[SCHEDA] Antonin Dvorak

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    Dio non ha mai ordinato a nessuno di essere stupido

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    Paese: 20px-Flag_of_the_Czech_Republic.svg Repubblica Ceca (Impero Austro-Ungarico)
    Genere: Compositore Romantico

    Biografia
    Antonín Dvořák nacque nel 1841 a Nelahozeves vicino a Praga (allora nell'Impero Austriaco, ora Repubblica Ceca), la città dove trascorse la maggior parte della sua vita. Fu battezzato con Rito cattolico nella chiesa di S. Andrea. Gli anni trascorsi a Nelahozeves alimentarono la sua fede cristiana e il suo amore per l'eredità boema, caratteristiche che hanno fortemente influenzato la sua musica.
    Il padre gestiva una macelleria ed una locanda ed era anche un suonatore di zither, uno strumento a corda molto diffuso nelle regioni dell'impero d'Austria. Il padre desiderava che il giovane Antonín seguisse l'attività di famiglia, invece il precoce talento mostrato dal figlio al violino fece sì che questi seguisse prima un corso di studi formali nella piccola località Zlonice e poi - dal 1857 - altri studi di carattere prevalentemente musicale alla Scuola per Organo di Praga. Dopo essersi diplomato Dvořák cominciò a guadagnarsi da vivere lavorando come esecutore (al violino ed alla viola) ed impartendo lezioni di musica. Durante gli anni sessanta ricoprì il ruolo di viola principale nell'Orchestra del Teatro Provvisorio Boemo, che a partire dal 1866 fu spesso sotto la direzione del compositore ceco Bedřich Smetana. Dvořák compose in questo periodo (1865) due delle sue prime composizioni di rilievo, la Prima Sinfonia in Do minore B9 e Cipressi, un ciclo di canzoni per voce e pianoforte, probabilmente ispirato dall'angoscia per l'amore non corrisposto nei confronti di una giovane allieva, l'attrice Josefina Cermakova; tuttavia qualche anno più tardi (1873), il musicista sposò Anna Cermakova, sorella minore di Josefina.
    Altre composizioni di questi anni sono il quartetto n. 4 in mi minore B19 (1869-70), l'opera Alfred (1870), la cantata Hymnus (1873) e la Terza Sinfonia in mi bemolle maggiore op.10 B34 (1873), opere ancora sotto l'influenza della musica di Richard Wagner. Grazie alla Terza Sinfonia, anche per l'interessamento di Johannes Brahms e del famoso critico musicale Eduard Hanslick, entrambi allora residenti a Vienna, Dvořák ottenne nel 1875 una borsa di studio statale. Lo stipendio annuale permise al musicista ceco di abbandonare i ranghi dell'orchestra e di avere più tempo da dedicare alla composizione.
    Negli anni della maturità il linguaggio musicale di Dvořák inizia a risentire dell'influenza del Classicismo di Brahms - ritenuto all'epoca il campione dello schieramento "conservatore" contrapposto a Wagner il "progressista" - e ad assumere come segno distintivo la presenza di ritmi e melodie desunti dalla musica popolare ceca. Fra Brahms e Dvořák si stabilì un rapporto di stima reciproca ed amicizia ed il compositore tedesco segnalò la musica dell'amico all'editore musicale di Bonn Fritz Simrock, per il quale Dvořák compose la prima delle due serie di Danze Slave (1878), entrambe modellate sulle Danze Ungheresi di Brahms. In questo modo la musica di Dvořák cominciò a divenire popolare, circolando con maggiore facilità in Europa.
    Nel 1884 Dvořák si recò per la prima volta in Inghilterra, dove diresse con grande successo il suo Stabat Mater op. 58, inoltre compose numerosi lavori per le società corali di Birmingham e Leeds, fra cui la cantata The Spectre's Bride (La Moglie dello Spettro) op. 69 B135 (1885), l'oratorio Santa Ludmilla op.71 (1886) ed il Requiem op. 89 (1891). Fra gli altri lavori destinati al pubblico britannico ci sono anche la Settima Sinfonia in Re minore Op. 70 B141 (1885) e l'Ottava Sinfonia in Sol maggiore op. 88 B163 (1888), commissionate dalla Royal Philharmonic Society.
    Su invito di Jeannette Thurber, una ricca esponente dell'alta società, Dvořák si trasferì a New York, dove dal 1892 al 1895 assunse la direzione del Conservatorio Nazionale. La signora Thurber, che era stata fra i fondatori dell'istituto musicale, desiderava fortemente che il Conservatorio fosse diretto da una personalità di primo piano che fosse in grado di plasmare e dare impulso ad una scuola di composizione "nazionale", una scuola per una musica nuova ed autenticamente americana. Per accettare l'incarico Dvořák pose la condizione che gli studenti nativi americani e afro-americani, dotati di talento ma privi dei mezzi economici, sarebbero stati ammessi gratis alla scuola; questo fu un primo esempio di aiuto finanziario in base al bisogno, chiamato negli Stati Uniti "need-based financial aid".
    Fu nel periodo in cui ricoprì la carica di direttore del Conservatorio che Dvořák divenne amico di Harry Burleigh, che successivamente diventò un importante compositore afro-americano. Dvořák insegnò a Burleigh composizione, e, in cambio, Burleigh trascorse ore a cantare tradizionali spiritual americani per Dvořák. Burleigh continuò a creare messe in scena di questi spiritual che reggono bene il confronto con composizioni classiche europee.
    Durante l'inverno e la primavera del 1893, mentre era a New York, Dvořák scrisse la sua opera più celebre, la Sinfonia n. 9 detta Dal nuovo mondo. A seguito di un invito della sua famiglia, trascorse l'estate del 1893 nella comunità di lingua ceca a Spillville, Iowa. Lì compose due delle opere da camera più famose, il quartetto per archi in fa maggiore op. 96 (detto Americano) ed il quintetto d'archi in mi bemolle maggiore op. 97.
    Negli Stati Uniti assistette anche all'esecuzione di un concerto per violoncello del compositore Victor Herbert. Dvořák fu così entusiasmato dalle possibilità che la combinazione di violoncello e orchestra offriva, da scrivere anch'egli un concerto per violoncello, il Concerto per violoncello in Si minore (1895). Da allora il concerto, considerato uno dei migliori del suo genere, è cresciuto in popolarità e oggi è frequentemente eseguito. Dvořák aveva lasciato incompiuta un'analoga composizione, il concerto per violoncello e orchestra in la maggiore (1865), che fu completata ed orchestrata dal compositore tedesco Günter Raphael tra il 1925 ed il 1929 e da Jarmil Burghauser nel 1952.
    Altro luogo importante per il percorso artistico del compositore fu Lužany. L'architetto e mecenate Josef Hlavka (1831–1908) risiedeva nel castello, che aveva ricostruito insieme al parco nel 1886-1887. La seconda moglie di Hlavka, Zdenka Hlavková (1843–1902) era pianista e cantante e portò a Lužany un grande numero di artisti, pittori, scultori, scrittori e musicisti, tra i quali Dvořák, che compose qui l'opera The Devil and Kate (1898-1899). Per la consacrazione della nuova cappella del castello, Dvořák compose su commissione di Hlavka la Messa in re maggiore per soli, coro e orchestra op. 86, che fu eseguita l'11 settembre 1887 con la direzione del compositore stesso e la Hlavková tra i solisti [1]. A Lužany venne data in forma privata la prima esecuzione del Concerto per violoncello n. 2 nell'agosto 1895.
    Tornò, infine, a Praga dove fu direttore del Conservatorio dal 1901 fino all'anno della sua morte, il 1904.
    Dvořák aveva una personalità eclettica. Oltre alla musica, c'erano due particolari passioni nella sua vita: le locomotive, e l'allevamento di piccioni. Negli ultimi anni si ritrovò in difficoltà finanziarie: aveva venduto molte delle sue bellissime composizioni per così poco che a stento aveva di che vivere.
    È sepolto nel cimitero di Vyšehrad a Praga.


    Stile ed influenze musicali

    Le opere di Dvořák sono organizzate in diversissime forme: le sue nove sinfonie si rifanno a modelli classici che Ludwig van Beethoven avrebbe approvato e sono comparabili a quelle di Johannes Brahms, ma egli lavorò anche nel campo del poema sinfonico e l'influenza di Richard Wagner è evidente in alcune composizioni. Molte delle sue opere mostrano anche l'influenza della musica folkloristica ceca, sia per i ritmi, sia per le forme melodiche; forse gli esempi più noti sono le due raccolte di Danze slave (Danze slave per pianoforte a 4 mani, op. 46 e 72, scritte nel 1878).
    Oltre alle composizioni già menzionate, Dvořák scrisse opere (la più celebre delle quali è Rusalka), musica da camera (compreso un discreto numero di quartetti d'archi, fra cui L'Americano) e musica per pianoforte.
    Le opere di Dvořák furono catalogate da Jarmil Burghauser in Antonín Dvořák. Thematic Catalogue. Bibliography. Survey of Life and Work (Export Artia Prague, Cecoslovacchia, 1960). In questa catalogazione, ad esempio, la Sinfonia Dal nuovo mondo (Op. 95) è B178.
    Durante la vita di Dvořák solo cinque sinfonie furono largamente conosciute. Il suo editore, Simrock, non ambiva a pubblicare grandi opere sinfoniche, dato che queste erano difficili da vendere. La prima ad essere pubblicata fu la n. 6, poiché la sua stella internazionale si stava levando e famosi direttori come Hans Richter, cui era dedicata, desideravano nuove opere sinfoniche ed il loro patrocinio. Dopo la morte di Dvořák, la ricerca condusse ad altre quattro sinfonie, delle quali la prima era andata persa dal compositore stesso. Tutto ciò portò ad una confusa situazione in cui la Sinfonia n. 9 Dal nuovo mondo è stata alternativamente chiamata n. 5, n. 8 e n. 9. In questa voce esse sono numerate secondo l'ordine in cui furono scritte, che è il normale sistema di numerazione usato attualmente.
    Al contrario di molti altri compositori che non scrissero opere sinfoniche impegnative fino ad un'età avanzata (ad esempio il suo mentore, Johannes Brahms), Dvořák scrisse la sua Sinfonia n. 1 in Do minore quando aveva appena ventiquattro anni. Sottotitolata Le Campane di Zlonice (nome di un paesino nella Boemia nativa di Dvořák), è chiaramente l'opera di un compositore ancora inesperto, sebbene sia una buona promessa. Lo Scherzo è considerato essere il movimento più forte. Possiede molte somiglianze formali con la Sinfonia n. 5 di Ludwig van Beethoven, seppure in armonia e strumentazione la n. 1 di Dvořák è un'opera più romantica, che segue lo stile di Franz Schubert.
    La Sinfonia n. 2 in Si bemolle maggiore segue ancora Beethoven come modello; ma la Sinfonia n. 3 in Mi bemolle maggiore mostra chiaramente l'improvviso e profondo impatto di Dvořák con la musica di Richard Wagner e Franz Liszt.
    L'influenza di Wagner, tuttavia, non durò molto; non si può quasi più percepire nella Sinfonia n. 4 in Re minore. Quest'ultima fra le sinfonie del Dvořák più giovane è anche considerata la migliore. Ancora lo Scherzo è la parte che rifulge di più, ma già si nota la padronanza di Dvořák in tutti gli aspetti formali.
    Le sinfonie intermedie di Dvořák, la Sinfonia n. 5 in Fa maggiore (pubblicata come n. 3) e la Sinfonia n. 6 in Re maggiore (pubblicata come n. 1), sono felici opere bucoliche. Non sono famose come le loro cugine più tarde, sebbene molti le considerino tanto apprezzabili quanto quelle. La n. 5 è l'opera più pastorale, anche se c'è un buio e lento movimento il cui tema principale richiama quello dell'introduzione del Concerto per pianoforte n. 1 di Pëtr Il'ič Čajkovskij. La n. 6 possiede una grande somiglianza con la Sinfonia n. 2 di Brahms, in particolare nel primo e ultimo movimento.
    La Sinfonia n. 7 in Re minore del 1885 è la sinfonia più romantica del compositore, e spesso quella stimata più bella, dando prova di più tensione formale e molto più grande intensità della sua cugina più celebre, la n. 9. La n. 7 potrebbe a malapena essere in contrasto più puro con la Sinfonia n. 8 in Sol maggiore (pubblicata come n. 4), un'opera che Karl Schumann (in appunti su un librettino della registrazione di tutte le sinfonie scritta da Rafael Kubelik) paragona a quelle di Gustav Mahler. Insieme all'ultima sinfonia, queste due sono considerate il picco degli scritti sinfonici di Dvořák e tra le sinfonie meglio riuscite del XIX secolo.
    Di gran lunga la più celebre, comunque, è la Sinfonia n. 9 in Mi minore (pubblicata come n. 5), meglio nota sotto il suo sottotitolo, Dal Nuovo Mondo. Essa fu scritta tra gennaio e maggio del 1893, mentre Dvořák era a New York. Al tempo della sua composizione, Dvořák affermò di aver usato elementi dalla musica americana come spiritual e musica nativa americana in quest'opera, ma in seguito lo negò. Nel primo movimento c'è un assolo di flauto che ricorda molto Swing Low, Sweet Chariot, e uno dei suoi studenti raccontò che il secondo dipingeva, in modo programmatico, i lamenti di Hiawatha. Il secondo movimento ricordava così tanto uno spiritual nero che furono scritti dei testi per esso e diventò Goin' Home. Dvořák era interessato alla musica indigena americana, ma, in un articolo pubblicato sul New York Herald il 15 dicembre 1893, scrisse "Nella Sinfonia n. 9 ho semplicemente scritto temi originali che racchiudono le peculiarità della musica indiana". È generalmente riconosciuto che l'opera ha più in comune con la musica popolare della Boemia nativa di Dvořák che con la musica americana.
    Tre delle registrazioni più apprezzate di queste sinfonie sono i cicli di Rafael Kubelik con i Berliner Philharmoniker e la Symphonie-Orchester des Bayerischen Rundfunks per la Deutsche Grammophon, Libor Pešek e Istvan Kertész con la London Symphony Orchestra per la Decca Records.

    Poemi Sinfonici

    I Poemi Sinfonici di Dvořák sono considerati alcuni dei suoi lavori più originali. Ne scrisse cinque, tutti tra il 1896 e il 1897, e presentano una numerazione Opus sequenziale: Il folletto delle acque, Op. 107; La strega di mezzodì, Op. 108; L'Arcolaio d'oro, Op. 109; La colomba selvatica, Op. 110; Canto d'eroe, Op. 111. I primi quattro poemi sono basati sulle ballate del folklorista Ceco Karel Erben. Canto d'eroe nasce da un'ideazione di Dvořák, e pare sia un lavoro autobiografico.

    Composizioni

    Sinfonie
    Sinfonia n. 1 in do minore Le Campane di Zlonice B. 9 (1865)
    Sinfonia n. 2 in si bem. maggiore (1865)
    Sinfonia n. 3 in mi bem. maggiore op. 10 (1873)
    Sinfonia n. 4 in re minore op. 13 (1874)
    Sinfonia n. 5 in fa maggiore op. 76 (1875) - (n. 3)
    Sinfonia n. 6 in re maggiore op. 60 (1880) - (n. 1)
    Sinfonia n. 7 in re minore op. 70 (1885) - (n. 2)
    Sinfonia n. 8 in sol maggiore op. 88 (1889) - (n. 4)
    Sinfonia n. 9 in mi minore op. 95 Dal nuovo mondo (1893) - (n. 5)

    Nota: Tra parentesi è riportata la vecchia numerazione
    Altre composizioni per orchestra
    Serenata in Mi maggiore per archi op.22 (1875)
    Suite Ceca op.39 Danza Boema (1879)
    Serenata per fiati in Re minore op.44 (1878)
    Rapsodie slave op.45 (1878)
    Danze slave op.46 (prima serie) (1878)
    Leggende Op.59 (1881)
    Scherzo capriccioso per orchestra op.66 (1883)
    Danze slave op.72 (seconda serie) (1886)
    Variazioni sinfoniche op.78 (1877)
    Ouverture "Nel Regno della Natura" op.91 (1891)
    Ouverture "Carnaval" op. 92 (1891)
    Ouverture "Otello" op.93 (1892)
    Poemi Sinfonici [modifica]
    Il folletto delle acque, Op. 107
    La strega di mezzodì, Op. 108
    L'arcolaio d'oro, Op. 109
    La colomba selvatica, Op. 110
    Canto d'eroe, Op. 111

    Concerti
    Concerto per violoncello e orchestra in La maggiore B.10 (1865)
    Concerto per pianoforte e orchestra in Sol minore op. 33 (1879)
    Concerto per violino e orchestra in La minore op. 53, (1879)
    Concerto per violoncello e orchestra in Si minore op. 104, (1895)

    Musica da camera
    Quartetto d'archi op.16
    Quartetto d'archi op.34
    Sestetto per archi op. 48, (1878)
    Quattro Pezzi Romantici per Violino e Pianoforte op.75, ([1887])
    Trio n. 4 per pianoforte e archi op. 90 "Dumky", (1891)
    Rondò per violoncello con pianoforte in Sol minore op. 94, (1891)
    Quartetto n. 12 in Fa maggiore op. 96 "Americano", (1893)
    Sonatina in Sol maggiore op. 100, (1893)

    Musica sacra
    Stabat Mater op. 58, (1876-1877)
    Santa Ludmilla oratorio op. 71, (1885-86)
    Messa in Re maggiore op. 86, (1890)
    Requiem op. 89, (1890)
    Te Deum op. 103, (1892)

    Edited by C@te - 9/7/2014, 16:43
     
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    Edited by C@te - 25/5/2014, 11:11
     
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    CITAZIONE (Shagrath82 @ 20/10/2013, 11:44) 

    :inchino: :inchino:

    Edited by C@te - 25/5/2014, 11:11
     
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    Sicuramente un grande concerto per violoncello l'Op 104.

    Per il resto non lo conosco molto.
     
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