Qatar 2022

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    Spagna esagerata: 7 gol alla Costa Rica! Ferran e Gavi in copertina

    La nazionale di Luis Enrique chiude i conti in mezz’ora con Dani Olmo, il rigore di Asensio e il primo dei due gol di Torres. Poi si scatena
    Dal nostro inviato Filippo Maria Ricci

    23 novembre - MILANO
    Una partita senza storia. La Spagna è senz’altro forte ma la debolezza della Costa Rica ci è parsa simile a quella del Qatar, disarmante: la squadra di Suarez ha fatto fatica persino a passare la linea del centrocampo ed è stata travolta senza appello: 7-0 finale con prestazione imbarazzante dei "Ticos". Per Luis Enrique il debutto nel Mondiale da allenatore è dolcissimo: la Spagna non aveva mai fatto 7 gol in una partita di un Mondiale.

    LE SCELTE—
    Indeciso sulla composizione della coppia centrale di difesa "Lucho" ha scelto di arretrare Rodri al fianco di Laporte, con Azpilicueta al posto del febbricitante Carvajal. Davanti nel ballottaggio tra Ansu Fati e Sarabia ha prevalso Dani Olmo, con Asensio "falso nueve" visto che anche Morata aveva avuto problemi di salute causati dagli sbalzi di temperatura. Per Suarez la formazione prevista.

    UN, DUE, TRE — E subito schiacciata. E presto liquidata. Dopo gli errori di Dani Olmo e Asensio, entrambi liberati dal fantastico Pedri, all’11, al 21’ e al 31’ sono arrivati i gol della Spagna. Prima Dani Olmo, che ha firmato il centesimo gol della Roja al Mondiale dopo un triangolo con Gavi. Poi Asensio che di sinistro ha raccolto un invito prezioso di Jordi Alba. E infine Ferran Torres, che ha trasformato senza problemi il rigore concesso per atterramento di Jordi Alba da parte dello sciagurato Duarte.

    IL TRACOLLO— Suarez è passato alla difesa a 5 ma non è servito a far difendere né passare la metà campo ai suoi. Che nella ripresa sono stati subito puniti di nuovo (54’): ennesimo errore difensivo su un pallone di Gavi per Ferran Torres, Borges e Keylor Navas in confusione, doppietta per il "genero" di Luis Enrique che poi è subito uscito per far posto a Morata. Luis Enrique ha fatto entrare anche Koke, il debuttante Balde e Nico Williams. Morata ha sbagliato un gol ma poi ha servito a Gavi la rete della manita (74’): bellissimo destro al volo dal limite che prima di entrare ha toccato il palo. E nel recupero sono arrivati i gol di Carlos Soler e di Morata, con la Costa Rica in assoluto disarmo. Domenica c’è Spagna-Germania: i tedeschi sorpresi dal Giappone hanno di che preoccuparsi.
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    Batshuayi segna, il Canada spreca anche un rigore: il Belgio non piace ma vince

    Decide una rete del vice-Lukaku in chiusura di primo tempo nell'unica occasione per i belgi. Courtois para il penalty di Davies in avvio, poi i canadesi sciupano altre occasioni
    23 novembre - MILANO

    Esistono vittorie nette, indiscutibili. E quelle che sono tanto brutte quanto preziose. Il successo del Balegio, che batte 1-0 il Canada, rientra in questa categoria. La squadra di Roberto Martinez, sembra meno competitiva rispetto a quella ammirata nelle recenti rassegne, ma si prende tre punti molto preziosi in chiave ottavi. Anche perché i canadesi avrebbero meritato almeno il pari.

    LA PARTITA—
    Il rimpianto per la squadra che nel proprio girone di qualificazione è arrivata davanti al Messico e conferma di aver raggiunto un buon livello, è aver chiuso sotto 1-0 un primo tempo dominato. Batshuayi, vice-Lukaku, segna all'ultima azione sfruttando un lancio da dietro di Aldeweireld e una dormita collettiva, iniziata col buco di Vitoria e proseguita con due centrali troppo contemplativi. In precedenza il Canada, aveva sprecato almeno 4 occasioni, vuoi per imprecisione al tiro, vuoi per scelte errate. La più clamorosa è il rigore che Davies si fa parare da Courtois al 10', concesso con la Var perché il mediocre arbitro Sikadze non vede il mani di Carrasco. In verità il Canada avrebbe meritato un secondo penalty: l'azione che porta al fallo su Laryea non è viziata da fuorigioco: il tocco che innesca il tutto è infatti di Eden Hazard, che ormai ha l'autonomia di un giocatore a fine carriera.

    EQUILIBRIO— Nella ripresa la spinta del Canada, protagonista di un tempo con pressione davvero alta e ben eseguita, si affievolisce. David si mangia un gol di testa. Courtois para su Larin. Ma il Belgio chiude meglio di come aveva iniziato e si prende i tre punti, con la chiarissima impressione che a questo giro non sia da corsa. Resta in lizza il Canada, anche per il pari tra Marocco e Croazia. Ma se la concretezza resterà quella vista stasera, tornerà presto a casa.
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    Gol di Embolo: la Svizzera soffre, resiste e batte 1-0 un bel Camerun

    La squadra di Song disputa un gran primo tempo senza riuscire a segnare, poi l'attaccante nato a Yaoundé trova il gol a inizio ripresa, senza esultare
    Dal nostro inviato Filippo Maria Ricci
    @filippomricci

    24 novembre - AL WAKRAH (QATAR)
    Niente da fare. Se n'è andato anche il quarto tentativo e l'Africa continua a cercare non solo la prima vittoria, ma addirittura il primo gol in questo Mondiale. Vediamo come se la caverà il Ghana col Portogallo, intanto la prima sfida della storia tra Svizzera e Camerun è finita 1-0, gara decisa da un gol dell'ex: a segno Embolo, nato in Camerun. Per i Leoni Indomabili 8 sconfitte consecutive al Mondiale, striscia da record allungata. Per noi italiani una botta di tristezza: poteva esserci la squadra di Mancini a giocare contro il Camerun.

    CALDO E SPRECHI —
    All'Al Janoub si gioca alle 13 e la temperatura è decisamente alta. La Svizzera si scalda al sole, il Camerun all'ombra. La questione climatica potrebbe in qualche modo spiegare o giustificare la maggior brillantezza degli africani, che nel primo tempo costringono Sommer a tre belle parate, mentre Onana non interviene mai anche se nel finale ha corso due grossi pericoli su angoli di Vargas che trovano le teste di Elvedi e Akanji, che sprecano malamente il poco creato da una Svizzera sottomessa dal Camerun. Che come detto si scontra con Sommer, decisivo su Mbeumo in apertura, e poi su Choupo Moting, liberato da un errore di Akanji, e infine su Hongla.

    CAMERUN ATTIVO — Il Camerun inizia appoggiandosi tanto sulla sinistra con Toko-Ekambi, e poi sfrutta anche la velocità di Mbeumo dall'altra parte con Zambo Anguissa a fare da prezioso raccordo. Bel gioco e Svizzera sorpresa, schiacciata e come detto capace di far qualcosa solo su calcio piazzato.

    CAMERUN DISTRATTO— La difesa del Camerun però ha già dato preoccupanti segnali di fragilità e al 3' della ripresa capitola per demeriti propri: Freuler apre a destra per Shaqiri, cross basso perfetto per Embolo, abbandonato dai connazionali in mezzo all'area: destro agevole per battere l'incolpevole Onana, superato dal primo tiro svizzero nello specchio. Embolo non festeggia, il Camerun sparisce.
    SUPER ONANA— Onana si mette in mostra poco dopo facendo una grande parata su Vargas in un'azione identica, finale a parte, a quella del gol, e il Camerun non riesce più a impensierire Sommer, nonostante i cambi. Una squadra scollata e senza idee quella di Song, lenta e prevedibile. L'Africa non trova il sorriso, la Svizzera si candida al passaggio del turno in un gruppo condizionato dalla presenza del Brasile.
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    Uruguay senza squilli: la Corea del Sud ferma Suarez e Cavani sullo 0-0

    È il quarto pareggio senza reti del Mondiale, i favoriti sudamericani tradiscono contro gli asiatici
    dal nostro inviato G.B. Olivero

    24 novembre - DOHA (QATAR)
    I pali fermano l’Uruguay contro la Corea: pareggio senza gol e con poche emozioni. Gli asiatici hanno controllato di più il gioco nel primo tempo ma hanno creato una sola occasione per segnare e non hanno mai centrato lo specchio della porta, i sudamericani hanno chiuso con attenzione gli spazi e sono stati sfortunati sulle conclusioni di Godin e Valverde, respinte dal palo nel finale dei due tempi.

    PRIMO TEMPO —
    La Corea cerca subito di prendere in mano la situazione e imposta un gioco rapido e manovrato che però difficilmente trova sbocchi per la buona copertura della difesa di Alonso. Son, la stella del Tottenham, resta un po’ fuori dal palleggio della sua squadra che entra più frequentemente sulla destra dove l’attivo terzino Kim Moonhwan si sovrappone a Na Sangho. Dall’altra parte si opta soprattutto per i lanci lunghi, un po’ dettati dalla necessità (il gioco non scorre bene) e un po’ per scelta (ossia per sorprendere gli avversari). Al 19’ proprio un lancio di Gimenez premia l’inserimento di Valverde, che stoppa di destro e con il sinistro manda alto. Tre minuti dopo occasione per Nuñez con lo stesso schema: lancio di Gimenez, torre di Pellistri, il centravanti del Liverpool anticipa il napoletano Kim Minjae ma buca il pallone. Al 27’ Olivera spreca un contropiede sbagliando la misura del passaggio per Nuñez. Al 34’ la più grande palla-gol coreana capita sul destro di Hwang Uijo, che alza sopra la traversa uno splendido pallone servitogli rasoterra da Kim Moonhwan. E al 43’ Godin colpisce il palo di testa su azione d’angolo sfruttando la marcatura a zona dei coreani sulle palle inattive.

    SECONDO TEMPO — Il secondo tempo, per larghi tratti, è ancora più tattico e meno emozionante del primo. Bentancur prova a scuotere i suoi compagni alzando la pressione e la Corea del Sud perde il pallino del gioco. Al 18’ Nuñez salta in velocità Kim Minjae, che si infortuna lievemente a una caviglia, ma non riesce a servire lo statico Suarez. La Corea combina pochissimo nella metà campo avversaria, il Pistolero viene sostituito da Cavani, ma l’occasione più grossa della ripresa arriva con un tiro da fuori: al 44’ Valverde colpisce il palo con un tremendo destro. Una conclusione di Son finisce a lato poco dopo e nulla cambia negli otto minuti di recupero.
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    Ronaldo, Joao Felix e Leao trascinano il Portogallo: Ghana battuto, ma che brividi alla fine

    Successo per 3-2 grazie alla rete-record di CR7 e ai gol dei talenti di Atletico e Milan: nel finale però gli africani vanno vicini al pari con Inaki Williams

    Andrea Ramazzotti

    24 novembre - MILANO
    Il Portogallo ha iniziato il Mondiale con il piede giusto e una mano importante, come accade ormai da tempo, gliel’ha data Cristiano Ronaldo, diventato con il rigore del momentaneo 1-0, l’unico giocatore della storia a segnare in 5 fasi finali della Coppa del Mondo. Contro un Ghana coriaceo che si è difeso bene, ha corso molto, ma ha costruito poco (almeno fino a che non è andato sotto per 3-1), gli uomini di Fernando Santos hanno risolto la pratica in una pirotecnica ripresa nella quale si sono concentrate tutte e cinque le reti. Dopo il pareggio di Andre Ayew, infatti, decisivi sono stati Joao Felix e il milanista Leao, che appena entrato ha festeggiato la prima rete con la nazionale. Le sbavature negli ultimi minuti, che per poco non sono costate il 3-3, andavano evitate, ma a dispetto di altre grandi l'esordio del Portogallo a Qatar 2022 è stato bagnato da un successo. Non un particolare...

    EQUILIBRIO—
    Dopo il flop all'esordio di Messi con la sua Argentina, Ronaldo era molto atteso e non ha deluso. Ha cantato evidentemente commosso l’inno nazionale, poi è partito come centravanti in un 4-3-3 che non prevedeva la presenza di Leao, inizialmente in panchina perché il tridente era completato da Bernardo Silva (a destra) e Joao Felix e (a sinistra). L’ex Manchester United ha fallito un gol non da lui facendosi stoppare dall’uscita di Ati, non ha inquadrato la porta con un colpo di testa conseguente a uno stacco maestoso, infine ha segnato ma, secondo l’arbitro, commettendo fallo per liberarsi dalla marcatura di Djiku. La gara l’ha condotta il Portogallo, con il suo pressing che ha schiacciato gli africani nella loro metà campo: il 5-3-2 di Addo era troppo coperto e nei 45 minuti iniziali non c'è stata neppure una conclusione verso la porta di Diogo Costa. Ronaldo e compagni, però, hanno tenuto un ritmo troppo basso e così non hanno creato grandi pericoli: giusto lo 0-0 al 45’ e CR7 deluso all'uscita dal campo.

    CRISTIANO... E LEAO— Nella ripresa il Ghana è stato un po’ più coraggioso e un diagonale di Kudus, dopo una grande azione personale, ha fatto correre lungo la schiena di Diogo Costa un vero brivido. I portoghesi faticavano a costruire e si affidavano a lanci lunghi che non consentivano al 5 volte Pallone d’Oro di trovare spazi. Il match è diventato più equilibrato ed era evidente che solo la giocata di un singolo potesse cambiare lo 0-0 di partenza. Quella “giocata” l’ha fatta Cristiano, abile a procurarsi e a trasformare il rigore dell’1-0, un gol che gli ha consentito di diventare il primo della storia a segnare in 5 diverse fasi finali del Mondiale. CR7 ha festeggiato come al solito, con il salto e il “siiii” urlato vicino alla bandierina, credendo a 25’ dalla fine di aver indirizzato la partita e invece la formazione di Addo ha trovato il pareggio con Andre Ayew. Il Ghana sembrava essersi rimesso in corsa, aveva entusiasmo e fisicità, ma andando alla ricerca addirittura del raddoppio con un paio di sostituzioni che hanno lasciato perplessi (fuori Andre Ayew e soprattutto Kudus), ha perso banalmente una palla e ha incasso il 2-1 su una ripartenza sull’asse Bernardo Silva-Joao Felix. Portogallo di nuovo avanti e stavolta capace di non farsi riprendere perché il nuovo entrato Leao ha timbrato il 3-1, suo primo sigillo con la nazionale, appena 120 secondi dopo la rete di Joao Felix. Il 3-2 di Bukari non è servito a niente perché, dopo una disattenzione di Diogo Costa, Inaki Williams nel recupero ha fallito il 3-3 scivolando: i lusitani sono primi nel girone e una partenza migliore per CR7, con gol e vittoria, non poteva esserci.
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    Il Brasile mette già paura: Vinicius e Richarlison dominano la Serbia

    La squadra di Tite non stecca l'esordio al Mondiale e vince 2-0 grazie alla doppietta dell'attaccante del Tottenham. Vlahovic entra nella ripresa, ma incide poco
    Dal nostro inviato Luca Bianchin

    24 novembre - DOHA (QATAR)
    I tifosi brasiliani fuori dallo stadio saranno anche finti – molti erano mediorientali... – ma il talento dentro il campo è di origine protetta, come il vino. Lusail manda un messaggio al mondo: il Brasile di Tite ha diritto al suo status di favorita del Mondiale. Ha battuto la Serbia 2-0, doppietta di Richarlison, e questo è quasi il meno. Più importante aver battuto una Serbia molto deludente nel secondo tempo ma comunque concreta, anche cattiva, tenendo alto il morale di tutti i giocatori più importanti. Neymar, dopo un’oretta normale (e poi sostituito all'80' con una caviglia gonfia), ha iniziato l’azione del primo gol. Vinicius ha calciato il pallone che ha portato all’1-0 e dato l’assist del 2-0. Richarlison ha semplicemente segnato una doppietta e segnato il gol più bello di questi cinque giorni di Mondiale. Come dite, fino allo 0-0 era il peggiore in campo? Vero ma di fronte alla bellezza sparisce tutto.

    I DUE GOL—
    E allora rivediamoli, i gol. Minuto 17’, Neymar dal centro trova Vinicius che calcia da sinistra e, sulla deviazione di Vanja Milinkovic Savic, Richarlison è più bravo e fortunato di Pavlovic. La palla arriva nella sua zona e lui fa 1-0. Minuto 28’: Vinicius crossa di esterno, ancora dalla sua sinistra, e Richarlison crea arte moderna: stop al volo e sforbiciata. L’eleganza applicata al calcio. La partita, a quel punto, è già finita. La Serbia non ha la forza di reagire, il Brasile mette in campo una stella dopo l’altra – Gabriel Jesus, Antony, Martinelli – e si diverte.

    LA PARTITA— Sì, ma che partita è stata? La traccia si spiega in un attimo. La Serbia si è difesa con nove maglie rosse dietro la linea della palla e ha lasciato Mitrovic solo, lassù in attacco. Quando qualcuno recuperava palla – e più di qualche volta era Gudelj – si provava ad arrivare in fretta da Mitrovic oppure da Tadic e Milinkovic, che gli giocavano vicino. Per il resto, un esercizio di attacco a metà campo. Il Brasile faceva circolare, con Thiago Silva playmaker aggiunto, e sperava che qualcuno trovasse l’imbucata giusta. Occasioni nel primo tempo, due: una visione di Thiago Silva per Vinicius con uscita tempestiva di Milinkovic e un tocco di Paquetá sprecato da Rafinha. Nel secondo tempo, altro ritmo e altra storia, con un Brasile convincente in tutto: Danilo è stato il solito professore e ha salvato un pericolo quasi sulla linea, Alex Sandro e Casemiro hanno preso palo e traversa, Paquetá è stato a lungo il più brillante.

    CROLLO SERBIA— La Serbia invece ha giocato una partita molto difensiva: se c’è da difendere, si difende insieme (con un po’ di intimidazione fisica, se possibile). Ha scommesso sulla riduzione del numero di palle gol e sul talento del suo brasiliano, che sarebbe Tadic, ma ha sbagliato i calcoli. Nel primo tempo, tutto bene. Nel secondo, un disastro. Individualità: Kostic era indisponibile, Vlahovic è entrato nel momento migliore del Brasile e ha combinato nulla, sia in coppia con Mitrovic sia da solo. Il pensiero, a questo punto, è inevitabilmente al Camerun e soprattutto alla Svizzera. Così, per gli ottavi, non basta.
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    Doppio Kramaric, Livaja e Majer: il poker della Croazia elimina il Canada

    Gol lampo di Davies è un’illusione. Il centrocampo croato si prende il match e l’attaccante dell’Hoffenheim non perdona: 4-1 il finale
    Dal nostro inviato Luca Bianchin

    27 novembre - QATAR
    A volte, per risolvere i problemi della vita, basta cambiare punto di vista. La Croazia ha cercato un centravanti per tutto novembre e lo ha trovato quando ha spostato Kramaric dal centro alla fascia destra. Seconda punta atipica, diciamo. Kramaric ha segnato due gol e la Croazia ha vinto in rimonta 4-1 col Canada, passato in vantaggio dopo due minuti con Davies. La classifica parla da sola: Croazia e Marocco 4, Belgio 3, Canada 0. I nordamericani sono eliminati, ai croati basterà il pareggio all’ultima partita col Belgio.

    LA PARTITA—
    Per capire come è andata la partita, bisogna zoomare tra il minuto 2 e il minuto 36. La Croazia, sotto di un gol, ha due strade: la crisi di nervi o la reazione composta. Manca troppo per passare in modalità arrembaggio. Modric e Kovacic, a quel punto, prendono in mano la partita: restano calmi, controllano il ritmo e alzano la qualità del palleggio, con l’8 da Madrid fondamentale per capacità di accelerare e trovare l’uomo libero. Brozovic, terzo uomo in mezzo, completa il quadro. Livaja al 35’ non trova la porta – proprio da palla di Kovacic – ma quei minuti sono decisivi per spegnere l’entusiasmo del Canada e mettere le cose in chiaro. I gol sono quasi una conseguenza.

    CROAZIA— Eccoli, i gol. Al 36’ combinazione Kovacic-Perisic-Kramaric, con sinistro liberatorio del 9. Al 44’ azione di Juranovic – puntuale riscatto dopo la figuraccia su Davies – che scambia a destra, vince un rimpallo e, sulla trequarti, libera Livaja per il destro all’angolo. Il terzo gol, a 20 minuti dalla fine, è un altro tiro di Kramaric, ormai con la fiducia ad altezza Aspire Tower, uno dei grattacieli più alti di Doha. L’assist, cortesia di Ivan Perisic. Il quarto, un contropiede chiuso da Lovro Majer su assist di Orsic, con figuraccia in mondovisione di Miller. Il ricorrere di certi nomi fa capire che la Croazia del 2018, anche se con un grande ricambio generazionale, è viva e lotta per gli ottavi. Dalic sa che contro il Belgio partirà favorito. Se questo sia sufficiente, chiedetelo a De Bruyne.

    CANADA, È PRESTO— Il Canada invece saluta il Mondiale tristemente. La grande partita col Belgio e i primi minuti qui avevano fatto pensare che la squadra fosse pronta e Herdman un grande allenatore. Su Herdman si vedrà presto, quanto alla squadra beh, è ancora presto. Buchanan, Davies, Osorio hanno fatto vedere singoli momenti di buon calcio ma la personalità della Croazia, la capacità di gestire la partita è stata troppo superiore. Oltre a questo, gli errori difensivi. Miller ha fatto brutta figura in due gol e mezzo, Hutchinson sull’1-0 non ha letto la situazione e ha lasciato che Kramaric girasse in porta, desolatamente solo in zona area piccola. "Four more years", altri quattro anni, dicono i vicini di casa americani quando vogliono confermare un presidente. Tra quattro anni se ne riparlerà e i canadesi già sanno che ci saranno: giocheranno in casa.
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    Il Belgio è un disastro, festa Marocco: vince 2-0 e vola in testa al girone

    La nazionale di Martinez mai pericolosa. Lukaku entra all'81', ma non sfonda. Si vede anche De Ketelaere. I due gol nella ripresa di Saiss e Aboukhlal
    Dal nostro inviato Davide Stoppini

    27 novembre - DOHA
    Qualcosa aveva detto, la prima giornata. Che il Belgio fosse lontanissimo da Russia 2018 si era già capito. Ecco la prova: il Marocco vince meritatamente nel secondo tempo una partita che ora lo piazza al primo posto del girone F, aspettando Croazia-Canada. E manda in crisi il c.t. Martinez, che sarà costretto ai calcoli proprio all’ultima giornata contro la nazionale di Dalic. Saiss (la Fifa ha comunicato il marcatore in serata, inizialmente il gol era stato attribuito a Sabiri) e Aboukhlal, subentrato nel secondo tempo, hanno deciso un match che gli africani hanno voluto di più, nonostante il buon impatto del primo tempo di De Bruyne e compagni. A nulla sono serviti i debutti degli "italiani" De Ketelaere e Lukaku per l’assalto finale: praticamente impalpabili.

    PRIMO TEMPO—
    L’approccio alla gara è diverso. Perché da una parte il c.t. del Marocco, Regragui, conferma la squadra dell’esordio con la Croazia, eccezion fatta per il portiere (al centro di un curioso caso, entra, canta l'inno, poi viene sostituito). Mentre Martinez, che può contare su Lukaku in panchina, ne cambia tre ma soprattutto sposa un altro modulo. Difesa a tre e mezzo, di spallettiana memoria, perché in fase difensiva Meunier si abbassa e Castagne fa il terzino, mentre in fase di impostazione torna il 3-4-1-2 di sempre. Ne esce un Belgio molto più sul pezzo rispetto alla partita con il Canada. L’impatto è buono, in 15 minuti i Diavoli Rossi collezionano cinque calci d’angolo. E pure un’occasione d’oro, al 5’, con Batshuayi ben lanciato da Thorgan Hazard, ma Munir è attento in uscita.

    Il Marocco si abbassa per non concedere metri a De Bruyne, l’intento è chiaro. Il Belgio invece forza i ritmi, si giova di un Onana in mezzo al campo che porta vivacità. Proprio il giovane centrocampista, al 17’, di testa dopo un angolo non trova la porta. Due minuti più tardi una buona chance è sul piede di Meunier, che dal limite con il destro non angola abbastanza. Il primo squillo africano, in uno stadio che sospinge Hakimi e compagni, è di Ziyech: al 21’ l’esterno ci prova da fuori, ma la conclusione è alta. Il Belgio mastica gioco, il Marocco va a ondate. Hakimi al 28’ prima appoggia per Amallah (tiro alto), poi al 35’ ha una buona chance sul destro ma la spreca calciando malamente. Il primo tempo si chiude con l’esultanza strozzata dei tifosi marocchini: al 47’ il tiro-cross di Ziyech su punizione non è toccato da nessuno, Courtois è tutt’altro che impeccabile anche perché ingannato dalla posizione attiva di Saiss, che non tocca il pallone ma fa di tutto per intervenire e ostacola la visuale del portiere. L'arbitro viene richiamato al Var e annulla.

    SECONDO TEMPO— La ripartenza è senza cambi, né di uomini, né di impostazione. Al 5’ arriva il primo tiro vero nello specchio del Marocco: neppure a dirlo, Ziyech dal limite con il sinistro, ma centrale. La risposta è dell’altro fantasista: Eden Hazard va via in dribbling e spara sul primo palo, con Munir costretto a una parata non banale per deviare in angolo. Il Marocco prende campo rispetto al primo tempo: contano anche i calcoli di classifica, conta anche la convinzione di una squadra che pare avere più gamba e più voglia. Ziyech costruisce: è il 12’ cambio gioco per l’altro esterno Boufal che si accentra e tira, non trovando di poco il secondo palo. Martinez coglie il pericolo e cambia: dentro Mertens per Eden Hazard e Tielemans per Onana. La scossa arriva, almeno sul piano offensivo: minuto 20, Tielemans recupera un buon pallone sulla trequarti in scivolata, pallone che arriva sui piedi di Mertens che controlla e scarica, ma Munir è bravo a respingere. E’ il momento dei cambi anche nel Marocco. Regragui mette dentro il sampdoriano Sabiri ed è il tocco magico. Perché al primo pallone giocato, una punizione dalla destra, si assiste alla replica del gol annullato, con un tiro-cross che Saiss stavolta devia ingannando Courtois. Stavolta però non è fuorigioco, ma è tutto regolare.

    Marocco avanti. Martinez chiama gli “italiani”: debutti in Qatar prima per De Ketelaere, poi – è il 36’ – inizia il Mondiale di Lukaku. L’occasione belga per il pareggio è al 37’, sulla testa di Vertonghen: pallone fuori, dopo un altro angolo. Siamo in volata, il Belgio è scoperto è Amdallah in contropiede al 45’ si fa ribattere da Courtois la conclusione del possibile 2-0. Questione di istanti: è il 47’, Witsel combina un mezzo pasticcio, Ziyech controlla e serve in mezzo Aboukhlal che fa impazzire una nazione intera. Lo stadio Al Thumama, quasi totalmente riempito da tifosi marocchini, esplode. La festa sembra non finire mai, la crisi del Belgio invece è ufficialmente aperta.
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    Harakiri Giappone, Fuller fa esultare la Costa Rica. E la Germania ringrazia...

    I Ticos la risolvono a dieci minuti dalla fine, inguaiando Nagatomo e soci. I tedeschi ora rientrano in corsa, a patto di non perdere con la Spagna
    Dal nostro inviato Fabio Bianchi

    27 novembre - DOHA
    Le situazioni in questo Mondiale a volte cambiano come le correnti nel Golfo. Il Giappone che vince con la corazzata Germania viene abbattuto in quella che doveva essere una passeggiata verso gli ottavi. La Costarica che aveva subito una batosta memorabile dalla Spagna, rinasce giocando all’italiana. E il bello è che il killer dei sogni nipponici ha un nome tedesco: Fuller. Killer dei sogni perché adesso per il Giappone sarà dura andare avanti: deve sperare che la Germania perda stasera con la Spagna.

    UN TEMPO SPRECATO —
    Forse la prima parte di questa gara è stata la più noiosa del Mondiale. Talmente noiosa che l’arbitro Oliver ha dato solo un minuto di recupero. Suarez ha corretto il Costarica in 3-5-2 che spesso somigliava a un 5-4-1, con Contreras abbandonato a se stesso e Campbell a provare qualche scappatella. Moryasu ha mantenuto il 4-2-3-1, optando subito per uno degli eroi del debutto, Doan. Ma la squadra ha buttato via un tempo, adattandosi al ritmo lento dei sudamericani, e facendo prevalere la prudenza. L’unico tiro di tutto il primo tempo è stato di Campbell, senza alcuna pretesa.

    ALL’ITALIANA— Nella ripresa. Il Giappone ha alzato il ritmo, aiutato dai cambi del c.t., Hito e l’altro goleador di Germania, Asano. Subito ha avuto un’occasione con Morita, ma Navas ha respinto. Ma l’azione non era continua e decisa. La Costa Rica riusciva a tenere senza troppa sofferenza. Si è dovuto aspettare altri dieci minuti per vedere un’occasione, con il tiro fuori di poco di Soma. L’ingresso dell’esterno Mitoma sembrava poter dare frutti, perché riusciva a sfondare sempre sula sinistra. Peccato che le sue palle al centro non trovassero mai un attaccante pronto. Così verso il tramonto della gara in uno delle rare azioni in avanti della Costa Rica, una leggerezza di Yoshida innescava l’azione che portava al bel tiro a giro di Fuller dove Gonda non arrivava. Il Giappone ammirato con i tedeschi si è visto solo qui, quando con due-tre azioni da flipper è entrato in area ma tra rimpalli e quel giaguaro di Keylor Navas non è riuscito ad andare in buca. Il Sol Levante è già calato?
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    Pari tra Spagna e Germania: Luis Enrique quasi agli ottavi, i tedeschi sperano ancora

    Avanti gli spagnoli grazie all'ex juventino, ma gli uomini di Flick evitano il secondo ko di fila: restano in corsa per passare il turno, ma battere la Costa Rica potrebbe non bastare

    27 novembre - AL KHOR (QATAR)
    Domenica di buone notizie per la Germania: nel pomeriggio la vittoria della Costa Rica sul Giappone che scongiurava l’eliminazione immediata in caso di sconfitta, in serata il pareggio con la Spagna. Due anni fa a Siviglia era finita 6-0, ieri sera nella magnifica tenda beduina dell’Al Bayt la prima partita tra campioni del mondo di Qatar 2022 si è chiusa sull’1-1 con gol di due centravanti partiti dalla panchina: prima Morata e poi Fullkrug. Un risultato giusto che lascia il girone aperto a molteplici soluzioni e che è arrivato alla fine di una gara gestita dalla Spagna, ma giocata in maniera intelligente da una Germania entrata in campo sull’orlo di una crisi di nervi ed uscita sicuramente rassicurata. Fondamentale l’entrata di Sané, fin qui acciaccato: è stato lui a cambiare la Germania. La Spagna dopo il 7-0 alla Costa Rica rallenta ma resta in testa al girone. Giovedì Spagna-Giappone e Germania-Costa Rica.

    LE VARIAZIONI —
    Pochi cambi di personale, però un frullatore tattico. Luis Enrique come previsto recupera Carvajal, fermato dall’aria condizionata, toglie Aziplicueta e in attacco fa una strana mossa: parte con Asensio a destra, Dani Olmo, schierato a sinistra con la Costa Rica, in mezzo, Ferran Torres che trasloca di fascia. Però dopo 3 minuti cambia tutto e torna allo schieramento della prima partita. Anche Flick ha cambiato il terzino destro: dentro Kehrer con Sule riportato in mezzo al fianco di Rudiger e uscita di Schlotterbeck. Accanto a Kimmich appare il suo migliore amico, Goretzka, e la cosa causa spostamenti a catena: avanzano Gundogan, tra Gnabry e Musiala, e Muller falso nueve, con uscita di Havertz.

    LA CALMA— Luis Enrique aveva detto di non voler una partita ‘loca’ e i suoi lo seguono: la Spagna prende palla e la tiene a piacere, tranquilla e sicura del suo palleggio. Forse troppo. I tedeschi corrono dietro agli avversari ma sono pronti in caso di errore avversario, e le sbavature non mancano, a partire dalle ripartenze basse di Unai Simon.

    — La squadra di Flick si adatta al dominio avversario, ed è salvata da Neuer che al 7’ vola su una conclusione di Dani Olmo mandandola sulla traversa e sul palo. Le azioni migliori poi sono tutte fuorilegge: un contropiede di Gnabry lanciato da Goretzka, un errore clamoroso di Ferran Torres sotto porta, il gol di Rudiger su punizione di Kimmich. Fuorigioco in tutte e tre le situazioni.

    CAMBIO VINCENTE— La ripresa si è aperta con un rapido cambio di Morata per Ferran Torres, spento dopo i due gol all’esordio, e un altro regalo di Unai Simon agli avversari, con assist di Gundogan per Kimmich e volo redentore del portiere basco. La svolta al 62’ Busquets ha trovato Dani Olmo tra le linee, e il più ispirato tra gli spagnoli ha aperto per Jordi Alba, cross e anticipo di Morata sullo statuario Sule.

    OTTIMO SANE'— Lucho ha tolto Asensio e Gavi per mettere Koke e Nico Williams, Flick ha risposto con Klostermann, Sané e Fullkrug per Kehrer, l’ispirato ma sottoutilizzato Gundogan e l’inutile Muller. Il secondo è il più rapido a entrare in partita: mette subito Musiala davanti a Unai Simon: il ragazzino gli tira addosso. E poi all’83’ è ancora al centro dell’azione del pari: trova ancora Musiala che in qualche modo fa arrivare la palla a Fullkrug che con un diagonale destro potente e preciso batte Unai Simon fissando il risultato.
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    La Serbia scappa, il Camerun la riprende: gol e rimpianti, finisce 3-3

    Gli africani vanno in vantaggio, finiscono sotto 3-1 per i gol di Pavlovic, Milinkovic e Mitrovic, poi con l'ingresso di Aboubakar pareggiano in pochi minuti. Per entrambe è il primo punto al Mondiale
    Dal nostro inviato Filippo Maria Ricci

    28 novembre - DOHA
    Scossa dal caso Onana, la partita tra Serbia e Camerun, sconfitte da Brasile e Svizzera all’esordio, è stata incredibilmente agitata anche sul campo. È finita 3-3, un risultato che serve quasi niente al Camerun, che chiuderà contro il Brasile, e un po’ di più alla Serbia, che affronterà la Svizzera sperando che abbia perso col Brasile. Il Camerun ferma a 8 la striscia di sconfitte consecutive ai Mondiali aperta nel 2002, ma non trova la vittoria contro una nazionale europea che sfugge addirittura d Italia 90.

    VLAHOVIC OUT—
    Dopo l’epurazione di Onana, Songa ha offerto a Epassy la sesta presenza in nazionale, e il ragazzo che giocava in Grecia e ora lo fa in Arabia non è stato all’altezza. Nella Serbia c’è Sergej Milinkovic Savic, che ha un problema alla caviglia, torna Kostic ma resta ancora fuori Vlahovic. La partita si animata verso la mezz’ora, ed è esplosa nel lunghissimo recupero concesso alla fine del primo tempo.

    GOL FRIULANO— Camerun in vantaggio al 29’ con un tap-in di Jean-Charles Castelletto, figlio di Carlo, ingegnere di Udine trasferitosi a Lourdes dove ha incontrato sua moglie, camerunese. Il tap-in sul secondo palo di Castelletto è arrivato su un angolo di Kunde, preferito a Oum-Gouet e il migliore dei suoi, toccato da Nkoulou e poi da Sergej.
    UNO-DUE TREMENDO— La Serbia è rimasta in piedi, Vanja ha fatto un paio di buone parate su Kunde e nei 6 minuti, esagerati, aggiunti alla fine della prima parte ha assestato al fragile Camerun un uno-due tremendo. Prima Pavlovic è saltato in testa a Zambo Anguissa su una punizione di Tadic per il pareggio, e un attimo dopo l’ottimo Zikvovic ha recuperato una palla persa da Zambo Anguissa in zona pericolosissima e l’ha offerta a Milinkovic-Savic. Dal limite dell’area il laziale, fin lì impreciso, ha concluso di sinistro sul primo palo trovando il vantaggio. Le colpe di Epassy sono evidenti.
    AZIONE MERAVIGLIOSA— La sbandata del Camerun è proseguita nella seconda parte. Al 53’ Hongla ha perso palla e Tadic ha avviato un’azione magnifica che tutta di prima passando per Mitrovic, Kostic, Sergej e Zivkovic ha portato al gol di Mitrovic, col Camerun a presepe, inerme.
    CAMBIO PROVVIDENZIALE— Al 55’ Song ha richiamato il pessimo Hongla per inserire il suo secondo centravanti, il veterano Vincent Aboubakar, da due anni in Arabia Saudita. L’ex del Porto si è preso il Camerun sulle sue possenti spalle e in tre minuti (53’-55’) ha battuto Vanja con un prezioso pallonetto e poi ha servito a Choupo-Moting l’incredibile pareggio. Due contropiede perfetti dei Leoni Indomabili, entrambi condotti sul filo del fuorigioco: la Var ha detto ok. Dopo questo momento di follia la partita si è calmata. Kostic e Mitrovic hanno avuto due buone occasioni nel finale, sprecate, e Vlahovic è rimasto in panchina, evidentemente ancora non al meglio.
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    Ghana, gioia pazzesca: batte 3-2 la Corea del Sud. Ora gli ottavi sono possibili

    Gli africani battono Son e compagni in una partita incredibile: la qualificazione adesso è possibile, per gli asiatici serve un miracolo
    Dal nostro inviato G.B. Olivero

    28 novembre - DOHA (QATAR)
    Il Ghana vince due volte la partita contro la Corea del Sud: in vantaggio per 2-0 dopo il primo tempo, la squadra di Addo si è fatta rimontare in quattro minuti a inizio ripresa, ma poi ha trovato la rete della vittoria con il gioiello Mohammed Kudus. Gli asiatici hanno lottato, corso e nel secondo tempo anche creato, ma il loro Mondiale ormai è appeso a un filo.

    PRIMO TEMPO—
    La Corea del Sud parte veloce e chiude il Ghana nella sua area. Gli asiatici collezionano angoli (7 nei primi 18 minuti), ma non riescono mai a trovare il varco per tirare anche perché gli africani si chiudono con attenzione e con molti uomini. Il Ghana imposta la gara su veloci ripartenze cercando di sorprendere gli avversari. Sulle due trequarti non ci sono guizzi particolari e per sbloccare la gara serve un episodio fortuito. Al 24’ Jordan Ayew conquista e batte una punizione dalla trequarti vicino ala linea laterale: Kim Minjae respinge addosso al compagno Jung Wooyoung, la palla sbatte sulla mano di Andre Ayew e finisce sul sinistro di Salisu che non ha difficoltà a segnare. Siamo abituati a veder annullare un gol come questo, realizzato dopo un evidente tocco di mano, ma adesso le cose sono cambiate e dopo un lungo controllo al Var la rete viene convalidata. Dieci minuti dopo il Ghana raddoppia: cross molto bello di Jordan Ayew e inserimento perfetto di Kudus, che sorprende la difesa coreana e tocca in rete di testa. Son non riesce mai a trovare lo spazio e il tempo per rendersi pericoloso e il primo tempo finisce senza tiri nello specchio da parte della Corea del Sud: è la terza frazione di gioco consecutiva in cui la squadra di Paulo Bento non riesce a centrare la porta avversaria.

    SECONDO TEMPO— Troppo brutto per essere vero. E infatti cambia tutto all’improvviso. Tra l’8 e il 16’ della ripresa Cho Guesung centra la porta del Ghana tre volte, sempre di testa: nel primo caso para Zigi, nel secondo (cross di Lee Kangin, appena entrato) il centravanti asiatico segna beffando Salisu, nel terzo caso (cross di Kim Jinsu) pareggia con uno splendido stacco su Mensah. La Corea del Sud, trascinata dall’entusiasmo, prova addirittura a vincere, ma viene colpita nuovamente al 23’: Jordan Ayew premia l’inserimento di Mensah, il cui cross rasoterra viene ciccato da Williams ma per il Ghana è meglio cosi, perché la palla arriva a Kudus che di interno sinistro riporta la sua squadra in vantaggio. La botta per i coreani è forte, ma anche stavolta arriva la reazione: la prima occasione per pareggiare capita al terzino sinistro Kim Jinsu, il cui tiro viene respinto davanti alla linea da Mensah al 31’. L’arbitro concede 10 minuti di recupero e al 50’ l’ottimo Zigi devia in angolo un tiro dello scatenato Cho Guesung. Poi tanti cross, angoli e mischie, ma il risultato non cambia più e il Ghana può fare festa.
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    Dio non ha mai ordinato a nessuno di essere stupido

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    Gran bella partita quella tra Ghana e Corea del Sud
     
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    Una perla di Casemiro stende la Svizzera: il Brasile è agli ottavi

    Senza Neymar e Danilo, Tite sceglie un più prudente 4-3-3 e nel primo tempo la Seleçao non esalta. Dopo una rete annullata a Vinicius dal Var, nel finale decide il centrocampista dello United. Zero tiri nello specchio per gli elvetici
    Andrea Ramazzotti

    28 novembre - MILANO
    Dopo la Francia la seconda qualificata agli ottavi è il Brasile che, grazie a una rete nel finale di Casemiro, ha sconfitto la Svizzera. La prova della Seleçao non è stata spettacolare, ma per la seconda gara di fila ha conquistato i tre punti senza subire gol. Particolare quest'ultimo di non poco conto in un torneo come il Mondiale dove l'affidabilità del pacchetto arretrato fa la differenza (zero tiri nello specchio concessi oggi). A maggior ragione se puoi contare sul talento di Tite, che là davanti ha l'imbarazzo della scelta pur non avendo l'infortunato Neymar. Il sogno di tornare ad alzare la Coppa del Mondo a venti anni dall'ultima volta, dunque, è più che mai vivo, anche se prima di sognare in grande è necessario conquistare venerdì il primo posto nel girone contro il Camerun.

    POCHE EMOZIONI —
    Il primo tempo non è stato spettacolare come era lecito attendersi dopo i fuochi d'artificio del Brasile nella ripresa del match vinto contro la Serbia. Forse l'atteggiamento delle due formazioni è stato condizionato dal pareggio (3-3) nel match mattutino della Serbia contro il Camerun e da una classifica che permetteva a verdeoro ed elvetici di sorridere in caso di pari. Resta il fatto che la Seleçao schierata con il 4-3-3 (e non con il 4-2-3-1 dell'esordio) non ha entusiasmato: è sicuramente mancata la classe dell'infortunato Neymar, non sostituito dal talentuoso Rodrygo bensì dal più concreto Fred. L'inserimento del centrocampista dello United, e il mancato utilizzo dell'attaccante del Real, ha certificato l'atteggiamento più accorto di Tite e ha frenato una squadra che non ha fatto circolare con fluidità il pallone. Il muro della Svizzera, così, ha tenuto: la formazione di Yakin trasformava il 4-2-3-1 in fase offensiva in un 4-5-1 grazie al sacrificio di tutte le punte. Chiaro l'obiettivo di non lasciare spazi tra le linee, ma anche di non concedere la profondità ai velocisti avversari. Comunque in difficoltà Widmer che si è salvato spesso con affanno. Per i verdeoro comunque due sole conclusioni nello specchio nei 45' iniziali: un po' poco, ma comunque di più rispetto agli svizzeri che non sono mai arrivati al tiro complici i frequenti errori nell'ultimo passaggio. A provare a dare la scossa a un match che non decollava ci ha "provato" anche l'illuminazione dello stadio che per qualche secondo si è spenta: piccolo contrattempo, subito risolto, che però non ha movimentato l'incontro.

    IL VAR FERMA VINICIUS— La Svizzera ha continuato a giocare in modo accorto anche nella seconda frazione. O almeno lo ha fatto fino al 19' quando una ripartenza improvvisa del brasiliani, facilitata da un paio di errori in mezzo al campo e in difesa degli elvetici, ha permesso a Casemiro di servire l'assist per la rete di Vinicius. Il Var, segnalando un fuorigioco di Richarlison, ha salvato Xhaka e compagni che, con Fernandes e Steffen al posto di Vargas e Rieder, continuavano ad essere poco pungenti. Tite ha suonato la carica con Gabriel Jesus e Antony per Richarlison e Raphinha, ma a sbloccare il risultato è stato un inserimento di Casemiro che con l'esterno destro ha capitalizzato una magia di Rodrygo. La Svizzera a questo punto non aveva più niente da difendere e si è buttata tutta in avanti inserendo anche Frei, ma a quel punto era troppo tardi. Il Brasile e la sua gente già festeggiavano la seconda vittoria in due gare, con tanto di qualificazione agli ottavi.
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    Doppio Fernandes, sorride Ronaldo: Portogallo qualificato e Uruguay... nei guai

    CR7 sfiora soltanto il cross di Bruno che dà il vantaggio ai lusitani, il raddoppio arriva su rigore nel finale. Celeste ancora in corsa, ma dovrà battere il Ghana e sperare che la Corea del Sud non faccia l'impresa nell'altro match
    Stefano Cantalupi

    28 novembre - MILANO
    Bruno più Bruno uguale qualificazione. C'è la firma di Fernandes, doppia, su Portogallo-Uruguay: il 2-0 di Lusail mantiene la nazionale di Fernando Santos a punteggio pieno e le garantisce gli ottavi (anche se non ancora il primo posto) con un turno d'anticipo. Celeste arrabbiata e ammaccata, ma in qualche modo ancora viva: dovrà battere il Ghana nell'ultimo match e sperare che la Corea del Sud non vinca contro i portoghesi. In caso di impresa degli asiatici, all'Uruguay servirà una vittoria più larga.

    BENTANCUR, UN QUASI-CAPOLAVORO—
    Il primo tempo è un inno alla prudenza: portoghesi tentati dalla prospettiva di archiviare subito la qualificazione, ma con l'incubo di ritrovarsi terzi in caso di sconfitta; sudamericani tutt'altro che d'assalto, sebbene destinati a giocarsi gli ottavi nell'ultimo match, a prescindere dal risultato di stasera. Ronaldoha idee diverse, non ha voglia di fare calcoli. Si danna come non mai, desideroso di "rispondere" al gol di Messi e alle tante critiche ricevute negli ultimi mesi. Cerca l'intesa con Bernardo Silva, Bruno Fernandes e Joao Felix, ma senza troppa fortuna: la cosa migliore di CR7, fino all'intervallo, è un assist di spalla per un tiro al volo di William Carvalho. Barricata nella propria metà campo nella prima mezz'ora, la Celeste fatica ad azionare Cavani e Darwin Nunez. Ma l'occasione migliore della prima metà di gara è proprio dell'Uruguay, con un assolo-gioiello di Bentancur: il centrocampista del Tottenham spacca la difesa e arriva al limite dell'area, si beve Dias in dribbling e manca solo nella finalizzazione, calciando addosso a Diogo Costa in uscita.

    BRUNO PIÙ CR7— Si va all'intervallo sullo 0-0 - situazione quasi immancabile in questo Mondiale - e con la certezza che il meglio debba ancora venire. Serve un lampo, però, per far decollare una gara chiusa. Arriva al 54', grazie a una combinazione che solo pochi giorni sarebbe stata interamente targata Manchester Utd: cross telecomandato di Bruno Fernandes, stacco vincente di Ronaldo, 1-0. Tocca il pallone, Cristiano? O sfiora soltanto? Il gol è inizialmente assegnato a lui, poi la Fifa lo dà a Bruno. La sostanza non cambia di molto: il Portogallo è avanti. Diego Alonso ridisegna la Celeste con gli ingressi di De Arrascaeta e Pellistri, ma soprattutto con un nuovo attacco, formato da Suarez e Maxi Gomez.
    FERNANDES SHOW— Per poco la mossa non paga subito: solo il palo salva Diogo Costa sul destro a giro di Gomez. E anche il Pistolero, un attimo dopo, ha il pallone buono ma lo calcia sull'esterno della rete. La chance più grande, però, capita a De Arrascaeta, lanciato in area da un filtrante di Valverde: il tentativo di "colpo sotto" non è all'altezza del palcoscenico. Una situazione del genere, con l'Uruguay all'arrembaggio, è l'ideale per Leao, e Fernando Santos lo manda in campo con una ventina abbondanti di minuti ancora sul cronometro. Rafa ci prova senza trovare la porta, ma niente, è la serata di Fernandes: un contestato rigore assegnato al 90' (dubbio "mani" di Gimenez) gli consegna sul dischetto il pallone del 2-0. Quasi diventa tris: al 99' Bruno centra anche il palo col destro. E si arrabbia, nonostante tutto, con la mentalità che distingue i campioni dai giocatori normali, mentre cala il sipario sulla gara.
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