La torre nera

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  1. Leprotta incazzosa
     
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    La torre nera è una serie di romanzi di fantasy, fantascienza, horror, e western dello scrittore americano Stephen King. La serie è stata definita il magnum opus di King - oltre ai sette romanzi che compongono la serie, molti dei suoi altri romanzi sono collegati alla storia, introducendo concetti e personaggi che entrano in azione con il progressivo andamento della serie.
    Il personaggio principale, Roland, è l'ultimo membro vivente dell'ordine dei cavalieri conosciuti come gunslingers (pistoleri). Il mondo in cui vive è abbastanza differente dal nostro anche se presenta strane similitudini - organizzato politicamente secondo le linee di una società feudale, condivide caratteristiche sociali e tecnologiche con il vecchio West Americano, così come poteri e reliquie magiche appartenenti ad un'avanzata società ora scomparsa da tempo. La ricerca di Roland, la sua ragione di esistere, è trovare la Torre nera, un edificio leggendario che si dice essere il punto di snodo dell'universo. Nell'opera si dice che il mondo di Roland è "andato avanti", mentre in realtà sembra che si sia trasformato - pazze nazioni distrutte da guerre, intere città e regioni cancellate dalla faccia della terra senza lasciare traccia, e anche il sole a volte sorge a Nord e tramonta ad Est. All'inizio della serie, gli obiettivi di Roland, così come la sua età, non sono chiari, ma continuando la lettura molte cose diventano chiare.

    La serie della torre nera di Stephen King :
    L'Ultimo Cavaliere
    La Chiamata dei Tre
    Terre Desolate
    La Sfera del Buio
    I Lupi del Calla
    La Canzone di Susannah
    La Torre Nera

    Io sono quasi alla fine del 4....in se bello..ma a colpi il caro vecchio King e un po troppo prolisso per i mieie gusti!!
     
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    Mai letto...non mi ha mai ispirato più di tanto. Pesno che King rimanga il migliore nell'ambito sovrannaturale ed horror, o nei romanzi di formazione dove racconta le vicende di adolescenti e ragazzi, ma nel fantasy/western non m'ispira!
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  3. Leprotta incazzosa
     
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    Io di king ne ho iniziati molti e non mi sono mai piacciuti e in genere li ho mollati a meta xk e troppo noioso.. lunico che mi ha tenuta attaccata alle pagine e stato Cell..e questo abbastanza...ha i suoi alti e bassi...
     
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    Beh, It, Carrie, Misery, Shinig, Le notti di Salem sono capolavori...mai letti?
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    Ho iniziato a leggerli l'anno scorso. Ho appena terminato La sfera del buio, ed ho attaccato i Lupi di Calla.
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    bravo. Ti sta piacendo?
     
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    Bah. Il primo non mi ha detto molto.
    Il secondo è fantatsico, sopratutto la sparatoria dal boss con Eddie, sembra quasi tarantiniana come scena
    Il terzo bello, ma un po' dispersivo
    Il quarto mi è parso un po' debole. nel senso, ok, bella la storia d'amore, ma anche che due coglioni dopo un po'. Poi i rimandi a il Mago di Oz poteva risparmiarseli. Ma l'inizio con l'arrivo a Topeka deserta dopo l'epidemia di Captain trip è da :inchino:
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    Il quinto è bello, tranquillo
     
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    Speriamo. Per ora non mi dispiace
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  10. Blackvampires1986
     
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    Non male. Poi nei Lupi di Calla c'è Padre Callahan, il prete de "Le notti di Salem"
     
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    CITAZIONE (Blackvampires1986 @ 15/3/2014, 14:41) 
    Non male. Poi nei Lupi di Calla c'è Padre Callahan, il prete de "Le notti di Salem"

    Finito.
    Mica male.
    Ora sotto con "La canzone di Susannha"
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    Mmm...metto sotto spoiler per non rovinarti la sorpresa. NON leggere

    Devo mantenere una certa moderazione nel giudizio dell'ultimo volume della saga della "Torre Nera". Ho incominciato a leggere che era la vigilia di Natale del 2008 e ho terminato nell'agosto 2009. Alla fine è stato un lungo viaggio - e che viaggio! Però devo ammettere che l'ultimo romanzo l'ho trovato un po' pesante. Non mi ha preso come gli altri, che invece ho divorato. Solo quando Roland e Susannah si avvicinano alla Torre Nera, allora la suspence aumenta e anche la tensione narrativa, sicché le pagine diventano molto più fluide. Ma io credo che di tutta la saga il capolavoro sia "La sfera del buio". E direi anche il primo volume, "L'ultimo cavaliere". Questi mi sono piaciuti di più. Gli altri sono tutti su buoni livelli. Devo anche aggiungere che il narcisismo di King, a partire da "I lupi del Calla" si è mostrato smisurato. Mettersi come personaggio nel proprio romanzo è troppo; per giunta farsi pubblicità! Citare altri romanzi! E' troppo, troppo. Questo non l'ho sopportato molto, perché la finzione è finzione e il narratore non può esistere in un mondo che egli stesso ha creato. Per me è una pecca non da poco. Il voto complessivo alla saga è 8, perché in fondo l'idea è originale e ogni lettore resta con il fiato sospeso fino alla fine. Finalmente ho svelato alcuni "misteri" di libri come "IT", "Cuori in Atlantide" e "Insomnia", che avevo letto prima di leggere la saga della Torre Nera.
     
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    Ho completato la lettura della saga completa.
    Dovrei dare un voto cumulativo alla saga, cosa difficile perché è stata scritta in un arco di anni che va dal 1982 (ma scritto nel 1979) fino al 2004, e possiamo vedere l'evoluzione dello stile di King. Dal King onirico, ma anche furioso degli inizi a quello meno convincente degli ultimi anni. Perché, diciamocela tutta, i libri migliori sono i primi tre (il top resta la chiamata dei tre). Dopo si fanno apprezzare, ma resta il dubbio: dopo l'incidente del 1999 forse King ha avuto paura di non portare a termine la sua opera più grande, ed allora ha iniziato a darci dentro, a volte con intuizioni geniali, altre volte con petecchiate talmente idiote da farti bestemmiare in tutte le lingue del mondo. Ocio, che abbonderanno spoiler.
    Il primo libro è abbstanza interlocutorio. Diciamo che serve essenzialmente ad introdurre il personaggio di Ronald. Jack compare e muore :hihi: Potrebbe sembrare abbastanza astruso, forse quello con l'ambientazione più western di tutta la saga. Però che bello ritrovare alla fine Randall Flagg, scoprire che l'uomo in nero/Walter altro non era che il maligno capo dei sopravvissuti malvagi de "L'ombra dello scorpione".
    La parte veramente succosa arriva col secondo libro. A partire dalla scena allucinante delle aramostre, scena a dir poco grottesca con risvolti macabri. Ma è con le tre porte che King ha una trovata a dir poco geniale: sfrutta il classico tema dei viaggi nel tempo e del teletrasporto. Ed inizia a creare il ka-tet. Con alcune scene da antologia del buon vecchio King. Prima tra tutte il reclutamento di Eddie, un piccolo gioiello di raccondo d'azione.
    Piccola digressione stilistica mi sono sempre stupito che King non abbia esplorato la narrativa noir o hard boiled, visto che tratti di "La chiamata dei tre" sono pagine esemplari di tensione narrativa e di descrizione di azione magistrali; ma anche nel proseguimento della saga ci sono alcune scene di pura azione, raccontate molto bene, a tratti con alcuni colpi di genio pazzeschi

    nell'ultimo libro, quando Dandelo sta per uccidere Ronald e viene soprafatto da Susannah:
    "Aspetta, la sai quella dell'arcivescovo e il prelato?"
    "La so già"
    e gli piantò due pallottole nel cervello :inchino:


    Tornando a "La chiamata dei Tre", è pura azione che fila via che è un piacere.

    la sparatoria contro i narcotrafficanti è a dir poco esaltante, con Eddie nudo come un verme che si vendica sterminando i responsabili della morte di suo fratello


    Il terzo libro è altrettanto valido, ma il limite è che viene messa troppa carne al fuoco nello stesso romanzo: il salvataggio di Jack, la questione delle rose, l'arrivo a Lund e il secondo salvataggio di Jack. Resta pur sempre valido, e il finale in sospeso con Blaine è una di quelle cose che ti fanno così incazzare che capisco perché molta gente mandò lettere un po' imbisciate a King per esortarlo ad andare avanti. E lui ci mette sei anni per liquidare Blaine in meno di 40 pagine e scrivere una storia d'amore che dura oltre 500 pagine. Una storia d'amore che, ovviamente, non può finire bene in un mondo che è andato avanti, metà western, metà medioevo con qualche spruzzata di fantascienza post apocalittica. È molto malinconico "Le sfere del buio", nel puro stile kinghiano, sopratutto quando il lettore capisce che non può finire bene, vede gli eventi svilupparsi all'insaputa dei protagonisti e sa che non ci sono soluzioni (sciocco pensarlo, ma la bravura dell'autore sta anche nella capacità di creare empatia tra il lettore e i personaggi, per quanto fantasiosi siano. :inchino: al Maestro.
    I problemi veri iniziano tra i "Lupi del Calla" e "La canzone di Susannah" (per quanto anche "Terre desolate" fosse stato condensato di un centinaio di pagine non sarebbe stato male) il fatto è che tutta la vicenda di padre Callaghan assume alla lunga tratti grotteschi ed involontariamente comici (i vampiri di terzo tipo che trasmetto l'HIV, per esempio). Peccato, perché ritrovarlo mi aveva fatto piacere. Lo avevamo abbandonato su una corriera, ubriaco ed umiliato diretto a New York, ce lo ritroviamo nel medio mondo. Grossa delusione per come viene narrata la vita del prete dopo la fuga da Jerusalem's Lot, perché uno si aspetta chissà quali rivelazioni e scopre che l'ex prete ha peregrinato per New York, sempre sbronzo. Qua e la qualche spunto interessante annegati in un male di castronerie e di prolissita.

    l'amore omosessuale, pur se platonico con un responsabile del centro di accoglienza dei senzatetto è un po' buttata lì, sembra tanto di trovata un po' senzazionalista.
    Le peregrinazioni di Padre Callaghan per i vari mondi paralleli alla lunga stufano, ma è un personaggio che ho troppo amato e scivolano via come niente.


    Tanto la vicenda di Padre Callaghan ha una comclusione a dir poco epica nella scena narrata al Dixie Pig, che riscatta tutte le puttanate scritte prima :hihi:

    di fronte ai vampiri cannibali che mangiani bambini arrostiti, pur nella sua esagerazione ho trovato il King originario, che racconta una storia perché gli è venuta così, senza pensare allo stile, ai critici eccetera. Il suicidio del prete è una delle scene più tristi eppure più esaltantidi tutta la saga fino a quel momento.


    Nel frattempo abbiamo assistito ad una delle ultime intuizioni di King: mettere nella saga se stesso, e descrivere la propria morte. Che poi sarebbe l'incidente di cui fu vittima nel 1999 (una sorta di macabro What if...). Io ho trovato questa idea a dir poco fantastica, e molto coraggiosa, sopratutto descrivere se stesso come un uomo alcolizzato, un tossico di alcool e nicotina.

    L'ultimo libro è quello, come lo ritengo della frenesia. Succede tutto in questo romanzo. La liberazione dei frangitori (con rimandi a Cuori in Atlantide), lo scioglimento del ka-tet, il salvataggio di King

    con la morte di Jack in quel modo assurdo: ma vaffanculo King. Poche pagine prime mi hai ucciso Eddie così, in modo banale da una faina moribonda, dopo che i nostri come se nulla fosse avevano fatto a pezzi schiere di Taheen, ora fai morire il figlio adottivo e spirituale di Ronald in questo modo, investito da un coglione strafatto che guidava un furgoncino :serio:
    e, ops, lo scontro finale prima tra Ronald e il figlio Mordred

    che a sua volta ha eliminato in due pagine Randall Flagg: il cattivo più cattivo che ci sia fatto fuori da un regno dai poteri psichici. Ora se mai rileggero L'ombra dello Scorpione mi verrà da ridere pensando a che fine del cazzo sarà destinato il genio del male Flagg.


    e il famigerato Re Rosso

    che viene cancellato dopo essere stato ritratto da Patrick. Sì, avete capito bene. Il cattivissimo Re Rosso che si limita a chiamare Ronald (e i suoi poteri sono così forti che il pistolero resiste per svariate ore, dando tempo al ragazzo muto di ritrarlo e di cancellarlo :serio: Una delle peggiori stronzate che abbia mai letto


    qui finisce la storia... quasi.
    In altre parole, Stephen King avvisa il lettore che il libro finisce in questo punto, il nostro eroe ha raggiunto la torre e tanto deve bastarci, non abbiam macinato migliaia di pagine solo per un finale, ma per il gusto del viaggio in sé stesso—non bisogna avventurarsi nella Torre con Roland, non è richiesto, non è necessario, si può posare il libro a questo punto col ricordo di un'avventura fantastica. Se il lettore non accetta questa proposta, la storia riprende con

    Roland che si arrampica fino alla cima della Torre, le pareti della scala sono scolpite con i volti delle persone da lui conosciute, ad ogni piano si apre una porta che mostra un oggetto rappresentante la vita di Roland, dalle fasce della sua nascita ai finimenti del suo falco ecc. Salita l'ultima rampa appare un'ultima porta recante la scritta "Roland". il pistolero apre la porta finale, e di colpo si rende conto che ha già raggiunto la Torre molto tempo prima, infinite volte. Roland comprende e ricorda allora che la sua è una maledizione, che è destinato a ripetere la sua ricerca, di trovare sempre la sua Torre ma di perderne memoria ogni volta, centinaia, forse migliaia di volte ha già vissuto la stessa ricerca, facendo le stesse scelte, tradendo gli stessi amici e cercando una redenzione che non arriverà forse mai. Viene risucchiato all'interno della porta solo per essere teletrasportato indietro nel tempo, guarito dalle sue ferite, con le sue pistole e la mano intatta nel deserto, terminando la serie proprio com'era iniziata: "L'Uomo in Nero fuggì nel deserto, ed il pistolero lo seguì". C'è un piccolo colpo di scena, comunque; la memoria di Roland svanisce velocemente, ma Roland ora possiede il corno che aveva stupidamente perso tempo addietro a Jericho Hill. Questa piccola ma sostanziale differenza rispetto alla prima versione rafforza l'idea che Roland ha l'opportunità' di fare scelte diverse e, eventualmente, creare una rottura nel cerchio.


    Ora, ditemi se non si deve bestemmiare.
    Secondo questa logica King avrebbe dovuto far finire a metà l'Ombra dello Scorpione o It quando il gruppo di amici si ritrovano nelle fogne da adulti.
    Delusione abbastanza cocente questo finale; ma sopratutto le ultime 300 pagine, dove quasi sembra esserci una certa frenesia da parte di King di finire e di potersi dedicare ad altro.

    VOTO: A mente fredda non so dare un voto. Perché valutare la Saga equivale a dare un voto a tutta l'opera di King. Che viaggia tra le medie altissime degli esordi a quelle mediocri del 1998-2005 fino a quelle più che discrete degli ultimi due-tre anni.
    Il finale del cazzo rischia di influenzare il voto, in negativo ovviamente. Sicuramente la consiglio a quelli che hanno letto TUTTO di Stephen King. Solo così potranno gustarsi questa saga (io ho già deciso di recuperare un paio di romanzi storici).
    In ogni caso, se voglio valutare la saga, non può essere inferiore ad 8. Non tanto per la saga di per se, spesso un pastrocchio western-fantasy a tratti kitch, ma per i personaggi che ti accompagnano per migliaia di pagine.
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    Culla Bianconera

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    immagino l'incazzatura.
    Però, pensandoci bene, quello era l'unico finale possibile. Con ka e tutto il fato che si ripropone fino alla fine
     
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    King of Darkness

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    VOTO: A mente fredda non so dare un voto. Perché valutare la Saga equivale a dare un voto a tutta l'opera di King. Che viaggia tra le medie altissime degli esordi a quelle mediocri del 1998-2005 fino a quelle più che discrete degli ultimi due-tre anni.
    Il finale del cazzo rischia di influenzare il voto, in negativo ovviamente. Sicuramente la consiglio a quelli che hanno letto TUTTO di Stephen King. Solo così potranno gustarsi questa saga (io ho già deciso di recuperare un paio di romanzi storici).
    In ogni caso, se voglio valutare la saga, non può essere inferiore ad 8. Non tanto per la saga di per se, spesso un pastrocchio western-fantasy a tratti kitch, ma per i personaggi che ti accompagnano per migliaia di pagine.

    insomma, non sei deciso nemmeno tu :hihi:
     
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