[Tex 177-179] Fantasmi del deserto

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    Tex n. 177 , mensile
    Fantasmi nel deserto
    Soggetto e sceneggiatura: Gianluigi Bonelli
    Disegni: Erio Nicolò
    Copertina: Aurelio Galleppini

    Nelle aree desertiche del Sud Ovest, un gruppo di feroci predatori tuareg, ex istruttori di truppe cammellate sperimentali dell’esercito, semina il terrore nella zona con razzie e omicidi. A capo dei figli di Maometto c’è il fanatico principe Ahmed, giunto in quei territori per radunare sotto la sua guida gli sbandati fratelli: il suo scopo è quello di creare uno stato musulmano in America e può contare sui Papagos delle Terre Basse, convertiti alla fede di Allah. Tex e i pards, per contrastare la violenza degli uomini dell’Islam e i loro seguaci rossi, invocano l’intervento degli Apaches di Cochise.

    Edited by Shagrath82 - 24/1/2024, 15:21
     
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    Tex n. 178 , mensile
    I cavalieri della vendetta
    Soggetto e sceneggiatura: Gianluigi Bonelli
    Disegni: Erio Nicolò
    Copertina: Aurelio Galleppini

    Yussuf è avvertito! Visti volare nel paradiso di Allah molti dei suoi fratelli, il nobile viene rispedito dai pards in Messico, dove i seguaci del principe Ahmed hanno montato le loro tende in attesa che un gruppo di militari americani, rapiti e ridotti in schiavitù, finisca di costruire una moschea, cuore della futura città di Medina! Yussuf dovrebbe riferire al suo capo che, negli Stati Uniti, il terreno ormai scotta troppo, ma i musulmani fanno orecchie da mercante: mentre i tuareg partono per una spedizione punitiva, i rangers e gli Apaches di Mateo, nipote di Cochise, arrivano a Medina.

    Edited by Shagrath82 - 24/1/2024, 15:33
     
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    Tex n. 179 , mensile
    Assalto al treno
    Soggetto e sceneggiatura: Gianluigi Bonelli
    Disegni: Erio Nicolò
    Copertina: Aurelio Galleppini

    Distrutto l’avamposto musulmano di Medina e liberati i militari rapiti e schiavizzati, i pards e gli Apaches di Cochise circondano i tuareg del principe Ahmed: il nobile mediorientale, sentendo la morte aleggiargli sulla testa, capitola con onore e si ritira per sempre con i pochi guerrieri superstiti.

    In questo numero: da pag. 5 a pag. 34, si conclude l’avventura precedente (disegni di Nicolò); da pag. 35 a pag. 114, "Assalto al treno" (disegni di Ticci).

    Edited by Shagrath82 - 24/1/2024, 15:33
     
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    Un soggetto molto originale non sviluppato a dovere.
    Mi ha sempre dato l'idea della storia "vorrei ma non posso" oppure "ed ora come cazzo la chiudo?"
     
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    Tex nn°177-178-179, 7-8-9/1975, testi: G.L. Bonelli, disegni: E. Nicolò

    Soggetto molto particolare, ma se non altro da premiare per la fantasia. Con temi dell'avventura classica texiana, sviluppati al meglio. E poi, ha un richiamo particolare nell'attualità, quando di cultura islamica e pace tra i popoli si parla eccome. Noi abbiamo poi notato un richiamo a "Topolino e la legione straniera", storia del 1936 di Floyd Gottfredson. Non ridete: è un capolavoro conclamato di uno dei più grandi cartoonist di sempre! Anche lì i predoni arabi cavalcano fucili in pugno come nella copertina del n°178. Certo, qui c'è tutta un'altra epica: ancora una volta, il finto romanziere GL Bonelli ci strabilia.

    Il pregio della storia è sapere inserire un elemento così anti-convenzionale e farlo senza inconvenienti. Tex non è per nulla tradito. Anzi, risalta: prende di petto una situazione della quale si poteva benissimo fregare. Va nel cuore del deserto, più e più volte nella storia fa una serie di azzardi incredibili, rischia veramente la pelle. Se qualcosa va storto stavolta non si torna più indietro.

    Poi gli Arabi, i Tuareg. Trovata ovviamente di spirito salgariano, ed ecco che Tex diventa quell'universo in cui tutto può accadere in nome dell'Avventura. Il fascino dell'impossibile e, perchè no?, delle diverse culture. Già, cosa ci fanno dei Tuareg nel deserto messicano, poco oltre il confine? Sono ex addestratori di cammelli per le millantate truppe cammellate dell'esercito americano, un esperimento fallito. Prego, quella è la porta, si sono sentiti dire gli uomini blu. Soli e persi a un oceano di distanza da casa. Ma si uniscono, in una segreta Medina sulla sierra del Pinacate, agli ordini del Profeta Mohamed, per creare un territorio in cui - in pieni Stati Uniti - non vige la legge se non quella di Allah. L'avamposto della fede islamica in un nuovo mondo da convertire. La carne al fuoco è così tanta da farci tremare la mano. Nota a margine, è roba che sembra scritta oggi.

    Tutto comincia con Tex e i suoi che trovano i resti di una carovana sterminata. Il giorno dopo, seguendo le tracce del gruppo di tagliagole vengono attaccati da uomini in tunica bianca e coperti da grandi cappucci: i Tuareg! I nostri se la vedono brutta e se la cavano con un impervio tuffo nel Colorado. Raccolti a Yuma lungo il fiume, il capitano Blythe racconta loro tutta la storia: chi sono e cosa fanno lì i Tuareg, e della pattuglia del sergente Bond, scomparsa nel nulla. I nostri tornano nel deserto, per acchiappare il leone per la coda.

    Trappola: un grande fuoco ai piedi dei monti Tule. Spazzolati di piombo i tre sicari mandati a vedere, si lasciano i cammelli liberi di tornare al covo. E si prende tutti in contropiede, arrivando là di nascosto. In breve il piccolo campo tuareg è preso. Tex pensa di andare allora dall'amico Cochise a chiedere aiuto. Fatalità, incontra Mateo (nipote del capo Chiricaua) per strada, in perlustrazione: anche a Cochise è giunta voce degli uomini dai mantelli bianchi.

    Occhio che qui sale il numero dei giri: decidono di tornare sui Tule e difendere la posizione. Intanto Yussuf parte da Medina per riconquistare l'avamposto caduto. Ce la fanno i nostri per un pelo. Mentre gli Apaches riescono a respingere gli arabi; Yussuf è catturato vivo e minacciato. Tex dà ad intendere che tornerà indietro.

    Così invece Yussuf torna a riferire a Medina, torna con praticamente l'intero esercito islamico comandato dal principe Ahmed. E Medina resta sguarnita. Già capito cosa si vuol fare? "Se te lo dico ti metti a piangere" (pag.15, n°178), dice Tex a Carson col sogghigno della grande trovata. Sì, esattamente, andare ad espugnare Medina. Contando sull'aiuto a posteriori di Cochise stesso. Ma se qualcosa va storto non si salva nessuno.

    E così fanno, ritrovando la pattuglia di Bond (resa schiava). Drammatica la fine del Profeta: perso il senno si butta in una delle tende che bruciano nella Medina che fu. Tornano Yussuf e Ahmed. Comincia l'assedio. Altro contropiede. Mateo e i suoi vanno e rubano parte dei cavalli, Tex e gli altri scendono all'impazzata dalla sierra. Nonostante tutto, i nostri si trovano presi per sete e circondati all'indomani, in pieno deserto. Ma la notte arriva finalmente Cochise. Il giorno dopo, sono i Tuareg a svegliarsi circondati.

    E adesso? Pam pam bang bang? Sarebbe fumettisticamente spettacolare ma ingiusto. "No! E' già stato sparso molto sangue" (pag.25, n°179). No, Tex va a parlare con Ahmed con la bandiera bianca. Conscio che i Tuareg hanno subito un torto enorme, sono stati ignorati e maltrattati, gli ultimi del mondo. E' da lì che nasce l'ingiustizia. Tex lo sa, distingue torti e ragioni. Offre la pace. Dialoga. Dall'odio che crea una spirale di violenza, con l'ennesimo colpo di mano della storia, passa alla pace e alla comprensione.

    "La storia del mondo è piena zeppa di porcherie commesse nel nome di nobili ideali ma una guerra è sempre sporca, e dietro le belle parole di quelli che la dichiarano si nascondono quasi sempre o l'orgoglio più pazzo o la sete di potere e di gloria" (pag.30, n°179). Se qualcuno ha altro da aggiungere... Non sono proprio solo stupidi fumetti.

    Tex e Carson saranno forse stati (per ignoranza) mille volte irrispettosi di altre culture: i famosi "muso giallo" e "muso di catrame". Ma GL Bonelli mai. In tutta la storia trapela anzi un amore incredibile per una cultura diversa dalla nostra. C'è posto per tutti. Pace è la parola che può mettere tutti d'accordo, lo testimonia Ahmed che torna a casa. Così può sembrare tutto con troppo miele, ma restituire tutta la vividezza delle situazioni bonelliane è veramente un'impresa: la storia è bella per tutto. Messaggio, trama, Tex amante del rischio, dialoghi gustosissimi, fascino, disegni perfetti.
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    Contro tutti i fanatismi
    Non ha mai avuto importanza quale fosse l’elemento scatenante: la religione usata come pretesto dai Daniti per prendersi le terre dei Gentili; una profezia indiana come nel caso di Wovoca; le credenze animiste dei negri del Voodoo inneggianti a Baron Samedi; i folli e ambiziosi sogni di potere dei vari "Grandi Re", sfociati in rivolte destinate alla costruzione di un regno a spese di altri, o di uomini come Mefisto e il Barone de Lafayette che con la magia nera e il satanismo hanno incantato seguaci di ogni razza.
    E nemmeno ha avuto importanza quale fosse la divinità, lo spirito o il demone che questi uomini invocavano quando mandavano i loro seguaci ad uccidere e a morire. Tex ha sempre ritenuto che i fanatici andassero fermati e ha ogni volta agito di conseguenza.

    I fanatici di questa storia sono i Tuareg guidati dal Principe Ahmed, prima ingaggiati dall’esercito americano per istruire i soldati nell’impiego dei cammelli nei territori del sud, poi abbandonati al loro destino dallo stesso Ministero della Guerra dopo che l’esperimento si era rivelato infruttuoso. Inizialmente i Tuareg si vendicano, dandosi ad una sorta di brigantaggio tra gli Stati Uniti e il Messico, ma quando vengono raggiunti in America dal loro profeta Mohamed, le razzie si trasformano in una Guerra Santa.

    I quattro pards, insieme agli Apaches di Mateo, affrontano non poche peripezie per fermare l'avanzata dei cavalieri Tuareg, guerrieri che si dimostrano assai coraggiosi e determinati, in un’avventura che forse non è tra le più riuscite della coppia Gian Luigi Bonelli - Erio Nicolò, ma che andrebbe riletta una volta di più, nella sua versione originale senza censure.
    Perché nell’universo di Tex accade che la guerra sia sempre l’extrema ratio: maledetta da Tex fin dalla sua partecipazione al conflitto che oppose Nord e Sud, la guerra è stata da lui puntualmente evitata in ogni occasione in cui si è trovato a scontrarsi con eserciti di qualsiasi genere o comunque sempre combattuta con l’intento di limitarne la durata ma, soprattutto, il numero delle vittime. In un universo in cui tutto ciò è possibile, può anche accadere che il fanatico si dimostri alfine ragionevole e si riveli un "saggio capo" per i suoi guerrieri - com’è qui il Principe Ahmed - che interpreta la morte del "grande Profeta" come un segno infausto ossia la condanna divina del progetto d’invasione, ma soprattutto ascolta le parole di Tex.

    Del discorso di Tex riportiamo la frase a nostro giudizio più significativa, una sorta di ammonimento valido in tutte le epoche e in tutti gli universi: «La storia del mondo è piena zeppa di porcherie commesse nel nome di nobili ideali ma, a ragion veduta, una guerra è sempre sporca, e dietro le belle parole di quelli che la dichiarano si nascondono quasi sempre o l’orgoglio più pazzo o la sete di potere e di gloria!»

    Note e citazioni
    - Questa è la decima storia illustrata dal maestro Erio Nicolò, uno dei disegnatori storici della saga di Tex.
    - Nell’intervista apparsa a pag.117-118 di Tex (G. Brunoro, A. Carboni, A. Vianovi, Glamour International Production, 1994), Francesco Gamba riferisce del "consistente ed ottimo lavoro svolto in collaborazione con Erio Nicolò" che "non risultò per nulla nella cronologia dei disegnatori di Tex. Diciamo che la fusione del mio lavoro con quello di Nicolò riuscì talmente bene che quando furono rifatti i calendari dei disegnatori, in redazione il fatto passò inosservato e fu attribuita a Nicolò l'intera esecuzione." Non abbiamo trovato conferme riguardo alla storia in oggetto, ma ci pare di ravvisare la presenza di Gamba da pag.70 circa del n.178 in poi.
    - Con una trovata originale Gian Luigi Bonelli aggiunge i Tuareg alla già sterminata geografia umana della sagra di Tex, che contempla - oltre a yankee, messicani e pellerossa - irlandesi, canadesi, cinesi, africani, russi, vichinghi, aztechi, indios, thugs, spagnoli e maya. G. L. Bonelli aveva già "combattuto" gli arabi in alcuni racconti e romanzi degli anni Trenta e Quaranta [cfr. G. Frediani (a cura di), G. L. Bonelli. Sotto il Segno dell’Avventura, allegato all’Almanacco del West 2002, Milano, Sergio Bonelli Editore, febbraio 2002, pag.17-44].
    - Il pennino del maestro Nicolò è estremamente raffinato nel ritrarre alcune scenografie islamiche (gli accampamenti e gli interni delle tende) oltre che l’abbigliamento dei guerrieri, le loro spade e i "famosi" cammelli (Tex, pag.74 del n.177) e nel ritrarre in modo particolareggiato il Principe Ahmed e il suo "braccio destro" Yussuf, i due principali avversari, nonché l’alleato apache Mateo. Affascinanti e dalle movenze eleganti i quattro pards, come sempre efficacemente e singolarmente caratterizzati dal punto di vista espressivo.
    - Nella saga di Tex l’elemento religioso è presente come movente di azioni più o meno violente oppure, al contrario, di comportamenti non violenti (cfr. ad es. i dialoghi tra Tex e i fratelli Glendon in Terra promessa n.146-149) e in invocazioni, preghiere e riflessioni di personaggi secondari (buoni e cattivi). Quanto a Tex e ai suoi pards, la loro posizione di fronte a Dio è del tutto personale; a parte Tiger, che in qualche occasione abbiamo visto invocare Manito o il Grande Spirito, e Carson, a cui sono sfuggite diverse esclamazioni come "Buon Dio!", "Gran Dio!", l’unica storia che reca un riferimento esplicito riguardante Tex è I prigionieri del deserto n.139-141 (meglio conosciuta come Arizona) in cui egli confessa al dottore di conoscere "la Bibbia solo di nome" (pag.11 del n.141). Di Kit si sa che ha frequentato la scuola dei padri missionari di Santa Rita, fatto che induce Padre Felipe ad arguire che "crede in nostro Signore" (cfr. pag.234 del Texone Gli assassini Tex Gigante 12). Ad ogni modo, Tex & pards nutrono un profondo rispetto per le diverse credenze religiose (Tex ha sposato la sua Lilyth con rito navajo) a meno che non sfocino nel fanatismo. Si noti che, pur essendosi confrontati in diverse occasioni con forze occulte e ultraterrene, i quattro pards restano convinti di poterle sconfiggere usando il cervello, la forza e le armi.
    - A pag.43 del n.177 il Capitano Blythe accoglie calorosamente i quattro pards, dicendo: «Tex Willer e i suoi leggendari pards!» Bonelli intendeva riferirsi ai pards quali "leggende viventi" o, più semplicemente, voleva mettere in evidenza le loro qualità eccezionali, straordinarie o comunque note in tutto il West? Non è chiaro, quello che è certo e che si tratta dell’unico uso dell’aggettivo "leggendario" nelle storie gianluigibonelliane, dalle quali manca pure ogni riferimento a Tex in termini di "leggenda".
    - A pag.45 del n.177 il Capitano Blythe chiede a Tex se è al corrente del "famoso esperimento del segretario alla guerra Jefferson Davis che nel 1854 persuase il Congresso ad acquistare dei cammelli per le unità militari stanziate nel sud". Jefferson Davis fu effettivamente segretario alla Guerra degli Stati Uniti dal 1853 al 1857, ma non abbiamo trovato notizie circa tale "famoso esperimento".
    - Non sappiamo se Tex si riferisca a Jefferson quando, parlamentando con il Principe Ahmed, accenna alla "assurda" storia che ha causato sofferenze alla gente berbera "assoldata molto tempo fa dal solito cervellone che si trova sempre fra gli alti gradi degli eserciti" (pag.31 del n.179). Nel primo albo non era mancato poi un riferimento ai politicanti, nello specifico ai "signori scaldasedie di Washington" ai quali "non importa un accidente di quel che succede da queste parti" (pag.52 del n.177).
    - A pag.56-57 del n.177 Kit raccoglie da terra "una catenina a cui sono appese una mezzaluna d’argento e una piccola mano"; un monile simile (con la sola mezzaluna) verrà donato dal Principe Ahmed a Tex "in ricordo" del loro incontro, terminato in pace (cfr. pag.33 del n.179).
    - A pag.73 del n.177 Kit fa l’errore di sottovalutare il Tuareg steso a terra, che egli stesso aveva tramortito poco prima con un pugno, e si gira a parlare verso Tiger; grazie allo sguardo vigile del suo pard, Kit si evita una letale coltellata e non può non accettare di buon grado il consiglio di colui che è stato uno dei suoi maestri di vita: «D’ora in poi, quando qualcuno mostrerà di aver perso i sensi, dagli un’altra botta in testa. Sarà tanto di guadagnato per la tua salute!»
    - A pag.100 del n.177 accade un evento più unico che raro: non solo Carson propone a Tex una scommessa, ma addirittura vince (un dollaro)! Non ne siamo certi, ma nelle storie di Gian Luigi Bonelli questo potrebbe essere l’unico caso di vittoria da parte del "vecchiaccio" o "vecchio furbastro" - come lo apostrofa Tex - e addirittura l’unica volta in cui è Carson a proporre la scommessa. Di solito è Tex a lanciarla e Carson la rifiuta con frasi del tipo «Scommettere con te? Fossi matto!» ;-)
    - A pag.103 del n.177 i nostri incontrano Mateo, nipote del capo Apache Cochise, che a sua volta entrerà in scena a pag.37 dell’albo successivo. Quella di questa storia è l’unica presenza di Mateo nella saga di Tex, mentre vedremo più volte Tahzay, figlio di Cochise. Quest’ultimo, fratello di sangue di Tex, è apparso per la prima volta nell’avventura intitolata L’enigma della lancia n.83 contenuta ne Il passato di Tex n.83.
    - A pag.104 del n.177 Mateo dice a Tex che la "strana storia di uomini venuti da lontano, di pelle nera, e che tenevano la testa avvolta in grandi fazzoletti" diventò nota agli Apaches grazie ad "una donna Papago scappata dal suo villaggio per sfuggire a uno di quegli uomini".
    - Pur avendoli intravisti al lavoro a pag.108 del n.177, è nell’albo successivo che diventa chiaro che i sei uomini impiegati come schiavi nell’edificazione della moschea sono il sergente Bond e la sua pattuglia, scomparsi durante una perlustrazione nel deserto dei Tule (cfr. pag.61 del n.177).
    - A pag.60-61 del n.178 il profeta Mohamed si getta nel fuoco invocando più volte il nome di Allah e immolando la sua vita affinché Egli salvi il "nuovo regno" e stermini "gli infedeli". Da notare che mentre Tex e gli altri raggiungono l’accampamento in fiamme per cercare di salvare il profeta, gli Apaches non intervengono; «Non toccatelo!» dice uno di loro «È un uomo che ha perso la mente.» e una nota di Gian Luigi Bonelli precisa: "Come per diversi altri popoli, anche per gli indiani un uomo impazzito è quasi sacro e non dev’essere ucciso o molestato." Sono degli Apaches i commenti finali, rispettosi dinnanzi alla scelta dell’uomo "sacro": «È andato a raggiungere il suo Grande Spirito!» dice Mateo e un suo guerriero chiosa: «E ora cammina sul sentiero di pace.» (pag.62).
    - Dopo che Tex ha "avvertito" il principe che dalle città e dai forti militari sarebbero partiti "a migliaia" per distruggerli, Cochise lo appoggia promettendo il suo intervento, in quella che sarebbe divenuta un’alleanza tra due popoli che si sono sempre combattuti, il popolo degli Stati Uniti e quello Apache: «E oltre al popolo bianco, vi sarebbero anche tutte le tribù Apaches che, per difendere le loro terre, calerebbero come aquile feroci a respingere nel deserto le terre nere.» (pag.31 del n.179)
    - Benché nella storia siano presenti tutti e quattro i pards, nella copertina del n.177 compaiono Tex, Carson e Tiger, ma manca Kit, personaggio assai poco raffigurato nelle copertine di tutta la saga.
    - Nell’edizione Tex Nuova Ristampa le spettacolari copertine del maestro Aurelio Galleppini hanno subìto diverse modifiche riguardanti l’intensità dei colori, i colori di titoli, sfondi e abiti dei personaggi, la centratura e la relativa riduzione delle immagini, i caratteri e la centratura dei titoli. In particolare, gli sfondi delle copertine degli albi n.177 e n.179, caratterizzate da una policromìa di colori che fa pensare all’alba o al tramonto, cedono il passo a cieli celesti, mentre nella copertina del n.178, le nuvole di polvere che avvolgevano i guerrieri Tuareg al galoppo vengono eliminate e sostituite dal deserto e sullo sfondo, in alto a sinistra, spunta un’altura.
    - Sfogliando l'edizione Tex Nuova Ristampa della storia in oggetto, notiamo diverse altre modifiche rispetto all'originale, a parte il rifacimento dei balloon e molte correzioni e/o aggiunte riguardanti le onomatopee. Riportiamo qui di seguito alcune tra le modifiche più significative:
    n.177: viene aggiunta la seguente frase, fatta pronunciare a Tex: «Sangue del demonio! Un autentico massacro!» (pag.8, vignetta in alto); viene eliminato il commento di Tiger: «Brutto lavoro!» (pag.9, vignetta centrale); le due frasi pronunciate da Carson a pag.13, vignetta in basso («E non è certo un coyote.») e all’inizio di pag.14 «Se almeno ci fosse la luna!» vengono unite in uno stesso balloon, come segue: «E non è certo un coyote, accidenti! Se almeno ci fosse la luna...» (pag.13, vignetta in basso a destra); «Che vuoi fare?» diventa «Cosa vuoi fare?» (pag.24); «Piccolo Falco ha visto?» diventa «Piccolo Falco, hai visto?» (pag.28); "nel 1854" viene sostituito da "tempo fa" (pag.45); l’esclamazione pensata da uno dei Tuareg «Dannazione!» viene sostituita con «?» (pag.69); venendo eliminata la frase di Kit «Ci penso io.», alle frasi pronunciate da Tiger e Carson viene aggiunto il nome di Kit, in modo che sia chiaro che si riferiscono a lui (pag.70); "senza cavalieri" viene sostituito da "senza nessuno in sella" (pag.77, vignetta in basso a destra); viene eliminata la domanda di Carson «Che si fa?», quindi la risposta di Tex «Si impedisce innanzitutto a quei quattro di andarsene.» diventa «Forza! Dobbiamo impedire a quei quattro di andarsene.» (pag.82 vignetta in basso a sinistra); probabilmente per agevolare l’ordine di lettura, visto che Carson si trova a sinistra e Kit a destra, le rispettive battute vengono modificate, di modo che sia Carson a parlare per primo: mentre in origine Kit diceva «Colpo d’avvertimento, gente!» e Carson ribatteva «E guarda come scappano.» ora è Carson a parlare per primo dicendo «Guarda come scappano.» mentre Kit ribatte «Ed è solo un colpo d’avvertimento, gente!» (pag.83, vignetta in alto a destra); il pensiero di Tex «Idiota!» viene sostituito con «Mmm...» (pag.94, vignetta in basso a sinistra); la battuta di Tex «Smettila!» viene sostituita con «Mmm...» (pag.98, vignetta centrale a sinistra); essendo stato eliminato il dialogo nella vignetta centrale a destra, viene spostato in questa vignetta, rimasta "vuota", la domanda che Tex pone a Tanga nella vignetta successiva (pag.98); «Smettila!» viene sostituita con «Mmm..» (pag.98, vignetta centrale a sinistra); la parte iniziale della frase di Tex "E alla svelta. Anche perché altrimenti si corre il rischio di trovarsi di fronte a una vera e propria invasione di fanatici [...]" diventa "Ma quello che a noi interessa è impedire una invasione di fanatici [...]" (pag.99, vignetta centrale a destra); la didascali "Più tardi, quando già annotta..." diventa "Più tardi..." (pag.112 striscia centrale).
    - n.178: "L’esperimento di servirsi di un contingente di truppe cammellate..." viene sostituito con "L’esperimento tentato dall’esercito americano di servirsi di un contingente di truppe cammellate..."; viene eliminata la didascalia "La sorpresa!" (pag.10, vignetta in alto); viene aggiunto il seguente dialogo tra i due Tuareg nella vignetta muta, in basso a destra: «È Yussuf!»; «Avverti il Principe!» (pag.30); «Il nobile Yussuf!» diventa «Yussuf è tornato, nobile Ahmed!» (pag.31); l’incitamento «Avanti!», pronunciato da Yussuf nella vignetta centrale a sinistra, viene spostato e attribuito ad Ahmed nella vignetta a destra (pag.52); forse per agevolare la lettura da sinistra a destra, la battuta iniziale («Woah! ... I cani neri!»), pronunciata dall’indiano posto a destra dell’inquadratura, viene attribuita all’indiano situato a sinistra, mentre la battuta pronunciata dall’indiano a sinistra («Corri ad avvertire Aquila della Notte!») viene attribuita, modificandola («Ugh! Corro ad avvertire Aquila della Notte!»), all’indiano situato a destra (pag.66); un balloon contenente i segni "?!" viene sostituito con «Maledetti!» (pag.80); viene eliminata la risposta che Tex dà al sergente riguardo l’attacco dei Tuareg: «Probabile, sergente, ma non sicuro.» (pag.92, vignetta in alto a destra).
    - n.179: "che sta succedendo" diventa "che cosa sta succedendo" (pag.7); "che succede" diventa "cosa succede" (pag.10); "E intanto che c’è tempo..." diventa "E visto che c’è tempo..." (pag.18).
    - A pag.66 del n.177 dell'edizione Tex Nuova Ristampa la striscia in basso viene ribaltata, probabilmente per agevolare l’ordine di lettura da sinistra a destra e il riposizionamento dei balloons (nella versione originale Tex era il primo a parlare ma si trovava sulla destra).
    - A pag.86 del n.178 dell'edizione Tex Nuova Ristampa il contenuto dell’unica striscia viene "alzato" verso il suo limite superiore, aggiungendo uno strato al muro di cinta (forse per ridurre "troppo" bianco/vuoto lasciato sopra le teste dei personaggi).

    Incongruenze

    Nell’edizione Tex Nuova Ristampa gran parte dei riferimenti alla religione islamica è stata eliminata, riuscendo a fare ancora peggio della riedizione del 2008 de Il massacro di Goldena, dove sono stati eliminati diciannove "Perdio!". Scelta prevedibile, ma nondimeno curiosa, se si considera che il principe Ahmed e i suoi Tuareg conducono una Guerra Santa nel nome di Allah nel bel mezzo del deserto dell'Arizona. Ma i tempi cambiano e di vecchie pellacce linguacciute come G.L. Bonelli non ce ne sono più. Di che cosa abbiano avuto paura alla Sergio Bonelli Editore francamente non sappiamo, ma si sa, in tempi dominati dalla paura meglio eccedere in prudenza. Comunque sia, dato che (purtroppo per la SBE) di numeri originali di Tex Gigante edizione 1975 ve n'è in giro ancora qualche tonnellata, non è difficile procurarsi un'edizione integra e vi rimandiamo a questa pagina per un elenco dettagliato delle censure apportate.
    - Nell’edizione Tex Nuova Ristampa nelle vignette di pag.48, 51 e 52 del n.177 vengono aggiunti i libri sulla cassettiera addossata al muro alle spalle del capitano, mentre nelle vignette di pag.43, 44 e 52 viene eliminato il piccolo quadro posto quasi sopra la cassettiera, che nella versione originale, nelle vignette successive a pag.43 spariva, poi ricompariva in una diversa posizione, tramutandosi inoltre, da pag.44, in una sorta di attestato incorniciato.
    - A pag.45-47 del n.177 viene citato l’anno 1854, nel corso del quale "Jefferson Davis fornì alle unità militari di stanza nelle zone desertiche un centinaio circa di cammelli acquistati in Turchia [...] Con i cammelli erano stati assoldati anche dei Tuareg allo scopo d’istruire i nostri soldati nell’impiego di quelle bestie". Il Capitano Blythe non fornisce precisazioni circa la tempistica dell’esperimento (cfr. pag.46), che comunque fallì, ma precisa che "i Tuareg sparirono del tutto e di loro non si sentì più parlare sino a circa sei mesi fa, quando" [...]. Anche se l’esperimento fosse durato qualche anno, il periodo considerato non è quello canonico - attorno al 1880 - in cui si svolgono le avventure dei quattro pards. Forse è per questa ragione che nell’edizione Tex Nuova Ristampa il riferimento al 1854 è stato eliminato e sostituito con "tempo fa".
    - A pag.96 del n.177 l’indiano papago Tanga dice a Tex che ci sono anche "parecchi mercanti messicani" e dei Papagos ("molto pochi") che abitano nel rifugio sulla sierra del Pinacate. Tuttavia non vi è traccia né degli uni, né degli altri né tra i guerrieri che seguono il principe, né tra quelli che rimangono a guardia degli "schiavi" (cfr. da pag.30 del n.178).
    - Da pag.32 del n.178 compaiono il sergente Bond e i cinque uomini che compongono la sua pattuglia; precedentemente li avevamo visti al lavoro nella striscia centrale di pag.108 del n.177, ma là erano in sette.
    - Per chi scrive rimane un mistero il motivo per cui, nell'edizione Tex Nuova Ristampa, a pag.92 del n.178, vignetta in alto a destra, è stata eliminata la seguente risposta: «Probabile, sergente, ma non sicuro.» che Tex dà alla domanda del sergente: «Sbaglio, o mi sembra di aver sentito parlare di un probabile attacco?», con la conseguenza che la domanda del sergente rimane senza risposta (è lo stesso sergente a riprendere il dialogo nella striscia successiva).

    Frasi
    Tex: «[...] Se dovessero capitarci addosso in molti, dobbiamo conservare la possibilità di sganciarci alla svelta.»
    Carson: «Sbaglio o a tuo padre non va l’idea di lasciar qui la sua pellaccia?»
    Kit: «Pienamente d’accordo con lui, zio Kit. Che gusto c’è a finir sottoterra in un posto dove non c’è nemmeno uno straccio di pianta che faccia ombra sulla propria sepoltura?»
    Tex: «Lo senti? Ha un milione di ragioni, vecchio mio. Non conosco i tuoi gusti, ma se vuoi sapere come la penso, ci vorrei molta erba fresca e un bel po’ di fiorellini sulla mia tomba!»
    Carson: «Esagerato!»
    n.177, pag.66-67
    Carson: «... È gente abituata da sempre a vivere e a muoversi nei deserti, perciò non ci sarebbe da stupirsi se in questo momento fossero già lassù, in attesa di teste da impiombare. [...] Beh?! ... Perché mi guardi così?»
    Tex: «Perché è sempre uno spettacolo vedere la faccia del più gran pessimista apparso su questa terra.»
    Kit: «Ben detto, pa’! Lo zio Kit dovrebbe andare in giro con le tasche piene di zampe di coniglio.»
    Carson: «Zitto, tu, manigoldo. Io non faccio altro che far presente a tuo padre qualche sgradevole possibilità!»
    Kit: «Grazie tante!»
    Tiger: «Niente liti, gente. Il caffè sta per essere servito.»
    Carson: «D’accordo! Ma se certi giovanotti rispettassero i miei capelli bianchi...»
    Tex: «Devo scoppiare in lacrime?»
    Carson: «Tu non piangeresti nemmeno se ti mettessero a tagliare una tonnellata di cipolle.»
    Tex: «Allegro! Il giorno in cui cadrai su un cespuglio di cactus, ti prometto che piangerò come una fontana.»
    n.177, pag.112-113
    Carson: «Sono d’accordo con te, vecchio satanasso.»
    Tex: «Grazie, Mefistofele. È la prima volta che dalla tua bocca non escono previsioni disastrose.»
    n.178, pag.56
    Ahmed: «È dunque senza speranza il sogno del grande Profeta?»
    Tex: «Come tutti i sogni degli uomini troppo ambiziosi, principe Ahmed.»
    n.179, pag.31
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    che cosa imbarazzante- Gian Luigi Bonelli si starà rivoltando nella tomba
     
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    CITAZIONE (stefchoen @ 25/1/2024, 16:56) 

    che cosa imbarazzante- Gian Luigi Bonelli si starà rivoltando nella tomba

    ma veramente
     
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