[SCHEDA] The Rolling Stones

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    Paese: Regno Unito
    Genere. Blues, Rock, Pop Rock
    Periodo d'attività: 1962 - in attività

    Formazione:
    Mick Jagger – voce solista, chitarra acustica, armonica a bocca (aprile 1962 - presente)
    Keith Richards – chitarra, voce, cori, chitarra acustica, basso (aprile 1962 - presente)
    Charlie Watts – batteria, percussioni (gennaio 1963 - presente)
    Ronnie Wood – chitarra, cori, chitarra slide, chitarra acustica, sassofono (marzo 1975 - presente)

    Ex-componenti
    Brian Jones – chitarra, chitarra acustica, percussioni, sitar, cori, mandolino, dulcimer, sassofono (aprile 1962 - giugno 1969), deceduto
    Bill Wyman – basso, cori, organo, percussioni (dicembre 1962 - gennaio 1993)
    Ian Stewart – pianoforte, tastiere, percussioni (membro effettivo: aprile 1962 - maggio 1963; collaboratore: gennaio 1964 - dicembre 1966, novembre 1968 - agosto 1985), deceduto
    Mick Taylor – chitarra solista, cori (giugno 1969 - dicembre 1974)

    Biografia:
    I cinque ragazzi che un giorno sarebbero diventati le celebri pietre rotolanti sono molto diversi tra loro per provenienza ed estrazione sociale. Lewis Brian Hopkin Jones, nato il 28 febbraio 1942 a Cheltenham nel Gloucestershire, è di origini gallesi e figlio di due insegnanti; Michael Philip Jagger, nato il 26 luglio 1943 a Dartford nel Kent, ha un padre insegnante di educazione fisica e una madre parrucchiera; Keith Richards nato a Dartford il 18 dicembre 1943, anche lui di origini gallesi, viene da una famiglia operaia; William George Perks, nato il 24 ottobre 1936 a Londra, è figlio di un muratore e di una donna di servizio; Charles Robert Watts nato a Londra il 2 giugno 1941, è figlio di un ex aviatore della RAF, assunto successivamente come macchinista presso la British Railways. Questo è considerato il nucleo storico del gruppo, cui si deve aggiungere Ian Stewart, nato il 18 luglio 1938 a Sutton.
    Nell'immediato dopoguerra tutti sono sui banchi di scuola e, tranne Brian Jones, vivono a Londra o zone limitrofe. Mick Jagger e Keith Richards, a quattro o cinque anni, sono vicini di casa e compagni di giochi finché in seguito non andranno in scuole diverse e Keith non cambierà casa. La musica diventa sempre più importante nelle loro vite, provano diversi strumenti e un giorno, dopo alcuni anni in cui i due si erano persi di vista, Jagger e Richards si incontrano su un treno per pendolari. Mick Jagger ha sotto braccio una pila di dischi di importazione della Chess Records e, parlandone, i due scoprono di essere innamorati della stessa musica rhythm and blues e iniziano a cullare l'idea di formare un gruppo. Bill Wyman e Ian Stewart, i più grandi del gruppo, vengono richiamati nell'esercito attorno alla metà degli anni cinquanta, mentre gli altri sono ancora immersi negli studi. Ian resterà sotto le armi solo per pochi giorni, venendo successivamente congedato.
    Nel 1956 Mick fa amicizia con un ragazzo che frequenta la sua stessa scuola, Dick Taylor, e con altri due compagni iniziano a suonare insieme senza mai però esibirsi in pubblico. Nell'estate del 1960 Jagger suona con gli amici nel salone parrocchiale della chiesa di Dartford e canta una canzone di Buddy Holly.
    Nel 1957 Brian Jones ascolta per la prima volta un brano di Charlie Parker e ne rimane così entusiasta che obbliga i suoi genitori a comprargli un sassofono che rimane la sua ossessione finché non gli regalano una chitarra acustica. Nel 1959 nasce il suo primo figlio illegittimo, da Valeria, una ragazzina quattordicenne di Cheltenham e nello stesso periodo abbandona gli studi. Nel 1958 Bill Wyman è congedato dall'Airforce e trova lavoro come magazziniere e impiegato in un'officina a Londra.
    L'Inghilterra degli anni cinquanta non è solo rock'n'roll in quanto si sta affermando lo skiffle, un tipo di jazz suonato con chitarre e strumenti a percussione improvvisati, impregnato di blues che influenzerà anche i futuri Stones. Quando a Bill arriva la cartolina militare, nel 1955, è in classifica Bill Haley con Rock Around the Clock e Finger of Suspicion di Dickie Valentine è al numero uno. Questo è anche il periodo dell'inizio della favola di Elvis Presley, dei successi di Chuck Berry e di Little Richard. Nel 1960 Charlie Watts lascia la scuola, diventa grafico pubblicitario e scrive un libro su Charlie Parker che verrà poi pubblicato nel 1965. Nel 1962 inizia a suonare con il trio del pianista e attore Dudley Moore, mentre Mick Jagger un giorno, con sottobraccio molti dischi di rock&blues, si imbatte nell'amico Keith Richards che non vede da circa sei anni. I due prendono il treno insieme e, parlando di musica, scoprono di avere un amico in comune: Dick Taylor. Prima di salutarsi decidono di rivedersi per suonare insieme.
    I tre, con altri amici, decidono di chiamarsi "The Little Blue Boy And The Blue Boys" e nel loro repertorio c'è solamente Chuck Berry. Il 25 maggio 1995 un nastro dei Blue Boys è stato messo all'asta da Christie's e venduto per 52.250 sterline.
    Nel marzo del 1962 Brian Jones (che ora ha tre figli illegittimi) va all'Ealing Club ad ascoltare i Blues Incorporated del suo amico Alexis Korner, gruppo in cui suona Charlie Watts. La settimana successiva entra nella band, facendosi chiamare Elmo Lewis, e per la prima volta Charlie e Brian si parlano. Ad ascoltarli una sera c'erano anche Keith e Mick che, terminato lo spettacolo parlano per la prima volta a Brian dicendo che vogliono formare un gruppo. Brian è favorevole all'idea e mette un annuncio su "Jazz News": il primo a rispondere è Ian Stewart.
    Nel giugno del 1962 Mick Jagger con Keith Richards e Dick Taylor iniziano a provare con Brian Jones e Ian Stewart. Intanto al Marquee di Londra suona Alexis Korner con il suo gruppo e il 12 luglio, dovendo partecipare ad una registrazione televisiva alla BBC, chiede a Brian e al suo gruppo di sostituirlo. Il giorno prima del concerto Brian decide di suonare con il nome di "Rollin' Stones"(nome che si ispirava alla canzone Catfish Blues di Muddy Waters) e la formazione è composta da: Mick Jagger (voce), Keith Richards ed Elmo Lewis (Brian) (chitarre), Dick Taylor (basso), Ian Stewart (piano) e Mick Avory (batteria).
    L'esordio ufficiale avviene in uno dei templi del rock, il Marquee di Londra, il 12 luglio 1962. Fin dall'inizio costituiscono l'alternativa "sporca e cattiva" ai Beatles con una musica che attinge alle radici del rock'n'roll e del blues.
    Il successo fin dalle prime canzoni è grandissimo. Nel gennaio del 1963 Charlie Watts entra ufficialmente nel gruppo sostituendo il batterista Tony Chapman, che a sua volta era subentrato al posto di Mick Avory. Nei primi anni di attività i Rolling Stones si cimentano solo in rivisitazioni di brani del repertorio americano di rock & roll, blues e rhythm'n'blues come nei casi di Buddy Holly (Not Fade Away), Chuck Berry (Carol) ma anche di Lennon/McCartney (I Wanna Be Your Man) canzone che il duo di Liverpool scrisse apposta per loro. In seguito all'uscita dei primi due singoli e dell'Ep su cui sono presenti Bye Bye Johnny, Money, Poison Ivy e You Better Move On, gli Stones ottengono il privilegio di registrare nelle sale della Chess. Da qui, tra il 1964 ed il 1965 Jagger e Richards, cominciano a incidere canzoni loro e a riprodurre quel sound sconosciuto alle sale d'incisione inglesi. Dopo il primo Lp il secondo, il terzo, e una gran quantità di singoli fino ad arrivare al '65, l'anno della svolta: esce prima The Last Time (riutilizzata più di 30 anni dopo dai The Verve per la loro Bitter Sweet Symphony), seguita da (I Can't Get No) Satisfaction. Ed è proprio con Satisfaction (1965) che i Rolling Stones si impongono definitivamente.
    Nel 1966 arriva il primo disco composto solamente da canzoni loro: Aftermath, che segna la svolta decisiva verso una produzione discografica compatta e il deciso affinarsi dei gusti musicali dei cinque.

    Brian Jones si rivela, oltre che un gran chitarrista di scuola blues, un vero e proprio strumentista poliedrico: suona di tutto, anche dulcimer e sitar. Le canzoni presenti non sono tutte di matrice propriamente blues: ci sono la medievaleggiante Lady Jane, la psichedelica Mother's Little Helper, Under My Thumb (divenuta poi un classico del r'n'b). Dopo Aftermath segue un biennio di noie giudiziarie e mezzi passi falsi. Between the Buttons e, soprattutto, Their Satanic Majesties Request (entrambi del 1967) vorrebbero essere repliche alla dilagante moda psichedelica e a Sgt. Pepper's. Le pietre miliari sono comunque presenti: Ruby Tuesday, Let's Spend the Night Together (da Between the Buttons) She's a Rainbow (da Their Satanic...): ma il flower power non è nelle corde degli Stones.
    E così, il 24 maggio 1968 esce un singolo che rimette le cose al loro posto: Jumping Jack Flash / Child of the Moon, nuovamente un r'n'b sulfureo dominato da un celebre riff la cui paternità è come al solito di Keith Richards. Segue poi una serie di dischi che assicurano a Jagger e compagni il titolo di Greatest rock'n'roll band in the world.
    Beggars Banquet (con la celebre canzone Sympathy for the Devil), Let It Bleed, Get Yer Ya-Ya's Out!, Sticky Fingers e Exile on Main St.: ciascuno di questi viene citato in qualsiasi classifica di migliori dischi rock di sempre. Ma la fama ed il successo mondiale esigono un loro prezzo. Ed è pesantissimo.
    Nel 1969 Brian Jones venne estromesso per divergenze con il gruppo e pochi mesi dopo, il 3 luglio 1969 morì annegato nella sua piscina durante un party, in circostanze mai del tutto chiarite.
    Appena due giorni dopo la morte di Jones, i Rolling Stones tennero un concerto gratuito, già programmato, al Hyde Park di Londra di fronte a un pubblico stimato in circa 250.000 persone. Il concerto, che doveva servire come presentazione per il nuovo chitarrista, Mick Taylor, fu un evento senza precedenti e risentì inevitabilmente del clima creatosi dopo la morte di Jones. Molte critiche furono rivolte agli Stones, accusati di insensibilità nei confronti del loro vecchio compagno. In risposta, il concerto fu dedicato a Jones e Mick Jagger iniziò l'esibizione leggendo una poesia di Percy Shelley alla sua memoria.
    Mick Taylor entra ufficialmente a far parte dei Rolling Stones il 13 giugno 1969 in "momentanea" sostituzione di Brian Jones, debilitato da alcol, droghe e psicofarmaci. In realtà il posto che era stato di Brian Jones non diventò mai di Taylor, come non lo diventò per Ron Wood; il ruolo svolto da anni da Brian all'interno del gruppo, riguardava più l'immagine che la musica, per quanto fosse un eccellente polistrumentista e un raffinato arrangiatore. Sua è l'influenza Blues nel gruppo. L'ingresso di Taylor porta nel gruppo un'ondata di freschezza e contribuisce notevolmente a quello che, a detta di molti, è la formazione migliore dei Rolling Stones. Con il suo arrivo il gruppo perde però quella componente sperimentale tipica di Brian, ma il talento innato di Taylor col suo strumento e la sua finezza di tocco, regalano al gruppo assoli ormai storici. La sua grande timidezza tuttavia non gli permette di entrare mai in sintonia completa col gruppo al punto da proporre a Bill di abbandonare i Glimmer Twins e di mettersi in proprio assieme a Charlie. Il netto rifiuto del bassista lo fa sprofondare in una pesante depressione che gli farà sempre più pesare i ritmi alienanti delle tournée e la vita sregolata del gruppo. Nel 1974 prende la fatidica decisione di abbandonare i Rolling Stones, provocando notevoli difficoltà al gruppo nuovamente orfano di un secondo chitarrista e costringendo i compagni a ritardare il tour americano. Per la sua sostituzione fu chiamato l'eccellente chitarrista Ry Cooder che li accompagnò nella turneè di quell'anno, ma anche a lui la convinvenza con la sregolata formazione inglese non piacque e come il suo predecessore Taylor, decise di abbandonare la band a turneè terminata, per tornare alla sua sperimentazione e alle sue sonorità sofisticate.
    A sostituire Mick Taylor e Ry Cooder accorre nel 1975 Ron Wood, già al fianco di Rod Stewart nel Jeff Beck Group e nei Faces. Meno talentuoso dei suoi predecessori, Ronnie è però già un amico di vecchia data e più in linea con l'immagine del gruppo. Oltretutto è in grado di sostituire Keith nei suoi riff potendo ricreare assieme a lui "l'antica forma d'intreccio" che solo con Brian era riuscita.
    Il resto degli anni settanta scorre tra concerti, album (Black And Blue, Love You Live e Some Girls) e i soliti eccessi. Fra questi, solo Some Girls giunge in vetta alle classifiche mondiali, essendo apprezzato anche dalla critica che parla di 'resurrezione' del gruppo.
    Gli anni ottanta si aprono con Emotional Rescue, un disco che non riesce a bissare il successo del precedente. L'anno seguente esce Tattoo You con la celebre Start Me Up. Un nuovo tour viene annunciato, da cui esce nel 1982 Still Life (American Concert 1981). L'anno successivo viene pubblicato Undercover, album sperimentale che mira però troppo a scalare le classifiche e cede alle lusinghe delle nuove sonorità degli anni ottanta. Il rapporto tra Keith e Mick si sgretola ogni giorno di più, col primo che vuole tornare al buon vecchio rock 'n' roll e il secondo darsi al pop. Il gruppo attraversa così il periodo di crisi più profonda, e nel 1986 esce Dirty Work, "Lavoro Sporco" appunto, che sottolinea la distanza tra i Glimmer Twins. Anche in questo caso l'album non viene supportato da alcun tour e ciò fa già parlare di un prossimo scioglimento. Sono ormai un paio d'anni che Mick si dedica a progetti individuali: She's the Boss nel 1985 e Primitive Cool nel 1987. Preoccupante la risposta di Keith Richards che nello stesso 1987 si impegna anima e corpo a fare Hail Hail Rock 'n' Roll!, film-documentario sul suo idolo Chuck Berry. Come se non fosse abbastanza l'anno successivo pubblica il suo primo album solista Talk Is Cheap e i timori che sia giunta la fine dei Rolling Stones sembrano ormai più che fondati, visto che Keith intraprende un tour coi suoi Expensive Winos.

    Nel 1989, forse anche a causa dello scarso successo riscosso dai progetti solisti dei Glimmer Twins, i Rolling Stones tornano all'opera con l'album Steel Wheels. Segue immancabile tournée mondiale e album live. Fino al 1997 la band pubblica un album circa ogni tre anni, continuando ad esibirsi live registrando anche dischi dal vivo. Nel 1997 arriva Bridges to Babylon, album di pezzi inediti, a cui segue nel 2002 l'antologia Forty Licks, che celebra il quarantennale della band.
    Per strada si è perso Bill Wyman che, dal 1993, annoiato dalla pantomima, si è ritirato dal gruppo per dedicarsi a una nuova band, i The Rhythm Kings, che sforna un tipo di musica briosa che punta sul puro divertissement; il bassista viene sostituito da Darryl Jones, messo però sotto contratto come semplice collaboratore e non come membro ufficiale della band.
    Nell'agosto del 2005 ripartono per una nuova tournée mondiale e il 2 settembre 2005 vede la luce A Bigger Bang, un disco di canzoni inedite che dopo circa otto anni dà un seguito a Bridges to Babylon. L'album è un ritorno alle origini, ricco di energia e senza fronzoli come nel precedente. Nella scaletta è presente anche una canzone dedicata a George W. Bush (Sweet Neocon). Al loro concerto a Rio de Janeiro partecipano oltre due milioni di persone.
    Il 23 marzo 2007 lo stesso Mick Jagger annuncia al mondo via web il prosieguo del A Bigger Bang Tour del 2006, che tocca le città dove sono stati annullati i concerti l'anno precedente a causa dell'incidente che ha visto Keith Richards protagonista, caduto giù da una palma durante una vacanza alle isole Figi, che gli aveva procurato una commozione cerebrale. Il tour si è aperto il 5 giugno a Werchter, vicino a Bruxelles, e si è concluso alla O2 Arena di Londra, il 26 agosto. Gli Stones si sono esibiti in due occasioni in Italia durante questo tour: presso lo Stadio San Siro di Milano l'11 luglio 2006 e presso lo Stadio Olimpico di Roma il 6 luglio 2007. Nel 2008 esce Shine a Light, film-documentario di Martin Scorsese, uno dei registi più appassionati di musica e amante della band britannica, che ripercorre la gloriosa "epopea" musicale dei Rolling Stones, evidenziandone le tappe capitali: Brown Sugar, Satisfaction, Jumpin' Jack Flash, Sympathy for the Devil, As Tears Go By e tante altre. Dopo varie voci su un loro imminente tour per il cinquantenario del primo concerto, i Rolling Stones annunciano l'uscita il 12 novembre 2012 di una nuova raccolta antologica intitolata Grrr! con 48 brani storici e due inediti: One More Shot e Gloom And Doom registrati a Parigi durante l'estate.

    Discografia:
    Album studio
    1964 - The Rolling Stones (UK, aprile)
    1964 - England's Newest Hit Makers (US, maggio)
    1964 - 12 x 5 (US, 24 ottobre)
    1965 - The Rolling Stones No.2 (UK, 15 gennaio)
    1965 - The Rolling Stones, Now! (US, 13 febbraio)
    1965 - Out of Our Heads (UK-US)
    1965 - December's Children (And Everybody's) (US)
    1966 - Aftermath (UK-US)
    1967 - Between the Buttons (UK-US)
    1967 - Flowers (US)
    1967 - Their Satanic Majesties Request
    1968 - Beggars Banquet
    1969 - Let It Bleed
    1971 - Sticky Fingers
    1972 - Exile on Main St.
    1973 - Goats Head Soup
    1974 - It's Only Rock'n'Roll
    1976 - Black and Blue
    1978 - Some Girls
    1980 - Emotional Rescue
    1981 - Tattoo You
    1983 - Undercover
    1986 - Dirty Work
    1989 - Steel Wheels
    1994 - Voodoo Lounge
    1997 - Bridges to Babylon
    2005 - A Bigger Bang
    2012 - Grrr!
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    si vede che si facevano di roba buona
     
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    La lezione dei Rolling Stones



    Sì certo, prima tutti a criticare il costo dei biglietti (fino a 1170 euro). Poi tutti a lamentarsi che il concerto è durato troppo poco, appena due ore e mezza. Il rock, in fondo, è musica di protesta. Dunque: Rolling Stones, cinquant’anni e farli sentire a volume spropositato. Li hanno festeggiati il 25 novembre alla O2 Arena di Londra gioiosamente tutta esaurita perché chi se lo perde l’evento musicale del 2012 per gli ultraquarantenni (avvistati in tribuna nonno con due nipoti: tutti e tre in stato di estasi adolescenziale). Code disciplinate all’ingresso, please. E poi applausi ma non troppo perché le «Their satanic majesties» (le loro maestà sataniche, come titolava un loro disco del 1967) erano concentrate nello show che non si sarebbero mai aspettate: quello per celebrare mezzo secolo di carriera. Proprio loro. Il simbolo della perdizione. Tossici. Pregiudicati. Esagerati. Con un suono che già alla prima canzone di ieri (I wanna be your man, scritta per loro nel ’63 da Lennon McCartney) si riconosce appena attacca la chitarra: secco, sporco, verniciato di glamour da un uomo piccolino e spesso mal vestito come Mick Jagger che, come sempre, è entrato in scena correndo e saltellando sotto un cappellaccio argenteo che subito ha buttato via. Attenzione: mezzo secolo (e rotti) dopo il primo concerto al Marque Club di Wardour Street a Londra. Ora il Marquee non c’è più. I Rolling Stones sì.
    «Non abbiamo fatto il Giubileo per la Regina e neppure le Olimpiadi o una canzone per 007: però siamo qui», ha detto subito Mick Jagger. Non ci avrebbe mai creduto Keith Richards, chitarrista primitivo e geniale anche quando diceva: «Problemi con la droga io? No, ho problemi con la polizia». Né Ry Cooder, talentuoso e ribelle, che entrò negli Stones per il tour del ’74 ma poi scappò a gambe levate subito dopo perché loro erano troppo. Troppo sregolati. E perciò unici: ormai oltre duecento milioni di dischi venduti, pezzi capolavoro come Satisfaction, Brown sugar, Jumpin’ jack flash, Paint itblack, Under my thumb, Angie e qualche altra decina, impatto decisivo sul costume del Novecento e anche sul PIL della musica globale visto che il loro tour del 2005 è stato il più ricco di sempre: si parla di 560 milioni di sterline di incasso, capirai. Perciò per fare questo concerto di compleanno (che si replicherà sempre a Londra il 29 e poi negli States a dicembre) loro si sono concentrati, hanno provato brani vecchissimi come Not fade away o addirittura il dimenticato Bye Bye Johnny. Hanno invitato i loro ex compagni di viaggio come Mick Taylor (che voleva suonare Sway o Ventilator blues registrati negli anni ’70 con loro) o l’ormai 76enne bassista Bill Wyman che se ne andò nel 1993 dicendo serafico: «Mi sono stancato di trascorrere ore nelle sale d’attesa degli aeroporti».
    Comunque, in una O2 Arena inglesemente caldissima, c’erano anche loro due, un po’ impacciati perché da decenni non si trovavano di fronte tanta gente e comunque ancora (troppo) legati a un suono ormai superato. Anche Jeff Beck, mostruoso chitarrista inventore di un rock potente e virtuoso negli anni ’70, è arrivato come ospite non dei suoi amici Rolling Stones ma proprio di un’altra epoca ormai impietosamente sorpassata. Ha suonato I’m going down, si è divertito, ha divertito ma poi basta. Molto più sensazionale la Gimem shelter con Mary J Blige, che è giovane ma anche lei svezzata dai suoni rhythm’n'blues che cinquant’anni fa fecero incontrare gli unici due simboli musicali capaci di convivere per mezzo secolo: Mick Jagger, il glamour pop, e Keith Richards, il blues ormai vintage. Dal loro contrasto sono nati i brani che li hanno portati fin qui alla O2 Arena entusiasta. Charlie Watts, austero e silenzioso, li ha scanditi con la sua batteria. Ron Wood li ha ricamati con una chitarra ritmica che non è granché ma serve da collante preciso perché la differenza, lo sappiamo, la fanno quei due: Mick figlio di un professore di ginnastica e clamorosamente in forma, e Keith sempre più minato dall’artrosi reumatoide alle dita ma sempre più calato nella propria parte. Lui è rock non appena il plettro scivola sulle corde della chitarra. Boom. Stilisticamente non è granché: ma il problema è che questo suono l’ha inventato lui e (quasi) tutti gli altri sono venuti dopo. Ecco perché chi si lamentava all’ingresso della O2 Arena, ha cambiato idea appena si sono accese le luci e gli amplificatori si sono dilatati: questa roba qui non la sa creare nessun altro. Un’alchimia magica. O magari solo fortunata. Però, nonostante gli inevitabili cali di voce di Mick Jagger e i soliti rallentamenti di Charlie Watts, i Rolling Stones ieri sera hanno dimostrato che rock si nasce. E che non contano i virtuosismi strumentali o i voli pindarici nei testi. Non conta neppure che in scaletta non sia finito il loro brano più famoso, Satisfaction. Conta che, dopo mezzo secolo, il rito rock che hanno inventato sia ancora attuale. Come è stato alla O2 Arena di Londra. E vediamo chi dice di no.

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    Mitici...due ore e mezza di concerto quando certi gruppi di mezzeseghe arrivano appena all'ora e venti
     
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    Poi tutti a lamentarsi che il concerto è durato troppo poco, appena due ore e mezza.

    e sì, proprio breve!
     
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    Dio non ha mai ordinato a nessuno di essere stupido

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    Keith Richards si è reso protagonista di alcune perle straordinarie:

    Ci sone persone che suonano in un gruppo, e altri invece no. Se c'e qualcuno più pigro di me, quello è Eric. (da BBC News)

    Sono stato per 10 anni al numero uno della "Lista delle persone prossime a morire". Insomma, ero molto dispiaciuto quando ne sono uscito. (da BBC News)

    Non invito nessuno a fare quel che faccio io, sai? E perché dovrei? Ne resta di più per me! [A proposito della sua dipendenza dalle droghe] (da un'intervista a ZDF)

    La cosa più strana che mi è capitato di sniffare? Mio padre. Fu cremato, e non resistetti all'idea di polverizzarlo insieme a un po' di cocaina. A mio padre non sarebbe importato granché, a lui non fregava mai un cazzo. Andò giù piuttosto bene, e sono ancora vivo. (da un'intervista a NME)

    Io non ho un problema di droga. Ho un problema di polizia.

    Prima di Elvis il mondo era in bianco e nero. Poi è arrivato... ed ecco un grandioso technicolor.
     
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