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Emperor86.
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VITTRA DEI NAGLFAR
Incantevole in tutta la sua disperazione, Vittra rappresenta una delle tappe fondamentali nel progresso sonoro del buon black metal. Certo questa uscita non può essere considerata ignorando una nutrita discografia che nel corso degli anni è riuscita a conquistare un netto miglioramento, sia dal punto di vista stilistico che formale. Sono infatti diversi gli aspetti non convincenti di questo classico del genere oscuro: non si può certo negare la presenza di spunti forse troppo ingenui, come spesso accade nel songwriting delle chitarre (vedi Through The Midnight Spheres), nè tantomeno i vani tentativi di fare paura sfruttando esclusivamente l'abilità esecutiva di percorsi a volte tanto scandalosi quanto impercettibili. Col tempo i Naglfar riusciranno ad eliminare dalla propria forma d'arte le disgustose sbavature che solo l'esperienza riesce ad intravedere: qui ci occuperemo del passato, un capitolo indispensabile per ben comprendere tutto ciò che verrà solo più tardi.
Difficile scegliere le tracce più rappresentative del disco. Partirei comunque con Emerging From Her Weepings perchè riassume l'intero contenuto della proposta svedese: riff tiratissimi accompagnati da una batteria instancabile (suonata dal componente non ufficiale del gruppo Matte Holmgren) che nella traccia più lunga rivelano un crescendo infiammato subito pronto a concludersi nell'indescrivibile. Jens Rydén sfrutta le graffianti corde vocali con uno screaming acido e devastante, ancora più potente se sorretto dalle backing vocals del bassista Kristoffer Olivius, forte di un quattro corde dal suono distortissimo, sporco compagno di banco delle chitarre di Andreas Nilsson e Morgan Sansson. L'atmosfera spettrale che pervade tutto l'album si concentra nel brano omonimo Vittra, dove in poche righe ritroviamo la situazione rappresentata in copertina.
And then she came forth, the forest goddess
Her crying hymns were calling for me
I followed her through the eternal vast forest
And so, so I found myself lost there in...
Sarei fin troppo retorico e ripetitivo se tentassi di descrivere anche gli altri brani. Ognuno di essi è incastrato nell'altro, in un rapporto indecifrabile a parole ma caratteristico della descrizione globale sopra riportata: black metal allo stato puro quello dei Naglfar, consigliato solo agli amanti fedeli che non possono e non vogliono mancare l'acquisto di un'altra delle tante radici che tutt'ora continuano a crescere nel suolo arido e duro della scena metal mondiale.
VOTO: 10
Edited by Shagrath82 - 27/9/2015, 23:32. -
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Bravo Emperor!!! . -
Emperor86.
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thanks . -
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Bello questo! l'ho scaricato ieri sera da un australiano...ooopss, non si può dire, vero?
Vabbé, nel frattempo stiravo!. -
.CITAZIONEVabbé, nel frattempo stiravo!
?????????????????????'. -
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Ovvio...lascio che il mio pc lavori, nel frattempo apro l'asse da stiro nel mio enorme bilocale e stiro...arrivo a casa alle sette e mezza di sera...quando posso fare 'sti lavori se non la sera? . -
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Che brava massaia! . -
Ian Delacroix.
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Per me i Naglfar (e non solo loro), pur facendo ottime cose, non si sono mai più avvicinati nemmeno lontanamente all'alchimia di questo album. . -
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In effetti forse è il loro lavoro migliore... . -
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Grandissimo album!... Pochissime song riescono a darmi le stesse emozioni di "Enslave The Astral Fortress"... Questo è black melodico signori.
Disco meraviglioso al netto di alcune ingenuità. In futuro miglioreranno ma perderanno questa fantastica freschezza.
Un disco che ormai è da considerarsi un classico del genere.. -
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Ahhh ma allora volete farmi piangere
Disco pazzesco, purtroppo il loro apice e anche se in futuro sepper sfornare discreti od anche buoni dischi, l'inevitabile confronto li penalizzerà sempre.
Perché ovviamente Vittra è un gran disco, il loro migliore a mani basse. Funziona tutto, dai riff melodici e taglienti fino alla super performance di Jens Rydèn, melodic black ai massimi livelli.
L'estrema accessibilità dei suoni e delle melodie rendono in definitiva "Vittra" un piatto appetibile anche per chi non è proprio un appassionato del genere.
Anche se non si inventa niente. Anche se non si fanno cose fuori dal mondo. Solo per la capacità di dare emozioni e per la professionalità con cui viene coronato l'intento questo disco merita di essere ricordato a lungo. Provare per credere!. -
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Un disco black metal abbastanza atipico, molto più melodico come stile rispetto a quello suonato dai loro vicini norvegesi.
Sinceramente non so perché sia considerato di culto o un capolavoro, ma non impazzisco più di tanto per il black metal, geenre che devo prendere a piccole dosi altrimenti mi saturo
Tra le mie preferite:
Emerging From Her Weepings
Enslave The Astral Fortress
Edited by Shagrath82 - 23/9/2023, 21:46. -
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Naglfar - Vittra
Che sia un album atipico lo si capisce fin dalla prima traccia, As the twilight gave birth to night, che sembra aver gettato le basi di quello che ha avuto successo negli ultimi anni con gli Amon Amarth.
Poi la seconda traccia, Enslave the astral fortress, che inizia sulla falsa riga della precedente fino alla svolta quasi heavy, per poi tornare indietro alle sonorità iniziali. Da lì in avanti più black, ma non tralasciando quel melodico che forse è la particolarità dell'album. -
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Ma alla fine ti è piaciuto? .