Europa League 2023-24

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    La Roma vola agli ottavi: rimonta il Feyenoord, poi super Svilar è decisivo ai rigori

    Olandesi avanti dopo 5' grazie a un gollonzo di Gimenez, il pareggio lo firma Pellegrini al 15'. Nella ripresa succede poco, occasionissima alla fine dei supplementari per Lukaku, infine il finale thrilling

    Andrea Pugliese
    Giornalista
    22 febbraio 2024 - ROMA
    Pellegrini, Svilar e Zalewski. Scegliete voi a che eroe affidarsi, vanno bene tutti e tre. Perché il capitano ha rimesso in piedi una partita compromessa, Svilar ha sterilizzato l’erroraccio di Lukaku alla lotteria dei rigori e Zalewski ha cancellato una prova incolore con il rigore decisivo, calciato perfettamente. La Roma fa fuori ancora una volta il Feyenoord ed è la terza consecutiva, la quarta in quattro sfide. E De Rossi può godersi al massimo la sua prima serata europea all’Olimpico, finita esausto a festeggiare sotto la Sud. Al gol iniziale di Gimenez aveva risposto proprio una magia di Pellegrini, con l’1-1 inchiodato fino alla fine. Quando gli eroi sono diventati loro due, prima Svilar e poi Zalewski. Si va agli ottavi, con il sogno di arrivare ancora una volta fino in fondo. Super

    SUPER PELLE—
    De Rossi inverte Mancini con Llorente al centro della difesa e se la va a giocare con la sua formazione titolare, Slot invece recupera Timber, Geertruida e Gimenez dal via, sperando in un maggior equilibrio. Anche perché dopo appena 5’ arriva subito la doccia fredda per la Roma, con il gol di Gimenez di spalla, convalidato dal Var. Sembra l’inizio di un incubo e invece la Roma di De Rossi ha cuore e coraggio, si mette lì a macinare gioco e trova il pareggio al 15’, con una magia da fuori di Pellegrini. Pari meritato, perché poco prima era stato Hancko (ottimo in chiusura) a salvare sulla linea un tiro di Lukaku, mentre Svilar aveva dovuto dire di no a Wieffer per il possibile 2-0. Il che sarebbe stato un’autentica beffa, perché poi il Feyenoord non ha costruito più nulla. Pellegrini ha iniziato a lavorare una serie di palloni deliziosi (splendida il pallone per l’inserimento di Cristante, con il colpo di testa della mezzala al lato), Spinazzola ha sprintato senza fine a sinistra e Mancini ha messo la museruola a Gimenez. Così la Roma ha finito con il dominare la partita, rendendosi ancora pericolosa con Pellegrini e Karsdorp (pericolose alcune su uscite a vuoto in fascia). L’1-1 del primo tempo va stretto ai giallorossi, ma considerando come si era messa dopo appena 5’ di gioco, a De Rossi va bene anche così.

    LA LUNGA ATTESA— Nella ripresa si accende subito Dybala, che guadagna 5-6 falli uno dietro l’altro e pennella una palla d’oro per El Shaarawy. Per fermare l’argentino servono le maniere ruvide, anche se poi la Roma stavolta costruisce poco. C’è un contatto dubbio in area (Stengs scalcia El Shaarawy), Paixao trova l’unica intuizione della sua gara prima di lasciare il campo e De Rossi a metà ripresa si copre con Celik a destra, anche perché da quella parte Slot ha nel frattempo messo Ivanusec, che all’andata quando è entrato aveva fatto vedere cose buonissime. Ed allora ne viene fuori una partita quasi a scacchi, dove si inizia a pensare più a non prenderle che a darle. Wellenreuther toglie un pallone dalla testa di Lukaku, Mancini salva su Ueda a due passi dalla porta, ancora Lukaku ha la palla del successo, ma si impappina davanti al portiere avversario. E allora si va ai supplementari, come un anno fa. Succede poco: Dybala esce esausto, Geertruida può far male ma non ci riesce, Wellenreuther salva all’ultimo respiro su Lukaku. E ai rigori Ci pensano prima Svilar (parate su Hancko e Jahanbakhsh) e poi Zalewski a mandare l’Olimpico in paradiso.
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    Una partita che spazza via le residue speranze di poter far bene in questa competizione.
    Perché se prendi tre pere dal Rennes dove cazzo vuoi andare?
    Sono già rassegnato all'idea che l'Atalanta ci faccia un culo a capanna
     
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    Marsiglia, il post Gattuso parte bene. Sparta, poker a Icardi. Avanti Benfica e Sporting

    Ok le portoghesi tranne il Braga, eliminato dal Qarabag. Due francesi su tre fuori, agli ottavi pure il Friburgo
    Salvatore Malfitano
    22 febbraio 2024 (modifica alle 23:22) - MILANO

    Le grandi non sbagliano. Avanza il Marsiglia, con Gasset in panchina e Aubameyang che diventa il miglior marcatore dell’Europa League. Sorridono le portoghesi: lo Sporting non rischia praticamente nulla contro lo Young Boys, il Benfica sfrutta i tanti errori del Tolosa per uscire indenne dalla trasferta francese. Lo Sparta Praga firma l’impresa della serata, eliminando in rimonta il Galatasaray, mentre Qarabag e Friburgo sono costrette agli straordinari per approdare agli ottavi di finale, entrambe vincendo ai supplementari rispettivamente contro Braga e Lens.

    TOLOSA-BENFICA 0-0 (1-2)
    A Tolosa il Benfica esce indenne dal tentativo di rimonta francese. Nel primo tempo Rafa Silva non inquadra la porta con un tiro a giro, dall’altro Donnum svetta da buona posizione ma il colpo di testa è centrale; la vera occasione capita a Di Maria, che in scivolata al 33’ per poco non trova la deviazione vincente. Spierings avrebbe sulla testa la palla che riporterebbe la situazione complessiva in parità, ma da pochi metri incredibilmente mette a lato (55’). L’olandese è in grado di fare peggio al 66’, quando da distanza ravvicinata colpisce Trubin; sullo sviluppo dell’azione Nicolaisen non indirizza bene di testa. In pieno recupero da segnalare il tentativo da fuori di Sierro, che costringe il portiere del Benfica ad un grande intervento.

    FRIBURGO-LENS 3-2 D.T.S. (0-0)— Rischia quanto deve il Lens ed è bravo soprattutto a convertire in gol le situazioni create. Al 28’ Pereira Da Costa approfitta di un’uscita approssimativa di Atubolu per punire la difesa tedesca. Su un altro calcio piazzato Medina invece sfiora l’autogol (33’) che avrebbe rimesso in equilibrio la partita. Poco prima dell’intervallo, i francesi raddoppiano: lancio per Wahi, Gulde buca clamorosamente e l’attaccante segna con un delizioso scavetto. Poi inizia un'altra partita, e il Friburgo è protagonista assoluto. Sallai riapre la sfida, accorciando al 67’: l’ex Palermo è il più lesto a risolvere una mischia in area. Cinque minuti più tardi ci prova sotto misura anche Kubler, Samba però stavolta è miracoloso. All’81’ Fulgini appena entrato sfiora il colpo del k.o. ed è un errore che pesa, perché se all’89’ è ancora il portiere dei francesi a opporsi in modo decisivo sullo stacco di Gregoritsch, nel recupero Samba non può nulla sul tiro deviato in mischia ancora da Sallai per il 2-2. Ai supplementari l’ungherese entra indirettamente anche nella terza rete, perché sulla sponda di Gregoritsch si ostacola con Haidara e permette al compagno di squadra di tornare sul pallone, scartare il portiere e appoggiare a porta vuota al 99’. Si completa il ribaltone che manda avanti il Friburgo, e a casa il Lens.

    QARABAG-BRAGA 2-3 D.T.S. (4-2)— Nonostante l’esigenza di rimonta del Braga, è il Qarabag che si fa preferire nella prima frazione. Andrade potrebbe di fatto chiudere i conti al 40’: taglia bene in area, la conclusione però è troppo stretta e non trova il bersaglio grosso. Il Qarabag resta in dieci per l’espulsione di Cafarquliyev per doppia ammonizione e i portoghesi ne approfittano al 70’, con Roger Fernandes che con un sinistro preciso la piazza dove Lunev non può arrivare. Il gol che pareggia i conti lo trova Djalo, con uno splendido destro a giro all’83’. Nei tempi supplementari Matheus Silva al 103’ riaccende la speranza dei padroni di casa, coordinandosi bene in area sugli sviluppi di un calcio di punizione. Ma sembra destinata a rimanere tale, perché nel secondo tempo Mustafazade abbraccia palesemente Banza e regala un calcio di rigore al Braga: dal dischetto è lo stesso Banza a spiazzare il portiere al 115’. La sfida si avvia ai rigori, quando il classe 2004 Akhundzade punisce la difesa avversaria che si fa sorprendere da una punizione battuta rapidamente. Ed è festa azera.

    MARSIGLIA-SHAKHTAR 3-1 (2-2)— In linea con la gara dell’andata, le due squadre non perdono tempo a studiarsi. Lo Shakhtar passa in vantaggio con il rigore trasformato da Sudakov per il fallo di Clauss su Eguinaldo (11’). Il Marsiglia ribatte prontamente al 24’: Clauss guida la ripartenza e serve Aubameyang, che si presenta davanti a Riznyk e non sbaglia. Il sigillo decisivo lo piazza Sarr al 74’, che scaraventa in rete a centro area sfruttando un controllo non preciso di Aubameyang che diventa un assist per lui. Kondogbia si concede il punto esclamativo della serata, colpendo al volo da posizione molto defilata dopo un’uscita decisamente rivedibile del portiere avversario (81’).

    SPORTING-YOUNG BOYS 1-1 (3-1)— Non ci mette molto lo Sporting a mettere in discesa il discorso. Al 13’ è il solito Gyokeres a siglare un gol da centravanti consumato: riceve al limite dell’area, con una finta si libera della pressione avversaria e conclude con un preciso tiro a incrociare. A fine primo tempo Edwards può chiudere il discorso, ma incespica sul pallone a pochi passi dalla linea di porta, divorandosi il raddoppio. Una chance ancora più ghiotta ce l’ha Gyokeres dal dischetto in apertura di ripresa, per un fallo su Trincao, ma Von Ballmoos neutralizza la sua conclusione. Al 63’ è Bragança ad iscriversi al festival dell’errore, che nell’area piccola devia sotto le gambe del portiere che si salva con una miracolosa parata di tacco. Davanti a tanto spreco, gli svizzeri si regalano almeno la soddisfazione di non perdere: l’1-1 è firmato da Ganvoula su rigore.

    SPARTA PRAGA-GALATASARAY 4-1 (2-3)— I cechi la sbloccano subito con un’altra prodezza di Preciado, che si era fatto apprezzare anche all’andata. Stavolta, lanciato in profondità, a tu per tu con Muslera lo supera con un delizioso pallonetto (7’). La risposta del Galatasaray non si fa attendere troppo: al 17’ Bardakci ristabilisce l’equilibrio ribadendo in rete la parata di Vindahl su Sanchez sugli sviluppi di una palla inattiva. Il retropassaggio scriteriato di Yilmaz lancia di fatto Olatunji in campo aperto, l’attaccante però temporeggia e conclude a lato al 57’. I turchi restano in dieci al 70’ per l’espulsione di Ayhan per una brutta entrata che inizialmente era stata punita soltanto col giallo, prima della correzione tramite on-field review, e quattro minuti più tardi lo Sparta Praga capitalizza la superiorità numerica: cross perfetto di Zeleny per la testa di Tuci che infila Muslera. La rimonta si completa al 74’, stavolta Tuci serve Haraslin che scappa a sinistra e trova il palo lontano con un diagonale chirurgico. I turchi si sbilanciano fatalmente, al sesto di recupero Kuchta cala il poker in campo aperto.
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    La Roma vola agli ottavi: rimonta il Feyenoord, poi super Svilar è decisivo ai rigori

    Olandesi avanti dopo 5' grazie a un gollonzo di Gimenez, il pareggio lo firma Pellegrini al 15'. Nella ripresa succede poco, occasionissima alla fine dei supplementari per Lukaku, infine il finale thrilling

    Andrea Pugliese
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    22 febbraio 2024 - ROMA
    Pellegrini, Svilar e Zalewski. Scegliete voi a che eroe affidarsi, vanno bene tutti e tre. Perché il capitano ha rimesso in piedi una partita compromessa, Svilar ha sterilizzato l’erroraccio di Lukaku alla lotteria dei rigori e Zalewski ha cancellato una prova incolore con il rigore decisivo, calciato perfettamente. La Roma fa fuori ancora una volta il Feyenoord ed è la terza consecutiva, la quarta in quattro sfide. E De Rossi può godersi al massimo la sua prima serata europea all’Olimpico, finita esausto a festeggiare sotto la Sud. Al gol iniziale di Gimenez aveva risposto proprio una magia di Pellegrini, con l’1-1 inchiodato fino alla fine. Quando gli eroi sono diventati loro due, prima Svilar e poi Zalewski. Si va agli ottavi, con il sogno di arrivare ancora una volta fino in fondo. Super

    SUPER PELLE—
    De Rossi inverte Mancini con Llorente al centro della difesa e se la va a giocare con la sua formazione titolare, Slot invece recupera Timber, Geertruida e Gimenez dal via, sperando in un maggior equilibrio. Anche perché dopo appena 5’ arriva subito la doccia fredda per la Roma, con il gol di Gimenez di spalla, convalidato dal Var. Sembra l’inizio di un incubo e invece la Roma di De Rossi ha cuore e coraggio, si mette lì a macinare gioco e trova il pareggio al 15’, con una magia da fuori di Pellegrini. Pari meritato, perché poco prima era stato Hancko (ottimo in chiusura) a salvare sulla linea un tiro di Lukaku, mentre Svilar aveva dovuto dire di no a Wieffer per il possibile 2-0. Il che sarebbe stato un’autentica beffa, perché poi il Feyenoord non ha costruito più nulla. Pellegrini ha iniziato a lavorare una serie di palloni deliziosi (splendida il pallone per l’inserimento di Cristante, con il colpo di testa della mezzala al lato), Spinazzola ha sprintato senza fine a sinistra e Mancini ha messo la museruola a Gimenez. Così la Roma ha finito con il dominare la partita, rendendosi ancora pericolosa con Pellegrini e Karsdorp (pericolose alcune su uscite a vuoto in fascia). L’1-1 del primo tempo va stretto ai giallorossi, ma considerando come si era messa dopo appena 5’ di gioco, a De Rossi va bene anche così.

    LA LUNGA ATTESA— Nella ripresa si accende subito Dybala, che guadagna 5-6 falli uno dietro l’altro e pennella una palla d’oro per El Shaarawy. Per fermare l’argentino servono le maniere ruvide, anche se poi la Roma stavolta costruisce poco. C’è un contatto dubbio in area (Stengs scalcia El Shaarawy), Paixao trova l’unica intuizione della sua gara prima di lasciare il campo e De Rossi a metà ripresa si copre con Celik a destra, anche perché da quella parte Slot ha nel frattempo messo Ivanusec, che all’andata quando è entrato aveva fatto vedere cose buonissime. Ed allora ne viene fuori una partita quasi a scacchi, dove si inizia a pensare più a non prenderle che a darle. Wellenreuther toglie un pallone dalla testa di Lukaku, Mancini salva su Ueda a due passi dalla porta, ancora Lukaku ha la palla del successo, ma si impappina davanti al portiere avversario. E allora si va ai supplementari, come un anno fa. Succede poco: Dybala esce esausto, Geertruida può far male ma non ci riesce, Wellenreuther salva all’ultimo respiro su Lukaku. E ai rigori Ci pensano prima Svilar (parate su Hancko e Jahanbakhsh) e poi Zalewski a mandare l’Olimpico in paradiso.

    oh forse abbiamo un portiere?
     
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    Scamacca-gol, con lo Sporting finisce 1-1. Ma che sfortuna: la Dea colpisce tre pali

    Portoghesi avanti con Paulinho al 17', l'attaccante dei bergamaschi pareggia al 37'. Ma l'Atalanta, nella gara di andata degli ottavi di Europa League, ha parecchio da recriminare

    dal nostro inviato Matteo Brega
    6 marzo 2024 - LISBONA
    Finisce 1-1 tra Sporting e Atalanta nell’andata degli ottavi di finale di Europa League. Paulinho e Scamacca fissano il risultato, ma la Dea vince nel conto dei pali per 3-1 più un gol annullato per fuorigioco a Touré.

    LAMPO SPORTING—
    Rispetto alla vigilia Gasperini sceglie Hien e non Scalvini in difesa; per il resto Scamacca punta centrale per dare una svolta al reparto offensivo. Lo Sporting si presenta senza il bomber Gyokeres al centro dell’attacco e senza Hjulmand in mezzo al campo (esordio dal 1’ di Koindredi, nato nel 2001 in Gibuti da una famiglia della Nuova Caledonia e ha il passaporto francese). Al 7’ primo segnale dello Sporting. Edwards porta a spasso tutta la parte sinistra dell’Atalanta, si spinge fin quasi sul fondo vicino alla porta e crossa all’indietro dove trova un nerazzurro e non un compagno. Dopo dieci minuti lo Sporting passa. I portoghesi escono benissimo palla al piede dalla pressione bergamasca al limite dell’area. Trincao si ritrova tutto solo con decine di metri davanti, porta palla fino a quando serve Paulinho sulla corsa a sinistra tagliando fuori Holm, controllo e diagonale preciso sul secondo palo. La squadra di Amorim mette il naso avanti. Holm al 24’ risveglia l’Atalanta: discesa sulla destra, rientra e calcia di piatto sul palo lungo. Lo colpisce e la palla finisce il tragitto sul fondo ritornando verso il campo con una traiettoria beffarda. La costruzione dal basso può diventare un’ossessione per Amorim. Al 26’ lo si capisce bene: il portiere Israel serve il compagno spalle alla porta senza vedere la pressione di Ederson, il brasiliano lo anticipa servendo Scamacca che gli rende il pallone ma a un passo dal calciare in porta lo stesso Ederson viene anticipato da Israel stesso in uscita bassa. L’Atalanta cresce e la partita ne beneficia. Al 30’ la difesa portoghese respinge corto un calcio d’angolo e la botta di De Roon viene alzata sulla traversa da Israel. Lo Sporting è accerchiato e le direttive di Amorim cambiano quando si riparte dal fondo: lancio lungo e via senza costruzione dal basso. Al 39’ arriva il pareggio. Quaresma alleggerisce troppo mollemente verso Israel, Lookman si lancia all’inseguimento della palla infastidendo Israel, la palla arriva a Miranchuk che a porta vuota ha la freddezza di attendere e servire Scamacca che prima finta di calciare col destro e poi di sinistro infila nell’angolo in una situazione divenuta non così semplice. Pareggio cercato, meritato, costruito con pazienza. Scamacca è “on fire” e al 42’ da corner gira verso la porta trovando Israel veloce a deviarla in corner. Il primo tempo finisce 1-1 con una crescita evidente dell’Atalanta.

    SUPERIORITA’ ATALANTA— Si riparte con tre cambi nello Sporting, sintomo di un disagio di Amorim. Dentro il bomber Gyokeres (32 gol stagionali), Hjulmand in regia e St. Juste in difesa. Resta 3-4-3, ma con più certezze in regia e nel ruolo di centravanti (Paulinho scivola ad ala destra). I primi minuti della ripresa vedono lo Sporting con un’anima ben differente rispetto al primo tempo. Al 7’ Catamo calcia centrale dopo una discesa sulla destra, come se l’uscita di Edwards lo avesse liberato. Al 15’ arriva il terzo palo dell’Atalanta. Lookman si inventa un numero di prestigio per saltare l’avversario ed entrare in area, un tocco per accentrarsi e con il destro calcia forte prendendo in pieno il primo palo. C’è un palo anche per lo Sporting al 17’: cross di Trincao da destra, di testa Coates va più in alto di tutti e prende il palo con Musso ormai fermo. Al 30’ si torna a giocare dalle parti dei portieri. Da una punizione a destra arriva una palla interessante per la testa di Kolasinac che tutto solo non prende la porta dall’area piccola. Il finale di partita mostra uno Sporting fin quasi timoroso di prendere anche il secondo gol. L’Atalanta è bella vispa e gli ingressi di Koopmeiners, De Ketelaere e Touré lasciano poco spazio alla fiducia portoghese. A 4’ dalla fine la Dea passerebbe in vantaggio con una rovesciata spettacolare di Touré partito sul filo del fuorigioco. L’attaccante anticipa Israel, la palla si impenna e lui in rovesciata la mette dentro. Sarebbe gol, perché il Var annulla per fuorigioco del numero 10 atalantino. Finisce 1-1, tutto da giocare settimana prossima a Bergamo il passaggio ai quarti. Con la sensazione che questa Atalanta meritasse di più all’Alvalade.
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    È una Roma da impazzire, De Rossi manda De Zerbi dietro la lavagna: 4-0 al Brighton

    Nella gara d'andata degli ottavi di Europa League i giallorossi dominano gli inglesi dal primo all'ultimo minuto con due gol per tempo: apre Dybala, poi Lukaku, nella ripresa Mancini e Cristante completano l'opera
    7 marzo 2024 - MILANO
    Se c’è un genio tra i due, allora quello è De Rossi. Almeno per una notte, almeno fino alla sfida di ritorno. Di certo c’è che la Roma derossiana continua ad essere bella e scintillante, al contrario di un Brighton brutto e con una fase difensiva a tratti ridicola. La Roma così supera per 4-0 gli inglesi grazie alle reti di Dybala, Lukaku, Mancini e Cristante e mette una seria ipoteca sulla qualificazione ai quarti di finale di Europa League. Per De Zerbi, invece, continua il momento nero, con una notte da incubo. Per rialzarsi ci vorrà qualcosa di diverso, ad iniziare da una minore approssimazione nello sviluppo del gioco.

    I GIOIELLI—
    De Rossi conferma la difesa a quattro, De Zerbi opta ancora per quella a tre. È il festival del bel gioco ed infatti la partita è subito scoppiettante, promettendo scintille e gol. Nei primi sette minuti Steele deve superarsi su Lukaku, che poi strozza troppo un tiro da fuori, con Ndicka che subito dopo devia sul suo palo un tiro di uno scatenato Adingra. Insomma, la partenza è ad altissimo ritmo ed infatti al 12’ arriva anche il gol di Dybala (alla sua prima marcatura stagionale in Europa), su una palla fanfascientifica di Paredes in verticale: la Joya salta Steele, insacca, ma deve attendere l’okay del Var per poter gioire davvero. Una volta passata in vantaggio la Roma lascia il pallino del gioco al Bringhton, che prova con il possesso palla a superare le linee difensive giallorosse. Opzione che non trova il premio desiderato ed allora servono gli spunti in velocità di Adingra per creare superiorità numerica e scompiglio. E proprio su due iniziative dell’ivoriano arrivano i colpi di testa di Welbeck, su cui Svilar è perfetto (soprattutto sul secondo, quello a tempo scaduto). In mezzo il raddoppio giallorosso, con Dunk che fa un pasticcio assurdo sul controllo e regala a Big Rom il pallone del 2-0.

    GARA CHIUSA— Per cambiare inerzia alla partita De Zerbi a inizio ripresa butta dentro Ansu Fati al posto di un Enciso evanescente. Il problema del Brighton, però, è che la tanto sbandierata costruzione dal basso crea più danni che pericoli. Gli errori individuali sono tanti, le uscite positive per far male pochissime. Quando finalmente gli riesce, però, è ancora Adingra a creare sconquassi ed a regalare la palla giusta a Welbeck, che però calcia alle stelle. Ed infatti poco dopo arriva anche il 3-0 giallorosso, con El Shaarawy che pesca Mancini in area, tocco in controtempo e terza rete romanista (convalidata dopo un check per possibile fuorigioco). Subito dopo è Cristante a punire gli inglesi (altro assist di El Shaarawy), sfruttando al massimo una fase difensiva ridicola da parte della squadra di De Zerbi. Sul 4-0 la Roma rallenta e gli inglesi trovano un paio di spunti con Lamptey e Dunk, ma più sulla forza della rabbia che non per meriti sparsi. Pellegrini continua a prendere calci ovunque, De Rossi decide di passare alla difesa a tre per blindare il risultato e la partita finisce di fatto così. L’Olimpico è in festa, De Rossi vive una serata magica, De Zerbi non sa più neanche dove guardare.
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    Milan, qualche rischio ma va bene così: 4-2 allo Slavia Praga e quarti più vicini

    Tra i rossoneri in rete Giroud, Loftus-Cheek, Reijnders e Pulisic. Nei cechi gol di Doudera e Schranz, dopo l'espulsione di Diouf dopo 25'. Appuntamento a Praga tra una settimana

    7 marzo 2024 - MILANO
    Tutto è bene quel che finisce bene, ma i punti di osservazione sono inesorabilmente due. Quello a breve termine sorride: due gol di vantaggio sono un buon tesoretto da portarsi all’Eden Park di Praga. Quello a medio termine è cupo: se il Milan di coppa è quello di stasera, immaginare di arrivare fino a Dublino è un esercizio di pura dialettica che non rispecchia la realtà dei fatti. Il Diavolo conclude il primo round contro lo Slavia Praga con un 4-2 che non rispecchia l’ampia differenza di valori tecnici fra le due rose ma che soprattutto è stato faticoso molto più del lecito considerando la superiorità numerica per oltre un’ora di gioco. I rossoneri, annebbiati dalla paura, a un certo punto hanno rischiato persino il 3-3 e hanno calato il poker che consegna una relativa tranquillità soltanto a cinque dal novantesimo. A Praga comunque ci sarà da sudare parecchio.

    LE SCELTE—
    Le rotazioni possono attendere, le vedremo semmai domenica con l’Empoli. Pioli certifica il forte appetito per questa coppa confermando praticamente in blocco l’undici che ha sbancato l’Olimpico. Una sola modifica rispetto alla Lazio: Bennacer in panchina, con Reijnders che ritrova la maglia da titolare dopo due partite da riservista. Quindi Kjaer e Gabbia centrali e Adli confermatissimo davanti alla difesa perché il sistema di gioco resta il 4-1-4-1 delle ultime uscite, con Loftus-Cheek e Reijnders incursori avanzati. Attacco consegnato al Pu-Gi-Le per la venticinquesima volta in 38 partite. Trpisovsky si è affidato come di consueto a Chytil (4 gol e un assist in questa Europa League). Primi appunti evidenti dopo un quarto d’ora di gioco: lo Slavia nell’organizzazione difensiva è ben disposto e occupa sapientemente gli spazi, ma la qualità è quella che è. Se puntati, singolarmente i cechi vanno in apnea (due punizioni rossonere dal limite dell’area nei primi dieci minuti). Il discorso è valido anche in fase offensiva, assolutamente tangibile perché Trpisovsky ha educato la squadra al coraggio a prescindere dal contesto. Il problema, appunto, è nella cifra tecnica dei suoi ragazzi. Errori pesanti: al 12’ Diouf, totalmente dimenticato dalla difesa rossonera, liscia la conclusione al volo e al 15’ Gabbia – passo indietro inquietante rispetto alle prestazioni precedenti – sbaglia la marcatura su Doudera, che però si coordina male.

    ALLARME— Il Diavolo ringrazia, ma sono campanelli d’allarme preoccupanti: con una altro avversario, probabile che le cose sarebbero andate diversamente. Il problema principale del Milan è che non ne viene intimorito. I rossoneri producono una ragnatela di passaggi(ni) fini a se stessi senza affondare, senza accelerare, senza incattivirsi. Sembra l’allenamento defaticante del giorno dopo, con Gabbia e Kjaer che scambiano palla infinitamente senza l’aiuto di un compagno che faccia un mezzo movimento. Flusso di gioco noioso, lento e svagato. La partita cambia forzatamente faccia al minuto numero 26, quando il fischietto turco Meler mostra il rosso diretto a Diouf per una ruvidezza su Pulisic. Lo Slavia perde il suo importante stantuffo di sinistra e si prepara a una lunga inferiorità numerica. Ma in realtà, lì per lì, nemmeno questo riesce ad accendere il Milan, che prosegue ancora al piccolo trotto e inizia a far spazientire San Siro. Un’inerzia interrotta dal vantaggio di Giroud (34’), che svicola alle spalle di Zima e infila la porta ceca di testa. Dura poco, pochissimo. Due giri di lancetta e Doudera trova il gol da raccontare ai nipotini infilando Maignan con un fantastico destro al volo su rinvio sbilenco di Reijnders. A quel punto, finalmente, il Milan si rianima e scava un solco nel match. Prima ci provano di testa Leao e Gabbia (super Stanek sul 46 rossomero) e poi ci riesce Reijnders con un destro violento da fuori area (44’). Il tris viene servito al primo minuto di recupero con un colpo di testa di Loftus-Cheek su angolo di Florenzi.

    SCHIAFFO— Tre a uno, un doppio gancio al mento dello Slavia e gara apparentemente in discesa agevole, vista anche la superiorità numerica. Macché. Pioli inizia la ripresa inserendo Calabria e Tomori per Florenzi e Gabbia, Leao conclude vicino al palo (peccando di egoismo) ma al 20’ i cechi accorciano: il destro di controbalzo di Schranz è eseguito magistralmente ma Hernandez invece di scalare si accentra e lo lascia da solo. E’ uno schiaffo che fa male. Il pallone, che finalmente stava scivolando leggero, diventa una palla medica. Il Milan torna la squadra contratta della prima parte di gara, accumula un errore dietro l’altro in costruzione (ma anche in fase difensiva) e in pratica i benefici dell’uomo in più si dissolvono nella paura. Come a dieci dal termine, quando un mischione in area rossonera fa venire i capelli dritti ai sessantamila del Meazza. La sfida si rimette su binari più confortanti soltanto a cinque dal novantesimo grazie allo spunto del solista, perché soltanto un numero individuale avrebbe potuto cambiare match e prospettive di qualificazione. Il Milan ringrazia ancora una volta Leao che si beve Vlcek e indirizza in porta uno scavetto deviato leggermente da Pulisic. San Siro torna a cantare, ma che fatica.
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    Liverpool, cinquina allo Sparta Praga. Il Qarabag scappa, il Bayer Leverkusen lo riprende

    Nelle sfide d'andata degli ottavi, i Reds di Klopp ipotecano il turno successivo, mentre i tedeschi recuperano due reti ai sorprendenti azeri
    Salvatore Malfitano
    7 marzo 2024 - MILANO
    Il Liverpool non sbaglia, il Bayer Leverkusen invece per poco non cade in modo inatteso, pareggiando in extremis con Schick sul campo del Qarabag. L’andata degli ottavi di finale di Europa League si sviluppa da un lato verso le conferme, con i Reds che ipotecano la qualificazione in casa dello Sparta Praga con un netto 1-5, mentre dall'altro verso le sorprese con la formazione di Xabi Alonso che fa 2-2 in rimonta in casa del Qarabag che assolutamente non demerita.

    SPARTA PRAGA-LIVERPOOL 1-5— La gara è più aperta di quanto non dica il risultato. Per gli inglesi però si mette subito sui binari giusti, perché al 6’ MacAllister realizza il rigore che lui stesso si procura per il fallo di Sorensen. I cechi spingono e creano, ma non convertono. Così il raddoppio della squadra di Klopp arriva al 25’: Nuñez disegna una splendida traiettoria a giro da fuori area, realizzando il millesimo gol della gestione del tecnico tedesco. Nel recupero del primo tempo l’attaccante trova anche la doppietta con un’altra prodezza, un tiro al volo dal limite; poco prima Birmancevic non riesce a ribadire in rete un pallone vagante dopo il salvataggio di Kelleher su Kuchta. Ad inizio ripresa lo Sparta Praga sembra poter riaprire la contesa con l’autorete di Bradley appena entrato, però Luis Diaz cala il poker al 53’ concludendo a centro area sul servizio di Elliott. Nel finale rete annullata a Salah per una posizione di fuorigioco, il quinto centro lo mette a segno comunque Szoboszlai, con un tiro non irresistibile al termine di una ripartenza, su cui Jensen non è esente da colpe.

    QARABAG-BAYER LEVERKUSEN 2-2— Gli azeri possono reciminare per l’esito di questo primo atto. Al 25’ la conclusione deviata di Jankovic termina sul palo, un minuto dopo però il Qarabag sblocca l’incontro: Tah perde un pallone sanguinoso, Juninho guida la ripartenza e serve Benzia che non sbaglia. A fine primo tempo arriva anche il raddoppio, con un ottimo passaggio in profondità di Patrick che lancia Juninho, che a sua volta salta il portiere e deposita a porta vuota. Il Bayer accorcia al 70’ e stavolta Benzia è protagonista in negativo, perché un suo retropassaggio scriteriato mette il tedesco davanti a Lunev, superato con un delizioso tocco sotto. Juninho avrebbe la palla del 3-1, ma Kovar è bravo a chiudergli lo specchio in uscita (89'). A recupero inoltrato sul cross di Andrick si avventa Schick, che di testa segna la rete che prolunga l'imbattibilità.
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    Se giochiamo così al ritorno usciamo al 100%.
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    Incredibile come un tifoso possa incazzarsi vedendo la propria squadra segnare quattro gol in una serata.
    Difesa imbarazzante ma soprattutto nessuno schermo a centrocampo.
     
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    Lo Slavia resta subito in 10 e per il Milan diventa tutto facile: ne fa tre e vola ai quarti

    All'Eden Arena secondo round senza storia. Rossoneri in gol con Pulisic, Loftus-Cheek e una perla di Leao. Jurasek firma la rete della bandiera. Come all'andata, cechi in dieci dopo venti minuti. Maignan esce infortunato

    Dalla nostra inviata Alessandra Gozzini
    14 marzo 2024 - PRAGA (REP. CECA)
    Praga superata, Dublino è un po’ più vicina. Il Milan scoprirà domani in che direzione proseguirà la caccia al tesoro dell’Europa League. L'Eden Arena, stadio dello Slavia, è stato un ostacolo facilmente superabile. Nella lista delle buone notizie (i tre marcatori diversi, i rischi in difesa contenuti, Leao in versione super) c'è anche la classica nota stonata: l'infortunio di Maignan, sostituto dopo venti minuti di gioco da Sportiello. Quella di Mike è una storia dentro la storia della partita: dopo 3' lo scontro con Vlcek e il primo allarme. Tomori e Theo i primi che si avvicinano per conoscere le condizioni del compagno. Maignan si rialza e poi si ferma di nuovo, chiama una seconda volta i medici e resta ancora in campo. Non sembra dolorante quando al 14' mostra riflessi eccellenti sul tentativo ravvicinato di Chytil. La partita di Mike però finisce qui. Per lui trauma contusivo alla gamba destra, domani gli esami. Il ginocchio è stabile.

    RAFA SHOW—
    La partita ha uno svolgimento simile a quello dell'andata: al 20' lo Sparta resta in dieci per l'espulsione di Holes, entrato durissimo su Calabria. Decisione aiutata dal Var. A metà tempo entra in scena Leao: Rafa non ama le banalità, sarà per questo che prima spreca clamorosamente su invito di Musah. Vantaggio rossonero al 34': scatta Theo, Leao rifinisce per Pulisic, l'americano di nuovo in gol. Bis concesso subito dopo: il Milan accelera ancora a sinistra con Theo, avanza ancora con Leao e l'assist stavolta è raccolto da Loftus-Cheek. Sul terzo gol Rafa vuole la sua firma: destro a giro che mira l'angolino. La notte d'Europa diventa la notte di Rafa, stella rossonera.

    INTERRUZIONE— A inizio ripresa dentro Thiaw e Kalulu per non affaticare Tomori (diffidato e ammonito, salterà l'andata dei quarti) e Calabria. Dopo un'ora di gioco fuori anche Pulisic, tra i più presenti dell'ultimo periodo: altra chance per Chukwueze. Leao (90' in campo, come Giroud) si prende la scena anche quando dalla curva dei tifosi cechi piovono acqua, birra e bicchieri di carta su Adli in attesa del corner. Rafa ferma il pallone con le mani ed è necessario il confronto arbitro-quarto uomo, il messaggio dello speaker e l'appello alla curva del capitano Provod per riprendere (più o meno) in tranquillità. I lanci prenderanno dopo di mira Theo, a terra dopo un fallo, con lo speaker costretto a rinnovare l'appello. Ad animare infine l'Eden Arena è il 3-1 di Jurasek, festeggiato come un gol vittoria. Ma il verdetto non cambia: Milan ai quarti di Europa League.
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