Un computer ha superato il test di Turing

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.  
    .
    Avatar

    Madre, donna, lesbica. What else?

    Group
    Folk
    Posts
    184,907
    Location
    Culla Bianconera

    Status
    Offline
    Un computer ha superato il test di Turing

    Si chiama Eugene Gootsman ed è riuscito a ingannare un terzo dei giudici, facendo loro credere che fosse un essere umano. Ma non mancano gli scettici

    1402303549_5077973725_bf4ba909ec_b-600x335

    “Propongo di considerare la seguente questione. ‘Le macchine sono in grado di pensare?’. Si dovrebbe iniziare con le definizioni dei significati dei termini ‘macchina‘ e ‘pensiero‘”. Scriveva così Alan Turing, il leggendario pioniere dell’informatica, oltre sessant’anni fa. E, naturalmente, aveva pronta una soluzione. “Si può descrivere una nuova forma del problema in termini di un gioco che chiamiamo ‘gioco dell’imitazione’. Si gioca in tre, un uomo (A), una donna (B) e un interrogatore (C ) […]. L’interrogatore è in una stanza a parte rispetto agli altri due. Lo scopo del gioco per l’interrogatore è di determinare chi tra A e B è l’uomo e chi è la donna. Li conosce solo come X e Y, e alla fine del gioco può dire ‘X è A e Y è B’ oppure ‘X è B e Y è A’”. Perché l’interrogatore non possa aiutarsi ascoltando il tono della voce o la calligrafia, le risposte di A e B dovrebbero essere scritte a macchina. “Ora facciamoci la domanda: cosa succederebbe se una macchina prendesse il posto di A? L’interrogatore sbaglierebbe con la stessa frequenza di errore di quando il test è eseguito da un uomo e una donna? Queste domande sostituiscono la domanda originale: le macchine sono in grado di pensare?”.

    La risposta, finora, era un secco no. Nessuna macchina è mai stata capace di ingannare più di un terzo degli interrogatori umani. Finché non è arrivato Eugene Goostman, un computer – o meglio un cleverbot, cioè un programma in grado di sostenere conversazioni – messo a punto da Vladimir Veselov e Eugene Demchenko. Gootstman, in quella che è già stata definita “pietra miliare nella storia dell’informatica”, è riuscito a superare il test di Turing, convincendo il 33% dei giudici che fosse un ragazzo di 13 anni. È successo davanti a una platea d’eccezione, la Royal Society di Londra, “la casa della scienza inglese, la scena dei più importanti avanzamenti scientifici della storia”, ha commentato Kevin Warwick, della University of Reading.

    Eugene Goostman, in realtà, era già andato vicino all’impresa. Già vincitore del premio Loebner nel 2005, nel 2012 era riuscito a convincere il 29% dei suoi interrogatori che fosse un essere umano. Un ottimo risultato, ma ancora insufficiente per cantare vittoria. Stavolta non c’è stata storia: nel corso delle 150 conversazioni sostenute, risposta dopo risposta, Eugene ha stracciato i suoi quattro concorrenti e ha strappato il consenso a più di un terzo dei giudici. Uno di loro, Robert Llewellyn, ha twittato: “Il test di Turing è stato incredibile. 10 sessioni di 5 minuti, 2 schermi, un essere umano, una macchina. Ho indovinato quattro volte. Piccolo robot intelligente!”.

    “Annunciamo con estremo orgoglio”, ha detto Warwick, “che, per la prima volta al mondo, è stata superata la prova di Alan Turing”. L’evento è avvenuto in concomitanza con il sessantesimo anniversario della morte dello scienziato, che si suicidò dopo essere stato condannato alla castrazione chimica a causa della sua omosessualità.

    In ogni caso, non mancano gli scettici. Il fatto che Gootsman simuli un ragazzo di 13 anni non madrelingua inglese , per ammissione dei suoi stessi creatori, “rende perfettamente ragionevole supporre che non sappia molte cose”. E potrebbe essere stato questo, più che la reale intelligenza del bot, a confondere i giudici. “Tecnicamente è giusto”, commenta io9, “ma fa un po’ meno impressione, dal punto di vista cognitivo. Il computer non sta pensando davvero: è un simulatore sofisticato di conversazioni umane”. Scusate se è poco.

    Fonte
     
    Top
    .
  2.  
    .
    Avatar

    Madre, donna, lesbica. What else?

    Group
    Folk
    Posts
    184,907
    Location
    Culla Bianconera

    Status
    Offline

    No, un “supercomputer” non ha superato il Test di Turing



    Questo articolo vi arriva grazie alla gentile donazione di “sergio.tom*” e “dabogirl” ed è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.

    Impazza ovunque la notizia che un computer, anzi un “supercomputer”, come titola Il Sole 24 Ore, avrebbe superato il mitico Test di Turing, dimostrando quindi di essere dotato d'intelligenza. È una balla spacciata da un ricercatore, Kevin Warwick, già noto per le sue dichiarazioni roboanti e del tutto prive di fondamento scientifico. Il test non è stato affatto superato, nonostante Warwick ne abbia alterato le regole a proprio favore.

    Prima di tutto, facciamo un ripassino veloce di cos'è il Test di Turing. Non ne esiste una definizione univoca, ma il matematico Alan Turing nel 1950 scrisse un celebre articolo, Computing Machinery and Intelligence, in cui proponeva il “gioco dell'imitazione”: un esaminatore conversa liberamente via chat (allora si pensava a una telescrivente) con un computer e con un essere umano. Se non riesce a distinguere quale dei due è il computer e quale è l'essere umano, allora si può concludere che il computer “pensa”, o perlomeno che è in grado di imitare perfettamente il pensiero umano e quindi è intelligente quanto un essere umano. Il test ha molti limiti, dovuti anche all'età: all'epoca l'intelligenza artificiale era un campo inesplorato.

    Quello che è successo invece alla Royal Society di Londra, secondo il comunicato stampa dell'Università di Reading, è che il computer è riuscito a convincere soltanto il 33% degli esaminatori che era un essere umano. Uno su tre. Cito: “Eugene managed to convince 33% of the human judges that it was human.” L'altro 67% non s'è fatto fregare. Questo, a casa mia, non si chiama “superare” un test.

    Non solo: il comunicato stampa dice che il test di Turing prevede che “se un computer viene scambiato per un essere umano più del 30% del tempo durante una serie di conversazioni via tastiera di cinque minuti, allora supera il test” (“If a computer is mistaken for a human more than 30% of the time during a series of five minute keyboard conversations it passes the test”). Falso: Turing non ha mai scritto una percentuale del genere come critero di superamento. Ha invece scritto che il test viene superato se l'esaminatore sbaglia con la stessa frequenza sia quando l'esaminatore deve distinguere fra un uomo e una donna, sia quando deve distinguere fra un essere umano e un computer.

    L'unica cosa che si avvicina a quanto asserito dal comunicato stampa è una previsione di Turing, sempre in Computing Machinery and Intelligence, che entro il 2000 sarebbe stato possibile programmare un computer in modo che “un esaminatore medio non avrebbe avuto più del 70% di probabilità di fare un'identificazione corretta dopo cinque minuti di domande” (“I believe that in about fifty years' time it will be possible, to programme computers [...] to make them play the imitation game so well that an average interrogator will not have more than 70 per cent chance of making the right identification after five minutes of questioning”). Ma non è una descrizione del criterio di superamento del test: Turing si limita a prevedere che fra cinquant'anni l'informatica sarà arrivata a questo livello. Tutto qui.

    In altre parole, il test annunciato sui giornali non corrisponde affatto ai criteri originali enunciati da Turing, che non ponevano limiti di tempo, di argomento o di competenza all'esaminatore. Invece in questo evento:
    – l'interrogatorio è stato limitato a sessioni di cinque minuti (forse ripetute);
    – sono stati scelti alcuni giudici (forse cinque in tutto) non esperti nel valutare software d'intelligenza artificiale (tra cui l'attore Robert Llewellyn, noto come il robot Kryten di Red Dwarf; Aaron Sloman, professore d'informatica presso la University of Birmingham; e Lord Sharkey, che non sembra avere qualifiche nel settore dell'AI, anche se la BBC lo definisce “esperto” in questo campo);
    – è stato detto ai giudici che dovevano decidere se stavano comunicando con un computer che simulava un bambino di tredici anni oppure con un vero tredicenne; ma la scelta di un adolescente equivale a barare, perché impedisce ai giudici di fare domande complesse di cultura o di etica e quindi semplifica molto il compito di imitare un essere umano;
    – è stato inoltre comunicato ai giudici che “Eugene Goostman” non parlava bene l'inglese perché era ucraino: un trucco che permetteva di dare una spiegazione credibile alle sgrammaticature del software, incapace di formare frasi idiomatiche.

    Infatti Time ha pubblicato una trascrizione di un dialogo con il software che avrebbe “superato” il Test di Turing: basta leggerla per notare che il programma non fa altro che produrre frasi preconfezionate, sviando le domande dell'intervistatore. Quando il software non trova nulla di utile nella domanda, risponde “Preferisco non parlare di questo”. Così son capaci tutti: questa non è intelligenza, è pura elaborazione meccanica. In pratica “Eugene Goostman” è un chatbot e nulla di più. Ne potete provare una versione qui (se il sito non è sovraccarico).

    La contraddizione tra le affermazioni del comunicato stampa e la realtà dei fatti è resa particolarmente palese da questo articolo della BBC, nel quale gli organizzatori sottolineano che “le conversazioni non avevano restrizioni” (“crucially, the conversations were unrestricted”) e subito dopo dichiarano che simulare un tredicenne ucraino limitava astutamente la conversazione (“It was very clever ruse to pretend to be a 13-year-old Ukranian boy, which would constrain the conversation”). Decidetevi.

    Non è finita: anche l'affermazione che “nessun computer è mai riuscito a ottenere questo risultato finora” (“No computer has ever achieved this, until now”) è falsa. Già tre anni fa il chatbot Cleverbot aveva convinto il 59% degli esaminatori che era un essere umano. Ben più del 33% di “Eugene”.

    Il professor Warwick, inoltre, è già in sé una garanzia di bufala. Anni fa aveva annunciato di essere il primo cyborg perché s'era impiantato un chip in un braccio (se così fosse, tutti i cani e gatti con microchip sottocutaneo d'identificazione sarebbero dei cyborg). Poi aveva fatto la sparata di annunciare il primo essere umano infettato da un virus informatico: in realtà aveva semplicemente preso un chip contenente un virus informatico e l'aveva inserito nel braccio di un collega. Ne ha dette talmente tante che The Register ha una compilation delle stupidaggini sensazionaliste annunciate da Warwick.

    Una cialtronata in piena regola, insomma, che è indegna della Royal Society e cavalca il sessantesimo anniversario della morte di Turing, causando soltanto confusione nell'opinione pubblica. Non c'è nessuna intelligenza artificiale in arrivo: continueremo a essere circondati dalla stupidità naturale e dall'ingenuità dei giornalisti boccaloni che scrivono di cose che non sanno e pubblicano qualunque cosa senza verificarla. E questo “test” dimostra semmai che se basta così poco per imitare un tredicenne, allora i tredicenni non sono esseri pensanti. Ho qualche dubbio in proposito anche su molti giornalisti.
     
    Top
    .
  3.  
    .
    Avatar

    granatiere granitico
    ♣♣♣♣♣♣♣

    Group
    Member
    Posts
    23,161
    Location
    La prima capitale d'Italia

    Status
    Offline
    https://it.wikipedia.org/wiki/Alan_Turing
    nato oggi
     
    Top
    .
2 replies since 9/6/2014, 12:45   36 views
  Share  
.