I leoni della MGM

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    La mascotte della MGM, e prima ancora della Goldwyn Pictures, che compare nei loghi animati delle compagnie, si chiama Leo the Lion ("Leo il leone"); storicamente, nel ruolo di Leo the Lion sono stati alternati cinque leoni diversi, il primo dei quali, Slats, fu addestrato da Volney Phifer a ruggire al segnale del ciak. Nato allo Zoo di Dublino il 20 marzo 1919, Slats morì nel 1936 ed è sepolto a Gillette, nel New Jersey.

    A lui si sono succeduti:
    - Jackie (usato per le produzioni in bianco e nero dal 1928 al 1956);
    - Telly e Coffee (usati per le produzioni sperimentali in Two-strip Technicolor dei primi anni 1930);
    - Tanner (usato per le produzioni in Technicolor dal 1934 al 1956 e i cortometraggi di Tom & Jerry dal 1940 al 1958 e dal 1963 al 1967);
    - George (in auge solo da metà 1956 al 1958; è stato alternato prima a Tanner e poi al leone attuale);
    - Leo (usato dal 1957 ad oggi per i film della MGM e per i corti di Tom & Jerry diretti da Gene Deitch, 1961-2); nel tempo il logo della MGM è stato riveduto e restaurato (l'ultima volta è stato restaurato nel 2008).
    - il "leone stilizzato", che riproduce un'immagine statica di un leone ruggente e sotto la scritta MGM, utilizzato solo nei film Grand Prix (1966), La signora amava le rose (1968) e 2001: Odissea nello spazio (1968).

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    Uno dei casi più famosi, probabilmente influente su una diffusa convinzione errata riguardo al verso di alcuni grandi felini, è il ruggito del leone del logo della società di produzione cinematografica statunitense Metro Goldwyn Mayer. Nella storia secolare della società furono utilizzati per il filmato otto diversi leoni ammaestrati (dal 2021 il leone è in CGI). L’ultimo si chiamava davvero Leo, che era il nome standard utilizzato dalla società anche per i diversi leoni filmati in precedenza: Slats, Jackie, Bill, Telly, Coffee, Tanner e George.

    Il logo con Leo fu il più longevo: fu utilizzato per i film prodotti dalla fine degli anni Cinquanta in poi, e doppiato con un campionamento del verso di Tanner, all’epoca considerato il migliore tra le varie registrazioni disponibili. Ma in una delle versioni più conosciute e recenti del logo il verso di Leo è in realtà quello di una tigre. Lo registrò all’inizio degli anni Ottanta il tecnico del suono Mark Mangini, oggi tra i più affermati di Hollywood (vinse l’Oscar al miglior montaggio sonoro nel 2015 per Mad Max: Fury Road e nel 2021 per Dune).



    Mangini stava lavorando ai suoni di un horror della MGM, Poltergeist, scritto e prodotto da Steven Spielberg, e per questo scopo aveva registrato vari versi di grandi felini – tra cui pantere, puma, tigri e leoni – in un parco protetto ad Acton, in California. Incaricato dalla MGM di produrre anche un nuovo «maestoso» ruggito in audio stereofonico per Leo, Mangini si rese conto che nessuno tra quelli di leoni che aveva registrato poteva essere sincronizzato con il filmato esistente. «Avevo scoperto che i leoni, nonostante tutta la loro ferocia, non emettono i suoni più spaventosi quando spalancano la bocca e mostrano i denti come nel logo», scrisse nel 2020 raccontando questa storia.



    Ritenendo che il suono del ruggito di un leone somigliasse più a «una specie di potente sbadiglio», Mangini decise quindi che avrebbe ottenuto un effetto di maggiore maestosità e ferocia utilizzando una registrazione del verso di una tigre del parco. Il risultato piacque molto sia a Spielberg che alla MGM: Poltergeist, uscito nel 1982, fu il primo film con il ruggito di una tigre al posto di quello di un leone. E nei decenni successivi la MGM commissionò ancora a Mangini vari aggiornamenti e miglioramenti della traccia audio del logo, per cui lui utilizzò nuove registrazioni, incluse quelle di altre tigri registrate nel 2006 nello zoo di Seul, in Corea del Sud.



    Il logo della MGM contribuì indubbiamente a rendere popolare un certo tipo di ruggito, anche se associato all’animale sbagliato. Ed è probabile che abbia avuto un’influenza significativa nella tendenza più ampia, nel cinema, a utilizzare quel tipo di ruggito in molte delle occasioni in cui ne serve uno.

    Nel film di animazione del 1994 Il Re Leone, per esempio, i ruggiti furono prodotti mixando versi di tigre ed effetti sonori realizzati dal doppiatore statunitense Frank Welker con un bidone della spazzatura. E per i ruggiti del remake del 2019, come raccontato dal supervisore del montaggio sonoro Christopher Boyes a The Hollywood Reporter, i suoni originali dei ruggiti del film del 1994 furono remixati con altri suoni, tra cui quello del motore di un aereo F-35.

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