Sei Nazioni 2016

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    Rugby, Sei Nazioni: Francia-Italia 23-21. Italia da urlo, ma il coraggio non basta

    Grandissima prova di sfrontatezza azzurra allo Stade de France con la vittoria dei ragazzi di Brunel che sfuma all'ultimo secondo col drop sbagliato da Parisse, in meta come Canna. Per la Francia a segno Vakatawa e Choly, ma gli uomini di Noves sono stati messi in totale confusione dagli avversari in un match pieno di errori dettati dalla frenesia

    6 FEBBRAIO 2016 - PARIGI (FRA)
    Vince la Francia (23-21), l’Italia dei tanti giovani stupisce, dominando tre quarti di match (18-10 al 60’, 21-20 al 74’) e sognando fino al fischio finale, quando Parisse – a tempo abbondantemente scaduto – sbaglia un drop della disperazione. Gli azzurri mai hanno vinto su qusto prato: negli otto precedenti di Sei Nazioni hanno perso con uno scarto medio di 21,1 punti e la volta che è andata meglio di 12 (25-13 nel 2008). Insomma, bene come questa volta, mai. Insomma, c’è un futuro. Per quanto banale possa apparire, nel pomeriggio transalpino, vincono anche lo sport e la civiltà. Parigi e lo Stade de France, 85 giorni dopo gli attentati terroristici del 13 novembre, tornano nella loro dimensione più consona. A città e stadio, con il primo match del Torneo 2016, viene restituita un po’ di normalità. Le misure di sicurezza non sono eccessive, i controlli nella norma. C’è molto ordine, nessun eccesso, tutto fila liscio e all’interno dello stadio – anche se un po’ meno di altre volte – c’è il solito clima festoso, con anche le immancabili bande musicali in curva.

    LA PARTITA — Lo spettacolo in campo non sempre è di altissimo livello, va detto. In entrambe le formazioni titolari ci sono quattro esordienti: per l’Italia sono presto cinque, perché Van Schalkwyk rimpiazza Zanni per dieci minuti (sostituzione temporanea) e saranno sei, con Zanusso per Lovotti negli ultimi 15’. La partita, a tratti, è a ritmi lenti. La Francia, nonostante da allora molto sia cambiato, allenatore compreso (ora in panchina c’è l’espertissimo Guy Noves) sembra ancora risentire del pesantissimo k.o. subito nell’ultima uscita, un’umiliazione firmata All Blacks nei quarti di finale del Mondiale. L’Italia, comunque, ha il grandissimo merito di tener testa a una squadra sulla carta ben più attrezzata. C’è freschezza, voglia di esplorare gli spazi, il tentativo di imporre gioco (come vuole Brunel), una mediana di personalità (Gori-Canna) e trequarti frizzanti, con Campagnaro su tutti e una mischia solida.

    PRIMO TEMPO — Arrivano proprio dal piede dell’apertura i primi punti del Torneo: Gori due volte apre il pallone da raggruppamenti e il beneventano, al debutto da titolare, alla seconda occasione si inventa uno splendido drop centrale da poco meno di trenta metri. E’ l’8’. La replica francese non si fa attendere a lungo, solo sei minuti: c’è un’azione prolungata, un bel fraseggio e il pallone arriva all’atteso Vakatawa. L’ala di origini figiane con trascorsi nel Seven, una forza della natura, chiude in meta. Ma chiaramente toccando con un piede la linea di touche. L’arbitro, l’inglese Doyle, non si accorge e non chiede nemmeno l’intervento del Tmo. I padroni di casa perdono Picamoles per infortunio ed è l’Italia a «fare» il match. Un’iniziativa di Odiete, un’invenzione di Canna che di esterno lancia Sarto, tradito solo da un rimbalzo maldestro e poi la meta. E’ il 26’: l’azione parte da touche, c’è un raggruppamento ai 5 metri, un drive e Parisse che schiaccia. Per il capitano – parigino acquisito – al 115° cap, è la sedicesima meta azzurra. La Francia è frustrata e la pressione italiana, fatta di tante fasi offensive, non cala. Su un ribaltamento, però, è Chouly a finalizzare il bel lavoro di squadra. Al 33’ è 10-8, con tre errori ai calci di Bezy e due di Canna. E’ Campagnaro, poco prima dell’intervallo, a involarsi e a mancare di poco il nuovo sorpasso.

    SECONDO TEMPO — L’avvio di ripresa è tutto azzurro: Canna finalmente centra i pali con un piazzato (11-10 Italia al 44’) ed è sempre lui, due minuti dopo, ad andare in meta e a trasformare: Parisse manca la realizzazione per pochi centimetri e dopo altri tentativi e l’apertura ad andare in uno contro uno e a siglare punti pesantissimi (18-10!). La Francia cambia entrambi i piloni, l’Italia comincia la girandola di cambi, inserendo Bernabò (per Biagi), McLean (per Odiete) e Giazzon (per Gega). La Francia pare annichilita e ci vogliono una dozzina di minuti perché riesca a rimettere il naso nei ventidue avversari. Ma l’azione è ficcante e Bonneval accorcia, sfruttando un passaggio che pare viziato da un avanti, ma che il Tmo concede come buono. Plisson trasforma e al 60’ è 18-17 Italia. Da qui in poi c’è equilibrio, con i transalpini finalmente nel match, con più possesso e territorio. Il sorpasso arriva al 68’ quando Plisson non sbaglia un piazzato (20-18). Haimona rimpiazza Canna come calciatore e non fallisce (21-20 al 74), ma un minuto dopo Plisson, ancora lui, centra i pali da posizione quasi impossibile, angolata a da un passo prima della linea di metà campo. L’Italia ci prova ancora, ma non basta. Il tentativo di trovare un calcio di punizione è fallito. Il possesso è infinito. Si gioca fino all’82’, quando Parisse tenta il drop della disperazione. Niente da fare: impresa sfiorata.
     
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    senza nemmeno leggere l'articolo: grande Italia, coraggiosa, col cuore, ma abbiamo perso :hihi:
     
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    Rugby, Sei Nazioni: Italia-Inghilterra 9-40: l'Olimpico applaude 5 mete inglesi

    Dopo la buona partita con la Francia, gli azzurri in casa reggono 50': poi un pasticcio in difesa e tre mete di Joseph in rapida successione decretano il nostro tracollo e il 22° successo del XV della rosa in 22 incontri

    14 FEBBRAIO 2016 - ROMA
    Italia-Inghilterra 9-40
    MARCATORI: p.t. 9’ c.p. Canna, 12’ c.p. Farrell, 16’ c.p. Ford, 19’ c.p. Canna, 25’ m. Ford, 35’ c.p. Canna; s.t. 13’ e 18’ m. Joseph tr. Farrell, 23’ c.p. Farrell, 32’ m . Joseph, 35’ m. Farrell tr. Farrell.
    ITALIA: McLean; L. Sarto, Campagnaro, Garcia (32’ p.t. A. Pratichetti), Bellini; Canna (21’ s.t. Padovani), Gori (35’ s.t. Palazzani); Parisse, Zanni (30’ p.t. Steyn), Minto; Fuser (14’ p.t. Bernabò), Biagi; Cittadini (18’ s.t. Castrogiovanni), Gega (1’ s.t. Giazzon), Lovotti (23’ s.t. Zanusso). All. Brunel.
    INGHILTERRA: Brown (29’ s.t. Goode); Watson, Joseph, Farrell (16’-21’ p.t. Goode), Nowell; Ford, Youngs (10’ s.t. Care); B. Vunipola, Haskell (15’ s.t. Itoje), Robshaw (23’ s.t. Clifford); Kruis, Lawes (8’ s.t. Launchbury); Cole (29’ s.t. Hill), Hartley (29’ s.t. George), M. Vunipola (8’ s.t. Marler). All. E. Jones. ARBITRO: G. Jackson (Nuova Zelanda).

    NOTE: p.t. 9-11. Spettatori 71.700. Gialli: nessuno. Calci: Canna 3 su 4 (9 punti) e 0 su 1 drop, Garcia 0 su 1; Farrell 5 su 7 (12 punti), Ford 1 su 1 (3 punti). Uomo del match: Youngs.
    L'Italia del rugby regge 50 minuti con l'Inghilterra e cade - come da pronostico - in uno stadio Olimpico bello e ribollente. Sono stati 50 minuti in cui l'Italia ha fatto sognare, lasciando segnali che aprono il cuore pensando al futuro. Ma il tracollo finale ha reso il punteggio terribile (9-40), con una difesa crollata prima psicologicamente che fisicamente. Salgono così a 22 le partite vinte dagli inglesi, mai sconfitti dagli azzurri. C'è molto da recriminare, se si pensa che sul 9-11 nel giro di 4' sono arrivati un piazzato non entrato (quello del sorpasso italiano) e il pasticcio in difesa che di fatto ha chiuso il match a favore della Rosa.

    IL MATCH — L'Italia è partita aggressiva, arrembante, sfrontata quanto basta per far capire all'Inghilterra che sarebbe stata battaglia. E battaglia è stata, con Parisse e compagni che provano ad avanzare alla mano (prendendo spesso qualche rischio di troppo) e difendere alti. Italia è ben dentro il match, pronta a tentare la via dei pali ogni volta che c'era una chance. Al 9' un fuorigioco vale il piazzato di Canna per il 3-0. L'Inghilterra reagisce e mette tutto il suo fisico per piazzarsi dieci minuti nella metà campo azzurra. Diventa pesante fronteggiare le incursioni frontali dei pesi massimi inglesi, con Billy Vunipola che fa male, Joseph e Youngs spesso bravi a bucare la difesa. La mischia azzurra soffre, e nel giro di 5 minuti siamo sotto 6-3 coi calci di Farrell e Ford. Ma questa Italia ha un'anima, una voglia, una fame, un orgoglio infinito. Da applausi il match della prima linea, con un Gega impressionante, brilla come a Parigi un Campagnaro formidabile. Rischiano, ci provano, gli azzurri, aprono il gioco senza timori contro una difesa inglese che gioca al limite del regolamento e alla fine è più indisciplinata di quella azzurra. Al 18' arriva il 6-6 ancora col piazzato di un Canna che usa il piede con astuzia, poi con azzardo, poi con precisione. Una bellezza. Eddie Jones aveva chiesto brutalità: il match è stato senza sconti negli uno contro uno e al 30' gli azzurri hanno perso per infortunio Fuser, Zanni e Garcia. Il guaio è che di fronte c'è l'Inghilterra e al primo errore arriva la meta: offload perso a centro campo, difesa azzurra in apnea e non schierata, Campagnaro placcato, l'ovale rimbalza in qualche modo a favore degli inglesi e arriva facile facile a sinistra per Ford che schiaccia. Farrell non trasforma e si va sul 6-11. Ma l'Italia... Ah, che bella questa Italia, che azzanna l'avversario, lo morde, lo attacca prendendosi tutti i rischi del mondo, con maul avanzanti, con calcetti a scavalcare la difesa, grintosa in ogni punto d'incontro, alla ricerca del fallo per tentare la via dei pali. E arrivano i falli: al 23' Garcia dalla distanza sbaglia, al 35' Canna no: al riposo si va sul 9-11 e l'Italia è ben dentro il match con i Maestri inglesi.

    LA RIPRESA — L'Inghilterra cambia registro e - con tanti piedi buoni in campo - punta sui calci alti e lunghi per superare uno schieramento azzurro che contesta con efficacia ogni iniziativa. Gli azzurri cambiano, puntando su maul avanzanti che fanno male. Sugli sviluppi una di queste Canna può andare alla piazzola per tentare il sorpasso: siamo al 5', ma l'ovale non centra il pali. È lì, arriva il patatatrac: al 13' palla calciata in touche al limite dei nostri 22, Canna batte veloce per Bellini, che serve Sarto mentre arrivano gli inglesi, ovale azzardato per Campagnaro, ma arriva prima Joseph che intercetta e solo soletto va in mezzo ai pali. Farrell trasforma e ci si trova in un amen sotto 9-18. Il colpo psicologico è fatale. La difesa azzurra si sgretola in due maul avanzanti e alla seconda l'ovale arriva a Joseph che va in mezzo ai pali. Farrell trasforma per il 9-25. Da lì è tutto in discesa per gli inglesi, che non trovano più la stessa opposizione azzurra: al 22' è 9-28 col piazzato di Farrell. Agli azzurri resta solo l'orgoglio per cercare la meta a forza di pick and go: tantissima fatica senza però concretizzare. Al 30' arriva la terza meta di Joseph - dopo un altro passaggio sbagliato azzurro in uscita da una ruck - per il 9-33 (Farrell non trasforma); e al 34' altro buco in una difesa ormai di burro per la meta di Farrell, che trasforma per il 9-40. S'è perso, ma fa male il crollo finale pensando a un primo tempo da stropicciarsi gli occhi.
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    la solita figura di merda. Perdiamo contro una Francia sperimentale piena di ragazzini, perdiamo contro la peggiore Inghilterra del decennio
     
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    Bene, vedo che cmq non assistiamo ad una minima crescita da oltre quindici anni.
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    è incredibile quanto credito continua ad avere questa nazionale dopo tutte le sconfitte.
     
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    Rugby, Sei Nazioni: Italia-Scozia 20-36. Nessun gran finale per Brunel

    Gli azzurri all'Olimpico perdono il 12° degli ultimi 13 incontri. Monumentale Parisse, mete di Ghiraldini e Fuser, ma la Scozia è superiore in mischiae feroce nei punti di incontro

    27 FEBBRAIO 2016 - ROMA
    Italia-Scozia 20-36
    MARCATORI: p.t. 8’ c.p. Haimona, 11’ m. Barcley tr. Laidlaw, 17’ m. Hardie tr. Laidlaw, 26’ c.p. Laidlaw, 30’ m. Ghiraldini tr. Haimona; s.t. 6’ c.p. Laidlaw, 10’ c.p. Haimona, 13’ e 18’ c.p. Laidlaw, 23’ m. Fuser tr. Haimona, 25’ c.p. Laidlaw, 39’ m. Seymour tr. Laidlaw. ITALIA: Odiete; L. Sarto, Campagnaro, Garcia (38’ s.t. A. Pratichetti), Bellini; Haimona (32’ s.t. Padovani), Gori (35’ s.t. Palazzani); Parisse, Zanni, Minto (27’ s.t. Van Schalkwyk); Furno (37’ p.t. Bernabò), Fuser; Cittadini (17’ s.t. Castrogiovanni), Ghiraldini (17’ s.t. Giazzon), Lovotti (17’ s.t. Zanusso). All. Brunel.
    SCOZIA: Hogg; Seymour, Bennett (22’ s.t. Horne), Taylor, Visser (32’ s.t. S. Lamont); Russell, Laidlaw; Wilson (27’ s.t. Strauss), Hardie, Barcley (39’ s.t. Low); J. Gray, R. Gray (39’ s.t. Swinson); Nel, Ford (22’ s.t. McInally), Dickinson. All. Cotter.
    ARBITRO: Peyper (Sudafrica).

    NOTE: p.t. 10-17. Spettatori 67.721. Gialli: 21’ s.t. Russell, 35’ s.t. Nel. Calci: Haimona 4 su 4 (10 punti); Laidlaw 8 su 9 (21 punti). Uomo del match: Laidlaw.

    IL MATCH — Gli azzurri nel primo tempo penano con una Scozia rognosa, superiore in mischia, feroce nei punti di incontro (sempre al limite dell'indisciplina), brava ad approfittare di una rivale non efficace in difesa (placcaggi mancati nei momenti decisivi), vincenti in touche, brava a strappare turnover, ferale nell'approfittare degli errori italiani grazie al piede di Laidlaw. Ma anche agevolata nella facilità con cui i suoi uomini veloci riuscivano a esplorare le praterie offerte da una difesa mancante in troppe occasioni. Il piazzato di Haimona all'8' è stato un lampo iniziale, poi è stata tanta Scozia, con Gori che sbagliava e permetteva a Hogg di penetrare e servire Barclay per il 3-7 (con la trasformazione di Laidlaw). Sette minuti e altro buco, stavolta di Russell, che entrava in una difesa di burro, rompeva i placcaggi di Ghiraldini e Furno e serviva Hardie per la seconda meta scozzese. In due match la Scozia era andata a segno due volte, all'Olimpico ha raddoppiato il conto totale in un quarto d'ora. Al 25' il piazzato di Laidlaw (Gori non rotolava via dopo un placcaggio) valeva il 3-17. Era l'inferno. L'Italia riusciva a mettere una pezza con un'azione bellissima al 29', nata da un break del solito Campagnaro, palla a Minto, che innescava Garcia, rapidissimo scambio con Odiete e alla fine piombava Ghiraldini che schiacciava in meta. Haimona calciava per il 10-17. Il primo tempo si chiudeva con una notizia: Laidlaw sbagliava il calcio del 10-20: un errore del mediano scozzese è una rarità assoluta.

    LA RIPRESA — Ahi, che dolori in mischia, dove Lovotti e Cittadini hanno penato non poco con Nel e Dickinson. Dalla mischia al 5' della ripresa arriva il calcio di Laidlaw, che stavolta non sbaglia: 10-20. La reazione azzurra era furiosa e a forza di pick-up and go sfondava fino a un metro dalla linea, ma Cittadini perdeva l'ovale. Era il 10' e l'Italia, che aveva conquistato un vantaggio, andava alla piazzola con Haimona per il 13-20. Il giochino era scritto per la Scozia, che in ogni punto di incontro puntava al fallo azzurro: al 14' Zanni placcato non rilasciava l'ovale e Laidlaw calciava per il 13-23. Da mangiarsi le mani l'azione un minuto dopo, con Campagnaro che sfondava a sinistra, dava a Bellini lanciatissimo, che appena entrava nei 22 scozzesi consegnava l'ovale a Gori, che perdeva il controllo della palla. Altro placcatore che non rotola (stavolta Fuser) e Laidlaw calciava per il 13-26. Una litania. L'Italia fa una fatica infinita per avanzare e conquistare metri, la difesa scozzese continua a giocare al limite delle regole e alla 21' arriva il giallo per Russell. A seguire in un minuto: touche vinta, Italia di prepotenza sulla linea dei tre metri scozzesi, spingi, spingi spingi e alla fine arriva la meta di Fuser, trasformata da Haimona per il 20-26. Il tempo di andare di là e Zanni di nuovo non rotola dopo un placcaggio e Laidlaw (siamo al 25') calcia per il 20-29. Sale in cattedra nei minuti finali Parisse: è lui che suona la carica, è lui che conquista metri, è lui che prende l'ovale e a ogni fallo conquistato, con una difesa scozzese in crisi, col calcettino rimette in gioco: vuole la meta, il capitano, niente piazzato. E la squadra lo segue, ci prova, ma non va. Il calcetto a seguire di Haimona per Campagnaro in area di meta è sbilenco, poi la Scozia in qualche modo riemerge e coi piedi va in touche nei 22 azzurri. Siamo al 34' e 9 punti da recuperare sono un Everest. Anzi, dopo due palloni persi malamente dagli azzurri, arriva anche la terza meta scozzese al 38'. Ci pensa Seymour al termine di una rapida azione alla mano che arriva in un amen a destra. Laidlaw trasforma per il 20-36 finale. Frittata fatta. E cucchiaio di legno a forte rischio per l'Italia, che ora deve giocare in Irlanda e Galles.
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    Rugby, Sei Nazioni donne, l'Italia batte la Scozia e va al Mondiale

    Il match di Bologna era cruciale per la qualificazione a Irlanda 2017 e le ragazze di Di Giandomenico trionfano 22-7 sbarcando così nella rassegna iridata

    28 FEBBRAIO 2016 - BOLOGNA
    Una festa grande, bella, da gustare. Finalmente dal rugby azzurro un motivo per sorridere. Ci pensano le straordinarie ragazze di Di Giandomenico, che dopo un Sei Nazioni 2015 straordinario, strappano a Bologna una vittoria storica nel Sei Nazioni 2016. Battendo infatti la Scozia (match senza storia, primo tempo 15-0) si qualificano per la rassegna Mondiale di Irlanda 2017. La Coppa del Mondo di rugby femminile, giunta alla sesta edizione, vedrà così al via anche l'Italia. Le due squadre, infatti, si giocavano uno degli ultimi posti rimasti e lo scontro diretta valeva il dentro o fuori.

    TRIONFO — Il 22-7 finale è eloquente. Fin dal via la Scozia è stata messa in chiara difficoltà e al 16' Bettoni riesce a sfondare la difesa scozzese e a oltrepassare la linea di meta. Dieci minuti più tardi le padrone di casa concedono il bis con Cucchiella, brava ad andare in meta dopo un’azione caparbia dell’Italia. Per la Scozia piove sul bagnato quando al 31’ Maxwell rimedia un cartellino giallo che porta al calcio piazzato trasformato dalla Schiavon che fissa il parziale del primo tempo sul 15-0. Nella ripresa, sotto la pioggia e nel fango, l'Italia va ancora in meta con Furlan dopo appena 4 minuti e il match di fatto s'è chiuso lì. La Scozia prova a reagire e lo fa al 12’ con Thompson che intercetta l’ovale poco dopo la propria metà campo per poi involarsi in solitaria fino ai pali per il 22-7 grazie alla trasformazione di Skeldon. Il match finisce lì. Festa azzurra.

    COPPA DEL MONDO — La fase a gironi di Irlanda 2017 si disputerà all'University College di Dublino. I playoff e le semifinali si giocheranno invece a Belfast, al Queen’s University Sport e al Kingspan Stadium. Al Mondiale erano già qualificate le prime 7 squadre dell’edizione 2014 (in Francia, vinta dall'Inghilterra battendo il Canada in finale): Inghilterra, Canada, Francia, Irlanda, Nuova Zelanda, Usa e Australia. Per gli altri cinque posti l'Italia era in corsa con Galles e Scozia, essendo due i posti in palio fra le squadre non qualificate partecipanti al Sei Nazioni. E i risultati del 2015 e 2016 avrebbero deciso tutto: serviva vincere questo match. Fatta. Festa.
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    Rugby, Sei Nazioni: l'Italia non placca l'Irlanda. Match senza storia: 58-15

    Trasferta a Dublino disastrosa per una squadra minata dagli infortuni e con Biagi e Fuser presto k.o. I padroni di casa sommergono gli azzurri (del tutto deficitari) con nove mete in una partita che è stata un calvario

    12 MARZO 2016 - DUBLINO (IRL)
    Una lezione pesantissima. L'Irlanda segna nove mete (a due) a un'Italia leggera, inesperta, poco attenta, comunque lontanissima dal livello degli avversari e mai in partita. E' il penultimo passo verso un Cucchiao di Legno che ormai sembra ineluttabile ma è soprattutto una dimostrazione di inferiorità e di inadeguatezza al livello preoccupanti. Gli azzurri non sono mai stati in partita, hanno sofferto in tutte le fasi - dalla touche ai breakdown, dalla gestione offensiva agli impatti - e non bastano i pochi spunti di Odiete e Campagnaro per tirare fuori qualcosa di buono dal match. Come si temeva, la poca esperienza nei ruoli chiave è stata pagata salatissimo, ma sono mancati anche alcuni giocatori ormai esperti, come Sarto, autore di un errore imperdonabile che è costato la prima meta. Per l'Italia è il secondo peggior passivo di mete subite di sempre nel Sei Nazioni. Solo con l'Inghilterra nel 2001 (80-23, dieci mete subite) andò peggio.

    PRIMO TEMPO — Nei primi 5 minuti l'Italia sembra avere buone fondamenta, nel possesso come nello sviluppo del gioco. Niente di trascendentale, Garcia prova il tuffo in meta ma la difesa verde lo spinge in touche e non trema troppo. E' l'Italia invece a cedere di schianto al primo errore: Sarto, sotto pressione, decide di schiaffeggiare una palla alta invece di tenerla, cercando Odiete che però è troppo vicino a lui. Pasticcio colossale, che l'Irlanda converte dopo un paio di fasi con Trimble. L'Irlanda cresce, Palazzani ci mette un paio di pezze in copertura, gli azzurri soffrono la maestria dei Verdi nei breakdown e si logorano: al 15' da touche, McGrath sfonda dopo una serie di fasi. Negli impatti l'Italia c'è, soprattutto con Odiete - che placcaggio su Earls - e Padovani segna i primi punti in azzurro con un facile calcio dopo un fallo in ruck dei Berdi. Ma è un attimo: un placcaggio in ritardo di Parisse su Sexton - peraltro poco preciso nei calci - costa il 15-3, e il martellamento fase su fase svuota gli azzurri. Al 30' uno straordinario angolo di corsa di Earls su assist di Sexton a metà campo apre una voragine che porta Stander a sfondare. Gli azzurri non trovano spazio al largo - il solito Campagnaro, solo ad andare costantemente oltre la linea del vantaggio, non basta - e allora provano a reagire con la vecchia arma della maul da rimessa laterale ma ricevono una lezione. Il carrettino non avanza e il primo ariete, Garcia, viene tenuto alto da Sexton e Murray: turnover, palla persa e chance sprecata. Intanto Brunel perde entrambe le seconde linee (prima Fuser, poi Biagi, con Geldenhuys dentro e Minto riconvertito in seconda) e gli azzurri capitolano ancora allo scadere: straordinario coast-to-coast acceso nella propria metà campo da Zebo - spina nel fianco della difesa azzurra - e portato avanti da Sexton, Trimble, McFadden fino alla meta di Heaslip: 25-3.

    LA RIPRESA — Nella ripresa la musica non cambia. Gli azzurri sembrano logori, l'Irlanda è troppo organizzata e potente per impensierirsi. E sfrutta le ingenuità azzurre: da mischia azzurra, subito fuori dai 22 difensivi Padovani tenta un passaggio lungo per Campagnaro che è un'esca perfetta per Payne: intercetto e meta in mezzo ai pali. L'Italia si sfianca per guadagnare pochi metri e finisce sempre che i Verdi rubano e volano in attacco. Al 9', da touche, sfonda Heaslip, al 24' tocca a Cronin: è già un pesantissimo 46-3. L'Italia prova a reagire, al 18' Padovani gioca veloce un calcio (e si fa male), Palazzani vede al largo Odiete che sfonda (46-10), ma l'Irlanda ci mette poco a tornare in meta, stavolta con Madigan che scappa a Sarto. Lucchese come 9 - all'esordio, insieme a Ceccarelli e a Fabiani - e Haimona apertura danno un po' di ritmo e solidità, dopo la miglior multifase azzurra del match McLean pesca all'ala Sarto ed è la seconda meta. Si chiude ancora con l'Irlanda in attacco: McFadden sfonda per la nona meta. Che lezione.

    IL TABELLINO
    MARCATORI: p.t. 7' m. Trimble, 15' m. McGrath tr. Sexton, 24' c.p. Padovani, 27' c.p. Sexton, 30' m. Stander, 40' m. Heaslip; s.t. 3' m. Payne tr. Sexton, 9' m. Heaslip tr. Sexton, 14' m. Cronin tr. Madigan, 18' m. Odiete tr. Haimona, 24' m. Madigan, 35' m. Sarto, 39' m. McFadden tr. Madigan.
    IRLANDA: Zebo; Trimble (21'-29' p.t. McFadden), Payne (32' s.t. McFadden), Henshaw (37' p.t.-1' s.t. McFadden), Earls; Sexton (10' s.t. Madigan), Murray (20' s.t. Marmion); Heaslip, Van der Flier, Stander (22' s.t. Ruddock); Toner (15' s.t. Dillane), Ryan; Ross (15' s.t. White), Best (10 s.t. Cronin), McGrath (25' s.t. Bealham). All. Schmidt.
    ITALIA: Odiete; L. Sarto, Campagnaro, Garcia (15' s.t. Haimona), Bellini; Padovani (20' s.t. McLean), Palazzani (23' s.t. Lucchese); Parisse (c), Zanni, Minto; Fuser (27' p.t. Geldenhuys), Biagi (36' p.t. Steyn); Chistolini (15' s.t. Ceccarelli), Giazzon (15' s.t. Fabiani), Lovotti (32' s.t. Zanusso). All. Brunel.
    ARBITRO: Gardner (Aus).
    NOTE: p.t. 25-3. Uomo del match: Ryan.
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    King of Darkness

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    Seguo occasionalmente il rugby, ma di solito vedo 2 o 3 partite dell'Italia ad ogni 6 nazioni...e ogni volta vedo sempre gli stessi errori, nonostante cambino allenatori e interpreti: errori banali in fase difensiva, regali come è accaduto tre o quattro volte oggi; vedo una lentezza assurda nel muovere palla per sfondare la linea difensiva e andare in meta, e quando capita avviene lungo una delle due linee laterali, con conseguente difficoltà nella trasformazione; vedo enormi difficoltà nei calci piazzati e centrare i pali se la distanza è superiore ai 20 m.
     
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    Quando non ci sono cultura e background tecnico per una disciplina non solo servono tempo e occasioni per crescere ma servono, in primis, le persone adatte per allenare e diffondere quello che serve: se gli stessi giocatori della Nazionale sono in difficolta', come pensi che sia il livello dei coach che ci sono in giro??? Se la stessa panchina della Nazionale e' sempre stata affidata a stranieri, un club non puo' crescere se un tecnico non ha la cultura del gioco... e se ci fossero allenatori italiani davvero capaci e con esperienza li vedremmo sulla panchina della squadra maggiore.... Mi spiace ma e' cosi'...e' come quando vuoi fare arti marziali ad alto livello.....ad un certo punto fai pratica con "i padroni di casa" per migliorare: io non dico che nei clubs italiani ci siano coach non seri, ma semplicemente fanno quello che possono, pur mettendoci energia, passione, e tempo non sempre ben ripagati (anche economicamente) non possono, tecnicamente parlando, competere alla pari con chi gioca e mangia di rugby da 200 anni.
     
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    Rugby, Scozia-Francia 29-18, il Sei Nazioni è già dell'Inghilterra

    La Scozia batte 29-18 i bleus con le mete di Hogg, Taylor e Visser e regala il titolo agli inglesi con una giornata d'anticipo. L'Italia intanto perde per infortunio anche Padovani, Biagi e Cittadini: torna Castrogiovanni e si rivede anche Allan

    SCOZIA-FRANCIA 29-18
    Vince la Scozia, perde la Francia, esulta l'Inghilterra. Il Sei Nazioni 2016 si è deciso oggi a Murrayfield, con una giornata di anticipo, per effetto della vittoria della Scozia per 29-18 sui bleus. L'Inghilterra, infatti, che ieri aveva sconfitto per 25-21 il Galles a Twickenham, è ormai irraggiungibile con 8 punti, a +3 sui gallesi, mentre la Francia viene raggiunta a quota 4 proprio dalla Scozia (alla seconda vittoria consecutiva dopo il 36-20 di due settimane fa a Roma). Per tenere vivo il Torneo, i bleus di Guy Noves avrebbero dovuto vincere, per poi sfidare la settimana prossima a Parigi l'Inghilterra (ore 21), nell'ultimo match in programma di questa edizione. In classifica, l'Irlanda è quarta con 3 punti, l'Italia ultima (0). L'ultima giornata si aprirà con Galles-Italia (ore 13.40) e seguirà con Irlanda-Scozia (ore 18).

     METE E SPETTACOLO — La Francia va in meta dopo nemmeno 5 minuti con il tallonatore Guilhelm Guirado, che si fa trovare pronto al sostegno per l'ultimo passaggio di Wesley Fofana, dopo una serie di placcaggi mancati degli scozzesi. Contemporaneamente la Scozia perde per infortunio (spalla) la sua apertura Finn Russell (al suo posto entra Peter Horne). Francois Trinh-Duc sbaglia la trasformazione e poi anche un piazzato centrale all'11'. In 7 minuti però la Scozia ribalta il risultato con due piazzati di Greig Laidlaw: il primo al 16' dopo un lungo possesso (15 fasi) e un'infrazione di Guirado, il secondo al 22' conquistato dalla mischia. Al 33' un altro splendido lungo possesso scozzese, con iniziative alternate fra gli avanti e i trequarti, porta alla meta dell'estremo Stuart Hogg, che, servito da Laidlaw, sbilancia con una finta Gael Fickou ai 5 metri e schiaccia. E al 36' una punizione battuta veloce appena prima dei 10 metri difensivi sorprende la Francia, con Duncan Taylor che si beve Virimi Vakatawa e si fa tutto il campo lungo la linea laterale fino al tuffo alla bandierina, con Laidlaw trasforma anche questa. Sull'ultimo pallone del primo tempo, però, i bleus assediano i 22 avversari e alla fine sfondano in meta con Fickou: Maxime Machenaud trasforma e si va al riposo sul 18-12.

    LE MAGIE DI HOGG — La ripresa si apre con un piazzato da oltre metà campo realizzato da Hogg, al quale risponde Machenaud sempre dalla piazzola. I bleus tornano ad assediare i 22 avversari, ma dopo un fuorigioco scozzese che gli regala un calcio sotto i pali, vogliono andare per il bersaglio grosso ma poi perdono la palla dopo la touche. Al 58' un'altra infrazione scozzese appena fuori i 10 metri convince questa volta i francesi a prendersi i 3 punti con Machenaud per il -3. Ma la reazione scozzese è ancora una volta molto efficace e un possesso nei 22 metri, con gli avanti che impegnano la difesa avversaria al centro, fino a quando Laidlaw apre al largo per Hogg, che in aria tocca alle sue spalle per Tim Visser, che, tutto solo sull'out, non deve far altro che allungarsi in tuffo alla bandierina per il +8. Laidlaw, che sbaglia la trasformazione, si rifà a 5 minuti dalla fine con il piazzato che vale il +11. Che chiude definitivamente i conti della partita e di questo Sei Nazioni.

     ITALIA — Intanto in casa Italia, il giorno dopo la disfatta di Dublino è arrivato da saldare anche il temutissimo conto agli infortuni: la squadra del c.t. Jacques Brunel, che rimarrà in Irlanda per preparare l'ultima sfida di sabato prossimo (si trasferirà a Cardiff giovedì), ha perso anche l'apertura Edoardo Padovani (distorsione ginocchio sinistro), la seconda linea George Biagi (sublussazione spalla destra) e il pilone Lorenzo Cittadini (lombosciatalgia). Verranno valutate invece da domani le condizioni della seconda linea Marco Fuser e dei centri Gonzalo Garcia e Michele Campagnaro, usciti malconci dall'Aviva Stadium. Per far fronte a questa ulteriore emergenza sono stati richiamati in gruppo Martin Castrogiovanni (che ha scontato la squalifica), Jacopo Sarto e Tommaso Castello (che hanno fatto parte del gruppo le scorse settimane ma senza mai giocare). E' un ritorno anche quello di Tommy Allan: l'apertura del Perpignan è tornata in campo da 3 settimane dopo avere superato i problemi di pubalgia che lo avevano tenuto fuori dal Torneo sin dall'inizio. Rispetto al gruppo che Brunel aveva avuto a disposizione all'inizio della scorsa settimana a Roma, non ci saranno nemmeno il tallonatore Leonardo Ghiraldini, il mediano di mischia Edoardo Gori e la terza linea Andries van Schalkwyk. Sparito dalla lista invece senza spiegazioni il centro Giulio Bisegni.
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    Non c'è storia ragazzi: siamo scarsi
     
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