Lega Pro, dilettanti e serie minori

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    Il Vicenza vince la Coppa Italia di Lega Pro: 3-2 alla Juve Next Gen

    Al ritorno decide Franco Ferrari, il bomber nato a Rosario. Primo successo tra i pro per il danese Thomassen, subentrato a marzo. Non bastano Sekulov e Poli
    Simone Battaggia

    11 aprile - MILANO
    Il Vicenza ha vinto la Coppa Italia di Lega Pro. Dopo il 2-1 dell'andata allo Juventus Stadium, i biancorossi sconfiggono nuovamente la Juventus Next Gen 3-2 al Menti davanti a oltre 10.000 tifosi, al termine di una gara vibrante. Il Vicenza, che aveva già conquistato la Coppa Italia di Serie C nel 1982 (battuto in finale il Campobasso), succede al Padova. Oltre al trofeo, la squadra biancorossa porta a casa anche la qualificazione diretta alla fase nazionale dei playoff di Serie C e una serata di festa e serenità con i tifosi, dopo settimane tese.

    PRIMO TEMPO—
    Prima della partita, la società biancorossa ha reso omaggio a un mito del calcio mondiale, Paolo Rossi, che ha scritto la storia dei due club: distribuita a tutti la rappresentazione della figurina Panini della collezione Calciatori 1977-78, la stagione in cui “Pablito” fu capocannoniere in Serie A con 24 gol. I tifosi del Vicenza più caldi entrano dopo 10 minuti, all’annuncio delle formazioni, i nomi dei biancorossi sono accompagnati dagli “olé” dei bambini. Nella tribuna centrale uno striscione, “solo per la maglia”. In curva “Questo è quello che meritate”. In campo, dal primo minuto, la Juve dimostra subito di avere un peso specifico superiore. Merito certamente di Soulé - ispiratissimo - e degli altri ragazzi già visti in prima squadra con Allegri, come Barrenechea, Iling e Barbieri. Ma merito anche di un’organizzazione perfetta, di una fisicità che intimidisce i padroni di casa. Iling in particolare spazia su tutta la fascia sinistra, mentre Soulé crea calcio partendo da destra. Proprio da lui, al 19’, arriva l’assist per Sekulov che taglia la difesa e anticipa Iacobucci. Il Vicenza sembra tramortito, inferiore tecnicamente e fisicamente, incapace di imbastire un’azione. In attacco Ferrari non riceve palloni, dietro Stoppa, Begic e Dalmonte non creano e non aiutano nemmeno in copertura, dove invece ci sarebbe bisogno. La partita è dura, al 34’ viene espulso dalla panchina Mirko Conte, vice di Brambilla sulla panchina della Juve, per proteste dopo un fallo duro su Riccio. Il Vicenza nel finale prova ad alzare il baricentro, a pressare un po’; arriva un tiro alto di Greco, mentre Ferrari in pochi minuti viene ammonito e poi rischia il rosso per un altro fallo duro. Quando il capitano della Juve, Poli, regala una rimessa laterale al Vicenza confondendo il tecnico Brambilla per un compagno, l’impressione è che sia il primo errore della partita dei bianconeri.

    RIPRESA— Come nel primo tempo, i primi minuti danno il tono della ripresa. Il Vicenza cambia atteggiamento, l’ingresso di Della Morte e di Cavion porta aggressività e già al 3’ arriva il pareggio di Franco Ferrari: il capocannoniere del girone A di Serie C appoggia in gol un cross di Valietti da destra, dopo che il terzino era stato liberato da uno splendido colpo di tacco dello stesso Della Morte. La Juve Next Gen resta pericolosa, al 7’ Sekulov non chiude l’appoggio a rete su un pericoloso cross da destra e al 10’ arriva il nuovo vantaggio bianconero, con il capitano Poli che segna di testa su angolo di Iling. La Juve dà comunque l’idea di avere una marcia in più, ma l’atteggiamento del Vicenza è cambiato, la squadra ha preso coraggio. Al 15’, sul secondo corner di fila dalla destra, Cappelletti incorna di testa dal dischetto e batte Daffara per il 2-2. La partita è apertissima e vibrante, la Juve è pericolosa ma Ferrari sa creare pericoli nelle occasioni di rimessa. Al 39’ l’apoteosi, con l’attaccante che chiude una triangolazione, si accentra in area e segna il 3-2. Il finale è rovente, al 44’ un contatto tra Zonta e Iling, inizialmente non rilevato dall’arbitro Bonacina, porta al check del Var: è rigore, ma Iling spedisce alta la palla che poteva riaprire i giochi. Prima del fischio finale c’è tempo per un palo di Compagnon e per il 4-2 sprecato da Ferrari. Poi è solo festa Lanerossi.
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    L'incubo del Campodipietra: 235 goal incassati in una sola stagione




    In Eccellenza molisana l'ultima classificata ha raccolto il pallone in fondo al sacco per ben 235 volte, segnando appena quattro reti.
    Tra i luoghi comuni più diffusi che riguardano il calcio italiano, c'è il fatto che prediliga un gioco difensivista e più attento a non prenderle che a segnare un goal in più dell'avversario.
    Nel campionato di Eccellenza del Molise c'è però una squadra che questa credenza la sta sconfessando partita dopo partita.
    Si tratta del Campodipietra, team di un paesino di poco più di 2500 anime in provincia di Campobasso, che di reti fino a questo momento ne ha subite ben 235.

    Che sarebbe stata una stagione non semplice si è capito dalla prima giornata, con la sconfitta per 3-0 a tavolino arrivata contro la Virtus Gioiese.

    Un ko comminato per non essersi presentati all'appuntamento il giorno della gara. Ma quando sono scesi in campo, i calciatori del Campodipietra non hanno fatto poi così tanto meglio.

    Ben 10 le reti subite dal Pietramontecorvino, 12-0 dal Venafro e addirittura 15 dalla capolista Campobasso e dall'Isernia.

    Va bene che per vincere basta segnare una sola marcatura più dell'avversario. Ma farne più di 235 diventa quantomeno complicato. Soprattutto perché di goal in tutto il campionato, il Campodipietra ne ha segnati appena 4.

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    Dopo 6' sotto già 5-0, alla fine in campo c'erano solo 6 giocatori! Stagione chiusa con il ritiro



    Era un'ipotesi, come vi avevamo anticipato qualche settimana fa, dopo che nelle prime 4 gare di campionato la squadra aveva già incassato 80 gol.

    Un match che come si legge dal referto arbitrale non abbia avuto un regolare svolgimento, essendo stata sospesa, al 6' del 1 tempo, sul risultato di 0-5 a favore della società ospitata.
    La sospensione si è resa necessaria in quanto la società Atletico Fraschetta, a seguito di infortunio, veniva a trovarsi sul terreno di gioco solamente con sei giocatori, numero insufficiente per poter continuare a gareggiare, come sancito dall'art. 73/2 Noif. Alla luce di quanto sopra, il Giudice Sportivo Territoriale delibera: di assegnare gara persa alla società Atl. Fraschetta e, pertanto di confermare il risultato acquisito sul campo.

    In seguito, in data 31 ottobre 2023, la società Atletico Fraschetta, squadra militante nel Girone B di Alessandria, ha comunicato alla Delegazione di Alessandria la rinuncia alla propria attività rappresentando di non disporre di giocatori sufficienti a comporre la formazione.

    Il giudice sportivo, delibera:
    - di comminare la sanzione di Euro 125 alla società ATLETICO FRASCHETTA.
    - Le squadre che avrebbero dovuto affrontare la società ATLETICO FRASCHETTA osserveranno un turno di riposo.

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    per essere un derby veramente poca gente allo stadio.
    Menzione d'onore per la delirante scelta delle maglie dove la pro sembra l'Alessandria :hihi:
     
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    PADOVA-MANTOVA 0-5: UNA VITTORIA PESANTE COME UN MACIGNO
    Il calcio di gennaio regala grandi emozioni: risultato secchissimo che arriva stasera dal girone A di serie C. Con una vittoria 5-0 all’Euganeo di Padova, il Mantova di Possanzini si porta infatti a +7 sui diretti rivali per la promozione in B, categoria da cui i virgiliani mancano ormai dal 2010. Quella maturata stasera è la sesta vittoria consecutiva per loro, segno di uno stato di forma totale, ed è arrivata anche grazie al supporto di oltre mille tifosi in trasferta, dato niente affatto banale per il nostro terzo livello di lunedì sera.
    Se al 20° turno di campionato non può per forza di cose esserci nulla di definitivo, una partita del genere resta una bella dichiarazione d’intenti per una squadra che conta il migliore attacco, e da stasera anche la miglior difesa. La squadra di Possanzini gioca con un 4-3-3 da battaglia, ma non ha paura di coprirsi quando necessario. Età media 25.5 a testimonianza di un mix tra giovani speranze ed elementi di esperienza allestito dal ds Botturi, anche lui arrivato in estate insieme al tecnico marchigiano. E non scordiamoci che il Mantova qualche mese fa era di fatto retrocesso in serie D, prima di essere riammesso.
    Manco a dirlo, è andato ancora a segno il bomber di categoria Galuppini, autore del terzo gol, le cui gesta abbiamo cantato quando difendeva i colori del Renate e ormai beniamino della Curva Te. Sono già 9 reti per lui in questa stagione, pur essendo arrivato tardi dopo aver fatto la preparazione atletica col Novara. Siamo certi che contenderà a Lescano (Triestina) il titolo di capocannoniere del girone fino alla fine (anche se per ora il guida la classifica marcatori Fumagalli della Giana) . Lo stesso discorso vale per il suo omologo tra i pali Marco Festa, proveniente da Pordenone e valore aggiunto per la C (già portiere del Mantova nel 2014/15) 11a partita da imbattuto per lui, che ha giocato tutte e 20 le gare di questo campionato.
    Numeri che fanno pensare a una stagione indirizzata. Ora starà a Possanzini tenere la barra a dritta, già a partire dalla prossima gara casalinga contro l’Arzignano.
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    Il primo preparatore atletico a segnare in campionato
    L’incredibile storia di Dario Degli Esposti, che domenica ha segnato al Grosseto.

    Domenica a Cenaia i padroni di casa giocano contro il Grosseto. Fra le due squadre ci sono 26 punti di distanza: il Grosseto è quinto in classifica a meno sette dalla Pianese prima, il Cenaia è ultimo a pari punti con la Mobilieri Ponscacco. Il Grosseto va in vantaggio con Riccobono e la gara sembra indirizzata verso i più quotati maremmani, ma dopo quattro minuti il Cenaia pareggia con un colpo di testa, forse viziato da una spinta. Nelle immagini prodotte dal service locale si sentono i tifosi ospiti che, riferiti a un calciatore avversario, dicono: «Ma il 31 non ha manco il nome». In effetti il numero 31 è l’unico della formazione di casa a non avere il nome sulla schiena, ma solo il numero.


    Poco dopo la mezz’ora del primo tempo, parziale di 1-1: su un corner dalla destra per il Cenaia il pallone attraversa tutta l’area e raggiunge un altro giocatore della squadra pisana, che rimette in mezzo. Nelle immagini non si vede benissimo, ma il 31 della squadra di casa si coordina, calcia e batte il portiere del Grosseto. 2-1. Il 31, quello senza nome sulla schiena, esulta. «Ha segnato quello senza nome!», grida un tifoso del Grosseto.



    Quello senza nome che ha segnato il 2-1 (la partita poi finirà 2-2), in effetti, non è tecnicamente un calciatore del Cenaia. È in campo, sì, ma non fa parte della rosa della squadra. O almeno, non ne fa più parte dall’inizio di questa stagione. Si chiama Dario Degli Esposti ed è il preparatore atletico della squadra arancioneroverde. Insomma, non credo sia una statistica che si possa controllare: ma quante altre volte è successo che il preparatore atletico di una squadra segnasse un gol decisivo per un altrettanto decisivo punto per la lotta salvezza? Stupito da ciò che era successo ho contattato telefonicamente il preparatore atletico del Cenaia e ho scoperto una storia che è inno alla sfortuna da una parte e alla voglia di non mollare dall’altra. Quando gli ho chiesto cosa ha provato al suo gol contro il Grosseto, lui mi ha risposto: «Una vera liberazione».



    Degli Esposti, classe 1984, alle spalle ha un passato da calciatore. È stato un ottimo difensore di Serie D per tanti anni. Cresciuto nelle giovanili del Livorno, è stato bersagliato dalla sfortuna sin da giovanissimo: «Giocavo in Primavera e mi avevano chiamato in prima squadra perché c’erano tanti infortunati in difesa», mi ha detto «Ero pronto forse anche al debutto, perché eravamo salvi: in uno degli ultimi allenamenti, però, mi ruppi il malleolo e saltai la chiamata».

    Niente debutto in Serie B, dunque, ma si rimane a Livorno, nell’Armando Picchi, “l’altra” squadra della città. Con loro, Degli Esposti resta diverse stagioni, vincendo anche i playoff di Serie D e perdendo la Coppa Italia di categoria solo in finale. Nel suo palmares anche un campionato vinto, sempre in D, con la Lucchese, fino a quando il suo lavoro di personal trainer non è diventato troppo ingombrante e lo ha obbligato a una scelta: scendere in Promozione per continuare col calcio come passione e far coincidere gli orari degli allenamenti con quelli del lavoro: «Ero entrato in una palestra, staccavo alle 17 e non riuscivo ad allenarmi alle 15: ho preferito scendere di due categorie per non mollare del tutto col calcio».

    E così continua fino alla fine della stagione 2022/23, quando guida il Cenaia alla promozione in Serie D dall’Eccellenza: «Ho finito il campionato saltando massimo tre gare, ma l’ho finito anche con tre ernie: io ho anche uno stabilimento balneare e la stagione estiva, sulla costa, mi ha portato a uno sforzo fisico che ha peggiorato la mia situazione». Così, prima di preparare la nuova stagione, Degli Esposti appende gli scarpini al chiodo senza però lasciare il Cenaia e il calcio: «Il preparatore con cui avevamo vinto l’Eccellenza ci aveva abbandonato, così con il presidente della società abbiamo di comune accordo deciso che avrei proseguito in squadra, ma prendendo il suo posto, senza fare più il calciatore: già negli anni scorsi i ragazzi più giovani mi usavano come punto di riferimento visto che comunque faccio il personal trainer: è stata un’evoluzione naturale».

    dario-degli-esposti

    I problemi alle ernie sembrano porre una pietra tombale sulle possibilità di rivederlo con un numero sulla schiena. Questo finché il dottor Nico Colucci non lo rimette a nuovo: «Ero arrivato a un punto in cui non riuscivo più a guidare o mangiare senza essere poggiato su un fianco: tre mesi di cortisone e terapia, ma alla fine non ho avuto più problemi». Un bel redemption arc, come direbbero gli sceneggiatori americani, ma manca ancora il capitolo finale, il momento della catarsi, quello del ritorno in campo.



    «Nelle ultime settimane, fra infortuni e squalifiche, mancavano sempre i difensori centrali, così il mister [Agostino Iacobelli, ndr] mi ha portato in panchina per tre partite, da quella contro il Real Forte Querceta del 14 gennaio a quella del 28. Poi domenica, contro il Grosseto, l’emergenza era totale e il mister mi ha chiesto di giocare titolare. A quel punto che fai? Rinunci?». Così Degli Esposti, col 31 sulla schiena ma senza nome, scende in campo per la prima volta dopo la vittoria del campionato scorso col Cenaia, bella coincidenza. E al 32esimo del primo tempo, sul cross dalla sinistra, trova l’impatto al volo che chiude la storia: «Non so se sono il primo preparatore atletico a segnare in campionato ma credo sia estremamente probabile [ride, ndr], quello che conta è stata la liberazione: il periodo con le ernie è stato terrificante, non dormivo per le scosse continue, ho perso otto chili perché non riuscivo a mangiare senza provare un senso di nausea costante. Pensare di essere passato da quello a un gol in Serie D in un big match come quello contro il Grosseto è una gran bella sensazione».


    E adesso? «Ormai ho ripreso ad allenarmi coi compagni, se il mister me lo chiede sono pronto. Ovviamente nei limiti del possibile: non voglio rischiare più di soffrire come ho sofferto». Intanto, però, Degli Esposti una piccola pagina di storia l’ha scritta: passando dagli infortuni che gli hanno negato l’esordio in B al ritorno in campo, per gli allenamenti serali fino al gol di domenica.

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    Mantova promossa in serie B, quando l'anno scorso aveva faticato a salvarsi dalla serie D
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