Serie A 2021-22

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    Vlahovic spegne l'Atalanta: che colpaccio della Fiorentina!

    Doppietta su rigore dell'attaccante serbo, autentico dominatore della partita. Per la Dea inutile il penalty di Zapata che accorcia le distanze
    Marco Guidi

    11 settembre - MILANO
    Dio perdona, Dusan Vlahovic no. Il serbo trascina la Fiorentina alla vittoria sul campo dell'Atalanta per 2-1, grazie a una doppietta su rigore. Ma al di là delle esecuzioni impeccabili dagli undici metri, Vlahovic è stato l'autentico dominatore della gara, un vero fardello per la difesa nerazzurra. Inutile la terza rete della gara, sempre su penalty, di Duvan Zapata. La Viola sale così a 6 punti, scavalcando proprio la Dea in classifica, ferma a 4.

    FORMAZIONI— Scelte un po' a sorpresa per Gian Piero Gasperini, tra acciacchi e necessità di turnover in vista dell'impegno Champions contro il Villarreal di martedì. In porta va Sportiello e non Musso, tornato solo a notte inoltrata dal Sudamerica (per lo stesso motivo, Italiano rinuncia dall'inizio a Quarta, Pulgar e Gonzalez). Sulle fasce c'è Zappacosta a destra, con Maehle dirottato a sinistra e Gosens in panchina. Ancora squalificato De Roon, la mediana è composta da Pasalic e Freuler. In attacco, riecco Pessina dietro alle punte Miranchuk (prima da titolare nel 2021-22) e Duvan Zapata (rientrato dall'infortunio). Anche nella Fiorentina tra i pali c'è il "secondo" Terracciano. Difesa con Igor preferito a Nastasic al centro, debutto dal 1' di Torreira a metà campo, insieme a Bonaventura e Duncan e senza Castrovilli, escluso per la seconda volta su tre giornate. Davanti Callejon e Sottil ai lati del totem Vlahovic.

    IL VAR DÀ, IL VAR TOGLIE— La partita in avvio la fa l'Atalanta, anche se è solo un prodigioso recupero di Palomino a impedire a Sottil di battere a rete a tu per tu con Sportiello. All'11' i nerazzurri passano con Djimsiti in mischia, ma il Var interviene per consigliare all'arbitro Marini la on field review: Zapata è in fuorigioco sul cross di Maehle e impatta sull'azione che poi porta al gol del difensore albanese, perché prova saltando ad arrivare sulla palla e la manca solo di pochi centimetri. Si resta sullo 0-0 e la gara è piacevole. La Fiorentina non rinuncia a pungere (al 18' Duncan allarga troppo col sinistro), anche se Italiano perde Venuti per infortunio (dentro Odriozola) poco dopo. Al 30' l'episodio che sblocca il match: Vlahovic crossa forte dalla sinistra, Sportiello smanaccia e Maehle tocca con il braccio. Marini non fischia, ma anche qui è decisivo l'intervento del Var. E il direttore di gara davanti al monitor opta per il rigore, suscitando l'ira di Gasperini, che aveva rivisto l'accaduto da un cellulare in panchina. In realtà, penalty giusto: è il braccio di Maehle che va a cercare la palla dopo la deviazione di Sportiello e non viceversa. Dal dischetto Vlahovic spiazza Sportiello e porta avanti i viola. La reazione dei padroni di casa c'è, ma è sterile. Soprattutto Miranchuk fatica a trovare palloni e giocate, scatenando anche qualche mugugno del pubblico di Bergamo.

    GOL E CAMBI— All'intervallo il Gasp non fa cambi, ma c'è subito la doccia fredda per l'Atalanta. Maehle sbaglia in disimpegno, la Fiorentina riparte veloce e Djimsiti atterra Bonaventura in area. Altro penalty, altro giro per Vlahovic che angola alla perfezione, dove Sportiello non può arrivare. Sotto di due gol, Gasperini getta nella mischia Malinovskyi e Gosens, per Maehle e Miranchuk, due dei peggiori. E l'ucraino entra subito nel vivo, con un assist strepitoso per Duvan Zapata, che si fa ipnotizzare a tu per tu da Terracciano. L'Atalanta ci prova, non molla anche quando le cose non girano (come il colpo di testa solo strisciato da Gosens a pochi metri dalla porta su corner di Malinovskyi e al 63' la perseveranza è premiata. Oddio, ci mette del suo anche il viola Callejon, che si fa anticipare da Gosens, calciandogli poi la gamba da dietro. È rigore, stavolta senza bisogno del Var: Zapata non fallisce dagli undici metri, riaprendo la gara. Italiano capisce che le energie stanno venendo un po' meno e inserisce Amrabat e Saponara per Torreira e Sottil. La partita diventa bellissima, con la Dea a testa bassa in avanti, ma la Fiorentina a colpire in contropiede: Vlahovic per un pelo non arriva sul cross di Biraghi a firmare la tripletta al 70'. Poi due minuti dopo Terracciano è rapido nel chiudere sul primo palo il tiro di Zapata deviato da Odriozola. Fioccano le occasioni e la difesa ospite si disunisce un po': Gosens calcia sull'esterno della rete su invito di Zapata. Nel finale Gasperini inserisce anche l'ultimo arrivato Koopmeiners (buon impatto), ma ormai è tardi. Il muro viola regge agli ultimi assalti.
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    CITAZIONE (Symphony of death @ 6/9/2021, 07:17) 
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    bah, peggio dell'attuale presidente e padrone non possono fare, sempre che vada tutto in porto
     
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    CITAZIONE (stefchoen @ 12/9/2021, 14:11) 
    CITAZIONE (Symphony of death @ 6/9/2021, 07:17) 
    Contenti?

    bah, peggio dell'attuale presidente e padrone non possono fare, sempre che vada tutto in porto

    ancora niente?
    Non dovevano aver già chiuso?
     
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    Partenza proprio shock.
    Resto ancora fiducioso perché Allegri farà giocare di merda la Juve, ma appena gli rientrano tutti i giocatori un minimo la quadra la sa trovare
     
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    CITAZIONE (goldenbas @ 12/9/2021, 16:26) 
    Partenza proprio shock.
    Resto ancora fiducioso perché Allegri farà giocare di merda la Juve, ma appena gli rientrano tutti i giocatori un minimo la quadra la sa trovare

    secondo me continuerà a fare esperimenti perché non ci capisce un cazzo
     
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    Genoa da impazzire: sotto 2-0 a Cagliari, ne segna 3 in 20’ con doppietta di Fares

    Exploit della squadra di Ballardini che al 56’ era spalle al muro: ma un colpo di testa di Destro l’ha rimessa in partita, prima dello show dell’ex laziale entrato solo nella ripresa
    Dal nostro inviato Francesco Velluzzi

    12 settembre - CAGLIARI
    Sole, pubblico, la Nord in silenzio, la sud che canta, i bambini della curva futura finalmente felici allo stadio, meno di 100 genoani a torso nudo. A Cagliari comincia così. Ma per i rossoblù di casa finisce in dramma: dal 2-0 al 2-3 con qualche interrogativo su Leonardo Semplici che comincia a farsi più di qualche tifoso. Incerottato e con gli uruguaiani praticamente fuori uso, il Cagliari approfitta del sonno del Genoa che il presidente col cartello vendesi Enrico Preziosi quest’anno immagina tra le prime 10. Segna su rigore il solito Joao, e nella ripresa stacca di testa Ceppitelli. Ma Davide Ballardini ha sette vite e soprattutto più soluzioni. Cambia uomini e modulo. Chiede cross a manetta e il giovane Cambiaso, eroe anche col Napoli, li confeziona. Destro e Fares li trasformano. Resuscitando il Grifone.

    PRIMO TEMPO —
    Semplici non rischia Nandez reduce da un tour massacrante con l’Uruguay, ma perde pure Pavoletti. L’attaccante che gia da ieri lamentava il mal di schiena, fa le prove, ma si arrende. Quindi Keita Balde debutta subito, biondo col nove sulle spalle. C’è anche Grassi, fedelissimo di Semplici nel centrocampo che vede Deiola al centro vista l’emergenza. Tocca a Marin il compito di tuttofare. Ballardini rivoluzione il centrocampo inserendo Tourè, a destra c’è Sabelli e non Ghiglione. Davanti Destro e Pandev: 68 anni in due. Entrambe le squadre con il 3-5-2 d’ordinanza. Il Genoa picchia duro per mettere le cose in chiaro. Biraschi becca subito il giallo. Joao segna in fuorigioco, ma poi segna davvero perché Marin parte al sua maniera, serve Keita e Sabelli cade in trappola buttandolo giù. Non c’è neppure bisogno del Var, Pairetto vede da solo, il brasiliano batte Sirigu. Resta l’unico pericolo, oltre a un altro tiro di Joao, fuori. Il Genoa fa poco o nulla. Cragno sbriga solo le pratiche in uscita alta, gli angoli, tre, non preoccupano.

    SECONDO TEMPO — Ma nel secondo tempo c’è la trasformazione che tutti quanti stanno già aspettando. Ballardini vede il baratro e rivoluziona la squadra: dentro Vanheusden, Kallon e soprattutto Fares. E passaggio al 4-2-3-1. Anche Semplici cambia il deludente Walukiewicz con Caceres. E dopo 9’ ancora Uruguay al potere: dentro Nandez, per forza, per Grassi che non ne ha più. Ma dopo 2’ il Cagliari va in paradiso. Nel senso che Ceppitelli sale sopra Tourè, l’ex Nantes, che è 1,87 e insacca. Sembra tutto a posto per i sardi e invece Cambiaso, che ha più birra di tutti e corre come col Napoli, mette un altro bel pallone sul quale proprio Caceres si fa beffare da Destro al 14’. Balla toglie anche Pandev che di anni ne ha 38 e inserisce Ekuban. Il Genoa è fresco. Il Cagliari ha Keita al primo test e deve toglierlo, ma Semplici in panca ha solo Farias. Minuto 24 e su angolo di Rovella Fares, creato alla Spal da Semplici, anticipa Joao Pedro. Non è finita perché l’incredibile Genoa completa l’opera ancora con la coppia Cambiaso-Fares che stavolta sul cross del bimbo del vivaio beffa il giovane Bellanova, ancora distratto dall’Under 21. Che ritorno per l’ex Lazio che ha avuto mille guai. Il Cagliari prova la reazione scomposta, più che 4-3-3 è caos organizzato. Con Marin, il migliore, che si danna l’anima, ma senza collaboratori... La rabbia produce solo tiri fuori e un contropiede dello sciagurato Kallon che brucia il 4-2 e fa qualche sceneggiata di troppo. Ma c’è ancora un brivido: Cambiaso sbaglia una cosa: un appoggio di testa, Joao potrebbe salvare la frittata, ma calcia alto.
     
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    Grandissima vittoria in rimonta.
    Abbiamo mosso la classifica, e speriamo che il nostro campionato vero inizi ora
     
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    Torino, che poker! Sanabria, Bremer, Pobega e Lukic infilzano la Salernitana


    L'attaccante paraguaiano porta in vantaggio nel primo tempo la squadra di Juric che poi dilaga nella ripresa. Ecco i primi tre punti per i granata

    dal nostro inviato Mairo Pagliara

    12 settembre - TORINO
    Il Toro brinda alla prima vittoria della gestione Juric: sblocca un gol allo scadere del primo tempo di Sanabria, poi dilaga con Bremer, Pobega e Lukic nella ripresa. Ma soprattutto due assist e l’ennesimo pomeriggio da migliore in campo di Ansaldi travolgono per 4-0 la Salernitana. La squadra di Castori tracolla nel finale, ma per ottanta minuti lascia una discreta sensazione e paga anche un pizzico di sfortuna (come sul palo di Di Tacchio sullo 0-0) oltre che di inesperienza. Il Toro non fallisce l’appuntamento da non sbagliare: ci sono ancora aspetti da perfezionare sul piano del gioco, ma questi primi punti della stagione, conditi da una goleada, saranno sicuramente un generatore di entusiasmo e autostima per il futuro.

    ANSALDI ETERNO—
    Basterebbe rivedere il primo tempo dell’Olimpico per capire come mai un prossimo trentacinquenne (taglierà il traguardo il 20 settembre) riesce ancora a segnare differenze nel nostro campionato. Cristian Ansaldi è il manifesto di un talento che non tramonta mai, la fonte di gioco (l’unica per 45 minuti abbondanti) di un Toro che si aggrappa al suo calciatore di maggiore classe per colpire una Salernitana che, arrivati a metà gara, fa tatticamente letteralmente un figurone. Ansaldi è l’uomo che taglia, cuce, disegna assist, crea le uniche occasioni pericolose della prima ora della squadra di Juric e, non certamente a caso, dal suo sinistro nasce la pennellata per la testa di Sanabria quando scocca esattamente il 45’.

    DI TACCHIO AL PALO— Poche novità, ancora meno sussulti, nell’undici iniziali. Juric smentisce le indicazioni della vigilia e lascia quasi tutti i suoi tanti nuovi arrivi in panchina: l’unico che lancia subito nella mischia è il giovane difensore Zima. Castori conferma la coppia Bonazzoli-Simy, come previsto Ribery bagna la sua prima da tesserato della Salernitana partendo dalla panchina. Domenica estiva e di difficoltà per il Toro, imbrigliato nell’ottima struttura tattica che la Salernitana riesce a costruire in avvio. Il primo spunto è di Sanabria (9’), stoppato da Ruggeri. Intorno al 20’ Ansaldi inizia ad illuminare il pomeriggio torinese: il primo assist è per Singo, sul quale la Salernitana riesce a salvarsi in angolo. Due minuti dopo torre di Sanabria, uno spento Pjaca non aggancia a pochi passi da Belec. Il Toro sembra viaggiare più sull’onda degli episodi, Lukic e Linetty spesso boccheggiano, mentre i campani non danno mai l’impressione di uscire dalla partita, anzi a tratti la controllano. Al 37’ per un soffio Milinkovic non combina una frittata, sull’angolo che poi ne nasce il colpo di testa di Di Tacchio si stampa sul palo. E’ la più ghiotta occasione del primo tempo prima degli ultimi due minuti che precedono l’intervallo quando Singo (44’) in tuffo sfiora il gol di testa e sessanta secondi dopo Sanabria anticipa Gagliolo e fa esplodere l’Olimpico.

    SVETTA BREMER— A inizio ripresa, Castori ricorre alle forze fresche dalla panchina: dentro Djuric per un evanescente Simy, Lassana Coulibaly per uno stanchissimo Obi. Il Toro prova a sfoggiare un po’di palleggio, ma la Salernitana resta dentro la partita e poco prima del quarto d’ora sfiora il pari proprio con il neo entrato Djuric (nell’occasione incerto Milinkovic: la palla sfiora il palo). Juric capisce che deve cambiare qualcosa e all’ora di gioco dà fiducia a Buongiorno, tirando fuori Rodriguez. A spianare la strada, ci pensa Gleison Bremer al ventunesimo del secondo tempo: a scodellare l’assist al centro dell’area su punizione è ancora Ansaldi, di testa il difensore brasiliano timbra e porta il Toro sul 2-0. Incassato il secondo gol, Castori si gioca la carta più attesa facendo debuttare Ribery con la Salernitana al posto di un nervoso Gyomber, passando al 4-3-1-2. Nel finale nel Toro c’è spazio per i nuovi arrivati Pobega (per Linetty) e Praet (per Pjaca), e per Aina al posto di uno stremato uscito a causa dei crampi. E quando la partita è ormai finita, Pobega bagna il debutto piazzando il tris e nel recupero Lukic cala anche il poker del Toro.
     
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    È Milan show: Lazio schiantata. E Ibra si è già ripreso il Diavolo

    Gol di Leao e lo svedese, Kessie sbaglia un rigore. Gioco, intensità, organizzazione: rossoneri superiori in tutto sulla squadra di Sarri, espulso dopo il fischio finale

    12 settembre - MILANO
    Un Milan versione deluxe stende la Lazio nel primo duello stagionale per la Champions e certifica una crescita che per il momento pare davvero inarrestabile. I rossoneri hanno messo sotto gli avversari sotto tutti gli aspetti: gioco, cattiveria, intensità, organizzazione. Di Leao nel primo tempo e Ibra nella ripresa i gol, Kessie al termine della prima frazione ha sbagliato un rigore. Ovazione per lo svedese al momento di entrare in campo nel secondo tempo, applausi per l’ivoriano quando l’ha lasciato. Il Milan resta al primo posto in classifica, stacca l’Inter e si pone nelle condizioni migliori per affrontare il Liverpool mercoledì e la Juve domenica prossima. Espulso Sarri dopo il fischio finale per proteste.
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    Grande Toro o pessima Salernitana? Probabilmente la verità sta nel mezzo.
    Sicuramente qualcosa sul mercato è stato fatto e Juric deve iniziare a far sentire la sua mano
     
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    Ieri penso di aver visto la miglior gara del Milan sotto il profilo del gioco da non so quanti anni.
    Avessimo avuto Ibra in campo dal primo minuto finiva 4-0 ne primo tempo.
     
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    Maignan: 6.5
    Calabria: 7
    Romagnoli: 7
    Tomori: 6.5
    Hernandez: 6.5
    Kessie: 6
    Tonali: 7
    Florenzi: 6.5
    Brahim Diaz: 6.5
    Leão: 7
    Rebic: 7.5
    Ibrahimovic: 7
    Bakayoko: 4
    Saelemaekers: 6.5
    Bennacer: sv
    Ballo-Tourè: sv
     
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    Due pali, tante occasioni e il gol di Pjaca: dominio Toro col Sassuolo

    Dopo il palo di Frattesi, in campo c’è solo la squadra di Juric. Pali di Brekalo e Praet poi la risolve il croato, appena entrato
    dal nostro inviato Mario Pagliara

    17 settembre - REGGIO EMILIA

    Brekalo fa stropicciare gli occhi, Praet sembra danzare, Marko Pjaca piazza nel finale il jolly che sblocca una serata che sembrava stregata. E’ chiaramente riduttivo fermarsi alle prestazioni di questi nuovi arrivati, perché è tutto il Toro che gioca come se fosse già una macchina, al punto da sfornare otto occasioni da gol pulitissime, colpire due pali e due volte fermarsi su un salvataggio sulla linea. Il blitz al Mapei Stadium dei granata non è meritato, di più: gara a senso unico dopo il palo di Frattesi in avvio. Sassuolo travolto da una serata brillante e prepotente della squadra di Juric che piazza l’uno-due dopo il 4-0 alla Salernitana.

    LA NOTTE DELLE SORPRESE—
    Reggio Emilia rischia di diventare sinonimo di sorpresa. Lo si capisce prima ancora che la partita abbia inizio, quando il Toro ufficializza la formazione di partenza. Juric sorprende tutti, e ricorre a un turnover molto pronunciato nonostante i suoi abbiano appena novanta minuti nelle gambe, quelli di domenica contro la Salernitana, dalla ripresa del campionato dopo la sosta. Cinque cambi, tutti per scelta tecnica. Fanno rumore le esclusioni di Mandragora e Ansaldi. In difesa torna Djidji (al posto di Zima), Pobega accanto a Lukic in regia, Aina sulla sinistra, e sulla trequarti c’è il doppio debutto dal primo minuto dei nuovi Praet e Brekalo alle spalle di Sanabria. Il Sassuolo invece si schiera con quella che si può considerare la formazione ideale: Raspadori vince il ballottaggio con Scamacca, in attacco ci sono tutti i diamanti emiliani: Boga, Djuricic, Berardi e l’azzurro Raspadori.

    TORO BELLO E SFORTUNATO— Il palo di Frattesi con il quale si stappa la partita (al 7’: incursione su una indecisione di Rodriguez) dà solo l’illusione a Dionisi che il suo Sassuolo sia partito con il piede giusto, invece gli emiliani si riducono a un primo tempo prettamente difensivo. Il Toro gioca poco o nulla sulla sinistra (per la pessima serata di Aina), ma grazie alla qualità sulla trequarti nei primi quarantacinque minuti è protagonista di una bella serata, produce una quantità incredibile di occasioni, poi sprecate: due pali (Brekalo al 27’ e Praet al 44’) e due salvataggi sulla linea (entrambi su Sanabria: il primo di Ferrari al 17’, il secondo di Lopez al 41’) sono le palle gol più clamorose prodotte dai granata. Nel bilancio, a metà gara, entra anche la super parata di Consigli sul colpo di testa di Bremer (40’): per cinque volte, quindi, in 45’ il Toro è andato a un passo dal vantaggio che avrebbe meritato ampiamente.

    PRAET K.O.— Quando si riparte, il genio di Praet produce la sesta palla gol dei granata: è il quarto minuto, l’assist del belga è al bacio, Brekalo si coordina pure bene ma calcia in curva. Al 52’ finisce la gara di Aina, dentro Ansaldi. Al quarto d’ora si fa notare anche Milinkovic con un buon riflesso su Berardi, fino a quel momento era stato inoperoso. Poco dopo l’ora di gioco, Juric è costretto a sostituire Praet per un infortunio muscolare (uno dei migliori), al suo posto nella mischia finisce Linetty. Dionisi approfitta dello stop per fare tre cambi in un unico slot: tra questi c’è Scamacca per Raspadori.

    PJACA DA BILIARDO— Lo show di Brekalo però non è ancora finito. E il croato al 26’ si inventa un corridoio pazzesco per Lukic che fallisce, clamorosamente, davanti a Consigli. E’ la settima occasione pulita che il Toro non capitalizza. A un quarto d’ora dalla fine, Juric si gioca le carte Pjaca (proprio per Brekalo), Mandragora (per Pobega) e Vojvoda (per Singo). La mossa è coraggiosa e il Toro raccoglie meritatamente il gol del vantaggio: arriva al 37’ con un colpo da biliardo di Marko Pjaca, al primo centro in granata. Nel finale Milinkovic è decisivo su Ferrari, e dopo cinque minuti di recupero il Toro può fare festa.
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    Grande partita, con risultato troppo stretto per noi.
     
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