Sei Nazioni 2016

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    CITAZIONE (Asche_zu_Asche @ 15/3/2016, 08:51) 
    Non c'è storia ragazzi: siamo scarsi

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    Rugby, Inghilterra-Galles 25-21, mani inglesi sul Sei Nazioni

    Vittoria a Twickenham con la meta di Watson e il piede di Farrell. Nel finale le mete di North e Faletau fanno tremare i bianchi, ma non bastano. Se domani la Francia non vince in Scozia il titolo sarà già della squadra di Eddie Jones, altrimenti si deciderà tutto nella sfida diretta di sabato prossimo a Parigi

    12 MARZO 2016 - MILANO
    Rivincita mondiale e mani sul Sei Nazioni. L'Inghilterra stavolta non sbaglia, piega, con tanta paura nel finale, per 25-21 il Galles a Twickenham, vendica la sconfitta di settembre che aprì alla clamorosa eliminazione al primo turno della Coppa del Mondo giocata in casa, e, soprattutto, permette alla squadra del c.t. Eddie Jones di porre una pesantissima ipoteca sul trionfo finale. Inghilterra che potrebbe addirittura festeggiare già domani, se la Francia non riuscirà a vincere a Murrayfield con la Scozia (ore 16). Con 8 punti, infatti, la squadra di Eddie Jones è ormai irraggiungibile per il Galles (5) e lo sarebbe anche per i bleus di Guy Noves (4). In caso di vittoria della Francia, invece, tutto si deciderebbe sabato prossimo, nel match che, curiosamente, gli organizzatori hanno sistemato come ultimo in assoluto: Francia-Inghilterra (ore 21 a Parigi). Con la Francia però nettamente indietro nella differenza punti: i bleus sono infatti al momento a -6, l'Inghilterra a +52.

    DOMINIO — In avvio le due squadre cercano di imporsi fisicamente e nelle fasi di conquista, poi l'equilibrio lo spezza il più piccolino, George Ford, con una fuga sull'out sinistro, con la successiva infrazione gallese che permette a Owen Farrell di andare alla piazzola e sbloccare lo score. Al quarto d'ora la difesa gallese, messa sotto pressione da una serie di pick and go in avanzamento costante, si salva sul tuffo di Dan Cole, impedendo al pilone inglese di schiacciare: dalla mischia chiusa ne nasce un'infrazione che Farrell trasforma nel 6-0. Poi è Dan Lydiate a fare il furbo dopo un placcaggio e a regalare a Farrell il terzo piazzato. Al 32' arriva anche la meta, firmata da Anthony Watson, ma creata da una splendida iniziativa della ventunenne seconda linea Maro Itoje, che se ne va a un paio di avversari e poi scarica per l'inserimento dell'estremo Mike Brown, che non deve far altro che allargare all'ala che vola a schiacciare: Farrell trasforma ed è 16-0. Nonostante il tentativo di reazione gallese, che si infrange però contro una linea difensiva bianca praticamente perfetta, dove spicca uno strepitoso Itoje, si va al riposo con un passivo pesantissimo.

    CHE PAURA! — La ripresa si apre con un'altra dormita gallese nel breakdown (Samson Lee) e con il calcio di Farrell che vale il 19-0. A riaprire la partita ci pensa però al 55' Dan Biggar, che stoppa un calcio di liberazione di Ford appena fuori i 22 e va a schiacciare in mezzo ai pali (e a trasformare). Poco dopo una ginocchiata in testa manda k.o. il capitano gallese Sam Warburton, che lascia il campo in barella e con il collo immobilizzato: tanta paura ma è cosciente. In tre minuti, però, tra il 65' e il 68', altri due calci di Farrell valgono il 25-7 per l'Inghilterra. Il tempo di festeggiare il ritorno in campo con la maglia della nazionale inglese dopo quasi 2 anni del centro Manu Tuilagi, finalmente tornato alla piena efficienza dopo una sfortunata serie di infortuni, che a 8 minuti dalla fine gli inglesi fanno la frittata. La pressione gallese nei 22 avversari costringe Cole all'ennesimo di una serie di falli professionali: giallo inevitabile e inglesi con un uomo in meno in mischia fino alla fine. E in due minuti il Galles riapre la partita. Al 74' da una mischia chiusa sull'out destro, il Galles costruisce la meta firmata dall'altra parte da George North (liberato da un dubbio passaggio di Jonathan Davies, forse in avanti), che, trasformata da Rhys Priestland, vale il -11. Al 76' arriva anche quella di Taulupe Faletau, che, con la difesa inglese stanca e aperta, innescato da North sfonda facilmente: Priestland non sbaglia e con due minuti da giocare è 25-21. Twickenham rivive per 120 secondi l'incubo di settembre, ma sull'ultimo assalto gallese,

    North è fermato per aver pestato la linea laterale (ma non è così! Clamoroso errore di guardalinee e Joubert) e così è touche sulla quale Ford mette la parola fine al match, calciando l'ovale in tribuna.
    Roberto Parretta @robertoparretta
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    Rugby, Sei Nazioni: Galles-Italia 67-14: nove mete e un Cucchiaio per noi

    Gli azzurri a Cardiff chiudono un Sei Nazioni da dimenticare (il peggiore della storia) con le mete di Palazzani e Garcia: troppo forti i Dragoni a segno con 8 uomini. Il peggior congedo per Brunel

    19 MARZO 2016 - CARDIFF (GAL)
    Un'altra, tremenda lezione. L'Italia chiude il Sei Nazioni peggiore sommersa dal Galles 67-14, subendo ancora nove mete a due come a Dublino, e portando a casa un cucchiaio di legno pesantissimo per la qualità del rugby mostrato. Il c.t. Jacques Brunel, all'ultima partita sulla panchina azzurra, ha schierato la sola formazione possibile, dopo che gli infortuni 17 avevano falcidiato il gruppo, ma i numeri sono comunque pesantissimi e inaccettabili, alla 17ª edizione del Torneo: 29 mete subite in cinque partite (record), 224 punti subiti (solo 4 in meno del record del 2000), differenziale di 145 punti fatti/subiti (record) la seconda peggior sconfitta di sempre dopo l'80-23 di Inghilterra 2001. Inaccettabile.

    PRIMO TEMPO — Castrogiovanni piange durante tutto l'Inno di Mameli, Sarto piazza un placcaggio duro facendo capire che ha qualcosa da farsi perdonare, ma il Galles passa prestissimo: al 4', da touche, Webb finta di aprire e sui cinque metri va per la verticale fino alla meta. Le due squadre giocano tutto il giocabile, Parisse non sceglie i pali ma ordina di mandare i calci in touche, i Dragoni giocano la palla anche dentro la propria area di meta, spesso trovando varchi insperati nella linea azzurra. In generale, l'Italia dà l'idea di essere troppo leggera, inesperta, confusa. Raramente gli impatti sono positivi, in touche i lanci sbagliati di Giazzon costano tre possessi e la chiusa si assesta solo nel finale, dopo aversi visto fischiare contro tre volte. Palazzani si fa cacciare 10 minuti per aver impedito a Webb di giocare veloce un calcio dentro i 22, Biggar allunga fino a 13-0 con due piazzati, l'Italia continua a non avanzare, a non avere armi in attacco e a soffrire in difesa un Galles che a tratti muove la palla con spocchia, come se fossero gli Harlem Globetrotters. L'Italia non trova il modo per impedirglielo: la meta del 30' di Biggar, che sfonda dopo aver fintato l'apertura e beffando Allan che aveva scalato, e quella di Jonathan Davies al 33', che chiude un contrattacco dai 22 difensivi, sono troppo facili. E nel finale nemmeno la maul da touche, antica arma, dà agli azzurri una speranza di sfondare.

    RIPRESA — Nella ripresa il tema rimane identico: azzurri a difendere (male), Galles a giocare qualsiasi pallone possibile per segnare più mete possibili. Al 5' Davies sfonda sulla bandierina, al 9' North da metà campo trova un'autostrada e finisce in mezzo ai mali, al 17' Liam Williams sfrutta un finger pass di Davies e segna, al 25' Moriarty schiaccia da maul; il flanker si ripete al 39' su calcio giocato ai 5 con la difesa azzurra ferma, al 40' l'ultimo calcetto di Haimona viene convertito nell'ennesimo contrattacco finalizzato da Gareth Davies. In mezzo ci sono due mete azzurre, di Palazzani che finalizza una maul e di Garcia, ma cambia poco. Resta un'Italia distrutta fino alle fondamenta.
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