I siti patrimonio mondiali dell'Unesco della Tunisia

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.  
    .
    Avatar

    Deus ex machina
    ♣♣♣♣♣♣♣♣♣

    Group
    Black
    Posts
    196,429
    Location
    AUGUSTA TAURINORUM

    Status
    Offline

    Anfiteatro romano di El Jem



    El Jem ((LA) Thysdrus) è una città del governatorato di Mahdia in Tunisia; ha una popolazione di 18.302 abitanti (dato aggiornato al censimento del 2004). Ospita alcune delle migliori rovine romane dell'Africa.

    Storia


    La città fu costruita, come molti altri insediamenti romani in Tunisia, al posto di vecchi centri punici. Grazie ad un clima meno arido di quello attuale, la romana Thysdrus prosperò nel secondo secolo, quando divenne un importante centro per la coltivazione e l'esportazione di olio di oliva. Fu sede di una diocesi cristiana, tuttora retta da un vescovo della Chiesa cattolica.
    Dai primi anni del terzo secolo, quando venne costruito l'anfiteatro, Thysdrus rivaleggiò con Hadrumetum (la moderna Susa) per il ruolo di seconda città romana del Nordafrica, dopo Cartagine. In seguito alla rivolta scoppiata nel 238, e del suicidio di Gordiano I nella sua villa romana nei pressi di Cartagine, le truppe romane leali all'imperatore Massimino Trace distrussero la città, che non venne mai ricostruita.

    Non è possibile datare precisamente la distruzione all'interno del terzo secolo. Le macerie ritrovate somigliano a quelle di Ossirinco.

    Anfiteatro

    El Jem è famoso per il suo anfiteatro (spesso chiamato erroneamente colosseo) in grado di ospitare 35.000 spettatori seduti. Solo il Colosseo di Roma, con circa 45.000 posti a sedere, ed il teatro di Capua erano più capienti. L'anfiteatro di El Jem venne costruito dai romani sotto il controllo del proconsole Gordiano I, il quale venne acclamato Imperatore a Thysdrus, intorno al 238 e fu probabilmente usato per spettacoli di gladiatori e corse dei carri (come nel film Ben-Hur). Esiste anche la possibilità che la costruzione del teatro non sia mai stata completata.
    Fino al diciassettesimo secolo rimase più o meno intatto. A partire da quel momento le sue pietre vennero usate per la costruzione del villaggio limitrofo di El Jem e della Grande Moschea di Qayrawan e, in un periodo di tensione durante il conflitto con gli Ottomani, i Turchi usarono i cannoni per stanare i ribelli nascosti al suo interno.
    Le rovine vennero dichiarate patrimonio dell'umanità nel 1979.

    Altro

    L'accumulo di sabbia protegge la città mercato di Thysdrus e le ville che un tempo la circondavano. L'anfiteatro accentra l'interesse degli archeologi: non è necessario procedere a degli scavi. Alcuni pavimenti a mosaici sono stati trovati e resi pubblici, ma i siti archeologici sono quasi sconosciuti.
    Nel mondo della scrittura, Thysdrus si trova nell'impero del papiro, il che rende i documenti conservabili con ottima qualità se tenuti in un ambiente asciutto quanto quello di El Jem.

    800px-Amphitheater_El_Djem%2C_Typhrus%2C_Tunesia%2C_from_the_inside2_13_Sept_2004



    Edited by Shagrath82 - 30/6/2013, 10:10
    Web
     
    Top
    .
  2.  
    .
    Avatar

    Deus ex machina
    ♣♣♣♣♣♣♣♣♣

    Group
    Black
    Posts
    196,429
    Location
    AUGUSTA TAURINORUM

    Status
    Offline

    Medina di Tunisi



    Tunisi (in arabo تونس, Tunis) è una città di 728.000 abitanti dell'Africa settentrionale, capitale e massimo porto della Tunisia, e capitale del governatorato omonimo. Si trova sulle rive di una laguna presso l'antica Cartagine, unita al Mar Mediterraneo da un canale navigabile di circa 10 km che lo collega all'avamporto della Goletta. La sua esistenza è già testimoniata nel IV secolo a.C.. I dintorni della città sono ricchi di vigneti e uliveti.

    Storia

    L'antica Tunis fu costruita vicino alla località di Cartagine. Diventò la capitale dell'Ifrīqiya (il nome arabo dell'antica provincia d'Africa) sotto la dinastia degli Hafsidi (XIII secolo) ed un importante centro di commercio con l'Europa.
    Nel periodo delle crociate San Luigi morì durante un assedio della città nel 1270 e nella vicina Cartagine fu costruita una cattedrale che porta ancora il suo nome nel XIX secolo.
    Gli ottomani conquistarono la città nel 1534, ma fin dal 1591, essa era dotata di una certa indipendenza da Istanbul. Nel frattempo, Carlo V conquista la città il 6 agosto 1535 ma, fu successivamente sconfitto vicino Algeri nel 1541, e dovette abbandonare i suoi possedimenti nel Magreb. La città prospera nuovamente come centro di commercio ma anche di pirateria fino al XIX secolo.
    Il decreto del 30 agosto 1858 istituisce il comune di Tunisi. L'uomo che fu alla base della creazione di questa istituzione, il generale Husayn, diventa il primo sindaco della città fino al 1865. Fu pertanto alla base della riorganizzazione urbana della città.
    Nel 1881, la città passa, come il resto del paese, sotto il protettorato francese ed è oggetto di trasformazioni urbanistiche importanti. Dal novembre 1942 a maggio 1943, è brevemente occupata dalle forze dell'asse.
    Tunisi è stata per undici anni la sede della lega araba dal 1979 al 1990, dopo la firma da parte dell'Egitto dell'Accordo di pace di Camp David con Israele.

    Luoghi da vedere


    La città è ricca di storia e di monumenti tipici della cultura araba:

    * Moschea degli Aghlabidi
    * La cinta muraria della città antica e le sue porte
    * Il Parco del Belvedere e la Kouba
    * Il suk
    * La medina (mercato)
    * L'antica città di Cartagine

    La Medina


    Tunisi non è stata sempre un posto privilegiato per regnare sul Paese benché presentasse tanti vantaggi in quanto situata su una collina e tra due laghi collegati direttamente al mare. Infatti mentre i cartaginesi, e dopo di loro i romani, hanno preferito come posto strategico Cartagine, gli arabi, quanto a loro, si sono interessati a Kairouan, dal clima più simile a quello della penisola araba . Nonostante questo, Tunisi ha beneficiato sempre di una posizione privilegiata prima di diventare capitale. Già nel VII° l’emiro Hassan Ibn Nooman aveva fatto spostare gli abitanti di Cartagine verso Tunisi predisposta come città. Il piano di origine della Medina era molto semplice e utilitaristico in quanto organizzato secondo i bisogni urgenti delle truppe arabe. La prima cosa da costruire furono delle mura solide per proteggere il campo militare, poi fu edificata la moschea della Zitouna per i bisogni di culto. Intorno alla moschea furono costruiti poco a poco i negozi, le abitazioni e i quartieri, separati tra di loro con delle strade che proseguivano sino alle mura della città dove si trovano le porte che servivano anche come posti di controllo. Questo primo schema fu ovviamente sviluppato nel corso del tempo senza perdere, per tanto, la sua originalità. Infatti i quartieri sono stati organizzati per comunità etnica, le mura consolidate e i souk (magazzini) ripartiti secondo l’attività economica. Più tardi con l’avvento della dinastia di Banou Khourassan, che creò un principato autonomo a Tunisi dopo l’invasione del Paese da parte delle tribù di Banou Hillal, la città fu consacrata capitale e furono costruiti un palazzo e una moschea nella piazza attuale del Kassar vicino a Bab Mnara. Ma la vera consacrazione avvenne nel XII secolo con gli Hafsidi quando Tunisi divenne la capitale di uno stato indipendente.
    Il loro regno fu caratterizzato dall’estensione della Medina e la costruzione della Casbah composta dagli uffici amministrativi e dal palazzo reale. Oltre che dalla Casbah, la Medina fu arricchita da una serie di medersa (una sorta di pensionato per gli studenti della Zitouna), di zaouia (mausoleo) e di nuovi quartieri destinati soprattutto ad accogliere la nuova comunità cristiana stabilitasi nella città. La presenza cristiana fu dovuta a trattati commerciali firmati fra il governo Hafside e gli stati europei, in particolare con Venezia e le altre repubbliche italiane, a partire del XIII secolo. Stabilite prima negli fondouk (albergo), le colonie cristiane svilupparono una forte attività commerciale che permise loro di creare, più tardi, i loro propri souk, come Souk el Grana dei commercianti livornesi e Souk delle Vetrerie (quella di Venezia), e i loro propri quartieri, situati nella zona della porta del mare “Bab Bhar” con le loro chiese (chiesa di via Jamaa Zitouna, chiesa di Bab Cartagenna, ecc). Ma la comunità cristiana non era la sola comunità straniera stabilitasi all’interno della Medina poiché molto prima di quell’epoca una popolazione ebrea si era insediata nella città grazie all’aiuto di Mehrez Bnou Khalef, padrone incontestato di Tunisi durante la sua lotta contro i Fatimidi, e che divenne poi Sidi Mehrez, un marabutto venerato sia dai musulmani che dagli ebrei. Essi costruirono il loro quartiere della Hara con la Grande Sinagoga. Una tale convivenza tra popoli di diverse religioni non sarebbe stata possibile se non fosse regnato un clima di sicurezza e di tolleranza che si rafforzò ulteriormente con l’arrivo dei turchi ottomani nel 1574. I nuovi padroni del Paese fecero appello alla popolazione locale, nelle sue diverse componenti, per rafforzare il loro potere e rilanciare la loro nuova capitale dopo l’invasione degli spagnoli. Oltre ai cristiani e agli ebrei, un nuovo elemento venne ad arricchire la società tunisina e modernizzare considerevolmente il Paese. Si trattava degli andalusi espulsi dalla Spagna e stabilitisi, in gran parte, nella Medina. Essi parteciparono alla costruzione di prestigiosi palazzi, medersa, zaouia, tourba (costruzione funeraria), fondouk, fontane pubbliche e nuovi souk, su ordine dei turchi.
    Parallelamente all’esplosione urbanistica e architettonica della città ci fu una esplosione demografica che condusse alla distruzione delle mura che proteggevano la Medina e delle sue due periferie Sud e Nord (Bab Souika e Bab Jazira). Cominciava allora un lungo periodo di degrado per la città, rafforzato dall’avvento del protettorato francese e la costruzione di una nuova città moderna accanto a quella vecchia abbandonata, in qualche modo, alla sua sorte.
    Con l’indipendenza del Paese terminò la distruzione totale delle mura della Medina e, parallelamente, essa fu disertata dai suoi abitanti che preferirono spostarsi in case moderne costruite sul modello europeo. Nelle loro vecchie abitazioni venne a stabilirsi invece una popolazione rurale che immigrò massicciamente verso Tunisi. Il risultato fu il deterioramento delle strutture urbane, il degrado delle costruzioni (abitazioni e altro) e la decadenza dell’attività economica con la scomparsa di mestieri artigianali (chaouachi, tintori, ecc) sostituiti da un commercio popolare.
    Di fronte a questa situazione, si sono moltiplicati i piani di sistemazione urbanistica e di restauro in uno spirito che, pur proteggendo la città storica con le sue diverse componenti, prendono in considerazione anche il preservare delle forme di vita economica e sociale degli abitanti.
    In questo senso l’Associazione di Salvaguardia della Medina di Tunisi e il Comune di Tunisi hanno identificato tutta una strategia che stanno realizzando in collaborazione con numerosi enti finanziatori internazionali. Si tratta di progetti di restauro di monumenti religiosi (moschee, medersa, zaouia), palazzi (Palazzo Kheïreddine) e dei souk e della loro finalità verso una nuova funzione quando quella originale non esiste più (club culturali, gallerie d’arte, club di informatica, ecc). Inoltre sono stati aperti grandi cantieri per migliorare l’infrastruttura di certi quartieri e ricostruire le abitazioni cadute in rovina come nel caso del quartiere della Hafsia. Tuttavia è necessario andare oltre alla sola ricostruzione del patrimonio fisico. Bisogna far rivivere quello morale attraverso il rilancio dei mestieri del passato, la creazione di eventi culturali intorno alla memoria della città e la promozione di un turismo culturale che faccia risorgere l’anima viva del luogo.
    Si tratta insomma di ricreare l’ambiente di una volta e di ridare alla Medina tutto il suo splendore di città aperta, accogliente e fiera del suo patrimonio inesauribile.

    800px-Kouba_panorama



    Edited by Shagrath82 - 30/6/2013, 10:12
    Web
     
    Top
    .
  3.  
    .
    Avatar

    Deus ex machina
    ♣♣♣♣♣♣♣♣♣

    Group
    Black
    Posts
    196,429
    Location
    AUGUSTA TAURINORUM

    Status
    Offline

    Sito di Cartagine



    Cartagine (dal fenicio Kart-Hadshå, "Città Nuova"; scritto in punico senza vocali: Qrtḥdšt) era una città del Nordafrica, situata nel lato esterno del Lago di Tunisi, attraverso il centro della moderna Tunisi, capitale della Tunisia. Rimane ancor oggi una popolare attrazione turistica.
    Nel 1979 Cartagine è stata inserita dall'UNESCO tra i patrimoni dell'umanità.


    Fondazione di Cartagine


    Cartagine è stata fondata attorno al 814 a.C., da coloni fenici provenienti dalla città di Tiro che portarono con loro il dio della città Melqart. Secondo la tradizione a capo dei coloni (o forse profughi politici) era Didone (conosciuta anche come Elissa). Numerosi sono i miti relativi alla fondazione che sono sopravvissuti attraverso le letterature greca e latina.
    I primi anni di Cartagine, posta nel Mar Mediterraneo, sono definiti da una lunga serie di rivalità fra le famiglie proprietarie terriere e le famiglie dei commercianti e marinai. In genere, a causa dell'importanza dei commerci per la città, la fazione "marittima" controllava il governo e, durante il sesto secolo a.C., Cartagine cominciò ad acquisire il dominio dell'area del Mediterraneo Occidentale. Mercanti ed esploratori costruirono una vasta rete di commerci che portarono una grande prosperità e un largo potere alla città-stato. Si tramanda che già all'inizio del sesto secolo a.C. Annone il navigatore si sia spinto lungo la costa dell'Africa fino alla Sierra Leone; contemporaneamente sotto la guida di Malco, la città iniziò la conquista sistematica delle regioni costiere dell'Africa e del suo interno.
    All'inizio del quinto secolo a.C., Cartagine era il più importante centro commerciale della regione, una posizione che avrebbe mantenuto fino alla sua caduta per mano romana. La città-stato aveva conquistato i territori delle antiche colonie fenicie (Adrumeto, Utica, Kerkouane...) e le tribù libiche, allargando la sua dominazione su tutta la costa dell'Africa dall'odierno Marocco ai confini dell'Egitto. La sua influenza si allargava inoltre nel Mediterraneo con il controllo della Sardegna, Malta, le isole Baleari e la parte occidentale della Sicilia. Erano state stabilite colonie anche in Spagna. In tutto il Mediterraneo occidentale resistevano all'imperialismo commerciale cartaginese solo Marsiglia (colonia greca focese), le colonie greche della costa italiana e i commercianti etruschi che a malapena mantenevano il controllo delle coste italiane del Mar Tirreno e lottavano per la Corsica.


    Commercio cartaginese


    L'impero commerciale cartaginese, alle origini, dipendeva strettamente dalle relazioni economiche con Tartesso e altre città della Penisola Iberica. Da qui Cartagine otteneva grandi quantità di argento e, cosa molto più importante, di stagno, determinante per la fabbricazione di oggetti di bronzo in tutte le civiltà antiche. Cartagine seguiva le rotte commerciali della città-madre, Tiro. Alla caduta di Tartesso le navi cartaginesi risalirono direttamente alla sorgente primaria dello stagno nella regione nord occidentale della Penisola Iberica e in seguito fino alla Cornovaglia. Altre navi cartaginesi si inoltrarono nella costa atlantica dell'Africa tornando con l'oro fino dall'odierno Senegal.
    Se la poesia epica greca e gli storici contemporanei a Roma imperiale ricordano l'opposizione militare di Cartagine alle forze delle città-stato greche e della Repubblica Romana, è vero che il teatro greco e le sue commedie ci hanno tramandato l'immagine del commerciante cartaginese, con le sue vesti, anfore e gioielli. Generalmente veniva dipinto come un tipo divertente, una venditore relativamente pacifico e colorato, attento a trarre profitto scucendo al nobile e innocente Greco ogni suo singolo centesimo. Evidente simbolo di ogni tipo di scambio, dalle grandi quantità di stagno necessarie a una civiltà basata sul bronzo a tutti i manufatti tessili, di ceramica e di oreficeria. Prima e durante le guerre si vedevano mercanti cartaginesi attraccare in ogni porto del Mediterraneo, comprando e vendendo, stabilendo magazzini dove potevano, oppure dandosi al commercio spicciolo nel mercatini all'aperto appena scesi dalle loro navi. O anche entrambe le cose.
    La lingua etrusca non è ancora stata del tutto decifrata ma scavi archeologici nelle loro città mostrano che gli Etruschi furono per parecchi secoli clienti e fornitori di Cartagine, molto prima della espansione di Roma. Le città-stato etrusche furono partner commerciali di Cartagine oltre che, a volte, alleate in operazioni militari.

    Governo cartaginese

    Il governo di Cartagine era un'oligarchia, non diversa da quella di Roma repubblicana, di cui conosciamo però pochi dettagli. I Capi dello Stato erano chiamati "suffeti" che verosimilmente era il titolo del governatore della città-madre Tiro. "Suffeti" letteralmente si traduce con "giudici", carica che ricorda i "Giudici" citati nella Bibbia. Gli scrittori romani invece, utilizzavano il termine "reges" (Re); ma non dimentichiamo il forte senso spregiativo che la parola "re" aveva per i romani, accesi repubblicani.
    Più tardi uno o due suffeti, che si suppone esercitassero il potere giudiziario ed esecutivo ma non quello militare,quest' ultimo affidato a dei generali di nomina pluriennale chiamati "strategoi", cominciarono ad essere annualmente eletti fra le famiglie più potenti e influenti. Queste famiglie aristocratiche erano rappresentate in un consiglio supremo, comparabile al Senato di Roma, che aveva un ampio spettro di poteri. Non si sa, però, se i suffeti venissero eletti dal consiglio o direttamente dal popolo in assemblea. Anche se il popolo poteva avere qualche influenza sulla legislazione, gli elementi democratici erano piuttosto deboli a Cartagine e l'amministrazione della città era sotto il fermo controllo degli oligarchi.

    Religione cartaginese

    La Cartagine fenicia aveva una fama sinistra per i sacrifici dei bambini. Plutarco (46 - 120) parla di questa pratica, come fanno Tertulliano, Paolo Orosio e Diodoro Siculo. Per contro Tito Livio e Polibio non ne parlano. Scavi archeologici moderni tendono a confermare la versione di Plutarco. In un solo cimitero per bambini chiamato "Tophet" ("area sacra") è stata deposta fra il 400 a.C. e il 200 a.C. una quantità - stimata - di 20.000 urne. Queste urne contenevano le ossa calcinate di neonati e in qualche caso di feti o di bimbi attorno ai due anni. Questo indica che se i bambini erano piccoli, quelli più giovani venivano sacrificati dai genitori. D'altra parte è stato anche ipotizzato che quelle trovate fossero semplicemente le ossa cremate di bambini morti naturalmente. Però alla luce di altri ritrovamenti cananei, questa spiegazione sembra meno credibile. I pochi testi cartaginesi che ci sono rimasti non fanno mai menzione a sacrifici di bambini. Il dibattito fra gli storici e gli archeologi rimane aperto.
    Cartagine venerava molti dei. La suprema coppia divina era formata da Tanit e Baal. Diversamente dalla maggioranza della popolazione i preti si radevano il viso. Nei primi secoli i rituali della città includevano danze ritmiche tratte dalla tradizione fenicia e sembra che la dea Astarte fosse molto popolare. Nel periodo di massimo splendore Cartagine ospitava un grande numero di divinità provenienti dalle civiltà greca, egizia ed etrusca.

    Prima campagna siciliana


    Il successo di Cartagine portò alla creazione di una potente flotta atta a scoraggiare sia i pirati che le nazioni rivali. La flotta, accoppiata al successo e alla crescente egemonia portò Cartagine in un sempre crescente conflitto con la Grecia, l'altro maggior concorrente per il controllo del Mediterraneo Centrale.
    L'isola di Sicilia, posta alle porte di Cartagine, divenne il teatro dove sarebbe scoppiato questo conflitto. Fin dai primi giorni sia Greci che Fenici furono attratti dalla grande isola, lungo le coste della quale stabilirono un grande numero di colonie e stazioni di posta. Nel corso dei secoli furono combattute piccole battaglie fra questi insediamenti ma nel 480 a.C. la Sicilia divenne il terreno principale per la prima grande campagna militare cartaginese.
    Gerone, tiranno di Siracusa, in parte aiutato e supportato dai Greci, tentava di unire l'isola sotto il suo governo. Questo imminente pericolo non poteva venire ignorato da Cartagine che, forse come parte di un'alleanza con la Persia al momento in guerra con la Grecia, mise in campo il più grande esercito che avesse mai formato, al comando del generale Amilcare. Anche se le cifre tradizionali indicano un numero di 300.000 uomini, quasi sicuramente esagerato, certo Cartagine mostrò una forza formidabile.
    Nella navigazione verso la Sicilia, comunque, Amilcare soffrì di perdite (probabilmente severe) a causa delle avverse condizioni atmosferiche. Sbarcato a Panormum, Amilcare fu pesantemente sconfitto nella battaglia di Imera dove trovò la morte o per le ferite o per suicidio suggerito dalla vergogna. Cartagine fu severamente indebolita dalla sconfitta e il vecchio governo, allora nelle mani della nobiltà, fu sostituito dalla Repubblica Cartaginese.

    Seconda campagna siciliana


    Nel 410 a.C., nondimeno, Cartagine aveva recuperato la sua potenza sotto una serie di governanti di successo. La città aveva conquistato la maggior parte della moderna Tunisia, aveva rafforzato alcune colonie e ne aveva fondato di nuove nel Nordafrica. Erano stati sponsorizzati i viaggi di Magone Barca attraverso il deserto del Sahara e di Annone il navigatore lungo le coste atlantiche dell'Africa. D'altra parte, in quell'anno si verificò la secessione delle colonie iberiche e questo diminuì drasticamente la fornitura di argento e rame. Annibale Magone il nipote di Amilcare cominciò la preparazione per reclamare il possesso della Sicilia mentre altre spedizioni furono inviate verso il Marocco e il Senegal e perfino nell'Atlantico.
    Nel 409 a.C. Annibale Magone guidò la nuova spedizione in Sicilia riuscendo a conquistare le piccole città di Selinunte (antica Selinus) e Imera prima di rientrare trionfalmente a Cartagine con le loro spoglie. Siracusa, la principale nemica, rimase però intoccata e nel 405 a.C. Annibale Magone guidò una seconda spedizione per conquistare l'intera isola. Questa spedizione incontrò una feroce resistenza armata e fu colpita dalla pestilenza. Durante l'assedio di Agrigento, Annibale Magone morì per la peste che decimò le forze cartaginesi.
    Il successore di Annibale Magone, Imilcone riuscì a riportare la campagna su migliori binari rompendo l'assedio dei Greci, conquistando Gela e sconfiggendo ripetutamente le forze di Dionisio il nuovo Tiranno di Siracusa. Ciononostante, con l'esercito indebolito dalla peste, fu costretto a chiedere la pace prima di ritornare a Cartagine.
    Nel 398 a.C. Dionisio, riacquistata la sua potenza, ruppe il trattato di pace colpendo la fortezza cartaginese di Motya. Imlico rispose con decisione guidando una spedizione che non solo riprese Motya ma conquistò Messina e, infine, pose l'assedio a Siracusa stessa. L'assedio terminò con successo nel 397 a.C. ma l'anno successivo la peste colpì ancora l'esercito di Imlico che collassò.
    D'altra parte, la conquista della Sicilia era diventata un'ossessione per Cartagine. Nel corso dei successivi 60 anni Greci e Cartaginesi si scontrarono in un'incessante serie di scaramucce. Nel 340 a.C. Cartagine era attestata nell'intero sudovest della Sicilia e una fragile pace regnava sull'isola.

    Terza campagna siciliana

    Nel 315 a.C. Agatocle tiranno di Siracusa, assediò Messana (oggi Messina). Nel 311 a.C. invase gli ultimi possedimenti cartaginesi in Sicilia rompendo i correnti accordi di pace e mise Akragas sotto assedio.
    Amilcare, nipote di Annone il Navigatore, guidò la risposta cartaginese riscuotendo un enorme successo. Nel 310 a.C. controllava pressoché l'intera Sicilia e pose ancora sotto assedio Siracusa. Con una mossa disperata Agatocle, nel tentativo di salvare il suo potere, guidò una contro-spedizione di 14.000 uomini contro la stessa Cartagine. Fu un successo. Per fronteggiare questo inaspettato attacco Cartagine dovette richiamare Amilcare e la maggior parte del suo esercito di stanza in Sicilia. La guerra terminò con la sconfitta di Agatocle nel 307 a.C.. Le forze siracusane dovettero ritornare in Sicilia permettendo però ad Agatocle di negoziare una pace che manteneva a Siracusa il controllo del potere greco in Sicilia.

    Pirro re dell'Epiro


    Fra il 280 a.C. e il 275 a.C., Pirro dell'Epiro mosse due grandi campagne nel tentativo di proteggere ed estendere l'influenza greca nel Mediterraneo Occidentale. Una campagna venne scatenata contro Roma con il proposito di difendere le colonie greche del sud Italia. La seconda campagna venne mossa contro Cartagine nell'ennesimo tentativo di riportare la Sicilia interamente sotto controllo greco.
    Pirro, pur vincendo alcune battaglie sia in Italia che in Sicilia (i cartaginesi si arroccarono a Lilibeo dove respinsero l'assedio), non riuscì a portare a termine gli obiettivi che si era prefisso. Dove per Cartagine questo significò il mero ritorno allo status quo, per Roma significò la conquista di Taranto e una robusta ipoteca sull'intera Italia meridionale. Il risultato finale mostrò quindi un nuovo bilanciamento del potere nel Mediterraneo Occidentale: i Greci videro ridotto il loro controllo sul sud Italia mentre Roma crebbe come potenza e le ambizioni territoriali la portarono per la prima volta direttamente allo scontro frontale con Cartagine.


    La crisi messinese


    Una nutrita compagnia di mercenari era stata assunta al servizio di Agatocle. Alla morte del Tiranno nel 288 a.C., questi si trovarono improvvisamente senza lavoro. Anziché lasciare la Sicilia si posero all'assedio di Messina, conquistandola. Con il nome di "Mamertini" (figli di Marte), si posero al comando della città terrorizzando i territori circostanti.
    Dopo anni di scaramucce, nel 265 a.C. Gerone II, nuovo Tiranno di Siracusa, entrò in azione. Trovandosi di fronte a forze preponderanti i Mamertini si divisero in due fazioni. Una pensava di arrendersi ai cartaginesi, la seconda preferiva chiedere aiuto a Roma. Così due ambasciate furono inviate alle due città.
    Mentre il Senato di Roma dibatteva sul comportamento da tenere, i cartaginesi decisero rapidamente di inviare una guarnigione a Messina. La guarnigione fu ammessa in città e una flotta cartaginese entrò nel porto di Messina. Poco dopo, però i cartaginesi cominciarono a negoziare con Gerone mettendo in allarme i Mamertini che inviarono un'altra ambasciata a Roma chiedendo l'espulsione dei cartaginesi da Messina.
    L'arrivo dei cartaginesi aveva posto notevoli forze militari proprio attraverso lo Stretto di Messina. Per di più la flotta cartaginese deteneva l'effettivo controllo dello Stretto stesso. Era chiaro ed evidente il pericolo per i vicini di Roma e per i suoi interessi. Come risultato il Senato di Roma, anche se riluttante ad aiutare una banda di mercenari, inviò una spedizione per restituire il controllo di Messina ai Mamertini.
    Le due maggiori potenze del Mediterraneo Occidentale si fronteggiavano. Era l'inizio delle Guerre Puniche.

    Le guerre puniche

    Durati complessivamente circa un secolo, questi tre grandi conflitti fra Roma e Cartagine avrebbero determinato per secoli - e ancora oggi in parte determinano - il destino della civiltà occidentale.
    Con le Guerre Puniche Roma annientò Cartagine. La fine della Seconda Guerra Punica segnò la fine della potenza cartaginese mentre con la Terza Guerra Punica ci fu la completa distruzione della città-stato da parte di Publio Cornelio Scipione Emiliano. I soldati romani andarono casa per casa uccidendo i cartaginesi e rendendo schiavi i sopravvissuti. Il porto di Cartagine fu bruciato e la città rasa al suolo. Lo stesso Scipione fu riluttante ad eseguire tali ordini.
    Cartagine non sarebbe mai più stata rivale di Roma.


    L'ultima Cartagine antica


    Il sito era però troppo ben scelto perché rimanesse disabitato e una nuova città nacque e crebbe diventando la seconda città nella parte occidentale dell'Impero Romano e la città principale della Provincia romana "Africa". Gaio Giulio Cesare vi fondò una colonia romana di veterani nel 46 a.C. Alla fine del secondo secolo DC Cartagine era il centro dell'Africa Romana e Tertulliano retoricamente si rivolge al governatore romano puntualizzando che come i cristiani di Cartagine ieri erano pochi e ora "hanno riempito ogni spazio fra di voi - città, isole, fortezze, villaggi, mercati, campi, tribù, compagnie, palazzi, senato, foro: non abbiamo lasciato niente per voi tranne i templi dei vostri dei" (Apologeticus, scritto a Cartagine circa 197)
    Non ha importanza che Tertulliano ometta qualsiasi menzione alla regione circostante, alla rete di villaggi, alle società delle proprietà terriere. alcuni anni dopo, al poco documentato Concilio di Cartagine parteciparono non meno di settanta Vescovi. Poco dopo Tertulliano si distaccò dalla corrente principale rappresentata dal sempre crescente potere del Vescovo di Roma; ma un più serio pericolo per i cristiani fu la controversia Donatista che interessò S. Agostino di Ippona mentre terminava la sua educazione a Cartagine, prima di spostarsi a Roma.
    La ricaduta politica della profonda disaffezione dei cristiani d'Africa fu un fattore cruciale per la facilità con cui Cartagine e le città vicine furono conquistate, nel 439, da Genserico re dei Vandali che sconfisse la guarnigione romana facendo di Cartagine la sua capitale. Genserico era considerato anch'egli un eretico, un Ariano e gli Ariani disprezzavano i Cristiani Cattolici. Una semplice maggiore tolleranza, forse avrebbe cambiato le cose.
    Dopo un fallito tentativo di riconquistare la città nel quinto secolo, i bizantini riuscirono infine a entrare in Cartagine nel sesto secolo. Con il pretesto della deposizione del nipote di Genserico da parte di un lontano cugino Gelimero, i bizantini inviarono un esercito a conquistare il regno dei Vandali. Il 15 Ottobre 533, domenica, il generale bizantino Belisario, accompagnato dalla moglie Antonia, fece il suo formale ingresso a Cartagine risparmiandole saccheggio e massacro.
    Durante il regno dell'imperatore bizantino Maurizio I Cartagine divenne un Esarcato, come Ravenna in Italia. Questi due Esarcati furono il bastione occidentale dell'Impero Romano d'Oriente, tutto ciò che rimaneva del suo potere all'Ovest. All'inizio del settimo secolo fu l'Esarca di Cartagine, Eraclio, di origini Armene a spodestare l'imperatore Foca.
    L'Esarcato bizantino non fu in grado, però, di reggere la pressione dei conquistatori arabi del settimo secolo. Il primo attacco arabo all'Esarcato di Cartagine ebbe inizio - ma senza un grande successo - in Egitto nel 647. La campagna finale contro Cartagine si ebbe dal 670 al 683.

    Nel 698 l'Esarcato d'Africa fu definitivamente sconfitto dalle nascenti forze dell'Islam.

    800px-Carthage_column



    Edited by Shagrath82 - 30/6/2013, 10:13
    Web
     
    Top
    .
  4.  
    .
    Avatar

    Deus ex machina
    ♣♣♣♣♣♣♣♣♣

    Group
    Black
    Posts
    196,429
    Location
    AUGUSTA TAURINORUM

    Status
    Offline

    Parco nazionale di Ichkeul



    Il Lago Ichkeul ((AR): بحيرة اشكل) è un lago situato nei pressi delle coste del Mar Mediterraneo. Il lago e le paludi del Parco Nazionale di Ichkeul sono un centro importante per centinaia di migliaia di uccelli migratori ogni anno. Tra gli "ospiti" del lago si possono notare anatre, oche, cicogne e fenicotteri rosa. Il parco è riserva della biosfera dal 1977 e fa parte dei Patrimoni dell'umanità dell'UNESCO dal 1980. Tra il 1996 ed il 2006 è stato inserito tra quelli in pericolo. Le dighe costruite sugli immissari ha causato pesanti cambiamenti all'equilibrio ecologico di lago e paludi.
    Le dighe hanno nettamente diminuito l'afflusso di acqua nei laghi e nelle altre pozze di acqua dolce, facendo in modo che le macchie di ciperacee lascino il posto a piante più abituate all'acqua salata. Queste modifiche hanno limitato l'afflusso di uccelli migratori a causa della limitata disponibilità di vegetali.
    Secondo il sito dell'UNESCO, il governo tunisino ha operato alcune modifiche al fine di addolcire l'acqua e diminuirne la salinità, ma alcuni resoconti della World Conservation Union giudicano la salinità troppo alta e prospettano un azzeramento della possibilità di recuperare l'ambiente originario.

    Parcichkeul3



    Edited by Shagrath82 - 30/6/2013, 10:14
    Web
     
    Top
    .
  5.  
    .
    Avatar

    Deus ex machina
    ♣♣♣♣♣♣♣♣♣

    Group
    Black
    Posts
    196,429
    Location
    AUGUSTA TAURINORUM

    Status
    Offline

    Qayrawan



    Qayrawān (o Kairouan; in arabo القيروان è il nome dell'odierna città della Tunisia che, nel periodo califfale islamico, fu la capitale del governatorato (wilāya) dell'Ifrīqiya. Fu fondata nel 670.
    Nel 1988 l'UNESCO inserì la città tra i patrimoni dell'umanità.
    La città è considerata particolarmente venerabile dai musulmani per la presenza della più antica moschea eretta nel I secolo islamico dal conquistatore arabo 'Uqba b. Nāfi' ("Sīdī 'Oqba", lett. "Signor mio (Sayyidī) 'Oqba [b. Nāfi']") e per la Moschea del Barbiere del profeta Muhammad ("Sīdī Sahbī", lett. "Signor mio Compagno [del Profeta]").
    Qayrawān conserva anche due grandi invasi idrici (i cosiddetti "bacini aghlabidi"), allestiti per l'appunto nel periodo in cui l'Ifrīqiya fu governatorato ereditario della dinastia aghlabide: la stessa che organizzò la conquista islamica della Sicilia nell'827 d.C.
    La città perse proprio in periodo aghlabide il suo ruolo di capitale, a vantaggio di Raqqāda, fin quando l'Ifrīqiya fu conquistata all'inizio del X secolo dai Fatimidi.
    Già nel corso del dominio fatimide la regione ifriqiyana fu governata dagli Ziridi, inizialmente vassalli dei Fatimidi e che, quando si resero di fatto indipendenti - dovettero subire le devastanti incursioni dei nomadi arabi dei Banū Hilāl e dei Banū Sulaym, che si mossero dai loro insediamenti egiziani.

    400px-Kairouan-mosquee-cimetiere



    Edited by Shagrath82 - 30/6/2013, 10:15
    Web
     
    Top
    .
  6.  
    .
    Avatar

    Deus ex machina
    ♣♣♣♣♣♣♣♣♣

    Group
    Black
    Posts
    196,429
    Location
    AUGUSTA TAURINORUM

    Status
    Offline

    Città punica di Kerkouane e la sua necropoli



    Kerkouane è una città punica situata nel nord-est della Tunisia, nei pressi di Capo Bon. Questa città fenicia venne probabilmente abbandonata durante la prima guerra punica (all'incirca nel 250 a.C.) e non venne ricostruita dai romani. Esistette per almeno 400 anni.
    Kerkouane, un po' fuori dalle piste battute, contiene ottime rovine risalenti all'antica Cartagine a causa del fatto che vennero solo parzialmente distrutte. Gli scavi hanno portato alla luce rovine risalenti al terzo e quarto secolo a.C.
    All'interno del sito sono ancora presenti le mura di alcune case, e le argille colorate sulle loro facciate. Le case vennero costruite seguendo un Piano Regolatore Generale, con un sofisticato sistema di pianificazione territoriale.
    Sono ancora intatte alcune colonne di un antico santuario che contiene anche frammenti di un mosaico. Sono ancora visibili marciapiedi, soglie dei portoni e pavimenti con mosaici. Gli archeologi sono ancora al lavoro a Kerkouane, ma le parti più interessanti dovrebbero essere già state scoperte.
    Kerkouane fu una delle più importanti città puniche, insieme a Cartagine, Hadrumetum (la moderna Susa) e Utica.

    Attrazioni

    L'UNESCO inserì Kerkouane e la sua necropoli tra i Patrimoni dell'umanità nel 1985, citando tra le altre cose il fatto che costituisca l'unico esempio di città fenicio-punica ad essere sopravvissuta.

    800px-Kerkouane1



    Edited by Shagrath82 - 30/6/2013, 10:14
    Web
     
    Top
    .
  7.  
    .
    Avatar

    Deus ex machina
    ♣♣♣♣♣♣♣♣♣

    Group
    Black
    Posts
    196,429
    Location
    AUGUSTA TAURINORUM

    Status
    Offline

    Medina di Susa



    Susa (in arabo Sūsa سوسة, in francese Sousse) è una città di 220.000 abitanti della Tunisia, capoluogo del governatorato omonimo e terza del paese per popolazione (dopo Tunisi e Sfax), nonché uno dei suoi poli turistici più importanti. Nel 1988 la sua medina è stata inserita tra i Patrimoni dell'umanità dall'UNESCO.

    Storia

    Fondata dai Fenici di Tiro nel XI Secolo a C. col nome di Hadrumete, i successivi conquistatori romani la chiamarono Hadrumetum, riducendola durante la terza guerra punica in colonia, capoluogo della provincia africana, prima di diventare nel III secolo a.C. capitale della provincia di Byzacium.
    Rasa al suolo dai Vandali nel V secolo, la città ebbe il nuovo nome di Justinianopolis nel periodo di dominio bizantino e rinacque con gli Aghlabidi con il nome di Sūsa nel VII secolo, riscoprendo tutta la sua importanza di centro strategico e nevralgico di scambi. Dal suo porto partì nell'827 la spedizione arabo-berbera, guidata dal qādī Asad b. al-Furāt, che approdò in Sicilia, strappata dopo alcuni decenni di duri combattimenti ai Bizantini per diventare parte (per poco meno di due secoli e mezzo) dei domini musulmani (cosiddetta dār al-Islām).
    Considerata la perla del Sahel - il celebre litorale tunisino - la città è diventata negli anni '70 capoluogo dell'omonima wilāya (governatorato), toccando da un punto di visto demografico la cifra di circa 135.000 abitanti.

    Monumenti

    Museo Nazionale

    Il suo Museo, protetto dai Bastioni, secondo in Tunisia per importanza solo dopo il Bardo, conserva gelosamente autentici capolavori che testimoniano un passato maestoso. Al momento è chiuso per alcuni restauri, e le sale saranno riaperte solamente dal 2010: è visitabile solamente il cortile interno della kasba, dove il Museo ha sede.

    Grande Moschea

    La sua grande moschea, costruita rimpiazzando una qal‘a (fortezza) ed il suo ribāt (caposaldo affidato alle cure di devoti musulmani incaricati di sorvegliare il territorio, intendendo questa funzione come un vero e proprio jihād), rivelano l'importanza che gli Aghlabidi accordarono alla città.

    Chiesa di San Felice


    L'unica chiesa cristiana della città è dedicata a san Felice, costruita nel 1913: precedentemente una cappella omonima era presente all'interno dell'antica medina, ma con la seconda guerra mondiale venne distrutta e cadde in abbandono. Dal 1964, grazie alla convenzione bilaterale Modus Vivendi fra le autorità vaticana e tunisina, la chiesa è affidata alla comunità cattolica locale. Il suo stile si riferisce a quello romanico, anche se diverse decorazioni interne riprendono numerosi elementi tipici della chiese paleocristiane, in ricordo delle celebri catacombe cittadine, note per la raffigurazione di un Buon Pastore.

    Altro

    Il suo porto e la sua medina (parte antica e centrale d'un centro abitato in ambiente islamico) attestano l'incessante attività, trasformandosi oggi in importanti testimonianze turistiche.

    800px-Sousse_Grosse_Moschee



    Edited by Shagrath82 - 30/6/2013, 10:16
    Web
     
    Top
    .
  8.  
    .
    Avatar

    Deus ex machina
    ♣♣♣♣♣♣♣♣♣

    Group
    Black
    Posts
    196,429
    Location
    AUGUSTA TAURINORUM

    Status
    Offline

    Rovine romane di Thugga (Dougga)



    Thugga (nome moderno Dougga) è una città nordafricana che conserva numerosi resti di monumenti punici, numidi e romani, che ne fanno uno dei più importanti siti archeologici della Tunisia.
    Anche se l'etimologia del toponimo è controversa, sembra certo che esso sia di origine berbera. Ciononostante, l'impianto della città si deve a Cartagine (V secolo a.C.) che la mantenne fino a quando, dopo la sua sconfitta nel 202 a.C. (battaglia di Zama, seconda guerra punica), venne acquisita da Massinissa. Dopo la sconfitta di Giugurta passò sotto il controllo di Roma che durò diversi secoli. Fu inoltre sede di una guarnigione legionaria sotto il principato di Augusto (legio III Augusta). Per l'eccezionale stato di conservazione di alcuni suoi monumenti, che rivelano la tipica struttura delle cittadine romane del Nordafrica, il sito è annoverato nella lista dei Patrimoni Mondiali dell'Umanità dell'UNESCO.

    Il Mausoleo di Massinissa


    Dougga ospita un importante monumento della cultura numidica: un mausoleo che Micipsa fece erigere in onore del padre, Massinissa, nel 138 a.C.. Questo mausoleo contiene, tra l'altro, una lunga iscrizione bilingue, in punico e numidico, che è stata molto importante sia per la decifrazione dell'antico alfabeto libico, sia per lo studio dell'organizzazione politica delle città numidiche dell'antichità.

    Il Capitolium


    Il Capitolium o tempio capitolino, eretto nel 166-167 d.C., è un monumento imponente. Il tempio, dedicato alla triade capitolina (Giove, Giunone e Minerva), è particolarmente ben conservato ed è, anche per la qualità della sua esecuzione, uno dei più pregevoli monumenti romani dell'intera Africa settentrionale.
    Si tratta di un tempio prostilo (con colonne solo sulla fronte) tetrastilo (facciata a quattro colonne), con fusti scanalati sormontati da capitelli corinzi. La facciata è sormontata da un frontone che conteneva un bassorilievo raffigurante l'apoteosi dell'imperatore Antonino Pio, portato in cielo da un'aquila. I muri della cella vennero eretti secondo la tecnica dell'opus africanum, caratterizzata dall'utilizzo di grossi pilastri in pietra intervallati, i cui interstizi sono colmati con pietre di minori dimensioni.

    Dougga_theatre



    Edited by Shagrath82 - 30/6/2013, 10:18
    Web
     
    Top
    .
  9.  
    .
    Avatar

    Deus ex machina
    ♣♣♣♣♣♣♣♣♣

    Group
    Black
    Posts
    196,429
    Location
    AUGUSTA TAURINORUM

    Status
    Offline

    Gerba: testimonianza di un modello insediativo in territorio insulare



    1920px-Djerba_Mosqu%C3%A9e_sous_terraine



    Gerba (in francese Djerba; in arabo جزيرة جربة‎?, Jazirat Jarba, o Jerba, Jarbah o Girba; in berbero e arabo tunisino: Jerba, /ˈʒəɾba/) è la più grande isola del Nordafrica (514 km²), situata nella parte sud-orientale del golfo di Gabès, all'imbocco del golfo di Boughrara, nel sud-est della Tunisia. Venne occupata dalla Spagna due volte: dal 1521 al 1524 e dal 1551 al 1560.

    Storia
    Nell'antichità l'isola era conosciuta col nome Meninx (Meninge in italiano), o anche Lotophagitis, dal momento che molti identificavano con essa l'Isola dei Lotofagi in cui era approdato Ulisse nei suoi viaggi. In essa si trovavano tre città principali: Meninx, Tipasa e Girba. Da quest'ultima le venne il suo nome attuale. Secondo lo storico Sesto Aurelio Vittore, fu in quest'isola che, nel 251, vennero proclamati imperatori romani Treboniano Gallo e suo figlio Volusiano (in insula Meninge, quae nunc Girba dicitur).
    Si conoscono almeno otto vescovi di Gerba, tra cui Monnulus e Vincentius, che parteciparono ai concili di Cartagine del 255 e del 525 (Anatole-Joseph Toulotte, Géographie de l'Afrique chrétienne Proconsulaire, Parigi 1892, pp. 353 e 380). Nel VII secolo la ritroviamo con l'ulteriore denominazione di Terepiton, forma corrotta di Gergiton o Gerbiton (Byzant. Zeitschrift, II, 1893, 26, 31).

    Durante il Medioevo, i cristiani di Sicilia e di Aragona contesero agli Arabi il suo possesso.
    Per tre volte l'isola si trovò sotto il controllo del regno di Sicilia dall'epoca normanna a quella aragonese:

    1135 - 1158
    1284 - 1333
    1388 - 1392
    in questa occasione venne trasformata in una signoria feudale, con i seguenti signori di Gerba:
    1284 - 1305 Ruggero di Lauria,
    1305 - 1307 e 1307 - 1310 Ruggero II (due volte),
    1310 Carlo,
    1310 Francesco-Ruggero III;
    vi furono anche dei governatori, che in parte si aggiunsero titoli di signoria:
    c.1305 - 1308 Simon de Montolieu,
    1308 - 1315 Ramon Muntaner (autore anche di una Crònica in lingua catalana)
    1388 - 1391 Manfredi III Chiaramonte, Conte di Modica
    1391 - 1392 Andrea Chiaramonte, Conte di Modica
    Nel 1513, dopo tre anni di esilio a Roma, la famiglia Fregoso fece ritorno a Genova. Ottaviano Fregoso venne eletto Doge e suo fratello Federigo (arcivescovo, poi cardinale), divenuto consigliere capo, prese il comando dell'esercito e difese la repubblica contro i pericoli interni (rivolta degli Adorno e dei Fieschi) e contro quelli esterni, in particolare l'eliminazione dei corsari barbareschi: Curtogoli, un corsaro turco che era basato a Tunisi, assediava la costa con una squadra navale, e nel giro di pochi giorni aveva catturato diciotto mercanti; assunto il comando della flotta genovese, in cui prestava servizio Andrea Doria, Federigo sorprese Curtogoli davanti a Biserta, effettuò un raid sull'isola di Gerba e fece ritorno a Genova con un immenso bottino.

    Gerba fu anche occupata due volte dalla Spagna: 1521-1524 e 1551-31 luglio 1560.
    Nel 1560 ebbe luogo nelle sue acque la battaglia di Gerba.
    Nel 1524 circa, il corsaro Khayr al-Din, detto "Barbarossa" (che già aveva operato a Gerba col fratello Aruj Reis) fece di Gerba il suo arsenale dopo averla conquistata. Lo stesso fece poi anche Dragut.
    Da allora Gerba fece parte della reggenza di Tunisi, anche quando essa si trasformò in un protettorato francese, e finalmente nell'attuale repubblica tunisina.
    Nel 1560 il corsaro Dragut sorprese la flotta spagnola, che perse trenta navi e 5.000 uomini. La guarnigione fu messa a morte, e con le ossa e i teschi degli uccisi i Turchi costruirono una piramide detta Borj al-Ruʾūs, la 'torre delle teste', che rimase sul luogo fino alla metà del XIX secolo, quando le ossa vennero trasferite nel cimitero cristiano di Houmt-Souk.
    Gerba è tuttora una sede titolare cattolica nella provincia di Tripoli d'Africa.
    Contro la sinagoga El Ghriba, l'11 aprile 2002, fu fatto esplodere un camion carico di esplosivo, uccidendo 21 persone (di cui 14 erano turisti tedeschi) e ferendone molte altre. Nel giugno dello stesso anno l'attentato venne rivendicato da al-Qa'ida.
    Il 18 settembre 2023 una serie di siti che testimoniano il peculiare modello insediativo dell'isola è stata iscritta nella Lista dei patrimoni dell'umanità dell'UNESCO dalla quarantacinquesima sessione del Comitato del patrimonio mondiale riunito a Riad.
    Web
     
    Top
    .
8 replies since 11/9/2008, 17:24   218 views
  Share  
.