Champions League 2021-22

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    AUGUSTA TAURINORUM

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    È un Real infinito: epica rimonta contro il City. Il 28 a Parigi la finale col Liverpool

    I Citizens, avanti nella ripresa con Mahrez, incassano la doppietta di Rodrygo (90' e 91'). Ai supplementari decide il rigore di Benzema
    Adriano Seu

    4 maggio - MILANO
    Infinito Real Madrid, ancora una volta. La sfida del Bernabeu regala meno gol di quella dell’Etihad, ma i Blancos e i Citizens danno vita a 120’ di emozioni, sorprese e intensità da togliere il respiro. Alla fine prevale la squadra di Ancelotti, capace di centrare un’altra rimonta da stropicciarsi gli occhi, frutto di un prodigioso uno-due di Rodrygo tra il 90’ e il 91’ prima dell’immancabile firma dell’”Etoile” Benzema, bomber regale al 15° centro europeo in stagione.
    Il City e Guardiola s’illudono con Mahrez, sprecano qualcosa di troppo come all’andata e precipitano nell’incubo a un passo dal traguardo fallendo la seconda finale europea dopo quella persa la scorsa stagione. A giocarsi il titolo, il prossimo 28 maggio a Parigi, sarà il Real Madrid per la 17° volta. Ancelotti può così inseguire l’ennesimo capolavoro e i Blancos dare la caccia al 14° titolo contro gli stessi rivali dell’ultima volta, i Reds, che cercheranno rivincita dopo il rocambolesco k.o. di quattro anni fa.

    LE SCELTE— Chiamato a recuperare il k.o. dell’Etihad, Ancelotti ha dovuto fare a meno di Alaba (al suo posto Nacho) ma ha ritrovato quel Casemiro fondamentale per gli equilibri di difesa e centrocampo. Davanti, come previsto, Valverde nel trio offensivo per dare più sostanza in fase di copertura e recupero palla.

    NERVI TESI— La banda di Guardiola scende in campo al Bernabeu per comandare le danze come d’abitudine, ma questa volta il Real riesce a non farsi schiacciare negli ultimi 30 metri. La presenza di Casemiro, vertice basso a centrocampo a fare da schermo alla difesa, garantisce solidità e protezione per arginare almeno in parte i costanti inserimenti di Bernardo Silva e Foden. Nel frattempo, grazie alla regia di Kroos e Modric, i Blancos riescono a trovare spazi buoni per colpire con rapide verticalizzazioni. Al 4’ il primo squillo di Benzema, che spreca di testa dopo essersi infilato tra Dias e Laporte, poi un violento sinistro di Vinicius da posizione decentrata e la doppia risposta dei citizens con una penetrazione di Bernardo Silva (destro deviato da Courtois) e una stoccata di Gabriel Jesus alta di un soffio. I ritmi diventano presto altissimi e si alza anche la temperatura, al punto da costringere Orsato a sventolare due gialli a Laporte e Modric per un accenno di rissa (nell’occasione graziato Casemiro per un entrataccia). Il pubblico del Bernabeu alimenta il pathos sottolineando ogni ripartenza dei Blancos con sonori boati, protesta a gran voce per una spinta di Walker su Vinicius lanciato a rete e applaude Courtois, pronto e reattivo su una potente conclusione di Foden. In tutto ciò, Guardiola osserva e si sbraccia a bordo campo perché vede un City impreciso, frettoloso e a trattati anche timoroso nell’alzare la pressione, complice l’abilità dei blancos nel giostrare palla e attaccare gli spazi.

    DOCCIA GELATA— Col passare dei minuti sale in cattedra Modric e il Madrid guadagna terreno, mentre il City rischia di farsi sorprendere in avvio di ripresa: tre tocchi, centro di Carvajal e sinistro a lato di Vinicius, che si mangia le mani per la gigantesca opportunità gettata al vento. E’ il segnale che inaugura 20’ di forcing dei blancos condito da tre mischie concitate a pochi metri da Ederson, protagonista sempre un Vinicius tanto inesauribile quanto poco lucido al momento di concludere. Guardiola capisce che è il momento di correre ai ripari e azzecca la mossa vincente al 72’ sostituendo De Bruyne con Gundogan. E’ infatti dai piedi del tedesco che un minuto dopo parte l’azione micidiale con cui Bernardo Silva e Mahrez confezionano il vantaggio ospite ammutolendo il Bernabeu, proprio quando i blancos si apprestavano a lanciare l’assalto finale con un City in affanno.

    ORGOGLIO BLANCO— Con uno svantaggio complessivo di due reti a un quarto d’ora dalla fine, Ancelotti getta nella mischia Camavinga, Asensio e Rodrygo giocandosi il tutto per tutto con quattro attaccanti di ruolo. Il City prova a mantenere i nervi saldi per evitare scherzi nel finale, ma spreca il possibile raddoppio con Grealish e alla fine paga il conto del Bernabeu scontrandosi con la “mistica copera” del Madrid e con un super Rodrygo. Il brasiliano ribalta letteralmente la partita nel giro di due minuti: pareggio al 90’ con un rapace tap-in su assist di Benzema e gol del vantaggio 60’’ dopo con un perfetto colpo di testa sotto la traversa su assist di Carvajal sporcato da Asensio. Si va così ai supplementari, dove il Madrid sfrutta lo slancio rifilando un altro “schiaffo” ai rivali, questa volta su calcio di rigore (netto fallo di Dias su Benzema). A infiocchettare la rimonta non può che essere il francese, artefice di una Champions da sogno con 10 centri nella sola fase a eliminazione diretta. L’incubo per i Citizens vive un nuovo capitolo al 115’, quando il nuovo entrato Fernandinho spedisce a lato un pallone da spingere comodamente in porta da pochi passi. E’ l’atto finale di una serata da dimenticare per gli inglesi, mentre i Blancos e Ancelotti festeggiano davanti a un Bernabeu in estasi.
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    Ancelotti, come te nessuno mai: quarta Champions, il Real Madrid è campione!

    Liverpool battuto 1-0: decide Vinicius e Courtois para tutto. Quattordicesima volta sul trono d'Europa per i blancos, la quarta per Carletto, l'uomo dei record
    Stefano Cantalupi

    28 maggio - MILANO
    Sono quattordici per il Real Madrid. Quattordici Champions League, fa impressione solo scriverla, una cosa del genere. Carlo Ancelotti è di nuovo il re di Parigi, come ai tempi del Psg... ma il suo regno, da stasera, è di una grandezza inesplorata, abbagliante: quattro volte sul tetto d'Europa, non c'era mai riuscito nessuno. Il Liverpool mastica amaro di nuovo, quattro anni dopo la finale persa a Kiev coi blancos: stavolta non è il portiere dei Reds (Karius) a essere decisivo in negativo, è quello del Madrid (Courtois) a diventare un muro con due pale al posto delle braccia. Finisce 1-0, a Saint-Denis. La firma è quella di Vinicius, la Casa Blanca è di nuovo padrone d'Europa e l'Inghilterra resta senza trofei europei.

    PARTENZA LENTA—
    La partenza è... falsa, nel senso che si comincia con oltre mezz'ora di ritardo. Problemi nell'accesso dei tifosi inglesi che restano fuori a centinaia, clamorosa disorganizzazione nel gestire l'afflusso allo Stade de France. Gas urticante spruzzato anche sui bambini, caos assoluto. E qualche incidente ai gate d'ingresso per bloccare i tentativi di chi prova ad approfittare della situazione per scavalcare senza biglietto. Turpin fischia l'inizio alle 21.36, ma Reds e Madrid aggiungono qualche ulteriore minuto di attesa, prima di cominciare ad affrontarsi per davvero. Il 4-3-3 di Klopp e il 4-4-2 di Ancelotti impattano frontalmente, riuscendo ad annullarsi a vicenda per un quarto d'ora. Poi la bilancia del match pare inclinarsi verso il piatto rosso: Alexander-Arnold e Salah si cercano e propiziano l'uno le conclusioni dell'altro, l'occasione migliore capita a Mané e non si concretizza per un pelo.

    BENZEMA... ANZI NO— Se Courtois non facesse un miracolo sul destro del senegalese, mandandolo a sbattere contro il palo, parleremmo di un altro match. Invece la parità resiste, il Madrid ha modo di carburare senza andare sotto nel punteggio e appena prima dell'intervallo troverebbe pure il vantaggio: buon per i Reds che l'intervento di Fabinho a contrastare il tiro di Valverde non venga considerato una "giocata" dal Var, decisione che decreta automaticamente il fuorigioco di Benzema, l'autore della zampata vincente. Turpin non rivede l'azione e si fida dell'overrule, ma insomma, resta qualche dubbio. Klopp tira un sospiro di sollievo e va negli spogliatoi, con la sensazione che Ancelotti lo stia piano piano imbrigliando, in maniera simile a ciò che Carvajal - volendo scegliere un duello tra i tanti - sta facendo col pericolo pubblico Luis Diaz.

    VINI-GOL— Si riparte e si arriva senza scossoni all'ora di gioco: il momento in cui la partita si spacca. Micidiale il Madrid nel leggere e punire gli sbandamenti della difesa inglese, prontissimo Valverde a materializzarsi per il cross, presente Vinicius nel tocco in rete a porta vuota. Stavolta il check Var non strozza l'urlo madridista, è l'1-0 e la coppa sembra già tingersi di bianco. È presto, però. Salah chiama ancora Courtois al tuffo, Klopp toglie Diaz e mette Jota, i Reds si buttano avanti a testa bassa e il portiere belga deve nuovamente superarsi per mettere un piede tra Salah e la rete del pareggio. Le mosse successive saranno Keita e Firmino.

    COURTOIS ENORME— L'ultimo quarto d'ora è un assedio dei Reds, ancora vitali nonostante le 63 partite disputate in stagione (ovvero tutte quelle possibili...). Keita spreca dal limite, poi nuovo duello Salah-Courtois e il portiere belga è semplicemente gigantesco nel volare sul tiro dell'egiziano, a sua volta strepitoso nel controllo e nel dribbling su Mendy. Salah picchia i pugni sul prato, capisce che è un'altra notte stregata (a Kiev uscì infortunato dopo mezz'ora). La marea rossa monta, spinge, carica, ma non passa. E al fischio finale di Turpin, Ancelotti è di nuovo Re Carlo. Liga e Champions: meno male che lo davano per finito.
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    Ancelotti è bravo, per carità, ma ha anche un culo micidiale
     
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    Ancelotti è bravo perché ha culo e sa sfruttare ogni occasione.
    Paradossalmente la sua finale migliore è stata quella persa nel 2005.
    Nel 2003 vince ai rigori ( :sega: ) dopo aver vinto una gara nelle ultime cinque, al 92simo
    Nel 2007 vince giocando di merda, con gol di spalla di Inzaghi (ma il capolavoro fu la semifinale)
    Nel 2014 pareggia al 94simo con Ramos e poi dilaga contro il povero Atletico
    Nel 2022 migliore in campo il loro portiere

    Però mi è simpatico, deve essere una brava persona. Invece il Real lo odio, come tutte le squadre piene di deiti ma essendo squadre di palazzo (era la squadra dei franchisti non scordiamocelo) possono fare quello che vogliono.
    Poi che noia le squadre che vincono sempre, spesso rubando con aiuti arbitrali
     
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153 replies since 17/7/2021, 20:42   937 views
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