Europa League - 2022-23

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    Roma, un pari che fa sperare: segna Belotti, col Betis finisce 1-1

    La squadra di Mou aveva chiuso il primo tempo in svantaggio per una sfortunata deviazione di Ibanez su tiro di Canales, Nella ripresa, il pari dell’ex torinista, assegnato dopo l’intervento della Var per sospetto fuorigioco di Camara
    Dal nostro inviato Andrea Pugliese

    13 ottobre - SIVIGLIA (SPA)
    Tutto rimandato alle ultime due partite del girone, per arrivare secondi e passare alla fase successiva la Roma dovrà vincere entrambe le partite che restano (ad Helsinki ed in casa con il Ludogorets). Di buono però c’è che i giallorossi stavolta hanno tenuto testa al Betis, meritando il pareggio finale (1-1) e recuperando con Belotti la rete iniziale di Canales. Una prova di carattere e orgoglio, che fa ben sperare in un momento non particolarmente felice per Mourinho.

    DECIDE CANALES —
    Mourinho sceglie per la prima volta dal via la formula a due punte, con Belotti al fianco di Abraham. Pellegrini invece balla tra la trequarti e la mediana, con un 3-5-2 che di fatto cambia in corsa a seconda della posizione del capitano. L’obiettivo è quello di fortificare il centrocampo, la zona del campo dove la Roma spesso e volentieri soffre. Il problema, però, è che Matic e Cristante iniziano ad accusare la fatica delle tante partite, una dietro l’altra, e anche Pellegrini non riesce a incidere come potrebbe. Così Canales e Rodri costruiscono gioco, il Betis prova anche a fare la partite, ma rispetto all’andata i giallorossi questa volta sono più propositivi (alla fine del primo tempo i tiri saranno 5-3 per i padroni di casa). Il vero problema della Roma è però davanti, dove Abraham gioca di sponda ma tiene pochi palloni e Belotti non trova il modo di andare in profondità. E quando capitano le occasioni giuste, le punte giallorosse se le fanno sfuggire. Così capita che in una partita senza squilli, l’equilibrio venga spezzato da un episodio: tiro da fuori di Canales e deviazione decisiva di Ibanez, che inganna Rui Patricio. E’ il 34’ e la Roma incassa l’ennesimo gol da fuori area, una situazione su cui evidentemente Mourinho deve lavorare. Poi Canales ci riprova e ci va anche vicino due volte al 2-0, mentre Belotti dall’altra parte al 49’ pareggia con un bel colpo di testa, ma il gol viene annullato per fuorigioco millimetrico.
    La squadra di Mourinho aveva chiuso il primo tempo in svantaggio per una sfortunata deviazione di Ibanez su tiro di Canales, Nella ripresa, il pari dell’ex torinista, assegnato dopo l’intervento della Var per sospetto fuorigioco di Camara

    LA CRESTA DEL GALLO — Mourinho allora corre ai ripari e toglie Matic, alla sua peggiore prestazione in giallorosso, per mettere dentro Camara. La mossa è corretta, perché è proprio il guineano a servire il pallone giusto a Belotti per il pari, prima annullato ancora per fuorigioco e poi convalidato dal Var. Joaquin continua a giocare a basso ritmo, ma ogni volta che ha la palla sembra poter inventare qualcosa di buono. E siccome il Betis non riesce a sfondare al centro (Willian José ripete la brutta prova dell’andata), ci prova per vie laterali. Dall’altra parte, invece, la Roma una volta raggiunto il pari prova a vincerla in verticale, con le ripartenze, ma i giallorossi difettano di precisione nei momenti chiave. Per ridare freschezza ai suoi Pellegrini butta dentro Luiz Henrique e Iglesias, Mourinho vuole più densità a centrocampo e chiama Bove. Ma si scivola lentamente verso la fine, senza sussulti particolari. Appuntamento ad Helsinki, dove bisognerà vincere.
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    Risse, rossi e 4 gol: la Lazio si fa rimontare dallo Sturm. E la qualificazione resta in bilico

    I biancocelesti a segno prima con immobile, poi con Pedro ma giocano l'intera ripresa in inferiorità numerica per l'espulsione di Lazzari e si fanno riprendere dal club di Graz. Ora nel gruppo F tutte e quattro le squadre sono appaiate a quota 5 punti
    Nicola Berardino

    13 ottobre - ROMA
    In Europa la Lazio non riesce ad avere la marcia vincente esibita in campionato (quattro successi di fila). Per due volte la squadra di Sarri, costretta a giocare in 10 per tutta la ripresa per l'espulsione molto dubbia di Lazzari, viene raggiunta dallo Sturm Graz dopo i gol di Immobile (su rigore nel primo tempo) e di Pedro (nella ripresa). Così non riesce ad andare oltre il pareggio contro gli austriaci, mancando così lo scatto per accelerare in termini di qualificazione.

    IMMOBILE AL RECORD —
    A Sarri non piace il turnover però lo applica. Sei novità nella formazione della Lazio rispetto a quella schierata dal via lunedì a Firenze. In difesa entrano Gila e Hysaj con Patric che si sposta nel ruolo di Romagnoli. Centrocampo tutto modificato con Luis Alberto, Cataldi e Basic. In avanti Pedro avvicenda Anderson. Il primo tentativo a rete è dello Sturm: al 5’ Hierlander calcia alto. Al 12’ al tiro Ajeti: sopra la traversa. Si lancia Immobile: al 15’ parabola alta. Partita a tutto campo. Al 29’ Siebenhadl respinge un tocco ravvicinato di Immobile, sopraggiunge Basic che calcia lato. Al 35’ Pedro timbra la traversa dopo un tentativo a vuoto di Immobile. Lazio in crescita. La gara si sblocca prima dell’intervallo. Affengruber stende in area Zaccagni. Rigore trasformato da Immobile al 45’. Ventunesimo gol nelle coppe europee per il bomber che fa tutto suo il record relativo con la Lazio, staccando Simone Inzaghi. Tensione in campo. Lazzari reagisce dopo un duro scontro con Prass. Era già ammonito e viene espulso. Scintille tra i giocatori delle due squadre. Cartellini gialli pure per Stankovic e Immobile.

    DOPPIA RIMONTA— Nella ripresa Sarri copre il vuoto di Lazzari con l’innesto di Marusic in difesa (out Zaccagni). Nello Sturm Graz la posto di Emegha entra Boving che all’11’ sigla il pareggio, capitalizzando una verticalizzazione di Prass dopo un pallone sfuggito a Cataldi. Sarri rimescola la Lazio. Escono Basic, Luis Alberto e Cataldi per gli innesti di Vecino, Felipe Anderson e Milinkovic Tra gli austriaci Horvat rileva Kiteishvili. Lazio in difficoltà mentre la squadra di Ilzer prende campo. E cerca il gol con Horvat e Boving. A 25’ Lazio colpisce: Pedro triangola con Felipe Anderson che lo innesca con un colpo di tacco, la botta dello spagnolo riporta i biancocelesti in vantaggio. Ma la partita non è chiusa e al 38’ un lancio di Horvat ispira Boving che si gira col sinistro e infila nell’angolo Provedel. La gara resta viva sino all’ultimo soffio dei tre minuti di recupero, ma il risultato non cambia tra molti rimpianti della Lazio.
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    Brivido Isaksen, poi la Lazio ribalta tutto con Milinkovic e Pedro: qualificazione a un passo

    I biancocelesti ribaltano il vantaggio del Midtjylland con un match in crescendo. Zaccagni, Milinkovic, Anderson e Pedro trascinano la squadra di Sarri: ora basta un pari in casa del Feyenoord
    Nicola Berardino

    27 ottobre - MILANO
    Tre punti che spianano la strada verso la qualificazione. Successo in rimonta della Lazio contro il Midtjylland. Dopo tre gare i biancocelesti tornano a vincere in Europa League. Sarà decisiva la gara di giovedì prossimo a Rotterdam contro il Feyenoord. Deve rimboccarsi le maniche la squadra di Sarri dopo esser andata in svantaggio a inizio partita: Isaksen punisce una leggerezza di Gila. I gol di Milinkovic (nel primo tempo) e di Pedro (nella ripresa) tracciano la svolta nella partita della Lazio, che alla distanza si fa valere dopo un avvio con evidenti incertezze. Aspettando il risultato di Strum Graz-Feyenoord (in campo alle 21), biancocelesti proiettati verso la gara in Olanda con la certezza che con un punto sarebbero qualificati.

    MILINKOVIC RILANCIA—
    Cinque novità nella formazione della Lazio rispetto a quella che domenica ha vinto sul campo dell’Atalanta. In difesa, entrano Hysaj e Gila rispettivamente al posto dello squalificato Lazzari e dell’infortunato Patric. A metà campo si rivedono Marcos Antonio e Basic: Cataldi e Vecino partono dalla panchina, come Luis Alberto. In avanti prima da titolare per Cancellieri, schierato al centro, da vice Immobile, così Felipe Anderson torna sulla destra. Avvio in forte salita per la squadra di Sarri: all’8’ i danesi si portano in vantaggio. Svarione difensivo di Gila, Marcos Antonio cerca di recuperare il pallone, ma Isaksen è pronto a fulminare Provedel col suo destro. La Lazio prova a scuotersi subito. Al tiro con Milinkovic che al 13’ non inquadra la porta. Il Midtjylland si muove a tutto campo: al 15’ Provedel para un colpo di testa di Andersson. E il portiere laziale neutralizza pure un successivo tentativo di Dreyer. Si rilancia la Lazio: al 20’, a lato un sinistro in diagonale di Basic. Lossl ferma un tiro dalla distanza di Milinkovic. I biancocelesti tentando di dare continuità alla manovra in fase offensiva, ma hanno difficoltà a creare spazi. Intanto i danesi agiscono con sicurezza andando pure in profondità: Provedel vigilia su Martinez. Doppia chance per la Lazio dopo la mezz’ora: sempre con Felipe Anderson. Prima una botta respinta da Lossl, poi una conclusione fuori. Intanto, il brasiliano dopo aver cominciato sulla fascia, viene spostato al centro con Cancellieri smistato a destra. Al 36’ La Lazio giunge al pareggio. Azione manovrata, appoggio di Felipe Anderson, velo di Basic, botta di destro di Milinkovic che firma l’1-1. Il gol ricarica la formazione di Sarri. Colpo di Basic, Sviatchenko salva a porta vuota. Cavalcata di Cancellieri, Hysaj perde l’attimo per andare a concludere. Al 45’ Lossl si allunga per deviare in angolo una parabola di Milinkovic.

    SORPASSO PEDRO— Brividi per la Lazio all’inizio della ripresa. Traversa del Midtjylland su un’incornata di Dreyer. Fuori la ribattuta di Chilufya. Replicano i biancocelesti: Zaccagni timbra la traversa, Lossl riesce a deviare il pallone. Nuove energie tra i danesi: escono Chilufya e Andersson per Sisto e Thychosen. Cambia pure la Lazio. Cataldi, Vecino e Pedro rilevano Marcos Antonio, Basic e Cancellieri. Lossl vola per mandare in angolo un tiro arcuato di Zaccagni. Che al 13’ con un traversone spiazza la retroguardia di Cappelas, così può inserirsi Pedro che di sinistro porta la Lazio in vantaggio. Midtjylland con Kaba al posto di Charles. Al 20’ spettacolare verticalizzazione di Felipe Anderson, Lossl gli chiude lo specchio della porta. Poco dopo nuova occasione per il brasiliano, fermato al tiro. Al 27’ Romero dà il cambio a Zaccagni, applauditissimo dopo una prova da protagonista. Pedro va sulla sinistra del tridente. Lazio vicina al tris con Milinkovic: a volo, di pochissimo a lato. Al 35 annullato un gol di Pedro per fuorigioco. Altre sostituzioni. Nella Lazio Casale per Gila. Nel Midtjylland Dyh per Paulinho, Juninho per Martinez. Per fuorigioco non convalidata anche la rete di Juninho. Finale intenso. Sei minuti di recupero. La Lazio conclude all’attacco. Pedro pericoloso. Finisce 2-1. La Lazio festeggia una vittoria tanto attesa per coltivare ambizioni in Europa League.
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    La Roma passa a Helsinki (ma che fatica): la qualificazione si decide giovedì

    I giallorossi vincono con il gol di un ritrovato Abraham e la rete di El Shaarawy (deviata da Hoskonen). Per andare agli ottavi bisogna battere il Ludogorets
    Dal nostro inviato Andrea Pugliese

    27 ottobre - HELSINKI
    Vittoria importante, giunta tra mille difficoltà. Ma con questo 2-1 la Roma aggancia il Ludogorets al secondo posto in classifica, anche se all’Olimpico dovrà comunque battere i bulgari per passare il turno (a causa dello scontro diretto). A decidere la vittoria giallorossa i gol di Abraham e El Shaarawy, intervallate dal sigillo di Hetemaj. Un successo a conti fatti meritato, che poteva essere anche più largo ma che poteva pure andare incontro alla beffa finale (eurogol di Browne annullato dal Var). Mou si gode i tre punti, in attesa di chiudere i conti con il Ludogorets la prossima settimana.

    DOMINIO —
    Mourinho perde Ibanez per un’indisposizione e manda in campo Vina, con Volpato davanti che è l’altra grande sorpresa di giornata (l’italoaustrialiano è all’esordio da titolare). La partenza della Roma è lenta, forse anche a causa del sintetico a cui i giallorossi non sono abituati. Sta di fatto che l’Helsinki capisce che può osare e passa dal 3-5-1-1 iniziale ad un 3-4-2-1 più spregiudicato, alzando subito Hetamj al fianco di Hostikka. Ma Rui Patricio a conti fatti deve solo parare un colpo di testa di Hoskonen, poi la squadra di Mourinho si assesta, prende le contromisure ed inizia a gestire la partita. Così le occasioni fioccano, una dietro l’altra, ad iniziare da quella clamorosa del 20’, quando in area finlandese succede di tutto: traversa di Cristante, palo successivo di Mancini e salvataggio sulla linea di Hetemaj. Poi Browne salva su Pellegrini a botta sicura, Hazard dice no ad Abraham, Cristante segna di testa ma viene annullato per fuorigioco attivo di Volpato. Insomma, dopo il primo quarto d’ora d’assestamento esiste di fatto solo la Roma. Tanto che al 40’ i giallorossi passano, con il gol più atteso di tutti, quello di Abraham (colpo di testa su punizione di Pellegrini).

    BOTTA E RISPOSTA — Ad inizio ripresa Koskela cambia Olusanya (un fantasma) con Abubakari e raccoglie quasi subito i frutti, con l’assist di Lingman per Hetamaj, che fa 1-1 e segna il secondo gol della sua carriera alla Roma (il primo fu ai tempi del Brescia, il suo primo centro in Serie A). Un pari che premia eccessivamente i padroni di casa, ma che viene vanificato dal gol di El Shaarawy, nel giorno del suo compleanno, con un tiro diretto in porta deviato da Hoskonen. Poi Hetemaj alza bandiera bianca, Boujellab crea scompiglio e Browne trova il 2-2 con un gol strepitoso da 30 metri, annullato però dal Var per una precedente manata di Abubakari a Cristante. Nella girandola dei cambi, Mou passa al 3-5-2 e chiude con un centrocampo formato da Kumbulla perno davanti alla difesa e Bove e Faticanti (al debutto in prima squadra) ai suoi fianchi. Insomma, c’è da soffrire fino alla fine, anche se l’occasione giusta alla fine capita sui piedi di Shomurodov. Finisce così, con la Roma a godersi tre punti sofferti ma pesanti.
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    Betis, che assist alla Roma. Arsenal ko col Psv. Gruppo B: due pareggi, dodici reti! CR7 in gol

    Gli spagnoli battono il Ludogorets e fermano i bulgari nella corsa al secondo posto del girone C. Finiscono 3-3 Fenerbahçe-Rennes e Aek Larnaca-Dinamo Kiev. Ronaldo a segno con lo Sheriff
    Salvatore Malfitano

    27 ottobre - MILANO
    La Lazio può guardare tutti dall’alto in basso, ma insieme allo Sturm Graz. Gli austriaci all’ultimo respiro guadagnano la vetta grazie alla rete allo scadere di Kiteishvili. L’assist migliore per la Roma invece arriva dal Real Betis, che batte di misura il Ludogorets e ferma i bulgari nella corsa al secondo posto del girone C di Europa League. Cristiano Ronaldo scaccia la negatività dell’ultima settimana, sancendo il 3-0 con cui il Manchester United supera lo Sheriff; non stecca nemmeno la Real Sociedad sul campo dell’Omonia. De Jong trascina il Psv al successo sull’Arsenal, rinviando i discorsi di primo posto all’ultima giornata. Pari e spettacolo nel gruppo B dove finiscono 3-3 sia Fenerbahce-Rennes che Aek Larnaca-Dinamo Kiev, con le gerarchie che restano invariate. Brutto stop per il Braga in casa dell’Union Berlino, nel raggruppamento dominato dall’Union Saint-Gilloise che si è imposto anche sul campo del Malmo.

    GRUPPO A—

    Esiste una gara prima e dopo l’ingresso di Luuk De Jong, nella sfida tra Psv e Arsenal. Gli olandesi soffrono nella prima parte, Nketiah sfiora il gol con una bella girata in torsione che Benitez toglie dall’incrocio al 21’. Poco prima dell’intervallo, gol annullato a Simons per una posizione irregolare precedente alla conclusione. Poi entra De Jong, che al 55’ serve a Veerman un assist comodo per il tiro a incrociare del vantaggio e al 63’ è bravo a sfruttare l’uscita a vuoto di Ramsdale su un corner da sinistra per infilare il raddoppio. Lo Zurigo si regala una gioia col Bodoe Glimt quasi a tempo scaduto. Okita testa i riflessi di Haikin al 27’, sono i norvegesi però a portarsi avanti con Pellegrino nel recupero di primo tempo sul tocco di Gronbaek. Solbakken va vicino al raddoppio (51’) con Brecher che si oppone bene, il pareggio arriva al 67’ con Boranijasevic che ribadisce in rete il gran tiro di Okita che pochi istanti prima aveva colpito la traversa. Al 94’ Marchesano decide l’incontro, raccogliendo un traversone dalla sinistra e punendo l’uscita avventata del portiere avversario.

    GRUPPO B— Lo scontro diretto per il primato non se lo aggiudica nessuno, anche se il Rennes sul campo del Fenerbahçe passa in vantaggio dopo cinque minuti. Ci pensa Gouiri, con un piattone preciso sotto la traversa sul suggerimento di Truffert. Al 16’ i francesi raddoppiano con Terrier, trovato bene da Gouiri, e alla mezzora arriva anche la terza rete: la segna ancora Gouiri che pesca l’angolino dopo la sponda di Bourigeaud. Nel finale di primo tempo accorciano i turchi, grazie al colpo di testa di Valencia da calcio d’angolo (42’). Il Rennes abbassa la tensione e paga il calo nel finale. Zajc con una pennellata su punizione rilancia le speranze del Fenerbahçe (82’), al 90’ è il sinistro chirurgico di Emre Mor a completare la rimonta. Nell’altra gara, l’Aek Larnaca conquista un posto in Conference League pareggiando con la Dinamo Kiev. Apre le marcature la splendida sforbiciata di Altman al 26’, al 45’ Vanat ristabilisce l’equilibrio facendosi spazio in area e calciando sul primo palo. Nella ripresa i ciprioti allungano: il colpo di testa di Rafa Lopez rimette avanti i padroni di casa (53’), il diagonale da distanza ravvicinata di Altman vale i tre punti e il terzo posto (72’). Nel finale la doppietta del subentrato Garmash evita la sconfitta agli ucraini, ma non l’ultimo posto nel girone.

    GRUPPO C— Gara bloccata a Razgrad, anche a causa delle condizioni approssimative del terreno di gioco, che premia comunque il Real Betis favorendo la Roma. La partita è decisa da un lampo di Fekir al 56’, che si fa trovare pronto sul campanile alzato da Henrique per poi battere a rete a tu per tu col portiere. Un po’ di preoccupazione tra gli andalusi per le condizioni di Joaquin, che ha abbandonato il campo intorno alla mezzora per un infortunio.

    GRUPPO D— La crisi nera del Malmoe e la favola dell’Union Saint-Gilloise proseguono di pari passo. I belgi vincono in Svezia, ipotecando il risultato nel primo tempo. Al 10’ la sblocca Teuma, approfittando di una deviazione sul suo tiro dal limite, poi al 42’ è Amani a siglare il raddoppio, chiudendo un bel triangolo con Teuma dopo il tiro di Vanzeir. A Berlino all’Union basta la rete su rigore segnata da Knoche al 68’, per un tocco di mani in area su calcio d’angolo.

    GRUPPO E— Tutto resta invariato. Il Manchester United domina per tutti i novanta minuti e rilancia Cristiano Ronaldo dall’inizio. Il portoghese è attivo nel primo tempo, ci tenta insieme a Bruno Fernandes senza inquadrare la porta, ma la gara la sblocca un altro loro connazionale. Al 44’ infatti Diogo Dalot svetta su un calcio d’angolo, portando in vantaggio i Red Devils. Rashford al 65’ raddoppia sempre di testa, al termine di una manovra avvolgente, sul cross di Shaw. C’è spazio anche per CR7, che torna a sorridere: Koval respinge il suo colpo di testa, ma non può nulla sul secondo tentativo (81’). Gara dall’andamento simile a Nicosia, dove la Real Sociedad si conferma in vetta ottenendo un altro successo. Navarro la sblocca sul finire di primo tempo ed è sempre il centrocampista ad ispirare anche la seconda rete, servendo Mendez che è bravo a prendere in controtempo il portiere sul primo palo.

    GRUPPO F— Poco da raccontare nella sfida tra Sturm Graz e Feyenoord. Nella prima parte di gara meglio gli ospiti, poi gli austriaci escono nel secondo tempo, dove sfiorano anche il gol con Emegha che all’ora di gioco colpisce un palo dopo un ottimo stacco di testa. Poco prima dello scadere, sugli sviluppi di una palla inattiva, Kiteishvili raccoglie la sponda di Emegha, controlla e calcia dove Bijlow non può arrivare.

    GRUPPO G— Il Friburgo già qualificato rovina i piani dell’Olympiacos. La rete di apertura per i greci la segna El Arabi, che ribadisce in porta la respinta di Flekken sul tiro di Biel (17’). Poco dopo Masouras avrebbe l’opportunità di raddoppiare al termine di un contropiede, ma dopo aver saltato il portiere non inquadra la porta. In pieno recupero Kubler devia alle spalle di Paschalakis, per l’1-1 finale. Il Qarabag vede sfumare all’ultimo secondo un punto da ricavare nella trasferta di Nantes. Il primo pericolo lo crea Owusu, richiamando Lafont ad un prodigioso intervento con i piedi. L’altro portiere, Magomedaliyev, serve invece clamorosamente Chirivella che a sua volta cede a Blas, che trova l’angolo lontano e firma l’1-0 (16’). Il pareggio arriva al 56’: Lafont esce in ritardo su Ozobic in area di rigore, dal dischetto ci va proprio l’azero che spiazza il portiere. Le occasioni si susseguono da una parte e dall’altra: Magomedaliyev è incredibile sul tentativo di Mohamed, dall’altro lato la punizione di Kady si stampa sul palo. La copertina se la guadagna Ganago, con un diagonale strettissimo che si insacca con l’aiuto del palo, al 95’.

    GRUPPO H— La Stella Rossa fa valere la legge del Marakana contro il Trabzonspor. La prima chance è per i turchi con Bakasetas al 28’, che calcia dalla distanza, ma Borjan devia quanto basta la palla sul palo. Al 37’ segna Katai con un preciso destro all’incrocio dei pali, due minuti più tardi però è ancora Bakasetas a ripristinare la parità direttamente da punizione, approfittando anche di una deviazione della barriera. Borjan si ripete su Hamsik, alzando la palla sulla traversa al 56’, e al 64’ i serbi sono avanti di nuovo: Bukari dalla destra serve Pesic che la spinge in porta. Chi se non Ben Yedder, invece, per spingere il Monaco sul campo del Ferencvaros. Il francese sigla la rete decisiva al 31’, con una prodezza: colpo di tacco perfetto sulla palla tagliata di Disasi. All’81’ però Zachariassen pareggia i conti, con un sinistro potente a pochi metri dalla porta, ben ispirato da Nguen.
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    Mamma mia che fatica battere questi semidilettanti
     
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    Suicidio Lazio in Olanda: regala un gol al Feyenoord e retrocede in Conference

    La squadra di Sarri fuori dall'Europa League: una rete di Giménez la fa scivolare al terzo posto del Gruppo F
    Dal nostro inviato Nicola Berardino

    3 novembre - ROTTERDAM
    Sbaglia troppo la Lazio per sperare di uscire indenne dal De Kuip di Rotterdam. Vince il Feyenoord che si prende il primato nel girone e la squadra di Sarri scende al terzo posto che porta in Conference, dove parteciperà ai playoff con le seconde classificate nella stessa competizione. Il gol di Gimenez al 19’ della ripresa è una sentenza che punisce le opportunità fallite per segnare e un disastroso controllo difensivo della Lazio nell’azione che decide la partita. Allo svantaggio i biancocelesti non riescono a reagire per rimettere in discussione la qualificazione. Così subiscono anche il sorpasso del Midtjylland al secondo posto. Un’altra serataccia per la Lazio dopo la sconfitta di domenica contro la Salernitana.

    TRAVERSA CON ANDERSON—
    Nel segno del turnover Sarri cala cinque novità in formazione rispetto all’ultima di campionato. In difesa rientra Patric, mentre Romagnoli parte dalla panchina. A centrocampo c’è Milinkovic, che domenica salterà il derby per squalifica, con Marcos Antonio in regia e Basic sulla corsia sinistra. In avanti, chance per Cancellieri, questa volta da ala destra: al centro confermato Felipe Anderson. Atmosfera di grande passione al De Kuip: oltre 50mila spettatori, tra cui 620 tifosi laziali. In allarme la difesa biancoceleste al primo affondo degli olandesi: Danilo calcia a lato. Risponde subito la Lazio: al 3’ Anderson sguscia al tiro approfittando di uno svarione di Hancko e timbra la traversa con una deviazione di Bijlow. Il terreno risente della pioggia, anche se non consistente, caduta prima del via. Anderson serve Basic: conclusione fuori. Lazio concentrata e pronta a far fruttare le sue doti in fase di palleggio. Efficace il lavoro di filtro dei biancocelesti. Al 20’, rapida ripartenza di Anderson. Il brasiliano smista per Cancellieri che si allarga troppo e non inquadra la porta. Fuori bersaglio anche la replica degli olandesi con Dilrosun. Ancora la Lazio al tiro: Bijlow fa scudo su Lazzari. Partita a gran ritmo, a campo aperto. Provedel vola per deviare una bordata di Paixao. Accelera il Feyenoord: si fa largo Danilo, tiro deviato in angolo. La Lazio riguadagna metri. E al 45’ ritrova profondità con Lazzari anticipato al tiro da Hancko in scivolata. Il primo tempo si conclude sullo 0-0, intanto riprende a piovere a intermittenza.

    GIMENEZ ENTRA E SEGNA— Dopo l’intervallo, la Lazio sostituisce Lazzari con Marusic: Hysaj va a fare il terzino destro. Tra gli olandesi, Hartman rileva Lopez. La squadra di Slot è molto aggressiva, ma i biancocelesti restano lucidi e determinati. Sarri comincia a far preparare Cataldi, Vecino e Pedro. Al’ 9’, grossa opportunità per Felipe Anderson che arriva davanti alla porta, però si ipnotizzare da Bijlow. Irrompe Paixao: palla sull’esterno della rete. All’8’ Pedro dà il cambio a Zaccagni, Gimenez a Danilo. E il nuovo entrato va subito a colpire. Un minuto dopo infatti si infila tra Patric e Provedel che si scontrano tra loro, Marusic prova a fermarlo, ma l’attaccante, che già nelle sfida dell’Olimpico aveva realizzato due gol, porta il vantaggio il Feyenoord. Gol convalidato dopo il check del Var. A questo punto la Lazio è terza: quindi diretta in Conference. Si carica la squadra di Slot nell’euforia del De Kuip. Sarri inserisce Vecino e Cataldi per Basic e Marcos Antonio. Palo colpito da Kokcu. Esce Paixao per Walemark. Lazio in affanno. Romero sostituisce Cancellieri. Ammonito Sarri per proteste. Cresce la tensione in campo. Scintille tra i giocatori dopo un fallo di Gimenez che con Patric viene ammonito. Sei minuti di recupero. Wieffer rileva Timber. Lazio all’assalto finale. Espulso Romero (doppio giallo). La qualificazione è del Feyenoord, la Lazio sprofonda nella delusione più amara per avere mancato il primo obiettivo stagionale.
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    Zaniolo entra e ribalta il Ludogorets: Roma agli spareggi di Europa League

    Brutto primo tempo per i giallorossi, sotto 1-0 al riposo. Poi Mou mette Nicolò che gira il match: si procura i due rigori trasformati da Pellegrini e firma il tris. Annullato dal Var il 2-2 di Nonato
    Andrea Pugliese

    3 novembre - ROMA
    La cambia Zaniolo, la vince Zaniolo. Perché se la Roma del primo tempo è stata troppo brutta, quella della ripresa ha trovato in Nicolò il suo trascinatore. Di forza, di potenza e di cuore, con due rigori portati a casa e un gol pazzesco nel finale, quando si è portato via praticamente tutta la retroguardia bulgara. Finisce 3-1 in rimonta, dopo la grande paura dei primi 45’, con la doppietta di Pellegrini dal dischetto e il sigillo finale di Nicolò. La Roma va agli spareggi di Europa League lunedì il verdetto su quale “squalo” della Champions toccherà ai giallorossi.

    TROPPO BRUTTI—
    In avvio Mourinho decide di risparmiare Zaniolo e si gioca la carta del doppio centravanti, con Belotti al fianco di Abraham. In regia va invece Matic, ma stavolta le scelte di Mou sono tutte errate. Perché Belotti sbaglia praticamente tutto quello che c’è da sbagliare, Matic passeggia per il campo e quando si lancia in pressione alta non ha mai la forza per recuperare la posizione. E il gol di Rick (42’) arriva proprio così, sull’ennesima superiorità numerica in transizione dei bulgari, con il brasiliano che cavalca nella prateria lasciata libera dal serbo e brucia Rui Patricio da 10 metri. Fino a quel momento il problema della Roma era stata la circolazione della palla, lenta ed impacciata, con le due punte (Abraham e Belotti) praticamente nulle. E senza attaccanti è anche dura giocare. El Shaarawy a sinistra ha spinto anche bene, Pellegrini ci ha provato 2-3 volte (invano) da fuori e Ibanez (16’) si è divorato il vantaggio di testa da buona posizione. Ma le occasioni migliori, a conti fatte, sono tutte del Ludogorets, con Thiago (7’) che prima non arriva di un soffio sul tap-in ravvicinato a botta sicura e Cauly che un minuto prima del vantaggio colpisce da fuori il palo esterno. Mourinho se ne va via subito dopo il gol, a partita in corso, con i fischi dell’Olimpico che sono l’anticamera della sfuriata di Mou tra le mura dello spogliatoio giallorosso.

    SUPEROFFENSIVA— E allora Mou cerca di correggere subito gli errori del primo tempo: dentro Zaniolo, Volpato e Cristante, fuori Belotti, Camara e Karsdorp. La squadra è subito a trazione anteriore, con El Shaarawy (pericoloso due volte nel primo minuto) e Volpato come esterni a tutta fascia. La pressione è fortissima: Abraham ha la palla giusta ma la spreca, Volpato semina il panico nell’area bulgara e Zaniolo al 9’ si procura il rigore, con fallo di Cicinho (che era già ammonito, Mou va su tutte le furie per il mancato rosso): tira Pellegrini, pareggio. Poi dopo 15’ la Roma diventa ancora più offensiva, con Zalewski al posto di Matic. E su una giocata di fino di Pellegrini, Zaniolo va via sul filo del fuorigioco, Verdon lo atterra da dietro e Pellegrini fa il bis dal dischetto. Partita ribaltata, Olimpico infuocato d’amore. Zaniolo va vicino al 3-1 di giustezza, Tissera (appena entrato) impegna Rui Patricio e Nonato (subentrato anche lui) fa 2-2 dopo un rimpallo, ma il gol viene annullato per un fallo iniziale di Rick su Ibanez. Allora Mou corre ai ripari, per ridare equilibrio alla squadra con un centrocampista in più, Bove, per Volpato. Poi Zaniolo completa la sua partita chic facendo fuori di potenza 4 avversari e insaccando il pallone del 3-1. Nel finale Verdon perde la testa e calpesta Zalewski: espulso dopo il Var. Finisce così, con l’Olimpico in festa.
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    Roma, che beffa: il Salisburgo passa all'88'. E c'è ansia per le condizioni di Dybala

    Finisce 1-0 l'andata degli spareggi: decisivo il gol di Capaldo dopo i legni colpiti da Cristante e Belotti. Giovedì prossimo i giallorossi si giocano la qualificazione all'Olimpico
    Dal nostro inviato Andrea Pugliese

    16 febbraio - SALISBURGO
    La beffa proprio al fotofinish, quando tutto sembrava oramai rimandato alla gara di ritorno. Ed invece il gol di testa di Capaldo all’87’ rende la sfida dell’Olimpico molto più difficile, con la Roma che dovrà recupere l’1-0 subito in Austria in una partita brutta, con poche fiammate e molti errori, ma dove la Roma non meritava la sconfitta. Non fosse altro per i legni colpiti nella ripresa da Cristante e Belotti e l’occasione d’oro sciupata nel primo tempo da Abraham. Tra una settimana, però, ci vorrà una Roma più forte ed efficace per accedere agli ottavi di finale di Europa League.

    PRESSING E TAMMY—
    Mourinho conferma tutti i titolari ed è la terza volta consecutiva, cosa che non era mai successo prima in questa stagione. Solo che la partenza giallorossa è lenta, complessa, complice anche un ultrapressing del Salisburgo che costringe spesso la Roma negli ultimi 30 metri della propria metà campo. Intendiamoci, non che gli austriaci giochino un calcio-champagne, anzi. Sarà anche il ritardo di forma a causa della pausa invernale, ma la squadra di Jaissle non è quella brillante e dinamica di altre volte. Così la Roma con i minuti si scioglie e prende possesso della partita. La prima fiammata è di El Shaarawy, ma poi capitano tutte ad Abraham le palle giuste: le prime due di testa, l’ultima – clamorosa – su una verticalizzazione perfetta di Cristante, ma il centravanti inglese prima perde il tempo giusto, poi calcia su Kohn in uscita. Nel frattempo i giallorossi sono però cresciuti nel possesso palla, evitando anche gli errori dei primi venti minuti, in cui stranamente Matic è sembrato meno preciso del solito. Nel complesso un primo tempo meno emozionante delle previsioni, con ritmi neanche tanto alti.

    BEFFA FINALE— Nella ripresa Mourinho non rischia più Dybala (fasciatura sulla coscia) e mette Celik, spostando Zalewski a destra e alzando El Shaarawy sulla trequarti. Jaissle dopo un quarto d’ora di niente risponde con Adamu (subito pericoloso di testa) al posto di Fernando. Le emozioni però continuano ad arrivare con il contagocce. Tranne un tiro di Capaldo uscito di poco al lato (con doppia deviazione di Ibanez e Smalling) niente di più. Dall’altra parte, invece, El Shaarawy prova ad accendere la Roma con un paio di giocate in velocità, ma è mal assistito dai compagni di squadra. Zalewski poi ruba bene palla, ma spreca tutto nell’uno contro uno a campo aperto con Seiwald. Ed allora si va avanti così, quasi per inerzia, anche se Cristante di testa colpisce la base del palo esterno sugli sviluppi di un angolo. Entrano anche Belotti e Wijnaldum (per Abraham e Pellegrini) e proprio il centravanti ha la palla giusta a dieci dalla fine, ma calcia sporco sul portiere a porta spalancata, con la palla che schizza sulla traversa ed esce. E a tre minuti dalla fine arriva la beffa: cross di Pavlovic, Matic si addormenta e Capaldo insacca di testa. Finisce così, nel ritorno ci vorrà una Roma diversa e anche un po’ più fortunata.
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    Ma vaffanculo :dio:
    Non segnamo manco se la prendiamo con le mani e la buttiamo a porta vuota
     
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    Juve, non bastano Vlahovic e tre legni: il Nantes fa 1-1. E quel rigore alla fine...

    Finisce 1-1 a Torino. Bianconeri in vantaggio con una combinazione del tridente, poi il pari di Blas. Sfortunati Chiesa e Di Maria. Nel recupero mano di Centonze ma l'arbitro sanziona la spinta di Bremer
    Giovanni Albanese


    16 febbraio - MILANO
    Solo un pari per la Juve nella prima sfida di Europa League con il Nantes: 1-1 e un grosso velo di delusione per non aver chiuso il match nei primi sessanta minuti di gioco. Il vantaggio di Vlahovic è stato neutralizzato nella ripresa dal pari di Blas, tenendo tutto aperto ai fini della qualificazione agli ottavi: si deciderà tutto nella gara di ritorno in programma giovedì prossimo in terra francese. L’inizio di serata all’Allianz Stadium, sold out per l’occasione, sembrava indirizzarsi su un altro binario. Nella parte finale del match, invece, i bianconeri, sbilanciati in avanti alla ricerca del successo, hanno addirittura rischiato su qualche ripartenza avversaria. In pieno recupero poi il discusso episodio da Var: Centonze, nell'area di rigore del Nantes, la tocca di mano ma l'arbitro chiama fallo in attacco per la spinta di Bremer.

    Al quinto minuti di recupero il Var richiama l’arbitro al monitor: tocco di mano di Centonze in seguito al colpo di testa di Bremer. Pinheiro dopo una lunga attesa assegna un calcio di punizione per i francesi punendo una presunta irregolarità del difensore brasiliano.
    Bremer di testa, tocco di mani di Centonze: la sequenza del rigore non dato alla Juve
    SCELTA TRIDENTE—
    Allegri (al debutto nella competizione) sceglie il tridente e sorprende tutti escludendo Kostic, campione in carica con l’Eintracht Francoforte. Locatelli parte dalla panchina, c’è Paredes in cabina di regia. Mentre De Sciglio fa da equilibratore sulla destra, chiudendo la linea difensiva a quattro in fase di non possesso e alzandosi sistematicamente durante lo sviluppo dell’azione. Quello del Nantes è un 5-3-2 operaio: squadra modesta ma non banale, tredicesima in Ligue 1 e a 26 punti dal PSG che ha spedito fuori dalla Champions i bianconeri. Al seguito della formazione francese ci sono più di 2 mila tifosi, che occupano quasi totalmente il settore ospiti.

    VLAHOVIC GOL— Di Maria ci prova subito con un sinistro dal limite (conclusione centrale, respinta). Ma lavora soprattutto tra le linee per ricevere palla e creare: così l’argentino al 12’ vede il taglio verso l’interno di Chiesa (da sinistra) e lo serve, per Vlahovic (davanti alla porta) chiudere l’azione a rete sull’assist del compagno è un gioco da ragazzi. Il centravanti serbo, che già l’anno scorso aveva segnato dopo pochi secondi del suo esordio in Champions, fa centro anche alla sua prima assoluta in Europa League. La reazione del Nantes è fin troppo debole, la Juve difende con ordine e non sembra avere grandi difficoltà in uscita. Mentre il tridente esalta.

    SFIDA TRA EX— Ancora un tentativo dalla distanza di Di Maria, che trova nuovamente la respinta di Lafont, ex compagno di squadra di Chiesa e Vlahovic alla Fiorentina nella stagione 2018-19. L’estremo difensore viene graziato anche da un errore di Vlahovic alla mezz’ora di gioco: su un cross dalla sinistra di Alex Sandro, un suo difensore (Girotto) sporca la traiettoria del pallone con una deviazione, il centravanti è poco agile sulla ribattuta non perfetta del portiere. Che allo scadere del primo tempo nega a Paredes una rete su punizione: palla allontanata di pugno. Si ripete a inizio ripresa sull’ennesimo tiro in porta del solito Di Maria.

    PARI DEL NANTES— Cambia tutto allo scoccare dell’ora di gioco. La Juve potrebbe raddoppiare ma perde l’attimo al limite dell’area avversaria e concede la ripartenza ai francesi su un passaggio sbagliato di Fagioli: Paredes scivola e apre il varco favorendo la verticalizzazione dei francesi, come Bremer poco più avanti, mentre Blas è già dalla parte opposta e incrocia di sinistro superando Szczesny. I bianconeri non ci stanno, si portano nella metà campo avversaria e due minuti più tardi colpiscono due legni con Chiesa: il pallone prima sbatte sulla traversa interna, poi sulla linea (dentro solo per metà) e ancora sul palo alla sinistra del portiere.

    BOTTA E RISPOSTA— Allegri inserisce forze fresche dalla panchina: dentro Locatelli e Kostic per Fagioli e Paredes, poi ancora Soulé e Cuadrado per De Sciglio e Di Maria. Per quest’ultimo un’altra traversa direttamente da calcio d’angolo, qualche attimo prima di uscire. Mentre il Nantes comincia a crederci e sfiora il raddoppio con Moutoussamy: sulla traiettoria del tiro Szczesny fa buona guardia. Negli ultimi dieci minuti sprecano dei buoni palloni Locatelli e Rabiot. Allegri butta nella mischia anche Kean (per Vlahovic) ma l’occasionissima in area capita prima a Danilo (girata di destro troppo alta) e poi a Bremer (che si ostacola con Locatelli su un colpo di testa). L’ultimo episodio richiede il supporto del VAR per un tocco di mano di Centonze: il braccio è largo, ma per l’arbitro c’è fallo sul difensore del Nantes. Finisce dunque in parità.
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    Madre, donna, lesbica. What else?

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