I siti patrimonio mondiale dell'Unesco del Turkmenistan

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    Antica Merv



    Merv (nome persiano: مرو traslitterato a volte in Marw o Mary; nome cinese 木鹿, Mulu), satrapia Achemenide di Margiana, in seguito Alessandria e Antiochia in Margiana (nome greco: Αντιόχεια της Μαργιανήs), situata nell'attuale Turkmenistan, fu una delle principali città-oasi dell'Asia centrale, sulla storica via della seta, nei pressi dell'attuale Mary. Sono sorte molte città su questo sito, il che l'ha reso un ricco punto di scambio culturale e politico, nonché luogo d'immenso valore strategico. Si suppone che Merv sia stata per breve tempo la città più grande del mondo durante il dodicesimo secolo. Nel 1999 l'UNESCO ha inserito Merv tra i Patrimoni dell'umanità.

    Storia

    Merv ha origine in età preistorica: sopralluoghi archeologici hanno rilevato tracce risalenti al terzo millennio a.C. Secondo alcuni sarebbe all'origine del culto indù di Monte Meru, che secondo l'induismo rappresenta il centro del mondo. Più probabilmente il Monte Meru sarebbe il Monte Kailash in Tibet.
    Con il nome di Mouru, Merv viene citata con Bakhdi (Balkh) nella geografia di Zend-Avesta (cronaca dell'Avesta). Sotto la dinastia Achemenide, Merv viene indicata come luogo famoso: con il nome di Margu appartiene ad una delle satrapie citate nelle iscrizioni di Behistun (circa 515 a.C.) del monarca persiano Dario I di Persia. La vecchia città sembra essere stata ricostruita da Ciro II di Persia (559 - 530 a.C.), ma i livelli achemenidi vennero coperti da successivi strati aggiunti al sito.
    La visita di Alessandro Magno a Merv è leggendaria, infatti la città prese il nome di Alessandria per breve tempo. Dopo la morte di Alessandro, Merv divenne la capitale della provincia di Margiana degli stati dei seleucidi, dei Parti e dei Sasanidi. Divenne "Antiochia Margiana" su decisione del re seleucide Antioco I, il quale la ricostruì ed espanse fino al luogo conosciuto ad oggi come Gyaur Kala.
    Dopo che il sasanide Ardashir I (circa 220-240) conquistò Merv, la numismatica ne delinea la storia: Una lunga dinastia sasanide governò per quattro secoli, e questo è dimostrato da un'ininterrotta serie di monete coniate a Merv. In questo periodo Merv divenne la casa di vari culti religiosi accanto allo Zoroastrismo sasanide, compresi il buddismo, il Manicheismo ed il Nestorianesimo. Nel quinto secolo d.C. Merv fu la sede dell'arcivescovado della Chiesa Nestoriana.

    L'influenza araba


    Il governo sasanide terminò quando l'ultimo re, Yazdegerd III (632-651) venne assassinato non distante dalla città, e l'esercito sasanide si arrese a quello arabo. La città venne occupata dai luogotenenti del califfo Othmàn ibn Affàn e divenne la capitale della provincia Omayyadi di Khorasan. Utilizzando questo luogo come base, gli arabi guidati da Kotaiba (Qotaiba) ibn Moslim assoggettarono una larga parte dell'Asia centrale, incluse Balkh, Bukhara, Fergana e Kashgar, e penetrando in Cina fino alla provincia di Gansu nei primi anni dell'ottavo secolo. Merv, e tutto il Khorasan in generale, divenne una delle prime zone del mondo ad essere in prevalenza musulmana. Ovviamente, l'immigrazione araba fu determinante per questo fine.
    Merv ricevette una nuova importanza nel febbraio del 748, quando il generale iraniano Abu Muslim Khorasani (morto nel 750) vi dichiarò la nascita della nuova dinastia Abbaside, espandendo e ri-fondando la città e, nel nome della linea Abbaside, utilizzò la città come sede dei ribelli che combattevano contro il califfato di Omayyadi. Dopo che gli abbasidi ebbero conquistato Baghdad, Abu Muslim continuò a regnare su Merv nel ruolo di principe semi-indipendente fino al suo assassinio. Merv fu il centro della fazione abbaside per tutta la durata della rivoluzione, ed in seguito divenne fonte di supporto politico per i regnanti di Baghdad; il governo di Khorasan a Merv venne considerato una delle figure politiche più importanti dell'intero califfato. L'influente famiglia Barmakid, ad esempio, venne assegnata a Merv e giocò un ruolo importante nel trasferimento della cultura greca (stabilitasi a Merv fin dai primi giorni del conflitto tra seleucidi e greco-bactriani) all'interno del mondo arabo.
    Durante tutta l'era abbaside restò la capitale nonché la città più importante dell'intero Khorasan. In questo periodo lo storico arabo Al-Muqaddasi la definì "deliziosa, carina, elegante, brillante, notevole e piacevole". La sua architettura fornì lo spunto per la ricostruzione abbaside di Baghdad. La città divenne famosa per essere la casa degli immigrati dai territori arabi, così come da Sogdia e da altri luoghi dell'Asia centrale (Herrmann 1999). L'importanza di Merv per gli abbasidi venne incrementata nel periodo tra l'813 e l'818, quando la residenza temporanea del califfo Al-Mamun la rese capitale del mondo musulmano. Merv fu anche il centro del movimento eretico ottocentesco guidato da al-Muqanna, il Profeta Velato, che raggruppò molti seguaci dichiarandosi incarnazione di Dio ed erede di Ali e Abu Muslim; il Khurramiyya che egli creò sopravvisse fino al dodicesimo secolo.
    In questo periodo Merv, al pari di Samarcanda e Bukhara, divenne una delle grandi città di scuola musulmana; il famoso storico Yaqout al-Rumi venne istruito nelle sue librerie. Vennero sviluppate numerose scuole in vari campi del sapere, partendo dalla legge islamica, lo Hadith, la storia e la letteratura. Molti istituti assunsero il nome di Marwazi (المروزي - appartenenti a Merv), compresa la famosa Ahmad Ibn Hanbal.
    Con l'indebolimento del califfato, il governo arabo venne sostituito da quello del generale persiano Tahir b. al-Husayn e dalla dinastia Tahrid nell'821. I tahrid vennero a loro volta sostituiti dai Samanidi e, più tardi, dai Ghaznavidi.

    Il controllo turco e mongolo

    Nel 1037 i Seljuki, un clan di Turchi Oghuzi, si spostarono dalle steppe orientali del lago d'Aral prendendo pacificamente possesso dei Merv sotto la guida di Toghrul Beg. Il sultano ghaznavide Masud venne fortemente osteggiato dai cittadini. Il fratello Chaghri vi si stabilì mentre il dominio Seljuke cresceva finendo con l'includere il resto del Khorasan e dell'Iran, e facendola diventare in seguito la città preferita dai leader seljuki. Sia Alp Arslan che il suo discendente Ahmad Sanjar vennero sepolti in città.
    È in questo periodo che Merv raggiunge la maggiore espansione; i geografi arabi e persiani la eleggono "madre del mondo", "punto d'incontro del grande e del piccolo", "città capo del Khorasan" e capitale del mondo iraniano orientale. Le fonti scritte parlano di una grande biblioteca fondata da Nizam al-Mulk, e di altre istituzioni culturali. Si dice anche che Merv ebbe un mercato che era "il migliore tra quelli delle principali città iraniane e del Khorasan" (Herrmann 1999). Si dice che fu la più grande città del mondo tra il 1145 ed il 1153, con una popolazione di 200.000 abitanti.
    Il regno di Sanjar, segnato dal conflitto con i Kara-Khitani ed i Khwarezm, terminato nel 1153 quando i nomadi turchi Ghuzz provenienti da oltre l'Amu Darya saccheggiarono la città. In seguito Merv passò di mano tra i Khwarazmiani di Khiva, i Ghuzz, ed i Ghuridi, ed iniziò a perdere importanza rispetto ad altre città, prima fra tutti Nīshāpūr.
    Nel 1221 aprì le porte a Tolui, figlio di Genghis Khan e capo dei Mongoli, che nell'occasione macellò la maggiorparte della popolazione. Lo storico persiano al-Juvayni, vissuto una generazione dopo il massacro, scrisse: "I mongoli ordinarono che, a parte quattrocento artigiani... , l'intera popolazione, incluse donne e bambini, dovessero essere uccisi, e nessuno, né donne né uomini, doveva essere risparmiato. Ad ognuno [i guerrieri mongoli, NdT] sarà assegnata l'esecuzione di trecento o quattrocento persiani. Ne vennero uccisi così tanti che al crepuscolo le montagne sembravano colline, e le pianure erano inzuppate del sangue". Secondo alcuni storici oltre un milione di persone morì a causa dell'invasione mongola, compresi centinaia di migliaia di rifugiati provenienti da altri luoghi.
    Gli scavi hanno mostrato una drastica riedificazione delle fortificazioni in seguito alla distruzione, ma la città iniziò a decadere. Nella prima metà del quattordicesimo secolo la città venne utilizzata come sede dell'arcivescovado del Cristianesimo orientale. Alla morte del nipote di Genghis Khan, Merv venne inclusa (1380) tra le proprietà di Timur-i lang, principe turco-Persiano di Samarcanda.

    Dal periodo persiano all'occupazione russa


    Nel 1505 la città venne occupata dagli uzbeki, che cinque anni dopo vennero espulsi per mano di Ismail Ier, fondatore della dinastia safavide di Persia. Fu in questo periodo che venne restaurata una grande diga (la Sultan Band) sul fiume Murgab, e l'insediamento crebbe nell'area irrigata che prese il nome di Bairam Ali, nome con cui è nominata in alcuni testi del diciannovesimo secolo. Merv rimase in mani persiane fino al 1787 quando venne catturata dall'emiro]] di Bukhara. Sette anni dopo i Bukharani rasero al suolo la città, ruppero la diga, e trasformarono l'antica bellezza in una landa desolata. L'intera popolazione dei territori circostanti, circa 100.000 persone, venne deportata in vari momenti nell'oasi di Bukhara. Dal momento che tutti loro parlavano lo Shi'as, resistettero all'assimilazione da parte dei Sunni. Questi Marvis sono sopravvissuti fino ad oggi, sono stati chiamati "Irani/Iraniani" nel censimento sovietico degli anni ottanta, e sono presenti nelle città di Samarcanda, Bukhara e nell'area compresa tra i fiumi Amu Darya e Syr Darya.
    Quando Sir Alexander Burnes attraversò lo stato nel 1832, i Khivani erano i governanti di Merv. All'incirca in questo periodo i turcomanni Tekke, che vivevano sull'Hari Rud, vennero obbligati dai persiani a migrare verso nord. I Khivani tentarono di bloccarne l'avanzata ma, intorno al 1856, i Tekke presero il potere, e lo detennero fino all'occupazione dei russi del 1883.

    I resti


    Gli scavi russi del vecchio sito iniziarono nel 1890. Dal 1992 al 2000 un gruppo di archeologi turkmeni e britannici fece numerose scoperte. Nel 2001 venne avviata una collaborazione tra l'Institute of Archaeology, l'University College London e le autorità turkmene. Il Progetto Antica Merv"[2] si pone come obbiettivo la conservazione del complesso e la sua gestione, oltre all'esecuzione di nuove ricerche e alla comunicazione al pubblico dei relativi risultati.

    Organizzazione delle rovine

    Merv è composta da un po' di città murate vicine, ognuna delle quali venne costruita da abitanti di un'era diversa, usata, e alla fine abbandonata e mai ricostruita. Quattro città murate corrispondono ai quattro periodi in cui Merv fu il centro del mondo: la vecchia Merv, Erk Kala, corrisponde al regno Achemenide, ed è la più piccola. Gyaur Kala, che circonda Erk Kala, comprende le metropoli ellenica e sasanide e venne usata come sobborgo industriale di Sultan Kala, città abbaside/seljuke (ed è la più estesa). La più piccola città timuride venne eretta poco a sud ed attualmente viene chiamata Abdullah Khan Kala. Vari altri edifici sono sparsi nel territorio delimitato da queste città; tutti i materiali recuperati dai siti sono custoditi dal "Parco Archeologico Antica Merv" subito a nord del villaggio di Bairam Ali, e trenta chilometri ad ovest di Mary, città costruita dai russi (Herrmann 1993).

    Gyaur Kala

    La fondazione di Gyaur Kala avvenne in età ellenistica sotto il regno del selucide Antioco I. Fu abitata da molti regnanti ellenici, dai parti, e in seguito dai sasanidi che la fecero diventare capitale di una satrapia. Gyaur Kala fu la capitale della provincia di Omayyadi del Khorasan e crebbe in importanza mentre il Khorasan diventava il centro del mondo musulmano nei primi due secoli di vita dell'Islam.
    Le rovine più appariscenti di Gyaur Kala sono le installazioni difensive. Tre mura, costruiti uno sopra l'altro, sono ancora ben visibili. Un muro selucide, gradinato all'interno e verticale all'esterno, funga da piattaforma per il secondo, più grande, costruito con mattoni di fango e, anch'esso, gradinato all'interno. La forma di questo muro ricorda le fortezze ellenistica trovate in Anatolia, nonostante rimanga unico grazie al fatto di essere costruito con mattoni di fango invece che con pietre. Il terzo muro si presume essere sasanide ed è costruito con grandi mattoni (Williams 2002). Intorno alle mura furono trovate grandi varietà di porcellane, eredità soprattutto dei Parti. La dimensione di queste fortificazioni è un buon metro per giudicare l'importanza di Merv nell'era pre-islamica; non esistono fortificazioni pre-islamiche di tale dimensione in tutto il Karakum. Gyaur Kala è importante anche per la grande quantità di monete che nascondeva; venne trovata un'incredibile serie di monete sasanidi, il che mostra una straordinaria stabilità politica se viene riferita a quel periodo.
    Anche dopo la fondazione di Sultan Kala, avvenuta per mano della dinastia abbaside, Gyaur Kala continuò a vivere come sobborgo del nuova città. A Gyaur Kala sono concentrati molti edifici industriali dell'era abbaside: forni per la lavorazione di ceramica, acciaio, ferro, rame ed altri materiali. Sembra che Gyaur Kala sia stato il quartiere degli artigiani per tutta l'era abbaside e nel periodo pre-seljuke (Herrmann, "Seventh Season" 13) .

    Sultan Kala


    Sultan Kala è senza dubbio la più grande tra le città di Merv. Le fonti scritte (Herrmann 1999) stabiliscono che fu Abu Muslim al-Khurasani, leader della ribellione abbaside, a simbolizzare la nascita del nuovo califfato con la costruzione di strutture monumentali ad ovest delle mura di Gyaur Kala, nell'area che diverrà Sultan Kala. La zona venne rapidamente murata e divenne il cuore della Merv medievale; i secoli di prosperità che seguirono sono dimostrati dalla gran quantità di köshks abbasidi scoperti all'interno e all'esterno di Sultan Kala. I Köshks erano edifici unici nell'Asia centrale di quel periodo. Una specie di palazzi a due piani semi-fortificati dalle mura ondulate, e venivano abitati dall'elite del tempo. Si suppone che all'inizio venissero usati come magazzino, ma che in futuro divennero residenze. I tetti erano contornati da parapetti, comuni nei quartieri residenziali. Il più grande köshk abbaside di Merv, che è anche uno dei meglio conservati, è il Grande Kyz Kala, situato poco fuori dalle mura occidentali di Sultan Kala; Questa struttura era composta da 17 stanze che circondavano una corte interna. Il vicino Lesser Kyz Kala ha delle mura estremamente spesse, con increspature profonde, e scale interne che conducevano agli appartamenti del secondo piano. Tutti i köshks sono in precario stato di conservazione (Herrmann 1999).
    Le più importanti costruzioni di Sultan Kala, tra quelle che sono sopravvissute, sono gli edifici seljuki. Nell'undicesimo secolo i nomadi turchi Oghuzi, ex vassalli dello Shāh di Corasmia nelle steppe settentrionali, iniziarono a muoversi verso sud sotto la guida del clan seljuke e del suo re Tugril Beg. Tugril conquistò Merv nel 1037 ridando linfa alla città; con i suoi discendenti, soprattutto con Sanjar, che vi prese la residenza, Merv si ritrovò al centro di un grande impero multiculturale.
    Le prove di questa prosperità si trovano in tutta Sultan Kala. Molte di queste sono concentrate nella cittadella, Shahryar Ark, sul lato orientale. Al centro di Sharhryar Ark si trova il palazzo seljuke, costruito probabilmente da Sanjar. Le mura di mattoni di fango sopravvissute mostrano che il palazzo, relativamente piccolo, era composto da piccole stanze al pianterreno che circondavano una corte interna a cui si accedeva per mezzo di quattro iwan ,uno per lato (Ettinghausen 276). Le depressioni trovate nei pressi sembrerebbero dimostrare l'esistenza di un lago artificiale; giardini simili vennero trovati in altri palazzi dell'Asia centrale (Williams 2002). Sfortunatamente tutti gli ornamenti interni ed esterni sono stati persi in seguito all'erosione o ai furti.
    Un'altra famosa struttura seljuke all'interno di Shahryar Ark è il kepter khana, o "piccionaia". Questo edificio misterioso, tra i meglio conservati dell'oasi di Merv, comprendeva una stanza quasi priva di finestre e molti scaffali lungo i muri. Alcune fonti suppongono che il kepter khana (presente anche in altre città asiatiche) fosse un luogo di allevamento dei piccioni, al fine di raccoglierne il guano usato per concimare le famose coltivazioni di meloni di Merv. Altre fonti (Herrmann 1999), credono che si tratti di biblioteche o depositi di tesori, e questo sarebbe dimostrato dalla loro ubicazione nei pressi di altri edifici importanti.
    La struttura meglio conservata di tutta Merve è il duecentesco mausoleo di Ahmed Sanjar, anch'esso a Sultan Kala. È il più grande dei mausolei seljuki ed il primo di tipo moschea-mausoleo, un'accoppiata che diventerà comune in seguito. È quadrato, di 27 metri per lato, con due entrate sui lati opposti; una grande cupola centrale è sostenuta da un sistema ottagonale, e gli archi coprono gli interni (Ettinghausen 270). L'esterno della cupola era colorato di azzurro e la sua altezza era imponente; si dice che le carovane in arrivo potessero vedere il mausoleo ad un giorno di marcia dalla città. Le decorazioni, in puro stile seljuke, fu conservativo, con lavori di stucco all'interno e decorazioni geometriche di mattoni, ora perse quasi completamente, all'esterno (Ettinghausen 271). Ad eccezione dei decori esterni, il mausoleo è intatto per la maggiorparte e restano, fin dal dodicesimo secolo, una delle principali attrazioni turistiche di Merv.
    Un ultimo gruppo di rovine seljuk è composto dalle mura di Sultan Kala. Queste fortificazioni, molte delle quali sono rimaste, iniziano come mura di mattoni di fango alte 8 o 9 metri, all'interno delle quali erano situate stanze dalle quali i soldati potevano scoccare le frecce. Ci sono torri a ferro di cavallo alte da 15 a 35 metri. Queste mura, comunque, non si dimostrarono efficaci a causa dello scarso spessore che le rendeva fragili ai colpi delle catapulte e dell'altra artiglieria. Dalla metà del dodicesimo secolo le gallerie vennero riempite e le mura rafforzate. Un secondo muro, più piccolo, venne costruito di fronte a quello principale, ed infine i sobborghi cittadini, conosciuti adesso come Iskender Kala, vennero cintati con mura spesse alte 5 metri. I tre muri si rivelarono sufficienti per respingere almeno la prima offensiva dei mongoli, prima che la città cadesse nel 1221 (Herrmann 2000).
    Sono state recuperate molte ceramiche risalenti all'era abbaside e seljuke, principalmente da Gyaur Kala, dalle mura di Sultan Kala, e da Shahryar Ark. Le ceramiche di Gyaur Kala furono all'inizio abbaside, ed erano bocce colorate di rosso con disegni geometrici. Le ceramiche recuperate dalle mura di Sultan Kala sono perlopiù gialle e verdi, e risalgono all'undicesimo-dodicesimo secolo. Sono molto simili per stile a quelle di Nīshāpūr (Herrmann 2000). Bocce azzurre e nere vennero scoperte nel palazzo di Shahryar Ark, insieme ad un interessante deposito di materiale in stile mongolo probabilmente risalente alla fallimentare rifondazione avvenuta sotto gli Ilkhan. Della stessa era sembrerebbe essere una maschera in ceramica usata per la decorazione delle mura, e ritrovata tra le rovine di quello che si crede essere un tempio buddista costruito dai mongoli nei sobborghi meridionali di Sultan Kala (Herrmann 1999).

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    Edited by Shagrath82 - 30/6/2013, 10:25
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    Kunya-Urgench



    Kunya Urgench (in turkmeno: Köneürgenç, dalla lingua persiana Kohna Urganj, conosciuto anche come Konya-Urgench o Urganj è una municipalità di circa 30.000 abitanti situata nel nord-est del Turkmenistan, poco a sud del confine uzbeko. È il luogo in cui si trovava l'antica città di Urgench, che contiene le rovine del dodicesimo secolo (ancora non scavate) appartenenti alla capitale del regno di Khwārezm. Dal 2005 le sue rovine sono protette dall'UNESCO che le ha inserite tra i Patrimoni dell'umanità.
    Nel passato era bagnata dal fiume Amu-Darya ed era una delle più grandi città sulla via della seta. La sua data di fondazione è incerta, ma le rovine sopravvissute ne hanno permesso la datazione (alquanto ambiziosa) al periodo achemenide. I secoli dodicesimo e tredicesimo rappresentarono l'età dell'oro per Urgench, e la sua popolazione superò per fama e numero tutte le città centro-asiatiche tranne Bukhara. Nel 1221 Genghis Khan la rase al suolo durante uno dei massacri associati al suo nome.
    In seguito la città venne riedificata ma, in dopo l'imprevisto cambiamento del corso dell'Amu-Darya e della distruzione della città fatta da Timur-i lang nel 1370, gli abitanti furono costretti ad abbandonarla per sempre. La nuova città di Urgench venne sviluppata a nord, in quello che adesso si chiama Uzbekistan. I primi scavi nella città vecchia vennero fatti da Alexander Yakubovsky nel 1929.
    Buona parte dei monumenti di Urgench sono completamente o parzialmente collassati. Ad oggi il sito contiene tre piccoli mausolei del dodicesimo secolo più quello maggiormente elaborato del quattordicesimo secolo dedicato a Turabek-Khanum, restaurato nel 1990. Il simbolo del luogo è il minareto di Kutlug-Timur (undicesimo secolo) che, con i suoi sessanta metri di altezza, fu il minareto in mattoni più alto fino alla costruzione di quello di Jam. È degno di nota anche il mausoleo di Il-Arslan, il più antico monumento ancora in piedi: una cupola conica composta da dodici facce, che ospita la tomba del nonno di Muhammad II of Khwarezm morto nel 1172. Più a nord si trova una vasta necropoli medievale.

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    Edited by Shagrath82 - 30/6/2013, 10:26
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    Fortezza parta di Nisa



    Nisa (talvolta chiamata Parthaunisa) era un'antica città, che fu capitale dell'impero dei parti, nel territorio dell'odierno Turkmenistan. Le sue rovine si trovano 10 km a ovest della capitale turkmena Ashgabat sull'altopiano in cima ad una collina.
    Nisa fu fondata dai parti come capitale del loro impero oltre 2300 anni fa. Nel corso del tempo divenne una città florida con un palazzo reale protetto da 43 torri, diversi templi e una vivace attività commerciale.
    Nel XII secolo fu assediata dai mongoli che in pochi giorni la conquistarono e rasero al suolo. Tutti gli oggetti rinvenuti sono esposti al Museo della storia nazionale di Ashgabat.

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    Edited by Shagrath82 - 30/6/2013, 10:26
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    Vie della Seta: corridoio Zarafshan-Karakum



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    Vie della Seta: corridoio Zarafshan-Karakum è un sito transfrontaliero del patrimonio mondiale, composto da una serie di siti distribuiti nei tre paesi centroasiatici di Uzbekistan, Tagikistan e Turkmenistan.

    Riunisce 34 beni diversi (castelli, villaggi, mausolei, ecc.) situati lungo uno dei tratti dell'antica Via della seta, che si estendeva lungo il fiume Zeravshan e attraversava il deserto del Karakum fino a Merv. È la controparte di un altro bene del patrimonio mondiale, ovvero quella delle Vie della Seta: la rete di percorsi del corridoio Chang'an-Tianshan, che riunisce un'altra sezione dell'antica via tra la Cina, il Kazakistan e il Kirghizistan.

    Storia
    Nel 1988 l'UNESCO ha avviato uno studio sulla Via della seta al fine di promuovere la comprensione e la diffusione delle culture in tutta l'Eurasia, nonché di proteggere il patrimonio. Nell'agosto 2006 l'UNESCO e l'Amministrazione nazionale del patrimonio culturale della Repubblica popolare cinese hanno sponsorizzato una conferenza a Turfan, nello Xinjiang, sul coordinamento delle candidature a patrimonio dell'umanità per i siti legati alla Via della Seta. Al termine di questa conferenza la Cina e cinque paesi dell'Asia centrale (Kazakistan, Kirghizistan, Uzbekistan, Tagikistan e Turkmenistan) hanno deciso di presentare una candidatura congiunta nel 2010. A tal fine nel 2009 questi sei paesi hanno formato un comitato di coordinamento per istituire la prassi necessaria.

    Il 28 marzo 2008 la Cina ha incluso 48 siti della Via della Seta nella sua lista indicativa, prerequisito necessario per il loro esame da parte dell’UNESCO. Questi siti sono divisi tra la Via della Seta terrestre (province e regioni di Henan, Shaanxi, Qinghai, Gansu, Ningxia e Xinjiang) e la Via della Seta marittima (Ningbo, Zhejiang, Quanzhou, Fujian). Il 2 maggio 2008 l'Iran ha presentato un elenco indicativo di siti nel Khorasan. Nel 2010 è stata la volta di Turkmenistan con la proposta di 29 siti distribuiti lungo undici segmenti della Via della Seta, India con dodici siti, Kirghizistan con sei e Uzbekistan con 18, seguiti dal Kazakistan il 3 maggio 2012.
    Alla fine del 2011, date le dimensioni del progetto, l'UNESCO ha proposto di suddividere le candidature in diversi corridoi. Nel dicembre 2011 Cina, Kazakistan e Kirghizistan hanno deciso di presentare una domanda congiunta per il corridoio dell'Asia centrale lungo il Tien Shan. Contemporaneamente Uzbekistan, Tagikistan e Turkmenistan stavano preparando una richiesta per un altro corridoio. La prima nomina è stata approvata il 22 giugno 2014, durante la trentottesima sessione del Comitato del patrimonio mondiale a Doha, in Qatar, sotto il nome di Vie della Seta: la rete di percorsi del corridoio Chang'an-Tianshan.

    Il 17 settembre 2023 i siti candidati da Uzbekistan, Tagikistan e Turkmenistan sono stati iscritti nella lista dei patrimoni dell'umanità durante la quarantacinquesima sessione del Comitato del patrimonio mondiale riunitosi a Riad come parte di un sito seriale separato dal precedente[10] che prende il nome di "Vie della Seta: corridoio Zarafshan-Karakum"
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    Deserti freddi invernali del Turan



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    Deserti freddi invernali del Turan sono un sito seriale transnazionale del patrimonio dell'umanità che comprende quattordici aree desertiche nel bassopiano turanico, tra Kazakistan, Turkmenistan e Uzbekistan. La serie è stata iscritta nella lista dei patrimoni dell'umanità dell'UNESCO il 20 settembre 2023.

    Descrizione
    Questo patrimonio transnazionale comprende quattordici parti componenti situate nelle aree aride della zona temperata dell'Asia centrale tra il Mar Caspio e le alte montagne del Tūrān. L'area è soggetta a condizioni climatiche estreme con inverni molto freddi ed estati calde e vanta una flora e una fauna eccezionalmente diversificate che si sono adattate a queste dure condizioni. Il sito rappresenta anche una notevole diversità di ecosistemi desertici, che si estendono su una distanza di oltre 1 500 chilometri da est a ovest. Ciascuna delle parti componenti integra le altre in termini di biodiversità, tipi di deserto e processi ecologici in corso.
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