Coppa Italia 2023-24

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    Vittoria esagerata nello scarto (ma ogni tanto fa bene) contro una squadra di riserve.
    Gatti è un cazzone, un errore del genere in altri momenti può costare carissimo
     
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    La Fiorentina batte il Bologna ai rigori: ora la semifinale con la vincente di Milan-Atalanta

    Tre pali colpiti dai rossoblù, occasioni sprecate dalla Viola nel finale. Ma dopo lo 0-0 dei tempi regolamentari i quarti di finale si decidono con i penalty e sorridono alla squadra di Italiano: 5-4 con errore decisivo di Posch

    Ilaria Masini
    9 gennaio 2024- FIRENZE
    Vince la Fiorentina per 5-4 ai calci di rigore con l’ultimo penalty insaccato da Maxime Lopez, mentre per il Bologna a sbagliare è Posch. Festeggiano così i viola dopo una partita infinita in cui, fra tempi regolamenatri e supplementari, le reti sono rimaste inviolate. Al Bologna rimangono una traversa, due pali e tanti rimpianti. La Fiorentina invece vola in semifinale dove, ad aprile, affronterà la vincente fra Milan e Atalanta.

    SORPRESE E CONFERME—
    Vincenzo Italiano lascia inizialmente in panchina Bonaventura e Arthur e rivoluziona la formazione a cominciare dal modulo: un 3-4-1-2 con Barak sulla trequarti dietro a Ikoné e Beltran. Thiago Motta conferma le attese con Orsolini, Ferguson e Saelemaekers alle spalle Zirkzee.
    UNA TRAVERSA, SENZA GOL— Il primo tiro è di Saelemaekers al 3’ con Christensen che respinge senza trattenere. Il ritmo è intenso ma per vedere la prima vera occasione è necessario aspettare fino al 18’ quando Kayode costringe Skorupski a deviare sopra la traversa. La Fiorentina aumenta la pressione ma Beltran pecca in precisione e Ikoné viene fermato in area da Lucumì. Cresce il Bologna e al 28’ Ferguson regala un bel pallone a Zirkzee che non aggancia. L’attaccante rossoblu è invece pericoloso al 34’ quando arriva al tiro, su servizio di Orsolini, e scheggia la traversa. È la miglior occasione della prima frazione.

    MEGLIO IL BOLOGNA— Il secondo tempo si apre con un palo di Orsolini al 5’ e non è l’unico brivido per i viola che da quella parte soffrono le incursioni avversarie. Al 15’ arrivano le prime sostituzioni per Italiano: Bonaventura per Barak e Nzola per Ikoné. L’angolano si fa anticipare subito da Skorupski su filtrante di un vivace Beltran. Al 27’ la Fiorentina cambia ancora con l’ingresso di Mandragora e Parisi al posto di Duncan e Biraghi. Il quinto cambio invece è obbligato perché Beltran è costretto a uscire per problemi al setto nasale, a causa di uno scontro di gioco con Lucumì. Al 32’ entra quindi Arthur che si posiziona dietro a Nzola e Bonaventura più avanzati. Thiago Motta, soddisfatto del suo Bologna, rimane con l’undici inziale fino al 42’ quando inserisce Moro per Aebischer e Calfiori per Lucumì. La migliore occasione della Fiorentina arriva a tempo scaduto con un colpo di testa di Quarta su cui salva Skorupski. Dopo 4’ di recupero il risultato rimane sullo 0-0 e si va ai supplementari.

    EXTRATIME -— Zirkzee, servito da Saelemaekers, fa tremare subito il Franchi: Christensen respinge d’istinto sul palo e il pallone finisce in angolo. I viola reagiscono con Quarta che di sinistro, smarcato da Nzola, va alla conclusione che non impensierisce Skorupski. Anche il primo tempo supplementare finisce a reti inviolate, così come il secondo in cui c’è ancora tempo per una conclusione di testa (completamente fuori misura) di Kayode e dall’altra parte Christensen è pronto su Orsolini. Intanto Italiano richiama Quarta per inserire Mina. Servono i rigori.

    RIGORI— Il primo a presentarsi sul dischetto è Ferguson che spiazza Christensen. Tocca a Mandragora che di potenza non sbaglia. Zirkzee insacca così come Arthur. Orsolini fa centro e pure Milenkovic. Calafiori è preciso per il Bologna ma Mina pareggia di nuovo i conti. Per il quinto rigore si presenta Posch che spara alto mentre Maxime Lopez fa esplodere il Franchi e regala la semifinale alla Fiorentina.
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    Derby-battaglia, estasi Lazio. Rissa finale e tre espulsi, Sarri è in semifinale di Coppa Italia

    Roma eliminata: decisivo un rigore di Zaccagni a inizio secondo tempo per fallo di Huijsen su Guendouzi, assegnato dalla var. Espulsi Pedro, Azmoun e Mancini

    Andrea Pugliese
    Giornalista
    10 gennaio 2024 - ROMA
    ROME, ITALY - JANUARY 10: Mattia Zaccagni of SS Lazio celebrates scoring his team's first goal during the Coppa Italia match between SS Lazio and AS Roma at Stadio Olimpico on January 10, 2024 in Rome, Italy. (Photo by Paolo Bruno/Getty Images)
    Ancora un successo della Lazio, ancora la Coppa Italia maledetta per la Roma. Dopo gli ultimi successi nella finale del 2013 e nella semifinale del 2017, i biancocelesti si aggiudicano anche questo quarto di finale, andandosi ora a giocare la semifinale contro la vincente tra Juventus e Frosinone. A decidere il derby è stato un rigore di Zaccagni su un’ingenuità di Huijsen, ma a conti fatti la Lazio ha meritato la vittoria finale, quantomeno per averci provato con più coraggio della Roma.

    ZERO EMOZIONI ALL'INIZIO—
    Le prime sorprese arrivano in porta, con Mou che accantona il numero uno di coppa (Svilar) per dare spazio a Rui Patricio, e Sarri che vista l’indisponibilità di Provedel decide di affidarsi al terzo portiere, Mandas, e non a Sepe. Ma le sorprese vere si fermano qui, perché poi per tutti i primi 45 minuti di gioco non arriva un tiro in porta vero e proprio. La Lazio in realtà 2-3 volte ci prova anche a colpire, ma c’è sempre l’opposizione di uno stoico Mancini sui tentativi dei vari Castellanos, Lazzari e Guendouzi. Il duello tra il difensore giallorosso e Castellanos, poi, è subito ruvido, esattamente come quello tra Kristensen e Zaccagni. Dall’altra parte, invece, Dybala prova spesso a fare da “link” tra il resto della squadra e Lukaku, ma di occasioni vere e proprie per distendersi e far male non ce ne sono. Huijsen stavolta è meno pulito in costruzione rispetto alla sfida con l’Atalanta e Paredes non trova mai la verticalità. Sarri invece ha il problema che Felipe Anderson non gira come vorrebbe, proprio lui che gioca ininterrottamente con il Comandante da ben 124 partite. Così ne viene fuori un primo tempo a tratti malinconico, seppur sempre ad alta tensione.

    DERBY DECISO DA ZACCAGNI— A inizio ripresa, invece, succede di tutto. Dybala resta negli spogliatoi per un problema fisico, Rui Patricio deve superarsi su Zaccagni di testa e sul successivo angolo Huijsen scalcia Castellanos: rigore di Zaccagni (che esulta polemicamente sotto la Sud) e vantaggio biancoceleste. Il gol è una vitamina infinita per la Lazio, che trova subito energie extra e sfiora il raddoppio due volte, sempre con Vecino. E allora Mou corre ai ripari, butta dentro Spinazzola e Azmoun e passa al 3-4-1-2, per avere maggiore trazione offensiva. Sarri risponde con Luca Pellegrini, Rovella e Pedro tutti insieme. Così mentre in casa giallorossa c’è tanta confusione, in quella biancoceleste matura pian piano di avere in mano la partita. Anche perché davanti Lukaku, Azmoun e Pellegrini sbagliano un po’ tutti i palloni e di pericoli per Mandas neanche con il binocolo. Entrano anche El Shaarawy (con Bove colpito da una bottiglietta mentre lascia il campo) e Isaksen, poi pure Belotti, con la Roma che cambia ancora e passa al 4-2-4, giocandosi il tutto per tutto. La palla del 2-0 ce l’ha però subito Pedro, mentre il primo sussulto giallorosso arriva a 3’ dalla fine, con Mandas che si supera su Belotti. Finisce con un paio di risse, i rossi a Pedro, Azmoun e Mancini e il trionfo della Lazio.
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    L'Atalanta sbanca San Siro e vola in semifinale: Milan fuori dalla Coppa Italia

    Rossoneri in vantaggio alla fine del primo tempo con Leao e ripresi immediatamente da Koopmeiners, che nella ripresa firma anche il rigore della vittoria. I nerazzurri troveranno la Fiorentina. Espulso Gasperini

    Francesco Pietrella
    10 gennaio 2024 - MILANO
    Due affondi per restare a guardia di una Dea ambiziosa e sognante. L’Atalanta passa 2-1 a San Siro contro il Milan e ringrazia Koopmeiners, che rifila due schiaffi a Maignan e manda i bergamaschi in semifinale di Coppa Italia. Gasperini, espulso per proteste nel primo tempo, sorride in tribuna a testa alta, mentre Pioli esce tra i rimpianti. Il gol di Leao scalda sessantamila tifosi infreddoliti, ma l'olandese fa calare di nuovo il gelo. L’Atalanta sfiderà la Fiorentina ad aprile.

    SCELTE—
    Il Milan vara un 3-4-2-1 con ali larghe e fantasisti stretti. Musah e Jimenez, di nuovo titolare dopo la bella prova contro il Cagliari, presidiano le fasce lasciando spazio al centro a Pulisic e a Leao, più vicini a Jovic e liberi di svariare a tutto campo (soprattutto lo statunitense). In difesa gioca Gabbia. L’Atalanta, invece, si affida a un tandem di leggerezza e fantasia, con Miranchuk e De Ketelaere davanti a Koopmeiners. Per il belga è la prima a San Siro dopo l’arrivederci in estate e la prova a Bergamo di un mese fa. Regia nei piedi di Ederson.

    UNO-DUE KOOP— La fase di studio dura un quarto d’ora. Il Milan tiene le redini del gioco, l’Atalanta tiene botta. La chiave di volta per scardinare con forza la fase di stallo è la fascia sinistra: Jimenez e Leao da un lato, con l’aggiunta di Theo - schierato di nuovo in mezzo, libero di costruire e salire -, Holm e Miranchuk dall’altro. Parte tutto da lì. Al 15’ Pulisic smorza col sinistro una palla d’oro servita da Hernandez, mentre alla mezz’ora Holm spara altissimo un bel cross di CDK. Qui la tirata d’orecchie andrebbe fatta a Leao, reo di non aver scalato in marcatura. La prima mezz’ora del portoghese, infatti, è il solito “vorrei, ma non riesco”, anche perché al centro gli spazi sono pochi. Si farà perdonare. Al 36’ Pioli e Gasperini perdono Gabbia e De Roon a causa di un “testa contro testa” in area (dentro Kjaer e Pasalic). L’allenatore della Dea chiede a gran voce il rigore e si becca due gialli in venti secondi, uscendo tra i fischi di San Siro. A questo punto le squadre si svegliano: Leao punge col piattone destro sfruttando una sovrapposizione di Theo (45’), che quando parte da dietro è sfrutta di più la sua capacità di prendersi lo spazio. L’1-0 dura poco, però: la Dea trova il pari con il destro di Koopmeiners, pescato da Holm sulla destra (46’). Non bene Jimenez qui. Lo spagnolo perde il duello di fisico con lo svedese e lo lascia andare. Il fine primo tempo si chiude con un salvataggio di Calabria in spaccata su Koopmeiners. Vale come un gol.

    ATALANTA AVANTI— La ripresa si apre con il caos. L’ordine sparisce, le squadre si spezzano e il festival delle ripartenze inizia al 46’: sinistro di Koopmeiners deviato da Maignan. Gasp, imbacuccato in tribuna, detta l’ordine ai suoi: attaccare a destra. Lì il Milan soffre parecchio, e infatti Jimenez causa il calcio di rigore al 58’. L’intervento su Miranchuk è netto, il check del Var conferma e Koopmeiners spiazza Maignan per la doppietta. A questo punto Pioli rileva lo spagnolo - stasera in difficoltà - e regala l’esordio a Terracciano, ma le chance migliori sono della Dea: sinistro a giro di Miranchuk a lato di uno spiffero (65’), destro rasoterra di Ederson a un centimetro dal palo (69’). Il Milan alza la testa con un gancio sinistro di Pulisic, ma Carnesecchi devia in angolo (71’). L’assedio produce poco: un paio di sgasate di Leao senza successo, qualche tiro da fuori e un sinistro altissimo di Theo da ottima posizione (85’). L'occasione migliore. La gara si chiude con l’ennesima chiusura di Holm, il migliore insieme a Koopmeiners, la parata di Carnesecchi su Musah (88’) e le proteste rossonere per un presunto mani di Holm in area, che viene "disinnescato" dopo controllo Var. Milan fuori ai quarti, mentre l’Atalanta torna tra le prime quattro dopo tre anni. Nel 2019 e nel 2021 ha perso in finale. Gasp vuole spezzare l’incantesimo.
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    Al di là dell'arbitraggio, non cerchiamo scuse.
    Ennesima partita toppata che segna una stagione.
    Pioli ieri sera in confusione totale contro un'Atalanta che non è certo la schiacciasassi del passtao, ma che noni riusciamo spesso a far risorgere
     
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    Sono incazzato come una iena.
    Altro obiettivo sfumato, sblocchiamo la partita al 45, devi solo andare al riposo in vantaggio e ti fai raggiungere.
    Poi cambi scellerati, gente che non gioca una partita da mesi e la butti in campo per fare turn over? Ma Pioli è proprio rincoglionio!
    Sull'arbitraggio non ho più parole, ma tanto sono anni che non contiamo nulla.
     
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    Maignan: 6
    Calabria: 5
    Gabbia: 5
    Theo: 5.5
    Jimenez: 5
    Reijnders: 5
    Musah: 5
    Pulisic: 5
    Loftus-Cheek: 5
    Leao: 6
    Jovic: 5
    Kjær: 5
    Terracciano: 5.5
    Simic: 5
    Adli: 4.5
    Giroud : 5

    Pioli: 4
     
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    Milik, è una serata pazzesca: tripletta al Frosinone e una bella Juve vola in semifinale

    L'attaccante polacco segna tre gol, poker di Yildiz e tutto facile per la Signora. Ad aprile la doppia sfida con la Lazio per la finalissima
    Filippo Cornacchia
    Giornalista
    11 gennaio 2024 - TORINO
    Un’altra goleada di Coppa Italia: dopo i 6 gol alla Salernitana (ottavi) di una settimana fa, quattro al Frosinone nei quarti. La Juventus vola in semifinale contro la Lazio spinta dalla tripletta di Milik e da una nuova magia di Yildiz. Festa perfetta per le 400 panchine di Massimiliano Allegri con la Signora e nuova iniezione di fiducia per la corsa scudetto con l’Inter. Un tempo per sistemare la pratica qualificazione (già 2-0 dopo 38’) e un altro per sfruttare i cambi e risparmiare energie in vista del match di campionato di martedì contro il Sassuolo. Al Frosinone, già sotto dopo dieci minuti, resta l’orgoglio di essere arrivato fino ai quarti grazie alla clamorosa vittoria negli ottavi in casa del Napoli.

    TRIS MILIK—
    Allegri parte con la coppia d’attacco Yildiz-Milik e Di Francesco risponde con Ibrahimovic-Harroui a rimorchio di Kaio Jorge, il brasiliano in prestito dalla Juventus. Partita subito in discesa per i bianconeri che, nonostante un Frosinone volitivo, archiviano la pratica quarti di finale in meno di un tempo grazie al ritrovato Arek Milik. Il polacco si prende in campo – e con i gol – il ruolo di “Mr Coppa”. In avvio è glaciale dal dischetto, realizzando il calcio di rigore procurato da Fabio Miretti (fallo dell’ex Lirola, troppo irruento). E poi, sul finire del primo tempo, sempre Milik chiude virtualmente la partita con una bellissima rete. Assist millimetrico di McKennie, stop di petto e sinistro preciso dell’ex Napoli da pochi passi. A inizio ripresa il tris: Locatelli sfrutta un pasticcio del Frosinone nella costruzione dal basso e Milik fa 3-0 con una sorta di rigore in movimento. Tre gol, più di quelli che il numero 14 aveva segnato nell’intera stagione. E sarebbero potuti essere quattro, visto che in seguito una rete gli viene annullata dopo il controllo al Var. Un tris liberatorio, per Arek, che non esultava da quasi 100 giorni (derby contro il Torino del 7 ottobre). Tutti contenti: Milik, i compagni, Allegri e i tifosi della Juventus, che nella ripresa si sono alzati in piedi ad applaudire l’uscita dal campo del polacco. Il Frosinone, nonostante tutto, non ha rinunciato a giocare. Nel primo tempo Ibrahimovic, prima di lasciare il posto a Soulé – il gioiellino in prestito dalla Juventus - ha provato a rimettere in partita i suoi con un paio di conclusioni dal limite.

    ANCORA YILDIZ— Quando finisce lo show di Milik, inizia quello di Yildiz, al terzo gol tra campionato e Coppa Italia (2) in meno di un mese. Il 18enne turco, già frizzante nel primo tempo, nella ripresa scalda i tifosi della Juventus con una nuova magia delle sue, forse la più bella di quelli viste finora: tiro al volo in corsa, sempre su assist di McKennie, sul quale Cerofolini non può nulla. Giocata che vale a Kenan la standing ovation finale dell’Allianz Stadium.
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    Milik che fa una tripletta...secondo me verrà messo fuori rosa dal mister :hihi:
     
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    CITAZIONE (emperor1986 @ 11/1/2024, 17:31) 
    VAFFANCULO! :dio:

    Non avrei saputo scrivere di meglio
     
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    obbiettivo minimo raggiunto (le semifinali) senza grossi sforzi
     
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    Riecco la vera Juve: Chiesa e Vlahovic stendono la Lazio, Allegri ha un piede in finale

    Nell'andata della semifinale di Coppa Italia, decidono i due attaccanti nella ripresa. Ospiti quasi mai pericolosi. Ritorno all'Olimpico il 23 aprile

    Dal nostro inviato Stefano Cieri
    2 aprile 2024 - MILANO
    Nella serata più delicata la Juve si ritrova. Torna al successo (che mancava dal 25 febbraio, 3-2 al Frosinone) e con un confortante 2-0 si aggiudica il primo round della semifinale di Coppa Italia sulla Lazio, avvicinando sensibilmente la finale del 15 maggio all’Olimpico. La decidono, non a caso, i due uomini-gol più importanti di Allegri, Chiesa e Vlahovic. Che, dopo un primo tempo in cui gioca meglio la Lazio, ribaltano la situazione e portano la formazione bianconera oltre le sabbie mobili in cui si era cacciata nelle ultime settimane. Per Tudor, alla seconda sulla panchina della Lazio, arriva una doccia gelata dopo il successo all’esordio sulla stessa Juve. Ma nel primo tempo la squadra biancoceleste non è affatto dispiaciuta, salvo poi mollare toppo presto nella ripresa.

    RIGORE DATO E TOLTO—
    Il primo tempo si chiude sullo 0-0 con una partita che ricalca molto da vicino quella di sabato in campionato, anche se tanto Allegri quanto Tudor cambiano mezza squadra rispetto al match dell’Olimpico (cinque le novità per parte: Perin, Gatti, McKennie, Kostic e Vlahovic tra i bianconeri; Patric, Guendouzi, Vecino, Luis Alberto e Immobile tra i biancocelesti; diventeranno sei dopo dieci minuti perché Zaccagni, toccato duro da Gatti, è costretto a uscire e lasciare il posto a Isaksen). Interpreti diversi, stesso modulo per la Lazio (3-4-2-1, mentre Allegri torna al 3-5-2), ma identico copione. La Lazio prova a fare la partita, la Juve resta molto bassa, pronta però a colpire con le ripartenze. La squadra di Tudor è molto aggressiva e, in fase di possesso, gioca anche piuttosto alta. Ma mentre nel match di campionato, era riuscita pure a rendersi spesso pericolosa ben prina del gol finale di Marusic, allo Stadium fa bene fino ai 16 metri, ma conclude poco. Il primo e unico tiro in porta dei biancocelesti nella prima frazione arriva al 40’, ma è comunque una palla-gol importante. Perché sul cross di Patric Luis Alberto inventa un colpo di testa calibrato che scavalca Perin e si stampa sulla traversa. La Juve rischia solo in questa occasione, ma il suo pubblico (che spesso rumoreggia) pretenderebbe un atteggiamento più propositivo. L’episodio che potrebbe cambiare la gara (in generale e in particolare quella della Juve) arriva dopo 12 minuti quando in una delle prime sortite bianconere nella metà campo avversaria l’arbitro Massa fischia un rigore per i bianconeri. E’ netto (Vecino, nel calciare, non si accorge dell’arrivo alle sue spalle di Cambiaso e lo colpisce in pieno). Ma il var fa cambiare la decisione dell’arbitro perché nella sua interpretazione - prima dell’impatto - lo stesso Cambiaso è in fuorigioco sulla spizzata di Vlahovic (diretta a lui, ma intercettata da Patric). Il secondo e ultimo squillo dei padroni di casa nel primo tempo arriva a pochi minuti dall’intervallo con un tiro da fuori di Rabiot che Mandas blocca senza problemi.

    SCATTO JUVE— L’occasione di Rabiot poco prima del 45’ è comunque l’antipasto di quello che succederà nella ripresa. La Lazio, dopo il buon primo tempo, non si ritrova. Perde le distanze, non riesce più a restare compatta e concede il centrocampo alla Juve. Che però se lo va a prendere con un atteggiamento più propositivo e grazie anche alla crescita de singoli (in particolare Rabiot). Il gol che sblocca la partita, già al 50’, è il manifesto di questo cambio di spartito. La Juve esce velocemente dall’area, eludendo il pressing tardivo di Luis Alberto e Felipe Anderson, così Cambiaso ha tutto il tempo di trovare il corridoio giusto per Chiesa che si infila tra Casale (subentrato a Patric) e Romagnoli e fredda Mandas. La Lazio prova a riorganizzarsi, ma ormai il vento della partita è cambiato. E per la Juve, al 64’, arriva anche il raddoppio. Lo realizza Vlahovic su imbeccata di Rabiot in un’azione non molto diversa da quella dell’1-0, con una difesa della Lazio messa decisamente male, anche perché il centrocampo non è più il muro del primo tempo. La Juve, a questo punto padrona del campo, insiste e cerca anche il terzo gol. Ma negli uomini di Allegri prevale comunque il sano realismo di mettere in cassaforte il 2-0. Impresa nella quale riescono senza problemi perché la Lazio, nonostante i cambi di Tudor (entrano Castellanos, Kamada e Hysaj), non rientra in partita. Le sostituzioni di Allegri sono invece conservative e servono appunto a congelare il 2-0 (dopo Weah e Yildiz entrano nel finale Kean, Alex Sandro e Alcaraz).
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    Pronto riscatto contro la Lazio.
    A meno di catastrofi siamo in finale e supercoppa italiana.
    Sono combattuto tra sperare di portare a casa un trofeo e sapere che ciò comporterà la conferma di Allegri.
     
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    bene così in ogni caso.
    Cazzoni noi ad aver perso sabato
     
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