Coppa Italia 2023-24

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    Sassuolo, che fatica: batte lo Spezia 5-4 ai rigori e si guadagna l'Atalanta

    Dopo 120 minuti senza reti, la gara viene decisa dai tiri dagli undici metri, dove Moro sbaglia il secondo tiro che alla fine sarà determinante per l'eliminazione
    Dal nostro inviato Matteo Dalla Vite

    2 novembre - REGGIO EMILIA
    È il Sassuolo a prendersi l’Atalanta agli ottavi di Coppa Italia. E lo fa dopo i calci di rigore e dopo l’unica parata della serie, quella di Cragno davanti a Moro. Finisce 5-4 per i neroverdi ma è stata una sudata pazzesca: perché lo Spezia di Alvini ha visto sibilare una marea di tiri (ben 13 fuori dallo specchio da parte dei padroni di casa) ma si è anche fatta onore sfiorando il colpaccio due volte con Kouda. Avanti il Sassuolo, dunque, all’ultimo tuffo: Berardi, Pinamonti, Bajrami, Thorstvedt e Laurientè non hanno fallito. Dionisi, in sostanza, ha avuto bisogno dei suoi titolari nel momento più importante della giornata.

    DOMINIO STERILE—
    Dionisi abbandona inizialmente il 4-2-3-1 per un 4-1-4-1 con Racic solitario davanti alla difesa e Castillejo interno destro nel poker dietro a Mulattieri. Alvini fa giostrare molto i suoi “pasticciando” un sistema che vede sostanzialmente due uomini da creazione (Verde, che pende verso l’allargamento a destra, e Cipot) dietro a Krollis. Proprio Cipot ha l’occasione iniziale dopo 30”: fuga, su servizio di Ekdal, a difesa del Sassuolo altissima, Cragno gli esce sui piedi ma il tiro anticipato va fuori dallo specchio. Spezia intraprendente e che subito dopo ci riprova con Corradini (4’): Cragno c’è. E i neroverdi? Vestono una maglia gialla color evidenziatore e in campo non hanno dei primattori tipo Berardi, Pinamonti o Boloca; però reagiscono cercando l’offensiva con Racic, colpo fra i pali con Zoet che risponde perfettamente. Anche Mulattieri ha la propria occasione: scorre il 26’ e Castillejo si fa dieci metri in mezzo al campo evitando tre uomini, palla in profondità ma tiro a lato del ragazzo cresciuto nelle giovanili di Spezia e Inter. Ancora Sassuolo, poi: Viti in proiezione offensiva, tiro schiacciato da lontano che si perde alla sinistra di Zoet; il portiere dello Spezia poi salvaguarda la porta anche al 33’ su tiro da lontano di Castillejo. È un Sassuolo che fatica a entrare in area: lo Spezia copre bene i pertugi e riparte con Cipot e Verde, mentre gli uomini di Dionisi ci provano sempre ma non trovando appunto la porta anche con Castillejo e Defrel. Il primo tempo se ne va così: il Sassuolo domina ma non fa male.

    COLPI DI KOUDA— L’inizio della ripresa non fa cambiare il copione ma meteorologicamente la pioggia sottile mista a vento continua a imperversare: i tecnici non cambiano uomini e il Sassuolo è sempre avanti. Al 5’ c’è l’occasionissima per Defrel spostato a sinistra dentro l’area piccola: pallone vagante, mio-tuo, e la punta dei neroverdi si fa sporcare una conclusione comodissima da Pietra, in recupero quasi miracoloso. Lo Spezia resiste ma ha solo sprazzi di fase offensiva: in una di questa, minuto 8 st, è sempre Pietra a provarci da fuori su suggerimento di Verde: tiro a lato. Alvini infila Petko e Moro, il Sassuolo ci prova sempre ma nemmeno Volpato (16’ s.t.) prende la porta. Al 18’ Mulattieri ha la botta che pare quella giusta: tiro dentro lo specchio a Zoet non si sorprende, volo a angolo. Ora Verde è passato a sinistra, lo Spezia tenta di tener u palla ma Mulattieri ha ancora la palla del vantaggio: nientr, sottoporta spara a lato al 24’. Alvini infila Kouda e Salvatore Esposito, Dionisi deve chiedere via via una mano ai rinforzi Berardi, Thorstvedt, Laurienté, Pinamonti e Bajrami perché venti secondi prima lo Spezia ha (30’ st) sfiorato davvero il colpaccio con Kouda servito da Moutinho: Cragno si è superato. Non succede la stessa cosa al 40’ s.t.: Kouda perfora il portiere emiliano ma era partito da posizione di fuorigioco, 0-1 annullato. Poi, Kouda – scatenato – ci prova ancora: Cragno ribatte a tre minuti dalla fine del tempo regolamentare.

    ANGOLI E RIGORI— Poi, i supplementari: niente nel primo, ed è chiaro che nel secondo quarto d’ora in più il Sassuolo cerchi Berardi e Bajrami in più, oltre naturalmente al colpo decisivo di Pinamonti che sfiora l’1-0 al 114’ ma Zoet c’è, come poco dopo contro Bajrami. Il Sassuolo continua a concludere ma rimbalza. E a collezionare calci d’angolo (14 a 2) ma lo Spezia resiste. Si va ai rigori: Cragno para la conclusione di Moro, i suoi compagni non falliscono. Sarà Atalanta-Sassuolo.
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    Arbitro che se va bene è cretino, altrimenti è in chiara malafede.
    Noi comunque ennesima figura di merda
     
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    Alla Lazio basta Guendouzi per stendere il Genoa: Sarri ai quarti di Coppa Italia aspetta... Mou

    Il francese ha siglato il gol partita dopo appena 5 minuti con un grande destro dal limite dell'area. Nota negativa l'infortunio di Isaksen. Ora i biancocelesti affronteranno una tra Roma e Cremonese


    La differenza l'hanno fatta le scelte. Lazio-Genoa finisce 1-0 e i biancocelesti si qualificano per il tredicesimo anno di fila ai quarti di finale di Coppa Italia, turno al quale i liguri non accedono invece dal 1991-92. Decide il gol di Guendouzi, arrivato già al 5'. Sarri ha mandato in campo una squadra semi-titolare, Gilardino ha invece dato spazio a chi fino adesso ha giocato meno, schierando però in attacco Retegui, recentemente recuperato dopo i problemi fisici che lo hanno limitato negli ultimi due mesi. Ai quarti la Lazio sfiderà la vincente di Roma-Cremonese, in programma il 3 gennaio.

    LA PARTITA—
    La Lazio parte forte e si porta in vantaggio al primo affondo: al 5' è bravo Pellegrini ad anticipare Hefti sulla trequarti campo, raggiungere il fondo e servire Guendouzi a rimorchio. Il francese, di prima, pesca l'angolino dal limite. Per lui è il primo gol con la maglia biancoceleste. I ritmi non sono alti e le occasioni nascono più che altro per errori individuali dei difensori: all'11' è Gila a perdere palla vicino alla propria area di rigore, permettendo a Retegui di calciare in porta (ben posizionato Provedel). Il Genoa sfiora il pareggio al 18', quando Kutlu, sulla destra, raggiunge il fondo e mette il pallone al centro per Retegui che da ottima posizione calcia però alto. Prima dell'infortunio muscolare di Isaksen, ci prova ancora Kutlu, che però non inquadra la porta (25'). I padroni di casa rispondono con Pedro (buono l'intervento di Leali), e con Felipe Anderson (tiro fuori).

    LA RIPRESA— Nemmeno nel secondo tempo si alzano i ritmi: dopo un intervento sbagliato di Gila è Retegui a ritrovarsi in ottima posizione, venendo però chiuso al momento del tiro dal difensore spagnolo, bravo a recuperare. Fiscale ma giusta invece la decisione dell'arbitro Sacchi che, entrato Immobile che si era subito impossessato della fascia da capitano, ha chiesto al centravanti di lasciare il pezzo di stoffa a Pedro che in distinta era stato inserito come vice. Nei minuti finali la Lazio legittima il vantaggio creando due occasioni prima con Felipe (colpo di testa con il quale non inquadra la porta), poi con Immobile (Leali para) e infine con Basic, che calcia debolmente da posizione favorevole. Finisce così, con i biancocelesti che ottengono la tredicesima qualificazione di fila ai quarti, mantenendo la porta inviolata per la sesta partita casalinga consecutiva. Le scelte iniziali dei due tecnici però hanno influito parecchio, con Sarri che ha puntato su una squadra semi-titolare, con Gilardino che ha invece schierato diverse riserve. Pagandone le conseguenze.
     
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    Ok che tanto non vinciamo mai nulla, però imbottire la squadra di riserve non mi sembra un'idea brillante.
    Il tutto finalizzato alla salvezza in campionato.
    Poi ok, Sarri parla di arbitri solo quando gli conviene
     
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    Il Parma si illude, la Fiorentina rimonta e va ai quarti ai rigori. Sfiderà Inter o Bologna

    La capolista di B parte alla grande ma la Viola riesce con fatica a risalire da 0-2 a 2-2 e a passare il turno dal dischetto

    Ilaria Masini
    6 dicembre 2023 - FIRENZE
    Dallo 0-2 del primo tempo al 6-3 dopo i calci di rigore. La Fiorentina accede ai quarti di finale dove sfiderà la vincente fra Inter e Bologna che si affronteranno il 20 dicembre. Una gara incredibile con due gol in due minuti del Parma nel primo tempo e i viola che reagiscono nei minuti finali della ripresa, agguantando il pareggio e quindi i supplementari. E se la squadra di Pecchia poteva dilagare e chiudere la partita già nel primo tempo, grazie alle reti di Bernabé e Bonny, la Fiorentina non si rassegna e arriva al 2-2 con Nzola che accorcia e Sottil che segna dal dischetto al 44’. Il sigillo finale, dopo i supplementari, nella lotteria dei rigori è di Beltran che non sbaglia.

    LE SCELTE—
    Vincenzo Italiano sceglie una formazione iniziale diversa per 8/11 rispetto alla vittoria in campionato contro la Salernitana: Nzola è il centravanti con Brekalo, Barak e Sottil in appoggio. Fabio Pecchia, dall’altra parte, lo supera con 9/11 differenti rispetto all’undici iniziale di Spezia e schiera Bonny come terminale offensivo e dietro a lui Benedyczak, Bernabé e Mihaila (unico confermato insieme a Circati).

    LA PARTITA— Il primo sussulto è al 10’ del primo tempo quando Barak mette al centro un buon pallone per Nzola su cui chiude Osorio. Il Parma invece si rende subito pericoloso con le discese di Benedyczak e con un tiro di Mihaila che, lanciato a rete, alla fine sbaglia il controllo. Il gol del vantaggio degli ospiti arriva al 21’ del primo tempo: in un’unica azione Christensen para su Benedyczak, subito dopo Bonny colpisce il palo e sulla ribattuta Bernabé insacca con un gran sinistro all’incrocio. Appena due minuti dopo è Bonny a trafiggere nuovamente Christensen su assist di Mihaila che approfitta di un errore di Mina. La Fiorentina reagisce al 33’ con una tiro di Sottil che Circati blocca con il braccio. L’arbitro Marinelli fischia il rigore ma, dopo un veloce controllo al Var, l’intervento risulta fuori area. Poco dopo è lo stesso Circati in fase offensiva a impegnare seriamente il portiere viola, bravo ad evitare il terzo gol. In chiusura di tempo Parma scatenato con Bernabé che sfiora il palo.

    CAMBIA TUTTO— Per dare un segnale forte e cercare di rimettere in piedi la partita, nell’intervallo Italiano cambia quattro uomini, inserendo Ranieri per Mina, Infantino per Brekalo, Biraghi per Parisi e Arthur per Mandragora. La reazione viola però è timida con un tiro di Barak e una punizione centrale di Sottil. Pecchia richiama in panchina Hainaut, infortunato, per inserire Del Prato e Charpentier per Bonny. Per i ducali entra anche Man al posto di Benedyczak e fra i viola Beltran al posto di Barak in una sorta di 4-4-2. Spazio infine anche per Begic ed Hernani, subito pericoloso. Ma è la Fiorentina a riaprire i giochi con una splendida rete di Nzola al 38’ servito da Sottil. È qui che si accende in modo definitivo la partita del numero 7 che tenta una conclusione colpita da Osorio con il braccio. Rigore che Sottil insacca. Supplementari: l’occasione migliore del primo tempo supplementare è per Man su cui è ancora pronto Christensen, mentre per i viola da segnalare un colpo di testa di Beltran. Nel secondo ci prova Ranieri e intanto fa il suo ingresso in campo Kouame per Sottil. Il risultato rimane sul 2-2 e spazio ai calci di rigore. Biraghi segna per la Fiorentina, Hernani per il Parma, Kouame fa centro per i viola mentre il tiro di Man finisce sul palo. Milenkovic non sbaglia e subito dopo Camara spara alto. La rete decisiva è di Beltran che chiude i conti in modo definitivo sul 6-3.
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    Disastro Napoli, ottavi ancora tabù: umiliato 4-0 dal Frosinone che vola ai quarti

    Barrenechea, Caso, Cheddira e Harroui firmano il trionfo della squadra Di Francesco. Per gli azzurri terza eliminazione di fila agli ottavi del torneo

    Gianluca Monti
    19 dicembre 2023 (modifica alle 23:06) - NAPOLI
    Clamoroso al Maradona: il Frosinone umilia 4-0 il Napoli campione d'Italia e vola ai quarti di Coppa Italia sorprendendo gli azzurri paradossalmente proprio nel momento in cui Mazzarri aveva accantonato il turnover per dare spazio ai vari Lobotka, Di Lorenzo, Kvara e Osimhen. Barrenechea, Caso, Cheddira su rigore e Harroui nel recupero hanno premiato il coraggio di Di Francesco nel cambiare modulo a inizio ripresa dando un assetto più compatto alla sua squadra che nella prima frazione aveva rischiato di andar sotto (gol di Simeone annullato dal Var con feroci polemiche da parte del Napoli). E così gli ottavi di Coppa Italia si rivelano ancora maledetti per il Napoli, che esce per il terzo anno di fila nel torneo, sempre sconfitto in casa: nel 2022 ko 5-2 con la Fiorentina ai supplementari, nella scorsa edizione fuori con la Cremonese ai rigori, quest'anno strapazzato dal Frosinone, come detto.

    OKOLI, CHOLITO E IL VAR—
    Con tanti elementi nuovi in campo insieme per la prima volta (nove i cambi tra i titolari rispetto al Cagliari) la squadra di Mazzarri ha faticato un po' a ritrovarsi (si è fatto vivo solo Lindstrom al 16', respinta di Cerofolini) e il Frosinone si è presentato alla mezz'ora con il torrese Caso, sterzata su Zanoli e destro da buona posizione respinto da Ostigard. Certo, Gollini non si è mai sporcato i guanti ma anche Cerofolini - tranne che per l'intervento su Lindstrom - ha fatto da spettatore fino al clamoroso errore di Okoli che ha regalato a Simeone il pallone dell'uno a zero: un gradito omaggio che il Cholito ha dovuto solo scartare (come ha fatto appunto con il portiere avversario) prima di appoggiare in rete. Tutto invalidato, però, dal Var per via del precedente fallo di mani di Lindstrom che Abisso ha sanzionato dopo essere stato richiamato allo schermo da Di Martino e Paganessi (resta il dubbio sul fatto che il tocco di Okoli potrebbe in realtà aver innescato una nuova azione rispetto a quella "viziata" da Lindstrom). Un episodio che comunque ha svegliato il Napoli, sicuramente più propositivo fino all'intervallo (vedi punizione di Raspadori respinta da Cerofolini).

    MARADONA GELATO— Di Francesco è passato al 3-5-2 ad inizio ripresa inserendo Lirola per Kvernadze ed il solito Caso al 5' ha chiamato Gollini alla prima parata della serata. La partita è salita di intensità già prima degli ingressi di Lobotka e Di Lorenzo (quest'ultimo per Mario Rui che aveva appena scheggiato il palo su punizione dai 18 metri). Il Napoli ha fatto ricorso anchew a Kvara ed Osimhen sin dal 64' ma un minuto dopo il Frosinone è passato con l'argentino Barrenechea su azione d'angolo: spizzata precisa sul secondo palo e Gollini battuto. A tradire Mazzarri dunque sono stati proprio i calibri pesanti con Di Lorenzo che addirittura ha "imitato" Okoli e servito su un piatto d'argento il pallone dello 0-2 a Caso, che tutto solo davanti al portiere non ha sbagliato. Gelli, invece, ha fallito una chance clamorosa a cinque minuti dalla fine quando il Napoli aveva ormai già mollato gli ormeggi tanto che poi lo stesso Gelli è stato atterrato al 90' in area da un irriconoscibile Di Lorenzo e Cheddira (in prestito dal Napoli ai ciociari) ha calato il tris dagli undici metri mentre nel recupero Harroui ha addirittura incartato il poker in contropiede consegnando questa serata alla storia del Frosinone.
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    L'Inter crolla ai supplementari: il Bologna vola ai quarti con mago Zirkzee

    Nerazzurri avanti al 92' con Carlos Augusto, poi la rimonta emiliana al 112' con Beukema su incredibile assist di tacco dell'olandese e al 115' con Ndoye: la squadra di Motta passa il turno e si regala la Fiorentina

    Matteo Nava
    Giornalista
    20 dicembre 2023 - MILANO
    Come in campionato, ancora una volta è Joshua Zirkzee a indossare il cilindro e a ribaltare con le sue magie l’Inter al Giuseppe Meazza. Questa volta lo fa nel secondo tempo supplementare, da subentrato, con un doppio assist da prestigiatore che lancia il Bologna ai quarti di finale di Coppa Italia contro la Fiorentina. Al 92’ Carlos Augusto illude San Siro con il colpo di testa del vantaggio, ma tra il 112’ e il 115’ l’olandese cambia le sorti della partita: segnano Sam Beukema e Dan Ndoye, ma è lui a prendersi buona parte dei meriti. Preoccupa Lautaro Martinez: non tanto perché fallisce insolitamente un rigore nel secondo tempo, ma perché dopo un centinaio di minuti di gioco esce dal campo per un affaticamento muscolare.

    TURNOVER? SÌ, GRAZIE—
    Rispetto alla vittoria della scorsa domenica in casa della Lazio, Simone Inzaghi mantiene titolare soltanto chi non può cambiare causa defezioni: il trio difensivo, Matteo Darmian a destra e Lautaro in attacco. Per i restanti sei undicesimi di formazione spazio a chi gioca di meno, tra cui l’ex Marko Arnautovic per la prima volta avversario del Bologna avendo saltato per infortunio l’incrocio di campionato. Nei rossoblù anche Thiago Motta opta per alcune rotazioni, tra cui spicca Giovanni Fabbian – acquistato in estate proprio dai nerazzurri – e il figlio d’arte Sydney Van Hooijdonk, più i 19enni Tommaso Corazza in difesa e Kacper Urbanski come ala sinistra. In panchina, tra gli altri, la minaccia numero uno Joshua Zirkzee.

    LA STRATEGIA PAGA— Memore del 2-2 subito in rimonta in campionato, i padroni di casa approcciano alla partita senza sottovalutare l’avversario e decidono di asfissiare le fonti di gioco bolognesi con un pressing avvolgente già a inizio azione, anche sulle rimesse dal fondo. Il risultato è che gli ospiti sono pericolosi soltanto una volta nei primi 45 minuti – un tacco volante di Fabbian che si avvicina all’incrocio dei pali – e che gli uomini di Motta alternano obbligati e inefficaci lanci lunghi a un giro palla affaticato e talvolta rischiosissimo. Dalla sua, l’Inter si rende pericolosa almeno un paio di volte, ma Ravaglia è sempre attento: all’8’ respinge in tuffo un tentativo da fuori area di Davy Klaassen, al 31’ si distende per evitare il vantaggio di Davide Frattesi, ben inserito su una sgroppata di Carlos Augusto. La difesa bolognese vigila bene sulle due punte nerazzurre, così è proprio l’attitudine offensiva dell’ex Sassuolo a spiccare pericolosamente nel primo tempo: oltre all’occasione sopra citata, la mezzala “svirgola” su corner un pallone golosissimo a pochi passi dal secondo palo e chiede – invano – un rigore per un contatto in area in velocità.

    A TUTTO RAVAGLIA— Il secondo tempo riparte ancora con Frattesi e ancora con un suo impatto mancato con il pallone, questa volta all’interno dell’area. Il Bologna prova a mettere il naso avanti con una girata alle stelle di Urbanski, ma è Arnautovic a divorarsi un gol clamoroso all’altezza dell’area piccola non sfruttando un regalo ospite in fase di costruzione. A togliere le castagne dal fuoco sembra però pensarci un Tommaso Corazza fino a quel momento convincente: tocco di braccio in area e rigore caldeggiato dal Var. Sul dischetto al 65’ ci va Lautaro, che però non riesce a superare l’eroe di serata Ravaglia. È il primo penalty sbagliato dal Toro in stagione, ma l’occasione stimola l’appetito interista con Arnautovic che sfiora immediatamente il palo con un bel destro deviato. Motta prova a dare pepe a una squadra in difficoltà aggiungendo Oussama El Azzouzi per Nikola Moro, ma è Carlos Augusto – di nuovo deviato – a far tremare il Bologna con una strana traiettoria che sfila poco oltre il palo lontano. Inzaghi allora chiama i rinforzi a un quarto d’ora dalla fine: Federico Dimarco, Nicolò Barella e Marcus Thuram, che significa Arnautovic ancora una volta senza gol. Lorenzo De Silvestri e Stefano Sensi sono le successive mosse degli allenatori, seguite da Ndoye e Zirkzee per armare possibili ripartenze bolognesi nell’assalto finale dell’Inter. Ravaglia dice no anche a Dimarco in penetrazione, Sensi calcia alto nel recupero e per il quarto anno di fila l’Inter chiude un ottavo di finale di Coppa Italia ai supplementari.

    MAGO JOSHUA— Con il Meazza che applaude il ritorno in campo di Benjamin Pavard (fuori l’ammonito Yann-Aurel Bisseck), al 92’ è il primo gol interista di Carlos Augusto – di testa su calcio d’angolo – a cambiare l’equilibrio della mezz’ora aggiuntiva di San Siro: il Bologna deve attaccare, ora. L’ingresso di Henrikh Mkhitaryan combacia con un’uscita dolorante di Lautaro che turba i pensieri dei tifosi, poi al 112’ una magata del solito Zirkzee gela un Meazza già brinato per le temperature: il calcio d’angolo sembra destinato a spegnersi sul fondo, ma l’olandese ripesca il pallone dal suo destino e, d’esterno al volo, lo serve a Sam Beukema per il tap-in. Fugato il dubbio della possibile fuoriuscita della palla l’Inter si fionda alla ricerca del gol, ma in ripartenza ancora Zirkzee semina il panico e lancia Ndoye per il sorpasso. Emil Audero si fa superare dallo scavetto in velocità e l’Inter saluta la Coppa Italia per la prima volta nella gestione Inzaghi.
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    Finalmente una gara che non mi ha fatto bestemmiare e dove il portiere avversario non si è svegliato come il nuovo Buffon o Yashin.
    Bene alcuni ragazzini, tipo Jimenez che credo tornerà presto al Real se si confermerà.
    Migliore in campo Theo, che ieri sera è stato perfetto (al netto di un avversario che non ci credeva manco per il cazzo dopo un primo quarto d'ora).
    Male Romero.
     
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    Lukaku e Dybala ribaltano la Cremonese. Roma, derby con la Lazio ai quarti

    I giallorossi soffrono, vanno sotto con la rete di Tsadjout al 37', ma nella ripresa rimontano con le reti del belga e della Joya (su rigore)

    Andrea Pugliese
    Giornalista
    3 gennaio 2024 (modifica alle 23:40) - ROMA
    A salvare la Roma ci pensa ancora una volta Dybala. Per il rigore decisivo, ma soprattutto per come ha cambiato volto alla squadra di Mourinho. Prima lenta, prevedibile, a tratti assonnata. Con la Joya, finalmente viva, vivace ed anche efficace. La paura di perdere la terza partita consecutiva con la Cremonese è durata ben 77 minuti, con il gol di Tsadjout a pesare come un macigno sul morale giallorosso. Poi il pari di Lukaku e il penalty decisivo di Dybala, per andarsi a prendere il derby con la Lazio, in un quarto di finale che promette già scintille.

    LA PAURA— La situazione imbarazzante in cui si ritrova la Roma la si legge nella linea di difesa: Celik a destra, Cristante al centro e Llorente a sinistra, una retroguardia improvvisata. Eppure all’inizio la Roma sembra anche fare la partita, con i tentativi di Belotti (alto da fuori) e Pellegrini (bella parata di Jungdal su punizione) e quei 4 gialli nei primi 16 minuti che finiscono inevitabilmente per condizionare la Cremonese. Il gol sembra nell’aria, seppur i giallorossi non giochino a ritmi sovrannaturali. Al 29’ però succede tutto quello che non può succedere: su cross di Karsdorp prima Lukaku si divora il vantaggio di testa, poi Belotti calcia su Jungdal e infine Pellegrini colpisce la traversa a botta sicura. In pochi secondi tre errori clamorosi e lì la partita pare girare. Perché, scampato il pericolo, la Cremonese si scrolla di dosso timori e paure e inizia a capire che forse si può anche fare. Zanimacchia è il più attivo e costringe Llorente a un giallo pericolosissimo, poi arriva anche il vantaggio ospite con Tsadjout che insacca mentre Llorente e Cristante mettono in mostra tutti i loro limiti in marcatura. E lo stesso Zanimacchia sfiora pure il raddoppio da fuori, poco dopo che Tuia aveva salvato in extremis su Belotti. Si torna negli spogliatoi, tra i fischi dell’Olimpico.

    LA RIMONTA— Le mosse di Mourinho allora si chiamano Dybala, Kristensen e Zalewski per Belotti, Celik e Llorente. La Roma passa così al 4-2-3-1, con la coppia di centrali di difesa composta da Cristante e Kristensen. Dybala inventa subito la palla del pareggio per Lukaku, che si divora anche questa. Diventa subito un assedio, la palla gira molto più veloce rispetto ai primi 45’, El Shaarawy è sfortunato e colpisce il palo, ma dopo quindici minuti la spinta giallorossa sembra essersi già esaurita. Stroppa cambia le due punte inserendo Coda e Quagliata, Mou aumenta ancora di più il potenziale offensivo buttando dentro anche Azmoun. Un coast to coast di El Shaarawy mette i brividi a Jungdal e al 77’ finalmente Lukaku si fa perdonare tutti gli errori precedenti, insaccando il pari dopo un bella combinazione con Azmoun. L’Olimpico diventa una bolgia, Dybala sbaglia la palla del vantaggio, Sernicola atterra ingenuamente Spinazzola in area e l’argentino stavolta non sbaglia più, dal dischetto. L’ultimo brivido è ancora per El Shaarawy, che a porta vuota sbaglia il 3-1. Appuntamento al 10 per un Lazio-Roma da scintille.
     
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    con tutte le occasioni create sarebbe stato assurdo andare ai supplementari, figuriamoci uscire
     
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    Juve, l'ansia dura 12': sei schiaffi alla Salernitana, nei quarti c'è il Frosinone

    Un errore di Gatti regala subito il vantaggio a Ikwuemesi, poi segnano Miretti, Cambiaso, Rugani, autorete di Bronn e gran gol per Yildiz e Weah

    Filippo Cornacchia
    Giornalista
    4 gennaio 2024 - TORINO
    La Juventus supera di slancio gli ottavi di Coppa Italia segnando sei gol alla Salernitana. Dopo il fulmineo vantaggio della squadra di Pippo Inzaghi con Ikwuemesi, inizia lo show dei bianconeri e della stellina Yildiz. Prima Miretti e Cambiaso ribaltano la partita, poi nella ripresa la Signora dilaga con le reti di Rugani, l’autorete di Bronn, una nuova magia del turco e la prima rete juventina di Timothy Weah. Giovedì prossimo la squadra di Allegri ospiterà il Frosinone nei quarti. Ma prima c’è il campionato: e domenica sarà di nuovo Salernitana-Juve, ma stavolta all’Arechi.

    CHIESA-CAMBIASO—
    L’incubo dell’Allianz Stadium di rivivere un po’ quello che è successo al Napoli, eliminato negli ottavi al Maradona dal Frosinone, rientra quasi immediatamente dopo il gol di Ikwuemesi in avvio. Merito di un Chiesa elettrico e di un Andrea Cambiaso super ispirato. La Juventus, incassato il colpo, alza i giri del motore e inizia a farsi pericolosa dalla parte di Fiorillo. In meno di un quarto d’ora arriva il pareggio di Miretti (assist di Cambiaso, azione avviata da Chiesa) e dopo la mezzora è già avanti. Stavolta Chiesa calcia l’angolo, Danilo spizza di testa e Cambiaso di sinistro al volo non lascia scampo a Fiorillo. Prima dell’uno-due Miretti-Cambiaso, i bianconeri si vedono annullare un rigore dalla Var (il fallo di Sambia su Gatti è giudicato appena fuori dall’area). E in seguito il solito Chiesa (tiro dalla distanza), Miretti e Milik (conclusione da trequarti campo) rischiano di chiudere la pratica già nel primo tempo.

    YILDIZ SHOW— Appuntamento rimandato solo di qualche minuto. La Juventus, dopo l’intervallo, riprende la partita dove l’aveva interrotta e l’ottavo di Coppa Italia va in discesa in meno di dieci minuti. È sempre Chiesa ad avviare l’azione, ma stavolta la testa la mette Milik e il tocco vincente nell’area piccola è di Rugani. Un gol decisivo per la qualificazione ai quarti (la prossima settimana c’è il Frosinone) e importante anche per iniziare a risparmiare energie e uomini in vista del bis di domenica sempre con la Salernitana, ma all’Arechi e in campionato. Allegri esenta Chiesa dall’ultima mezzora e tutto lo Stadium si alza in piedi per applaudire l’uscita dal campo dell’azzurro. Al posto del figlio d’arte entra il gioiellino Yildiz, che in pochi minuti propizia l’autorete di Bronn e poi segna il 5-1 con un’altra magia. Nel finale c’è spazio per l’esordio di Nonge, altro 2005 lanciato dalla Next Gen, e per il primo gol juventino di Timothy Weah con un bellissimo tiro dalla distanza.
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    Risultato un po' esagerato, speriamo di esserci tenuti del gol per partite più importanti :D
    Chiesa e Yildiz molto bene, come male Milik e Iling ieri sera. Bisogna capire se è solo questione di stato di forma o di motivazioni.
     
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    CITAZIONE (Fabio Rossonero @ 3/1/2024, 13:23) 
    Finalmente una gara che non mi ha fatto bestemmiare e dove il portiere avversario non si è svegliato come il nuovo Buffon o Yashin.
    Bene alcuni ragazzini, tipo Jimenez che credo tornerà presto al Real se si confermerà.
    Migliore in campo Theo, che ieri sera è stato perfetto (al netto di un avversario che non ci credeva manco per il cazzo dopo un primo quarto d'ora).
    Male Romero.

    concordo su tutto.
    Peccato per il gol subito abbastanza casuale
     
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49 replies since 13/8/2023, 12:28   1389 views
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