Animali in pericolo di estinzione

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  1. Blackvampires1986
     
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    Lettura molto interessante! :sisi:
     
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    Il rospo dorato (Bufo periglenes Savage 1967) era un minuscolo anfibio che sino a poco tempo fa era diffuso in una ristretta area di foresta tropicale del Costa Rica centrale.

    La specie si è estinta nel 1989 a causa del riscaldamento globale. Infatti a causa della loro pelle umida e del fatto che iniziano la loro vita in acqua sono particolarmente suscettibili ai mutamenti del loro habitat che sembra dovuto all'innalzamento della fascia che nutre la foresta con la sua nebulosa atmosfera di acqua. Le montagne riscaldandosi fanno risalire la nebbia nella foresta al punto da prosciugare gli stagni dei rospi dorati.

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    Il coniglio ispido (Caprolagus hispidus Pearson, 1839) è un mammifero lagomorfo della famiglia dei Leporidi, cone peso di 2,5 kg e lunghezza di 48 cm viene considerato di media grandezza.

    Distribuzione e habitat

    Diffuso nell'Assam, nel Bangla Desh occidentale, le province superiori del Kheri settentrionale e il Bihar, in India. Il suo habitat naturale prevede pianure e vallate. Anche se nel XX secolo si sono registrati numerosi avvistamenti, dal 1958 si teme per l'estinzione della specie.

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    Il Cercopiteco dal ventre rosso (Cercopithecus erythrogaster) è un primate della famiglia delle Cercopithecidae.

    Descrizione

    È tra i più piccoli cercopitechi viventi: il peso varia tra 3 e 4,5 kg per i maschi e tra 2 e 4 kg per le femmine.

    Il colore è blu intorno agli occhi e bianco sul naso, mentre le basette sono giallo-biancastre; il resto del corpo è prevalentemente scuro; la colorazione bruno-rossastra del petto e del ventre, che dà il nome alla specie, non è sempre presente; a volte queste zone sono grigie.

    Distribuzione e habitat

    L’areale è costituito da una piccola zona tra la Nigeria sudoccidentale e il Benin meridionale. L’habitat è costituito dalla foresta pluviale.

    Biologia

    Conduce vita arboricola e l’attività è diurna. Vive per lo più in piccoli gruppi di circa cinque individui, ma possono costituirsi anche gruppi più numerosi.

    Come per gli altri cercopitechi la dieta è costituita prevalentemente di frutta, ma contiene anche altri alimenti vegetali e insetti.

    Sottospecie

    Sono note due sottospecie:

    * Cercopithecus erythrogaster erythrogaster
    * Cercopithecus erythrogaster pococki


    Stato di conservazione

    La specie è stata portata sull’orlo dell’estinzione dalla caccia ed è tuttora in pericolo.


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    Lo squalo del Gange (Glyphis gangeticus Müller ed Henle, 1839) è una rara specie di squalo della famiglia dei Carcarinidi diffusa nel corso del Gange, in India. Non deve essere confuso con lo squalo leuca, anch'esso presente nel Gange e talvolta chiamato erroneamente «squalo del Gange».

    Descrizione

    Nell'aspetto esteriore G. gangeticus mostra le caratteristiche tipiche di tutti i Carcarinidi: corpo tozzo, muso piuttosto arrotondato e occhi piccoli. La prima pinna dorsale è situata sull'ultimo terzo delle pinne pettorali e la sua estremità libera si trova proprio davanti alle pinne pelviche. La seconda pinna dorsale è molto più piccola della prima, sebbene sia ugualmente piuttosto grande. La pinna anale è leggermente più piccola della seconda pinna dorsale. Le pinne pettorali sono larghe e falcate. È presente una fossetta precaudale superiore longitudinale, ma manca la cresta interdorsale. Raggiunge al massimo 2 metri di lunghezza.
    Questa specie tende ad avere una colorazione uniforme grigia o marroncina, senza strisce o macchie apparenti.

    Distribuzione

    Lo squalo del Gange, come dice il nome, vive solamente nei fiumi dell'India orientale e nord-orientale, soprattutto nell'Hughli (Bengala Occidentale), nel Gange (Assam), nel Brahmaputra (Bihar) e nel Mahanadi (Orissa). I bengalesi lo chiamano Baagh Maach, che significa «pesce tigre». Generalmente predilige il corso medio-inferiore dei fiumi.

    Biologia

    Lo squalo del Gange abita con un ridotto numero di esemplari le acque dolci, le zone costiere e gli estuari. Le sue abitudini alimentari sono sconosciute. Probabilmente è viviparo e i piccoli alla nascita sono lunghi 55-60 centimetri.

    Conservazione

    Lo squalo del Gange si trova in grave pericolo di estinzione. Secondo l'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura, è una delle 20 specie di squalo più minacciate del mondo. La sovrapesca, molto diffusa e tuttora in aumento, ha diminuito notevolmente il numero di questi squali. L'olio da essi ricavato, insieme a quello ottenuto dal platanista, è molto richesto.

    Pericolo per l'uomo

    Lo squalo del Gange potrebbe costituire una minaccia per l'uomo, ma questo non è mai stato provato con certezza. Sebbene alcuni lo considerino «estremamente pericoloso», è praticamente impossibile distinguere i suoi attacchi da quelli provocati dallo squalo leuca. Molto probabilmente questo squalo è un animale specialista che basa la sua alimentazione sui piccoli pesci. Tra le specie di squali pericolosi che vivono nel Gange, lo squalo leuca rappresenta una minaccia molto più concreta di questa specie estremamente minacciata ed elusiva.


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    L'aluatta del Guatemala (Alouatta pigra Lawrence, 1933), in spagnolo saraguato, è un primate platirrino della famiglia degli Atelidi.

    Distribuzione

    Vive in Messico sud-orientale (stati di Campeche, Chiapas e Quintana Roo: sono gli unici primati dello Yucatan), Belize e Guatemala settentrionale: è endemica della Selva Maya, una grande foresta pluviale al confine fra i tre stati.

    Descrizione

    Misura circa un metro e mezzo di lunghezza, di cui poco più della metà spetta alla coda, per un peso che sfiora i 12 kg: queste misure ne fanno la più grande delle scimmie urlatrici ed uno dei primati autoctoni più grandi del Nuovo Mondo.
    Il pelo è uniformemente nero, leggermente più lungo sulla gola rispetto al resto del corpo: in corrispondenza dei genitali, il pelo diventa bianco. I maschi hanno un caratteristico scroto di colore rosa, che è la principale caratteristica distintiva fra questa specie e la congenere Alouatta palliata, di cui la sottospecie mexicana è simpatrica con A. pigra.
    I maschi sono molto più grandi delle femmine: basti pensare che il peso medio dei maschi è 11,4 kg, mentre quello delle femmine è di 6,5 kg.

    Biologia

    Si tratta di animali sociali, che vivono in gruppi di 5-10 individui, quindi di dimensioni inferiori a quelli delle altre scimmie urlatrici: di questi, i due terzi sono adulti, distribuiti solitamente in rapporto maschi/femmine di 4:3. Un gruppo è solitamente composto da un maschio dominante e varie femmine coi propri cuccioli: a volte si trovano anche altri maschi subordinati, il cui ruolo è con tutta probabilità quello di difendere il gruppo in caso di pericolo. Pare che le dimensioni del gruppo siano inversamente proporzionali al numero di cuccioli portati con successo all'età adulta, a causa dell'alta probabilità di infanticidio da parte dei maschi subordinati.
    A volte si trovano maschi solitari o gruppi di giovani maschi apolidi: questi maschi possono usurpare il trono dei maschi dominanti oppure crearsi un nuovo gruppo. Li si trova spesso associati alla scimmia ragno Ateles geoffroyi.
    Rispetto alle altre scimmie urlatrici, ha abitudini più terricole: come le congeneri, tuttavia, questi animali sono piuttosto statici, passando circa il 70% del tempo a riposare ed il restante tempo a mangiare e dedicando solo una minima parte alla socializzazione. I lunghi periodi d'inattività di questi animali servono a dare all'intestino il tempo di digerire le foglie, poiché nelle scimmie urlatrici mancano molti adattamenti tipici degli animali erbivori.
    Rispetto alle altre scimmie urlatrici, in questi animali la densità per chilometro quadro è più bassa (al massimo 90 individui per km²): ogni gruppo difende il proprio territorio emettendo delle potenti vocalizzazioni (88 decibel a 5 m di distanza). Quando sono presenti più maschi, essi tendono a vocalizzare a turno, sicché ascoltando i canti di queste scimmie è possibile intuire con precisione il numero di maschi presenti nei vari gruppi: queste indicazioni sono fondamentali per un determinato gruppo, che in base al numero stimato di individui rivali può decidere o meno di confrontarsi fisicamente.
    Si tratta di animali esclusivamente erbivori: si nutrono principalmente di foglie, fiori e soprattutto di frutta. Sono infatti le specie più frugivore del genere Alouatta, e tendono a mangiare foglie solo qualora i frutti siano scarsi o difficili da reperire.
    Generalmente, solo il maschio dominante e pochi altri maschi ad un livello alto della scala gerarchica possono copulare: il ciclo estrale delle femmine dura 11-20 giorni, ma i giorni fertili sono in tutto 2-4.
    Prima dell'accoppiamento, il maschio annusa l'urina della femmina e ne lecca i genitali per verificare a che punto è il ciclo estrale: per dimostrare la propria predisposizione all'accoppiamento, ambedue i sessi cacciano ripetutamente la lingua dentro e fuori dalla bocca. Pare inoltre che le femmine possano incitare i maschi afferrando loro i peli della testa.
    La gestazione dura sei mesi, al termine dei quali viene partorito un unico cucciolo: quest'ultimo ha una colorazione argentata, che mantiene fino ai due mesi e mezzo d'età, quando viene rimpiazzata dal consueto mantello nero.
    Spesso i maschi commettono infanticidio: si pensa che lo scopo di questo gesto sia quello di limitare la troppa crescita dei gruppi, con conseguente impoverimento delle risorse. I piccoli restano con la madre per circa un anno: essa li difende strenuamente da ogni pericolo.
    La maturità sessuale viene raggiunta attorno ai 3-4 anni d'età: già a 4 mesi, tuttavia, lo scroto dei maschi può colorarsi di rosa.
    La speranza di vita di questi animali si aggira attorno ai 20 anni.

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    CITAZIONE (Shagrath82 @ 23/7/2008, 14:35) 
    Lo storione beluga (Acipenser huso) è il più grande tra tutti gli storioni, il più pregiato per quanto riguarda carne e caviale.
    Il nome "caviale" deriva dal Persiano خاگ‌آور (Khāg-āvar) letteralmente "pesce generatore di uova". Il Caviale si ottiene anche dalle uova di altre tipologie di pesci, ma in questo caso il nome caviale viene fatto precedere dalla specie di pesce in questione, per caviale tout-court si intende quello di storione.
    Lo storione Beluga è una delle rare specie di pesci primitivi sopravissute fino ad oggi grazie alle particolari caratteristiche ambientali e alimentari del proprio habitat.

    Diffusione e habitat

    Vive nell'Adriatico, nel Mar Caspio nel Mar Nero e nel fiume Po.

    Specie protetta

    La presenza di dighe, che impediscono la risalita, l'uccisione di femmine per l'estrazione delle uova (caviale) ed i fenomeni di inquinamento hanno minacciato seriamente questa specie.

    Alimentazione

    Caccia soprattutto invertebrati.

    Descrizione

    La bocca nettamente infera, protrattile e tubiforme. Ha sul davanti 4 barbigli cilindriformi che rivolti all'indietro non raggiungono il labbro superiore. Il muso è molto allungato tanto che la sua lunghezza è pari a quasi la metà del corpo. Sul corpo sono presenti 9-14 scudi dorsali, 24-36 scudi laterali e 8-14 scudi ventrali. La coda è eterocerca, con il lobo superiore molto allungato.
    La pinna dorsale ha 31-43 raggi, quella anale 22-27. La pinna dorsale, la pinna anale e le pinne ventrali sono posizionate nella parte posteriore del corpo. Il primo raggio delle pinne pettorali è ossificato.
    La livrea prevede dorso grigio-grigio-bruno o verdastro, più chiaro lungo i fianchi, mentre il ventre è giallo-biancastro.

    Dimensioni


    Maschi

    * 5,3-7,5 m di lunghezza, eccezionalmente 9 m
    * 1000-2700 kg di peso

    Femmine


    * 4,7-7,2 m di lunghezza
    * 760-1470 kg di peso


    Beluga_sturgeon


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