Basket: topic unico

NBA, Eurolega eccetera

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    La squadra newyorchese perde 110-90 contro Atlanta. Il pubblico del Garden fischia per la quinta sconfitta casalinga consecutiva

    Ennesima prestazione deludente per i Knicks vengono dominati da Atlanta e incassano la loro quinta sconfitta consecutiva al Garden. La compagine newyorchese si fa superare 110-90 e adesso il tecnico Mike Woodson rischia davvero.

    Niente Metta — Non c’è l’infortunato Metta World Peace, i Knicks comunque per una volta nel primo quarto difendono in modo perlomeno decente. Dietro si fa sentire soprattutto un Andrea Bargnani decisamente aggressivo, in attacco però il pallone non si muove come dovrebbe e spesso il capolinea si chiama JR Smith o Melo. I Knicks comunque restano davanti pur senza fare grandi cose. I problemi arrivano all’inizio del secondo quarto. Entra in campo Amare Stoudemire e ancora una volta Stat mostra di essere il fantasma dell’atleta spaziale visto a Phoenix e nella sua prima stagione newyorchese. Il lungo di New York fa una fatica incredibile contro Ayon e Scott, non proprio Garnett o Griffin quindi..., e Atlanta prende fiducia piazzando un parziale di 12-1 che la porta al vantaggio in doppia cifra. Il pubblico del Garden fischia e becca soprattutto il giocatore più pagato del roster newyorchese, Stat appunto, che dopo cinque minuti decisamente poco memorabili torna a sedersi. Con Bargnani sul parquet le cose migliorano. L’azzurro trova una tripla, Melo poi rimette in carreggiata i suoi e i Knicks limitano i danni dopo una prima parte del secondo quarto davvero negativa. La squadra di casa così va negli spogliatoi all’intervallo sotto di tre lunghezze, dopo aver tirato con il 38% dal campo. Tutto sommato Mike Woodson può tirare un sospiro di sollievo.

    riserve in campo — Gli Hawks partono meglio a inizio ripresa e tornano al vantaggio in doppia cifra. Bargnani fa il suo con un paio di canestri di pregevole fattura nella zona pitturata ma l’attacco newyorchese non è fluido. Korver e Horford si mettono a produrre, Shumpert risponde ma regna la confusione e il Mago si becca anche un tecnico per proteste. Atlanta alla fine del terzo quarto è avanti di 11. Dopo un incoraggiante inizio di quarto periodo, condito da due canestri di Stoudemire, i Knicks si rimettono a difendere con incredibile approssimazione il pick and roll di Atlanta. Risultato? Gli Hawks prendono una serie di ottimi tiro e scappano via, arrivando, tra i fischi di uno spazientito Garden, al +17 a metà frazione. Woodson ha visto abbastanza e decide di mettere sul parquet le riserve per quello che diventa un lungo garbage time. New York così delude ancora e incassa la sua quinta sconfitta consecutiva al Garden.

    New York: BARGNANI 16 (4/7 da due, 1/4 da tre e 5/6 ai liberi), con nove rimbalzi, due assist e due stoppate in 28’. Anthony 23 (7/17, /4). Rimbalzi: Anthony 12. Assist: Felton 5.
    Atlanta: Teague 16 (5/8, 0/1), Korver 15. Rimbalzi: Millsap 13. Assist: Mack 12.
    Simone Sandri
     
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    L'EA7 piazza un break di 17-0 in meno di 4 minuti tra il terzo e l'ultimo quarto: manca un solo successo per la qualificazione alle Top 16

    L’EA7 vince 77-73, con un’incredibile rimonta, sull’Anadolu Efes Istanbul nella prima giornata di ritorno del gruppo B di Eurolega. Ora i lombardi sono soli al secondo posto del raggruppamento e la sconfitta del Bamberg a Strasburgo lascia l’Olimpia a un solo successo dalla qualificazione alle Top 16.

    equilibrio — Banchi è sempre senza Gigli, che ha ripreso ad allenarsi, e Kangur, l’ex trevigiano Mahmuti ha tutti gli effettivi e parte con Gordon in cabina di regia.I primi acuti sono di Samuels che prima schiaccia e poi punisce dalla media. Milano però ha bisogno di tiro dal perimetro per aprire il presidio di chili e centimetri che l’Efes può piazzare vicino al suo canestro. Dopo 5’ siamo 11-12 con entrambe le squadre che cercano di trovare il tiro prima ancora che gli avversari si dispongano: idea pregevole che produce qualche bel canestro e un buon numero di idee balzane che si convertono in 6 palle perse Olimpia in 6 minuti. Gordon abusa dello spaesato Jerrells su tutti i fronti e vola in doppia cifra all’8' (13-21), poi Gentile e un Samuels autorevole chiudono lo strappo per il 21-23 di fine primo periodo.

    mugugno — Langford, partito dalla panchina, fatica a prendere il ritmo e quando Milano perde il filo di un attacco logico si affida alla sapienza cestistica di Moss. Per interi minuti si vedono nefandezze in serie, con Barac e Lawal che si annullano a vicenda. L’EA7 non riesce a costruire nulla di razionale contro la zona turca e perlomeno prova a spendere energie (e falli) in difesa limitando i danni sul 30-34 al 18’. Planinic viene colpevolmente lasciato libero più volte e accende Erden che ringrazia con un paio di schiacciate. La valutazione del secondo periodo è 20-0 per l’Efes e al riposo il tabellone recita 32-41 con qualche mugugno dei 7500 del Forum tra cui il nerazzurro Kovacevic a bordo campo. Che in casa Olimpia i lavori siano in corso non stupisce, ma inquieta come non sembri, almeno al momento, una squadra meritevole di avere una mascotte chiamata “Fiero il guerriero”.

    difficoltà — L’EA7 si ripresenta con due belle iniziative individuali di Melli e Gentile. Ma due rondini non fanno primavera e il tracollo è sfiorato: parziale di 9-0 Efes e solo una tripla sbagliata di Hopson a cui ne segue una segnata da Gentile evita che qualcuno azioni i titoli di coda con più di un terzo di pellicola ancora da proiettare. Jerrells pare tornato il pesce fuor d’acqua di un mese fa, Banchi va senza playmaker di ruolo e ci vogliono quasi otto minuti nella ripresa perché un lungo di Milano veda un pallone giocabile dentro l’area. Dopo 30’ sono 11 le lunghezze di margine (51-62), quasi un abisso anche in virtù del 18% da 3.

    delirio — Tripla di Langford, recupero con schiacciata di Melli ed è pandemonio al Forum come diceva Dan Peterson dell’omonima casa dei Lakers Anni 80. Altro recupero con schiacciata di Melli ed è -4, giocata oscena di Barac e schiacciata di Lawal (60-62); alley-oop con affondata di Lawal per la parità e tripla di Langord: 14-0 in 3’43” (break di 7-0 compresi i tre punti finali del terzo quarto) e anche Giorgio Armani in parterre applaude convinto. L’Efes si riprende con i tiri dalla distanza e Langford in trance agonistica, ribatte colpo su colpo: 70-69 al 36’. Lawal schiaccia in testa a Erden che però va in doppia doppia per il 72-71 Olimpia. Langford dalla lunetta arriva a 13 punti nel quarto con oltre 2 minuti da giocare. Poi è un festival degli errori: solo tiri sbagliati e palle perse fino a 21” dalla fine quando sul -3 l’Efes è costretta al fallo: Langford è implacabile e scatena la festa. Dire che è nata una nuova Milano sarebbe ipocrita per una squadra alle prese con problemi immensi in regia, ma una vittoria simile è un segnale forte verso un cambio di mentalità.

    soddisfazione — A fine gara Banchi ha l'aspetto di chi si è tolto un masso dallo stomaco: "Una grande vittoria per l'escalation di emozioni con cui l'abbiamo ottenuta. A fine primo tempo abbiamo profuso il nostro peggior volto, ma poi è stata una vittoria di squadra con Langford e Lawal che hanno messo le mani sulla gara. Il pubblico di questa sera è un patrimonio che non dobbiamo disperdere". Deluso, e non fa nulla per nasconderlo, Mahmuti: "Abbiamo fatto un sacco di errori stupidi, i miei giocatori hanno giocato come ragazzini".

    Milano: Langford 22, Gentile 18, Samuels 12
    Istanbul: Savanovic 14, Gordon 14, Vasileiadis 12
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    Il play dei Bulls s'infortuna nel match contro Portand ed esce in stampelle. Dopo l'operazione al ginocchio sinistro, si teme un altro lungo stop: l'America prega per lui

    L'ombra di una lesione al ginocchio destro di Derrick Rose (non quello operato che l'ha costretto a stare fuori 18 mesi) macchia la notte Nba. Il play dei Bulls esce dal campo durante il match perso in casa dei Portland Trail Blazers per 98-95 a causa di un forte dolore al punto da non riuscire ad appoggiare a terra il piede destro nella strada verso gli spogliatoi. Si teme la lesione del legamento, tanto che oggi Rose (uscito in stampelle dal Moda Center) si sottoporrà a una risonanza per far luce sulle conseguenze di un'azione del tutto normale, senza contatto, in cui stava provando a battere Batum con un taglio back door, prima di cambiare direzione e sentir cedere il ginocchio.

    preoccupazione — Thibodeau nel post gara ha tagliato corto. “Sono preoccupato, non riesce a portare il peso sul ginocchio, ma come tutte le volte che qualcuno si fa male. Non voglio speculare su questa cosa finché non avremo notizie più approfondite”. L'infortunio ai legamenti del ginocchio sinistro gli aveva fatto saltare la scorsa stagione, ma durante l'estate Rose ha lavorato duro ed è riuscito a rientrare nella pre-season Nba di quest'anno. Adesso, dopo tante buone prestazioni, un nuovo infortunio la cui entità è al momento da verificare, anche se si teme il peggio.

    sostegno — La preoccupazione si estende a tutti gli Stati Uniti. Twitter è stato invaso da messaggi di sostegno per il play dei Bulls. "Non importa la rivalità con i Bulls, speriamo non sia niente di serio", ha scritto Paul George, stella degli Indiana Pacers. "Dimentichiamo la sconfitta e pensiamo solo a Derrick Rose. Speriamo di avere buone notizie domani", è il commento di Scottie Pippen, ex fuoriclasse e ora tifoso di Chicago. Brandon Knight, Jack Jarrett ed Anthony Morrow invitano a "pregare" per lui. E poi ancora Jamal Crawford, Damian Lillard e Nicolas Batum, che con poche parole mostrano la loro vicinanza al campione: "Speriamo che il suo ginocchio stia bene".
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    I Rockets sprecano un vantaggio di ben 23 punti ma grazie alle giocate di James Harden nell’ultimo quarto riescono comunque ad avere la meglio sulla truppa di Gregg Popovich. Per San Antonio 27 punti di Parker, 18 per Belinelli

    Houston Rockets - San Antonio Spurs 112-106
    Il difficile “back to back” per gli Spurs si conclude con una sconfitta casalinga, la prima della stagione, contro i Rockets. Un match dalle due facce, decisamente emozionante, nel quale Houston spreca un vantaggio di ben 23 punti ma grazie alle giocate di James Harden nell’ultimo quarto riesce comunque ad avere la meglio sulla truppa di Gregg Popovich. Continua l’eccellente momento di forma di Marco Belinelli il quale adesso, con un pazzesco 55%, e’ statisticamente il miglior tiratore da tre della Nba. L’azzurro realizza 18 punti e firma canestri importanti nell’ultimo quarto. Con un Danny Green in flessione adesso Popovich potrebbe anche prendere in considerazione l’ipotesi di far partire in quintetto il caldissimo azzurro.

    Harden e parsons sprint — I padroni di casa partono con il freno a mano tirato. Houston vorrebbe la produzione sotto canestro di Howard ma l’ex Lakers non detta legge come dovrebbe nella zona pitturata. Nessun problema però per i Rockets che trovano i punti dal perimetro di Harden e Parsons. San Antonio muove il pallone con qualche difficoltà in attacco e i buoni tiri scarseggiano, così Houston arriva al +6. L’ingresso sul parquet di Belinelli e Ginobili aiuta e proprio l’azzurro mostra subito la sua ottima vena trovando un canestro sull’assist dell’argentino e poi firmando una tripla. Gli ospiti però a cavallo tra la fine del primo e l’inizio del secondo quarto accendono il turbo e con un parziale di 14-2 scappano al +15. Il pubblico dell’AT&T Center aspetta la reazione della squadra di casa, invece sono proprio i Rockets ad aumentare il ritmo a metà frazione. Harden e Parsons segnano da tutte le posizioni, a Houston riesce tutto facile e non ha nemmeno bisogno della produzione di Howard per toccare quota +23.

    orgoglio parker — L’orgoglio degli Spurs si chiama Tony Parker. Il francese firma 10 punti consecutivi, riportando da solo i padroni di casa in partita. Il primo tempo si chiude con Houston avanti 57-46 ma all’inizio del terzo quarto Houston si rimette a correre. I vice campioni in carica sembrano vicini al baratro ma dalla panchina nel finale della terza frazione arrivano i punti di Bonner e un’altra tripla di Marco Belinelli. Cambia marcia anche Parker e la flessione in attacco dei Rockets permette alla squadra di casa di rientrare in scia. Ci pensa Beli a far tornare il sorriso all’AT&T Center. Il bolognese realizza i primi sette punti dell’ultimo quarto con un layup e due canestri pesanti, e riporta davanti la squadra di casa. Harden risponde ma l’azzurro va a segno dal perimetro. L’inerzia sembra tornata nelle mani degli Spurs grazie alla produzione del cestista azzurro ma James Harden nella seconda parte della frazione trova una serie di canestri da cinema. Popovich per qualche minuto tenta anche un “Hack-a-Howard” che toglie ritmo all’attacco di Houston, Parker riporta San Antonio al +3 a 1’22’’ dalla sirena ma il finale della gara appartiene al “Barba” che pareggia i conti dalla lunga distanza, poi offre uno splendido assist per la schiacciata di Parsons. Houston così segna gli ultimi nove punti del match e porta a casa il suo quinto successo consecutivo.

    San Antonio: BELINELLI 18 (3/7 da due e 4/6 da 3), con tre rimbalzi e un assist in 27’. Parker 27 (13/25, 0/2), Duncan 20. Rimbalzi: Duncan 8. Assist: Ginobili 11.
    Houston: Harden 31 (7/14, 3/5), Parsons 25. Rimbalzi: Jones 16, Howard 11. Assist: Harden 6.
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    Show di rookie in Phila-Orlando: tripla doppia per Carter Williams e Oladipo, settima vittoria di fila per Denver. Clima teso a Brooklyn: Kidd esonera il suo assistente

    Nella serata delle vittorie in rimonta, quella più clamorosa è di Golden State, che batte Toronto rientrando dal -27 con una pioggia di triple nell'ultimo quarto. Ottava vittoria in fila per Oklahoma City, settima per Denver contro Brooklyn, dove Kidd esonera il proprio assistente e amico Frank. In Philadelphia-Orlando show di Carter-Williams e Oladipo, i primi rookie di sempre in tripla doppia nella stessa partita.

    Golden State Warriors-Toronto Raptors 112-103

    Un'incredibile ultimo quarto da 42 a 15 regala ai Golden State Warriors (12-8) la rimonta più ampia di questa prima parte di stagione: contro Toronto (6-12) la squadra di Mark Jackson, dopo un primo tempo difensivamente imbarazzante, riemerge dal -27 di inizio 3° quarto (48-75) spinta dal tifo della Oracle Arena e dalle triple della coppia Curry-Thompson: gli “Splash Brothers” nelle ultime due vittorie di Golden State hanno combinato per 22/38 da tre punti. 8 su 11 quelle messe a segno dai Warriors nel solo ultimo quarto, dopo il misero 4/18 dei primi tre quarti, in cui la partita è sempre stata saldamente nelle mani dei Raptors, che sono entrati negli ultimi 12' ancora sul +18 prima di perdere la propria quarta gara consecutiva, sicuramente la più bruciante di tutte. Perché nel 1° tempo, di fatto, in campo c'era stata solo o quasi la squadra di Casey, capace di costruirsi una leadership di 17 punti già nel primo quarto con un parziale di 22-5, forte del buon inizio di Lowry (20 punti e 9 assist per lui alla fine) e Gay. I Raptors sono andati all'intervallo forti di un 65-48 ottenuto col 60% dal campo e il dominio a rimbalzo (25-11) su una versione dei Warriors ancora pallida rispetto a quella di inizio stagione, tenuta in piedi dall'ottimo Barnes (16 a metà gara, 14 nel solo 2° quarto). Poi, dal 75-48 Toronto con 9:20 da giocare nel 3° quarto, l'incredibile ritorno di Golden State, iniziato con il buon impatto difensivo di Jermaine O'Neal e proseguito con la Oracle a spingere le triple di Curry e Thompson in un parziale di 64-28. Avanti 101-99 a 3' dalla fine con una tripla di uno Steph Curry acclamato dal coro “Mvp, Mvp” della Oracle, Golden State ha cavalcato fino in fondo un'inerzia cui si è dovuto arrendere anche DeRozan, autore dell'ultimo pareggio (101-101) prime delle triple decisive di Thompson e Barnes.
    Golden State: Curry 27 (5/8 da due, 3/7 da tre, 8/10 tiri liberi), Thompson 22, Barnes 19. Rimbalzi: O'Neal e Lee 8. Assist: Curry 10.
    Toronto: DeRozan 26 (8/14 da due, 2/4 da tre, 4/5 tiri liberi), Lowry 20, Gay 18. Rimbalzi: Johnson 10. Assist: Lowry 9.


    Sacramento Kings-Oklahoma City Thunder 95-97

    Per l'ennesima volta Sacramento (4-12) dà del filo da torcere ad una big ma rimane incompiuta: contro Oklahoma City (13-3) la rimonta dal -17 si spegne solo sull'ultimo tiro di Isaiah Thomas, 21 dei suoi 24 punti nel 4° periodo. Per i Kings, senza il loro leader DeMarcus Cousins per una distorsione alla caviglia, è la quarta sconfitta in fila, mentre Kevin Durant (27 punti e 11 assist) e compagni portano a otto la propria striscia vincente, ancora soffrendo una partenza lenta. In un match dai più volti, infatti, i Thunder passano da un 1° quarto da 25% dal campo (5/17 per Durant-Westbrook), in cui i Kings conducono 31-19 con la coppia Williams-Vasquez, a due quarti centrali di grande intensità, in cui tengono Sacramento a soli 34 punti, sporcando le percentuali dei californiani dal 58% del 1° quarto al 45%, e mettono la freccia, arrivando anche sul +17 in avvio di quarto periodo (82-65) con Lamb, protagonista dalla panchina con 14 punti. Lì parte l'incredibile rimonta firmata dal piccolo grande uomo Thomas (zero palle perse dopo le 7 fatali contro Golden State), tamponata dalle triple di Jackson e Lamb nel finale. Per Oklahoma anche 13 punti a testa per Ibaka e Jackson, oltre a 6 punti importanti di Collison nel break di 18-0 a cavallo tra 3° quarto e 4° quarto, mentre per Sacramento arrivano piccole conferme da McLemore, votato rookie del mese ad Ovest ed autore di 14 punti.
    Sacramento: Thomas 24 (6/10 da due, 3/8 da tre, 3/3 tiri liberi), McLemore 14, Williams 13. Rimbalzi: Thompson e Patterson 10. Assist: Vasquez 7.
    Oklahoma City: Durant 27 (7/17 da due, 1/4 da tre, 10/10 tiri liberi), Westbrook 15, Lamb 14. Rimbalzi: Durant 11. Assist: Westbrook 7.


    Dallas Mavericks-Charlotte Bobcats 89-82

    Carlisle dopo le ultime uscite era preoccupato della difesa di Dallas (11-8), arrivata a concedere 103 punti a gara: contro Charlotte (8-11), i Mavericks hanno dato al loro coach una risposta più che confortante, tenendo i Bobcats al 38% dal campo, concedendo appena 15 punti nel 4° periodo. Quello in cui sono saliti in cattedra Dirk Nowitzki, 14 punti negli ultimi 12' dopo aver tirato 1/10 dal campo nel primo tempo, e Monta Ellis, 9 degli ultimi 11 punti dei Mavericks. I due hanno combinato per 24 dei 29 punti di Dallas nell'ultimo quarto, così Charlotte, anche a +12 ad inizio del terzo periodo sulle ali di un Jefferson finalmente continuo sotto i tabelloni (doppia doppia da 19 punti e 12 rimbalzi) e della coppia Henderson-Walker, si è dovuta arrendere, litigando col tiro da fuori (3/17 dall'arco dei tre punti) e perdendo proprio al rientro dagli spogliatori Michael Kidd-Gilchrist per una frattura alla mano sinistra che sarà valutata nei prossimi giorni. Dallas, rimasta a galla nel 1° tempo con i canestri di Ellis e con le triple di Calderon, in dubbio alla vigilia per il problema al ginocchio ma poi regolarmente in campo, entrando negli ultimi 2 minuti e mezzo in parità (78-78), dal tecnico di Josh McRoberts punito dal libero di Nowitzki ha trovato 5 punti di Ellis e un piazzato del tedesco per un 8-0 che ha definitivamente spezzato l'equilibrio. “Primo e quarto periodo sono stati molto solidi, i quarti centrali decisamente. Dirk e Monta hanno fatto un gran lavoro. Siamo stati fortunati” ha detto un Carlisle soddisfatto a metà.
    Dallas: Nowitzki 25 (8/15 da due, 2/6 da tre, 3/3 tiri liberi), Ellis 22, Calderon 12. Rimbalzi: Marion 10. Assist: Ellis 5.
    Charlotte: Jefferson 19 (6/10 da due, 7/10 tiri liberi), Henderson e Walker 16, McRoberts 10. Rimbalzi: Jefferson 12. Assist: Walker 5.

    Brooklyn Nets-Denver Nuggets 87-111
    La settima vittoria consecutiva dei Denver Nuggets (11-6) arriva, come l'ultima contro i Raptors, sul velluto: tra la rotazione più lunga della Nba e quella più corta (sempre out Williams, Kirilenko, Terry, Pierce), la squadra di Shaw non ha problemi ad imporsi trovando, dopo i 72 contro Toronto, altri 57 punti dalla panchina. E dopo Nate Robinson, stavolta è decisivo Timofey Mozgov, che entra per risolvere i problemi difensivi dei Nuggets nel 1° quarto contro Brook Lopez (10 punti) e chiude ancora in doppia doppia, con una prova da 17 punti e 20 rimbalzi. Grazie a lui Denver stravince la lotta a rimbalzo (56-37, 13 offensivi nel solo 1° tempo), ma il russo è solo uno dei sei uomini in doppia cifra dei Nuggets, che si giovano anche di un ottimo Hamilton per girare l'inerzia nel 2° quarto e di Foye e Arthur per calare il break di 15-0 nel 3°, mettendo 20 lunghezze di margine ed arrivando anche + 28 nel 4° periodo. Nei Nets, che hanno 22 punti di Johnson ma solo 2/16 di squadra da tre punti, la notizia del giorno è un'altra: Jason Kidd ha infatti cacciato dallo staff tecnico l'assistente Lawrence Frank, suo ex allenatore e fortemente voluto dall'ex play quest'estate. Tra i due pare ci siano stati diversi diverbi, l'ultimo martedì, sugli aspetti difensivi. Ufficialmente Frank, l'assistente più pagato di tutta l'Nba, è stato riassegnato ad un ruolo minore nell'organizzazione.
    Brooklyn: Johnson 22 (7/9 da due, 1/6 da tre, 5/5 tiri liberi), Blatch 15, Taylor e Lopez 12. Rimbalzi: Garnett e Blatche 6. Assist: Livingston 4. Denver: Mozgov 17 (6/9 da due, 0/1 da tre, 5/5 tiri liberi), Faried e Hamilton 15, Lawson 13. Rimbalzi: Mozgov 20. Assist: Miller 7.


    Philadelphia-Orlando 126-125 d2ts
    Carter-Williams festeggia il premio di rookie del mese ad Est (primo Sixer a vincerlo dopo Allen Iverson nel 1997) con la prima tripla doppia della sua carriera, ma soprattutto con il ritorno al successo dei suoi Philadelphia 76ers (7-12) contro Orlando (6-12) dopo 4 ko. E il suo 10° assist è quello che manda Young a segnare il 125-120, strappo decisivo nel secondo overtime di un match non certo avaro di emozioni (23 cambi di leadership e 16 situzioni di parità) e protagonisti, tra i career high di un super Afflalo (43) e Glen Davis (33) e la tripla doppia dell'altra prima scelta, Victor Oladipo, 26 punti con 10 rimbalzi e 10 assist: è la prima volta in Nba che due rookie fanno registrare una tripla doppia nella stessa partita. Senza Vukcevic, Orlando ha messo il naso a +9 nel primo tempo (43-34) prima di soffrire tremendamente sotto i tabelloni, dominata 56-34 a rimbalzo con 20 rimbalzi offensivi concessi. Carter-Williams e Turner girano l'inerzia (83-72 Phila nel 3° quarto) del match insieme al positivo Thaddeus Young dell'ultima settimana (22.5 punti di media nelle ultime 4 gare), ma il finale è in volata anche per gli sprechi dei Sixers, 23 perse alla finale. Una tripla di Glen Davis forza il primo overtime (104 pari con 12” da giocare), tre tiri liberi di Afflalo valgono il secondo (118 pari, sempre a 12” dalla fine), nel quale Carter-Williams diventa decisivo: un suo lay up e l'assist per Young, mentre Afflalo fa 0/3 (Magic 23% dall'arco dei tre punti) prima di mettere l'ultima, beffarda, tripla del -1.
    Philadelphia: Carter-Williams 27 (10/14 da due, 1/5 da tre, 4/7 tiri liberi), Young25, Turner 24. Rimbalzi: Young e Carter-Williams 12. Assist: Carter-Williams 10.

    Memphis Grizzlies-Phoenix Suns 110-91
    Mancano Randolph e Gasol? Nessun problema, ci pensano Ed Davis e Jon Leuer: i due lunghi al terzo anno sostituiscono i più illustri colleghi combinando per 44 punti, e Memphis (9-8) doppia Phoenix (9-9) in un secondo tempo da 64-37, in cui i Suns vengono tenuti al 36% dal campo dopo un primo tempo in cui avevano tirato col 63%, segnando 54 punti (15 di un ispirato Marcus Morris) e arrivando anche a condurre con un margine di 10 lunghezze. Dopo l'intervallo, 11 punti di Davis hanno guidato i Grizzlies ad un parziale di 23-9 in cui Memphis ha segnato 11 dei primi 15 tiri del 3° quarto, buono per prendersi òa leadership a fine terzo quarto (82-74) prima di un crescendo continuo fino al +21 nei possessi finali. Per Memphis una vittoria importante, visto che ad Ovest sono l'unica squadra con un record sopra il 50% ma perdente in casa, per Phoenix, dopo i 112 punti subiti da Utah, un altro campanello d'allarme sulla consistenza difensiva: nelle ultime dieci gare, 8 volte ha concesso più di 100 punti. “Il secondo tempo è stato terribile – ha detto Hornacek -, dobbiamo essere in grado di lottare sui blocchi. Hanno segnato 64 punti in un tempo: così non battiamo nessuno”. Sette gli uomini in doppia cifra per i Grizzlies, comprese le doppie doppie di Mike Conley, 18 punti e 14 assist, e di Kosta Koufos, 14 punti e 12 rimbalzi. “Sappiamo quanto sono importanti per noi Zach e Marc – ha detto Leuer, protagonista anche del suo career high con 23 punti -, quando mancano per noi è dura e allora dobbiamo cercare di fare tutti qualcosa in più. Stasera ci siamo riusciti”. I Suns hanno 16 punti da Dragic ma solo il 24% dall'arco dei tre punti, con la coppia Bledsoe-Green ferma a 1/10. Memphis: Leuer 23 (9/11 da due, 1/2 da tre, 2/2 tiri liberi),

    Boston Celtics-Milwaukee Bucks 108-100
    Mentre s'avvicina il ritorno di Rajon Rondo (il via libera dei dottori dovrebbe arrivare la settimana prossima), Boston (8-12) trova in Jordan Crawford e Courtney Lee i propri temporanei go-to-guy che la conducono in cima all'Atlantic Division. I due combinano per i primi 17 punti del 4° periodo dei Celtics, per un parziale di 17-6 che vale l'allungo buono perché la squadra di Stevens eviti di diventare la vittima sacrificale dei Milwaukee Bucks (3-14) dopo le prime due sconfitte in stagione. Crawford, 15 punti nell'ultimo quarto, è stato solo l'ultimo dei protagonisti di una solida partita da parte dei Celtics, che hanno iniziato 22-9 con anche un canestro da highlights di Avery Bradley da dietro il tabellone e, nel 2° quarto, si sono spinti anche a +15. Dopo il 4/19 dall'arco di tre giorni fa sempre contro i Bucks, i Celtics stavolta hanno tirato decisamente meglio (11/29), resistendo nel 3° periodo al primo ritorno di Milwaukee, ispirato da Middleton, Ilyasova e Neal fino al -2, grazie alla coppia Green-Bass (19 dei 21 punti del quarto), e poi nel 4° quarto a quello della coppia Mayo-Knight, con la tripla di quest'ultimo a valere il -3 (99-96) prima di un 7-0 che ha chiuso i giochi.
    Boston: Crawford 25 (4/7 da due, 4/7 da tre, 5/7 tiri liberi), Green 18, Bass 16. Rimbalzi: Bass 9. Assist: Crawford 5.
    Milwaukee: Mayo 19 (4/7 da due, 2/5 da tre, 5/5 tiri liberi), Knight 15, Middleton 14. Rimbalzi: Ilyasova 7. Assist: Knight 6.
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    La Montepaschi, priva di Hackett, si illude fino al +15, poi cade nel finale: andrà alle Top 16 se vincerà all'ultima giornata contro Malaga

    L'impresa sfugge di mano solo nell'ultimo quarto alla Montepaschi, che ha sfiorato il colpo sul campo dell'Olympiacos campione d'Europa, quest'anno ancora imbattuto in patria e in Eurolega, cedendo alla fine 78-73. Non cambia nulla in chiave qualificazione per Siena, che comunque si sarebbe giocata tutto all'ultima giornata nello “spareggio” tra una settimana in casa con Malaga.

    problemi — Per motivi disciplinari si giocava a porte chiuse e i greci erano senza Printezis e Begic squalificati, ma anche Siena a sua volta aveva una defezione importante, la più importante, quella della stella Daniel Hackett, il cui forfeit è stato annunciato dal club con un tweet (“contusione all'anca”) pochi minuti prima della palla a due. In sua assenza Erick Green ha esibito la partita di maggior personalità della stagione,28 punti. La Montepaschi ha pagato la poca lucidità di Rochestie in regia al di là dell'1/9 al tiro, lo 0/4 da tre del match winner Viggiano, i problemi di falli e soprattutto, a rotazioni ridotte, la fine delle energie in un quarto periodo in cui ha subìto 32 punti concedendo ai campioni d'Europa un inarrestabile 11/11 al tiro, con cinque triple, che fa svanire l'impresa quando era a un passo, sotto i colpi di Perperoglou (a secco fino al 28', ha chiuso con 18 punti) e Spanoulis.

    avvio lento — Al via Siena approfitta solo fino al 3-8 dell'inizio di gara dei padroni di casa che, nell'acquario dell'impianto senza pubblico, partono con 1/11 al tiro. A patto di concedere qualcosa ai lunghi, Siena concentra la difesa su Spanoulis, che a metà primo quarto ha già 6 falli subiti, di cui tre di Cournooh partito titolare e due di Hunter che orientano le scelte. Ma funziona, perché Spanoulis – al di là dei 7 falli subiti – chiuderà il primo tempo con 0/3 al tiro. Con l'inizio delle rotazioni e seconde linee più efficaci nell'immediato, su tutti Petway, l'Olympiacos rientra a cavallo dei primi due quarti e sorpassa all'inizio del secondo toccando il 22-19 al 12'. La Montepaschi così cambia marcia, infilando un break di 17-3 da qui al +11 di fine primo tempo: i campioni d'Europa vanno al riposo solo con 7/27 al tiro, ma anche col 64% dalla lunetta; in casa senese accanto a Ress pivot per aprire il campo la chiave è la concretezza di Nelson non solo a rimbalzo, mentre in attacco accanto al chirurgico Carter stavolta c'è un Green spavaldo come non mai, 10 punti con 8 tiri già all'intervallo.

    triple decisive — Il primo canestro di Spanoulis, che continua a caricare di falli la Montepaschi, arriva quando a inizio ripresa Siena con qualche spruzzata di zona ha già toccato il +13. La verticalità di Hunter è un fattore, così come le basse percentuali greche nel tiro da lontano: i campioni d'Italia sono avanti 37-52 con Nelson dopo 27' quando una tripla di Perperoglou arriva a spezzare un inizio da 13 errori dei campioni d'Europa nei primi 15 tentativi da oltre l'arco. E' per Perperoglou l'inizio di un frangente di trance agonistica da 15 punti in sette minuti, unico motivo per cui c'è ancora partita mentre di là tre triple in tre minuti di un immarcabile Green a cavallo degli ultimi due periodi tengono avanti Siena. In realtà la fiammata di Perperoglou toglie il tappo dal canestro per i padroni di casa, che fanno 5/5 da tre nel quarto periodo. Le prime tre triple ricuciono sul 61-66 al 35': Green dà un po' di ossigeno ma la Montepaschi che ha finito la benzina, anche per i problemi di falli (Carter e Cournooh escono col 5° al 36'): Siena segna tre punti negli ultimi quattro minuti. L'Olympiacos mette la freccia con le triple: Perperoglou per il 71-72 a 1'30'' dalla fine, Spanoulis per il 74-73 del sorpasso a 56” dal termine. Una persa di Rochestie e gli errori dalla lunetta di Viggiano fanno il resto. Non cambia nulla: la “finale” è tra una settimana con Malaga.

    Olympiacos Pireo: Perperoglou 18, Spanoulis 16, Lojeski 16
    Siena: Green 28, Ress e Carter 10
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    New York cade anche a casa dei Celtics, con l'azzurro che fa 22 punti, però con altrettanti tiri. San Antonio supera Minnesota di uno super Love (42 con 14 rimbalzi), con 12 punti della guardia italiana. Datome resta a guardare nel successo di Detroit contro Brooklyn

    Una sconfitta e due vittorie il bilancio italiano della notte Nba. Andrea Bargnani con 22 punti (ma in 22 tiri) non riesce ad evitare il passo falso di New York a Boston. Marco Belinelli ci mette 12 punti nel successo di San Antonio su Minnesota. Gigi Datome guarda dalla panchina Detroit battere Brooklyn.

    Boston Celtics-New York Knicks 90-86
    Crisi senza fine. New York (6 vinte-16 perse) si fa rimontare 11 punti nell’ultimo quarto da Boston (11-14) e incassa in casa dei leader dell’Atlantic Division la terza sconfitta nelle ultime 4 partite. I Knicks, seconda peggior squadra della Eastern Conference, cedono di schianto negli ultimi 10’, quando infilano solo 3 dei 16 tiri tentati concedendo a Boston un parziale di 22-7. Luci e ombre per Andrea Bargnani: 22 punti, massimo di dicembre e segnale importante dopo 3 gare negative, prendendosi però 22 tiri; difficoltà netta in difesa su Jared Sullinger, il migliore dei Celtics che nel primo quarto lo domina fisicamente, ma bel riscatto con un secondo tempo tutto grinta anche a rimbalzo. Il Mago è il migliore in campo nel terzo quarto, quando mette in difficoltà i Celtics sfruttando il pick-and-pop con Pablo Prigioni, a cui coach Mike Woodson affida le chiavi dei Knicks vista l’assenza di Ray Felton. I 10 punti con 4 rimbalzi e 3 assist di Bargnani sono quelli con cui New York cancella il -17 (45-28) in cui era sprofondata a 8’04” dal riposo (già mitigato dal 13-3 nel finale dil primo tempo), completando la rimonta e arrivando poi fino al al 79-68 firmato Udrih a 10’31” dalla fine. Ma l’incantesimo all’improvviso si rompe: Boston riapre la gara con un 10-0 chiuso da una tripla di Bradley, resiste al tentativo di rilancio newyorkese dello spento Anthony della ripresa (6 punti e 2/11 al tiro dopo i 20 del primo tempo) e comincia l’ultimo minuto avanti 88-84. Bargnani dalla media ridà speranza ai Knicks a 30” dalla sirena, ma una penetrazione di Green difesa male dall’abulico JR Smith (appena un tiro tentato, e sbagliato, in oltre 26’) chiude definitivamente i conti. Boston, che domenica aveva battuto i Knicks con con 41 punti di scarto, ritrova il successo dopo due k.o. New York deve fare i conti con l’ennesima sconfitta: la nota positiva è la conferma di Stoudemire (16 punti di media nelle ultime 4 partite), quelle negative gli appena 12 punti con 3/20 al tiro del backcourt (Prigioni, Shumpert, Smith, Hardaway e Udrih) e l’infortunio di Kenyon Martin, fuori nell’ultimo quarto per un affaticamento addominale. Con Stoudemire destinato a riposare per ragioni mediche stanotte contro Atlanta, potrebbe essere un grosso problema.
    Boston: Sullinger 19 (6/8 da due, 0/1 da tre, 7/7 tiri liberi), Lee 18, Bradley 13. Rimbalzi: Bass 8. Assist: Crawford 6.
    New York: BARGNANI 22 punti (9/17, 0/5, 4/4 tl), 7 rimbalzi, 4 assist, 1 recupero, 1 palla persa in 37’45”. Anthony 26 (6/17, 3/7, 5/6 tl), Stoudemire 18, Martin 8. Rimbalzi: Bargnani 7, Martin 7. Assist: Prigioni 8

    San Antonio Spurs-Minnesota Timberwolves 117-110
    Quando il gioco si fa duro, le star si esaltano. San Antonio (18-4) sopravvive al ciclone Kevin Love (42 punti, massimo stagionale, con 8/9 da tre) e batte Minnesota (11-12) centrando la terza vittoria consecutiva grazie al super quarto periodo di Tony Parker e Manu Ginobili, che in coppia producono 28 punti (16 l’argentino e 12 il francese) e 6 assist e trascinano gli Spurs al decisivo 37-21 che vale il successo. Marco Belinelli si conferma ancora una volta tassello importantissimo di San Antonio: l’azzurro chiude in doppia cifra di punti per la sesta volta nelle ultime 7 gare, ma soprattutto avvia con 5 punti la rimonta dei suoi, finiti sotto 89-80 alla terza sirena. Poi a fare la differenza ci pensano Ginobili e Parker (29 punti, massimo stagionale), assieme alla difesa che nell’ultimo quarto tiene Minnesota a 6/19 al tiro. Dopo un primo tempo frizzante, chiuso dagli Spurs sul 62-54 grazie ad un parziale di 14-7 negli ultimi 2’30”, Minnesota fa la voce grossa nel terzo periodo, aggrappata alle prodezze di Love. Lo scatenato Beach Boy è un cecchino dall’arco e una macchina da rimbalzi, e gli Spurs (ancora senza l’infortunato Thiago Splitter) non riescono a contenerlo. Love sforna 19 punti nel solo 3° periodo, trascinando i Twolves fino al 89-80. Ma quando Belinelli sveglia gli Spurs con una tripla e un layup su splendido assist di Ginobili la partita cambia. L’argentino, 4 punti e 1/3 al tiro fino a quel momento, tira fuori dal cilindro tutto il suo talento e manda in tilt Minnesota: assist da incorniciare, penetrazioni e tiri da fuori. Manu firma dall’arco (su assist di Belinelli) il 102 pari a 5’22” dalla fine, poi con Parker e il solito, eterno Duncan (seconda doppia doppia consecutiva, 12 punti e 14 rimbalzi, a cui aggiunge 8 assist) costruisce il 10-2 finale con cui San Antonio si prende la vittoria. Per Minnesota è la prima sconfitta dopo due successi.
    San Antonio: BELINELLI 12 punti (3/5, 2/4), 2 rimbalzi, 1 assist, 1 recupero, 1 persa in 28’29”. Parker 29 (11/20, 2/4, 1/1 tl), Ginobili 20, Leonard 19. Rimbalzi: Duncan 14. Assist: Ginobili 9.
    Minnesota: Love 42 (7/18, 8/9, 4/4 tl), Pekovic 18, Rubio 15. Rimbalzi: Love 14. Assist: Rubio 8.

    Detroit Pistons-Brooklyn Nets 103-99
    Potere dei lunghi. Con 44 punti e 24 rimbalzi delle torri gemelle Andre Drummond e Greg Monroe, Detroit (11-13) approfitta dell’assenza per infortunio di Brook Lopez per piegare Brooklyn (8-15) e fermare a due vittorie il tentativo di rilancio dei Nets di Jason Kidd. I Pistons interrompono la striscia di tre sconfitte di fila senza Gigi Datome, a cui coach Cheeks non concede nemmeno un minuto per la seconda gara consecutiva, la quinta nelle ultime sette partite. Detroit domina in area con 60 punti e costruisce la sua vittoria nel secondo quarto, quando travolge i Nets 38-20 con 16 punti di Drummond e 14 dalla panchina di Rodney Stuckey. I Pistons toccano il 65-44 con Monroe 53” dentro la ripresa e controllano il gioco fino all’inizio dell’ultimo quarto, quando Brooklyn prova con orgoglio la rimonta, costruita con le triple di Teletovic, la regia di Deron Williams e il contributo dalla panchina di Paul Pierce, alla terza partita da sesto uomo. Una tripla dell’ex capitano di Boston a 11” dalla fine riporta Brooklyn a un possesso di distanza (101-99), ma Singler dalla lunetta tiene Detroit al sicuro.
    Detroit: DATOME non entrato. Drummond 22 (8/11, 6/8 tl), Monroe 22 (10/18, 2/4 tl), Stuckey 17. Rimbalzi: Drummond 13. Assist: Smith 6.
    Brooklyn: Williams 22 (5/9, 2/4, 6/7 tl), Blatche 20, Teletovic 17. Rimbalzi: Blatche 12. Assist: Williams 9.
    Davide Chinellato
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    Mostruosa EA7: sotto nel primo parziale, poi Langford e Hackett demoliscono i greci finora imbattuti in Eurolega arrivando anche a +32. Un match senza storia entra nella storia

    EA7 Emporio Armani Milano-Olympiacos Pireo 81-51
    E’ tutta un’altra Milano: nel secondo turno della Top16 l’EA7 travolge 81-51 l’Olympiacos Pireo, finora imbattuta (11-0) in Eurolega, e raccoglie il primo scalpo prezioso della sua stagione continentale. La corsa verso un posto nelle migliori 8 resta in salita, ma anche le quotazioni della formazione lombarda si sono impennate nelle ultime settimane e, un passo per volta, un posto nelle Final Four in casa da utopia viene declassato ad apparente miraggio. Si respira aria di festa al Forum: non solo per i 78 anni celebrati dall’Olimpia (e da Dan Peterson, presente a bordocampo), ma anche per l’arrivo dei due volte campioni di Europa e di Vassilis Spanoulis (standing ovation per lui lo scorso anno, applausi anche stasera), per i tifosi varesini venuti a omaggiare Bryant Dunston e, perché no, per il look sempre più trendy di molti spettatori delle prime file a dimostrazione che il basket a Milano quest’anno è di moda in ogni senso.

    ci pensa langford da mille — Banchi deve fare a meno di Gentile (virus intestinale), la partita invece fa a meno di canestri per 2 minuti e mezzo finché Langford non recupera palla a metà campo e va in contropiede. Accesi i motori sono lo statunitense a Hackett a fare tutto nel 10-4 Milano al 5’ con la conferma delle indicazioni arrivate da Sassari: l’EA7 ha trovato un equilibrio con una più precisa definizione dei ruoli e questo giova a tutti in attacco anche se la fluidità è ancora lontana dall’ottimale. L’ex brindisino Simmons fa il diavolo a quattro dentro l’area avversaria e con un gioco da tre punti firma il sorpasso sul 12-10. L’Olimpia si dimentica un po’ di dare la palla dentro, perde qualche pallone di troppo (7 in 10’), però in difesa tiene alta la concentrazione e riesce a limitare i danni a fine primo quarto: 16-21. Langford passa il muro dei 1000 punti in carriera in Eurolega e con l’aiuto di Lawal, esaltato dal confronto con Dunston che con lui fu il miglior centro del campionato 2012-13, firma il sorpasso sul 25-24 e il massimo vantaggio sul 30-24 al 14’ con 15 punti all’attivo. Riecco Spanoulis in campo e il 7-0 greco è servito, ma con Hackett in campo l’EA7 non cede neanche un centimetro: in serie la schiacciatona di un ispirato Lawal, il recupero di Hacket e la tripla di Jerrells accendono il Forum, poi due liberi di Langford lo fanno esplodere per il 40-32 Olimpia al riposo. Langford è encomiabile anche sulle palle vaganti, Hackett ormai è devastante nel prendersi il tiro da tre frontale dal palleggio e dopo 23’ siamo 48-34 con l’Olympiacos in rottura prolungata al tiro e il playmaker ex Siena che, parlando coi fatti, in due settimane è diventato padrone della squadra e idolo del pubblico che tanto lo fischiava. Spanoulis prova a mette il cuore e le gambe, ma oltre l’ostacolo c’è un monumentale Lawal a presidiare l’area. Appena Daniel va a prendere fiato in panchina ecco due tripla di Langford per un impensabile +22 e quella di Jerrells che sigla il più clamoroso dei terzi periodi sul 63-40 (23-8 il parziale).

    implacabili — Contano anche gli scontri diretti e l’EA7 non smette di giocare: la tripla di Cerella sancisce il 10/13 di squadra dall’arco, poi è Melli dalla distanza a scrivere 70-40, un +30 che neanche il più ottimista dei sognatori osava pensare. E’ una serata speciale, sul 76-42 la memoria torna a un +34 dell’allora Tracer a un’latra squadra greca, l’Aris Salonicco, che lancio la corsa al Grande Slam della stagione 1987-88. Erano altri tempi, ma ora come allora una scintilla può essere la miccia che innesca un grande amore. E già domenica è annuniciato il tutto esaurito al Forum per l’arrivo dei sette volte campioni d’Italia di Siena. Si ripartirà da 0-0, ma il segnale che dall’Europa Milano manda all’Italia è più che mai eloquente.
     
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    Dopo tre sconfitte consecutive, gli Spurs ritrovano il successo. Otto punti per Belinelli. Comoda vittoria dei Pistons su Philadelphia, solo garbage-time per Datome


    Successo sofferto per i San Antonio Spurs (8 punti per Belinelli) e più tranquillo per i Detroit Pistons, con Gigi Datome che si deve accontentare del garbage-time.

    San Antonio-Sacramento 95-93
    Gli Spurs tornano al successo ma devono faticare parecchio per avere ragione dei volenterosi Kings. Dopo tre sconfitte consecutive la squadra texana così ritrova la vittoria nella sua ultima partita casalinga prima della lunghissima trasferta. Anche quest’anno, infatti, la “Rodeo Road Trip” non fa sconti, gli Spurs resteranno lontani dal AT&T Center per quasi un mese e torneranno a giocare una partita tra le mura amiche soltanto il prossimo 26 febbraio. Nonostante l’assenza del suo miglior marcatore, DeMarcus Cousins e il filotto di sconfitte, la settima consecutiva arriva proprio a San Antonio, i Kings danno parecchio filo da torcere a Tony Parker e compagni soprattutto grazie alla buona vena di Isaiah Thomas e Rudy Gay. Gregg Popovich ritrova il brasiliano Tiago Splitter, il quale parte in quintetto insieme a Shannon Brown, il quale ha appena firmato un contratto di 10 giorni, Marco Belinelli così si accomoda in panchina. Gay fa subito capire di essere in serata di grazie a firma sette dei primi nove punti di Sacramento. Belinelli entra a 7’00’’ dalla fine del primo quarto e trova subito il canestro da sotto su splendida imbeccata di Tony Parker. Gli ospiti in attacco fanno male ma nel finale della frazione San Antonio cambia marcia e prova a prendere in mano le redini del match. La partita però resta equilibrata e i Kings, grazie alle giocate di un caldissimo Rudy Gay, nel secondo quarto continuano a mettere in grande difficoltà la difesa della truppa di Gregg Popovich. Due triple di Marco Belinelli nell’ultimo minuto del primo tempo permettono agli Spurs di restare in scia e di andare negli spogliatoi all’intervallo in ritardo di una sola frazione. Nel terzo quarto le cose si complicano per la compagine texana. Ci pensa Thomas a mettere punti a referto, i Kings così arrivano al vantaggio in doppia cifra, giocando peraltro anche una buona pallacanestro. A suonare la carica ci pensa Patty Mills il quale spinge i padroni di casa al parziale di 9-0 all’inizio del quarto periodo che li rimette in carreggiata. Si gioca punto a punto e gli Spurs hanno bisogno di una tripla di Tony Parker a 56’’ dalla fine per allungare ed arrivare al +3. Il solito Thomas accorcia le distanze con un canestro dal perimetro, Tim Duncan poi mette nei guai i suoi compagni andando in lunetta sul +1 a 12’’ dalla fine e fallendo entrambi i liberi. Sacramento può gestire l’ultimo possesso e prova a vincere il match con la conclusione di Gay che però muore sul ferro, San Antonio così tira un sospiro di sollievo e porta a casa il successo.
    San Antonio: BELINELLI 8 (1/3 da due e 2/7 da tre), con tre rimbalzi e un assist in 28’. Duncan 23 (8/13), Parker 18, Mills 15. Rimbalzi: Duncan 17. Assist: Parker 10.
    Sacramento: Thomas 26 (9/17, 2/9), Gay 23. Rimbalzi: Acy 10. Assist: Gay 6.

    Detroit-Philadelphia 113-96
    I Pistons si sbarazzano senza grossi problemi dei rimaneggiati 76ers. Detroit parte alla grande, prende subito il controllo delle operazioni e non si guarda più indietro, chiudendo il discorso già all’inizio dell’ultimo quarto. Tanto per cambiare solo “garbage time” per l’ormai dimenticato Gigi Datome, il quale tenta quattro conclusioni dal campo ma le fallisce tutte. Privi dell’infortunato Carter-Williams, i 76ers faticano parecchio e i padroni di casa scappano subito via. Monroe e Drummond fanno capire fin dalla palla a due che sarà una serata lunga per la frontline di Philadelphia. I due lunghi di Detroit, infatti, dominano la zona pitturata e i Pistons nel finale del primo quarto arrivano al vantaggio in doppia cifra. Pesano anche i punti dalla panchina di Kyle Singler nel secondo quarto e gli ospiti, nonostante le buone iniziative di Tony Wroten, devono fare i salti mortali solamente per non uscire dal match. Philadelphia arriva all’intervallo sotto di otto lunghezze ma nel terzo quarto perde contatto con Detroit. I canestri di Monroe e le triple di Singler spingono i Pistons al +23 e fanno calare il sipario sul match. La gara così va definitivamente in bacheca a otto minuti dalla fine quando Drummond da sotto firma il canestro del +27.
    Detroit: DATOME 0 (0/2 da due e 0/2 da tre) con un rimbalzo in 7’. Drummond 22 (10/11), Monroe 21, Jennings, Singler 20. Rimbalzi: Drummond 14, Monroe 12, Singler 10. Assist: Smith 7.
    Philadelphia: Wroten 18 (8/16, 0/3), Turner, Williams 15. Rimbalzi: Hawes 8. Assist: Wroten 5.
     
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    Pozzecco vince il derby con Barcellona, Mancinelli protagonista contro Forlì: agguantata Trento sconfitta a Verona. Bene Napoli. Silver: colpo Agrigento con Ferrara

    La testa della classifica cambia ancora in Dna Gold dopo il turno infrasettimanale in virtù del passo falso di Trento a Verona e delle vittorie delle inseguitrici Torino e Capo D’Orlando. Ma la notizia del giorno arriva da Brescia ed è l’esonero di coach Alberto Martelossi a cui è costata carissima la sconfitta di Jesi dopo un overtime.

    le big — Campo principale della 20esima giornata è stato il Palaolimpia di Verona dove la capolista Trento è affondata contro una Scaligera in cerca di riscatto dopo la trasferta di Torino: Taylor (22) e Callahan (17+9) fanno la differenza per i gialloblu partita da dimenticare per Baldi Rossi (0/6) mentre gli americani Triche e BJ Elder non riescono a incidere come al solito. Il derbyssimo siciliano tra Capo D’Orlando e la ritrovata Barcellona Pozzo di Gotto premia il carattere dei padroni di casa che capaci di un parziale incredibile di 30-4 negli ultimi 8’ di gioco (44-58): i ragazzi di Pozzecco si riprendono la testa della classifica, regalando la prima sconfitta a Calvani dal suo arrivo in Sicilia. Mays (26 punti e 8 assist) e Archie (18+10 rimbalzi) trascinano i biancoazzurri alla rimonta davanti a 4145 spettatori. Torino, impegnata a Forlì, soffre fino alla fine contro i coriacei padroni di casa che trascinati dal solito Cain (21) mettono paura ai piemontesi, per la prima volta in stagione capolista: Mancinelli (14+11) e Bouwers (19) fanno la differenza al PalaCredito di Romagna.

    le outsider — Napoli contro Trapani sfoggia un Weaver in grandissima forma (27): i siciliani partono bene ma si perdono lungo la partita, inseguendo i partenopei, ormai rientrati in corsa per un posto postseason dopo un inizio campionato da dimenticare. Veroli contro Casale Monferrato interrompe la striscia di sconfitte in fila vincendo una partita basket

    complicatissima: il terzo quarto ribalta l’inerzia in campo a Frosinone con Sanders (19) a trascinare i suoi. Brescia crolla a Jesi: i marchigiani senza l’ex Goldwire e Mason Rocca infortunati trovano una vittoria tutto cuore contro una Leonessa ancora imperfetta, e che adesso è senza allenatore. Santiangeli (29) e Borsato (23) riescono a completare una rimonta che ha dell’incredibile. Tra Biella e Trieste la spunta la squadra di casa in cui Hollis fa il bello ed il cattivo tempo (30): Trieste già in difficoltà non regge alla voglia dei rossoblu di casa. Imola sempre più terra di conquista: anche Ferentino conquista lo scalpo dei biancorossi (Green 18) e rimane a contatto con la zona playoff.
    la guida — Risultati: Biella-Trieste 89-75, Capo D’Orlando-Barcellona Pozzo di Gotto 74-62, Forlì-Torino 63-70, Imola-Ferentino 73-90, Jesi-Brescia 95-93, Napoli-Trapani 85-74, Veroli-Casale Monferrato 77-68, Verona-Trento 96-80. Classifica: Capo D’Orlando, Torino, Trento 28; Veroli 24; Barcellona Pozzo Di Gotto, Biella, Trapani, Verona 22; Brescia, Ferentino, Napoli 20; Casale Monferrato, 18; Jesi 16; Trieste 14; Forlì 12; Imola 2.
    silver — In Silver teneva banco lo scontro tra le prime della classe: vittoria per Agrigento (Vaughn 23 per i siciliani e Benfatto, 22, per gli estensi, i migliori marcatori) che allunga propriosu Ferrara. Miglior marcatore di giornata Rancic (27): i suoi canestri regalano a Firenze il derby contro Lucca (85-69).
     
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    Con un arresto e tiro del rookie Trey Burke a 24” dalla fine i Jazz battono gli Heat. I 34 punti della guardia aiutano i Suns a piegare Golden State. Howard è l'ancora di salvezza di una Houston poco brillante

    Con un arresto e tiro del rookie Trey Burke a 24” Utah sorprende Miami, incappata in una serata storta alla Energy Solutions Arena. Burke nel pre-gara era andato ad abbeverarsi alla fonte di Ray Allen in cerca di consigli su come migliorare la propria routine d'allenamento. “Mi ha dato entusiasmo e fiducia” dirà dopo aver deciso la partita, proprio dopo la tripla di Allen del -2. Un super Goran Dragic, 34 punti con appena 13 tiri, spinge Phoenix alla vittoria con sorpasso su Golden State per il 6° posto ad Ovest, mentre Dwight Howard è l'ancora di salvezza di una Houston poco brillante ma alla quinta vittoria consecutiva con Milwaukee. Portland ritrova l'attacco, Memphis la difesa: entrambe ritornano al successo in trasferta, contro Minnesota e Atlanta.

    Utah Jazz-Miami Heat 94-89
    Due triple di un Marvin Williams caldissimo nelle ultime due sere (10/16 da tre nel back-to-back) e l'arresto e tiro di Burke ad una manciata di secondi dalla fine danno ai Jazz (17-33) un'insperata quanto meritata vittoria sugli Heat (35-14). Utah spezza così la striscia di quattro k.o. consecutivi guidata dai 23 di Williams, Miami dopo la gran vittoria contro i Clippers vede complicarsi il proprio viaggio ad Ovest proprio dove meno se lo sarebbe aspettato (Phoenix, Golden State, Dallas e Oklahoma le prossime tappe). E se allo Staples James e compagni avevano iniziato alla grande, stavolta sono stati sorpresi dall'avvio dei Jazz, che in un primo quarto dal 62% dal campo (con 11 assist su 13 canestri) hanno preso subito 14 punti di leadership (32-18). Rimessasi in partita passando dal 39% del primo quarto al 57% del secondo, con Wade a completare il ritorno col canestro del 50-49, Miami ha però trovato la peggior serata di LeBron James (13 punti con 4/13 dal campo), con un Gordon Hayward da quasi tripla doppia (9 punti, 11 rimbalzi e 9 assist) che si è ben speso sia su di lui che su Wade. Così, in un terzo quarto di sterilità offensiva (16 pari il parziale) anziché prendere il comando s'è trovata ad inseguire, con la tripla di Battier necessaria per rispondere a quella di Burke del +6. Scattata 7-2 in avvio di quarto periodo con 4 punti di Kanter e tre liberi di Jefferson, Utah ha preso l'inerzia, caricata a mille in una Energy Solutions quasi incredula dalle due triple di Marvin Williams in poco più di 30”, la seconda battendo il cronometro dei 24”, per l'87-79 a 3' dal termine. Con Ray Allen a chiudere un break di 10-4 con la tripla dall'angolo del 91-89, l'ultima responsabilità se l'è presa il rookie con la freddezza d'un veterano, Trey Burke, che sul pick and roll con Favors ha avuto lo spazio per l'arresto e tiro vincente.
    Utah: Williams 23 (4/7 da due, 5/8 da tre, 0/2 tiri liberi), Jefferson 14, Burke 13. Rimbalzi: Hayward 9. Assist: Hayward 11.
    Miami: Wade 19 (7/14 da due, 5/5 tiri liberi), James e Bosh 13, Chalmers e Cole 12. Rimbalzi: Jamese Bosh 7. Assist: Chalmers 7.

    Minnesota Timberwolves-Portland Trail Blazers 110-117
    Con un break di 23-6 a cavallo degli ultimi due quarti Portland (36-15) batte Minnesota (24-27) e torna subito al successo dopo il bruciante k.o. di Indiana, chiudendo così con 2 vittorie e 2 sconfitte il proprio “road trip”: ad attenderla, al rientro a casa, c'è Oklahoma City per la sfida al top della Northwest Division. Lillard, Matthews e Aldridge sono i protagonisti nel parziale in cui Minnesota, dal + 7 (82-75), passa in 7'30” a -10 (98-88) segnando appena un canestro dal campo e condannandosi alla terza sconfitta in fila (la quinta nelle ultime sei), con l'attenuante delle assenze dell'ultimo minuto di Love (botta al quadricipite) e Martin (frattura pollice sinistro) oltre a quella di Pekovic. Senza tre quinti dello starting five ed oltre 60 punti di fatturato, i Timberwolves dominano l'area (52 punti con tro 28) e rientrando dal -11 del secondo quarto (29-40), costruito dai Blazers con l'insospettabile apporto della panchina nella sfida tra rookie al proprio career-high, con 10 dei 19 punti di McCollum a replicare a Shabazz Muhammad, 12 punti. Altro massimo in carriera è quello di Ricky Rubio, 25 punti: lui e Brewer sono quelli che prendono per mano Minnesota nel terzo quarto, almeno fino al +7 prima del parziale di Portland, che nel finale controlla con Matthews, autore di 13 dei suoi 21 punti nell'ultimo periodo.
    Minnesota: Brewer 26 (11/22 da due, 0/1 da tre, 4/6 tiri liberi), Rubio 25, Budinger 19. Rimbalzi: Turiaf 13. Assist: Rubio 9.
    Portland: Aldridge 26 (12/16 da due, 2/2 tiri liberi), Matthews 21, McCollum 19. Rimbalzi: Lopez 11. Assist: Matthews 6.

    Milwaukee Bucks-Houston Rockets 95-101
    Quinta vittoria consecutiva per Houston (34-17) che eguaglia la propria miglior striscia stagionale battendo Milwaukee (9-41): non la versione più brillante dei Rockets, davanti praticamente tutto il tempo ma salvata in uno sciagurato ultimo quarto da 36% dal campo da Dwight Howard, autore di una prova da 27 punti, 13 rimbalzi e 5 assist e dei liberi decisivi negli ultimi 10”. Al contrario, nel primo tempo la squadra di McHale è stata subito precisa, con tre triple di Beverley (11 punti nel primo quarto) a metterla in ritmo, la panchina a dare una mano (18 punti nel primo tempo da Lin e Motiejunas) e 5 punti di Howard (gioco da tre punti e alley-oop su assist di Harden) a chiudere l'8-0 che è valso il massimo vantaggio sul +15 (54-39). I Bucks, che avranno una partita da 0/8 dal campo da parte del rookie Antetokounmpo e dal rientrante Neal, si sono messi nelle mani di Brandon Knight (15 punti nel 1° tempo) e della seconda scelta Nate Wolters, 7 punti in avvio di ripresa per riportare Milwaukee a -2 (63-61). Nel momento più difficile, a prendere per mano Houston è stato James Harden, 8 punti nel 18-6 che ha riportato in quota i Rockets (81-67), ma nel quarto parziale, con Knight e tre liberi di Middleton, i Bucks sono ancora lì: sul 98-95 è fondamentale il 3/4 dalla lunetta di Howard, intervallato da una buona difesa di Beverley su Knight.
    Milwaukee: Knight 23 (8/17 da due, 2/3 da tre, 1/1 tiri liberi), Middleton 20, Wolters 19. Rimbalzi: Henson e Pachulia 10. Assist: Middleton 8.
    Houston: Howard 27 (11/19 da due, 5/7 tiri liberi), Harden 22, Lin 18. Rimbalzi: Howard 13. Assist: Howard 5.

    Phoenix Suns-Golden State Warriors 122-109
    Per la prima partita live del figlioletto di tre mesi Mateo, Goran Dragic firma il suo massimo in carriera, 34 punti, con appena 13 tiri: Phoenix (30-20) supera Golden State (30-21), e i Suns scalano un altro gradino ad Ovest passando proprio i Warriors al sesto posto. Dragic, alla sua settima partita consecutiva oltre quota 20, segna sei delle sette triple tentate, comprese le due che, insieme a 5 punti di Tucker, tacciano le speranze di rimonta dei Warriors: dal 102-100, i due piazzano un break di 11-2 che chiude il match con poco meno di 4' da giocare. Tucker chiude con 16 punti e 15 rimbalzi (suo massimo in carriera), mentre Gerald Green ne aggiunge 25 in una serata in cui Phoenix torna a tirare con buone percentuali dall'arco (11/21) dopo il 29% accumulato nelle ultime tre uscite. Golden State, senza la propria coppia di lunghi titolari Bogut-Lee, entrambi con una spalla acciaccata, paga dazio in area (45-34 a rimbalzo, 26-15 nel primo tempo) e insegue praticamente tutto il tempo, ma resta in partita anche quando, dopo un 11-3 Suns in avvio di ripresa, scivola a -14 (76-62). Oltre al solito Steph Curry (28 punti tutti nei primi tre quarti, ma con 3/10 da tre), Jackson ritrova il miglior Harrison Barnes da due mesi a questa parte: 6 dei suoi 23 punti arrivano ad inizio ultimo quarto, nel massimo sforzo Warriors per riaffacciarsi a meno 2 (102-100), prima del break risolutivo firmato Dragic-Tucker.
    Phoenix: Dragic 34 (4/6 da due, 6/7 da tre, 8/10 tiri liberi), Green 25, Tucker 16. Rimbalzi: Tucker 15. Assist: Dragic 10.
    Golden State: Curry 28 (7/10 da due, 3/10 da tre, 5/6 tiri liberi), Barnes 23, Thompson 17. Rimbalzi: Iguodala 8. Assist: Curry 9.

    Atlanta Hawks-Memphis Grizzlies 76-79
    Dal massimo stagionale di punti subiti, 110 nel k.o. contro Dallas, al minimo: Memphis (27-22) registra la difesa e torna a vincere concedendo appena 76 punti ad Atlanta (25-24). In una partita dalle basse percentuali, ai Grizzlies (che pareggiano il record Nba per meno tiri liberi tentati in una partita, 1) basta l'unico vero break della partita, un 11-2 in chiusura di terzo quarto con le triple di Lee e Mike Miller, per prendere l'inerzia decisiva, visto che Atlanta nei quarti centrali si ferma a soli 25 punti col 31% dal campo. Eppure gli Hawks erano partiti più che bene, con Carroll e Millsap a guidare un primo quarto da 63% dal campo con 4/7 da tre: il +14 però durerà poco, giusto il tempo a Zach Randolph (10 dei suoi 20 punti nel primo quarto) di riportare in partita i Grizzlies, che nel terzo quarto beneficeranno di 10 delle 21 palle perse di Atlanta, 5 delle quali di Millsap, il migliore dei suoi con 20 punti, 11 rimbalzi e anche 6 assist. Memphis ne ricava 14 punti, 7 dei quali di un positivo Lee, protagonista con Miller dell'11-2 con cui i Grizzlies escono da un timeut chiudendo gli ultimi 4' del quarto. Nell'ultimo periodo Teague e Martin riaccendono le speranze degli Hawks (63-69), ma Memphis trova 6 punti risolutivi da Nick Calathes (67-77), sempre più affidabile come vice Conley.
    Atlanta: Millsap 20 (6/13 da due, 2/3 da tre, 2/4 tiri liberi), Carroll 13, Korver e Brand 9. Rimbalzi: Millsap 11. Assist: Millsap 6.
    Memphis: Randolph 20 (10/16 da due), Lee 14, Calathes 10. Rimbalzi: Gasol 8. Assist: Gasol 7.
     
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    Serata fantastica per il quintetto di Sacchetti che vince per la prima volta questo trofeo: avanti per larghi tratti della partita, i sardi sono stati bravi nel gestire il finale della Montepaschi

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    L'esultanza di Sassari mentre solleva la Coppa Italia durante la premiazione.



    Dopo cinque vittorie consecutive, Siena abdica e lascia la Coppa Italia nelle mani di Sassari, una novità, che conquista il primo trofeo della sua giovane storia. Dopo aver eliminato venerdì nei quarti Milano, la squadra di Meo Sacchetti è come se ne avesse preso il testimone di favorita, pur non avendo l'abitudine a giocare partite con in palio qualcosa di importante e non essendo in un buon periodo di forma (sei sconfitte nelle ultime otto uscite in campionato prima dell'evento del Forum).

    Travis Diener è mvp della Coppa. Cast/Ciam
    travis diener — L'inizio gara è tutto dei sardi che non mollano mai la testa e sfruttano la mano calda di Caleb Green (avrebbe meritato il trofeo di mvp della Coppa, andato invece a Travis Diener) per provare a conquistare dei piccoli vantaggi, mentre la Mps non ruggisce tanto in difesa come nelle precedenti due gare contro Roma e Brindisi. Il gioco champagne di Sassari trova ampi sbocchi nel secondo quarto. Caleb Green continua a non fallire un colpo, gli altri (a partire dai cugini Diener) a turno non abbassano mai la tensione agonistica. Succede, così, che il Banco si presenti al riposo lungo avanti di 17 punti (45-28) sfruttando al massimo i tanti ferri presi da Siena nel tiro da tre (doppio 1/9...). E il 66-19 nella valutazione meglio spiega la differenza di valori in campo. Finale già assegnata? Manco per sogno.

    braccino sassari — Perché accade che tra i giocatori di Sassari affiori il cosiddetto braccino. Le mani tremano, tutto quello che veniva facile, adesso è problematico. Non si corre più, la difesa è un optional. Diventa così semplice, per Siena, mettere paura e pressione agli avversari a suon di canestri. Dal 48-28 Banco (massimo vantaggio all'inizio della terza frazione) si arriva al 50-47 per un clamoroso break di 19-2. I 500 tifosi sardi vanno nel panico, quelli senesi si esaltano. Lo sforzo fatto per recuperare è però enorme, Sassari dopo il 61-53 del 30' prova la nuova fuga (64-53) all'inizio dell'ultima frazione.
    l'entusiasmo — Sul 70-58 del 36', la Coppa Italia può dire di aver trovato un nuovo padrone. Finisce 80-73 e si scatena l'entusiasmo. Giusto così: vincere (con pieno merito), quando avevi già prenotato i biglietti per il viaggio di ritorno di sabato, diventa ancora più bello.

    Banco di Sardegna Sassari-Montepaschi Siena 80-73

    Sassari: C. Green 18, T. Diener 17, D. Diener 14.
    Siena: E. Green 22, Ortner 17, Carter 16.
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    CITAZIONE (Shagrath82 @ 9/2/2014, 21:28) 
    :saluto: e congratulazioni per Sassari che ha vinto la coppa Italia nel basket!

    Grazie è un risultato molto importante non solo per Sassari ma per tutta la Sardegna, ne sono veramente contenta :) Ritengo poi non per essere di parte ma obbiettivamente l'ha meritato :wub:
     
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    Un gioco da tre punti al fotofinish piega Napoli: piemontesi in scia di Trento e Capo d'Orlando. Biella vince il derby con Casale

    Niente di nuovo in Dna Gold: nella seconda lega nazionale è ancora Trento a tener banco seguita a ruota da Torino e Capo d’Orlando che continuano a rincorrere la capolista.

    le big — Tutto quasi da copione a Trento dove la capolista supera non senza difficoltà Imola in cui fa il suo esordio Corrado Bianconi, arrivato in prestito dalla Virtus Bologna: all’intervallo è la squadra ospite ad essere in vantaggio (44-46) sulla capolista che nel secondo tempo gioca da par suo (Triche 23) mantenendo la leadership in graduatoria. Nell’altro anticipo del sabato sera, Verona (Smith 24, Taylor 13+10) regola una Veroli (Tomassini 16) in piena di crisi di risultati: i gialloblu vedono il traguardo playoff sempre più alla loro portata, i ciociari sono invece a forte rischio dopo un inizio stagione importante. Torino, nell’insolito match di mezzogiorno, batte Napoli al fotofinish e resta nella scia di Trento: per i gialloblu una vittoria all’ultimo respiro grazie ad un gioco da 3 punti di Mancinelli (28 + 9) sulla sirena dopo la tripla di Brkic che a 4” dalla fine sembrava avesse messo la parola fine su un incontro in cui Napoli (Ceron 27) era partita fortissimo (7-21) ma i padroni di casa sono stati capaci di non mollare mai. Capo D’Orlando vince contro Forlì e rimane in scia di Trento: i romagnoli giocano una partita coraggiosa dando del filo da torcere ai siciliani, ma sono i ragazzi di Pozzecco (Nicevic 22 Archie 15+14) a condurre per tutta la gara. Per i paladini due punti fondamentali, per Forlì comincia a farsi veramente dura: la quota salvezza dista 4 lunghezze ed il calendario non aiuta i biancorossi (Cain 12+11).
    le altre — Tra i big match di giornata anche il derby tra Casale Monferrato e Biella: il Gm Gabriele Fioretti, che ha mosso i primi passi all’interno della società monferrina, ha festeggiato il proprio compleanno con la terza vittoria di fila dei suoi che mantiene i biellesi vicini alla testa della classifica (Hollis 25). Casale Monferrato vede allontanarsi il post season nonostante un’altra buona serata di Dillard (21) e Jackson (25), La sfida-spareggio per i playoff tra Brescia e Trapani premia i padroni di casa che in volata sorpassano e battono Trapani che per lunghi tratti era stata avanti decisivo un tap-in di Rinaldi (21+9) nella serata dei 10 assist di Fultz. Mastica amarissimo Trapani che butta via una partita già vinta (Ferrero 21) in un contorno reso speciale dal gemellaggio tra le due tifoserie. A Barcellona (Young 30) Jesi (Maggioli 22) gioca una buona partita, svegliandosi troppo tardi per poter ribaltare una gara in cui i marchigiani sono sempre rimasti dietro. La cura Calvani continua a dare i suoi frutti ed i giallorossi hanno messo 4 punti di vantaggio sulla settima piazza, l’ultima che da diritto alla fase postseason. Brusca frenata di Ferentino nella sua marcia di avvicinamento ai playoff : Trieste compie un blitz in casa dei ciociari, portando a 6 i punti di vantaggio sulla zona retrocessione: Wood (23) ed Harris (21) spingono i giuliani ad un successo che vale tantissimo mentre Ferentino (costretta a rincorrere per tutta la partita) perde una chance importante per avanzare in classifica (Green 29).
    la guida — Risultati: Barcellona-Jesi 76-70, Brescia-Trapani 77-75, Casale Monferrato-Biella 67-75, Capo D’Orlando-Forlì 75-67, Ferentino-Trieste 84-89, Torino-Napoli 74-73; Trento-Imola 97-79; Verona-Veroli 83-71. Classifica: Capo D’Orlando, Trento 34; Torino 32; Barcellona Pozzo Di Gotto, Biella, Verona 28; Brescia, Trapani, Veroli, 24; Casale Monferrato, Ferentino 22; Napoli 20; Trieste 18, Jesi 16; Forlì 12; Imola 2.
    silver — In Silver anche Treviglio cede alla legge del PalaEmpedocle: Agrigento batte i bergamaschi (66-65) nelle battute finali e continua la sua fuga solitaria facendo il vuoto alle sue spalle (+ 8 sulle inseguitrici): Matera perde a Reggio Calabria (80-76) mentre Ferrara viene battuta pesantemente in casa da Mantova (63-79). A far loro compagnia da ieri sera ci sono anche Casalpusterlengo (battuta Lucca 88-79) e Omegna (vittoria per 88-85 con Recanati) Legion (32) non bastano a Roseto sconfitta fuoricasa contro il Basket Nord Barese (86-71).
     
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    L'EA7 domina il primo tempo toccando il massimo vantaggio di +18, poi soffre fino alla fine: Langford e Samuels trascinatori, Olimpia a +2 in classifica

    Un'altra grande serata di Eurolega al Forum, con Milano capace di battere 77-75 anche i 6 volte campioni d'Europa del Panathinaikos, vendicando la sconfitta dell'andata e restando da sola al secondo posto del girone (in attesa dell'Olympiacos), nonostante la grande paura dell'ultimo quarto.

    avvio sprint — I biancorossi giocano una prima metà di gara stellare, tirando 8/11 da fuori nei primi 20' e dominando gli ateniesi con una difesa asfissiante (9 palle perse per gli ospiti all'intervallo). Con la vena di Langford, l'energia di Gentile in uno contro uno e di un Bruno Cerella ormai idolo del pubblico di casa, l'EA7 ha fatto andare fuori giri i greci e in particolare il loro leader Dimitris Diamantidis, costruendosi anche un vantaggio di 18 punti sul 37-19 (tripla di Gentile a 2'29 dalla pausa lunga).
    rimonta — Sembrava il preludio a una serata trionfale, ma il Panathinaikos non dà mai segnali di cedimento assoluto, sorretto da un fantastico James Gist (8/12 al tiro e 9 rimbalzi) e dall'ultimo arrivato, Zach Wright, capace di mettere tutti in difficoltà creando dal palleggio (7/10 al tiro, 5 rimbalzi, 3 assist, 2 recuperi). I greci rosicchiano un punticino alla volta, e EUROLEGA

    se uno scatenato Samardo Samuels (6/10 al tiro, 3 rimbalzi e 2 stoppate) fa di tutto per respingerli, concretizzando gli assist dei compagni (due poderose schiacciate e la firma sul +13 a 9'10 dalla fine, 62-49), la macchina milanese si inceppa nell'ultimo quarto schiantandosi con il quarto fallo di Daniel Hackett e la zona del Panathinaikos, che mette in crisi la circolazione di palla di Jerrells e compagni.

    sofferenza — Gli ospiti hanno un contributo di sostanza del fischiatissimo ex Fotsis (3/7 al tiro, 7 rimbalzi e la tripla del 64-59), e sempre quando Diamantidis firma il -3 in contropiede a 4'08" dalla fine la paura è vera. Paura che si materializza come uno spettro negli ultimi minuti, quando dalla lunetta la mano trema un po' troppo (a Melli e Langford, in particolare: 1/4 in coppia nei secondi decisivi) e si soffre fino agli ultimi secondi, quando Wright porta palla ma non riesce a prendersi un tiro in tempo utile facendo sospirare tutti. Milano ottiene la sua quinta vittoria nelle Top 16 e si conferma così al secondo posto. La sofferenza, in fondo, è un buon segnale: è una squadra che sa di dover lavorare moltissimo per restare a questi livelli, e soffrendo si cresce. Langford chiude con 4/13 al tiro e 7/11 ai liberi, 3/6 al tiro e 4 rimbalzi per Jerrells.
    Milano: Langford 18, Samuels 16, Jerrells 10.
    Panathinaikos: Gist 21, Wright 17, Fotsis 10.
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