Lega Pro, dilettanti e serie minori

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    Dio non ha mai ordinato a nessuno di essere stupido

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    Protti e Lucarelli tornano insieme: il Tuttocuoio si veste da... Livorno
    I due ex attaccanti protagonisti in amaranto si ritrovano nella squadra pisana: Cristiano sarà l'allenatore, Igor il direttore sportivo

    19 giugno 2015 - LIVORNO
    Dici Protti e Lucarelli e viene in mente la supercoppia di attaccanti che riportò il Livorno in A nel 2004 dopo 50 anni: Igor segnò 24 reti, Cristiano 29. Il 22 maggio 2005, dopo la partita con la Juventus in un Armando Picchi stracolmo, Protti diede l’addio al calcio dopo una carriera che lo aveva visto vincere la classifica marcatori in A, B e C1. Lucarelli ereditò la fascia di capitano fino al 2007 quando andò allo Shakhtar Donetsk, poi il ritorno in Italia al Parma, ancora a Livorno nel 2009 per poi chiudere a Napoli. Protti e Lucarelli con la maglia amaranto hanno rispettivamente fatto 123 e 102 gol. Appese le scarpe al chiodo, Protti ha fatto l’osservatore (ultima stagione al Catania), Lucarelli l’allenatore (giovanili Parma, Viareggio e Pistoiese in Lega Pro). Le loro strade hanno sempre vissuto parallele, sapendo che un giorno si sarebbero riunite. Nelle scorse settimane la coppia era stata accostata al Livorno: il primo come direttore sportivo e il secondo come allenatore. Una possibilità che aveva fatto sognare i tifosi che speravano nel ritorno a casa dei due figliol prodighi.

    LA SVOLTA — A rimetterli insieme è stato il Tuttocuoio, in Lega Pro, una piccola società molto ben organizzata in provincia di Pisa, con al centro dell’attacco un altro ex attaccante del Livorno, ossia Corrado Colombo. Oggi il presidente Andrea Dolfi e il vice Giuseppe Ciampalini presentano il nuovo d.s. Protti e il nuovo tecnico Lucarelli. E il primo a fare un incoraggiamento a Protti, al debutto come manager, è proprio Aldo Spinelli, presidente del Livorno: «Sono contento per lui, l’avrei voluto prendere anch’io ma l’incompatibilità di carattere avrebbe rischiato di compromettere tutto». Protti e Lucarelli puntano sulla loro sintonia caratteriale per fare grande il Tuttocuoio, sperando forse che qualcuno si debba pentire per non aver creduto in loro. A Livorno tra l’altro saranno in molti che tiferanno per una società pisana e questo è tutto dire: Igor e Cristiano sono e saranno sempre la supercoppia amaranto.
     
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    Parma in Serie D: ora è ufficiale. Apolloni sarà l'allenatore



    La Figc ha dato l'ok aff'affiliazione della nuova società: domani sarà presentato lo staff tecnico che vedrà l'ex difensore in panchina, Minotti responsabile tecnico e Pizzi responsabile del settore giovanile

    27 luglio 2015 - PARMA
    È arrivata la notizia che tutti i tifosi crociati attendevano: Parma avrà una nuova società iscritta al campionato di Serie D. Sarà Il Parma 1913 a rappresentare la città emiliana nel percorso di risalita verso la serie A. La decisione è stata presa nel pomeriggio dalla Figc: Parma 1913 ha avuto la meglio su Magico Parma che aveva comunque presentato tutti i requisiti necessari per intraprendere questo viaggio. Grande soddisfazione da parte del vice presidente Marco Ferrari che, con poche parole, ha manifestato tutto il suo entusiasmo per l’inizio di una avventura così importante: "Finalmente possiamo partire. Non abbiamo tempo da perdere e abbiamo molto lavoro da fare. Forza Parma".

    DA DOVE RIPARTIRE — Il Parma 1913 ha nel suo organico alcuni dei personaggi più amati dai tifosi gialloblù: il presidente Nevio Scala, innanzitutto. Sarà lui a gestire un gruppo di professionisti che vede anche la presenza di Gigi Apolloni nei panni di allenatore, Lorenzo Minotti quale responsabile dell’area tecnica, Fausto Pizzi come responsabile del settore giovanile. Intorno a questi ex atleti che hanno reso il Parma Calcio celebre nel mondo, ci saranno il direttore sportivo Andrea Galassi e il direttore generale Luca Carra.
    GLI INDUSTRIALI — Alle loro spalle alcuni dei più prestigiosi industriali della città. Molti di essi sono entrati in questo progetto a titolo personale. E’ il caso, per esempio, di Guido Barilla (presidente dell’omonima multinazionale alimentare). Con lui anche altri imprenditori di successo come Paolo Pizzarotti, Mauro Del Rio, Giampaolo Dallara e Giacomo Malmesi.
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    Catania, mano più pesante: Lega Pro con penalità di -10 o -12

    Il Tribunale federale pare intenzionato ad alzare la pena rispetto alle richieste dell’accusa. In più una super multa

    15 agosto 2015 - ROMA
    Il Catania sarà condannato alla retrocessione in Lega Pro con una penalizzazione superiore ai 5 punti chiesti dal procuratore Palazzi. L’orientamento del collegio giudicante presieduto da Sergio Artico sembra definito: un handicap a quota 10-12, condito però da una multa record, probabilmente di diverse centinaia di migliaia di euro, proprio per irrobustire la sanzione. Un modo per non smentire l’impostazione "palazziana", arginandone però una traduzione troppo spinta.

    LA "PROPOSTA" — Nel processo sportivo di martedì, Palazzi aveva chiesto ai giudici un "premio", insomma un significativo sconto di pena, in base all’articolo 24. Non un patteggiamento, vietato peraltro per l’illecito sportivo, ma una «proposta» della Procura su cui la difesa del Catania si era impegnata a non fare ricorso in appello: cinque punti e retrocessione in Lega Pro, cinque anni di squalifica per Antonino Pulvirenti, il presidente reo confesso. Tutto in base alla "collaborazione" fornita alla procura federale e immediatamente trasferita da Palazzi, anche fisicamente, ai pm di Catania. Insomma, indicazioni sui nomi dei giocatori coinvolti e sulle responsabilità degli altri dirigenti (soprattutto l’a.d. Cosentino). Materiale che darà vita a un nuovo processo in cui, presumibilmente, le avversarie del Catania nelle partite "incriminate", andranno a giudizio per responsabilità oggettiva.

    PUNTO DI EQUILIBRIO — Il problema, però, è il "peso" e il contesto della collaborazione. Visto che il ruolo e le responsabilità di Pulvirenti erano già emersi dalle intercettazioni e dal lavoro dei magistrati di Catania. Anche da questo nascerebbero le perplessità dei giudici. Per Palazzi, però, lo strumento della "collaborazione" è fondamentale in un paesaggio pieno di omertà, dove si nega tutto pure davanti all’evidenza, e Pulvirenti sarebbe andato ben oltre i nomi già presenti nelle telefonate per le sei(secondo la procura federale, cinque per Pulvirenti) partite comprate. Il punto di equilibrio potrebbe quindi attestarsi su una afflittività più consistente di quella immaginata da Palazzi. Al tempo stesso, evitando la caduta nel burrone prevista dal codice per questo genere di illeciti.
     
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    Il Catania va giù in Lega Pro con un -12. Savona e Teramo in Serie D

    Ecco la sentenza del Tribunale nazionale della Figc in merito all'indagine del calcioscommesse: gli etnei perdono una categoria, 5 anni d'inibizione all'ex presidente Pulvirenti con 300mila euro di multa e 4 anni all'ex a.d. Cosentino. Brindisi escluso da ogni campionato, -5 per il Lamezia, -2 alla Torres. Sanzionato anche il Barletta ma è fallito

    20 agosto 2015 - Roma
    Qualche piccola limatura qua e là, ma la sostanza è la stessa. Come annunciato alla vigilia, l'impianto accusatorio di Stefano Palazzi ha retto alla prova del Tribunale federale. I due collegi giudicanti, entrambi presieduti da Sergio Artico, hanno sostanzialmente accolto le richieste della Procura federale, almeno per quanto riguarda i due processi principali, cercando solo di ridurre la distanza messa in campo dall'accusa tra la scelta di "premiare" le rivelazioni di Pulvirenti e quella di "stangare" le responsabilità di Campitelli e Dellepiane, che invece hanno negato tutto.

    pentitismo — La distanza è rimasta, ma è meno abissale: per le sei partite comprate, decisive a mantenere la Serie B, il Catania viene retrocesso in Lega Pro e condannato a cominciare il prossimo campionato da -12. Al club etneo è comminata anche una multa di 150mila euro, cui vanno aggiunti i 300mila per Pulvirenti, che grazie alle sue ammissioni (su cinque delle sei sfide incriminate) scampa alla radiazione, "ottenendo" cinque anni di squalifica. Condannato, ma a quattro anni, anche l'ex a.d. etneo Cosentino, con ammenda di 50mila euro. Leggermente rimodulate le richieste di Palazzi, più che raddoppiata la penalizzazione (aveva proposto -5) e aggiunta la sanzione record. In sostanza, questa sentenza introduce il pentitismo nella giustizia sportiva italiana: chi collabora ha uno sconto di pena, una filosofia che potrebbe fare strada anche nelle altre discipline (e nei casi di doping, magari).

    batoste — Per Teramo e Savona, invece, non c'è stato scampo: dopo lunghi confronti, Artico ha convinto i quattro membri del collegio giudicante (in modo particolare il relatore non credeva al consapevole coinvolgimento dei presidenti) della validità dell'impianto accusatorio di Palazzi, incentrato sulle responsabilità dirette dei due club (sulla combine della sfida nessuno aveva dubbi). Perciò, Teramo e Savona vengono condannati alla Serie D, con un'ammenda di 30mila euro, ma senza penalizzazioni (Palazzi aveva chiesto -20 e -10). I due presidenti, Campitelli e Dellepiane, vengono invece condannati a 4 anni di inibizione e a pagare ciascuno una multa di 100.000 euro. Per i tifosi abruzzesi una beffa inimmaginabile: pochi mesi fa avevano realizzato il sogno di sbarcare per la prima volta in Serie B e ora, solo dopo averla accarezzata, ripiombano mestamente tra i Dilettanti.

    appello — Per tutti tra una decina di giorni i processi di secondo grado presso la Corte d'appello federale. Entro lunedì le difese dovranno presentare gli eventuali ricorsi. Teramo, Savona e anche il Catania (nonostante lo sconto) hanno già ufficializzato che presenteranno appello.

    le altre — Il Brindisi è stato escluso dai campionati, il Lamezia si salva e riparte da -5 nel prossimo campionato di Lega Pro (con 25.000 euro di ammenda): il Messina, quindi, resta in D. Penalità di 3 punti al Barletta (ma tanto è fallito e la nuova società riparte comunque dall'Eccellenza). Alla Torres -2 punti e 25.000 euro, quindi anche la Pro Patria non viene ripescata.
     
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    Il nuovo Parma debutta al Tardini: 2-2 col Pontedera e grande festa

    A 3 mesi di distanza dall'ultima gara in Serie A, i gialloblù, ora allenati da Apolloni, pareggiano in un'amichevole prima dell'inizio del campionato di Serie D. Bandiere e striscioni in curva, 1.300 spettatori, ovazione per Alessandro Lucarelli

    sto 2015 - PARMA
    A tre mesi di distanza dall'ultima gara interna giocata in serie A, lo stadio Ennio Tardini torna ad accogliere una partita del Parma, non più "F.C." ma con la denominazione "1913". Allora i ciuffi d'erba furono calpestati da Mirante, Cassani, Mauri e Nocerino, oltre che da Luca Toni, futuro capocannoniere del campionato e protagonista di quel 2-2 finale con una doppietta per l'Hellas Verona.

    IL MATCH — L'amichevole contro l' U.S. Città di Pontedera, formazione che militerà nel campionato di Lega Pro, è l'inizio di una nuova storia con protagonisti diversi. Un inizio che lascia ben sperare: gli emiliani, infatti, hanno pareggiato contro i più quotati avversari toscani. Due a due il punteggio finale. Il primo tempo è terminato 2-0 per i padroni di casa, grazie alle reti di Musetti (5') e di Melandri (34'). Nella ripresa, pareggio degli ospiti che, nel giro di sei minuti, hanno accorciato le distanze con Della Latta (20') e hanno riequilibrato il match con Scappini (26') su rigore.

    ATMOSFERA — Curva che ha incitato la squadra senza sosta, bandiere che hanno riempito le prime file della "Nord", applausi convinti dalla tribuna centrale: l'entusiasmo, evidente sugli spalti (circa 1.300 spettatori), si è trasformato in grinta, carattere e belle giocate in campo. Il calcio biologico tanto esaltato dal presidente Nevio Scala, ha radici forti e sembra abbia già attecchito sul terreno parmigiano. Il 4-2-3-1 scelto dal tecnico Luigi Apolloni ha regalato fantasia e imprevedibilità in zona d'attacco, senza far soffrire eccessivamente la retroguardia guidata da Alessandro Lucarelli, meritatamente omaggiato dal pubblico con una standing ovation al 17' della ripresa, in occasione della sostituzione con Lorenzo Saporetti.
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    PRIMA GIORNATA

    GIRONE A


    Pro Piacenza - Pordenone 1-1
    Reggiana - Padova 1-1
    AlbinoLeffe- Sudtirol 0-1
    Giana - Lumezzane 2-1
    Bassano - Cremonese 1-1
    Cittadella- Cuneo 2-1
    Mantova- Renate 1-0
    Alessandria- FeralpiSalò 1-2
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    Seconda Giornata

    GIRONE A

    Cremonese - Pavia 1-0
    Sudtirol - Mantova 2-1
    Pordenone - AlbinoLeffe 1-0
    Padova - Pro Piacenza 2-0
    Lumezzane - Reggiana 0-2
    FeralpiSalò - Bassano 1-2
    Renate - Giana 1-1
    Cuneo - Alessandria 0-1
    Mantova - Renate 1-0
    Alessandria - FeralpiSalò 1-2

    GIRONE B

    Rimini - Spal 0-1
    Carrarese - Santarcangelo 1-1
    Prato - Ancona 0-1
    Pistoiese - Robur Siena 0-0
    Arezzo - L'Aquila 0-1
    Pontedera - Tuttocuoio 0-0
    Lucchese - Lupa Roma 3-0
    Santarcangelo - Arezzo 1-1
    Spal - Lucchese 3-0
    Robur Siena - Carrarese 1-1

    GIRONE C

    Juve Stabia - Lecce 0-1
    Casertana - Melfi 1-0
    Foggia - Catanzaro 1-1
    Fidelis Andria - Matera 3-0
    Martina - Paganese 1-1
    Lupa Castelli R… - Benevento 1-1
    Lecce - Fidelis Andria 1-3
    Melfi - Juve Stabia 2-0
    Ischia - Lupa Castelli R… 1-0
    Matera - Akragas 1-0
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    LEGA PRO, Cuneo corsaro sul campo della Reggiana.

    Sorpresa nel posticipo della 10^ giornata del Girone A della Lega Pro. Il Cuneo va a vincere sul campo della più quotata Reggiana, terza forza del campionato, e si allontana dalla zona calda della classifica. Finisce 1-0 per gli ospiti grazie alla rete dell’attaccante Ruggiero al 34’ del primo tempo.

    Con questa vittoria, i piemontesi salgono a 13 punti, a -6 dai granata, che restano fermi a quota 19.
     
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    Buffon, guai alla Carrarese. Stadio chiuso e fallimento?

    Dopo lo spettro reale della liquidazione, per il club (di cui il portiere è ormai solo socio di minoranza) oggi anche l’ordinanza del sindaco per riaprire il Comunale “sbarrato” dal presidente Tartaglia

    9 dicembre 2015 - Milano
    Bene sul campo, malissimo fuori. E’ la doppia vita cui è costretta in questo periodo la Carrarese allenata da Gian Marco Remondina, quinta in classifica in Lega Pro con 21 punti (la Spal capolista ne ha 30) ma, dal punto di vista societario, quasi irrimediabilmente prossima alla liquidazione. A questo amaro destino, figlio delle divisioni ormai insanabili tra l’azionista di maggioranza Raffaele Tartaglia (detiene il 70%) e la Gvg Immobiliare di Gigi Buffon (30%) da cui l’attuale patron aveva rilevato il pacchetto delle azioni la scorsa estate, si è aggiunta oggi allo stadio Comunale la “disfida dei cancelli”. Di che cosa si tratta: dopo il comunicato, apparso sul sito del club, in cui Tartaglia comunicava che “a partire da oggi e fino alla partita di lunedì 14 dicembre contro il Pontedera, gli allenamenti in programma della prima squadra si svolgeranno a porte chiuse”, il sindaco Angelo Zubbani ha infatti firmato un’ordinanza - motivandola con problemi di ordine pubblico e notificata alla società da un capitano dei vigili urbani – per disporre l’immediata (ri)apertura dei cancelli di entrata della tribuna dell’impianto per consentire ai tifosi di assistere agli allenamenti della squadra.

    Un’altra giornata pesante, dunque, per il club toscano, per il quale i sindaci revisori hanno preannunciato l’istanza alla presidente del Tribunale di Massa, Maria Cristina Failla, che nominerà un liquidatore appena l’istanza verrà depositata. Il liquidatore gestirà la fase ordinaria della società, dovrà chiamare alla ricapitalizzazione i soci (Tartaglia e la Gvg) e trovare nuovi soggetti disposti a farsi carico dell’attività del club. In caso contrario, la Carrarese chiuderà.
     
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    Olbia-Torres, aggrediti e rapinati tre giocatori ospiti dopo la partita

    Dopo il successo per 2-0, tre sassaresi si erano allontanati dal resto della squadra per raggiungere l'auto della fidanzata di uno di loro

    07 GENNAIO 2016 - MILANO
    Sul campo era finita col sorriso per il successo, fuori è stato un post-partita da dimenticare. Olbia-Torres, partita del campionato di Serie D disputata in un blindatissimo stadio Bruno Nespoli e finita 0-2, si è chiusa ieri sera amaramente per tre giocatori della squadra ospite che si sono allontanati dal presidio di sicurezza e sono stati aggrediti e rapinati da cinque trentenni mentre andavano a prendere l'auto parcheggiata in via Tasso.

    IL FATTO — La partita era finita da quasi mezz'ora quando, mentre le forze dell'ordine presidiavano l'area attorno allo stadio olbiese, tre giocatori con la tuta della squadra si sono allontanati dal resto dei compagni, che salivano sul pullman, per raggiungere la vettura della fidanzata di uno dei giocatori. Mentre camminavano, alle 17.15, sono stati avvicinati da un gruppo di cinque trentenni che li hanno spintonati e strattonati, strappando di mano a uno di questi anche uno zainetto con all'interno un iPad e del denaro. Sul posto sono accorsi gli agenti del Commissariato di Olbia che hanno avviato le indagini.
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    Foggia, preparatore atletico squalificato per un morso a un avversario

    Ennesimo caso di "cannibalismo" nel mondo dello sport: un giocatore del Matera è stato vittima di un morso da parte del foggiano Marco Marcattilii, al quale il giudice sportivo ha inflitto una squalifica di due giornate

    16 FEBBRAIO 2016 - MILANO
    Da Tyson al recidivo Suarez: sono tanti i "cannibali" nel mondo dello sport. L'ultima vittima, un calciatore del Matera, al quale il preparatore atletico del Foggia, Marco Marcattilii, ha morso un braccio "nell'ambito di un principio di colluttazione fra tesserati". Inevitabile la sanzione da parte del giudice sportivo, che ha punito il gesto con due giornate di squalifica, dopo il pareggio per 2-2 tra Foggia e Matera (Girone C di Lega Pro, 5/a giornata di ritorno).
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    Lega Pro, Messina città dei sospetti: il patron caccia il portiere

    Sul 2-2 con la Paganese ombre di combine: vittorie per 500mila euro. Il presidente Stracuzzi: "Berardi mi fa pensare male, non giocherà più"

    17 FEBBRAIO 2016 - MESSINA
    "Che Dio ci benedica". E sì che ce n’è bisogno, presidente. Natale Stracuzzi saluta così, pastore evangelico che ci accoglie nel suo cantiere navale all’ora di pranzo. Il mare monta, quasi vorrebbe entrare dalla finestra, i 19 gradi in fondo neppure sconsiglierebbero la visita. C’è il sole, ma qui l’unico flusso che pare interessare è quello anomalo delle scommesse. Cinquecentomila euro: a tanto ammonterebbero le vincite sospette, molte delle quali "locali", su Messina-Paganese di domenica, finita come previsto da Federbet. Tre le giocate che hanno acceso i riflettori: l’X finale, il 2-2 come risultato esatto e la combinazione parziale-finale 2-X. Quest’ultima quota, da un iniziale 12, si era via via più che dimezzata.

    DENUNCIA CONTRO IGNOTI — La storia è complicata, perché c’è di mezzo un autogol di un ragazzo della Paganese neppure 18enne, Piersilvio Acampora, entrato in campo neppure due minuti prima. "Dobbiamo proteggerlo, meglio che non parli – ci dicono dalla Paganese – Ma perché questa storia vi interessa?". La gara è al centro di una polemica tra Sportradar, concessionario della Lega Pro per il match fixing, e Federbet, che con la Lega Pro non collabora. Ma, al netto della polemica, il 2-2 si è effettivamente consumato. Il peccato di pensare male l’hanno fatto in tanti, se avranno pure azzeccato ora sta alla Procura federale e alla Procura della Repubblica stabilirlo. Quest’ultima ha ricevuto ieri una denuncia contro ignoti dal presidente del Messina. La procura federale, invece, ha inviato i suoi ispettori: domenica mattina hanno bussato alla porta dei giocatori della Paganese ("Ci hanno svegliato in albergo", ha rivelato il tecnico Grassadonia, ex Messina) e poi sono andati nel ritiro dei siciliani. Dopo il match hanno interrogato i team manager, i capitani e gli allenatori: "Mi hanno chiesto se conoscevo qualcuno degli avversari. Ho risposto di sì, ne ho allenato più di uno – ci spiega Raffaele Di Napoli, tecnico del Messina – Ma cosa vuol dire? Se dovessi avere anche solo un sospetto verso uno dei miei giocatori, non potrei più fare questo mestiere".

    I SOSPETTI — Ma il sospetto è una debolezza umana. "Lo sa che ho rimandato il viaggio a Bucarest per lei?", ci fa Stracuzzi. Grazie presidente. "Ma l’ho fatto anche perché oggi (ieri, ndr) ho presentato una denuncia contro ignoti. Devo tutelarmi". Della serie: fidarsi è bene, non fidarsi è meglio. "Io posso garantire al 100% solo per me stesso. L’autogol è stato assurdo. E alla fine Barilaro perché non ha tirato in porta? Ma no, lui è un ragazzo d’oro". E allora? "Guardi, io non posso mica dire che sia stato questo o quel giocatore. Però sono un ex portiere. E chi mi fa pensare male è Berardi, per il primo e il secondo gol. Nelle gare con i campani fa errori bestiali. Ma presto non sarà più un problema: sto prendendo un portiere che viene dalle giovanili del Real Madrid (è Miguel Angel Martinez, classe 1995, ndr), giocherà lui". Stracuzzi ha l’aria stanca. "Posso sospettare anche dell’arbitro, in verità... Ma il punto è che con il Messina ci ho rimesso 700 mila euro: sono pronto a mollare, il vice pastore della mia chiesa mi ha detto che c’è un gruppo di Treviso interessato. E il 25 incontro pure una cordata svizzera".

    FLUSSI — Squarci di futuro. Il presente è il Celeste. È Carmine Giorgione, il capitano. "La combine non esiste, garantisco io". L’allenamento è appena finito, le sue due gemelline giocano con il telefonino. Lui ci guarda: "Tutti quelli che sono qui danno l’anima. Ci alleniamo su un campo che non ha più l’erba, ci sono state settimane in cui non avevamo neppure la magliette". Eh, ma non è che qualcuno è caduto in tentazione? "Non ci credo". Però è la quarta volta in stagione che una partita del Messina viene segnalata, dopo Martina, Benevento e Casertana. "Forse Baranca vuole estorcermi una collaborazione", fa Stracuzzi. Francesco Baranca è il presidente di Federbet. Che le collaborazioni a un club di Lega Pro le fa pagare 500 euro al mese. "Sembra sia colpa mia, ma io ho solo anticipato quello che sarebbe successo", sostiene. "Noi preferiamo agire nel silenzio – ribatte Marcello Presilla, responsabile per l’Italia di Sportradar – Anche noi abbiamo segnalato la gara, il flusso in effetti è stato importante. Ma l’abbiamo fatto in silenzio, così si salvaguardano le indagini". Restano quei 500 mila euro vinti. "Lavoreremo ancora più in profondità, per debellare il fenomeno – fa Gabriele Gravina, presidente della Lega Pro – Si parta dall’educazione dei bambini". Dall’Abc, direbbe Franco Scoglio. Che non sarà orgoglioso di sapere che questo Messina-Paganese è stata la prima partita con lo stadio intitolato a lui. Lui che da queste parti allenò Franco Caccia, squalificato per 5 anni nel calcioscommesse del 1986. Giusto trent’anni fa.
    (ha collaborato Piero Rizzo)
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    L'allenatore razzista insulta un avversario. E il club lo esonera

    La decisione è stata presa dal Teglio Veneto, società di Seconda categoria. Il tecnico Paolo Moretto era stato protagonista di insulti a sfondo razziale nei confronti di un calciatore avversario. Per questo il giudice sportivo lo aveva squalificato fino al 30 giugno 2016

    26 FEBBRAIO 2016 - MILANO
    Gli insulti razzisti rivolti a un giocatore avversario sono costati molto cari a un allenatore di Seconda categoria, Paolo Moretto, ormai ex tecnico del Teglio Veneto, paesino vicino Portogruaro. Moretto, nel corso del match contro il Pramaggiore di domenica scorsa, aveva offeso ripetutamente un calciatore rivale con epiteti a sfondo razziale e per questo era stato squalificato dal giudice sportivo fino al 30 giugno 2016.

    COMUNICATO — Ma la novità è la reazione del club, che ha esonerato il tecnico con un duro comunicato apparso sulla propria pagina Facebook: "La Società appoggia pienamente la decisione e condanna nel modo più assoluto ogni tipo di atteggiamento discriminatorio di origine razziale. La decisione di esonerare l'allenatore è stata maturata già nelle ore immediatamente successive all'incontro di domenica, in quanto il comportamento tenuto dal tecnico nei confronti degli avversari di domenica scorsa non rispecchiava i valori di lealtà e rispetto che la società ha sempre sostenuto e diffonde da sempre in maniera decisa nel mondo dello sport e non solo".
    IMMAGINE — Nelle scorse ore il Teglio Veneto ha aggiornato l'immagine di copertina della propria pagina Facebook: adesso fanno bella mostra di sé due mani, una bianca e una nera, che si stringono, con il logo della società e la scritta "No to racism".
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