Champions League 2021-22

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    Milan, è una beffa pazzesca: l'Atletico vince su rigore al 97'!

    K.o. immeritato per i rossoneri, che dopo il gol di Leao crollano nel finale sotto i colpi di Griezmann e il penalty di Suarez. Decisiva l’espulsione di Kessie dopo mezzora
    28 settembre - MILANO

    Il Milan accarezza a lungo l’impresa con l’Atletico Madrid, ma viene raggiunto a pochi minuti dallo scadere e superato da un rigore in pieno recupero. A San Siro finisce 1-2 con vantaggio rossonero di Leao nel primo tempo, pareggio del subentrato Griezmann al 39’ della ripresa e penalty vincente di Suarez al 97'. Il Milan capitola proprio sul più bello e si sarebbe potuto parlare di impresa non solo per il valore dell’avversario, ma soprattutto perché il Diavolo si è ritrovato in dieci uomini dopo mezzora per l’espulsione – molto severa, probabilmente troppo – di Kessie (doppio giallo). Una beffa dal sapore amarissimo, dopo un grande primo tempo in cui stava dominando sotto tutti gli aspetti. Nella ripresa si è giocato quasi esclusivamente nella metà campo rossonero, ma il risultato finale è senza dubbio una punizione eccessiva. Il Milan dopo due partite resta ultimo in classifica senza punti.
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    Espulsione severa di Kessie? Seriamente?
     
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    Quelli della Gazzetta sono ridicoli.
    Stanno diventando come Tuttosport :hihi:
     
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    Girano le balle, ma per 60 minuti non siamo usciti dalla nostra metà campo.
    Però hey, il trofeo "a testa alta non ce lo toglie nessuno"
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    El Psy Kongroo

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    È anche vero che non avete concesso gran palle gol fino alla fine

    Ma io devo ancora capire perché sullo 0-0 non abbiano dato rigore sul mani di Tomori che mi pareva più netto di quello dato alla fine
     
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    Incazzato nero, per il rigore dubbio (cazzo serve il VAR?) che testimonia come ormai in Europa non contiamo un cazzo e con Kessié.
    Il caro Presidente spero faccia un po' di panchina.
    Poi boh, per me Pioli ha toppato i cambi, a meno che la filosofia sia "ho 5 cambi devo farli per far rifiatare tutti", però i contributi di Giroud, Florenzi e Ballo-Tourè sono stati inesistenti.
    Dai, che siamo a già due sconfitte onorevoli, il trofeo A testa alta non ce lo toglie nessuno
     
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    Tre punti d’oro per la Dea: Zapata ispira Pessina, lo Young Boys si arrende

    Gli svizzeri resistono fino al 68’, quando una gran giocata del colombiano regala il gol-partita al giovane Azzurro
    dal nostro inviato Fabio Bianchi

    29 settembre - BERGAMO
    L’Atalanta in Champions non tradisce mai. Sfrutta la chance, batte lo Young Boys e si porta in testa alla classifica del girone in attesa della trasferta di Manchester. Ma adesso in Inghilterra ci si può andare più sereni. La prima sfida di Champions in casa con il pubblico, finalmente, è stata una festa. Una vittoria strameritata, dopo una partita giocata sempre all’attacco e senza chiudersi nemmeno nei minuti finali quando gli svizzeri, loro sì chiusissimi fino allo svantaggio, hanno tentato il tutto per tutto. Una vittoria sofferta solo nel senso che non si riusciva a sbloccare, spesso le giocate restavano a metà. Ci ha pensato una percussione del toro Zapata che ha servito una palla deliziosa per Pessina che l’ha buttata dentro in scivolata.

    SENSO UNICO—
    Lo Young Boys non è stato lo spauracchio annunciato. L’Atalanta ha preso subito possesso della partita. Wagner ha schierato la sua squadra in un modo inedito, un 4-3-2-1 stretto, per dare meno punti di riferimento a Gasperini che ha comunque piazzato i suoi centrocampisti sui tre centrali e il terzetto difensivo sugli uomini d’offesa svizzeri. Insomma, è servito a poco il cambiamento. L’Atalanta dopo 5 minuti poteva già essere in vantaggio con Zapata, che dall’area ha angolato male e il portiere ha respinto facile. E dopo sei minuti è andata anche in gol, sugli sviluppi di una punizione di Malinovskyi, con l’autorete di Lauper, ma l’arbitro tedesco Brych, dopo consulto del Var, ha annullato per fuorigioco. A proposito di Lauper, ha commesso anche un fallo netto di mano in area non sanzionato. Ma di questi tempi con gli arbitri non siamo fortunati. Comunque poco prima è arrivata la tegola per l’Atalanta, che ha perso Gosens per infortunio e al suo posto è entrato Maehle. La banda del Gasp ha continuato a spingere, e respingere le ripartenze degli svizzeri dal centrocampo grazie al pressing e ha rischiato una volta sola per troppa foga. Sbilanciato, ha lasciato che Martins Pereira lanciasse il veloce Elia in area che però ha tirato alle stelle. L’occasionissima al tramonto del primo round, con Pessina che da due passi non ha sfruttato la palla rimessa in area da Toloi.

    CHE ZAPATA— Nel secondo round la Dea è entrata ancora più decisa, mentre lo Young Boys stava sempre più rintanato. Al minuto 17 un gran tiro di Zapata è stato respinto da una prodezza di Von Ballmoos (buon portiere, come l’esterno Garcia e il trequartista Elia). Il colombiano, dal punto di vista fisico incontenibile, è stato una spina nel fianco della difesa svizzera e al minuto 23 ha confezionato il pacchetto regalo per Pessina. Poi ha anche sfiorato il raddoppio con una zuccata. Qui si è visto il vero Young Boys, aiutato anche dai cambi di Wagner. Ha rovesciato, gioco forza, la strategia, e si è riversato in massa nel centrocampo nerazzurro. Ma i difensori, come è stato nel primo round, hanno fatto un’ottima guardia e le azioni più pericolose le ha create ancora l’Atalanta con il subentrato Muriel. E’ finita come doveva finire, e adesso la possibile conquista per la terza volta di fila degli ottavi si fa più vicina.
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    El Psy Kongroo

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    Finalmente una prestazione difensiva degna di questo nome e bonucci ha dimostrato che se vuole riesce pure a marcare

    Chiesa si sta sempre più confermando un signor giocatore
     
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    Chiesa è uno spettacolo: la Juve stende i campioni d'Europa

    Priva di Dybala e Morata, la squadra di Allegri prima soffre, poi cresce e tiene i 90' senza cali di tensione. Tante le occasioni create, solo un paio di brividi nel finale: è a punteggio pieno nel girone

    Livia Taglioli

    29 settembre - MILANO
    Le squadre italiane si confermano indigeste al Chelsea: quinta trasferta in Champions e quinto k.o. per la squadra inglese, che esce sconfitta 1-0 dall’Allianz Stadium. Terza vittoria consecutiva dunque per la Juve, dopo le ultime due in campionato, nonché secondo successo in Champions, dopo l’esordio vincente col Malmoe. Ma stavolta la soddisfazione è diversa, per la forza dell’avversario e perché, accolta con grande calore, la Juve tornava davanti al suo pubblico dopo due anni. Senza gli infortunati Dybala e Morata, ci pensa Chiesa: è un suo gol a dieci secondi dal via della ripresa a regalare tre punti alla Juve, contro un Chelsea umile e mai domo ma pericoloso in un paio di occasioni. Con la Juve che finalmente “dura” 90 minuti, senza cali di tensione e buona intensità.

    LA STRANA IDEA—
    Max Allegri alla vigilia non scherzava: Bernardeschi “falso 9” preferito a Kean, e “strana idea” servita. Ma non è la soluzione di manciniana memoria l’unica sorpresa: Chiellini parte in panchina, con De Ligt al fianco di capitan Bonucci. Sull’opposta sponda Tuchel non offre effetti speciali, con Lukaku terminale offensivo di un 3-4-2-1 che ha nell’azzurro Jorginho il suo faro di centrocampo e nell’ex rossonero Thiago Silva il centrale difensivo. Per il resto Allegri dispone Chiesa e Cuadrado ai fianchi di Bernardeschi, in un 4-3-3 coraggioso e pure inatteso. Il Chelsea non si fa però sorprendere, gioca con disinvoltura e fin dalle prime battute mostra pressing altissimo e grande aggressività. La Juve soffre ma non offre il fianco. Impossibile però sottrarsi alla pressione inglese ed al suo palleggio ubriacante: nel primo quarto d’ora la squadra vive schiacciata dalla trequarti in giù, concedendo però un’unica palla buona a Lukaku (su angolo battuto rasoterra da Alonso), con Szczesny che ferma in due tempi.

    JUVE, DAL BUNKER ALLE OCCASIONI— La squadra di Allegri trova a sua volta l’occasione della vita al 16’, quando Rabiot intercetta un pallone e parte ad ampie falcate in contropiede. Ma il suo lancio in profondità per l’accorrente Bernardeschi è precipitoso e troppo lungo, e Mendy non ha problemi a sventare. Ma la Juve ha trovato il copione giusto, e al 20’ è Chiesa ad involarsi palla al piede. Bernardeschi segue l’azione, troppo indietro perché l’altro Federico possa aspettarlo. Così Chiesa prova la conclusione personale, e da posizione angolata sfiora il secondo palo. Ora è lui ad occupare la posizione più avanzata, pronto a intercettare qualche pallone vagante o a scattare sul filo del fuorigioco. Tuchel si arrabbia coi suoi, il Chelsea torna alla carica con baricentro alto e una serie di uno-due ravvicinati con cui prova a prendere il tempo ai bianconeri. Ma la Juve chiude bene gli spazi e riparte, con lanci lunghi e verticalizzazioni decise, spinta anche da un tifo incessante. Prima Rabiot alza di poco la mira con un tiro da fuori, poi la Juve guadagna qualche metro e la sua offensiva da azione sporadica diventa azione più continua e ragionata. Il Chelsea cala nel ritmo e nell’aggressività, Lukaku appare isolato e ai margini del match, le sgasate di Chiesa continuano ad essere la variabile più efficace per vivacizzare le offensive bianconere. E’ una Juve che acquista coraggio e consapevolezza col passare dei minuti, ma che non riesce ad aumentare la qualità nel palleggio e soprattutto nell’ultimo passaggio. Così, dopo un avvio sofferto e un promettente crescendo, il primo tempo si chiude a reti inviolate.

    PRONTI, PARTENZA, CHIESA— Il tempo di rientrare in campo ed è già gol: sponda di Rabiot, tocco di Bernardeschi, Chiesa non perdona: è l’1-0 per la Juve, col gol bianconero più veloce dall’inizio del secondo tempo in Champions League. Poi la squadra di Allegri resta in controllo attivo del match. L’attenzione dietro è massima, Bernardeschi, pescato da Cuadrado, spreca dal cuore dell’area l’occasione per chiudere il match, quindi lascia il posto a Kulusevski. Il Chelsea rinuncia a Jorginho e punta sull’inventiva di Loftus-Cheek e Hudson-Odoi, la Juve torna in trincea, con dignitosa sofferenza. E una ritrovata voglia di fare la Juve, muovendosi con aggressività e autorevolezza in fase di possesso palla. Kulusevski si piazza dietro a Chiesa, pronto ancora a partire con qualche strappo dei suoi. Ma prendere d’infilata un Chelsea che attacca a testa bassa si fa più difficile, ancor più se l’uscita dall’area è imprecisa. Allegri attrezza la Juve per il quarto d’ora finale con Kean e McKennie al posto di Chiesa e Rabiot. La Juve è abile a chiudersi sigillando gli spazi. Alla fine concederà al Chelsea due occasioni, con gli errori di mira di Lukaku al 38’ e Havertz al 95’. C’è ancora spazio per uno scampolo di gara e di gloria per Chiellini, al posto di uno sfinito Bentancur. E la Juve per la prima volta conquista i tre punti con un 1-0 in perfetto Allegri-style.
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    Tonfo del Barça col Benfica, goleada Bayern. CR7 fa vincere lo United al 95'

    I blaugrana k.o. 3-0, ora rischiano. Cinque gol dei tedeschi alla Dinamo Kiev, il Manchester vince 2-1 in rimonta col Villarreal
    29 settembre - MILANO
    Conclusa la seconda giornata della fase a gironi di Champions League. L'antipasto della notte europea è la vittoria dello Zenit di San Pietroburgo per 4-0 contro il Malmoe. I russi (3 punti) agganciano il Chelsea al secondo posto del girone H, dove svetta la Juventus. Vince il Bayern Monaco, 5-0 contro la Dinamo Kiev, e si porta in testa a punteggio pieno nel gruppo E, dove il rimaneggiato Barça rischia l'eliminazione. È ultimo con zero punti dopo il k.o. per 3-0 col Benfica (secondo a 4). Nel gruppo F (quello dell’Atalanta) primi tre punti dello United che ad Old Trafford rimonta 2-1 il Villarreal con un gol di Ronaldo al 95'. Il Salisburgo guida il gruppo G a quattro punti dopo il 2-1 sul Lille. Dietro a 2 punti Wolfsburg e Siviglia che pareggiano 1-1.

    UNITED-VILLARREAL 2-1—
    Sempre più uomo dei record: nella notte in cui è ufficialmente il calciatore con più presenze nella storia della Champions League, Cristiano Ronaldo segna al 95' e salva lo United. Gli uomini di Manchester vanno sotto ad Old Trafford contro il Villarreal, su un'azione in velocità chiusa da Paco Alcacer (52'). Al 60' pareggia l’ex Inter Alex Telles con un bellissimo tiro al volo da fuori area, un po’ defilato, direttamente da un cross su punizione di Bruno Fernandes dall’angolo opposto. Primi tre punti per lo United che adesso nel gruppo F ha raggiunto lo Young Boys dietro all'Atalanta, che di punti ne ha quattro.

    BENFICA-BARCELLONA 3-0— Mancano Braithwaite, Dembélé e Aguero, ma i veri problemi sono dietro (dove è assente Alba). Appena il tempo di rialzare la testa in campionato (3-0 sul Levante) e il Barça si rituffa nella crisi, economica e di campo. Passano tre minuti e a Lisbona il Benfica esulta con Nuñez. Sulla prima rete fa fatica Pique, poi un’altra amnesia difensiva causa il 2-0 di Silva al 69’. Tris portoghese ancora con Nuñez, su rigore dopo mani di Dest. Espulso Garcia per doppio giallo a tre minuti dal termine. Adesso per i blaugrana, a zero punti nel gruppo E dopo due gare, la strada per la qualificazione agli ottavi è davvero in salita. E la panchina di Koeman scotta parecchio.

    BAYERN-DINAMO KIEV 5-0— Si allunga a nove la striscia di vittorie consecutive del Bayern Monaco, capolista in Bundesliga e nel girone E di Champions League (6 punti). La Dinamo Kiev vuole riscattare l’umiliante sconfitta in Supercoppa ucraina contro lo Shakhtar ma il solito Lewandowski, però, facilita le cose ai tedeschi. Rigore segnato dopo 12 minuti e raddoppio grazie alla verticalizzazione di Muller prima della mezzora. Tris di Gnabry con una cavalcata sulla destra e bolide sotto la traversa. Nel finale a segno Sane e Choupo-Moting.

    SALISBURGO-LILLE 2-1— Per il Salisburgo è l’anno dei rigori. Tre a favore (in 45 minuti) fischiati contro il Siviglia nel primo turno. Altri due stasera contro il Lille. In totale fanno cinque penalty in 180 minuti. A segnarli ci pensa Adeyemi: il primo poco dopo la mezzora e l'altro al 53’ causato dal fallo di mano di Yilmaz. Il turco poi accorcia al 62’. Gli austriaci ora guidano il gruppo G con quattro punti.

    WOLFSBURG-SIVIGLIA 1-1— Al 48’ la sblocca Steffen girando in rete un pallone che si ritrova tra i piedi in area di rigore, dopo il tacco di Arnold e la sponda involontaria di un difensore. Non basta, però, per battere il Siviglia del Papu, Suso e Lamela. È proprio l'argentino ex Roma a subire il fallo che porta al rigore dell’1-1 finale e all’espulsione di Guilavogui. Decisione severa da parte dell'arbitro. Lo mette in rete Rakitic all’87’. Le due squadre sono appaiate al secondo e al terzo posto del gruppo G con due punti.

    ZENIT-MALMOE 4-0— Nove minuti e lo Zenit è già avanti: palla in mezzo di Santos, dalla sinistra, e rete di Claudinho, classe '97, la prima in due presenze totali in Champions. Solito copione nella ripresa. Kuzyaev segna subito il 2-0, con l'aggravante che gli svedesi restano in dieci per l'espulsione di Ahmedhodzic (fallo di mano). Arrotonda il risultato Sutormin con un sinistro da fuori all'80', finché Wendel non la chiude nel quinto di recupero, su ribattuta. Seconda sconfitta in altrettante partite per il Malmoe, mentre lo Zenit - sempre in controllo del match - sale a tre punti nella classifica del gruppo H, gli stessi di Chelsea e Juventus che si affrontano alle 21. Il 20 ottobre saranno proprio i bianconeri a volare a San Pietroburgo.
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    Benissimo.
    Gran partita ieri sera.
    Chiesa sta dimostrando di valere ogni centesimo del suo ingaggio e cartellino
     
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    CITAZIONE (Symphony of death @ 30/9/2021, 08:13) 
    Finalmente una prestazione difensiva degna di questo nome e bonucci ha dimostrato che se vuole riesce pure a marcare

    Chiesa si sta sempre più confermando un signor giocatore

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    City, manita al Bruges: che debutto per Palmer! Show dello Sporting: 1-4 a Istanbul

    La squadra di Guardiola domina in Belgio: doppietta di Mahrez, gol di Cancelo, Walker e del classe 2002, a segno subito dopo il suo ingresso. Perde il Besiktas, sconfitto dai portoghesi

    19 ottobre - MILANO
    Terza giornata di Champions League: alle 18.45 giocano e vincono Manchester City e Sporting Lisbona. Due successi esterni: gli inglesi dominano in casa del Bruges con un sonante 5-1, i portoghesi sul campo del Besiktas per 4-1.

    Questa sera alle 21 l'Inter sfiderà a San Siro lo Sheriff per la partita decisiva del proprio girone di Champions. Il nostro inviato Luca Taidelli fa il punto sulle ultime di formazione
    Inter, ora o mai più: vincere per evitare l'eliminazione. Le ultime da San Siro

    MANCHESTER CITY-BRUGES 1-5—
    Manita del City di Guardiola in Belgio. Apre le marcature Cancelo, poi il rigore trasformato da Mahrez. Nella ripresa Walker firma il tris. La quarta rete la realizza il neo entrato Palmer, classe 2002. In campo da appena due minuti, debutta nel migliore dei modi. Nel finale a segno Vanaken, per il gol della bandiera del Bruges, e Mahrez. Doppietta dell'algerino e tre punti in cassaforte. Il City va così a quota sei, a +2 sul Bruges.


    BESIKTAS-SPORTING LISBONA 1-4— Poker dello Sporting Lisbona in Turchia. Botta e risposta nel primo tempo: al vantaggio portoghese, targato Coates, risponde Larin per il pareggio del Besiktas. Alla mezz'ora Coates fa 1-2. Prima del riposo, Sarabia cala il tris su rigore. Annullata la rete del 2-3 a Texeira. Nella ripresa, a tempo quasi scaduto, Paulinho arrotonda. Primi tre punti per lo Sporting: Besiktas fermo a zero.
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    Il Milan va al tappeto anche col Porto, ma può ancora sperare

    Rossoneri sconfitti in Portogallo e ancora fermi a zero punti. Decide un gol di Luis Diaz nella ripresa. Ma il successo del Liverpool sul campo dell'Atletico tiene ancora in vita la squadra di Pioli
    19 ottobre - MILANO
    Stavolta la luce è rimasta spenta per tutta la partita. Il Milan cade anche contro il Porto, in teoria l’avversaria con cui avrebbe dovuto iniziare la rincorsa al secondo posto valido per gli ottavi di finale. E cade male, senza reagire e – va detto – senza tanti protagonisti fermati da infortuni, Covid e squalifiche. Non è un alibi, come ha ricordato Maldini prima della partita, ma quando la lista diventa eccessivamente lunga è doveroso sottolinearlo. I rossoneri a Porto non hanno praticamente mai messo in difficoltà i padroni di casa, che hanno realizzato il gol della vittoria (un 1-0 che sta stretto) al 20’ della ripresa con Luis Diaz. Diavolo che resta inchiodato a quota zero in classifica, Porto e Atletico quattro gradini più in su, Liverpool in volo a nove. Ma la vittoria dei Reds a Madrid rende la scalata del Milan ancora possibile.
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