Europa League 2021-22

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    Napoli gelato a Mosca: 2-1 Spartak e qualificazione a forte rischio

    Azzurri subito sotto su rigore per un fallo ingenuo di Lobotka. Elmas riapre la gara ma non basta. Decisiva l'ultima gara il 9 dicembre con il Leicester per il passaggio del turno
    Maurizio Nicita

    24 novembre - MILANO
    Si scrive Spartak si legge incubo. A Mosca il Napoli si complica la vita e perde ancora contro una squadra modesta ma che gioca al meglio delle possibilità. Invece la squadra di Spalletti regala il primo tempo agli avversari e quando prende in pugno la gara trova anche un ottimo portiere, Selikhov. Ora il percorso per la qualificazione ai sedicesimi si complica. Aspettando di vedere cosa succederà giovedì sera in Leicester-Legia appare probabile che servirà vincere contro gli inglesi, sperando basti per il primo posto.

    AVVIO DA INCUBO—
    Nessuna sorpresa per i russi guidati ancora per poco da Rui Vitoria, tecnico che sarà esonerato in dicembre, per via di una clausola liberatoria del club. Spalletti invece decide di lasciar fuori Fabian Ruiz, arretrando in mediana Zielinski e schierando tutti gli attaccanti a disposizione, con Mertens alle spalle di Petagna e Lozano ed Elmas esterni. Ma neanche il tempo di stabilire le posizioni in campo e dopo 40 secondi ecco l’episodio condizionante: l’olandese Promes - già decisivo con un la doppietta all’andata - appena entrato in area entra in contatto con Lobotka. Lo slovacco è goffo e commette fallo, il francese Turpin non ha dubbi a indicare il dischetto da dove Sobolev spiazza Meret. Pronti via, sotto la neve e sotto di un gol, il Napoli si impappina. E non riesce a far partire bene la manovra. Anzi sono le conclusioni di Moses e Dzhikiya a sfiorare il 2-0. La mediana Lobotka-Zielinski non riesce a dare verticalità all’azione. Ci riesce accentrandosi solo Elmas che al 16’ sfiora il pari con una doppia conclusione sulla quale è reattivo Selikhov. Napoli in difficoltà ma che va a un passo dal pareggio con Zielinski (cross di Lozano) ed è ancora bravo il portiere russo a salvarsi.

    SECONDA MAZZATA— I russi sono meno in difficoltà sul campo che si ghiaccia con là temperatura che scende sotto lo zero. Anche se ironia della sorte è un nigeriano a trovare il numero migliore. Perché Moses scherza con un paio di finte Mario Rui e mette un delizioso pallone sulla testa di Sobolev con Koulibaly fuori tempo. Perfetto lo stacco del centravanti e 2-0. Davvero un incubo lo Spartak per il Napoli.

    CAMBIO PASSO— È quello che mette in campo il Napoli in avvio ripresa. Peccato che un gol di Di Lorenzo venga annullato perché sfiora il pallone di testa Petagna mettendo effettivamente oltre la linea il terzino. Gli azzurri spingono con più convinzione e lo Spartak va in difficoltà. Koulibaly non riesce ad angolare un cross di Lozano. E così dopo un altro salvataggio di Selikhov su Mertens ecco il 2-1. Lo segna Elmas di testa ma è bella l’avanzata di Mario Rui e il cross ben lavorato da Petagna. Spalletti ha ridisegnato i suoi con un 3-4-2-1 che allarga le maglie della difesa russa. Si gioca negli ultimi 30 metri ma la bufera di neve imperversa e non è semplice gestire il pallone. Al 90’ una girata di testa ancora di Elmas trova pronto alla deviazione Selikhov. Finisce così.
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    Lazio, ripresa d’assalto: 3-0 alla Lokomotiv Mosca e ottavi diretti più vicini

    Due rigori trasformati da Immobile, poi Pedro: per finire al primo posto alla squadra di Sarri ora servirà battere all'Olimpico il Galatasaray

    Nicola Berardino

    25 novembre - MILANO
    Il ritorno di Ciro Immobile riporta la Lazio alla vittoria, che vale la qualificazione con un turno d’anticipo. Nelle ripresa, la doppietta del bomber con due rigori e un gol di Pedro impacchettano i tre punti nel gelo di Mosca contro la Lokomotiv. Successo importante per la squadra di Sarri che ora potrà giocarsi il primo posto che vale il salto diretto agli ottavi di Europa League nello scontro diretto dell’Olimpico del 9 dicembre contro il Galatasaray (basterà la vittoria di misura). Prova in crescendo della Lazio che nel secondo tempo fa valere la propria superiorità non solo sul piano del risultato.

    SENZA SBOCCHI —
    Sarri rilancia dal primo minuto Immobile dopo i problemi al polpaccio che gli hanno fatto saltare i recenti impegni con la Nazionale e la gara contro la Juventus. Tra i pali torna Strakosha. In difesa, entra Patric sulla destra. A metà campo si rivedono Leiva e Basic, mentre Luis Alberto viene smistato sulla destra. Felipe Anderson e Zaccagni completano il tridente. Al 4’, il primo tentativo a rete: fuori bersaglio il colpo di testa di Jedvaj. La Lazio si affaccia al tiro al 12’: Khudiakov impegnato dal colpo di testa di Acerbi. Il pressing dei russi soffoca inizialmente la fase di impostazione dei biancocelesti. Al 23’ Maradishvili non inquadra la porta. Un minuto dopo Lazio vicinissima al gol: corner di Luis Alberto dalla sinistra, Basic colpisce di testa, praticamente sulla linea, a portiere battuto, salva Rybus. Al 29’, esce Nenakhov (già ammonito) per far posto a Silyanov: cambia il duellante di Zaccagni. La squadra di Sarri, contando sulla qualità del proprio palleggio, non riesce a dare la dovuta profondità alla manovra. La Lokomotiv argina gli spazi anche grazie al filtro della mediana. Al 44’ Felipe non riesce a graffiare: il suo tiro da buona posizione è agilmente controllato da Khudiakov. Prima dell’intervallo proteste laziali per un pallone scivolato sul braccio di Jedvaj in area.

    SBLOCCA IMMOBILE — Nella ripresa la Lazio si presenta con Pedro al posto di Felipe Anderson. Lo spagnolo si mette subito in evidenza con alcuni suoi guizzi. E da Pedro scatta l’azione che porta a un duro intervento di Silyanov su Zaccagni in area. Si passa dal Var e Dias concede il rigore. E all’11’ dal dischetto Immobile porta in vantaggio la Lazio. Sarri rimescola il centrocampo: Milinkovic e Cataldi rilevano Luis Alberto e Leiva. Tra i russi Smolov avvicenda Rybchinskii. Al 18’, Immobile concede il bis. Ancora su rigore che lo stesso attaccante si è procurato subendo un fallo di Barinov. Al 21’, il bomber della Lazio viene sostituito da Muriqi. La formazione di Sarri carica le ripartenze. Pedro (fuori) e Acerbi (sventa Khudiakov) sfiorano il gol. Anche Muriqi ci prova: colpo di testa parato. Al 32’ Gidsol fa entrare Borisenko per Maradishvili e Zinovich per Kamano. La Lazio controlla con sicurezza la gara. La Lokomotiv prova a riaprire il risultato. Spazio a Lazzari per far rifiatare Zaccagni. Al 42’ arriva il tris con un bel gol di Pedro: sugli sviluppi di un corner di Cataldi, lo spagnolo finta di destro e poi esplode il suo sinistro da fuori area. Al 45’ Milinkovic fa tremare la traversa. La Lazio incassa i tre punti che allungano il tragitto in Europa League.
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    Poker Galatasaray, sarà "spareggio" con la Lazio. Agli ottavi Bayer e West Ham

    I turchi vincono per 4-2 col Marsiglia e restano in testa al girone. I tedeschi e gli inglesi sono già certi del primo posto nei rispettivi gironi. Importante vittoria della Stella Rossa di Stankovic
    Matteo Lignelli

    25 novembre - MILANO
    Nel girone della Lazio (gruppo E) vince anche il Galatasaray, che al momento è in testa grazie alla vittoria dell’andata contro la squadra di Sarri (1-0). Si deciderà tutto nello scontro diretto del 9 dicembre. I turchi ne rifilano quattro al Marsiglia in una serata in cui non mancano le tensioni. Si qualificano agli ottavi il West Ham, capolista del gruppo H, dopo il successo per 2-0 a Vienna contro il Rapid, e il Bayer Leverkusen che contro il Celtic rischia tantissimo. Doveva essere pure la serata del Braga, che a sorpresa cade all’ultimo contro il Midtjylland e adesso nel gruppo F è tutto in discussione. Queste le cartoline dall’appuntamento con l’Europa League in campo all’orario dell’aperitivo. In prima serata (ore 21) altre sette sfide: in campo Leicester e Legia, avversarie del Napoli, ma anche Monaco e Francoforte che cercano l’accesso diretto agli ottavi.

    GRUPPO E—
    Galatasaray-Marsiglia 4-2
    Successo fondamentale dei turchi, al primo posto del girone con tre punti in più della Lazio e lo scontro diretto a favore (1-0). Condizione ottima per presentarsi all’Olimpico nel prossimo turno e difendere il passaggio agli ottavi: gli uomini di Sarri dovranno vincere per forza. I turchi si sbloccano al secondo tentativo. Prima la traversa di Diagne, poi sul possesso palla leggero del Marsiglia arriva la rete di Cicaldau. Raddoppio alla mezzora su autogol di Caleta-Car, con Cicaldau a infilarci ancora lo zampino. La festa, però, rischia di essere rovinata dai tifosi di casa che poco dopo lanciano oggetti dalla tribuna, calmati dai giocatori del Galatasaray. Soprattutto Muslera, ex Lazio e capitano della squadra. L’Olympique ha diverse occasioni, ma segnerà solo con Milik al 68’, dopo il tris di Feghouli. Reti anche per Babel e ancora Milik.

    Classifica: Galatasaray 11, Lazio 8, Marsiglia 4, Lok. Mosca 2.

    GRUPPO F—
    Midtjylland-Braga 3-2
    A sorpresa i danesi superano la capolista e rimettono in discussione l’intero gruppo. Si deciderà tutto nelle prossime sfide tra Braga e Stella Rossa e Ludogorets-Midtjylland. I padroni di casa vanno subito in vantaggio con Sviatchenko, che segna sugli sviluppi di una rimessa laterale piombata direttamente in area e allungata da un compagno. Ricardo Horta fa 1-1 al 43’. Allora ci pensa il 20enne Isaksen, in gol al 48’ con un colpo di testa a due passi dalla porta, ma il Braga pareggia con Galeno. Sembra finita, invece a due minuti dalla fine il rigore di Evander rimette in gioco il Midtjylland.

    Stella Rossa-Ludogorets 1-0

    Una rete pesantissima quella di Ivanic, perché la squadra dell’ex Inter Stankovic adesso comanda il gruppo e affronterà l’ultimo turno della fase a gironi con un discreto vantaggio. Con almeno un pari contro il Braga, infatti, sarebbe certa di finire al secondo posto, che vale i playoff da terza di serie contro le terze classificate dei gruppi di Champions. Il Ludogorets, eliminato, sarà l’arbitro della contesa.

    Classifica: Braga 9, Stella Rossa 7, Midtjylland 5, Ludogorets 1 (eliminato).

    GRUPPO G—
    Leverkusen-Celtic 3-2
    Incredibile rimonta del Leverkusen, che segna dall’82’ all’87’, prima pareggiando e poi infilando la rete del definitivo 3-2, qualificandosi così agli ottavi di finale. In gol Diaby, su assist di Wirts che aveva servito anche Andrich (doppietta) per il vantaggio iniziale. Il Celtic l’aveva ribaltata con Juranovic (rigore) e Jota, fino al controsorpasso che condanna gli scozzesi al terzo posto. Giocheranno gli spareggi con le seconde classificate dei gironi di Conference.

    Betis-Ferencvaros 2-0

    Bello spunto di Joaquin (titolare a pochi giorni dall’annuncio dell’addio al calcio) per Bellerin che dalla destra serve Tello, anche lui ex Fiorentina. Nasce così il vantaggio del Betis, che raddoppia con il tiro a giro da fuori, di sinistro, di Canales. Spagnoli secondi grazie, anche, al successo del Leverkusen. Impossibile superare i tedeschi dopo il k.o. per 4-0 subito nello scorso turno.

    Classifica: Leverkusen 13, Betis 10, Celtic 6, Ferencvaros 0.

    GRUPPO H—
    Dinamo Zagabria-Genk 1-1
    La squadra di Damir Krznar ha paura del sorpasso da parte degli avversari, si rimbocca le maniche e al 35’ passa a condurre con Menalo. Il Genk, dopo un momento di difficoltà, la rimette in piedi con la sassata di Ugbo. I verdetti per secondo e terzo posto, allora, sono rimandati.

    Rapid Vienna-West Ham 0-2

    Avvio aggressivo del West Ham, che però trova il vantaggio soltanto al 39’ con un colpo di testa di Yarmolenko. Raddoppia Noble su rigore subito prima di rientrare nello spogliatoio. Ne esce una sfida dominata dagli inglesi, che vale il passaggio agli ottavi.

    Classifica: West Ham 13, Dinamo Zagabria 7, Genk 5, Rapid Vienna 3.
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    Il Leicester batte 3-1 il Legia e supera il Napoli. Agli ottavi anche il Monaco

    I francesi si aggiungono a Bayer e West Ham. Azzurri costretti a vincere per conquistare la qualificazione, mentre la Lazio si gioca il primo posto col Galatasaray. Nainggolan a segno col suo Anversa, che rovina la festa all'Eintracht
    Matteo Lignelli

    25 novembre - MILANO
    Nel girone della Lazio (gruppo E) vince anche il Galatasaray (4-2 al Marsiglia), al momento in testa grazie alla vittoria dell’andata con la squadra di Sarri (1-0). Si deciderà tutto nello scontro diretto del 9 dicembre. Così come per il Napoli, che vede il Leicester passare dall’ultimo al primo posto del gruppo C dopo il successo con il Legia. Gli uomini di Spalletti ora sono terzi, ma il piazzamento finale dipenderà dallo "spareggio" della prossima giornata contro gli inglesi. Se ne vanno agli ottavi il West Ham, capolista del gruppo H, dopo il successo per 2-0 a Vienna contro il Rapid, e il Bayer Leverkusen che contro il Celtic rischia tantissimo. Insieme al Monaco, 2-1 nel big match con la Real Sociedad. Che beffa, al contrario, per il Francoforte, fermato dall’Anversa di Nainggolan (a segno) all’ultimo tuffo e raggiunto a -2 dall’Olympiacos, che nel finale vince di misura con il Fenerbahce. Tedeschi e greci se la vedranno a distanza per il primato. Nel gruppo A il Lione ribadisce il proprio dominio con la quinta vittoria in altrettante gare: 3-1 al Brondby. Dietro i Rangers vincono lo scontro diretto con lo Sparta Praga (2-0) e agguantano il secondo posto, che significa playoff, ribaltando la sconfitta di misura (1-0) dell’andata.

    GRUPPO A
    Rischia lo scivolone il Lione, già primo e contento di raggiungere gli ottavi di finale. Il Brondby approfitta della tranquillità dei francesi e colpisce al 51’ con Uhre, la capolista pareggia poco dopo con Cherki sfruttando un erroraccio della difesa di casa. A quel punto non c’è partita: segnano ancora Cherki e poi Slimani per il 3-1 finale, servito dall’ex Milan Paquetá. Il Brondby resta ultimo, però può ambire al terzo posto se vincesse la prossima contro lo Sparta Praga, rullato 2-0 dai Rangers che conquistano il secondo posto avendo ribaltato il confronto diretto proprio con i cechi (avevano vinto 1-0 all’andata). È Morelos, autore di una doppietta, a far sorridere van Bronckhorst, erede di Gerrard a Glasgow. Segna dopo un quarto d’ora e poi nel secondo tempo sfruttando un errore clamoroso di Panak, che gli spalanca la porta con un passaggio orizzontale in area.

    Classifica: Lione 15, Rangers 7, Sparta Praga 4, Brondby 2.


    GRUPPO B
    Al Monaco serviva una vittoria, è arrivata nella sfida ad alta quota contro la Real Sociedad, rivelazione della Liga. Dopo ventotto minuti equilibrati succede di tutto e i francesi si portano due volte in vantaggio. Prima con Volland, che entra direttamente in porta con il pallone, ripreso dal pallonetto di Isak (35’). Infine il 2-1 di Fofana un paio di giri d’orologio più tardi. È la prima rete col Monaco e anche quella che regala gli ottavi alla squadra. Gli spagnoli scivolano terzi, ma avranno la possibilità di entrare negli spareggi vincendo lo scontro diretto contro il Psv, per di più in casa. Gli olandesi superano 2-0 lo Sturm Graz, ultimo. Avanti alla fine del primo tempo su rigore di Vinicius, conquistato da Mario Götze, raddoppiano con Bruma.

    Classifica: Monaco 11, Psv 8, Real Sociedad 6, Sturm Graz 1.

    GRUPPO C
    Il Leicester passa dall’ultimo al primo posto del mini-raggruppamento, dove però l’equilibrio è massimo. Così facendo costringono il Napoli vincere lo scontro diretto, in casa, del 9 dicembre per entrare nelle prime due posizioni. Ci pensa Daka (5 gol totali nella coppa) dopo undici minuti a mettere la gara contro il Legia in discesa, ma è tutta la squadra a spingere forte per non correre pericoli. Al 20’ Maddison serve il raddoppio con una gran botta di sinistro sotto la traversa; al 26’ Schmeichel para addirittura un rigore, anche se Mladenovic è lesto a segnare sulla ribattuta. Ndidi ristabilisce le distanze con il tris delle Foxes. Finisce 3-1.

    Classifica: Leicester 8, Spartak Mosca e Napoli 7, Legia 6.


    GRUPPO D

    Nel gruppo D si riapre tutto all’ultimo. Al 90’ Soares segna la rete della vittoria dell'Olympiacos contro il Fenerbahce (1-0), mentre negli stessi secondi (88’) Samatta segna il 2-1 che mette alle strette la capolista Francoforte, che poi fa il 2-2 a tempo scaduto con Paciencia. I tedeschi vanno in vantaggio con Kamada, 25enne giapponese, poi vengono ripresi da Nainggolan. Prima della beffa perché l’Anversa è comunque eliminato, mentre l’Eintracht rischia il secondo posto se dovesse perdere con il Fenerbahce.

    Classifica: Francoforte 11, Olympiacos 9, Fenerbahce 5, Anversa 2.

    GRUPPO E—
    Successo fondamentale del Galatasaray, al primo posto del girone con tre punti in più della Lazio e lo scontro diretto a favore (1-0). Condizione per presentarsi all’Olimpico nel prossimo turno e difendere il passaggio agli ottavi anche con un pareggio: gli uomini di Sarri dovranno vincere per forza. I turchi si sbloccano al secondo tentativo. Prima la traversa di Diagne, poi sul possesso palla leggero del Marsiglia arriva la rete di Cicaldau. Raddoppio alla mezzora su autogol di Caleta-Car, con Cicaldau a infilarci ancora lo zampino. La festa, però, rischia di essere rovinata dai tifosi di casa che poco dopo lanciano oggetti dalla tribuna, calmati dai giocatori del Galatasaray. Soprattutto Muslera, ex Lazio e capitano della squadra. L’Olympique ha diverse occasioni, ma segnerà solo con Milik al 68’, dopo il tris di Feghouli. Reti anche per Babel e ancora Milik.
    Classifica: Galatasaray 11, Lazio 8, Marsiglia 4, Lok. Mosca 2.

    GRUPPO F—
    A sorpresa il Midtjylland supera la capolista Braga e rimette in discussione l’intero gruppo. Si deciderà tutto nelle prossime sfide tra i portoghesi e la Stella Rossa e Ludogorets-Midtjylland. I padroni di casa vanno subito in vantaggio con Sviatchenko, che segna sugli sviluppi di una rimessa laterale piombata direttamente in area e allungata da un compagno. Ricardo Horta fa 1-1 al 43’. Allora ci pensa il 20enne Isaksen, in gol al 48’ con un colpo di testa a due passi dalla porta, ma il Braga pareggia con Galeno. Sembra finita, invece a due minuti dalla fine il rigore di Evander rimette in gioco il Midtjylland. Nell'altra sfida del girone Ivanic mette a segno una rete pesantissima contro il Ludogorets, perché la Stella Rossa dell’ex Inter Stankovic adesso comanda il gruppo e affronterà l’ultimo turno della fase a gironi con un discreto vantaggio. Con almeno un pari contro il Braga, infatti, sarebbe certa di finire al secondo posto, che vale i playoff da testa di serie contro le terze classificate dei gruppi di Champions. Il Ludogorets, eliminato, sarà l’arbitro della contesa.

    Classifica: Braga 9, Stella Rossa 7, Midtjylland 5, Ludogorets 1 (eliminato).

    GRUPPO G—
    Incredibile rimonta del Leverkusen, che segna dall’82’ all’87’, prima pareggiando e poi infilando la rete del definitivo 3-2 contro il Celtic, qualificandosi così agli ottavi di finale. In gol Diaby, su assist di Wirtz che aveva servito anche Andrich (doppietta) per il vantaggio iniziale. Il Celtic l’aveva ribaltata con Juranovic (rigore) e Jota, fino al controsorpasso che condanna gli scozzesi al terzo posto. Giocheranno gli spareggi con le seconde classificate dei gironi di Conference. Il Betis batte 2-0 Ferencvaros: il Bello spunto di Joaquin (titolare a pochi giorni dall’annuncio dell’addio al calcio) per Bellerin che dalla destra serve Tello, anche lui ex Fiorentina. Nasce così il vantaggio del Betis, che raddoppia con il tiro a giro da fuori, di sinistro, di Canales. Spagnoli secondi grazie, anche, al successo del Leverkusen. Impossibile superare i tedeschi dopo il k.o. per 4-0 subito nello scorso turno.

    Classifica: Leverkusen 13, Betis 10, Celtic 6, Ferencvaros 0.

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    Avvio aggressivo del West Ham a Vienna, contro il Rapid, che però trova il vantaggio soltanto al 39’ con un colpo di testa di Yarmolenko. Raddoppia Noble su rigore subito prima di rientrare nello spogliatoio. Ne esce una sfida dominata dagli inglesi, vinta 2-0, che vale il passaggio agli ottavi. I verdetti per secondo e terzo posto sono rimandati perché la Dinamo Zagabria, avanti al 35' con Menalo, si fa rimontare da una sassata di Ugbo (1-1).

    Classifica: West Ham 13, Dinamo Zagabria 7, Genk 5, Rapid Vienna 3.
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    Festa Napoli con super Elmas: 3-2 al Leicester e playoff centrati!

    La squadra di Spalletti avanza in Europa League grazie a una doppietta del macedone e a una rete di Ounas
    Dal nostro inviato Nicola Berardino

    9 dicembre - NAPOLI
    Il Napoli centra l’obiettivo dei tre punti col Leicester e la qualificazione in Europa League, ma il successo dello Spartak Mosca col Legia Varsavia (rigore fallito in extremis) non fa salire gli azzurri al primo posto nel girone. Così la squadra di Spalletti non può volare direttamente agli ottavi e “deve” passare dai sedicesimi. Ma il Napoli si merita tutti gli applausi del Maradona al fischio finale. Un’altra prova di grande personalità tra vari problemi, a partire dagli infortuni. Sotto una pioggia incessante, i gol di Ounas ed Elmas (doppietta) fermano il Leicester, capace di rimontare il doppio svantaggio iniziale ma poi disinnescato nell’assalto finale.

    RIMONTA INGLESE —
    Spalletti ripristina la difesa a quattro: con Di Lorenzo, Rrahmani, Juan Jesus e Mario Rui. Tra i pali torna Meret. Zielisnki arretra in mediana per affiancare Demme. Lozano, Elmas e Ounas nella trequarti. Petagna terminale offensivo. Partono dalla panchina Mertens e Politano. Come Manolas, recuperato alla vigilia in un’infermeria ancora piena (ai box Osimhen, Insigne, Koulibaly, Anguissa, Fabian Ruiz e Lobotka). In emergenza anche il Leicester: sette indisponibili, alcuni causa Covid, rimasti in Inghilterra come tre componenti dello staff. Prima della partita, il medico del Leicester firma una dichiarazione in cui certifica che, dopo un’indagine epidemiologica condotta da lui stesso, nessuno dei giocatori che saranno schierati è stato a stretto contatto con i casi Covid accertati nel club. Leicester già pericoloso al 3’: Meret si supera sul tiro che sembrava a botta sicura di Castagne. Non fallisce invece il Napoli un minuto dopo. Ripartenza lanciata da Zielinski. Petagna va al tiro che viene deviato, irrompe Ounas che fa secco Schmeichel con un diagonale. Il vantaggio dà sicurezza al Napoli, ma il Leicester è pronto a ripartire. Azzurri insidiosi con un’altra conclusione di Ounas rimbalzata in angolo. Meret è in guardia su un tentativo di Barnes. Al 24’ il Napoli raddoppia. Ancora Zielinski scorge il corridoio giusto. Petagna smista per Elmas che infila Schmeichel. Gli inglesi non accusano il colpo. E tre minuti dopo riaprono la gara con un gol di Evans, abile a inserirsi su una punizione battuta da Maddison. E al 33’ un altro infelice controllo difensivo del Napoli fa arrivare il pallone a Dewsbury-Hall che dalla distanza fulmina Meret con un sinistro a volo ed il Leicester centra il pareggio. Napoli spiazzato dall’evolversi del risultato. Il Leicester reclama per un intervento di Rrahmani in area su Vardy. Al 41’ Lozano si ferma dopo uno scontro di gioco con Ndidi: l’attaccante è stato colpito ai denti e lascia il campo a Malcuit. In ambulanza il messicano viene subito accompagnato in ospedale.

    ELMAS AL BIS — Dopo l’intervallo, il Napoli riparte all’attacco. Ounas cerca subito il gol, ma Schmeichel non si fa sorprendere. Ci prova il franco-algerino pure di testa. All’8’ gli azzurri si riportano in vantaggio. Segna Elmas, finalizzando un traversone di Di Lorenzo dalla destra. Rischia il Napoli tantissimo due minuti dopo. Un errore di Di Lorenzo porta al tiro Maddison che timbra il palo della porta di Meret. Al 18’ Ounas viene sostituito da Mertens. Leicester in proiezione offensiva a caccia del pareggio. Il Napoli soffre nelle chiusure difensive. Esce Barnes per far posto a Daka. Si intensifica la pressione degli inglesi. Altra sostituzione da parte di Rodgers: Soumaré per Telemans. Nel Napoli Manolas rileva Demme. Scivola Dewsbury-Hall e conclude fuori: sospiro di sollievo per Meret. Mario Rui di testa anticipa Castagne. Si rilancia il Napoli: Schmeichel ribatte in angolo su Malcuit. Dewsbury-Hall sostituito da Albrighton. Tre minuti di recupero. Il fortino Napoli regge e arrivano i tre punti della meritata qualificazione. E Spalletti si tuffa felice sull’erba bagnata del Maradona.
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    Brivido finale Spartak, ma batte il Legia e supera il Napoli. Flop Psv: va avanti la Real Sociedad

    Il portiere dei russi para un rigore al 98’ e salva il primo posto, ai danni della squadra di Spalletti. Lo Sparta Praga evita l’eliminazione contro il Brondby e retrocede in Conference
    Matteo Lignelli

    9 dicembre - MILANO
    Nella notte dei verdetti Francoforte e Spartak Mosca si aggiungono a Lione e Monaco nella lista delle squadre qualificate per gli ottavi di Europa League. Incredibile a Varsavia, dove Selikhov para un rigore al Legia al 98’ e permette ai russi di vincere e scavalcare il Napoli (secondo) in testa al gruppo C. A San Sebastián una doppietta del capitano Oyarzabal porta in trionfo la Real Sociedad, seconda nel gruppo B davanti al Psv terzo, battuto proprio nello scontro decisivo. Olympiacos e Rangers le altre seconde; retrocedono in Conference anche Sparta Praga (2-0 sul Brondby), Leicester e Fenerbahce.

    GRUPPO A—
    Pareggio ininfluente, 1-1, tra Lione e Rangers, già certe di chiudere rispettivamente al primo e al secondo posto del girone. Palo iniziale degli scozzesi, che poi si portano comunque avanti con Wright prima dell’intervallo. Impatta il Lione sfruttando con un autogol di Bassey senza mai trovare un successo che sarebbe stato importante solo per la storia, per diventare la prima squadra francese a vincere tutte le gare della fase a gironi di Europa League. Lo Sparta Praga vince 2-0 contro il Brondby e conferma il terzo posto, quello che vale i sedicesimi-playoff di Conference League. La coppa meno importante, certo, ma almeno prosegue il cammino europeo. Gol di Hancko e Hlozek nei sei minuti a cavallo della pausa, poi tutte e due restano in dieci.

    Classifica finale: Lione 16, Rangers 8, Sparta Praga 7, Brondby 2.

    GRUPPO B
    Il Monaco si era guadagnato l’accesso agli ottavi con un turno d’anticipo e nell’ultima partita impatta 1-1 contro lo Sturm Graz, ultimo del gruppo senza successi. Reti di Jantscher al 6', con un rigore calciato forte dopo il tocco di braccio di Pavlovic, e di Volland alla mezzora per il pari del Monaco. Le emozioni sono tutte nell’altra sfida, il big match tra Real Sociedad e Psv che vale il secondo posto. L’eroe è il capitano dei baschi, il 24enne Oyarzabal, che al 43’ esulta su rigore (in area il difensore Mwene para con la mano) e al 62’ raddoppia. Espulso Sangaré al 74’, mentre Sørloth firma al 93’ il 3-0 finale. Olandesi scavalcati e terzi.

    Classifica finale: Monaco 11, Real Sociedad 9, Psv 8, Sturm Graz 2.

    GRUPPO C
    Lo Spartak Mosca vince di misura (1-0) contro il Legia (ultimo) e sorpassa il Napoli in testa al girone grazie allo scontro diretto vinto la scorsa giornata. I russi sorprendono gli avversari al 17’ col gol di Bakaev e poi si proteggono fino al 98’ quando Pekhart ottiene dal dischetto (dopo il check alla Var) la chance di pareggiare. Un rigore calciato male a mezz’altezza che sarebbe valso il passaggio agli ottavi del Napoli, per qualche secondo speranzoso nel miracolo. Finisce terzo il Leicester battuto dalla banda di Spalletti.

    Classifica finale: Spartak Mosca e Napoli 10, Leicester 8, Legia 6.

    GRUPPO D
    Fa tutto l’Olympiacos, che deve cercare di vincere per credere nel primo posto e invece va subito sotto contro l’Anversa già eliminata e si accontenta del secondo. Sblocca il risultato Balikwisha con un gran bel gol, applaudito dall’ex Inter Nainggolan in panchina, anche se la difesa avversaria non è messa benissimo. L’Eintracht Francoforte, rassicurato dal risultato dell’altro campo, non va oltre l’1-1 contro il Fenerbahce (terzo ancora prima di giocare) e conferma il primato. Passano in vantaggio i tedeschi con il primo gol nella coppa (al 29’) di Sow su assist di Kostic; pareggia Berisha al quale era stato annullato un gol nel primo tempo.

    Classifica finale: Francoforte 12, Olympicos 9, Fenerbahce 6, Anversa 5.
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    Grande Napoli al Camp Nou: il Barça riesce a pareggiare solo su rigore

    Andata dei playoff di Europa League: Spalletti va subito in vantaggio con Zielinski, poi il pari dei blaugrana dal dischetto con Ferran Torres
    dal nostro inviato Filippo M. Ricci


    17 febbraio - BARCELLONA
    Primo pensiero: fa davvero strano vedere il Barça giocare di giovedì e in Europa League, e in effetti non succedeva da 18 anni. Marzo 2004: la competizione si chiamava ancora Coppa Uefa, Gavi non era nato, Messi doveva ancora debuttare, in quella partita col Celtic l’attuale ct della Spagna Luis Enrique era titolare con Ronaldinho. Secondo pensiero: peccato che i gol in trasferta non valgano più doppio. Il terzo: il Napoli dopo un bel primo tempo chiuso in vantaggio si è chiuso troppo lasciando senza opposizione la palla agli avversari e rischiando di perdere in un finale spettacolare. La conclusione è un 1-1 che lascia spalancato il verdetto di questo playoff di Europa League: si deciderà al Maradona tra una settimana.

    QUATTRO CAMBI —
    Rispetto alle partite con l’Inter e al derby con l’Espanyol quattro cambi per entrambe le formazioni. Nel Napoli Meret per Ospina come sempre in Europa, Anguissa e Elmas per gli infortunati Lobotka e Politano e la scelta di usare Juan Jesus al posto di Mario Rui a sinistra per contenere il fisico Adama Traoré. Osimhen è uscito da solo sul prato del Camp Nou un’ora prima della partita per provare il ginocchio offeso, e alla fine è sceso in campo. Tra i catalani rispetto al pari nel derby Eric Garcia per Araujo infortunato, e poi Aubameyang, al debutto da titolare, per Gavi con Ferran Torres scalato a sinistra, Mingueza per Dest (Dani Alves non è iscritto) e Nico per Busquets con De Jong piazzato a fare il pivote.

    MINUTO D’ORO— Spalletti ha pensato la partita con intelligenza: palla al Barcellona e ripartenze rapide. Con qualche rischio, naturalmente, però con profitto perché questo Barça è imperfetto davanti e dietro. E così dopo un tiro alto di Pedri e uno parato di Nico alla mezz’ora c’è il minuto che cambia la serata: Aubameyang mette Ferran davanti a Meret, il tiro dell’ex City è orribile. E quando Meret fa ripartire il gioco la palla arriva a Zielinski che scambia con Elmas e arriva al tiro: la prima conclusione, di sinistro, sbatte contro l’ottimo Ter Stegen, il polacco però è il più rapido al rimbalzo e segna col destro. In sala Vor si controlla un eventuale fuorigioco di Osimhen: non c’è. Al Camp Nou pieno di napoletani in ogni settore si festeggia La partita resta aperta e piacevole, ma grazie alla solidità di Koulibaly e Anguissa il Napoli fino all’intervallo contiene bene il palleggio avversario e non paga nemmeno la sofferenza di Juan Jesus con Adama Traoré, anche perché Ferran Torres è decisamente stonato e sbaglia altre due conclusioni.

    TOCCO IMPERCETTIBILE — Le cose cambiano dopo 10’ della ripresa quando l’arbitro viene richiamato al monitor per andare a rilevare un impercettibile tocco di mano di Juan Jesus su cross di Adama Traoré sfuggito ai più. La palla non cambia neanche traiettoria, ma queste sono le regole: Ferran Torres, curiosamente senza lo scudo del Barça e il baffo dello sponsor sulla maglia, va sul dischetto e spiazza Meret per il pareggio.

    I CAMBI — Xavi fa entrare tutti insieme il fischiatissimo Dembélé, Gavi e Busquets al posto di Adama Traoré, l’eccellente Nico e il pallido Frenkie De Jong. Spalletti prima ha inserito Ounas per Insigne, poi Mertens e Demme per Osimhen e Zielinski. Infine Mario Rui e Malcuit da una parte, Dest e Luuk de Jong dall’altra.

    FINALE INCANDESCENTE — La partita, a lungo compassata, si è infiammata nel finale prolungato da 6 minuti di recupero che sono diventati 9. Il Barça, trascinato da Dembélé passato dai fischi agli applausi in un paio di scatti brucianti, sfiora quattro volte il gol: in due occasioni è lo sciagurato Ferran a sparare alto, in mezzo una grande parata di Meret su Dembélé e una spettacolare rovesciata di Luuk de Jong finita fuori col Camp Nou in visibilio per il suo lungagnone che gioca poco e segna tanto. La miglior difesa della Serie A si salva e nel finale convulso anche Mertens ha una bella palla, ma la tira addosso a Ter Stegen. Spettacolo al Camp Nou e appuntamento a Napoli.
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    Poker Rangers a Dortmund, bene anche Betis e Sheriff

    Gli scozzesi si impongono 4-2 in casa del Borussia. Gli andalusi vincono 3-2 in casa dello Zenit, 2-0 del Tiraspol allo Sporting Braga
    Davide Amato

    17 febbraio - MILANO
    Gol, emozioni e colpi di scena nello spareggio di Europa League tra le seconde della fase a gironi e le terze classificate “retrocesse” dalla Champions. Il risultato più eclatante arriva da Dortmund, dove il Borussia, orfano dell'infortunato Haaland, ne prende quattro dai Glasgow Rangers di mister van Bronckhorst (2-4): da dimenticare la serata di Zagadou, che provoca un rigore (segnato da Tavernier) ed un'autorete in favore degli scozzesi (gli altri gol sono di Morelos, Lundstram, Bellingham e Guerreiro). Fiera del gol a San Pietroburgo: succede tutto nel primo tempo, con il Betis Siviglia che cala il tris sullo Zenit (2-3: firme spagnole di Rodriguez, Jose e Guardado, quelle russe sono di Dzyuba e Malcom). Vince anche Sheriff Tiraspol: con un gol per tempo sfrutta il fattore campo e supera i portoghesi del Braga grazie a Thill e Traore.


    BORUSSIA DORTMUND-GLASGOW RANGERS 2-4
    Avvio equilibrato: occasione per Barisic nelle file ospiti (10’) e per il Borussia con Zagadou di testa (15’), entrambe sprecate. Gli scozzesi sbloccano il match al 36’. Tocco con la mano di Zagadou, l’arbitro lascia correre, poi rivede l’azione al monitor e concede il rigore: dal dischetto Tavernier non sbaglia. I Rangers, sull’onda dell’entusiasmo, raddoppiano al 41’: gol di Morelos da due passi. La ripresa si apre con il tris scozzese, calato da Lundstram con un mancino dalla distanza (49’). Il Borussia rientra in gara grazie al sinistro da fuori area di Bellingham (51’), ma gli avversari dilagano nuovamente dopo qualche minuto con la complicità di Zagadou, che realizzata un autorete propiziato da Morelos (54’): gol inizialmente annullato ma poi concesso dopo un check. Al 70’ Tigges sfiora il palo per il Dortmund. E all’81 Guerreiro spedisce sotto la traversa il pallone del 2-4. È troppo tardi e nemmeno nei cinque minuti di recupero gli uomini di Rose riescono ad accorciare il passivo. E si giocheranno il tutto per tutto, in Scozia, il 24 febbraio.

    ZENIT-REAL BETIS 2-3
    Si rincorrono Zenit San Pietroburgo e Betis Siviglia, ma alla fine a spuntarla sono gli andalusi, terzi nella Liga . Partono forte e bene gli spagnoli, che all’8’ vanno avanti con il colpo di testa di Rodriguez, in gol su assist dell’ex Fiorentina Joaquin. Al 18’ c’è il raddoppio della banda Pellegrini: destro vincente di Jose. Lo Zenit si sveglia e in tre minuti la pareggia: prima, al 25’, Dzyuba segna di testa su cross di Karavaev, poi, al 28’, Malcom batte Silva con il sinistro. Nel finale di frazione, dopo il 3-2 sfiorato da Dzyuba (40’), ecco il tris del Betis, che torna a comandare grazie alla rete del messicano Guardado (43'). Nella ripresa lo Zenit di Semak spinge alla ricerca del pareggio ma non va oltre la traversa colpita al 67’ da Kuzyaev.

    SHERIFF TIRASPOL-SPORTING BRAGA 2-0
    Un gol per tempo e gli eurorivali dell’Inter confermano quanto di buono mostrato nella fase a gironi di Champions. Nel finale di frazione l’arbitro concede un rigore ai padroni di casa (tocco di mano di Castro): dal dischetto realizza Thill (eroe nella partita vinta in casa del Real Madrid), che fa palo-gol e manda avanti i suoi (42’). Nella ripresa il portiere Athanasiadis e compagni reggono la reazione portoghese. E prima dello scadere i moldavi consolidano il vantaggio grazie alla firma del maliano Traore, che sfrutta l’errore di Rodrigues e batte Matheus (83’).
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    Toni Martinez risponde al tacco di Zaccagni e il Porto rimonta la Lazio

    Al Do Dragao l'andata dei playoff termina 2-1. I biancocelesti giocano un bel primo tempo, ma manca la reazione allo svantaggio. Si decide tutto giovedì 24 all'Olimpico

    17 febbraio - MILANO
    Una buona prestazione, che non trova gratificazione nel risultato. La Lazio perde 2-1 in casa del Porto, dopo essersi portata in vantaggio al 23' con Zaccagni. Per i portoghesi ci pensa però Martinez, con una doppietta (37' e 49') a ribaltare il risultato. I biancocelesti hanno disputato una buona partita, venendo però punita per le uniche due (gravi) disattenzioni difensive.

    LA GARA —
    Privo di Immobile Sarri schiera Felipe Anderson falso 9 con Pedro e Zaccagni larghi sugli esterni. Nei primi minuti la Lazio è da subito corta e compatta, concedendo poco campo al Porto che nei primi minuti si rende pericoloso solo con Pepe su calcio da fermo (colpo di testa che colpisce l'esterno della rete). I biancocelesti crescono, trovando il vantaggio al 23' con Zaccagni, all'esordio in una partita da dentro o fuori in internazionale. Su angolo battuto corto l'esterno italiano sorprende Diogo Costa con un bellissimo colpo di tacco. Il Porto subisce il contraccolpo psicologico e la Lazio sfiora perfino il raddoppio al 32', quando Milinkovic, sterzando con il tacco nel cuore dell'area di rigore, calcia a botta sicura ma trova un attentissimo Diogo Costa che, di piede, chiude la porta. Il pareggio di Martinez, al 37', è quindi una doccia gelata per la squadra di Sarri. Su cross di Joao Mario dalla destra l'attaccante spagnolo viene lasciato troppo libero dai centrali biancocelesti e di testa fulmina Strakosha con una grandissima girata.

    LA RIPRESA — Nel secondo tempo Conceiçao toglie Grujic e Vieira e mette Galeno e Vitinha, con il Porto che sfonda ancora sulla destra: al 49' è Joao Mario ad andare al cross e trovare ancora Martinez che, anticipando Luiz Felipe, batte Strakosha. Al 52' per poco non arriva il 3-1: la Lazio concede campo agli avversari e Martinez, dal limite, mette in difficoltà Strakosha con un bel pallonetto che il portiere albanese respinge in angolo. Al 60' altra occasione per i padroni di casa con Pepé che dal limite calcia fuori di poco. Nei minuti finali va registrato il giallo a Zaccagni (era diffidato, salterà il ritorno) e l'esordio in biancoceleste di Cabral. All'87' è poi Felipe Anderson, dalla destra, a sprecare una buona occasione sparando la palla sull'esterno della rete da ottima posizione. Svanisce così la possibilità del pareggio, ma la Lazio, al ritorno, può giocarsela.
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    Pazzesco Djimsiti: ribalta l'Olympiacos in tre minuti e l'Atalanta fa festa

    I greci vanno in vantaggio a Bergamo con una rete di Soares dopo un quarto d'ora, poi il difensore capovolge il match nella ripresa: ad Atene sarà battaglia
    Francesco Calvi

    17 febbraio - MILANO
    "Who needs Ronaldo?", si leggeva su uno striscione al Bernabeu dopo l'addio di Cristiano al Real. "Who needs Zapata?", potrebbe dire Gian Piero Gasperini, vittorioso in Europa League nonostante la pesante assenza dell'attaccante colombiano. Contro l'Olympiacos di Manolas, l'Atalanta vince la gara d'andata grazie a una doppietta di Berat Djimsiti: dopo il vantaggio degli ospiti con Soares, al difensore sono bastati tre minuti per siglare due gol pesantissimi sugli sviluppi di un corner. Un regalo di compleanno in anticipo, per l'ex Benevento che sabato compirà 29 anni. “Si decide tutto ad Atene”, aveva detto l'allenatore della Dea nella conferenza pre-partita, ma il 2-1 del Gewiss Stadium aiuterà Toloi e compagni ad affrontare il match di ritorno con la giusta serenità.

    IL MATCH—
    Gasperini rinuncia a Koopmeiners dal 1', schierando Pessina al fianco di De Roon e Malinovskyi-Pasalic a supporto di Muriel. Proprio il colombiano è subito l'uomo più pericoloso: dopo 8', da un suo splendido colpo di tacco parte un contropiede dei nerazzurri, concluso dallo stesso Muriel che non centra la porta su assist di Pezzella. L'Atalanta fa la partita per il primo quarto d'ora di gioco, al 16', però, passano in vantaggio gli ospiti: Masouras serve Tiquinho Soares sulla trequarti, l'ex Porto calcia dal limite dell'area e trova l'angolino alla sinistra di Musso. Gasp prova a mischiare le carte in tavola, spostando Pessina sulla trequarti e Pasalic in mezzo al campo. L'intuizione è giusta: nella seconda metà del primo tempo, il croato va due volte al tiro con un colpo di testa, sfruttando i guizzi di Muriel e Malinovskyi. Le conclusioni dei padroni di casa sono, però, imprecise. Al 44' arriva il gol del pareggio, che porta la firma di Pessina: l'azzurro fa suo un pallone mal controllato da Muriel, si libera e calcia tra le gambe di Vaclik. Si alza però la bandierina per un fuorigioco del numero 9: niente da fare, l'Atalanta è in crescita ma torna negli

    REMUNTADA— Al rientro in campo, Pasalic agisce da falso nueve: fuori Pessina e Muriel, dentro Boga e Koopmeiners, che torna a centrocampo dopo le ultime uscite da trequartista. Al 50' c'è il primo guizzo dell'ex Sassuolo che, partendo da sinistra, si accentra e cerca il tiro a giro sul secondo palo, trovando però la deviazione di Vaclik. Tre minuti più tardi, Malinovskyi calcia direttamente in porta su punizione da posizione defilata, ma il portiere dell'Olympiacos non si fa trovare impreparato. L'ucraino cresce minuto dopo minuto, da un suo cross su calcio d'angolo (l'undicesimo per i nerazzurri, con i greci ancora a secco), Djimsiti fa 1-1 al 61', con un'incornata che spedisce il pallone sul secondo palo. Passano due minuti e la rimonta è completata: ancora sugli sviluppi di un corner, ancora con Djimsiti. Il difensore riesce a calciare dopo una serie di rimpalli, il suo destro è potente e angolato, imprendibile per Vaclik. Nel finale l'Atalanta difende il prezioso vantaggio, preparandosi al match di ritorno con la consapevolezza che, per centrare la qualificazione, basterebbe un pareggio nella sfida di Atene.
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    Malinovskyi, doppietta per l'Ucraina: 3-0 dell'Atalanta all'Olympiacos e ottavi

    L'ucraino affonda il club greco con due gol bellissimi e sotto la maglia mostra una scritta contro la guerra. In rete anche Maehle
    Davide Amato

    24 febbraio - MILANO
    Aveva tutti gli occhi addosso e ha risposto nel migliore dei modi, con due reti: la prima doppietta dell'ucraino Malinovskyi con la maglia dell’Atalanta vale la dedica al suo Paese, invaso dai russi nelle ultime ore. E soprattutto un pass per gli ottavi di Europa League. Dopo aver vinto al Gewiss (2-1), i bergamaschi si ripetono anche in casa dell’Olympiacos (0-3). I nerazzurri, pur in emergenza offensiva, danno l’impressione di essere sempre in controllo dell'incontro. Passano in vantaggio con il gol di rapina di Maehle prima dell’intervallo e poi chiudono la pratica nella ripresa (una doppietta nel giro di una manciata di minuti come quella di Djimsiti sette giorni fa). L'Olympiacos di Martins non sfrutta il fattore campo (il pubblico del Karaiskakis si fa sentire fino al triplice fischio ed oltre): i greci avevano bisogno di almeno un gol per raddrizzare l’andata dei playoff, ma non tirano mai nello specchio della porta di Musso.

    PRIMO TEMPO—
    Gasperini ne cambia due rispetto alla partita di settimana scorsa: non ci sono Pezzella e Muriel, spazio dal 1’ per Hateboer e Freuler. E nel 3-4-2-1 dell'Atalanta, che deve fare i conti l'emergenza infortunati (davanti sono out Zapata, Muriel e Miranchuk), davanti c’è Malinovskyi con Pasalic e Pessina (vanno in panchina Boga e Koopmeiners, titolari a Firenze nell’ultima di campionato). Martins conferma la squadra che aveva spaventato l’Atalanta a Bergamo: l’unica novità è Aguibou Camara per Masouras. Pronti, via e Mady Camara sfiora il vantaggio con una conclusione dal limite, che termina di poco sul fondo (7’). L’Atalanta prova a sfruttare gli spazi, alzando la linea a tre della difesa greca (formata da Manolas, Sokatris e Cisse) e attaccando la profondità. Proprio in questo modo, dopo un paio di sgroppate non concretizzate da Pessina e Hateboer, arriva il vantaggio bergamasco, che rompe l’equilibrio di un primo tempo combattuto (40’). Maehle sfrutta il filtrante di De Roon e scappa alle spalle della difesa avversaria: Lala riesce a raggiungere il danese dell’Atalanta, che però di furbizia, con la punta del piede, tocca il pallone quanto basta per eludere l’intervento del terzino francese e beffare Vaclik. All’Olympiacos ora servono due gol (per sperare nei supplementari).

    SECONDO TEMPO— E la ripresa si apre con l’all-in di Martins: fuori un difensore (Cisse), dentro un esterno (Masouras). Il caloroso pubblico di Atene spinge (e canta fino alla fine): al 51’ Soares è pericoloso, palla fuori. Gasperini risponde cambiando due terzi del tridente: al 57’ entrano Koopmeiners e Boga. E al 66’ i due subentrati, costruiscono sulla sinistra l’azione del raddoppio: la palla arriva a Malinovskyi, che insacca di potenza e poi dedica il gol alla sua Ucraina (mani giunte e maglietta contro la guerra). I greci si sbilanciano (dentro gli attaccanti El Arabi e Vrousai per due giocatori più difensivi come Lala e M’vila). Al 69’ Malinovskyi pesca dal cilindro la sua specialità della casa e cala il tris: tocco di suola su assist di Boga e mancino da fuori area che termina all’incrocio dei pali. Una doppietta nel giro di tre minuti, proprio come quella segnata da Djimsiti all’andata. L’Olympiacos non ci crede più, la Dea controlla senza correre rischi (e al 90’ fa esordire in Europa il 19enne Cittadini). Triplice fischio di Del Cerro Grande, che aveva già arbitrato l’Atalanta in altre due vittoriose trasferte europee (le notti magiche a Liverpool e Amsterdam della scorsa Champions League) e festa nerazzurra. Il primo successo di sempre in Grecia (l’unico precedente è la sconfitta in casa dell’Ofi Creta nella Coppa delle Coppe del 1987) vale il proseguimento dell’avventura continentale. Domani alle 12 c’è il sorteggio per gli ottavi, dove i bergamaschi potranno sfidare una tra Lione, Monaco, Spartak Mosca, Eintracht Francoforte, Galatasaray, Stella Rossa Belgrado, Bayer Leverkusen e West Ham.
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    Lazio fuori dall'Europa: il Porto fa 2-2 all'Olimpico e passa il turno

    La squadra di Sarri segna per prima con Immobile, poi incassa l’1-2 portoghese. Cataldi al 94’ pareggia troppo tardi
    Elmar Bergonzini

    24 febbraio - ROMA
    Due buone prestazioni, un grande rimpianto. La Lazio esce dall’Europa League pareggiando 2-2 nella gara di ritorno con il Porto dopo aver perso 2-1 la gara d’andata. Come successo la scorsa settimana, i biancocelesti si sono portati in vantaggio (al 19’ con Immobile), per poi essere raggiunti prima dell’intervallo (rigore di Taremi al 31’) e ribaltati nella ripresa (Uribe al 68’). Inutile la rete del 2-2 di Cataldi al 94’. La squadra di Sarri ha il rammarico di non aver sfruttato, fra andata e ritorno, le fasi di gioco a proprio favore: all’Olimpico annullati due gol a Immobile nel momento migliore della Lazio.

    LA GARA—
    Rispetto all’andata Sarri conferma 10 giocatori su 11: rinuncia allo squalificato Zaccagni ma ritrova Immobile. Conceicao risponde rispolverando dal primo minuto Taremi (14 gol stagionali) e inserendo Vitinha a centrocampo. Come all’andata, il Porto comincia provando a fare possesso palla, ma le occasioni le crea la Lazio, sempre con Immobile che sfrutta la tanta profondità che gli lasciano i difensori avversari: prima è bravo Diogo Costa a chiudere la porta al numero 17 laziale che poi però, fra il 18’ e il 22’, segna ben tre volte. Il primo e il terzo gli vengono annullati, il secondo però è regolare e consente alla Lazio di portarsi in vantaggio. La Lazio domina, con Felipe Anderson, ex di giornata, che sulla fascia è una perenne spina nel fianco della difesa portoghese. Al 31’ arriva, improvviso, il pareggio del Porto: Milinkovic è poco attento e, in area, si scontra con Taremi. Per l’arbitro Aytekin è simulazione ma, dopo intervento del Var, concede il rigore che lo stesso Taremi trasforma. I ritmi si abbassano e la Lazio fatica a creare nuove occasioni.

    LA RIPRESA— Il secondo tempo si apre con una grande occasione di Pepé, che di testa, su cross di Martinez, sfiora il palo alla destra di Strakosha. La Lazio risponde con Felipe che lancia Milinkovic, bravo ad appoggiarsi su Luis Alberto che, da ottima posizione, calcia fuori. Il Porto prova a chiuderla con Otavio e Vitinha che, in pochi secondi, mettono in difficoltà Strakosha, bravo però a farsi sempre trovare pronto, la Lazio ha un’altra occasione al 60’, quando Patric, su angolo, non inquadra la porta. Col passare dei minuti la Lazio fatica a uscire dalla propria trequarti, perdendo palla troppo superficialmente: al 67’ è Immobile a regalare palla agli avversari, permettendo a Galeno di calciare dal limite e mettere in difficoltà Strakosha. Pochi secondi dopo arriva il 2-1: Taremi vede l’inserimento di Uribe che è bravo a controllare di petto e segnare di sinistro. Il Porto sfiora anche il 3-1 con Taremi, che di destro non riesce a inquadrare la porta. La Lazio fatica a reagire, si rivede solo all’80’ quando, servito da Raul Moro, Luis Alberto colpisce l’esterno della rete dando l’illusione del gol. Due minuti dopo lo spagnolo ci prova ancora ma colpisce il palo. All’86’ Diogo Costa smanaccia, il pallone arriva a Immobile che però calcia la palla in faccia al portiere avversario. Il Porto gestisce male i minuti finali, subendo anche il 2-2 di Cataldi (ribadisce in rete dopo il palo di Immobile). La Lazio ha reagito tardi ai gol portoghesi, e non ha sfruttato le fasi di gioco in suo favore. E al termine delle due prestazioni resta un grande rimpianto.
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    Siviglia, sconfitta indolore. Tris del Lipsia in casa della Real Sociedad: è agli ottavi

    La Dinamo Zagabria batte gli andalusi ma non supera gli spareggi, i tedeschi espugnano l'Anoeta e passano il turno
    Salvatore Malfitano

    24 febbraio - MILANO
    Italia e Spagna accomunate dallo stesso destino, nella prima tornata del ritorno degli spareggi. Una qualificazione e un'eliminazione: l'Atalanta si è imposta anche ad Atene, la Lazio ha perso anche all'Olimpico col Porto. Allo stesso modo, il Siviglia ha conquistato gli ottavi di Europa League nonostante la sconfitta a Zagabria con la Dinamo; non ce l'ha fatta invece la Real Sociedad, battuta dal Lipsia all'Anoeta.

    DINAMO ZAGABRIA-SIVIGLIA 1-0—
    Forte del 3-1 dell'andata, la squadra di Lopetegui opta per un atteggiamento piuttosto prudente: gestisce possesso e ritmo, ma senza affondare. Gli spunti di Mir e Gomez infatti non sono troppo convinti. I croati d'altro canto non riescono a organizzare pericolosamente la manovra, così Kopic cambia molto nella ripresa. Tra i subentrati c'è Bulat, che al 63' conquista il calcio di rigore della speranza. Acuña tocca col braccio sulla sua percussione in area, dal dischetto si presenta Orsic che battezza l'angolo in alto alla destra del portiere per il vantaggio della Dinamo. Menalo al 76' sfiora il raddoppio, ma sulla sua girata si oppone bene Bounou sul primo palo. Gli andalusi non si scompongono, l'unico brivido arriva su una conclusione dalla distanza di Orsic all'89', che però termina a lato. Nel recupero espulso Delaney per doppia ammonizione, ma senza ulteriori conseguenze.

    REAL SOCIEDAD-LIPSIA 1-3— A San Sebastian si riparte da una situazione di parità, per il 2-2 maturato in Germania. Il Lipsia però si mostra decisamente più convinto, mentre gli spagnoli preferiscono attendere e poi ripartire. Al 18' il primo squillo della serata, con Orban che conclude sulla punizione di Olmo, senza trovare il gol. Gli ospiti alzano la pressione e alla fine trovano lo spazio per colpire tra le maglie strettissime della difesa avversaria. Nkunku è servito alla perfezione in profondità, Ryan lo travolge in uscita. André Silva si fa parare il tiro dagli undici metri, ma Orban è il più lesto ad avventarsi sulla respinta e ribadire in rete (39'). Il portoghese ex Milan si riscatta al 59' quando, sul suggerimento di Simakan, scarica un destro imparabile sotto la traversa dal limite dell'area per il raddoppio. La risposta della Real Sociedad non si fa attendere troppo, con Zubimendi che accorcia le distanze al 66': bravo il centrocampista a raccogliere la sponda di Oyarzabal e ad anticipare Gulacsi. Rete inutile, però, perché nel finale il Lipsia va ancora a segno e ancora dal dischetto: mani di Elustondo sul tocco di Nkunku, Forsberg non sbaglia per l'1-3 finale (89').
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    Troppo Barça per il Napoli: vince 4-2 al Maradona e passa agli ottavi

    Già sotto di due gol dopo 13’ (Jordi Alba e de Jong), gli azzurri si illudono col rigore trasformato da Insigne, ma nel finale di tempo Piqué zittisce lo stadio. Nella ripresa quarto gol di Aubameyang, Politano poi rende meno amara la sconfitta
    Dal nostro inviato Nicola Berardino

    24 febbraio - NAPOLI
    Va a picco il Napoli. Al Maradona passa il Barcellona che rifila un fragoroso 4-2 con una dura lezione di gioco e si qualifica per gli ottavi di Europa League. Già al 13’ la squadra di Xavi è sul 2-0 e gli azzurri si sentono smarriti. Il gol di Insigne su rigore è una perfida illusione. Poi altre due reti dei catalani chiudono i conti di una partita sembrata in equilibrio solo per i sette minuti iniziali. L’1-1 di un settimana fa al Camp Nou è diventato velocemente un ricordo. Prima della gara, foto dei ventidue giocatori tutti insieme con uno striscione “No war”, pensando a quanto sta accadendo in Ucraina. Sfondato il muro dei quarantamila spettatori, il Maradona si era preparato tra tante emozioni nella sfida tra le squadre di club che hanno alimentato la leggenda di Diego.

    BARCELLONA IN CATTEDRA —
    Spalletti si riaffida al 4-2-3-1. Rispetto alla formazione iniziale di Cagliari può contare sui rientri di Fabian Ruiz, Insigne e Osimhen. Tra i pali c’è Meret nel segno dell’alternanza con Ospina tra campionato ed Europa League. Tre novità nel Barcellona in riferimento all’undici di partenza al Camp Nou. In difesa entrano Dest e Araujo, mentre in regia si rivede Busquets. Sembra un avvio di studio da ambo le parti. Ma la partita si accende subito. All’8’ da un corner di Insigne mal indirizzato scatta la ripartenza del Barcellona. Traoré è una freccia, la difesa del Napoli non riesce ad arginarlo, apertura sulla destra per Jordi Alba che infila Meret. Napoli raggelato. La squadra di Spalletti si distrae disinvoltamente al 13’ e de Jong si trova libero per inventare dalla distanza una parabola che non dà scampo a Meret e porta il Barcellona sul 2-0. Annaspa il Napoli nel confronto con la squadra di Xavi. La gara sembra precocemente senza via di ritorno per gli azzurri. Il Barcellona martella sul fronte offensivo. Al 23’ Osimhen sguscia in avanti e viene falciato dal portiere Ter Stegen. Rigore. Dal dischetto Insigne con un’esecuzione angolata accorcia le distanze. Il pressing spagnolo continua però a fare la differenza. Insigne avvia una ripartenza ma punta a rete invece di servire Osimhen che si lamenta mentre il Maradona rumoreggia. Al 44’ un tiro di Piqué scova lo spiraglio per sbattere sul palo e finire nel sacco. All’intervallo, col 3-1 per il Barcellona.

    SENZA SCAMPO — Nella ripresa il Napoli riparte con Politano al posto di Demme: Elmas arretra in mediana. Il Barcellona allenta ritmo e pressing, la squadra di Spalletti ritrova qualche slancio. Ma al 15’ Traorè si fa largo, velo di de Jong e Aubameyang realizza il quarto gol. La partita non ha più storia. Spalletti fa entrare Ounas, Mertens e Ghoulam per Fabian Ruiz, Osimhan e Zielinski. E all’80 tocca a Insigne uscire tra i fischi del Maradona mentre cede il posto a Petagna. Politano al 42’ conquista un pallone in area e con un staffilata sigla il 4-2. Che diventa il risultato conclusivo. Il saluto dei quarantamila tifosi del Napoli è tra i fischi. Ma gli striscioni azzurri erano stati ritirati dalla Curva già nel primo tempo quando è sopraggiunta la notizia della morte di un capo ultrà. La notte di festa programmata per il Napoli al Maradona non era proprio questa.
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