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    Josefa Idem è immensa bronzo mondiale a 44 anni




    Ancora una straordinaria impresa per l'azzurra: terzo posto ai mondiali canadesi di Dartmouth nella finale del K1 500. Medaglia d'oro per l'ungherese Katalin Kovacs, argento alla tedesca Josefa Wagner-Augusti



    DARTMOUTH (Canada), 16 agosto 2009 - Ancora una straordinaria impresa per Josefa Idem. La 44enne campionessa azzurra ha conquistato la medaglia di bronzo ai mondiali canadesi di Dartmouth. Nella finale del K1 500, la Idem ha ceduto soltanto all'ungherese Katalin Kovacs (oro) e alla tedesca Katrin Wagner Augustin (argento). Una gara che nei primi 250 metri aveva visto Josefa Idem passare addirittura in prima posizione con 55 centesimi di vantaggio sulla danese Engel Hansen che inseguiva. Nella seconda parte di gara Kovacs e Wagner Augustin sono riuscite a rimontare sull'azzurra che ha comunque tenuto il ritmo delle due piùgiovani avversarie chiudendo con un bronzo che profuma ancora una volta di leggenda. La Idem ha chiuso in 1:51.860, contro l'1'51''149 dell'ungherese e l'1'51''633 della tedesca che a Pechino chiuse al terzo posto, proprio alle spalle della campionessa azzurra. Per la Idem, dopo l'inizio difficile agli europei di Brandeburgo e la pronta riscossa ai Giochi del Mediterraneo di Pescara, è questa l'ennesima medaglia di una carriera che potrebbe continuare fino alle Olimpiadi di Londra 2012.
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    Nello skeet il 41enne di Capua si arrende solo al formidabile statunitense Hancock (oro anche a Pechino 2008) e al cipriota Achilleos, iridato uscente. Ai Mondiali il bilancio di Falco è di tre argenti e tre bronzi: "Per l'oro riproverò l'anno prossimo a Monaco"

    MARIBOR (Slovenia), 16 agosto 2009 - Ennio Falco dice: “E vabbé, ci riproverò il prossimo anno”. Ma intanto il bronzo se lo è preso anche stavolta, ed è il terzo della sua carriera ai Mondiali, che si aggiunge a tre argenti. Per l’oro, unica medaglia che gli manca, dà appuntamento a Monaco di Baviera 2010. Ed è davvero un’attesa che ormai travalica persino il clan italiano. Perché il palmares di Ennio Falco fa paura: olimpionico ad Atlanta 1996, 5 volte campione d’Europa, è il tiratore che vanta il maggior numero di vittorie e podi in Coppa del Mondo, 4 Coppe, 16 successi tra tappe e finali, 32 podi. A 41 anni è sempre lì, tra i migliori. Dietro al fenomeno statunitense Vincent Hancock, già oro a Pechino e ora di nuovo campione del Mondo. Quando Falco vinceva la sua prima gara di Coppa del Mondo, il 23 maggio 1988 a Osijek, allora Jugoslavia (oggi Croazia), Hancock era ancora tra gli angioletti: sarebbe nato solo un anno dopo in Florida. D’argento è il cipriota Georgeos Achilleos, iridato uscente, che lascia quindi il suo oro conquistato due anni fa in casa. Lo allena il nostro Andrea Benelli, il quale però non è rimasto a vedersi il pupillo sul podio: due sue atlete si erano ritirate, col sospetto di aver contatto l’influenza suina, e così il c.t. e il resto della delegazione arrivata con la squadra femminile hanno abbandonato il ritiro sloveno per paura di infettare i maschi.

    CAMPIONI — Il campione olimpico, il campione mondiale, il monumento planetario allo skeet Ennio Falco (tra titoli individuali, di squadra, senior e junior: questa è la sua 116ª medaglia internazionale!): tra i finalisti è mancato solo Tore Brovold, il norvegese che ha vinto l’Europeo venti giorni fa a Osijek. “Hancock e Achilleos sono anche amici - ha spiegato Falco, da Capua – ogni volta che gareggiamo in Italia porto loro le mozzarelle di bufala, di cui vanno matti”. Falco le tre serie della prima giornata le aveva terminate a 73 (24 25 24). La seconda l’ha aperta con un bel 25, per poi finire le qualifiche con un 24 e un totale di 122. A 124 Hancock: ha fallito un piattello nella pedana 4 della prima serie, poi sempre 25. Per quell’errore, come si vedrà, ha lasciato agli organizzatori sloveni la Mercedes che avevano messo in palio per il tiratore (di qualsiasi specialità) che fosse riuscito non fare nemmeno uno zero. A 123 il cipriota Achilleos. Quindi, con Falco a 122, anche lo statunitense Dulohery, il danese Golding, il russo Shomin e il ceco Hlavacek. Insomma: erano in 5 per 4 posti. Spareggio, allora: al primo doppietto un solo errore, di Golding. Dalla finale è rimasto fuori lui.

    INFALLIBILE — E dopo una settimana di finali pazze, con ribaltamenti di situazioni e errori impronosticabili, questa volta i migliori non hanno sbagliato mai. Non Hancock: 25/25 per 149 totale che un anno esatto dopo l'oro olimpico (16 agosto 2008) si prende quello mondiale. "Dopo le Olimpiadi - ha spiegato con l'aria di uno che ha appena vinto una gara provinciale - avevo cambiato il fucile. Non ha funzionato. Un mese fa ho ripreso in mano il fucile che usavo a Pechino e sono tornato in pista". Non ha sbagliato nulla nemmeno Achilleos: 25/25 per 148. Tra i quattro 122 però, l’unico a romperli tutti è stato il nostro Falco, per il 147 totale che gli vale il bronzo. "Ho fatto un errore di troppo nella prima giornata - ha poi spiegato - quel maledetto singolo in mark (da destra, ndr) in quarta pedana, la mia bestia nera". Soddisfatto, ma solo parzialmente, il c.t., Francesco Fazi: la squadra infatti è rimasta giù dal podio per tre soli piattelli. Sono mancati i centri di Luchini (solo 116). Gli azzurri finiscono al quarto posto con 358; oro, inevitabile agli Stati Uniti (Hancock, Thompson, Dulohery) con 366, argento alla Finlandia 361 che l’ha spuntata solo in virtù di una quinta serie complessiva migliore della Danimarca allenata dal nostro Pietro Genga, anch’essa a 361 ma di bronzo.

    BRONZO JUNIOR — Una consolazione arriva dagli Junior. Dall’avellinese Angelo Moscariello, che ha preso il bronzo. Nella qualificazione Angelo (che si allena a Capua, al campo di Falco) ha fatto quattro 24 di fila, prima del 25 con cui ha chiuso a 121. Dopo la quarta serie c’erano tre tiratori con un piattello più di lui. Ma il suo 25 finale ha messo pressione al finlandese Pietarila che con due zeri è uscito dal podio. Non al ceco Milos Slavicek, capace anche lui di un 25 conclusivo con cui, a quota 122, si è preso l’oro. Un errore invece per lo svedese Svensson, a quel punto costretto allo shoot-off con l’azzurrino. Il quale ha fallito il secondo piattello del secondo doppietto, dove Svensson è passato indenne. Beffa anche per la squadra degli Juniores, che paga cara la scellerata quarta serie di Micheal Palmieri (19). Così il terzetto italiano (Moscariello, Palmieri, e il 16 Tammaro Cassandro, nipote di Ennio Falco) chiude quarto, con 346, dietro a R.Ceca (353), Usa (348), e Svezia (346).
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    Cammarelle e Valentino a pochi pugni dall'oro





    Milano -
    A suon di pugni verso l'oro. Domenico Valentino e Roberto Cammarelle si sono qualificati per le finali dei pesi leggeri e della categoria supermassimi ai Mondiali di pugilato di Milano. Valentino ha sconfitto per 15-2 il georgiano Koba Pkhakadze e per l’oro dei pesi leggeri affronterà il portoricano Josè Pedraza, passato a spese del russo Albert Selimov (9-5). "È il mio riscatto, e ora voglio l’oro, per entrare nella storia e far si che la gente si ricordi di me" ha esultato Valentino, trascinato alla vittoria dalle decine di compaesani giunti in pullman al Forum.

    Cammarelle, un pugno solo
    Nei supermassimi Cammarelle è passato grazie al ritiro del bielorusso Viktar Zuyeu, costretto a gettare la spugna sul punteggio di 1-0 per l’italiano: è bastato un diretto sinistro al milanese. Cammarelle in finale affronterà l’ucraino Roman Kapitonenko, qualificato grazie al 5-2 imposto al cinese Zhang Zhilei.
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    A Milano, Il 24enne campano regala all'Italia la corona iridata dei leggeri battendo ai punti il portoricano Pedraza. Il lombardo vince il titolo dei supermassimi contro l'ucraino Kapitonenko

    ASSAGO (Mi), 12 settembre 2009 - Due finali, due ori: l’Italia rimane nel gotha del pugilato amatoriale mondiale grazie ai trionfi di Domenico Valentino nei 60 kg e di Roberto Cammarelle nei +91 kg. Il medagliere è della Russia, due ori come l’Italia ma anche quattro argenti, a dimostrazione di una scuola che non tramonta mai.

    VALENTINO — L’appuntamento con la storia è un match di rara intelligenza, l’icona più rappresentativa della classe di Domenico Valentino, che dopo il bronzo del 2005 e l’argento del 2007, corona finalmente l’inseguimento all’oro iridato. Non era una sfida facile, quella con il portoricano Pedraza, stilisticamente limitato ma sicuramente molto efficace in fase difensiva, con la guardia ben chiusa e la capacità di portare colpi singoli molto rapidi. Dopo il primo round di studio, chiuso 1-1, la seconda ripresa si è aperta con il brivido di due punti pressoché immediati per il caraibico, molto premiato dai giudici nelle sue repliche alle serie dell’italiano. Mirko non si è innervosito, ha cominciato a sfruttare le braccia lunghe per tenere lontano l’avversario e poi con la consueta rapidità di gambe ha accorciato la distanza per piazzare le sue saette precise e poi sottrarsi alle sventole del portoricano. E’ andato sul 5-3, avrebbe meritato però un vantaggio più ampio: perché è vero che le macchinette servono a premiare soprattutto la pulizia dei colpi, ma cinque giudici non possono non tenere conto della differenza di intensità agonistica, di tecnica e di talento. Insomma, Valentino portava 20 colpi e l’altro uno, però il match è rimasto pericolosamente in bilico fino al 6-4 con cui se n’è andato un minuto della terza ripresa, prima che Mirko piazzasse un paio di bellissimi destri che lo hanno consegnato al paradiso per il 9-4 finale. Su cinque medaglie d’oro italiane nella storia dei Mondiali, tre portano la firma di Marcianise: prima di Valentino c’erano stati i due Russo, Tommaso nei medi a Sydney 1991 e Clemente nei massimi a Chicago 2007.

    cammarelle — Erano i suoi Mondiali, i Mondiali nella sua città e Roberto Cammarelle non ha tradito le attese, confermando il titolo iridato conquistato due anni fa: adesso, con un oro olimpico, due trionfi mondiali, due bronzi sempre iridati e due argenti europei, il supermassimo di Cinisello entra nel novero dei più grandi atleti, non solo pugili, italiani di sempre. Contro l’ucraino Kapitonenko, un avversario probabilmente inatteso a questi livelli, non è stata una passeggiata: l’ucraino, che nel 2001 disputò un match da professionista, si chiudeva bene e lasciava partire sventole pericolose. Roberto ha cercato di stanarlo, ha subito un paio di colpi, è finito anche sotto 3-4 a inizio secondo round, ma poi ha come d’incanto trovato la misura, si è issato sul 6-4 e lì, con un gancio destro d’incontro e poi un diretto sinistro perfetto per velocità e tempismo ha fatto contare due volte il rivale, ammansendolo definitivamente. Infatti il terzo round è stato in gran parte accademia, con Cammarelle - poi eletto miglior pugile della rassegna - a controllare senza problemi e l’ucraino a provare qualche sortita estemporanea, ma già felicissimo del risultato raggiunto. Un tripudio d’oro per Roberto, salutato dagli 8000 che hanno reso il Forum una torcida tricolore.
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    Ai Mondiali di Mie il sestetto tricolore si impone davanti a Bielorussia e Russia, bissa il successo di Madrid nel 1975, e vendica la delusione per il quarto posto dei Giochi di Pechino

    MIE (Giappone), 12 settembre 2009 - L'Italia ha conquistato il titolo mondiale di ginnastica ritmica a squadre, cancellando così la delusione per il quarto posto ai Giochi olimpici di Pechino. Le azzurre hanno preceduto Bielorussia e Russia. Nel All-around, ossia nell'unica gara riconosciuta dal Cio ed inserita nel programma olimpico, c'era stato un solo precedente, a Madrid nel 1975. Elisa Santoni, Elisa Blanchi, Daniela Masseroni, Angelica Savrajuk - le quattro atlete del Gruppo Sportivo dell'Aeronautica Militare - e le due new entry Romina Laurito (Virtus Gallarate) e Giulia Galtarossa (Ardor Padova), guidate dalle allenatrici Emanuela Maccarani ed Eva D'Amore e dalla coreografa Klarita Kodra, sono finite davanti alle ginnaste di tutte le altre 23 squadre presenti, rendendo un lontano ricordo la medaglia di legno di Pechino.
    gioia da c.t. — Per la sezione di Ritmica della FederGinnastica, si tratta della 11ª medaglia mondiale nella storia. "Sono felice per questo risultato, che, in parte, ci ripaga di quanto c'era stato tolto agli ultimi Giochi - ha commentato a caldo il c.t Emanuela Maccarani -. Il pensiero è andato anche al Presidente del Coni, Gianni Petrucci, che in quella triste occasione ci sostenne con grande forza e che ha sempre creduto nel nostro valore. Ringrazio la Federazione, ma soprattutto le ragazze. Questo è un gruppo tosto. Volevano la rivincita e l'hanno ottenuta"
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    L'argentino conquista lo Us Open e vince il primo torneo del Grande Slam in carriera, al termine di un incontro emozionante: 3-6 7-6 (5) 4-6 7-6 (4) 6-2 il punteggio finale, in quattro ore e sei minuti di battaglia

    NEW YORK (Usa), 15 settembre 2009 - Juan Martin Del Potro è l'uomo del giorno a New York. L'argentino ha conquistato lo Us Open, il suo primo torneo del Grande Slam, battendo in cinque set il numero 1 al mondo, Roger Federer, al termine di una partita durata quattro ore e sei minuti. Questo il punteggio di un match intenso e combattuto: 3-6 7-6 (5) 4-6 7-6 (4) 6-2.

    dopo vilas — La potenza di Del Potro, 21 anni la prossima settimana, è riuscita alla fine a prevalere sulla classe di Roger Federer, che di solito riesce a rendere meno efficaci anche i colpi più violenti degli avversari. Ma questa volta si è dovuto arrendere ai missili di Del Potro, con Guillermo Vilas presente in tribuna ad applaudire il giovane connazionale.

    potenza — Avvio lento per Del Potro, che ha ceduto piuttosto nettamente il primo set. Sotto per 3-5 nel secondo set, è arrivata l'inversione di tendenza: l'argentino si è portato sul 6 pari, è salito di livello nel tie-break riuscendo perfino a innervosire Roger Federer. E ha vinto con merito il secondo set. Nel terzo set Del Potro ha subito strappato il servizio all'avversario, Federer è immediatamente riuscito nel contro-break, per poi mantenere il servizio e guadagnare quindi un secondo break immediato che gli ha consentito poi di vincere 6-4.

    quarto set decisivo — Il quarto set ha continuato a offrire grande tennis, con Del Potro a combattere tenacemente colpo sul colpo fino a strappare il servizio e portarsi sul 4-2. Federer non si è disunito. Ha assorbito l'irruenza argentina dell'avversario con un calma degna di un altopiano sudafricano (la sua seconda nazionalità) e tra ace e passanti si è riportato sul 5-5. Ma Del Potro non ha ceduto, si è portato sul 6 pari e alla fine ha vinto il tiebreak per 7-4. È stata la svolta del match, perchè nel quinto set Federer aveva esaurito le batterie. Del Potro, in lacrime, ha dedicato la vittoria all'Argentina, e ai tanti argentini presenti sulle tribune dell'Arthur Ashe Stadium.

    sogni argentini — "Avevo due sogni, quando sono arrivato qui - ha detto un felicissimo Del Potro a fine match -. Il primo era vincere il torneo, il secondo era diventare grande come Federer. Uno si è avverato, ma per l'altro dovrò lavorare ancora duro. Roger è un campione vero, ha lottato fino all'ultimo punto. Io sono stato bravo a riprendermi dopo una partenza nervosa, la scorsa notte non ho dormito per la tensione". Dal canto suo, Federer (che non perdeva un incontro a Flushing Meadows dal 2003) replica da signore, come al solito: "Non si può vincere sempre, ho avuto comunque un'estate fantastica. Juan Martin ha meritato la vittoria. Per me la vita continua, non c'è problema".
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    La squadra di Barbolini, che già ieri si era assicurata la semifinale, vince 3-0 (25-19, 25-18, 25-22) e centra il sesto successo a questi Europei. Semifinali sabato: Olanda-Polonia (ore 17), Italia-Germania (ore 20)

    KATOWICE (Polonia), 1 ottobre 2009 - Sei su sei. L’Italia non si ferma davanti a nulla e batte anche la Serbia, con lo stesso punteggio con cui aveva già liquidato le squadre più pericolose fino a qui incontrate. Magari può fare un po’ impressione ricordare che due anni fa questa partita valeva il titolo europeo, oggi per la Serbia è valsa un biglietto per il ritorno a casa, dato che la squadra di Zoran Terzic con questo k.o. lascia mestamente il torneo, esclusa dalla lotta per le medaglie, dopo una seconda parte del torneo a dir poco deludente con 3 sconfitte in altrettante partite.
    mai in discussione — Problemi che non sono certo dell’Italia: Barbolini ha mandato in campo la stessa formazione che ha conquistato le semifinali. Ma nonostante qualche azzurra si lamentasse della stanchezza (prima di questo match) in campo non si è visto per nulla. Mai in discussione il risultato, in nessuno dei set: le italiane hanno spinto sull’acceleratore in battuta, mettendo in difficoltà la ricezione serba. Al resto hanno pensato il muro e la difesa italiane che non hanno concesso nulla alle attaccanti serbe, sempre più scoraggiate della disarmante forza azzurra. Note di merito per Simona Gioli a muro e per Tai Aguero in attacco. Ma come al solito è stata una prova corale dell’Italia che ha schiacciato una Serbia in un angolo, fino al 3-0 finale (nel 2007 in tutto le azzurre persero appena due set).
    sEMIFINALI — In serata il sorteggio per gli accoppiamenti delle due semifinali di sabato ha dato questo esito: Olanda-Polonia (ore 17), Italia-Germania (ore 20). Le azzurre hanno già effettuato il trasferimento a Lodz, ultima tappa di questo tour della Polonia, per le ultime due gare dell’Europeo. Un viaggio al pomeriggio (anziché domani, venerdì) per guadagnare qualche ora di riposo e farsi trovare pronte per i match che assegnano le medaglie, anche perché Nazionali come l’Olanda non si sono mai mosse da Lodz e hanno quindi un piccolo vantaggio rispetto alle squadre che vengono dal raggruppamento dell’Italia.
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    Ai Mondiali, iniziati oggi in Turchia, l'azzurro ha conquistato il primo titolo iridato in carriera battendo in finale il cinese Zhu. "In cinque mesi mi sono preso Europei, Coppa del Mondo e Mondiali". Fuori nei quarti Cassarà, ai sedicesimi Barrera, Vanni e tutte le sciabolatrici

    ANTALYA (Tur), 3 ottobre 2009 - Andrea Baldini è campione del mondo. Sembra il lieto fine di una favola cominciata male, con l’esclusione dai Giochi Olimpici per uno caso di doping del numero 1 del ranking mondiale. Riabilitato 6 mesi dopo, in tempo per vincere tutto quello che c’era: Europei, Coppa del Mondo e oro mondiale. Torneo Sulle pedane dell’Expo Center di Antalya il 23enne livornese dell’Aeronautica ha chiuso nel migliore dei modi una giornata cominciata male. Ha rischiato di uscire al secondo turno con il sudcoreano Kwon (sotto 1-7 e 5-10 prima del 15-14 finale), ha dovuto rimontare di nuovo contro Andrea Cassarà (da 7-11 a 14-12 prima del 15-14) nei quarti. Non ha avuto problemi in semifinale (15-6 al russo Sedov), ma in finale ha dovuto rincorrere di nuovo contro il cinese Zhu. Sotto 2-5, Baldini ha cambiato fioretto e poi marcia: per quattro minuti non si è fatto toccare, ha piazzato un parziale di 8-0 che è risultato decisivo, nonostante la rimonta dell’avversario fino al 15-11 finale. "Non ho tirato benissimo all’inizio - ammette Baldini -, ero molto teso per un obiettivo a cui ho pensato molto in questi mesi. Sono molto contento, in cinque mesi mi sono preso Europei, Coppa del Mondo e Mondiali, quasi non ci credo. Se posso farmi un elogio è quello di essere riuscito a rimontare tante volte. Il mio valore l’ho sempre conosciuto, questa è una bella vittoria che non deve essere vista come una rivincita, non è contro qualcuno, ma è per qualcuno: per le persone che mi sono sempre stata vicine in questi mesi". Applaude il c.t. Stefano Cerioni: "In mezza stagione è riuscito a prendersi il Grande Slam. Anche quanto è finito sotto ero tranquillo, quando riesce a inquadrare l’avversario Baldini sa sempre trovare le mosse giuste". E’ felice il presidente federale, Giorgio Scarso: "Non è facile tornare a essere un atleta, dopo quello che gli è successo, lui ce l’ha fatta".
    DERBY — Molto significativa è stata la sfida con Cassarà, il compagno che prese il suo posto ai Giochi, quando lui fu squalificato per un diuretico a cui è stato trovato positivo. Così ora i fiorettisti azzurri schiacciano sempre la bottiglia prima di aprirla, per controllare che non sia stata bucata. "Beviamo solo da confezioni nuove e spesso vengono buttate quelle già iniziate, se non siamo sicuri di chi sono" conferma il c.t. Cerioni. Baldini ai Mondiali ha già vinto due argenti, nel 2006 e 2007. Cassarà, dopo il bronzo olimpico di Atene non ha mai raccolto quello che il suo talento prometteva. Amici non saranno mai, per ora evitano di parlarsi. Tra sospetti da una parte e silenzi dall'altra solo il tempo, forse, potrà mitigare il rancore tra due che insieme continuano a far vincere medaglie all'Italia. Fuori ai sedicesimi Stefano Barrera che è stato eliminato dal francese Le Pechoux, mentre Simone Vanni ha ceduto al polacco Glonek 15-13. Fuori dal giro delle medaglie invece le sciabolatrici azzurre. Ilaria Bianco si è arresa 15-13 agli ottavi all’ungherese Nagy, fuori in questo turno anche Irene Vecchi (15-10 dalla Jozwiak) e Livia Stagni (8-15 con la Vergne). Si era fermata prima Gioia Marzocca, ko con la russa Velikaia.
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    Il sestetto di Barbolini batte anche le tedesche e arriva imbattuta in finale contro le olandesi. Primo set perfetto delle azzurre, poi match combattuto sino al termine.

    LODZ (Polonia), 3 ottobre 2009 - Come due anni fa, più di due anni fa: con la settima vittoria consecutiva le azzurre di Massimo Barbolini conquistano la finale del campionato Europeo, al termine di una gara palpitante e combattutissima che ha esaltato gli oltre 10.000 della Atlas Arena (molti dei quali armati di tricolore)

    primo set da sogno — Primo set senza storia: le azzurre partono alla grande. Con una difesa come carta moschicida raccolgono tutto il possibile e anche di più. L’attacco tedesco va in panne (chiuderà la frazione con un eloquente 22%), mentre quello dell’Italia maramaldeggia (finirà con un ottimo 54%): 8-4, 16-6, addirittura 21-9. Fino al 25-10 firmato da un attacco di Simona Gioli, sempre molto presente sotto rete.
    determinazione italia — Nel secondo set le azzurre (che avevano già battuto la Germania, 3-0 nel girone di qualificazione a Wroclaw), hanno un brutto passaggio a vuoto. Dal 7-6 subiscono un parziale di 0-5 che le porta sotto 7-11 (con 4 errori punto italiani, tutti in attacco). La Germania non solo rientra in partita grazie al regalo, ma incomincia a giocare meglio. Forza la battuta (uno dei fondamentali più efficaci della Nazionale di Guidetti) e mette alla gogna la ricezione italiana, che non ha in panchina la giovane Bosetti, infortunatasi in mattinata. Il muro di Furst e compagne fa buona guardia e le tedesche vanno 23-20, ma decisivi per il successo germanico sono i 10 errori nel set dell’Italia. La squadra di Barbolini, subito l’affronto, cambia marcia e con una supermamma Gioli tramortisce le speranze del modenese Guidetti: 25-12. Ancora un set senza storia.

    AGUERO — Ma le sofferenze per le azzurre non sono per nulla finite: anzi la Germania – come si sapeva – è una squadra rognosa. Non molla mai. Anche quando è sotto nel punteggio. L’Italia si trova in vantaggio 10-5 nel quarto set, ma punto dopo punto la formazione di Guidetti si fa sotto. Prima firma il pareggio (10-10) e poi il sorpasso (13-16). L’Italia si rianima, arma il braccio di Tai Aguero che mantiene fede al suo nome (con Cuba ha vinto due ori olimpici, prima di iniziare a vincere con l’Italia). Un muro di Barazza dà il break alle azzurre che si lanciano verso la loro quarta finale continentale, la seconda consecutiva.
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    Ai Mondiali, in svolgimento in Turchia, Valentina perde 15-10 nei quarti il derby jesino con la Di Francisca che andrà a medaglia insieme alla Errigo. Margherita fuori nei sedicesimi

    ANTALYA (Turchia), 4 ottobre 2009 - Clamorosa eliminazione di Valentina Vezzali ai Mondiali: la cinque volte campionessa del mondo e campionessa olimpica in carica ha ceduto 15-10 nei quarti alla compagna di squadra Elisa Di Francisca ed è fuori dal giro delle medaglie. E' da Lisbona 2002 che la fuoriclasse jesina non scendeva dal podio mondiale. Due le azzurre in semifinale: la Di Francisca sfiderà la coreana Nam, mentre Arianna Errigo troverà la russa Chanaeva; la 21enne monzese allieva di Giovanni Bortolaso, vincitrice quest'anno della Coppa del Mondo, ha superato 15-10 la francese Guyart nei quarti.

    granbassi subito out — Fuori Margherita Granbassi, argento due anni fa a San Pietroburgo, eliminata nei sedicesimi dalla coreana Jung. La Granbassi ha tirato con un tutore all’indice della mano sinistra infortunato a giugno e non ancora perfettamente guarito, si è trovata in svantaggio 10-14, è riuscita a risalire fino al 13-14 prima di cedere 13-15. La Vezzali ha avuto solo un momento di stop negli ottavi, quando la russa Gafurzianova è salita fino al 5-3 prima di essere travolta da un parziale di 11-1. Campionessa in carica, la fuoriclasse jesina insegue il sesto oro individuale, sarebbe un record assoluto. Bene anche l’altra fiorettista di Jesi, Elisa Di Francisca, che ha lasciato solo 16 stoccate in tre assalti. Già eliminata la sudcoreana Nam, finalista con la Vezzali ai Giochi di Pechino. Appena cominciato il primo turno della spada maschile. In pedana ci sono Matteo Tagliariol, Diego Confalonieri, Alfredo Rota e Francesco Martinelli.
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    CITAZIONE (Shagrath82 @ 4/10/2009, 11:50)
    Il sestetto di Barbolini batte anche le tedesche e arriva imbattuta in finale contro le olandesi. Primo set perfetto delle azzurre, poi match combattuto sino al termine.

    LODZ (Polonia), 3 ottobre 2009 - Come due anni fa, più di due anni fa: con la settima vittoria consecutiva le azzurre di Massimo Barbolini conquistano la finale del campionato Europeo, al termine di una gara palpitante e combattutissima che ha esaltato gli oltre 10.000 della Atlas Arena (molti dei quali armati di tricolore)

    primo set da sogno — Primo set senza storia: le azzurre partono alla grande. Con una difesa come carta moschicida raccolgono tutto il possibile e anche di più. L’attacco tedesco va in panne (chiuderà la frazione con un eloquente 22%), mentre quello dell’Italia maramaldeggia (finirà con un ottimo 54%): 8-4, 16-6, addirittura 21-9. Fino al 25-10 firmato da un attacco di Simona Gioli, sempre molto presente sotto rete.
    determinazione italia — Nel secondo set le azzurre (che avevano già battuto la Germania, 3-0 nel girone di qualificazione a Wroclaw), hanno un brutto passaggio a vuoto. Dal 7-6 subiscono un parziale di 0-5 che le porta sotto 7-11 (con 4 errori punto italiani, tutti in attacco). La Germania non solo rientra in partita grazie al regalo, ma incomincia a giocare meglio. Forza la battuta (uno dei fondamentali più efficaci della Nazionale di Guidetti) e mette alla gogna la ricezione italiana, che non ha in panchina la giovane Bosetti, infortunatasi in mattinata. Il muro di Furst e compagne fa buona guardia e le tedesche vanno 23-20, ma decisivi per il successo germanico sono i 10 errori nel set dell’Italia. La squadra di Barbolini, subito l’affronto, cambia marcia e con una supermamma Gioli tramortisce le speranze del modenese Guidetti: 25-12. Ancora un set senza storia.

    AGUERO — Ma le sofferenze per le azzurre non sono per nulla finite: anzi la Germania – come si sapeva – è una squadra rognosa. Non molla mai. Anche quando è sotto nel punteggio. L’Italia si trova in vantaggio 10-5 nel quarto set, ma punto dopo punto la formazione di Guidetti si fa sotto. Prima firma il pareggio (10-10) e poi il sorpasso (13-16). L’Italia si rianima, arma il braccio di Tai Aguero che mantiene fede al suo nome (con Cuba ha vinto due ori olimpici, prima di iniziare a vincere con l’Italia). Un muro di Barazza dà il break alle azzurre che si lanciano verso la loro quarta finale continentale, la seconda consecutiva.

    Bravissime ragazze...un ultimo sforzo!
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    Storico bis europeo per le ragazze di Barbolini dopo il trionfo del 2007: Piccinini e compagne trionfano senza perdere un set e chiudono il torneo imbattute

    LODZ (Polonia) 4 ottobre 2009 - Grande Italia, grandissima Italia. Le azzurre di Massimo Barbolini vincono il secondo Europeo di fila: dopo una strisca di 8 vittorie consecutive nel 2007, Lo Bianco e compagne infilano un altro torneo senza macchie. Otto successi consecutivi e due soli set lasciati alle avversarie. In tribuna assieme allo stato maggiore della federazione anche Lello Pagnozzi, in rappresentanza del Coni, a festeggiare una delle pochissime soddisfazioni degli sport di squadra italiani in questa stagione.

    LA PARTITA — L’Italia parte con il sestetto consueto. È una battaglia di nervi, fino al 14 pari quando le azzurre mettono il turbo, limitano gli errori e forzando la battuta costringono le ragazze di Selinger a scoprirsi. La Gioli è la stessa del giorno prima e dalle sue parti della rete non passa molto. In due minuti l’equilibrio si rompe. Il tecnico olandese chiama timeout a ripetizione, ma non riesce ad arginare l’onda azzurra. Cambio di campo e nuovo scenario: la battuta olandese fa disastri nella ricezione azzurra e i palloni che Lo Bianco deve smistare sono più scontati. Muro-difesa arancione scavano il solco fra le due squadre (10-5). Il primo punto di Aguero in attacco arriva solo sull’11-6 del secondo set e questo la dice lunga sulle difficoltà che incontrano le azzurre. Ma punto dopo punto l’Italia si rimette in carreggiata: sa gestire la sua sofferenza e torna a respirare. Un punto alla volta le azzurre tornano in pista.

    IL TRIONFO — Adesso ci credono: l’Olanda sente il fiato sul collo e fatica a restare lucida. Le azzurre (Gioli è ancora mattatrice) dilagano: le arancioni si spengono un po’ alla volta. L’inizio del terzo set è da incubo, ma solo per l’Olanda che vacilla subito in ricezione, mentre l’Italia raccoglie qualsiasi cosa in difesa. Flier e socie iniziano a forzare e sbagliano di più. L’Italia gioca a memoria e sbaglia pochissimo: non c’è più tensione sulla faccia delle ragazze azzurre, ma solo sorrisi. Il secondo Europeo è sempre più vicino, dopo l’anno nero dell’Olimpiade, torna l’azzurro sul cielo delle schiacciate femminili.

    Italia-Olanda 3-0 (25-16, 25-19, 25-20)
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    L'olimpionico della spada va in finale, ma cede (15-14) al russo Andeev: " Sul 9-6 per me si è smollata l'impugnatura della spada, ho dovuto cambiarla, era molla anche quella dopo. Ho guardato in panchina e vedevo degli occhi un po’ persi nel vuoto...". Valentina non mancava dal podio mondiale dal 2002. Bronzi per la Di Francisca e la Errigo nel fioretto

    ANTALYA (Turchia), 4 ottobre 2009 - Quarta medaglia azzurra per l'Italia ai Mondiali di scherma di Antalya. Dopo i bronzi nel fioretto di Arianna Errigo e Elisa Di Francisca, è la spada di Matteo Tagliariol a regalare un argento. Il 26 enne di Treviso, oro olimpico a Pechino, era reduce da una stagione di Coppa del Mondo opaca, senza nemmeno un podio, ma è stato protagonista di un torneo mondiale perfetto. Fino ai capolavori nei quarti contro il portoghese Videira (15-13) e in semifinale sul francese Jerome Jeannet (15-11). A Pechino Tagliariol aveva battuto in finale il fratello di Jeannet, Fabrice. Nella finale Tagliariol ha ceduto 15-14 al russo Andeev. Tagliariol torna sul podio ma è deluso per aver perso l'oro dopo essere stato in vantaggio 9-6: "Lì si è smollata l'impugnatura della spada. Mi serviva una chiave per stringere la spada, ho dovuto cambiarla, era molla anche quella dopo. Ho guardato in panchina (c’era il c.t. Sandro Cuomo, ndr) e vedevo degli occhi un po’ persi nel vuoto, io non so il regolamento a memoria, non sapevo che potevo prendere tempo e aspettare che arrivasse la chiave. Ho preso due stoccate in 5 secondi, ma la colpa non era mia. Sono felice per l’argento, importantissimo dopo un anno così. Però uno si prepara per l’oro, l’ha quasi preso, poi succede un disguido così". Replica il c.t. : "Capisco la reazione a caldo dopo aver perso un'occasione così, fa parte del personaggio. Ma in un assalto bisogna trovare anche il modo di affrontare le difficoltà, che siano una spada da cambiare o altro".
    VALENTINA FUORI — Clamorosa, invece, l'eliminazione di Valentina Vezzali ai Mondiali: la cinque volte campionessa del mondo e campionessa olimpica in carica ha ceduto 15-10 nei quarti alla compagna di squadra Elisa Di Francisca ed è fuori dal giro delle medaglie. E' da Lisbona 2002 che la fuoriclasse jesina non scendeva dal podio mondiale. Le due azzurre in semifinale: Elisa Di Francisca e Arianna Errigo hanno chiuso entrambe con un bronzo. Elisa Di Francisca, la jesina giustiziera di Valentina Vezzali, si è arresa nettamente per 15-6 alla russa Aida Shanaeva, olimpionica a squadre a Pechino 2008. Arianna Errigo, vincitrice quest'anno della Coppa del Mondo, ha superato 15-10 la francese Guyart nei quarti, ma si è poi arresa per 15-11 alla coreana Hee Sook Jeon.

    OCCHI DI TIGRE — "Ho fatto tutto ciò che potevo, ma mi sono mancati occhi e cattiveria". Valentina Vezzali ripercorre mentalmente il quarto di finale perso con Elisa Di Francisca e quasi le scappa da ridere: "Mi hanno già detto un mucchio di volte che la mia parabola discendente era cominciata...". Qualcuno magari lo affermerà di nuovo, ma stavolta la fuoriclasse jesina, cinque ori mondiali e tre olimpici nel fioretto individuale, non ci farà caso. Perchè la sconfitta con la sua meno nota concittadina le servirà per ritrovare quella carica che, qui in Turchia, per un attimo l'ha abbandonata. "La scherma è uno sport di testa, puoi allenarti tantissimo ma quando c'è la gara devi essere concetrata. E oggi mi è mancato qualcosa: normalmente, quando sono presente certi regali non li faccio. E anche negli assalti precedenti, vinti facilmente, sono stata meno fluida e morbida. Insomma, qualcosa mi è mancato. Di solito piango e mi arrabbio, invece stavolta mi sono sentita vuota - osserva la Vezzali, tesserata per le Fiamme Oro -. E questo non va bene. Da questa sconfitta ripartirò per una nuova sfida, l'ennesima della mia carriera". Il suo grande obiettivo resta Londra 2012
    granbassi subito out — Fuori Margherita Granbassi, eliminata nei sedicesimi dalla coreana Jung. La Granbassi ha tirato con un tutore all’indice della mano sinistra infortunato a giugno e non ancora perfettamente guarito, si è trovata in svantaggio 10-14, è riuscita a risalire fino al 13-14 prima di cedere 13-15. Già eliminata la sudcoreana Nam, finalista con la Vezzali ai Giochi di Pechino.
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    CITAZIONE (Shagrath82 @ 4/10/2009, 22:26)
    Storico bis europeo per le ragazze di Barbolini dopo il trionfo del 2007: Piccinini e compagne trionfano senza perdere un set e chiudono il torneo imbattute

    LODZ (Polonia) 4 ottobre 2009 - Grande Italia, grandissima Italia. Le azzurre di Massimo Barbolini vincono il secondo Europeo di fila: dopo una strisca di 8 vittorie consecutive nel 2007, Lo Bianco e compagne infilano un altro torneo senza macchie. Otto successi consecutivi e due soli set lasciati alle avversarie. In tribuna assieme allo stato maggiore della federazione anche Lello Pagnozzi, in rappresentanza del Coni, a festeggiare una delle pochissime soddisfazioni degli sport di squadra italiani in questa stagione.

    LA PARTITA — L’Italia parte con il sestetto consueto. È una battaglia di nervi, fino al 14 pari quando le azzurre mettono il turbo, limitano gli errori e forzando la battuta costringono le ragazze di Selinger a scoprirsi. La Gioli è la stessa del giorno prima e dalle sue parti della rete non passa molto. In due minuti l’equilibrio si rompe. Il tecnico olandese chiama timeout a ripetizione, ma non riesce ad arginare l’onda azzurra. Cambio di campo e nuovo scenario: la battuta olandese fa disastri nella ricezione azzurra e i palloni che Lo Bianco deve smistare sono più scontati. Muro-difesa arancione scavano il solco fra le due squadre (10-5). Il primo punto di Aguero in attacco arriva solo sull’11-6 del secondo set e questo la dice lunga sulle difficoltà che incontrano le azzurre. Ma punto dopo punto l’Italia si rimette in carreggiata: sa gestire la sua sofferenza e torna a respirare. Un punto alla volta le azzurre tornano in pista.

    IL TRIONFO — Adesso ci credono: l’Olanda sente il fiato sul collo e fatica a restare lucida. Le azzurre (Gioli è ancora mattatrice) dilagano: le arancioni si spengono un po’ alla volta. L’inizio del terzo set è da incubo, ma solo per l’Olanda che vacilla subito in ricezione, mentre l’Italia raccoglie qualsiasi cosa in difesa. Flier e socie iniziano a forzare e sbagliano di più. L’Italia gioca a memoria e sbaglia pochissimo: non c’è più tensione sulla faccia delle ragazze azzurre, ma solo sorrisi. Il secondo Europeo è sempre più vicino, dopo l’anno nero dell’Olimpiade, torna l’azzurro sul cielo delle schiacciate femminili.

    Italia-Olanda 3-0 (25-16, 25-19, 25-20)

    Bravissime ragazze! Mi avete emozionato in una maniera incredibile! Ed ora cerchiamo di fare bene ai mondiali in vista delle Olimpiadi!
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    In finale gli azzurri (Baldini, Barrera, Cassarà, Vanni) battono 45-41 la Germania e regalano all'Italia il secondo oro dei Mondiali in corso ad Antalya. Solo quinte le sciabolatrici

    ANTALYA (Turchia), 6 ottobre 2009 - L’Italia del fioretto maschile (Andrea Baldini, Andrea Cassarà, Simone Vanni, Stefano Barrera) è d'oro dopo la vittoria in finale contro la Germania del tre volte campione del mondo Joppich e del campione olimpico in carica Benjamin Kleibrink. A trascinare gli azzurri alla sesta medaglia di questi Europei sono stati Baldini e Cassarà. Saliti 9-2 nel secondo match tra Baldini e Bachmann, gli azzurri si sono fatti riprendere e superare da Joppich (25-23). Nel giro finale Cassarà ha portato l'Italia sul 39-38, gli ultimi ad andare in pedana sono stati Joppich e Baldini, che ha chiuso ancora una volta i conti: 45-41. E' la ventisettesima per il fioretto a squadre maschile azzurro che l'anno scorso ai Mondiali di Pechino (la prova a squadre dell'arma era assente dal programma olimpico) fu d'oro.

    cammino — La semifinale con la Cina è stata tiratissima ed è stata decisa proprio da Baldini. Gli azzurri si sono ritrovati in vantaggio 15-8 sulla Cina dopo il primo giro, ma sono stati poi rimontati dagli asiatici. Nell’ultima sfida, cominciata sul 28 pari, Andrea Baldini è prima andato in svantaggio di 3 stoccate (29-32), poi ha pareggiato (32-32). Il cinese Lei ha toccato per il 33-32, il 33 pari dell’azzurro è arrivato a 17 secondi dalla fine del tempo. Al minuto supplementare è stato ancora a piazzare la stoccata decisiva (35-34)- Andrea Baldini, Andrea Cassarà, Simone Vanni e Stefano Barrera hanno battuto agli ottavi la Sud Corea (45-23) e poi nei quarti il Giappone (45-35) in una sfida dura fino all'ultimo cambio, quando Baldini, entrato in pedana sul 32-20, ha portato gli azzurri fino al 45-35.

    SCIABOLA — Chiude con un quinto posto la sciabola a squadre. L'Italia ha perso Gioia Marzocca (distorsione a una caviglia), ha battuto l'Ungheria 45-35, ma ha poi ceduto all'Ucraina della vicecampionessa mondiale Kharlan. Nel gironcino per il quinto posto battute la Polonia (45-39) e gli Stati Uniti dell'iridata Zagunis (32-31).
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