Champions League 2023-24

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    L'Union di Bonucci scappa, il Braga lo ribalta al 94': è 3-2. La Real Sociedad passa in casa del Salisburgo

    La doppietta di Becker illude i tedeschi, beffati nel recupero dal gol di Andre Castro. I baschi chiudono la pratica già nel primo tempo con Oyarzabal e Mendez
    Elmar Bergonzini

    3 ottobre - MILANO
    A un passo dalla storia. In realtà è stato un incubo. A livello individuale ma anche di club. Nel girone del Napoli l'Union Berlino si fa ribaltare 3-2 dal Braga nella prima partita mai disputata in casa in Champions League. I tedeschi si erano portati in vantaggio con la doppietta di Becker (30' e 37'), ma si sono fatti riprendere dai portoghesi, in gol con Niakaté (al 41') e Bruma (51'), prima del 3-2 di Castro al 94'. Pesa tantissimo il gol annullato a Gosens a inizio partita. Nel girone dell'Inter, invece, c'è il tonfo del Salisburgo che si fa battere in casa dalla Real Sociedad per 2-0: in rete Oyarzabal (al 7') e Mendez (27'). Il club controllato dalla Red Bull ha faticato molto col possesso palla spagnolo, non riuscendo mai a mettere realmente in difficoltà gli avversari.

    QUI BERLINO—
    Viene confermato titolare Bonucci, con Gosens largo sulla fascia e Becker al centro dell'attacco. Partono fortissimo i berlinesi, con Gosens che si fa trovare pronto e da due passi butta la palla in porta. Il gol viene però annullato per un fuorigioco precedente. I tedeschi, che stanno vivendo un momento di difficoltà (5 sconfitte di fila), giocano comunque sulle ali dell'entusiasmo, trasportati dal tifo. Al 13' viene ammonito Bonucci per un intervento troppo deciso su Banza. L'Union spinge con convinzione e trova il gol al 30', con Becker: Juranovic ruba palla al limite, il pallone arriva alla punta che lo manda fra le gambe di Matheus per l'1-0. Il 2-0 è banalissimo: su lancio lungo è Tousart a spizzare la palla e innescare Becker che da destra si accentra e di sinistro batte ancora il portiere avversario. Il Braga ha però il merito di rispondere proprio nel momento di maggiore difficoltà: al 41' su azione d'angolo l'Union libera male l'area, Horta calcia verso la porta, Ronnow respinge ma Niakaté ribadisce in porta da due passi. Il pareggio arriva ancora su angolo: dopo uno schema interessante è Bruma a liberarsi per il tiro e fulminare Ronnow. L'Union, dopo un buon momento del Braga, riprende coraggio nel finale (spreca una buona occasione Volland) e, paradossalmente, è un male: al 94', infatti, arriva anche il terzo gol dei portoghesi. Ruiz controlla la palla che arriva poi a Bruma, che serve il subentrato Castro, freddissimo, da circa 20 metri, a calciare nell'angolino. E per l'Union l'esordio casalingo in Champions, che inizialmente sembrava perfetto, si trasforma in un incubo.

    QUI SALISBURGO— Gli spagnoli fanno la partita dall'inizio alla fine, travolgendo il Salisburgo: basti pensare che al 7', in occasione del gol di Oyarzabal, si trattava già della terza occasione per la Real Sociedad. Proprio il gol del vantaggio è significativo ed evidenzia la giornataccia del Salisburgo: la difesa austriaca è infatti rimasta a vedere l'avversario controllare il pallone e piazzarlo, senza pressione, nell'angolo più lontano. Lentamente i padroni di casa provano ad alzare il baricentro, venendo però puniti in contropiede: Kubo lancia Mendez che da centrocampo arriva direttamente in area senza essere attaccato, e batte il portiere avversario. Il Salisburgo è anche sfortunato, con il Var che decide di togliere un rigore inizialmente assegnato (contatto fra Simic e Merino), che avrebbe potuto cambiare la partita. In realtà però il Salisburgo non riesce a calciare verso la porta avversaria, e si arrende senza mai dare realmente la sensazione di riuscire a tornare in partita.
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    L'Inter domina e spreca, ma ringrazia Thuram: l'1-0 al Benfica vale la testa del girone

    Primo successo europeo stagionale per i nerazzurri grazie alla rete nella ripresa dell'attaccante francese: primo posto nel Gruppo D insieme alla Real Sociedad


    3 ottobre - MILANO
    L'Inter batte il Benfica molto più nettamente rispetto a quanto dica l'1-0 finale e si porta al primo posto nel suo girone di Champions. I portoghesi, già eliminati nei quarti della scorsa edizione, resistono un tempo, il primo, ma poi sono travolti in una ripresa nella quale segna Thuram e Lautaro si vede negare dai miracoli di Trubin, da un recupero di Otamendi e dai legni (due) la gioia di un gol che avrebbe meritato. Il derby tra campioni del mondo con Di Maria e Otamendi, comunque, lo vince nettamente il Toro. Sorride Inzaghi che dai suoi ottiene una prestazione molto diversa da quella di San Sebastian e vede anche il cammino in Europa un po' più in discesa.

    EQUILIBRIO ED ERRORI—
    Simone cambia quattro uomini rispetto alla formazione iniziale di sabato a Salerno e preferisce Pavard e Dumfries a Darmian. Schmidt manda in panchina sia Musa sia Cabral e il centravanti lo fa Neres, con il terzetto alle sue spalle composto da Di Maria, Rafa Silva e Aursnes. Il Benfica ha un atteggiamento molto offensivo: pressa alto, palleggia, ha giocatori molto tecnici e veloci che attaccano senza paura. L'Inter è costretta a difendersi con la linea a cinque anche perché Di Maria, al momento della lettura delle formazioni fischiato da tutto San Siro per il suo passato (recente) alla Juventus, inizia forte e ci vogliono un paio di chiusure di Bastoni per limitarlo. I portoghesi hanno un maggior possesso (54% all'intervallo), ma quando i nerazzurri ripartono, danno l'impressione di poter far male. Soprattutto se usano il cambio di gioco, arma sfoderata troppo poco. Il primo pericolo lo crea un lancio di Calhanoglu che pesca in area Dumfries, il cui colpo di testa finisce alto sulla traversa. La chance più clamorosa però capita sui piedi di Aursnes che, servito direttamente da fallo laterale da Bah, si trova solo davanti a Sommer. Ci vuole una parata dello svizzero per evitare l'1-0 e salvare Inzaghi. Di Maria scheggia la traversa direttamente su calcio d'angolo, mentre l'Inter si fa viva dalle parti di Trubin con Dumfries che da buona posizione, stavolta con il destro, non trova lo specchio. Schmidt perde per infortunio il terzino destro Bah, sostituito dall'adattato Araujo, e, considerando l'assenza per squalifica di Antonio Silva, si ritrova con una difesa inedita. L'Inter dovrebbe spingere anche a sinistra, ma commette troppi errori tecnici e le palle gol create non sono numerose. Una se la costruisce da solo Calhanoglu con un break a centrocampo, una sgroppata e una conclusione che il portiere ucraino para facilmente. Un'altra capita sul destro di Barella che spara dal limite costringendo Trubin a distendersi per mettere in angolo. Nel complesso i padroni di casa si fanno preferire, anche se pressano poco e in mezzo al campo non riescono a prendere il controllo nonostante la superiorità numerica.

    DOMINIO INTER— I vice campioni d'Europa iniziano la ripresa con più sprint, più rabbia e decisi a schiacciare gli avversari. In dieci minuti di fuoco le Aquile sono alle corde e San Siro si trasforma in una bolgia. La prima chance la costruisce Bastoni con una discesa delle sue e un cross sul quale, ostacolato da Thuram, Dumfries non trova lo specchio con un colpo di testa. Passa una manciata di secondi e l'Inter è di nuovo a centimetri dal vantaggio: prima Lautaro, di destro, colpisce la traversa, poi sul proseguimento dell'azione Thuram sbaglia il tap in e Barella spara su Trubin da due passi. Pavard fa vedere perché giocava nel Bayern ed è stato pagato 30 milioni più bonus: con un'accelerazione "brucia" 50 metri palla al piede e serve il Toro, la cui botta dal limite è deviata in angolo. Il Benfica è allo sbando, non riesce più a ripartire né a trovare contromisure e, dopo uno scambio tra Barella e Thuram, il francese serve un assist delizioso a Martinez che stavolta timbra il palo. La partita assume i tratti dell'allenamento (16-3 i tiri dei secondi 45') perché gli ospiti sono inermi e i nerazzurri affondano di continuo: al 17' finalmente passano in vantaggio con un lancio di Barella per Dumfries che centra per la rete di Thuram, convalidata dopo un controllo del Var. Quasi tre anni dopo l'ultima volta, il figlio di Lilian esulta in Champions. Il monologo continua con un tiro da fuori di Mkhitaryan e con un gol annullato per fuorigioco di Dimarco: fisicamente non c'è partita perché l'Inter va il doppio. Schmidt lo capisce tardivamente e a metà ripresa cambia Rafa Silva e Kokçu per Chiquinho e Musa. Di Maria invece continua a passeggiare per il campo, senza toccare un pallone. Inzaghi risponde con Sanchez al posto di Thuram e Darmian per Dumfries, non felicissimo della sostituzione. In pochi secondi Lautaro si vede negare la rete prima da Otamendi, che aveva commesso un errore clamoroso liberando il connazionale, e poi Trubin: sono due occasioni gigantesche che avrebbero chiuso la sfida. Esce anche un Di Maria non al top ed entra l'ex viola Cabral, ma Schmidt aggiunge pure la spinta di Jurasek per Bernat. Il Benfica si gioca il tutto per tutto, con Cabral al fianco di Musa e un 4-2-4 assai offensivo, ma non crea pericoli. Inzaghi si adatta gettando nella mischia forze fresche (Carlos Augusto e Asllani per Dimarco e Calhanoglu) e Trubin fa un altro paio di miracoli su Lautaro che si dispera, ma alla fine festeggia i tre punti.
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    Napoli a testa alta, ma questo Real è troppo: Ancelotti vince 3-2 al Maradona

    Vantaggio degli azzurri con Ostigard, poi il sorpasso Blancos con Vinicius e un gol pazzesco di Bellingham, pari su rigore di Zielinski. Decide la sfortunata autorete di Meret sul gran tiro di Valverde

    3 ottobre - NAPOLI
    Il bacio di Jude tradisce il Napoli che paga la maggiore qualità nel palleggio, e non solo, del Real. Jude di cognome fa Bellingham e nel mezzo del primo tempo s’inventa una danza, palla al piede, che lascia sorpresi gli azzurri, volando leggiadro verso la porta e segnando il gol del sorpasso dopo l’iniziale illusione del Napoli. Ma dopo gli azzurri comunque riescono a tornare in partita. Nel finale decide uno sfortunato autogol di Meret su un missile da fuori di Valverde. Nel contesto di un Maradona pulsante per l’occasione le squadre partono in maniera molto attenta, puntando soprattutto a non concedere spazi in fase passiva visto che Garcia e Ancelotti schierano l’unica coppia centrale disponibile.

    BRAVI I DEB, MA JUDE—
    E per assurdo la differenza cominciano a farla proprio i meno quotati Ostigard e Natan, protagonisti dell’illusorio vantaggio del Napoli. Sull’angolo di Kvara, Kepa si fa superare sul secondo palo e Natan indirizza bene la parabola che colpisce la traversa, sulla respinta in terzo tempo Ostigard salta più alto di tutti e anche da Caserta capiscono che gli azzurri sono in vantaggio, sentendo il boato. Il capitano Di Lorenzo cerca di dare il segnale filosofico, uscendo in pressione su Kepa, ma il Napoli non riesce a correre in avanti per difendersi e rinculando concede troppo palleggio al Madrid, con Kroos impeccabile (perfetta la scelta di Ancelotti che lo preferisce a Modric). Peccato che sia proprio il capitano a sbagliare un passaggio in orizzontale per Lobotka, perfetto intercetto di Bellingham, palla in verticale per Vinicius che non perdona. Dura solo 8’ il vantaggio del Napoli che continua a indietreggiare e così ancora il fuoriclasse inglese capisce di avere sulla trequarti gli spazi per veleggiare verso la porta di Meret. Anguissa cerca di coprire in ritardo, Lobotka non chiude e quando arriva in area Ostigard non si riesce a opporre. Gol favoloso, anche se c’è un errore di squadra, di impostazione difensiva. Gli azzurri provano a reagire e il più pericoloso è Politano che più volte supera Camavinga e arriva al tiro, due volte centrale. L’esterno è più efficace sul cross e Osimhen in terzo tempo supera Rudiger ma stavolta Kepa è reattivo fra i pali.

    CHE REAZIONE— La ripresa del Napoli parte con grande intensità, risale in cattedra Zielinski che trova subito in profondità Osimhen, La virata a rete è “parata” da Nacho. E l’arbitro deve essere aiutato dal Var per fischiare il rigore. Dal dischetto il polacco è impeccabile: palo e gol. È il momento migliore degli azzurri che spingono convinti e con Kvara e ancora Zielinski (ottima respinta di Kepa) cercano il vantaggio. Verso la mezz’ora, dopo aver retto la pressione, il Real viene di nuovo fuori e c’è Modric ora a dettare i tempi. Ma proprio quando il pari sembra il risultato più giusto ecco che da 25 metri Valverde scaglia un gran destro appena deviato dal connazionale Olivera: la palla schizza sulla traversa e rimbalza sulle spalle dello sfortunato Meret. Generoso il finale azzurro con una girata di Ostigard parata da Kepa. Alla fine applausi a scena aperta per tutto il Napoli: ci ha provato, ma Carletto ha fatto lo scherzetto.
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    Milan, pochi rischi e tanti lampi nel finale: a Dortmund lo 0-0 va stretto

    La squadra di Pioli non va mai in affanno contro il Borussia, cresce alla distanza e nel finale spreca alcune buone occasioni. Il 25 ottobre la sfida al Psg
    Dalla nostra inviata Alessandra Gozzini
    4 ottobre - DORTMUND (GERMANIA)
    Pioli aveva chiesto intensità e qualità, Terzic più coraggio. Il Milan ha seguito le indicazioni a metà (un primo tempo troppo timido: bene i centrali) in cui si è affidato soprattutto all’estro di Leao; meglio nella ripresa: un’altra serie di occasioni sprecate. Succede come al debutto europeo: i rossoneri avevano sbattuto sul muro inglese del Newcastle (0-0), ieri su quello giallo del Borussia. Con la vittoria della squadra di Tonali sul Psg la classifica del girone resta corta: nella prossima sfida a Parigi, 25 ottobre, servirà aggiungere tre punti.

    LA PARTITA DEL MILAN—
    La formazione rossonera era quella annunciata, con un centrocampo di sostanza (Musah-Pobega mezzali) e Reijnders spostato in regia. Negli avversari rispunta Emre Can in mezzo. E’ del Milan il primo assalto con Reijnders che lancia in profondità per Pobega: spetta a lui la prima conclusione, Hummels salva. La risposta tedesca è affidata al tiro al volo (ma impreciso) di Mallen. E’ passato poco più di un quarto d’ora quando entra in scena Leao: inizio azione in velocità che ricorda quello di Napoli che portò al gol di Giroud. Qui Rafa guadagna molto meno: un’ammonizione a Schlotterbeck, che lo stende con un fallo netto, unica soluzione per frenare la discesa del 10 rossonero. E un altro giallo va subito a Emre Can, per un fallaccio su Giroud. Poi Borussia padrone: Malen sfiora il palo, Fullkrug ci prova su errore in uscita di Calabria, Brandt in rovesciata da centro area, altro tiro nello specchio di Bensebaini. In mezzo a tanto giallo, l’occasione più pericolosa è di Giroud che si ostacolo con Theo sottoporta e alza sopra la traversa. Neppure Theo, da azione nata da un altro sprint di Leao, riesce poi a inquadrare.

    IL FINALE È DEL MILAN— Rossonera anche la prima chance della ripresa con Pulisic, prima volta pericoloso: sbatte su Kobel. E primo cambio, Adli per Pobega con Reijnders che torna a sinistra. Dopo un’ora la squadra prende più coraggio e Pioli lancia insieme Florenzi, Okafor e Chukwueze per Calabria, Pulisic e Giroud (gli ultimi due inconcludenti). Poi un buon tiro a giro di Bynoe-Gittens, subentrato del Borussia. A cui risponde il volo di testa di Theo, su cross di Leao a chiudere uno schema su punizione. Ora è il Milan a guidare l’assalto: un doppio tentativo di Chukwueze porta avanti il conto delle occasioni rossonere. La partita si accende nel finale: occasioni, più velocità, tifo più partecipe. Ma non basta per rompere lo zero a zero. Che alla luce dei fatti va stretto, ancora una volta, al Milan.
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    Due gol di Morata: Atletico ok. Alderweireld, rigore flop al 96': lo Shakhtar ringrazia

    Francesco Calvi

    4 ottobre - MILANO
    L’Atletico Madrid di Alvaro Morata vola in vetta alla classifica del Gruppo E. Un buon Feyenoord, ospite degli spagnoli, passa inizialmente in vantaggio ma alla fine cede 3-2 di fronte alla qualità dell’ex juventino (doppietta) e di Griezmann. Alle ore 18.45 sono scese in campo anche Anversa e Shakhtar Donetsk, con gli ucraini che – dopo aver chiuso il primo tempo sotto per 2-0 – hanno conquistato tre punti con un clamoroso ribaltone.

    ATLETICO MADRID-FEYENOORD 3-2
    Gli olandesi disputano un’ottima partita. Il Wanda Metropolitano, però, funge da dodicesimo uomo in campo e l’Atletico conquista un successo grazie ai gol delle certezze di Simeone: doppietta di Morata e golazo di Griezmann. I colchoneros partono male. Il Feyenoord spinge e al 7’ trova il vantaggio con un po’ di fortuna: Ueda calcia, Oblak respinge, il pallone rimbalza su Hermoso e finisce in rete. Al 12’ Ferrouchi sfiora il raddoppio con un tiro da centrocampo, ma un minuto dopo Morata trafigge Wellenreuther, raggiungendo un pallone in area di rigore. Nel finale del primo tempo Hancko, ex Fiorentina, riporta avanti la squadra di Slot (tiro al volo, parata di Oblak e tap-in vincente dello slovacco), poi Griezmann in rovesciata fa 2-2 nel recupero. Nel secondo tempo lo stadio, con i tifosi incitati dal Cholo, si trasforma in una bolgia: il Feyenoord non riesce a pungere come prima, l’Atletico sì. Il gol del definitivo 3-2 con il solito Morata: su un traversone di Molina, ex Udinese, Alvaro si lancia in spaccata e devia all’angolino basso.

    ANVERSA-SHAKHTAR DONETSK 2-3— L'Anversa di Mark Van Bommel, volto noto per i milanisti, vuole riscattare il 5-0 subito due settimane fa a Barcellona: le buone intenzioni si vedono tutte, ma alla lunga l’inesperienza si fa sentire e lo Shakhtar realizza il ribaltone. Dopo appena 3 minuti il punteggio è già di 1-0: Muja riceve palla in area e col mancino batte Riznyk. Nel primo tempo il dominio è di fatto incontrastato, tanto che al 33’ arriva pure il raddoppio: palla in verticale e imbucata per l’esterno Balikwisha, che scatta sulla linea del fuorigioco e supera il portiere con un destro a giro. Nella ripresa, tuttavia, viene fuori il vero Shakhtar: dal 46’ gli ucraini attaccano senza sosta e l’Anversa crolla, penalizzato da errori individuali. Al 48’ il portiere dei belgi smanaccia in area, ma consegna il pallone a Sikan che accorcia le distanze di testa. Al 71’ Rakitskiy pareggia su punizione, nettamente deviata da Baliwisha. Al 76’ lo Shakhtar reclama un rigore, però l’arbitro fa cenno di proseguire: i belgi si addormentano, Nazaryna no. Palla in mezzo per il solito Sikan, che a porta vuota timbra il 2-3 e conclude la remuntada. L'Anversa accusa il colpo e, al 96’, fallisce persino un calcio di rigore: Stepanenko commette fallo di mano in area, l’arbitro indica il dischetto. Capitan Alderweireld si incarica della battuta, ma spara a lato e spreca la chance di portare un punto a casa.
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    Pedro, guizzo vincente al 95': colpo Lazio a Glasgow

    Un altro finale incredibile per gli uomini di Sarri in Champions. Vecino risponde a Furuhashi, poi la rete nel finale che vale il successo e la testa del girone

    4 ottobre - MILANO
    Un gran gol di Pedro al 50’ della ripresa fa trionfare la Lazio a Glasgow. Il colpo di testa del campione spagnolo, subentrato 12 minuti prima, dona alla squadra di Sarri una vittoria che può segnare la svolta nella stagione biancoceleste oltre che nella corsa alla qualificazione nel girone di Champions. Successo in rimonta nel segno di una prova di carattere. Al gol di Furuhashi replica Vecino e alla mezz’ora la partita è sull’1-1 che verrà cambiato solo dalla capocciata vincente di Pedro. Rifiata Sarri dopo i problemi del campionato (quattro sconfitte in sette giornate) e affianca l’Atletico Madrid in vetta al girone E.

    AL PAREGGIO CON VECINO—
    Cinque novità nella Lazio rispetto alla formazione schierata nell’ultima di campionato, contro il Milan. In difesa entrano Patric e Lazzari, in mediana Kamada e Vecino mentre Immobile riprende il suo posto al centro dell’attacco. Biancocelesti con un assetto molto compatto. Con Felipe Anderson e Luis Alberto le prime iniziative. Ma è il Celtic a colpire subito. All’12’ la difesa laziale, in particolare Romagnoli, si fa sorprendere dall’incursione di Furuhashi, ben servito da O'Riley. Implacabile il giapponese nell’infilare Provedel per l'1-0 degli scozzesi. Rischia ancora la Lazio su un diagonale di Maeda. La squadra di Sarri accusa il colpo ma con determinazione riorganizza la manovra. E al 29’ su corner di Luis Alberto, il colpo di testa di Romagnoli viene finalizzato dalla spizzata vincente di Vecino che fa secco Hart e porta la Lazio al pareggio. Gara in pieno equilibrio anche sul piano del possesso palla. Poi, Provedel è pronto su un tentativo di O'Riley. La formazione di Sarri assume una maggiore sicurezza e avanza il baricentro del gioco. Si va all’intervallo sull’1-1.

    IL COLPO DI PEDRO— In avvio di ripresa la Lazio prova ad accentuare la fase offensiva. Felipe Anderson è indeciso su una buona opportunità. Celtic in guardia ma sempre pronto a fiondarsi in avanti. Provedel ben reattivo su una punizione insidiosa di Hatate. Al 17’ doppio cambio tra gli scozzesi: Philips e Hyun-Jun rilevati da Carter-Vickers e Palma. Cinque minuti dopo Sarri sostituisce Luis Alberto e Felipe Anderson con Guendouzi e Isaksen. Kamada si sposta sulla sinistra e va subito al tiro (parato). Al 26’ Castellanos dà il cambio a Immobile. Nel Celtic Bernardo prende il posto di Hatate e si mette subito in evidenza con un tentativo a volo fuori bersaglio. Al 33’ provvidenziale chiusura di Romagnoli su Palma, poi Provedel sventa su Furuhashi. Al 35’ il Celtic va a segno con un destro angolato di Palma ma il gol dell’honduregno viene annullato per fuorigioco. Sarri inserisce Marusic e Pedro per Lazzari e Zaccagni. C’è l’esigenza di coprire meglio la fascia destra della difesa ma anche la voglia di osare in vanti con tridente tutto ricambiato dalla panchina. Rodgers sostitruisce Furuhashi con Oh Hyeon. Sei i minuti di recupero. Ultimi tentativi per scuotere l’equilibrio in campo. E al 50’ su cross di Guendouzi dalla destra, Pedro di testa va a segnare portando la Lazio a una vittoria quanto mai preziosa. I dubbi sul fuorigioco vengono superati dal Var. I biancocelesti festeggiano orgogliosi l’impresa di Glasgow.
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    Altra partita dove non saremmo riusciti a segnare manco buttandola dentro con le mani.
    Calabria malissimo.
    Classifica cortissima dove tutto è possibile, ma ora arrivano partite ancora più difficili.
     
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    Non si possono sbagliare dei gol così come quelli di ieri sera.
    È andata ancora bene che alla fine non abbiamo perso (perché ho l''impressione che questo Borussia sia scarso)
     
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    Il Newcastle di Tonali travolge il Psg di Donnarumma: 4-1. Barça ok, Morata show

    Francesco Calvi

    4 ottobre - MILANO
    Il Newcastle di Tonali spazza via il Psg di Donnarumma: la sfida tra ex milanisti finisce 4-1 in favore di Sandro, con gli inglesi che salgono a quota 4 punti dopo il pareggio rimediato nel primo turno a San Siro. La seconda giornata di Champions League si chiude anche con le vittorie di Atletico Madrid (3-2 contro il Feyenoord, doppietta di Morata), Shakthar Donetsk (rimonta da 2-0 a 2-3 ad Anversa) e Barcellona (1-0 in casa del Porto). Il City vince 3-1 a Lipsia, dove domina per un tempo, si fa riacciuffare da Openda e alla fine la spunta con Julian Alvarez e Doku. Nello stesso girone dei Citizens, Stella Rossa e Young Boys pareggiano 2-2.

    NEWCASTLE-PSG 4-1
    Buona la prima davanti ai propri tifosi per il Newcastle di Sandro Tonali. L’avversario dell’esordio casalingo in Champions è il Psg di Luis Enrique, che scende in campo con un 4-2-3-1 ultra offensivo. Ugarte e il 17enne Zaire-Emery davanti alla difesa, Dembele-Mbappé-Kolo Muani alle spalle di Ramos. Tra gli inglesi, dopo il turnover del weekend, proprio Tonali torna in campo dal 1’. I Magpies sono subito più bravi a farsi vedere nell’area avversaria e al 17’ approfittano di un rinvio sbagliato da Marquinhos, cercando l’1-0 con Isak: Donnarumma para una volta, però nulla può sulla ribattuta di Almiron. Il portiere della Nazionale si mette in mostra con ottime parate, ma al 40’ il Psg pasticcia di nuovo e Burn raddoppia con un colpo di testa. Gigio prova a parare, però tocca il pallone quando è già oltre la linea di porta: 2-0 all’intervallo. La ciliegina sulla torta porta la firma di Longstaff, il 25enne cresciuto nel settore giovanile dei bianconeri: al 50’ Trippier lo serve in area di rigore, Skriniar e Donnarumma non sono impeccabili e non riescono a impedirgli di siglare il tris. Serve a poco il 3-1 di Lucas Hernandez, in gol al 56’ sfruttando un assist da applausi di Zaire Emery: il Psg non crea altre occasioni da gol e, al 92’, subisce pure il definitivo 4-1 con un destro dalla distanza di Schar.

    PORTO-BARCELLONA 0-1— Le squadre di Conceicao e Xavi si sfidano dopo le vittorie conquistate nel primo turno. I blaugrana devono fare a meno dell’infortunato Pedri e, a partire dal 34’, anche di Lewandowski, costretto a chiedere il cambio per un problema alla caviglia. Il forfait del polacco, a sorpresa, ha risvolti positivi: al suo posto entra infatti Ferran Torres, che impiega appena 12 minuti per rompere l’equilibrio. Al 45’ Baro sbaglia un appoggio, consegnando la sfera ai catalani. Gundogan dà il via alla ripartenza e premia l’inserimento di Ferran, che taglia centralmente e batte Diogo Costa. Nella seconda frazione il Porto cresce e spaventa Xavi, che al 70’ si cautela inserendo Sergi Roberto e Fermin Lopez. I catalani si chiudono nella loro metà campo e alla fine conquistano una vittoria di misura: adesso sono primi a punteggio pieno nel Gruppo H, a +3 dallo Shakthar e proprio dal Porto.

    ANVERSA-SHAKHTAR DONETSK 2-3— L'Anversa di Mark Van Bommel, volto noto per i milanisti, vuole riscattare il 5-0 subito due settimane fa a Barcellona: le buone intenzioni si vedono tutte, ma alla lunga l’inesperienza si fa sentire e lo Shakhtar realizza il ribaltone. Dopo appena 3 minuti il punteggio è già di 1-0: Muja riceve palla in area e col mancino batte Riznyk. Nel primo tempo il dominio è di fatto incontrastato, tanto che al 33’ arriva pure il raddoppio: palla in verticale e imbucata per l’esterno Balikwisha, che scatta sulla linea del fuorigioco e supera il portiere con un destro a giro. Nella ripresa, tuttavia, viene fuori il vero Shakhtar: dal 46’ gli ucraini attaccano senza sosta e l’Anversa crolla, penalizzato da errori individuali. Al 48’ il portiere dei belgi smanaccia in area, ma consegna il pallone a Sikan che accorcia le distanze di testa. Al 71’ Rakitskiy pareggia su punizione, nettamente deviata da Baliwisha. Al 76’ lo Shakhtar reclama un rigore, però l’arbitro fa cenno di proseguire: i belgi si addormentano, Nazaryna no. Palla in mezzo per il solito Sikan, che a porta vuota timbra il 2-3 e conclude la remuntada. L'Anversa accusa il colpo e, al 96’, fallisce persino un calcio di rigore: Stepanenko commette fallo di mano in area, l’arbitro indica il dischetto. Capitan Alderweireld si incarica della battuta, ma spara a lato e spreca la chance di portare un punto a casa.

    LIPSIA-MANCHESTER CITY 1-3— L’ultimo incrocio, in Inghilterra, finì 7-0 per la squadra di Guardiola. Stavolta nessuna goleada, anche perché Pep deve fare i conti con Haaland in giornata-no. Il Lipsia fatica soprattutto in avvio, ma al 45’ il City è avanti di appena una rete: decisiva la botta con il destro di Foden, che al 25’ sblocca la partita su assist di Lewis. Haaland prova a farsi vedere in ogni modo: parte defilato e poi entra in area dalla corsia di sinistra, ha due chance ma prima spara al lato e poi addosso al portiere. Al 48’ il colpo di scena, con i tedeschi che sfruttano al meglio la prima, vera occasione della partita. Poulsen serve Openda che parte in velocità, l’ex obiettivo del Milan si ritrova a tu per tu con Ederson e lo batte con un diagonale. I Citizens non ci stanno, mentre la sfida tra Haaland e Blaswich si fa sempre più insistente. Il norvegese cerca il gol in tutti i modi, tenta anche la conclusione dalla distanza ma continua a risultare inefficace. La svolta, per i campioni in carica, arriva con gli ingressi di Doku e Julian Alvarez: all’84 il belga sfreccia sulla sinistra e serve l’argentino, che realizza il 2-1 con un destro a giro che s’insacca appena sotto la traversa. Al 92’ proprio Doku chiude i conti, regalandosi la gioia del 3-1 al termine di un contropiede.

    STELLA ROSSA-YOUNG BOYS 2-2— Nello stesso girone del City, Stella Rossa e Young Boys si affrontano in un match equilibrato e divertente. I serbi partono meglio, trascinati dall’esterno Bukari che fa ammattire i difensori di Wicky. Il gol dell’1-0 è in gran parte merito suo: palla lunga a scavalcare le linee, il 24enne sgasa, controlla e mette in mezzo un pallone facile da spingere in porta per Ndiaye. Prima dell’intervallo va vicino al bis: scatto centrale, dribbling al portiere e appoggio per il 2-0, prima che l’arbitro annulli tutto per offside. La musica cambia nel secondo tempo, perché lo Young Boys torna in campo e trova subito l’1-1. Monteiro sfonda centralmente, Ugrinic si sovrappone e riceve palla sulla corsa. Il suo scavetto è imprendibile per Glazer. La Stella Rossa rientra in partita per qualche minuto, Ndiaye firma la doppietta ma l’assistente segnala ancora una volta la posizione di fuorigioco. Al 61’ lo Young Boys la ribalta con Itten, che trasforma un rigore concesso per fallo di mano in area. Quando la vittoria sembra ormai in tasca, Bukari si riaccende e beffa gli svizzeri: all’88’ il ghanese va a segno con un tiro-cross, che sorprende Racioppi sul primo palo. conquistato tre punti con un clamoroso ribaltone.

    ATLETICO MADRID-FEYENOORD 3-2— Gli olandesi disputano un’ottima partita. Il Wanda Metropolitano, però, funge da dodicesimo uomo in campo e l’Atletico conquista un successo grazie ai gol delle certezze di Simeone: doppietta di Morata e golazo di Griezmann. I colchoneros partono male. Il Feyenoord spinge e al 7’ trova il vantaggio con un po’ di fortuna: Ueda calcia, Oblak respinge, il pallone rimbalza su Hermoso e finisce in rete. Al 12’ Ferrouchi sfiora il raddoppio con un tiro da centrocampo, ma un minuto dopo Morata trafigge Wellenreuther, raggiungendo un pallone in area di rigore. Nel finale del primo tempo Hancko, ex Fiorentina, riporta avanti la squadra di Slot (tiro al volo, parata di Oblak e tap-in vincente dello slovacco), poi Griezmann in rovesciata fa 2-2 nel recupero. Nel secondo tempo lo stadio, con i tifosi incitati dal Cholo, si trasforma in una bolgia: il Feyenoord non riesce a pungere come prima, l’Atletico sì. Il gol del definitivo 3-2 con il solito Morata: su un traversone di Molina, ex Udinese, Alvaro si lancia in spaccata e devia all’angolino basso.
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    L'Inter vola anche in Champions: Sanchez e Calhanoglu piegano il Salisburgo

    Il cileno segna il primo gol dopo il ritorno al 19', il rigore del turno risponde al pareggio di Gloukh. Gli ottavi per i nerazzurri adesso sono più vicini

    Andrea Ramazzotti
    24 ottobre - MILANO
    L'Inter ottiene la centesima vittoria della sua storia in Coppa Campioni-Champions League piegando il Salisburgo grazie ai gol di Sanchez e al rigore di Calhanoglu. Stavolta Inzaghi trova gol alternativi a quelli della ThuLa e, oltre che per il primo posto in Serie A, può sorridere per la classifica in Europa, con i suoi primi nel gruppo con 7 punti in 3 giornate. Un'affermazione tra due settimane in Austria potrebbe mettere le cose definitivamente a posto in chiave qualificazione, ma intanto i nerazzurri si godono il secondo successo post sosta, il sesto nelle ultime sette gare di Champions al Meazza, ancora una volta esaurito. Non è l'Inter più scintillante della stagione e infatti subisce la rimonta degli austriaci oltre a soffrire fino al 95', ma non molla mai e da squadra si prende i tre punti che voleva. Alla fine festeggiano tutti, con la testa già a domenica quando a San Siro arriva la Roma di Lukaku per un'altra partita certo non banale. L'incrocio con il grande ex alla Pinetina lo aspettano tutti con impazienza dalla scorsa estate...

    ECCO IL NINO—
    Rispetto a sabato a Torino, Inzaghi cambia cinque elementi per avere forze fresche contro i campioni d'Austria, ma anche per preservare qualche titolare in vista del faccia a faccia con Big Rom. Frattesi, all'esordio dal 1' in Champions, rileva Barella, mentre Sanchez in attacco viene preferito a Thuram. Struber, che ha diversi infortunati tra i quali l'ex viola Terzic, preferisce Solet nel ballottaggio con il diffidato Baidoo, ma soprattutto abbandona il 4-3-1-2 in favore del 4-2-3-1: Bidstrup e Gourna-Douath davanti alla difesa e il milanese (figlio d'arte) Simic unica punta. Il capocannoniere della squadra, Karim Konaté, inizialmente in panchina. L'Inter fatica a entrare in partita e a prendere le misure a una squadra che alza i terzini, pressa e cerca l'imbucata, come quella che permette a Gloukh di battere in diagonale da ottima posizione: ci vuole una bella parata di Sommer per non mettere il match in salita. Gli ospiti alternano il palleggio ai lanci lunghi di Pavlovic per Kjaergaard, che attacca alle spalle Dumfries. Prendere le misure per Lautaro e compagni non è facile perché i tre trequartisti dietro a Simic duettano ed entrano centralmente con facilità. Inzaghi chiede più densità in mezzo per evitare una serata di sofferenza e, dopo una decina di minuti con qualche apprensione di troppo, Calhanoglu riesce a liberarsi dalla pressione di Gloukh e a giocare più il pallone. Con il turco crescono anche i compagni che in pratica al primo affondo passano con Sanchez, ben servito da una palla geniale di Mkhitaryan (toccata da Frattesi). È il primo tiro verso la porta avversaria e il Meazza fa già festa. Gli austriaci avvertono il colpo e per poco non incassano il 2-0 con una deviazione maldestra di Dedic che, per disinnescare un cross di Dumfries, rischia l'autorete. Ora è un'altra Inter, più coraggiosa, più sicura e più rapida anche nel far circolare il pallone. Il vantaggio all'intervallo è meritato.

    DECIDE CALHA— La ripresa inizia con Barella, già acclamato nel primo tempo dalla Nord (per l'ingiusto coinvolgimento nella vicenda scommesse), al posto dell'ammonito Mkhitaryan e con il Salisburgo pericoloso esattamente come nei primi minuti dell'incontro: Gloukh non inquadra lo specchio da buona posizione e un inserimento di Kjaergaard viene fermato a due passi dalla porta di Sommer. Sono campanelli d'allarme inascoltati e così, dopo un tiro fuori di Carlos Augusto su traversone di Dumfries, gli austriaci pareggiano grazie alla classe dei suoi ragazzi: Simic disorienta Bastoni, appoggia per Kjaergaard che arma la botta vincente di Gloukh. Il pareggio sveglia l'Inter che, rabbiosa, si procura un rigore con un'incursione di Frattesi. Dagli undici metri Calhanoglu è ancora freddissimo: 2-1. Nonostante il vantaggio ritrovato, Inzaghi non cambia idea sulle sostituzioni già programmate in precedenza: dentro Thuram e Darmian per Sanchez e Dumfries. Carlos Augusto con un colpo di testa bloccato da Schlager dimostra perché Dimarco (ogni tanto) può rifiatare in panchina, ma anche Sommer non può distrarsi e deve bloccare le conclusioni di Simic e Susic. Struber prova il tutto per tutto con un triplice cambio: dentro Ratkov per Simic, Konate per Bidstrup e Nene per Kjaergaard. Adesso il Salisburgo attacca con il 4-2-4 e mette pressione all'Inter che però quando riparte con la velocità di Thuram sa far male. La sfida diventa vibrante perché le due formazioni un po' si allungano: Lautaro firma il 3-1, annullato dal Var per fuorigioco di Frattesi, autore dell'assist per il Toro, ma anche gli ospiti non smettono di premere con i loro giovani terribili. Inzaghi, che ha già inserito Asllani, prova a dare più equilibrio con Klaassen per Lautaro, mentre Struber mette dentro Capaldo e Forson per il vano assalto finale. A esultare, dopo 5 minuti di recupero, sono i nerazzurri, ora più vicini agli ottavi.
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    Colpo del Napoli a Berlino: guizzo di Raspadori e ottavi più vicini

    Nella ripresa decide il sinistro dell'attaccante su assist di Kvara. Ai tedeschi viene annullato un gol per fuorigioco nel primo tempo. Per Gercia un passo importante verso la qualificazione
    Dal nostro inviato Vincenzo D'Angelo

    24 ottobre - BERLINO
    Le chiamano vittorie sporche, spesso fanno la differenza. Perché anche quando la serata sembra storta, resistere e colpire al primo tentativo dà comunque un gran morale e sa di grande squadra. Il Napoli oggi non è ancora quello che ha fatto divertire in Europa la scorsa stagione, ma intanto torna da Berlino con un successo importantissimo per 1-0, che regala il secondo posto del girone alle spalle del Real Madrid e ipoteca il passaggio agli ottavi. La risolve un colpo mancino di Raspadori al 20’ della ripresa, letale dopo la magia sulla fascia di Kvaratskhelia, unico all’altezza di una serata da grande appuntamento.

    BASSO RITMO—
    L’avvio sembra un copia e incolla di Verona, con padroni di casa più intraprendenti e ospiti costretti a difendere subito su due calci d’angolo insidiosi. Passata la prima ondata, il Napoli comincia a tessere la sua tela, ma con poca velocità e molta prevedibilità. Così l’Union resta sornione, ben coperto e pronto ad aggredire le praterie lasciate incustodite dagli azzurri. Al 24’ l’Union riesce anche sbloccare la gara, ma la posizione di partenza di Fofana – prima di aver ubriacato Natan e Rrahmani con un paio di sterzate e servito Haberer per il colpo vincente – era irregolare. Nulla di fatto. Si parte, ma è sempre l’Union a giocare sulle ripartenze e Napoli molle e senza guizzi. Prima dell’intervallo Aaronson (30’) non trova la porta da buona posizione, Fofana (37’) trova Meret a respingere sul primo palo e Khedira (fratello dell’ex Juve) calcia a lato di poco da fuori area.

    IL MORSO DI RASPA— Garcia lascia negli spogliatoi Cajuste, brutta copia di Verona, e ripropone Elmas da mezzala. Ma il primo brivido della ripresa è ancora per la porta di Meret, con la conclusione di Fofana (3’) ancora di poco a lato. Kvara (5’) prova ad accendersi: serpentina deliziosa a sinistra e tiro a giro murato. Ma il Napoli ha bisogno di iniziative così per scuotersi, e infatti è dalla successiva magia sulla sinistra (20’) che il georgiano salta secco Trimmel e dalla linea di fondo manda un cioccolatino per Raspadori, che di prima fulmina Ronnow. Napoli avanti al primo tiro in porta: spietato. L’Union, colpito nell’orgoglio, sembra di colpo squagliarsi: Garcia inserisce Simeone e Olivera per Raspadori e Mario Rui e anche i tedeschi cambiano tre giocatori per trovare una scossa dalla panchina.

    ULTIMI ASSALTI— Knoche al 35’ fa alzare in piedi gli oltre 70 mila dell’Olympiastadion, ma il suo colpo di testa passa al lato di un soffio con Meret ormai battuto. A due dal termine Garcia si arrocca: fuori Kvara (che stavolta dà il cinque al suo tecnico) e dentro Ostigard, che si piazza a fare da diga davanti alla difesa. In pieno recupero Meret in tuffo sventa un pericoloso cross basso, ma il Napoli senza Kvara non riparte più. Il fortino però regge e dopo Verona, ecco Berlino. Due vittorie che potrebbero cambiare la stagione del Napoli. E il futuro di Garcia.
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    Onana eroe a Old Trafford: para il rigore al 96' e lo United vince, successi anche per Arsenal e Real

    Tre punti anche per gli spagnoli della Real Sociedad contro il Benfica. 1-1 tra Lens e PSV
    Salvatore Malfitano

    24 ottobre - MILANO
    Poche le sorprese, nel martedì di Champions League. Il Real Madrid di Carlo Ancelotti si conferma la capolista del gruppo C, quello del Napoli, con il successo sul campo del Braga; in copertina, il solito Bellingham autore del gol vittoria. Nel girone dell’Inter invece la Real Sociedad aggancia i nerazzurri in vetta superando con merito il Benfica in trasferta. Il Manchester United fatica le proverbiali sette camicie per venire a capo del Copenaghen grazie alla rete di Maguire ma soprattutto grazie ad Onana che para un rigore a tempo scaduto; bene anche l’Arsenal sul campo del Siviglia. Pari tra Lens e Psv, mentre il Bayern Monaco nell’anticipo di giornata passa a Istanbul contro il Galatasaray.

    BRAGA-REAL MADRID 1-2
    I Blancos non fanno grande fatica ad avere la meglio dei portoghesi, anche se nel finale la squadra di Ancelotti si rilassa troppo. Apre le danze Rodrygo al 16’, fortunato con un rimpallo a trovare la deviazione sottomisura dopo il bello spunto di Vinicius a sinistra. Bellingham come al solito non manca l’appuntamento: al 50’ scalda i guanti di Matheus, dieci minuti più tardi lo infila con un destro all’angolino su cui il portiere non più nulla. La reazione del Braga si concretizza al 63’, quando Banza molto libero in area serve Djalo che fulmina Kepa sul primo palo. Per il resto gli spagnoli mantengono il vantaggio e restano a punteggio pieno.

    BENFICA-REAL SOCIEDAD 0-1— Prestazione autorevole della Real Sociedad a Lisbona, con il Benfica in balia dell’avversario per tutti i novanta minuti. Muñoz e Barrenechea preoccupano Trubin con due conclusioni al 26’ e al 45’ che terminano poco lontano dal palo. Il portiere è bravo ad opporsi a Zubimendi (56’), mentre non può opporsi al 63’ a Brais Mendez che sotto porta va a segno sull’assist di Barrenechea. Poco dopo Kubo accarezza la gioia del gol, ma il suo sinistro da fuori si stampa sulla traversa.

    MANCHESTER UNITED-COPENAGHEN 1-0— Non è una Champions facile per i Red Devils e non lo è nemmeno contro il Copenaghen, che assedia gli inglesi per quasi tutta la partita. Nei primi cinque minuti Achouri impegna Onana e Gonçalves colpisce il palo con una bella volée, su cui Elyounoussi sbaglia il tap-in. Ancora l’ex Inter è decisivo su Claesson al 50’, dall’altro lato Grabara si supera su Eriksen (54’). Al 72’ la gara si sblocca col protagonista meno atteso, Harry Maguire, che devia di testa il traversone preciso dell’altro ex nerazzurro. Lo United potrebbe sorprendentemente chiuderla al 78’, ma Grabara è ancora ottimo su Garnacho e McTominay non inquadra la porta sulla respinta. A tempo scaduto, Guida concede un rigore ai danesi per l'intervento di McTominay che cerca il pallone ma colpisce Elyounoussi: dal dischetto va Larsson, ma Onana para.

    SIVIGLIA-ARSENAL 1-2— I Gunners hanno il predominio del gioco, anche se non producono moltissimo nel primo tempo. Martinelli ha una buona chance, ma Bono lo ferma con un’uscita tempestiva. En-Nesyri risponde nel finale di frazione, con un diagonale secco che finisce a lato. Nel recupero Jesus lavora meravigliosamente un pallone in transizione, poi manda in porta Martinelli che scarta il portiere e appoggia in rete. Al 53’ è protagonista ancora Jesus, che stavolta fa tutto da solo e con una gran botta all’incrocio da posizione defilata firma il raddoppio. Il Siviglia accorcia praticamente subito con il colpo di testa di Gudelj su calcio d’angolo (58’), ma non dà seguito e vince l’Arsenal.

    LENS-PSV 1-1— La bolgia francese non inghiotte il Psv, che fa una buona partita e strappa il pari. Il destro a giro di Lozano alla mezzora si stampa sul palo, il sinistro di Bakayoko invece la porta la centra alla perfezione: è il 55’ quando il belga lascia partire un tiro preciso che sorprende il portiere. Dieci minuti dopo Wahi risponde a tono, coordinandosi al volo un cross dalla destra per l’1-1 finale.
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