[SCHEDA] Vladimir Horowitz

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    Paese: 20px-Flag_of_Ukraine.svg20px-Flag_of_the_United_States.svg Ucraina/ Stati Uniti

    Nacque nel 1903 a Kiev da una famiglia ebraica, anche se in molti documenti e testi è riportato l'anno 1904. Il padre falsificò infatti la sua data di nascita, affinché Vladimir non fosse chiamato al servizio militare (cosa rischiosa per le mani del pianista).

    Fin da piccolo mostrò precocissime doti musicali, imparando le prime nozioni pianistiche dalla madre Sophie, e avendo tra i suoi maestri Blumenfeld. Dopo il suo ingresso in conservatorio, suonò, all'età di 11 anni, per Alexander Scriabin (noto compositore degli inizi del novecento, forse uno dei primi insieme a Rachmaninoff a sancire il passaggio da musica romantica a musica contemporanea), e si diplomò a 16 anni suonando il terzo concerto di Sergej Rachmaninov.

    Questo fu l'inizio di una carriera eccezionale, che lo portò a suonare nelle più prestigiose sale del mondo, quali la Carnegie Hall, La Scala e il Musikverein, con i migliori direttori d'orchestra (tra cui Toscanini, Ormandy e Giulini). Nel 1928, dopo il suo debutto a New York con il primo concerto di Pëtr Il'ič Čajkovskij, Horowitz suonò insieme a Rachmaninov, restando suo intimo amico fino alla morte del compositore (1943).

    Nell'ottobre del 1932 eseguì al Carnegie Hall di New York il concerto "Imperatore" di Beethoven sotto la direzione di Toscanini. Questo evento segnò l'inizio di una stretta collaborazione tra i due musicisti. Nel 1933 Horowitz sposò la figlia di Toscanini, Wanda con rito civile.
    Non furono un problema le differenze religiose (l'uno ebreo, l'altra cattolica), in quanto nessuno dei due era osservante. Se Vladimir parlava appena l'italiano, Wanda non conosceva assolutamente il russo; sicché comunicavano tra loro in francese. Ebbero una sola figlia, Sonia Toscanini Horowitz (1934–1975), morta prematuramente per un'overdose: non è chiaro se si trattasse di un incidente o di un suicidio.

    Nonostante il matrimonio, persistenti dicerie sostenevano che fosse omosessuale. Rubinstein diceva di Horowitz: "Tutti sapevano e accettavano che lui era omosessuale...". Durante il periodo passato con Horowitz, David Dubal scrisse che l'ormai ottantenne pianista non sembrava più avere un'attività sessuale, ma "non c'era alcun dubbio che fosse fortemente attratto dal corpo maschile, e molto probabilmente questo gli provocò una frustrazione nel corso della sua vita". Dubal osservava inoltre che Horowitz esprimeva una forte sessualità istintiva proprio attraverso il pianoforte. Horowitz, che negava di essere gay, un giorno scherzò: "Ci sono tre tipi di pianisti: i pianisti ebrei, i pianisti omosessuali e i pianisti cattivi".

    Negli anni quaranta, Horowitz avrebbe cominciato a farsi visitare da uno psichiatra con il tentativo di cambiare il proprio orientamento sessuale. Negli anni sessanta e, ancora, negli anni settanta, si sottopose alla terapia elettroconvulsivante per guarire dalla depressione.

    A partire dal 1982, a Horowitz vengono prescritti antidepressivi, mentre vi sono rapporti medici che attestano l'abuso di alcol. Di conseguenza, la sua attività pianistica dimostrò da questo momento un declino molto percettibile. Le sue performance negli Stati Uniti e in Giappone nel 1983 furono segnate da lapsus e perdite del controllo fisico (un critico giapponese paragonò Horowitz a "un prezioso e antico vaso che si era rotto"). In effetti non suonò più in pubblico nei due anni successivi.

    Le sue incisioni di Chopin, Liszt, Rachmaninov, Scriabin, Prokofiev hanno fatto storia. Il suo stile e la sua tecnica pianistica rimangono qualcosa di inimitabile, in quanto frutto di un controllo assoluto, di un rapporto organico con lo strumento e soprattutto di un'inventiva che si manifestava ad ogni nuova esecuzione, spingendolo ad offrire sempre nuove interpretazioni delle pagine pianistiche favorite.

    Caratteristico del suo stile pianistico è l'uso ridottissimo del pedale di risonanza, che mette in luce le minime sfumature dinamiche, di fraseggio e di tocco. Altrettanto celebri sono i suoi rubati, calibrati in modo perfetto eppure sempre diversi, che ne fanno uno dei maggiori interpreti della musica di Chopin.

    Dal 1985, Horowitz, che poco tempo prima prendeva antidepressivi e beveva, tornò ad esibirsi in pubblico e a registrare, dimostrando di aver recuperato il proprio talento. La sua prima apparizione post-ritiro non fu sul palco, ma nel documentario Vladimir Horowitz: The Last Romantic. In molte sue performance successive, l'ottantenne pianista preferì il virtuosismo alle finezze e alle colorazioni, e fu ancora capace di memorabili imprese musicali. Molti critici, come Harold Charles Schonberg e Richard Dyer, sostennero che l'attività successiva al 1985 fosse stata la migliore dei suoi ultimi anni.

    Nel 1986 Horowitz tornò nell'Unione sovietica esibendosi a Mosca e a Leningrado. Nel nuovo clima di dialogo e distensione tra URSS e USA, questi concerti furono visti come eventi ricchi di significato politico. Dal concerto di Mosca, in onda in diretta internazionale, fu inciso un compact disc intitolato Horowitz in Moscow, che raggiunse l'apice delle classifica Billboard riservata alla musica classica per oltre un anno (fu inoltre rilasciato un VHS e, di recente, un DVD). Una polemica: molti biglietti furono riservati all'elite sovietica e solo pochi studenti di musica poterono assistere al concerto; per questo, verso la fine della seconda traccia si può distinguere il tentativo degli studenti di disturbare l'evento. Quindi si riscattò trionfalmente di fronte al pubblico giapponese con una seconda tournée in Oriente.

    Nello stesso anno ricevette la Presidential Medal of Freedom, la più alta onorificenza statunitense conferita ai civili, dal presidente Ronald Reagan. La sua ultima tournée riguardò l'Europa (primavera del 1987, da cui scaturì il filmato Horowitz in Vienna, rilasciato nel 1991). Tenne l'ultimo concerto ad Amburgo il 21 giugno 1987, ma continuò a registrare sino alla morte, avvenuta il 5 novembre 1989 per un infarto. Fu tumulato nella tomba dei Toscanini nel Cimitero Monumentale di Milano.

    CD parziale
    - Mozart, Conc. pf. n. 23/Son. pf. n. 13 - Horowitz/Giulini/La Scala, 1987 Deutsche Grammophon - Miglior interpretazione solista di musica classica con orchestra (Grammy) 1989
    - Mozart, Son. pf. n. 3, 10, 13 - Horowitz, Deutsche Grammophon
    - Mussorgsky, Quadri da un'esposizione - Horowitz, 1951 RCA Victor Red Seal - Grammy Hall of Fame Award 1999
    - Schumann, Kinderszenen/Kreisleriana - Horowitz, Deutsche Grammophon
    - Tchaikovsky, Piano Concerto No. 1 - Horowitz/NBC Symphony Orchestra/Arturo Toscanini - 1941 (live alla Carnegie Hall) Naxos Historical - Grammy Hall of Fame Award 1998
    - Horowitz, Last romantic - Busoni/Mozart/Chopin, 1985 Deutsche Grammophon
    - Horowitz, The complete recordings on DG - Registrazioni complete DG, 1985/1988 Deutsche Grammophon
    - Columbia Records Presents Vladimir Horowitz - Grammy Award for Best Instrumental Soloist Performance (without orchestra) e Grammy Award al miglior album di musica classica 1963
    - The Sound of Horowitz - Columbia - Grammy Award for Best Instrumental Soloist Performance (without orchestra) 1964
    - Beethoven/Debussy/Chopin, Vladimir Horowitz - Columbia - Grammy Award for Best Instrumental Soloist Performance (without orchestra) 1965
    - Horowitz At Carnegie Hall (An Historic Return), 1965 Columbia - Grammy Award for Best Instrumental Soloist Performance (without orchestra) e Grammy Award al miglior album di musica classica 1966 e Grammy Hall of Fame Award 2002
    - Horowitz Plays Rachmaninoff, Etudes - Grammy Award for Best Instrumental Soloist Performance (without orchestra) e Grammy Award al miglior album di musica classica 1972
    - Horowitz Plays Chopin, Columbia/RCA/BMG - Grammy Award for Best Instrumental Soloist Performance (without orchestra) 1973
    - Vladimir Horowitz plays Scriabin - RCA - Grammy Award for Best Instrumental Soloist Performance (without orchestra) 1974
    - Concert of the Century - Stern/Bernstein/Rostropovich/New York Philharmonic/Oratorio Society of New York/Horowitz/Menuhin, 1976 SONY BMG - Grammy Award al miglior album di musica classica 1978
    - Rachmaninoff, Concerto n. 3 - Horowitz/New York Philharmonic/Ormandy - Golden Jubilee Concert 1978 - RCA- Miglior interpretazione solista di musica classica con orchestra (Grammy) 1979
    - Horowitz: The Studio Recordings, New York 1985, Deutsche Grammophon - Grammy Award al miglior album di musica classica e Grammy Award for Best Classical Performance – Instrumental Soloist or Soloists (with or without orchestra) 1987
    - Horowitz in Moscow - 1986 Deutsche Grammophon - Grammy Award for Best Instrumental Soloist Performance (without orchestra) e Grammy Award al miglior album di musica classica 1988
    - Horowitz, The Last Recording - 1990 SONY BMG - Grammy Award for Best Instrumental Soloist Performance (without orchestra) 1991
    - Horowitz, Discovered Treasures (D. Scarlatti, J.S. Bach, Clementi, Chopin, Medtner, ecc..) - 1992 Sony - Grammy Award for Best Instrumental Soloist Performance (without orchestra) 1993

    Edited by C@te - 9/7/2014, 16:51
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