curtoni (15ª a 3”18), Manuela Moelgg è 17ª a 3”26, 18ª Nicole Agnelli, +3”30. Fuori Marta Bassino e Karoline Pichler. Non ha preso il via Francesca Marsaglia, influenzata.

    Parla fede — Incredula la Brignone sul traguardo: “Stamattina mi sentivo bene, ma non pensavo così tanto bene. Ho visto il tempo dopo il traguardo, pensavo che Rebensburg fosse caduta, poi è arrivata Nadia e ho pensato che avessero sbagliato a prendere il tempo, invece era tutto vero. Ho tirato a tutta, la pista è bella dura come piace a me, adesso piedi per terra perché la gara rimane molto difficile”. Delusa la Bassino: “Ho sbagliato l’interpretazione del passaggio su quel muro, mi sono piegata troppo e sono entrata col braccio in una porta. Si è trattato di un errore di inesperienza”. Qualche rimpianto per Nadia Fanchini: “Bella pista, purtroppo non ho interpretato nella maniera giusta l’approccio, sono stata eccessivamente rigida, probabilmente dovevo avere maggiore spinta”. Irene Curtoni punta più in alto: “Potevo fare mezzo secondo meglio se avessi avuto più grinta nella parte centrale del muro. C’è la seconda manche per rimediare”. Dal secondo posto la Shiffrin lancia la sfida: “Se Federica scierà così anche nella seconda manche non avrò possibilità di avvicinarla, ma lei è una che attacca sempre e se commetterà errori forse ce la farò”.

    Edited by C@te - 27/11/2015, 22:52
     
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    Sci, Gigante di Aspen: Brignone sul podio! La Shiffrin cade, vince Lara Gut
    Federica chiude terza con una bellissima conferma. La Shiffrin cade dopo essere stata davanti a tutti nella prima manche. Lara Gut prima. Quarta un’altra italiana: Manuela Moelgg

    27 novembre 2015 - Milano
    La svizzera Lara Gut ha vinto il gigante di Aspen (Usa), il secondo della stagione. Ha preceduto l’austriaca Eva-Maria Brem di dieci centesimi. Federica Brignone, seconda dopo la prima manche, ha chiuso al terzo posto con 34/100 di ritardo e resta in testa alla Coppa del Mondo. Quarta un’altra azzurra, Manuela Moelgg, a 94 /100.

    CADUTA SHIFFRIN PODIO FEDE — Al comando dopo la prima discesa e in testa fino all’ultimo intermedio, è caduta su una curva a sinistra alla terz’ultima porta. Federica Brignone conquista così il nono podio in carriera, un mese dopo aver vinto la sua prima gara di Coppa sul ghiacciaio di Soelden (Aut), nel gigante di apertura della stagione. L’azzurra ha condotto una gara aggressiva sin dalla prima discesa, chiusa a 11/100 dalla statunitense Shiffrin. Nella seconda manche, disputata sotto una nevicata intensa e con una visibilità minore, la valdostana ha pagato alcuni piccoli errori, chiudendo alle spalle della Gut e di Eva Brem, risalita dall’ottavo posto. A quel punto mancava la Shiffrin: la 20enne olimpionica e iridata dello slalom sembrava vicina alla seconda vittoria di Coppa nella specialità, ma a tre porte dalla fine è caduta.

    CHE SQUADRA — Per l’Italia è stata una grande prova di squadra. Si erano qualificate alla prima manche otto delle dieci azzurre al via, e nella classifica finale sono sei tra le prime 16. Sorride anche Manuela Moelgg, nona dopo la prima manche e molto pulita nella seconda: è quarta, il suo miglior risultato in Coppa dal 2012. Delusa invece Nadia Fanchini: dopo un buon settimo tempo nella prima discesa, la bergamasca ha tenuto troppo nella fase centrale e finale della seconda, chiudendo 12esima. Sorride anche Elena Curtoni, 13esima, e sono buone le prove di Marta Bassino e di Sofia Goggia, tra le migliori nella seconda manche: la piemontese recupera dal 19esimo al 14° posto, la bergamasca da 27° al 16°. Peccato per Francesca Marsaglia, decima e convincente nella prima manche e fuori nella seconda, per aver sbagliato l’impostazione della curva nascosta dal dosso a metà tracciato. Nella seconda manche è uscita anche Irene Curtoni: 16esima dopo la prima, stava affrontando la seconda prova con più convinzione, ma si è distesa su una curva a destra. Fuori nella prima manche Nicole Agnelli e Lindsey Vonn: la statunitense — che durante la scorsa stagione ha raggiunto il record di 67 vittorie in Coppa del Mondo in carriera — ha perso lo sci sinistro ed è caduta a metà manche, su una curva a destra. “Non mi era mai successo in carriera” ha commentato stizzita. Domani ad Aspen è in programma il primo di due slalom (prima manche ore 18.15, seconda ore 21.15) . Gli uomini sono invece a Lake Louise (Can): domani discesa, domenica superG.
     
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    Sci, SuperG, ancora sul podio Fill: 3°, vince Svindal. Slalom: Shiffrin super

    Peter Fill resta sul podio dopo il 2° posto nella discesa di ieri. Doppietta del norvegese che chiude in 1’29”30 davanti a Mayer e all’azzurro. Sesto Paris, 14° Casse. Ad Aspen la statunitense Mikaela Shiffrin ha vinto anche il secondo slalom di Coppa del Mondo

    29 novembre 2015 - Milano
    Non scende dal podio Peter Fill. Dopo il secondo posto di ieri in discesa (a un solo centesimo da Aksel Lund Svindal), l’azzurro chiude al terzo posto il superG di Lake Louise vinto ancora dal norvegese che prende il largo in coppa del Mondo. Il 33enne di Castelrotto, sceso con il pettorale numero 3, ha ripetuto una grande prova sulla pista dove sette anni fa ha raccolto l’unico successo in carriera. E stavolta niente rimpianti, il distacco da Svindal (1’29”20 per il vincitore) è di 45/100 e il norvegese è sempre stato davanti all’azzurro in tutte le sezioni della pista. Davanti a Fill si è inserito anche l’austriaco Mathias Mayer (secondo a 35/100).

    PARIS VA — Con Fill cresce tutta la squadra. Paris è sesto staccato di 53/100, e buone notizie arrivano da Mattia Casse, 15° a 1”47 partendo con il pettorale numero 35. Per l’Italia dello sci è il quarto podio in stagione dopo il successo a Soelden di Federica Brignone, poi terza venerdì in gigante ad Aspen.

    SLALOM DONNE — Mikaela Shiffrin ha vinto anche il secondo slalom di Coppa del Mondo ad Aspen (Usa). La statunitense - che ieri aveva trionfato nella stessa specialità con il distacco-record di 3”07 sulla seconda arrivata, la slovacca Velez Zuzulova – questa volta ha preceduto di 2”65 la svedese Frida Hansdotter e di 2”90 la ceca Sarka Strachova. Dopo la prima discesa, la 20enne vantava 1”69 di margine sulla Strachova. Come ieri, la statunitense ha realizzato il miglior tempo in entrambe le manche, mentre nel gigante di venerdì era uscita a tre porte dalla fine della seconda, mentre era solidamente in testa. Per la Shiffrin, che conferma il pettorale rosso di leader di Coppa del Mondo, è 17esima vittoria in Coppa del Mondo, la 16esima in slalom. Iridata, olimpionica e detentrice della Coppa di slalom, la fenomenale Shiffrin ha sciato con la solita potenza e leggerezza, domando con semplicità un tracciato difficile e tecnico come quello di Aspen.

    AZZURRE LONTANE — Male le italiane: la sola delle cinque al via a piazzarsi è stata Manuela Moelgg, qualificatasi come 30esima con 4”29 sulla Shiffrin per la seconda manche: ha chiuso 23esima a 5”21. Irene Curtoni era decima dopo la prima discesa, ma nella seconda ha inforcato su una porta blu prima di arrivare al primo intermedio. Anche Chiara Costazza, 14esima dopo la prima manche, è uscita dopo il secondo intermedio della seconda. Non si erano qualificate per la seconda prova Nicole Agnelli, 38esima nella prima discesa con 4”65 di ritardo, e Federica Brignone, saltata dopo poche porte.
     
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    Sci, gigante donne ad Are: Shiffrin crac, Vonn a 71. Brignone terza!

    Nel riscaldamento cade la più attesa. In ospedale per esami al ginocchio destro. La stella americana al quarto trionfo a seguire. Federica show nella seconda manche e risale fino al podio. Lindsey allunga la striscia incredibile: battute la Brem e l'azzurra. Nona la Bassino

    12 dicembre 2015 - ARE (Sve)
    La notizia arriva prima del via della prima manche del gigante femminile di Are. Mikaela Shiffrin, rivale di Lindsey Vonn in questa Coppa del Mondo, si è infortunata cadendo nel riscaldamento e ha dato forfeit per un colpo al ginocchio destro dopo essere volata finendo incastrata nelle reti di protezione. Davvero sfortunata la Shiffrin, portata in ospedale ad Oestersund per esami, che ad Aspen era caduta prima di chiudere una prova dominata. Così il gigante svedese va a Lindsey, che conquista la quarta vittoria consecutiva in questa stagione per quella che è la vittoria n°71 in Coppa del Mondo della sua carriera. Fantastica.

    federica da urlo — Ma fantastica è stata Federica Brignone, che ha piazzato una seconda manche mostruosa, la migliore di tutte, grazie alla quale è risalita fino al 3° posto a 35/100 dalla Vonn, che ha gestito il vantaggio conquistato nella prima manche, e infine ha chiuso con appena 7/100 sull'austriaca Eva-Maria Brem andando ovviamente a comandare la classifica generale. Per la valdostana, che guida saldamente la classifica di specialità, si tratta del terzo podio in altrettante gare di Coppa in stagione dopo la vittoria di Soelden e il terzo posto di Aspen. Quarta la francese Tessa Worley. Sesta la svedese Frida Hansdotter, che era seconda dopo la prima manche, e solo 13ª Lara Gut, deludente, che potrebbe pagare caro in classifica generale questa giornata no in Svezia.

    "QUESTO PODIO VALE TANTO" — "Devo fare i complimenti a tutto lo staff - spiega la Brignone -. Alla fine della prima manche non riuscivo nemmeno a muovermi per colpa della botta alla spalla che avevo rimediato inforcando con un braccio una porta. Ho pensato anche di non partire nella seconda manche, ma il dottore mi ha fatto un'infiltrazione permettendomi di partire regolarmente. A quel punto non ho pensato più a nulla, mi sono concentrata solo sulla pista e mi sono lanciata. Questo podio - dice ancora - vale tantissimo per il modo in cui è maturato, con una prima manche in cui la partenza abbassata mi ha penalizzato perché quel tratto era particolarmente tecnico, e poi ho commesso un grave errore che poteva costarmi caro. Nella seconda invece non avevo più nulla perdere, così ho realizzato il miglior tempo, dimostrando a me stessa che quest'anno posso togliermi delle soddisfazioni". Un pensiero va anche alla maglia rossa di leader della specialità che indossa sin dal primo gigante di Soelden. "È un colore che mi è sempre piaciuto, sono quasi due mesi che la indosso e comincio a sentirla una parte di me...".

    italiane — Fra le altre azzurre bravissima Marta Bassino, rimasta in linea con le migliori e risalita rispetto alla prima manche: da decima a nona. Nadia Fanchini è invece uscita su una curva che è stata fatale anche per la norvegese Ragnhild Mowinckel, le svedesi Kajsa Kling e Sara Hectore, il cui infortunio al ginocchio destro è apparso serio. Bravissima Sofia Goggia, velocista bravissima in questo gigante: 17ª nella prima manche e 20ª a fine gara. Rimonta di Manuela Moelgg: partita fortissimo e leader provvisoria nella prima parte di gara, poi persasi nella seconda finendo nelle retrovie, dal 18° al 14° nella seconda manche. Irene Curtoni 23ª, Francesca Marsaglia è 26ª. Mai veramente incisiva Elena Curtoni, 32ª a 2"59, Karoline Pichler è 35ª a 2"71. Cade invece l'altra azzurra Nicole Agnelli.
     
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    Sci, gigante: Hirscher non perdona. Sorpassato Svindal in generale

    L'austriaco ancora a segno: battuti Neureuther e Muffat-Jeandet. Male Ligety fuori dai 30 (mal di schiena). Borsotti chiude sesto, Nani ottavo


    12 dicembre 2015 - VAL D'ISERE (Fra)
    L'austriaco Marcel Hirscher ha vinto il gigante di Val d'Isère (Fra), il terzo della stagione, settima tappa di Coppa del Mondo. Ha preceduto di 1"29 il tedesco Felix Neureuther e di 1"58 il francese Victor Muffat-Jeandet. Il norvegese Hernik Kristoffersen, secondo dopo la prima manche, è caduto nella fase iniziale della seconda. Due italiani tra i primi 10: Giovanni Borsotti, sesto a 2"25 dal vincitore, e Roberto Nani, ottavo a 2"37. Entrambi hanno guadagnato una posizione rispetto alla prima discesa.

    DA CAMPIONI — Per Hirscher si tratta della 34ª vittoria in Coppa del Mondo, la quinta sulla pista francese (uno slalom e quattro giganti qui). I 100 punti conquistati gli permettono anche di prendere il primo posto nella classifica generale, superando il norvegese Svindal, assente in Francia. Sulla Face de Bellevarde, l'austriaco ha incrementato il proprio vantaggio nella seconda manche - dopo la prima parte della gara c'erano sei atleti in mezzo secondo - interpretando in maniera perfetta tutto il tracciato, soprattutto nella parte bassa, più pendente e molto tecnica. Non deve sorprendere che alle sue spalle si sia piazzato un altro campione come Neureuther, molto ordinato nelle linee durante la seconda discesa. Kristoffersen non è infatti l'unico a essersi fatto tradire dai balzi di un fondo molto sconnesso: con lui paga anche il francese Fanara, uscito dopo il quarto posto della discesa.

    azzurri — L'Italia piazza sei atleti tra i trenta, con Luca De Aliprandini caduto nella seconda manche. Sorride soprattutto Giovanni Borsotti, sesto, molto atteso dagli allenatori - è stato tra i migliori negli allenamenti prima della stagione - e al primo piazzamento tra i dieci in Coppa del Mondo. "Un piazzamento che vale molto per il morale - dice -: nella parte alta ho rischiato, in qualche passaggio sono un po' andato in giro ma alla fine ho capito che l'importante era arrivare". L'ottavo posto non scontenta Roberto Nani. "Mi serviva, perché da Beaver Creek in poi non avevo un grande feeling con questa specialità. Nella parte alta della seconda manche ho trovato buone sensazioni. Vado in Val Badia fiducioso". Prima volta anche per Simon Maurberger, che non si era mai qualificato per la seconda discesa e finisce 21° a 3"43, subito davanti a Riccardo Tonetti, 22° a 3"47. Manfred Moelgg ha chiuso 15° a 2"96, Florian Eisath 17° a 3"31. Domani a Val d'Isere si corre il primo slalom maschile stagionale: prima manche alle 9.30, seconda alle 12.30. Per l'Italia è il giorno di Stefano Gross, Patrick Thaler e Giuliano Razzoli. L'uomo da battere sarà sempre Hirscher.
     
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    Fondo, sprint: un Pellegrino da impazzire vince

    Quinta gara vinta in Coppa del Mondo dal valdostano: sua la sprint a tecnica libera di Dobbiaco. Battuti l'americano Simeon Hamilton ed il sorprendente britannico Andrew Young. L'azzurro rafforza anche la leadership di Coppa del Mondo di specialità

    19 dicembre 2015 - DOBBIACO (Bz)
    L'Italia ha lo sprinter più forte del mondo sulla neve. Da Davos a Dobbiaco, è ancora immenso Federico Pellegrino, nella sprint a tecnica libera di Coppa del Mondo di fondo. Il venticinquenne valdostano che aveva vinto finora 4 gare, s'è regalato la quinta ma soprattutto la prima affermazione in Italia. E' stato impeccabile nella difficile pista pusterese, e dopo il settimo tempo nelle qualificazione, una condotta accorta nei quarti, il primo posto nelle semifinali con l'eliminazione del norvegese Petter Northug, nella finale è stato davvero straordinario per la condotta e la sua volata iniziata all'uscita del'ultima curva, dopo aver scollinato in testa, mentre il forte norveese Krogh annaspava.

    volatona — Chicco ha respinto in volata l'americano Simeon Hamilton ed il sorprendente britannico Andrew Young, al primo podio in carriera. Sotto il podio lo svizzero Hediger e i due norge, Krogh e Fossli. Con questa vittoria Pellegrino raggiunge Cristian Zorzi a quota 5 vittorie in Coppa del Mondo ed è adesso soltanto ad una da Pietro Piller Cottrer. Chicco rafforza anche la leadership di Coppa del Mondo di specialità. Domani sempre a Dobbiaco ci sarà un'altra gara attaesa: la 15 k a tecnica classica con Francesco De Fabiani ed il mitico Giorgio Di Centa, richiamato a 42 anni. Nella sprint femminile successo della norvegese Falla sulla connazionale Oestberg e sulla svedese Stina Nilsson, le uniche due azzurre qualificate si sono fermate ai quarti, ovvero Gaia Vuerich, quindicesima, e Greta Laurent (che è anche la fidanzata di Chicco), Ilaria Debertois invece ha chiuso 34a, Scardoni quarantesina.
     
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    Snowboard: Italia mostruosa a Cortina, 4 azzurri davanti a tutti. E la Ochner è 2ª

    A Cortina, nella tappa italiana di coppa del Mondo, il 27enne Mick vince lo slalom parallelo a spese di Fischnaller. Sul podio anche Felicetta che ha spinto giù Bormolini. Tra le donne un piazzamento per la 22enne di Moena

    19 dicembre 2015 - Milano
    La Coppa del Mondo di snowboard alpino fa tappa per la prima volta a Cortina e gli atleti azzurri fanno saltare il banco con un risultato storico: quattro atleti ai primi quattro posti, mai successo prima.Nell'ordine di classifica: Christoph Mick, Roland Fischnaller, Mirko Felicetti e Maurizio Bormolini hanno dominato la gara, dando ulteriore lustro ad una specialità in cui l'Italia recita un ruolo di primo piano da qualche stagione. E la festa tricolore continua anche nella prova femminile, dove Nadya Ochner ha colto un bellissimo secondo posto che rappresenta il miglior piazzamento della carriera, superata solamente in finale dalla campionessa svizzera Patrizia Kummer. Terza Cheyenne Loch.
    Non si è disputato un cross, come era programmato prima che la mancanza di neve lo facesse saltare, ma uno slalom parallelo sulla pista Faloria.

    LA GARA — Preciso e superiore in ogni run disputata, Mick ha dato vita nella big final a una run emozionante contro il capitano Fischnaller, precedendolo di appena 6/100 per quello che rappresenta il successo n°12 nella storia della specialità in Coppa del mondo. Grande la sua felicità al traguardo (prima di oggi aveva un 2° posto il 9 gennaio scorso a Bad Gastein come miglior piazzamento) che si somma al pettorale di leader nella generale di Coppa del mondo. Una soddisfazione più che meritata per il 27enne di Nova Levante (Bz), apprezzato da avversari e compagni di squadra per la sua semplicità e sportività. Ma grande è stata anche la risposta di Fischnaller (che raggiunge quota 20 podi in Coppa), tornato ai massimi livelli dopo l'attacco influenzale che lo aveva condizionato nell'esordio di Carezza, mentre Mirko Felicetti ha preceduto sul terzo gradino del podio Maurizio Bormolini in una sfida tra due belle speranze azzurre.

    I COMMENTI — La parola a Christoph Mick: «È la vittoria che ho sempre sognato e non era mai arrivata, Oggi non pensavo di andare troppo forte perché sono influenzato, invece run dopo run sono migliorato e non ho più pensato a nulla. Sono orgoglioso di ciò che ho compiuto, è stata una strana emozione strana affrontare i miei compagni di squadra, mi sembrava di disputare i campionati italiani... È un trionfo di tutta la nostra squadra. Spero di rendermi conto al più presto di quello che è successo oggi». Il d.t. Cesare Pisoni elogia giustamente tutto il gruppo: «È un risultato storico che premia tutto il percorso iniziato tre anni fa e che sta continuando - racconta -. I tecnici Meinhard Erlacher e Rudy Galli hanno fatto un lavoro incredibile, siamo stati bravi a creare una grande famiglia, i ragazzi sono tutti amici prima ancora che avversari. Anche il secondo posto di Ochner è significativo, sono particolarmente contento per Mick che se lo merita per una serie di motivi, è bello vedere i giovani che crescono al fianco ai nostri campioni più esperti».
     
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    Sci, discesa: superman Innerhofer. Al traguardo con un palo a far da zavorra

    Sui mille metri di dislivello della pista Compagnoni incredibile incidente per l'azzurro che taglia il traguardo con il drappo di una porta infilato nel collo, dopo aver sciato trascinandosi il palo. Vince Theaux davanti a Reichelt


    29 DICEMBRE 2015 - MILANO

    Di sicuro, era stato buon profeta. Ma nemmeno lui, probabilmente ieri, avrebbe potuto immaginare una gara tanto "pazzesca". Christof Innerhofer, alla vigilia di Santa Caterina, dove partiva come uno dei grandi favoriti, aveva detto: "Mi piacciono tutte le piste dove c'è un po' di spettacolo. Questa mi piace, è difficile. Hanno fatto un gran lavoro nella parte alta, con tutte queste curve. Poi arriviamo a 150 all'ora, è una cosa pazzesca". E pazzesco è quel che gli è successo. L'azzurro - pettorale 3 e dopo che i due precedenti atleti, Kilde e Bank, erano usciti di gara - ha centrato una porta mentre volava a più di 120 km orari. Al momento dell'impatto l'azzurro ha preso una gran botta alla testa e al naso che ha pure sanguinato. In più gli occhiali si sono completamente spostati ed Innerhofer ha avuto parecchio da fare per risistemarli continuando comunque la sua corsa sino a sfiorare il podio. Il drappo rosso gli è rimasto infilato nel collo trascinandosi però pericolosamente dietro per più di 30" pure il palo. Innerhofer è comunque riuscito ad arrivare al traguardo e ha chiuso infuriato con il tempo di 1'48"51. Sul podio due francesi: trionfa Theaux in 1'47"29 davanti a Reichelt 1'48"33 e al connazionale David Poisson, che nelle prove di ieri aveva fatto registrare una punta di velocità di 150,87 km/h. Théaux, 31 anni, è alla terza vittoria in carriera: dopo Lenzerheide (Svi) e Kvitfjell (Nor), Poisson a 33 anni conquista il primo podio di Coppa.

    IL COMMENTO — L'azzurro ha perso certamente un paio di secondi per rimettere le cose un po' a posto continuando ad altissima velocità, anche con punte di 150 km/h, la sua gara. "È stata una cosa brutale. Ho perso una bella botta e non vedevo più niente. Meno male che non mi sono fatto niente, poteva davvero finire male. Peccato perché sto tornando a livelli di grandissima competitività", ha detto l'azzurro a fine gara. "Non c'è più Bode Miller a divertire la gente con i suoi numeri - spiega poi con un sorriso, nel parterre - e ci voleva qualcuno che lo rimpiazzasse nei suoi show... Scherzi a parte, sono andato leggermente lungo in quel punto e ho preso il palo fra il braccio e la maschera. Lo strappo del telo mi ha agganciato alla maschera e me l'ha spostata, ho pensato addirittura di fermarmi, però vedevo che riuscivo a gestire la situazione, per cui sono andato avanti. Mi dispiace per quanto accaduto, questa giornata negativa mi ha insegnato che posso ancora prendermi dei rischi, è la dimostrazione che sto tornando su livelli di alta competitività".
    Di certo la Deborah Compagnoni di Santa Caterina non è una pista per tutti. Tremila e cento metri di pista, mille di dislivello, salti, curve a iosa, dossi, velocità massima di 150 all'ora. Il tutto reso più difficile dalla scarsa visibilità, dal buio che impedisce ai discesisti di vedere bene il fondo, perché il sole brilla solo sul traguardo.

    ALTRI AZZURRI — Ma sfortunati sono stati anche Peter Fill e Dominik Paris. Il primo, anch'egli protagonista in prova, ha perduto uno sci in una curva secca verso sinistra dopo una ventina di secondi, mentre il secondo era in lizza per il podio per oltre terzi di gara, ma si è scomposto all'improvviso nell'ondulato tratto finale rischiando addirittura di cadere, con la conseguenza di finire fuori dalla zona punti. Nei trenta concludono invece Werner Heel col 12° posto, Mattia Casse col 21°, Siegmar Klotz col 28° e Silvano Varettoni col 30°. Più lontano Matteo Marsaglia (38°) e Davide Cazzaniga (40°).

    Il norvegese Aksel Svindal, vincitore delle prime tre gare di discesa, ha chiuso al 7° posto che lo fa tornare al comando della classifica generale - è la quarta vota che c'è questo sorpasso - con 636 punti contro i 621 dell'austriaco Marcel Hirscher. Il prossimo appuntamento della Coppa uomini è sempre a Santa Caterina il 6 gennaio per lo slalom che sostituisce quello cancellato a Zagabria per mancanza di neve.
     
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