Ciclismo: topic unico

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    Marco Pantani con ematocrito alto nel ’98. Ma fu cacciato il gregario Forconi

    L'anno prima della squalifica di Madonna di Campiglio, al posto del Pirata fu spedito a casa il collega grazie a un presunto scambio di provette. Panorama parlò della vicenda nel '99, ma non ci furono reazioni


    Il complotto contro Pantani? Certo che c’è stato. Ma la mala, la camorra e il mondo delle scommesse c’entrano poco; per rispetto della memoria di Marco – e con buona pace di Vallanzasca –i complottisti dovrebbero essere cercati altrove: nei palazzi del Coni, della Federciclismo, degli organizzatori del Giro, dell’Università di Ferrara. Ricordate il professor Conconi? Era il rettore dell’Università di Ferrara cui il Coni aveva affidato, a inizi anni ’80, l’assistenza medica degli atleti di ciclismo, sci di fondo, canottaggio, nuoto e altre discipline. Ingaggiato per combattere il doping, fece invece – per la gioia del Coni – esattamente il contrario: studiò nuove forme di doping e le fece mettere in pratica portando lo sport italiano a trionfi impensabili. Riconosciuto colpevole dei reati contestatigli dal Tribunale di Ferrara (sentenza del 16 febbraio 2004), ma salvato dalla prescrizione, Conconi fu il primo a somministrare Epo a Pantani negli anni dal ’93 al ’95.

    Nel file DLAB sequestrato nel suo computer a Ferrara si vede come nel ’94 l’ematocrito di Pantani passa da 40,7 (prima del Giro) a 54,5 (durante il Giro). Pantani esplode, vince il 4 giugno a Merano, il 5 sul Mortirolo e il 13 giugno, all’indomani della conclusione, il suo ematocrito è da ricovero: 58%. Poi Marco va al Tour e finisce terzo. Al ritorno dalla Francia Conconi lo “testa” e l’ematocrito è assestato a 57,4. Gli sbalzi di valori di Pantani, dovuti al pompaggio di Epo, sono drammatici: come il ricovero al Cto di Torino, dopo la caduta alla Milano-Torino del ‘95, evidenzia (valori oltre il 60%). È triste dirlo, ma Pantani passa tutta la carriera con l’Epo nel sangue: parlare di complotto per il fattaccio di Madonna di Campiglio, il 5 giugno 1999, è quindi una presa in giro. Anche perché Marco, l’anno prima, ha vinto il Giro in modo strano.

    Come ci raccontò Ivano Fanini in un’intervista uscita su Panorama nel 1999, “nessuno sa che anche l’anno prima, al Giro del ’98, Pantani avrebbe dovuto essere mandato a casa. Invece al posto suo fu cacciato Riccardo Forconi, un gregario. Che il giorno dopo, visto che era un mio ex corridore – era stato con me 6 anni all’Amore & Vita – venne a trovarmi in ufficio e mi raccontò tutto: “Hanno fatto uno scambio di provette e hanno mandato a casa me, che alla Mercatone sono l’unico ad avere i valori bassi”. Riccardo era un modesto gregario, uno da 20-30 milioni di lire l’anno. Beh, dopo quell’episodio, e quella squalifica, si è costruito una villa sulle colline di Empoli: e si è fatto una posizione”.
    Per la cronaca: Pantani vinse quel Giro con 1’33” di vantaggio su Tonkov, russo della Mapei. La mattina della cronometro finale, che Pantani corre come una moto (lui scalatore finirà terzo), dopo un controllo a sorpresa di tutta la Mercatone Uno, il gregario Forconi, centesimo in classifica, viene mandato a casa con l’ematocrito oltre i 50: il tutto l’ultimo giorno e prima di una crono in cui non avrebbe nemmeno dovuto aiutare il suo capitano. Strano, non vi pare? Ma non è finita. Dopo l’intervista a Fanini, il giudice Guariniello apre un’inchiesta per fare luce sulla vicenda. Chiede di recuperare la provetta incriminata (di Forconi? Di Pantani?), all’ospedale Sant’Anna di Como dov’è depositata, per stabilire di chi effettivamente sia il Dna. Sorpresa: la provetta non c’è più, è sparita. Guariniello deve archiviare.

    Domanda: se voi vincete un Giro d’Italia e qualcuno vi accusa di averlo fatto con l’inganno, fate finta di niente? Ebbene: dopo l’intervista a Fanini (che fece i nomi dei testimoni del racconto di Forconi, come il ds Salvestrini) non arrivò né a lui né a chi scrive non si dice una querela per diffamazione, ma nemmeno una richiesta di rettifica, di precisazione. Meglio far finta di niente: così magari l’anno dopo il teatrino si ripete nell’indifferenza dei più. Deve averlo pensato, Pantani. Anche la mattina del controllo a sorpresa (sic) all’hotel Touring a Madonna di Campiglio. Christine Jonsson, 37 anni, danese, fu la dama bionda di Pantani negli anni belli e negli anni bui: “Marco si dopava e prendeva la coca – raccontò la fidanzata, che oggi vive in Svizzera, a Hebdo, settimanale svizzero, due mesi dopo la morte di Pantani – stando con lui ho sempre avuto l’impressione che prendesse dei farmaci. Era la sua scelta, pagava di tasca sua i prodotti: diceva che bisognava prendere delle porcherie per avere successo. Aveva sempre dei prodotti in un contenitore di plastica nel frigorifero. Talvolta si faceva delle punture e io lo aiutavo tenendogli il braccio”. Ancora: “Dopo la cacciata dal Giro cominciò a prendere la cocaina: mi chiese di farlo con lui. Ero disperata perché io ho paura delle droghe. Marco ne assumeva delle quantità industriali. La famiglia se ne accorse e pensò che la colpa fosse mia”.

    Ok, per il Fatto è spesso fazioso e ama pescar enel torbido, avvalla molte teorie complottiste, però del vero in questo articolo credo proprio che ci sia
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    Vuelta 2015, c'è da faticare: sono 9 gli arrivi in salita
    Presentata l'edizione numero 70 del Giro di Spagna che si corre dal 22 agosto al 13 settembre. Spicca per difficoltà la tappa 11 con 6 gran premi della montagna di giornata. In totale sono 3374,4 i km della corsa, 44 i gpm

    10 gennaio 2015 - Torremolinos (Spagna)
    È stata presentata ufficialmente a Torremolinos la Vuelta 2015, l'edizione numero 70. La corsa iberica si correrà dal 22 agosto al 13 settembre e avrà la montagna come tradizionale filo conduttore, con 9 arrivi in salita. Spicca per difficoltà la tappa 11, che da Andorra La Vella porterà dopo 138 km a Cortals d'Encamp: sei gpm di giornata, fra i quali la difficilissima ascesa a Collada de la Gallina.



    partenza — La partenza sarà a Puerto Banús, con una cronometro a squadre che porterà dopo 7,4 km a Marbella. La seconda e ultima cronometro sarà nella tappa 17, lunga 39 km e che si svolgerà a Burgos. Il gran finale a Madrid, passerella di 93,7 km per chiudere la corsa. In totale saranno 44 i gran premi della montagna: 2 di categoria speciale (Collada de la Gallina e Ermita del Alba), 15 di prima categoria, 10 di seconda e 17 di terza. Saranno invece 46,4 i km a cronometro. I km totali 3374,4.
    curiosità — Questi i finali di tappa inediti: Caminito del Rey, Vejer de la Frontera, Alcalá de Guadaira, Sierra de Cazorla, La Alpujarra, Cumbre del Sol. Benitachell, Cortals d'Encamp, Fuente del Chivo Sotres Cabrales, Ermita de Alba, Quirós, Riaza, Cercedilla. Salite inedite: Alhaurín de la Torre, Mijas, Rota, Jódar, Puebla de Don Fadrique, Torrevieja, Comillas, Roa, Medina del Campo.
    il percorso — Questo l'elenco delle 21 tappe della Vuelta 2015
    Sabato 22 agosto: Puerto Banús - Marbella (Cronometro a squadre), 7,4 km Domenica 23 agosto: Alhaurín de la Torre - Caminito del Rey 165 km
    Lunedì 24 agosto: Mijas - Málaga, 164,6 km
    Martedì 25 agosto: Estepona - Vejer de la Frontera, 203 km
    Mercoledì 26 agosto: Rota - Alcalá de Guadaira, 182 km
    Giovedì 27 agosto: Córdoba - Sierra de Cazorla, 204 km
    Venerdì 28 agosto: Jódar - La Alpujarra (Capileira), 188,3 km
    Sabato 29 agosto: Puebla de Don Fadrique - Murcia, 186,6 km
    Domenica 30 agosto: Torrevieja - Cumbres del Sol (Benitachell), 168,3 km
    Lunedì 31 agosto: Valencia - Castellón, 152 km
    Martedì 1 settembre: riposo
    Mercoledì 2 settembre: Andorra - Els Cortals d´Encamp, 138 km
    Giovedì 3 settembre: Escaldes-Engordany - Lleida, 172,5 km
    Venerdì 4 settembre: Calatayud - Tarazona, 168 km
    Sabato 5 settembre: Vitoria - Fuente del Chivo (Alto Campoo), 213 km
    Domenica 6 settembre: Comillas - Sotres, 175 km
    Lunedì 7 settembre: Luarca - Ermita del Alba, 184 km
    Martedì 8 settembre: riposo
    Mercoledì 9 settembre: Burgos - Burgos (Cronometro individuale), 39 km
    Giovedì 10 settembre: Roa de Duero - Riaza, 204 km
    Venerdì 11 settembre: Medina del Campo - Ávila, 185 km
    Sabato 12 settembre: San Lorenzo de El Escorial - Cercedilla, 181 km
    Domenica 13 settembre: Alcalá de Henares - Madrid, 93,7 km
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    San Luis: Da Silva in salita. Diaz ha le mani sulla corsa
    Il brasiliano vince la 6a frazione, ai 2.140 metri di Filo Sierras Comechingones. Quintana piegato nel finale chiude 4°

    24 gennaio 2015 - SAN LUIS (Argentina)
    Ci ha provato, Nairo Quintana. Al via della 6a e penultima tappa, la frazione regina del Tour de San Luis, da Achiras ai 2140 metri in vetta al Filo della Sierras Comechingones, il colombiano re del Giro partiva con un ritardo di 1’25” dal leader, l’argentino Dani Diaz, e a 16” dall’altro colombiano Rodolfo Torres. Ma i tentativi, compreso quello nell’ultimo chilometro, per cercare di vincere almeno la tappa, alla fine sono stati vani. Diaz s’è preso il Giro, mentre il successo di tappa è andato al 29enne brasiliano Kleber Da Silva, suo compagno di squadra, che una volta avuto via libera ai 300 metri ha vinto con 2” su Torres, 6” sul suo capitano e 15” su Quintana.

    doppietta — Festa doppia quindi in casa Funvic e trionfo finale dello scalatore di Salta, campione nazionale su strada e vicecampione nazionale a cronometro, già dominatore della corsa di casa nel 2013 dopo il 2° posto dell’anno prima. Nella settima e ultima tappa a San Luis, dedicata ai velocisti, per lui ci sarà infatti la passerella finale. La frazione regina è stata segnata da una fuga di sei corridori, con gli italiani Canola e Cattaneo particolarmente attivi. A metà della salita finale - 16 km, con punte anche al 20% - sono però saliti in cattedra gli uomini di classifica, con Quintana generoso, ma chiaramente ancora in ritardo di condizione. In 14 - tra cui Moreno, Sepulveda, Dombrowski e Danielson - hanno menato le danze in testa fino all’ultimo chilometro, quando l’ultimo attacco di Quintana ha trovato pronti alla risposta solo Torres, Da Silva e Diaz.

    bis prestigioso — “È stata una tappa molto dura, sin dai primi chilometri - ha detto Diaz raggiante per questo bis prestigioso -. L’ultima salita è stata davvero difficile, anche per via del vento, ma la squadra ha fatto un lavoro fantastico, e mi ha facilitato il compito. Non pensavo a vincere anche questa tappa, dopo quelle sugli altri due arrivi in salita. Mi interessava solo la classifica. Quintana è stato un avversario tosto, ma io sono nel momento di forma migliore della mia carriera. Nel finale siamo rimasti in quattro, poi negli ultimi 300 metri il mio compagno Kleber Da Silva ha preso il largo. Tappa e classifica, per noi è stata una grande giornata. Cosa è cambiato rispetto al 2013? Anche allora ero è in grande condizione, ma oggi ho due anni di esperienza in più. Adesso penso soprattutto a riposare, poi andrò al Giro del Messico e cercherò di contribuire a regalare alla mia squadra il primo posto nella classifica Uci americana”.

    occhio ai giovani — L’ultima tappa sarà quasi sicuramente il consueto festival dei velocisti. Partenza e arrivo a San Luis, 112,4 km velocissimi che chiamano Mark Cavendish a ristabilire le gerarchie dopo i due sprint di Villa Mercedes e Juana Koslay in cui si è dovuto inchinare al ventenne pistard colombiano Fernando Gaviria. Le speranze italiane sono riposte soprattutto in Sacha Modolo (terzo in entrambe le volate sin qui disputate), che lo scorso anno vinse proprio l’ultima tappa (ma su un altro traguardo) battendo Sagan. Ma occhio anche ai giovani Jakub Mareczko e Nicolas Marini, ai quali potrebbe giovare il chilometraggio.”.

    arrivo — 1. Kleber Ramos (Bra, Funvic-Sao Jose dos Campos) in 3h10'55"; 2. Torres (Col) a 2"; 3 Diaz (Arg) a 6"; 4. Nairo Quintana (Col) a 15"; 5. Dani Moreno (Spa) a 17"; 6. Sepulveda (Arg)a 22"; 7. Dombrowski (Usa)a 34"; 8. Contreras (Col) a 39"; 9. Vuillermoz (Fra) a 50"; 10. Jaramillo (Col)a 1'23".

    generale — 1 .Daniel Diaz (Arg Funvic-Sao Jose dos Campos) in 20h03'38"; 2. Torres (Col)a 1'05"; 3. Nairo Quintana (Col) a 1'34"; 4. Sepulveda (Arg) a 2'02"; 5. Contreras (Col) a 3'16"; 6. Dani Moreno (Spa) a 3'26"; 7. Messineo (Arg) 5'21"; 8. Dombrowski (Usa) a 5'29"; 9. Jaramillo (Col) a 5'35"; 10 Zakarin (Rus) a 5'39".
     
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    Giro, cronosquadre a Sanremo: vola l'Orica, Gerrans la prima maglia rosa



    La formazione australiana, grande favorita, vola a 54,339 km/h e lancia in rosa Simon Gerrans. Sullo stesso traguardo di lungomare Calvino trionfò nella Classicissima 2012 davanti a Cancellara e Nibali. Big: Contador meglio di tutti, 6'' ad Aru

    09 maggio 2015 - Milano
    L'Orica GreenEdge ha vinto la prima tappa della 98ª edizione del Giro d'Italia, cronosquadre di 17,6 km da San Lorenzo al Mare a Sanremo, con il tempo di 19'26'' (alla media oraria di 54,3 km/h). La prima maglia rosa del Giro 2015 va sulle spalle dell'australiano Simon Gerrans, 34 anni originario di Melbourne, che sul lungomare Calvino di Sanremo aveva già trionfato nella Classicissima del 2012 battendo in volata Cancellara e Nibali.

    i big — Sorride Alberto Contador, secondo con la sua Tinkoff-Saxo a 7'' dall'Orica, terza l'Astana di Aru (19'39'') a 13''. Nella classifica dei migliori, Contador guida con 6'' su Fabio Aru, 12'' su Rigoberto Uran (Etixx-QuickStep) e 20'' su Richie Porte (Sky).

    la seconda tappa — Domani la seconda tappa, Albenga-Genova 177 km, con circuito cittadino di 9,5 km da ripetere due volte. L'arrivo è nel punto in cui si concluse il Tricolore 2007 vinto da Giovanni Visconti.
    la top 10 — L'ordine di arrivo dei primi 10 team della cronosquadre (clicca qui per le classifiche complete):
    1. Orica GreenEdge 19'26"
    2. Tinkoff-Saxo a 7''
    3. Astana a 13"
    4. Etixx Quick-Step a 19"
    5. Movistar a 21''
    6. IAM a 25"
    7. BMC a 25''
    8. FDJ a 26''
    9. Sky a 27"
    10.Katusha a 27"
     
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    Dio non ha mai ordinato a nessuno di essere stupido

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    Giro, Viviani in trionfo a Genova. La maglia rosa a Matthews



    Sontuosa volata del veneto di Sky, al primo successo nella corsa rosa: battuti Hofland e Greipel. La leadership resta in casa Orica, ma passa all'australiano, già maglia rosa nel Giro 2014

    10 maggio 2015 - Milano
    Elia Viviani vince in volata la seconda tappa del Giro d'Italia e conquista il suo primo successo nella corsa rosa. Sul traguardo di Genova il velocista veneto della Sky batte con un sontuoso sprint l'olandese Hofland (LottoNL-Jumbo) e il tedesco Greipel (Lotto Soudal). La maglia rosa resta in casa Orica GreenEdge, ma passa dalle spalle di Simon Gerrans a quelle di Michael Matthews, già in rosa nel Giro 2014 per sei giorni, a partire proprio dalla seconda tappa di Belfast.

    LA GIORNATA — Frazione da due stellette senza particolari insidie. La fuga parte come da copione da Albenga, al km 0: è Marco Frapporti il primo a scattare alle spalle della maglia rosa Gerrans. Alle ruote del bresciano della Androni c’è l’olandese Lindeman (LottoNL-Jumbo), il polacco Owsian (CCC), l’albanese Zhupa (Southeast) e l’altro italiano Giacomo Berlato (Nippo-Vini Fantini). Si compone così un gruppetto di cinque atleti che arriva ad avere quasi 10’ di vantaggio sul gruppo. Dietro non si forzano i ritmi, solo la Lotto Soudal (per Greipel) e la Giant (per Mezgec) si affacciano in testa. Frapporti taglia per primo i due traguardi volanti di Savona e Varazze, sul primo Gpm del Giro 2015 (a Pratozanino, quarta categoria) transita Lindeman.

    Una caduta ai -23 dall’arrivo innescata da Haussler (Iam) penalizza due uomini veloci come Colbrelli e Pelucchi. Un’altra caduta fraziona il gruppo ai -10, quando si è già nel circuito cittadino di Genova e i fuggitivi sono stati ripresi: a farne le spese Pieter Serry della Etixx (si ritira), ma anche Domenico Pozzovivo è costretto a mettere il piede in terra. Il lucano non riesce a riportarsi sul gruppo e al traguardo accusa 1'09'', che diventa 1'50'' nella generale da Contador. Nel frattempo ci si prepara alla volata, con la Lampre che fa partire lo sprint, il favorito Greipel che scatta sulla sinistra ed Elia Viviani che battezza la ruota dell’olandese Hofland. La scelta si rivela azzeccata: il veneto salta l’uomo veloce della LottoNL-Jumbo a 50 metri dal traguardo e va a prendersi la prima gioia al Giro d'Italia. Da segnalare il quinto posto di Alessandro Petacchi nella sua Liguria.

    LA TERZA TAPPA — Domani terza frazione Rapallo-Sestri Levante, 136 km. Arrivo pianeggiante, con gli ultimi 7 km sulla via Aurelia, prima del rettilineo finale a Sestri Levante in viale Mazzini. Ma, prima raggiungere la costa, la tappa si snoda nell’entroterra ligure e attraversa due Gpm: il primo, di terza categoria, in cima alla salita di Colle Caprile (dopo 24 km di strada); l’altro, di seconda categoria, è posto a 1.115 m di quota dopo l’ascesa di Barbagelata (5,7 km, pendenza media dell’8,1%). Qui mancano 43 km all’arrivo, da fare in picchiata verso Chiavari e poi accanto alla riviera ligure. Giornata nel complesso impegnativa: il Giro inizia a fare sul serio.

    L'ordine di arrivo — Questo l'ordine di arrivo della seconda tappa, Albenga-Genova: 1. Elia VIVIANI (Ita, Sky), 177 km in 4h13'18''; 2. Hofland (Ola) s.t.; 3. Greipel (Ger) s.t.; 4. Mezgec (Slo) s.t.; 5. Petacchi (Ita) s.t.; 6. Nizzolo (Ita) s.t.; 7. Matthews (Aus) s.t.; 8. Appollonio (Ita) s.t.; 9. Colli (Ita) s.t.; 10. Tiralongo (Ita) s.t. Tutte le classifiche aggiornate sono disponibili qui.
     
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    Giro, terrore Pozzovivo: cade in discesa. Sta bene, nessuna frattura



    Paura per il lucano: scivola in discesa nella terza tappa del Giro e rimane immobile a terra. Trasportato all'ospedale di Genova, i medici tranquillizzano: "Non ci sono fratture o lesioni importanti, ha anche parlato con la fidanzata Valentina"

    11 maggio 2015 - Genova
    Attimi di paura durante la terza tappa del Giro d'Italia, da Rapallo a Sestri Levante, per una caduta che ha coinvolto Domenico Pozzovivo. Il lucano leader dell'Ag2R, 5° al Giro 2014, è scivolato con l'anteriore picchiando duro contro l'asfalto nella discesa rapida e tecnica di Barbagelata, a 40 km dal traguardo. Subito la situazione è sembrata preoccupante, con il ciclista insanguinato e immobile a terra. Le successive notizie dai responsabili sanitari hanno fortunatamente scongiurato il peggio.

    i medici — "Pozzovivo è lucido e cosciente, respira autonomamente" ha spiegato Massimo Branca, dottore del Giro. Pozzovivo è stato assistito dal rianimatore Fabio Volontè, un'autoambulanza lo ha trasportato nella località di Cicagna e un elicottero del 118 lo ha portato all'ospedale San Martino di Genova. Il lucano è stato soccorso in meno di 40 secondi da un rianimatore, dopo 7 minuti è giunta l'ambulanza. Fondamentale la rapidità di intervento dei responsabili della corsa.

    le sue condizioni — Pozzovivo è arrivato all'ospedale di San Martino alle 17.17 (era partito da Cicagna alle 17.07). I medici hanno spiegato che lo scalatore lucano ha un buon livello di coscienza, 14/15 nella scala Glasgow. Ha avuto una perdita di coscienza pregressa. Da un primo esame ha traumi alla faccia, ferita lacero contusa allo zigomo, trauma cranico. La respirazione è regolare, la pressione buona. Dopo gli accertamenti, Paolo Moscatelli, primario del Pronto Soccorso dell'ospedale ligure ha spiegato: "La TAC è negativa per lesioni encefaliche" ossia non ci sono fratture o altre lesioni importanti. "Ha danni a livello cutaneo - ha continuato il dottor Moscatelli - nella regione sopra e attorno l'occhio destro. Si tratta di una ferita non lineare e non pulita, che ha richiesto l'applicazione di alcuni punti di sutura". Il dottor Moscatelli ha anche rivelato che Pozzovivo ha "salutato affettuosamente al telefono la fidanzata Valentina e le ha chiesto di farsi da tramite per rassicurare tutti i famigliari". Con anche una nota rosa: "Ha utilizzato tutti i vezzeggiativi che si usano in questi casi" ha concluso rassicurante il professore. Per quanto riguarda la dimissione di Pozzovivo dall'ospedale San Martino, questa sarà valutata domani in mattinata.

    LE REAZIONI — Ai microfoni Rai aveva parlato il papà Leonardo, subito dopo l'arrivo della tappa: "Siamo più tranquilli, ma ci sono stati attimi di terrore. Grazie a Dio, ci conforta sapere che è stato sempre lucido". Più tardi ha aggiunto: "Abbiamo avuto notizie dalla fidanzata che è riuscita a comunicare con l'ospedale. Ci ha detto che ha parlato con qualcuno al pronto soccorso e ha sentito la voce di Domenico dialogare con i sanitari: siamo più tranquilli". Il compagno Matteo Montaguti al termine della gara ha spiegato: "Sapevamo solo che Domenico aveva abbandonato ed era stato portato via in ambulanza. Quando sono passato, dopo un minuto, eravamo a grande velocità e l'ho visto a terra. Non sono riuscito a fermarmi, ma non mi sembrava una curva pericolosa, era molto larga, non sembrava brutta. La caduta di ieri a Genova, poi oggi mentre era con i primi e non aveva pressioni, se non è sfortuna questa...". All'arrivo anche un altro compagno di squadra, Rinaldo Nocentini: "Il dottore mi ha detto che sta bene, ha solo battuto il volto. È stata una caduta anomala, gli è partita la ruota anteriore ed è caduto a terra".

    sfortuna pozzo — Domenico Pozzovivo deve così dire addio a un Giro in cui si presentava al via tra i favoriti per la vittoria finale. Un colpo di sfortuna, l'ennesimo nella carriera dello scalatore 32enne, che la scorsa stagione aveva rimediato una frattura di tibia e perone mentre si allenava in Alto Adige: lungo la discesa di Piavenna, sopra Malles, un gatto lo aveva fatto sbandare e finire contro un guard-rail. L'infortunio, successo in agosto, gli aveva precluso Vuelta e Mondiale. In questa stagione, "Pozzo" era tornato alla grande, vincendo la dura tappa di Girona nel Giro di Catalogna davanti a Uran, Contador, Aru e Porte, i rivali nella corsa rosa. Il bis in Trentino, con un attacco andato a segno a 2 km dal traguardo di Fierozzo. Il suo Giro, però, non era iniziato bene. Prima la cronosquadre, dove la sua Ag2R aveva accusato un ritardo di 48'', poi l'inconveniente di Genova, dove una maxi caduta innescata da uno spettatore scriteriato in bicicletta era costata a Pozzovivo oltre un minuto di ritardo, nonché una ferita alla gamba causata dalla corona della bicicletta.
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    Giro, piccolo-grande Formolo: "Dopo tanti piazzamenti una vittoria"



    Il 22enne veronese trova il primo centro da pro' all'esordio alla corsa Gazzetta: "Classifica generale? Sono senza pressioni: quando non le hai riescono le cose migliori"

    maggio 2015 - Milano
    Tutti lo sapevano, tutti lo dicevano, tutti ci scommettevano. Ma doveva ancora vincerne una. E’ successo oggi. E succederà ancora. E’ nata una nuova stella. Davide Formolo è veronese di San Rocco di Marano di Valpolicella, ha 22 anni ed è una rondine di 1,81 per 63, 43 di piede, 40 battiti (anche meno) a riposo la mattina, e nessuno può immaginare dove potrà arrivare. Lontano, comunque. In alto, spesso.

    l'inizio — Ha cominciato a pedalare in famiglia, Davide. Le prime bici in casa Formolo erano quelle del papà Livio e dello zio Sante: bici da cicloamatori della domenica. Poi la mountain bike del fratello Jonathan, quella su cui Davide ha imparato a pedalare: in cortile, il papà gli diceva ‘vai’ e Davide è andato. La prima bici da corsa a cinque anni, la prima corsa a sette, la prima vittoria a 11. Per vincere, Davide è uno di quelli che li deve staccare tutti dalla sua ruota, se possibile anche la propria ombra. E allora salite. E allora astuzie. E allora sorprese. Dalla bici come gioco (“Gli allenamenti erano scuse per andare a rubare le pesche nei campi dei contadini”) alla bici come passione (“Fra junior e under, ero andato a lavorare in un negozio di bici”), fino alla bici come lavoro (“Ma ho rispetto della parola ‘lavoro’, quello in bici è innanzitutto divertimento”).

    la prima — Oggi ha compiuto un capolavoro: lo scatto prima dell’ultima salita, il vantaggio costruito salendo e consolidato scendendo, l’arrivo solitario e trionfante. "Ho deciso di attaccare prima perché se avessi atteso sull'ultima salita forse non ce l'avrei fatta - ha detto il veronese dopo la sua vittoria - Classifica generale? Sono qui al mio primo giro, non ho pressioni: quando non le hai riescono le cose migliori". Nella sua semplicità, dirà che “è stato incredibile”. Non è così. Ma tutti lo sapevano, tutti lo dicevano, tutti ci scommettevano. Anche se non ne aveva vinta ancora una.
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    Giro d'Italia, settima tappa: Ulissi allo sprint, Fiuggi è sua. Contador in rosa



    Il 25enne della Lampre-Merida ha superato allo sprint Lobato (Movistar), terzo Simon Gerrans (Orica). In gruppo lo spagnolo della Tinkoff, invariati i primi tre della generale

    Diego Ulissi (Lampre Merida) ha vinto la 7ª tappa del 98° Giro d'Italia, 267 km da Grosseto a Fiuggi. Dopo oltre sette ore di gara il 25enne toscano ha battuto allo sprint Juan Josè Lobato (Movistar) e Simon Gerrans (Orica). Al quarto posto Manuel Belletti (Southeast), quinto e sesto Enrico Battaglin (Bardiani) e Sonny Colbrelli (Bardiani). Philippe Gilbert (BMC) nono. Per Ulissi, pro' dal 2010, si tratta del primo centro stagionale, il quarto al Giro e il 18/esimo da professionista. Il toscano ha scontato una squalifica di 9 mesi terminata lo scorso 28 marzo: era risultato positivo al salbutamolo (un broncodilatatore) il 21 maggio 2014, al termine dell'11/esima tappa del Giro d'Italia.
    contador in gruppo — Al via 189 atleti, tra questi anche la maglia rosa Alberto Contador. Nella sesta tappa il 32enne spagnolo aveva rimediato una sublussazione alla spalla sinistra in una maxicaduta, e la sua presenza non era scontata. Assente invece Daniele Colli, anch'egli coinvolto nell'incidente di giovedì: il velocista 33enne della Nippo-Fantini si è fratturato l'omero e si è ritirato dalla corsa rosa.

    la tappa — La settima frazione presentava un chilometraggio da classica, ben 264 km. All'inizio di una giornata molto lunga ma senza notevoli asperità (un solo GPM di quarta categoria, a Monterotondo) il gruppo ha lasciato partire una fuga di 4 atleti, nata al chilometro 23: Marco Bandiera (Androni-Sidermec), Nicola Boem (Bardiani-CSF), Nikolay Mihaylov (CCC Polsat-Polkowice) e Pier Paolo De Negri (Nippo-Vini Fantini). Fino a oltre metà tappa l'andatura è rimasta contenuta (dopo quattro ore di gara media di 34.5 km/h), complice il forte vento contrario ma anche, probabilmente, la volontà del gruppo di non fare gara dura date le condizioni della maglia rosa Alberto Contador.


    Alberto Contador lascia l'albergo il giorno dopo la caduta a Castiglione della Pescaia. Bettini

    fuga ripresa — Dopo un vantaggio massimo di 11' sul gruppo i fuggitivi sono stati ripresi a 20 dal traguardo, al termine di un attacco durato 220 chilometri. La tappa verso Fiuggi, sulla carta idonea alle ruote veloci, non ha risparmiato nel finale nomi importanti: l'alta andatura nei settori mossi ha infatti sgranato il gruppo, facendo attardare, tra gli altri, Tom Boonen (Etixx-QuickStep) e Alessandro Petacchi (Southeast). A 2 dal traguardo, sulla salita verso Fiuggi (4% medio), è scoppiata la bagarre tra i treni dei velocisti: a spuntarla è stato il 25enne toscano della Lampre-Merida, Diego Ulissi, che con un potente sprint ha superato lo spagnolo della Movistar Juan Josè Lobato e Simon Gerrans, maglia Orica Greenedge.

    arrivo — 1. Diego ULISSI (Lampre—Merida) 267 km in 7.22'21", media 35.215 km/h; 2. Lobato (Spa) a 0"; 3. Gerrans (Aus); 4. Belletti; 5. Battaglin; 6. Colbrelli; 7. Felline; 8. Bole (Slo); 9. Reza (Fra); 10. Lagutin (Rus).
    classifica generale — 1. Alberto CONTADOR (Spa-Tinkoff Saxo) in 27.48'; 2. Aru a 2"; 3. Porte (Aus) a 20"; 4. Kreuziger (R. Cec) a 22"; 5. Cataldo a 28"; 6. Chaves (Col) a 37"; 7. Visconti a 56"; 8. Landa (Spa) a 1'01"; 9. Formolo a 1'15"; 10. Amador (C.Rica) a 1'18".
    prossima frazione — Sabato ottava tappa, Fiuggi-Campitello Matese (186 km). Dopo l'Abetone, il Giro è al secondo arrivo in salita: GPM di prima categoria, 900 metri di dislivello per i 13 km conclusivi, pendenza media al 6.9% con punte al 12%.
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    Giro, impresa Tiralongo a San Giorgio del Sannio. Contador resta in rosa



    Il 37enne di Avola trionfa dopo oltre 170 km di fuga e diventa il vincitore di tappa più anziano della storia del Giro. Kruijswijk 2°, Geschke 3°. Aru ci riprova, lo spagnolo non molla mai

    17 maggio 2015 - Milano
    Paolo Tiralongo (Astana) ha vinto la nona tappa del 98° Giro d'Italia, Benevento-San Giorgio del Sannio (224 km). Secondo a 21" l'olandese Steven Kruijswijk (Lotto Jumbo), terzo a 23" il tedesco Simon Geschke (Giant-Alpecin). Per il 37enne di Avola, pro' dal 2000, si tratta del secondo centro stagionale, il terzo al Giro d'Italia e il quarto da professionista. Ma il dato più importante è un altro, capace di riscrivere la storia: a 37 anni e 313 giorni Paolo Tiralongo diventa il vincitore di tappa più anziano della corsa rosa, migliorando l'impresa di Giovanni Rossignoli (37 anni e 186 giorni) al Giro del 1920.

    giornata dura — Che sarebbe stata una tappa particolare lo si era già capito dai suoi numeri: 224 km (9 in più rispetto ai 215 programmati in origine), quasi 4000 metri di dislivello, due traguardi volanti, tre Gpm e un profilo altimetrico in pratica quasi sempre mosso. A capirlo sin dalle prime battute - 44.500 km/h la media dopo un'ora di gara - sono stati soprattutto gli uomini della maglia rosa Alberto Contador. La Tinkoff-Saxo ha controllato i tentativi di attacco fino al chilometro 52, quando è nata una fuga formata da 11 corridori: Tiralongo (Astana), Colbrelli (Bardiani-CSF), Moinard (Bmc), Elissonde (FDJ), Herrada (Movistar), Hesjedal e Slagter (Cannondale Garmin), poi Geschke (Giant Alpecin), Belkov (Katusha), Kruijswijk (Team NL Jumbo) e Betancur (AG2R), questi ultimi due già in fuga nell'ottava tappa.

    slagter — I fuggitivi sono transitati al primo Gpm di giornata (Monte Terminio al km 102.8, 2ª categoria: 1°Geschke) con 5' di vantaggio sul gruppo. Trenta chilometri dopo, il Gpm di 1ª categoria di Colle Molella (ancora Geschke primo, nuova maglia azzurra) è rimasto nelle gambe di tutti: degli attaccanti - vantaggio calato a circa 3' - e del gruppo, che sulla seconda importante ascesa di giornata si è sgretolato. Sulla successiva discesa il 25enne olandese Tom Jelte Slagter ha preso il largo dalla fuga. L'atleta della Cannondale-Garmin è transitato da solo al traguardo volante di Lioni (km 156) e a 56 dall'arrivo ha messo da parte 1'45" sugli inseguitori e 5' sul gruppo.

    impresa tiralongo — I conti sono stati regolati dopo circa 210 km di gara sul Gpm di Passo Serra, 3,6 km con una pendenza media dell'8% e punte al 13%. A 15 dal traguardo Slagter ha addentato da solo le dure rampe verso il Gpm (1'45" sui contrattacanti, 5'28" sul gruppo); dietro sono cominciate le scintille tra gli inseguitori con scatti e controscatti, tra i più brillanti Paolo Tiralongo. Nel gruppo maglia rosa Fabio Aru ha attaccato sul punto più duro di Passo Serra, portandosi dietro, oltre al suo compagno di squadra Landa, anche Porte e Contador. Slagter, ripreso ai meno 8 da Tiralongo, si è fatto superare dal 37enne siciliano che si è involato in solitaria verso il traguardo per il suo quarto centro da pro', il terzo al Giro. Dietro di lui, secondo a 21", Kruijswijk; terzo Geschke a 23", che ha fatto sua la maglia azzurra.

    I big sono arrivati in volata ristretta: Aru 10° a 56" da Tiralongo, dopo un secondo Contador (11°) e Porte (12°). Giornata no per Rigoberto Uran, che ha chiuso 28esimo con 1'43" di ritardo dal primo. Nelle posizioni più alte della classifica cambia poco: il 32enne spagnolo resta in maglia rosa, il sardo dell'Astana guadagna 1" nella generale.

    arrivo — 1. Paolo TIRALONGO (Astana) 224 km in 5h50'31"; 2. Kruijswijk (Ola) a 21"; 3. Geschke (Ger) a 23"; 4. Moinard (Fra); 5. Herrada (Spa); 6. Betancur (Col); 7. Slagter (Ola); 8. Elissonde (Fra); 9. Hesjedal (Can) a 27"; 10. Aru a 56"; 11. Contador (Spa) a 57"; 12. Porte (Aus).
    classifica — 1. Alberto CONTADOR (Spa, Tinkoff-Saxo) 38h31'35"; 2. Aru a 3"; 3. Porte (Aus) a 22"; 4. Landa (Spa) a 46"; 5. Cataldo 1'16"; 6. Kreuziger (R.Cec) a 1'46"; 7. Visconti a 2'02"; 8. Uran (Col) a 2'10"; 9. Caruso a 2'20"; 10. Amador (C.Rica) a 2'24".
     
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    Giro, Nicola Boem e le fughe impossibili: "O la va o la spacca, io ci provo sempre"

    A Forlì ha vinto la decima tappa del Giro dopo 200 km di fuga. Veneto, 25 anni, passista. Professionista dal 2013, è l'uomo degli azzardi da lontano: "Il mio ruolo non cambierà"

    19 maggio 2015 - Milano
    Ha un cognome da olandese, Nicola Boem. Il 25enne passista della Bardiani-CSF, però, è italianissimo: i suoi 1,87 per 75 kg vengono da San Donà di Piave in provincia di Venezia (come Moreno Argentin). Boem è professionista dal 2013. Da allora, per lui, due successi. Il primo: la sesta tappa del Giro di Danimarca, lo scorso agosto. Il secondo: la decima frazione del 98° Giro d'Italia, Civitanova Marche—Forlì, conquistata martedì allo sprint dopo una fuga di quasi 200 chilometri. "Era il mio sogno da bambino - ha dichiarato - Ci credevo dall'inizio della corsa di portare a casa una tappa".
    passista da fughe — Boem atleta da volata? Più che altro, il veneto è uomo da fughe, scommesse e azzardi. “Da corse di un giorno, anche da brevi corse a tappe. Comunque da fughe - aveva confessato lo scorso novembre alla Gazzetta - Provarci sempre. O la va o la spacca". Come quella, per dirne una, all'Amstel Gold Race nel 2014: 225 chilometri prima di essere ripreso. O come quella, più fortunata, al Giro di Danimarca, dove se ne andò con altri 12 a 70 dall'arrivo e vinse allo sprint davanti a Valerio Agnoli. Martedì a Forlì lo hanno visto alzare le braccia al cielo dopo una fuga di 200 chilometri. Una sorpresa? Forse sì, ma la sua filosofia per questo 2015 l'aveva anticipata: "Più fughe, più vittorie. E non credo che il mio ruolo cambierà".
     
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    Giro: Zakarin, fuga e vittoria a Imola. Contador conserva la maglia rosa



    Il 25enne della Katusha trionfa nell'autodromo dopo una giornata in fuga: secondo Betancur a 53'', terzo Pellizotti. Distacchi invariati nella classifica generale tra i big

    Dopo 3h55'08" di gara Ilnur Zakarin (Katusha) ha vinto in solitaria l'undicesima tappa del 98° Giro d'Italia, 153 chilometri da Forlì a Imola, 53" davanti a Carlos Betancur (Ag2r) e Franco Pellizotti (Androni-Sidermec). Quarto Intxausti (Movistar), quinto Rosa (Astana). Il 25enne russo, protagonista di una fuga durata quasi tutta la frazione, è pro' dal 2012: per lui, già re lo scorso 3 maggio del Giro di Romandia, si tratta del tredicesimo centro da professionista. Tra i big qualche scintilla, ma senza conseguenze rilevanti per la classifica.

    la tappa — La lunghezza dell'11ª tappa non deve illudere. I 153 chilometri presentano cinque salite (3 GPM) e pochissima pianura prima del circuito finale di 15,4 km (il circuito Tre Monti, di cui una parte nell'autodromo di Imola) da percorrere tre volte. Ore 13 si parte: piove. Dopo il primo traguardo volante (km 7.6, Nizzolo davanti a Viviani e Boem) Intxausti (Movistar), Rosa (Astana), Zakarin (Katusha) e Kruijswijk (Lotto NL Jumbo) attaccano. Al quartetto si aggiungono in sei, Montaguti (AG2R), Hesjedal (Cannondale-Garmin), Rutkiewicz (CCC Sprandi), Betancur (AG2R), Rubén Fernandez (Movistar) e Pellizotti (Androni-Sidermec), per un totale di 10 fuggitivi. Il tentativo impiega un po' a stabilizzarsi e il numero degli attaccanti varia per diversi chilometri. La fuga si compatta solo verso il primo Gpm (Passo del Trebbio al km 24, 3ª cat., 1° Intxausti). Dopo aver scollinato il Valico del Prugno (Gpm 3ª cat. km 70.9, 1° Betancur) la fuga riesce ad accumulare un vantaggio massimo di 4'20" sul gruppo.

    attacco kung — Dietro, a causa delle discese rese viscide dalla pioggia, il gruppo si fraziona in due tronconi, ma i big restano avanti. Verso l'inizio del primo dei tre giri del circuito finale (53 all'arrivo), il vantaggio degli attaccanti cala a 1'44". Il circuito è caratterizzato al centro dalla salita che porta a Tre Monti (Gpm al terzo passaggio sul culmine). Alla testa del gruppo le squadre degli uomini di classifica non si affannano: in fuga il meglio piazzato in classifica è Ryder Hesjedal, ad oltre 6' dalla maglia rosa. L'andatura degli attaccanti non cala e la fuga perde componenti: ai -39 restano in sette, dopo aver salutato Ruben Fernandez, Montaguti e Rutkiewicz. Il 21enne svizzero della BMC Stefan Kung esce dal gruppo ai -35 e si lancia all'inseguimento degli attaccanti, ma il suo tentativo si spegne nei successivi 10 chilometri (ripreso ai -23).

    zakarin — A 500 metri dal terzo e ultimo Gpm di giornata (Tre Monti, km 130, 4ª cat.) il 25enne russo della Katusha Ilnur Zakarin, re dello scorso Romandia, scatta e si lancia all'attacco da solo. La pioggia ha reso pericoloso l'asfalto dell'autodoromo di Imola, e a farne le spese ai -15 è il colombiano Rigoberto Uran (Etixx QuickStep) che scivola, perde le ruote del gruppo e rientra solo dopo una lunga rincorsa tra le ammiraglie.

    L'attacco di Zakarin non perde vigore mentre dietro, tra i big, sono scintille: a 6,5 dal traguardo la maglia rosa Alberto Contador scatta sulla salita dei Tre Monti e trascina dietro di sé, per diversi metri, il gruppo con i migliori. Zakarin completa il suo attacco e arriva sul traguardo di Imola in solitaria conquistando la sua prima vittoria in un grande giro. Dopo l'affondo di Contador tra i big succede poco, e la classifica non cambia: il 32enne spagnolo resta in maglia rosa, secondo Aru a 3". Uran sesto a 2'10"; Porte, dopo i 2' di penalità ricevuti martedì dopo la decima tappa, resta dodicesimo con un ritardo di 3'09". Il 29enne spagnolo Benat Intxausti (Movistar) è la nuova maglia azzurra.

    arrivo — 1. Ilnur ZAKARIN (Rus, Katusha) 153km in 3h55'08"; 2. Betancur (Col) a 53"; 3. Pellizotti; 4. Intxausti (Spa); 5. Rosa; 6. Kruijswijk (Ola); 7. Hesjedal (Can); 8. Paterski (Pol) a 58"; 9. Gilbert (Bel); 10. Lobato (Spa) a 1.02".
    classifica — 1. Alberto CONTADOR (Spa, Tinkoff-Saxo) 46h54'19"; 2. Aru a 3"; 3. Landa (Spa) a 46"; 4. Cataldo a 1'16"; 5. Kreuziger (R.Cec) a 1'46"; 6. Uran (Col) a 2'10"; 7. Visconti a 2'12"; 8. D. Caruso a 2'20"; 9. Amador (C.Rica) a 2'24"; 10. Konig (R.Cec) a 2'30".
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    Giro, Contador show sul Mortirolo. Bis di Landa, Aru crolla: è 3° nella generale



    La maglia rosa dà spettacolo in salita: fora, insegue e stacca il sardo, che arriva con 2'51' di ritardo. Solo Landa tiene la ruota e va a vincere nel finale, prendendosi anche il secondo posto nella generale a 4'02'' da Alberto

    26 maggio 2015 - Milano
    Il 25enne spagnolo Mikel Landa (Astana) ha vinto la 16ª tappa del 98° Giro d’Italia, Pinzolo-Aprica (174 km). Il basco, già re a Campiglio nella 15ª frazione, è arrivato in solitaria con 38” di vantaggio su Steven Kruijswijk (Lotto NL Jumbo) e sulla maglia rosa Alberto Contador (Tinkoff-Saxo). Quarto Yury Trofimov (Katusha), quinto Andrey Amador (Movistar) entrambi a 2’03”. Per Mikel Landa, pro’ dal 2010, si tratta del terzo centro stagionale, il quinto da professionista. Fabio Aru (Astana) ha chiuso settimo a 2’51” dal vincitore al termine di una tappa ricca di colpi di scena. In classifica generale il sardo perde la seconda posizione, occupata adesso dal compagno di squadra Landa a 4’02” dalla maglia rosa Alberto Contador, e passa terzo a 4’52” dal leader. Il costaricano Andrey Amador scende dal podio virtuale: è quarto con un ritardo di 5’48”.

    tappa verticale — Per dirla con i numeri: 177 (i chilometri), 5 (i Gpm), 4500 (i metri di dislivello) e 5 di nuovo (le ore di gara). Per dirla con le parole: Campo Carlo Magno, Tonale, Aprica, Mortirolo e Aprica di nuovo. Comunque la si metta non c’è scampo. Una giornata verticale, lunghissima, in salita sin dalla partenza. Sulla discesa veloce di Dimaro, successiva al primo Gpm di giornata (Campo Carlo Magno, 2ª categoria al chilometro 13,3, Betancur davanti a Pellizotti e Intxausti) si forma un gruppo di dieci attaccanti: Bookwalter (Bmc), Felline (Trek), Pellizotti (Androni), Zardini (Bardiani), De La Cruz (Etixx), Niemec (Lampre), Fernandez (Movistar), Mihaylov (CCC), Hesjedal (Cannondale-Garmin), Armee (Lotto Soudal). I fuggitivi, sui quali rientra Simon Clarke (Orica GreenEdge) a 111 dal traguardo, transitano al Gpm del Tonale (chilometro 55.5, 2ª cat, Ruben Fernandez davanti a Pellizotti) con 1’36” sul gruppo. Ai meno 78 il canadese Ryder Hesjedal saluta i compagni di fuga e procede in solitaria verso il Gpm di Aprica, dove transita con 31” di vantaggio sugli inseguitori.

    furia — C’è la fortuna dei principianti. E poi c’è la sfortuna dei giganti: la maglia rosa Alberto Contador fora in discesa, verso Tirano, a circa 60 km dal traguardo. Il gruppo esplode e si fraziona. Lo spagnolo perde contatto con la banda Aru e in suo soccorso arriva il compagno di squadra Roman Kreuziger. Ricucire lo strappo non è semplice, anche perché l’Astana tira come mai e arriva all’attacco del Mortirolo (45 al traguardo, 1ª cat. Hesjedal ripreso) con un vantaggio di 51” sulla maglia rosa. Facciamo così, dice lo spagnolo, risolvo io. Come sempre. Come ogni volta. Come adesso: all’attacco del Mortirolo Alberto Contador si alza sui pedali e dà il via a un assolo straordinario, fuori sella per dieci, venti, poi trenta secondi. Si risiede appena, rifiata il minimo, rilancia al massimo.
    Davanti Aru non molla e affida le sue preghiere al fedele Mikel Landa che gli fa da pilota, insieme all’olandese Steven Kruijswijk (Lotto NL Jumbo) al comando della corsa. Il sardo, però, ricorderà il numero 42 per un po’: è il chilometro dal traguardo in cui avverte il fiato della maglia rosa dietro di sé, prima della fine degli 11.8 di scalata. Sfuriata finita? Neanche a dirlo. Contador scatta ai meno 40 e lascia Aru sul posto, inseguendo Kruijswijk, intanto in vantaggio, e portandosi dietro solo il connazionale Landa (sì, senza il sardo). I tre vanno via fino allo scollinamento, dove l’olandese Kruijswijk è padrone del Mortirolo davanti a Contador e Landa, poi Trofimov e Hesjedal. Aru (con Andrey Amador) transita con 1’50” di ritardo.

    landa bis — Quando i tre al comando sono a 18 km dall’arrivo, Aru è costretto a cambiare la bicicletta per un problema alla catena (-20). Sull’Aprica bis, a 10 dal traguardo, il sardo resta a 1’38” dal gruppetto Contador e a 1’12” dal terzetto all’inseguimento (Hesjedal, Amador, Trofimov). Ai meno quattro sembra accendersi battaglia tra Contador e Landa, ma dopo una prima chiusura il madrileno preferisce lasciar andare il connazionale, già re della 15/esima tappa, per continuare l’ascesa con l’olandese Kruijswijk. Landa trionfa in solitaria - e centra la prima doppietta di questo 98° Giro d’Italia – precedendo di 38” Kruijswijk e Contador. Il ritardo di Fabio Aru, settimo a 2’51” da Landa, costa la seconda posizione al sardo in classifica generale: ora è terzo, a 4’52” dalla maglia rosa.

    arrivo — 1. Mikel LANDA (Spa, Astana) 177 km in 5h02’51”; 2. Kruijswijk (Ola) a 38”; 3. Contador (Spa); 4. Trofimov (Rus) a 2’03”; 5. Amador (C.Rica); 6. Hesjedal (Can) a 2’10”; 7. Aru a 2’51”; 8. Caruso a 3’16”; 9. Konig (R.Cec) a 3’19”; 10. Betancur (Col).
    classifica — 1. Alberto CONTADOR (Spa, Tinkoff-Saxo) 65h04’59”; 2. Mikel LANDA (Spa) a 4’02”; 3. Fabio ARU a 4’52”; 4. Amador (C.Rica) a 5’48”; 5. Trofimov (Rus) a 8’27”; 6. Konig (R.Cec) a 9’31”; 7. Caruso a 9’52”; 8. Kruijswijk (Ola) a 11’40”; 9. Geniez (Fra) a 12’48”; 10. Hesjedal (Can) a 12’49”.
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    Giro, a Verbania bis di Gilbert. Contador si vendica: rifila 1'13'' a Landa e Aru

    Il belga se ne va solo in discesa e conquista la seconda vittoria dopo Monte Berico. Lo spagnolo dell'Astana cade ai piedi del Monte Ologno, Alberto attacca e lo distanzia. Ora in classifica la maglia rosa ha 5'15'' su Landa e 6'05'' su Aru


    28 maggio 2015 - Milano
    Il 32enne belga Philippe Gilbert (Bmc) ha vinto la 18/esima tappa del 98° Giro d’Italia, Melide-Verbania (170 km). L’ex iridato, già vittorioso a Monte Berico nella 12/esima frazione, è arrivato in solitaria al traguardo al termine di un potente attacco nato a 20 chilometri dalla fine. Al secondo posto a 47” Manuel Bongiorno (Bardiani-CSF); terzo Sylvain Chavanel (Iam), primo in uno sprint di 6 atleti a 1’01” di ritardo. La maglia rosa Alberto Contador è arrivato 12° a 6’05” da Gilbert, con un vantaggio di 1’13” sugli uomini Astana Mikel Landa e Fabio Aru (23° e 24° entrambi a 7'18” da Gilbert). Aumentano i distacchi in classifica generale: adesso Landa insegue a 5’15”, Aru a 6’05”, Amador a 7’01”.

    svizzera — Alle 12.55 il gruppo saluta Melide, vicino a Lugano, in Svizzera, per coprire i 170 chilometri di giornata. La chiave della tappa, piazzata verso la fine (km 134), è il Monte Ologno, Gpm di 1° categoria al 9% di pendenza media con punte del 13%. Verso la fine di una prima ora di gara molto veloce (media 49.5 km/h) al chilometro 44 nasce una fuga composta da 12 corridori:
    Pieter Weening (Orica GreenEdge), Damiano Cunego (Nippo Fantini), Roberto Ferrari (Lampre Merida), Chad Haga (Giant Alpecin), Philippe Gilbert e Amael Moinard (BMC), Francesco Manuel Bongiorno (Bardiani CSF), Rinaldo Nocentini (AG2r La Mondiale), Sylvain Chavanel (IAM), David De La Cruz (Etixx Quick Step), Davide Villella (Cannondale Garmin) e Matteo Busato (SouthEast). Il veronese Damiano Cunego, però, è costretto a salutare fuga e Giro a causa di una caduta: per lui frattura della clavicola. A 70 km dal traguardo gli attaccanti, forti di una composizione ben strutturata, raggiungono un vantaggio massimo di 13’ sul gruppo.

    vendetta rosa — Con Ferrari, Herrada e Felline riassorbiti, i battistrada attaccano il Monte Ologno (chilometro 123) con circa 12’ sul gruppo. Dietro, una corsa mai scontata e ricca di insidie riserva un’altra sorpresa per il gruppo: in una caduta restano coinvolti, oltre all’intera Sky, Bole (CCC) e Broeckx (Lotto Soudal) soprattutto i tre Astana Malacarne, Tiralongo e Landa. Sulla salita di Ologno succede di tutto: il gruppo dei fuggitivi si sgrana e la maglia rosa Alberto Contador presenta il conto Mortirolo al connazionale Landa, scattando in solitaria verso i fuggitivi. Il basco dell’Astana, secondo nella generale, è costretto all’inseguimento in salita con circa 1’ di ritardo sul Pistolero. I battistrada transitano al Gpm in quattro – De La Cruz, Bongiorno, Moinard e Siutsou - mentre Contador, raggiunto da Hesjedal, si vede solo dopo 7’43”, con un vantaggio di 1’07” sul gruppo Landa-Aru.

    bis gilbert — Sulla discesa successiva, lanciata verso il traguardo di Verbania, la corsa esplode letteralmente. A 19,5 dall’arrivo l’ex Campione del mondo Philippe Gilbert, presente nell’attacco della prima ora, raggiunge e supera i battistrada per lanciarsi in un potente attacco in solitaria. Ai meno 10 il belga della Bmc raggiunge un vantaggio di circa 35” sui diretti inseguitori, a 5’54” la maglia rosa e a 1’40” da Contador il gruppo Aru-Landa-Amador. A 5 dalla fine, con l’attacco di Gilbert che non perde di vigore, diventa chiaro che, almeno per oggi, ci sarà da combattere solo per il secondo piazzamento. Per il belga, pro’ dal 2003, si tratta del 65° centro da professionista, il terzo al Giro d’Italia (a segno la prima volta nel 2009, ad Anagni). Manuel Bongiorno arriva con 47” di ritardo, ma la notizia è che la maglia rosa rifila 1’13” ai suoi principali inseguitori, Landa e Aru.
    L'arrivo — 1. Philippe GILBERT (Bel, Bmc) 170 km in 4h04'14"; 2. Manuel BONGIORNO a 47"; 3. Sylvain CHAVANEL (Fra) a 1'01"; 4. Busato; 5. Moinard (Fra); 6. De La Cruz (Spa); 7. Nocentini; 8. Siutsou (Bie); 9. Haga (Usa) a 2'42"; 10. Weening (Ola) a 3'55"; 12. Contador (Spa) a 6'05"; 23. Landa (Spa) a 7'18"; 24. Aru; 25. Amador (C.Rica).

    La generale — 1. Alberto CONTADOR (Spa, Tinkoff-Saxo) 72h23'09"; 2. Mikel LANDA (Spa) a 5'15"; 3. Fabio ARU a 6'05"; 4. Amador (C.Rica) a 7'01"; 5. Trofimov (Rus) a 9'40"; 6. Konig (R.Cec) a 10'44"; 7. Caruso a 11'05"; 8. Kruijswijk (Ola) a 12'53"; 9. Hesjedal (Can) a 13'01"; 10. Geniez (Fra) a 14'01".
     
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    Giro, Aru trionfa a Cervinia. Ora è secondo a 4'37'' da Contador



    Il sardo attacca sull'ultima salita e arriva in solitaria rifilando 1'18'' a Contador e al compagno Mikel Landa. In classifica generale, Aru torna secondo a 4'37'' dalla maglia rosa. Terzo il basco dell'Astana a 5'15''. E domani c'è il terribile Colle delle Finestre

    Dopo sei ore mezza di gara il 24enne sardo Fabio Aru (Astana) ha vinto per distacco la 19ª tappa del 98° Giro d’Italia, Gravellona Toce-Cervinia (236 km) (GUARDA L'ATTACCO). Secondo a 28” il canadese Ryder Hesjedal (Cannondale-Garmin), terzo a 1’10” il colombiano Rigoberto Uran (Etixx-QuickStep). Dietro a 1’18” è arrivato un gruppo di quattro: Kangert (Astana), Kruijswijk (Lotto NL Jumbo), la maglia rosa Contador (Tinkoff-Saxo) e Landa (Astana). Per Aru, pro’ dal 2012 e già re a Montecampione nel Giro 2014, si tratta del secondo centro alla corsa rosa, il settimo da professionista. Il sardo si riprende la seconda posizione in classifica generale, a 4’37” dalla maglia rosa Alberto Contador (Tinkoff-Saxo), ora più vicino di 1’28”. Invariato il distacco di Landa. Il costaricano Andrey Amador non regge la tappa: nella generale è 4° a 8’10” da Contador.

    la frazione — Terzultimo capitolo della corsa rosa. La Gravellona Toce-Cervinia sono i suoi 236 km, i 4800 metri di dislivello, i tre colli di prima categoria raccolti negli ultimi 85 chilometri, ma anche i 150 anni del Cervino (arrivo posto ai 2000 mt.), conquistato per la prima volta il 14 luglio 1865 da un gruppo di sette alpinisti. Una giornata lunga e tortuosa: si parte presto, via alle 10.25. L’attacco buono nasce dopo 36 chilometri di gara, quando a salutare il gruppo sono in nove: Carlos Betancur e Matteo Montaguti (Ag2r), Vasil Kiryienka (Sky), Nick van der Lijke (Lotto Nl Jumbo), Giovanni Visconti (Movistar), Diego Ulissi (Lampre-Merida), Marek Rutkiewicz (CCC Polsat), Esteban Chaves (Orica-GreenEdge), Pavel Kochetkov (Katusha). Dopo una prima ora molto veloce - media superiore ai 50 km/h - al chilometro 86 i battistrada transitano al Gpm di Croce Serra (3ª cat, Betancur davanti a Visconti e Van der Lijke) con 4’08” sul gruppo.

    super visconti — Le cose cambiano nei 20 chilometri al 5,6% del Saint-Barthélemy, asperità di 1627 metri a circa 70 dall’arrivo. Quando mancano 1,5 km al Gpm di 1ª categoria Visconti allunga e conquista in solitaria lo scollinamento. Il colle, tra salita e discesa, rimescola gli equilibri perché all’attacco del successivo Saint-Pantaléon (Gpm 1ª cat, circa 40 all’arrivo) i battistrada diventano cinque: Visconti, Rutkiewicz, Kiryienka, Chaves e Kochetkov. Lungo la salita al comando della corsa resta nuovamente da solo il siciliano, che transita al terzo Gpm di giornata con 1’14” su Kochetkov (dietro al russo Intxausti e Kruijswijk, fuoriusciti intanto dal gruppo). Il ritmo del gruppo maglia rosa non cala mai, perché l’Astana di Fabio Aru prende in mano la corsa e detta un’andatura capace di far fuori tutti gli uomini di Contador, ad eccezione di Basso e Rogers.

    aru di forza — L’ultima asperità è la salita di Cervinia, 19 km al 5%. L’attacco di Visconti, pur restando vivo, paga progressivamente secondi al gruppo che a 16 dall’arrivo insegue a 1’55” con tutti gli attaccanti ripresi. L’impresa del siciliano, quasi 200 chilometri di fuga, termina a 10,7 dal traguardo, quando il gruppo torna compatto e prosegue, Astana in testa, a ritmo sostenuto. A rompere nuovamente gli indugi sono Luis Leon Sanchez e Landa, che allungano e costringono Contador alla chiusura (con lui anche Hesjedal, Aru, Uran, Krujswijk e Konig). A 8 dal traguardo Hesjedal prova il colpo: l’unico a rispondere, 300 metri dopo, è il sardo dell’Astana che scatta (Contador non risponde) e riprende il canadese ai -6,3. Hesjedal si ritrova con il serbatoio vuoto quando Aru rilancia (-6) e prova il colpo in solitaria. Il sardo percorre gli ultimi 5 chilometri di potenza, salendo di rapporto con una cadenza che non perde mai di efficacia. Quando Aru taglia il traguardo scarica tutta la gioia (e la rabbia) accumulata finora, precedendo di 28” un brillante Hesjedal e di 1’10” Rigoberto Uran. La maglia rosa Contador si limita a marcare per tutta la salita la ruota del connazionale Landa, arrivando con lui a 1’18” dal vincitore di giornata.

    arrivo — 1. Fabio ARU (Astana), 236 km in 6h24’13”; 2. Ryder HESJEDAL (Can) a 28”; 3. Rigoberto URAN (Col); 4. Kangert (Est) a 1’18”; 5. Kruijswijk (Ola); 6. Contador (Spa); 7. Landa (Spa); 8. Konig (R.Cec) a 1’21”; 9. Nieve (Esp) a 1’24”; 10. Geniez (Fra) a 2’24”.

    classifica
    — 1. Alberto CONTADOR (Spa, Tinkoff-Saxo) 78h48’40”; 2. Fabio ARU a 4’37”; 3. Mikel LANDA (Spa) a 5’15”; 4. Amador (C.Rica) a 8’10”; 5. Konig (R.Cec) a 10’47”; 6. Trofimov (Rus) a 11’11”; 7. Hesjedal (Can) a 12’05”; 8. Caruso a 12’14”; 9. Kruisjwijk (Ola) a 12’53”; 10. Geniez (Fra) a 15’07”.
     
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    Giro, stupendo bis di Aru a Sestriere. Contador a 2'25'' ma resiste in rosa



    Capolavoro del sardo sull'ultima salita del Giro, a 24 ore dal successo di Cervinia. Lo spagnolo va in crisi sul Colle delle Finestre, ma gestisce il vantaggio. Domani la passerella di Milano che lo incoronerà vincitore

    30 maggio 2015 - Milano
    Fabio Aru vince la ventesima tappa del Giro d'Italia, da Saint-Vincent a Sestriere. Uno stupendo bis, a sole 24 ore di distanza dal successo di Cervinia. Il sardo costruisce il successo sul Colle delle Finestre e piazza l'accelerata decisiva a 2 km dal traguardo. Contador, in crisi sullo sterrato, prende 2'25'' di ritardo ma conserva la maglia rosa per 2'02''. Domani la passerella milanese che incoronerà lo spagnolo, vincitore del suo secondo Giro d'Italia.
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