il topic del Rugby

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    Rugby, l'Italia ha fatto la storia: il Sudafrica è battuto per la prima volta!

    Per la prima volta gli azzurri superano gli Springboks: trionfo firmato dalle mete di van Schalkwyk e Venditti. Per il c.t. O'Shea è una clamorosa rivincita dopo le critiche per la sconfitta con gli All Blacks

    19 NOVEMBRE 2016 - FIRENZE
    L'Italia di Conor O'Shea è nella storia. A Firenze gli azzurri hanno sconfitto per 20-18 il Sudafrica, conquistando la prima vittoria nella storia sugli Springboks. Nei 12 precedenti la vittoria era stata sempre sudafricana. Un trionfo che arriva a una settimana dalla pesante sconfitta subita con gli All Blacks e dalle critiche che ne erano seguite. Per gli Springboks del c.t. Allister Coetzee la sesta sconfitta nelle ultime sette partite.

    EQUILIBRIO — L'Italia parte aggressiva, ma due falli in sequenza (un placcaggio alto di Marco Fuser e una touche tirata già irregolarmente) regalano agli Springboks 67 metri di campo, fino a un altro calcio che li manda in touche sui 5 metri azzurri. Dopo qualche tentativo di prepotenza degli avanti, gli Springboks provano con i trequarti, ma sono respinti da due meravigliosi placcaggi di Giamba Venditti e Giulio Bisegni, ma si apre una superiorità a sinistra, con Willie le Roux che apre la strada alla volata meta di Bryan Habana (la 67ª in carriera, a -2 dal primatista assoluto, il giapponese Daisuke Ohata). Pat Lambie manca la difficile trasformazione. La reazione dell'Italia è però e si entra subito nei 5 metri avversari, ne nasce una maul che, trascinata da Lorenzo Cittadini e Simone Favaro, apre le porte a Dries van Schalkwyk (il sudafricano in azzurro), che schiaccia, con Carlo Canna che infila anche la difficile trasformazione per il 7-5. Ma passano meno di 5 minuti e un altro break di le Roux, con un paio di placcaggi azzurri in ritardo, apre la strada alla corsa lungo l'out di Damian De Allende, che arriva fino in fondo: Lambie stavolta trasforma. La partita resta sostanzialmente equilibrata. Al 29' a mischia azzurra si guadagna un calcio di punizione due metri dentro la metà campo sudafricana, Edoardo Padovani chiede di andare per i pali e infila per il -2. Intorno al 35' il Sudafrica spinge sull'acceleratore, Lambie si mangia una meta che sembra fatta, poi sul fallo italiano va in touche nei 5 metri, ma gli assalti vengono respinti dagli azzurri fino a quando Warren Whiteley non si fa cadere la palla dalle mani. E si va al riposo sul 12-10.

    GIALLO — La ripresa si apre con due falli azzurri: sul primo gli Springboks vanno in touche, Fuser spinge quando l'avversario è ancora in aria (come nel primo tempo) e si becca il cartellino giallo. Gli Springboks cercano la meta, ma sul passaggio di Habana, Ruan Combrinck si lascia cadere il pallone dalle mani: si torna su un fallo precedente e stavolta Lambie decide che è meglio capitalizzare e da sotto i pali realizza. Gli azzurri gestiscono bene l'inferiorità numerica, Una scelta tattica sbagliata di Canna e un controllo sfortunato di Parisse regalano però agli Springboks una nuova touche nei 22, ma i successivi attacchi non portano a nulla, fino a quando Fuser rientra. E al 56' l'Italia va segno: lungo possesso dentro i 22 con una serie di pick and go, poi da una maul Bronzini apre per Benvenuti, che serve con il tempo giusto Venditti per la corsa in meta, che Canna trasforma anche per il 17-15. Il vantaggio dura poco perché Elton Jantjies (entrato al posto di Lambie) infila i pali da metà campo dopo un fuorigioco di Parisse. Ma tocca poi a Canna sfruttare l'indisciplina sudafricana per riportare avanti l'Italia al 65'. Al 73' un calcio di liberazione di Jantjies causa un in avanti di Bisegni poco dentro i 10 metri: ma ancora una volta la difesa azzurra rimbalza gli attacchi sudafricani.

    BRIVIDI FORTI — E a 3 minuti dalla fine un calcio di Tommy Allan (subentrato a Canna) costringe i sudafricani alla touche nei 5 metri. La maul che ne nasce viene stoppata a pochi centimetri dalla meta. A un minuto dalla fine arriva la meta di Fuser, ma l'arbitro annulla perché qualcuno della maul azzurra tocca la bandierina prima che la palla tocchi terra. La seguente touche sudafricana viene rubata e a tempo scaduto Allan butta in tribuna il pallone: è il trionfo, la storia è scritta.

    ITALIA-SUDAFRICA 20-18
    MARCATORI: p.t. 9’ m. Habana, 13’ m. Van Schalkwyk tr. Canna, 18’ m. De Allende tr. Lambie, 29’ c.p. Padovani; s.t. 6’ c.p. Lambie, 17’ m. Venditti tr. Canna, 20’ c.p. Jantjies, 24’ c.p. Canna.
    ITALIA: Padovani; Bisegni, Benvenuti, McLean, Venditti; Canna (30’ s.t. Allan), Bronzini (30’ s.t. Gori); Parisse, Favaro, Minto (20’ s.t. Steyn); Van Schalkwyk (27’ s.t. Biagi), Fuser; Cittadini (1’ s.t. Ferrari), Gega, Panico (1’ s.t. Quaglio). All. O’Shea.
    SUDAFRICA: Le Roux (30’ s.t. Goosen); Combrinck, F. Venter, De Allende, Habana; Lambie (12’ s.t. Jantjies), Paige (12’ s.t. F. De Klerk); Whiteley, Alberts (25’ s.t. Mohoje), Carr; L. De Jager (30’ s.t. Mostert), Du Toit; Kock (12’ s.t. Nyakane), Strauss (37’ s.t. Mbonambi), Mtawarira (12’ s.t. Kitshoff). All. Coetzee.
    ARBITRO: Clancy (Irlanda).
    NOTE: p.t. 10-12. Spettatori: 22.000. Gialli: 2’ s.t. Fuser. Calci: Canna 3 su 3 (7 punti), Padovani 1 su 1 (3 punti); Lambie 2 su 3 (5 punti), Jantjies 1 su 1 (3 punti). Uomo del match: Padovani.
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    apre le porte a Dries van Schalkwyk (il sudafricano in azzurro), che schiaccia van schalkvyk

    ...praticamente il Sudafrica si è battuto da solo
     
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    Rugby, Italia-Tonga 17-19: la beffa nel finale con un piazzato di Takulua

    Gli azzurri all'Euganeo perdono allo scadere con un piazzato degli isolani con i quali ci eravamo aggiudicati tre dei 4 precedenti. Persa anche l'occasione di un salto in avanti nel ranking mondiale

    26 NOVEMBRE 2016 - MILANO
    Una beffa: l’Italia a Padova, dopo lo storico successo di sabato scorso a Firenze contro il Sudafrica, chiude il trittico di novembre con una sconfitta contro Tonga. Il k.o. - in un Euganeo quasi esaurito - arriva nel modo peggiore, con un piazzato da circa 36 metri allo scadere di Takulua, mediano di mischia isolano (per lui 5 su 6 e 14 punti), che vale il sorpasso e il 19-17 finale. E pensare che Favaro e compagni avevano condotto praticamente per tutta la partita. Gli ospiti avevano messo il naso avanti solo per due minuti, tra il 14’ e il 16’ del secondo tempo.
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    siamo tornati nella norma
     
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    Rugby, clamoroso: Racing e Stade Français si fondono!

    I due club storici parigini, vincitori dei primi due titoli e degli ultimi due in Top 14 annunciano un progetto choc. Tifosi infuriati, giocatori (tutti top player, c'è anche Parisse, capitano dello Stade) amareggiati

    13 MARZO 2017 - PARIGI (FRA)
    Come se lo facessero Barcellona e Real Madrid, pensando alla potenza sportiva e storica dei club nel campionato spagnolo di calcio, o se lo facessero Inter e Milan, pensando alla storia sportiva calcistica condivisa da un'unica città. Immaginatevi lo choc in Francia, dove il rugby è sport nazionale con stadi stracolmi come il calcio in Italia non riesce a fare. Ebbene, il Racing 92 e lo Stade Français, ovvero i due club parigini vincitori (nel 1892 e 1893) dei primi due titoli francesi e anche degli ultimi due (in due sono 20 gli scudi di Brenno conquistati) , hanno annunciato la loro fusione a partire dalla prossima stagione in Top 14, il massimo campionato professionistico francese, che si contende con la Premier inglese lo scettro di campionato nazionale più importante del Pianeta. Uno choc enorme, gigantesco. Uno sconquasso per i tifosi, per il rugby. E anche per i giocatori, che hanno fatto filtrare una grandissima tensione (in particolare Geoffrey Doumayrou, Hugo Bonneval e Paul Gabrillagues, con Pascal Pape, che ha twittato: "La mia tristezza è troppo grande oggi per commentare"), pare anche minacciando di scioperare. Silenzioso per ora Sergio Parisse che, oltre a essere il capitano dell'Italia, è anche capitano dello Stade, e si sta allenando a Roma in vista del match di sabato in Scozia.

    LE FRASI — Jacky Lorenzetti e Thomas Savare, presidenti di Racing 92 e Stade Français, dopo un rapido comunicato al mattino, nel pomeriggio parigino si sono presentati a una conferenza stampa congiunta per spiegare le ragioni. Partendo da uno slogan: "Più forti insieme". Manca l'ok definitivo della Lega, ma già diversi presidenti hanno iniziato a protestare per i tempi ("L'attuale campionato è falsato, con la lotta per non retrocedere che cambia in corso, avendo un posto in più a disposizione per l'anno prossimo e con l'inevitabile ripescaggio"). Le ragioni economiche sembrano evidenti, con i due colossi che di fatto non dovranno fare mercato, avendo due rose straordinarie, con campioni arrivati da ogni angolo del pianeta che insieme formeranno una corazzata gigantesca. Semmai il vero problema, essendoci un salary cap in Francia, sarà quello di tagliare fuoriclasse assoluti per andare a dama. In sostanza sarà, a detta di Lorenzetti e Savare, una squadra composta dai nazionali francesi presenti e qualche straniero di primissimo piano. Il futuro per Parisse? Un'incognita come quello di molti altri. Attualmente, il Racing ha un budget di 24 milioni, lo Stade di 27,5 milioni di euro. Ma va detto che entrambi hanno un'emorragia di pubblico negli ultimi anni che probabilmente non ha permesso ai due club di fare programmi sereni per il futuro.

    FURIOSI — Quel che è certo è che la storia e la passione sono state calpestate. Su tutte le furie i tifosi parigini, che in oltre 120 anni si sono divisi schierandosi con una o l'altra squadra. "Che fine faranno le maglie storiche. E la nostra storia, i nostri eroi, le nostre vittorie?!?", la frase più ricorrente accompagnata da disgusto viscerale su ogni social possibile.

    CHE SUCCEDE — In conferenza stampa è stato annunciato che Savare sarà presidente del consiglio di sorveglianza per i primi due anni, scambiandosi periodicamente con Lorenzetti il ruolo di direttore esecutivo. A Laurent Travers e Laurent Labit, coach del Racing (quello dello Stade, Quesada, a fine stagione aveva annunciato il divorzio), saranno alla guida del nuovo club. Jacky Lorenzetti: "Continueremo il nostro lavoro al centro di formazione di Plessis-Robinson, che sarà ristrutturato e ampliato".
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    Rugby, Italia, via la paura: Figi battute 19-10


    Meta di Ferrari e i piazzati di Canna e del debuttante McKinley per una vittoria sofferta e per nulla banale. Fra le difficoltà ci aiutano i figiani, che sono fallosi (14-9 il conto dei falli alla fine) e perdono possessi capitali in modo banale, con in avanti e veli che salvano la difesa azzurra


    L'Italia si scrolla di dosso le paure, dimostra una maturità fisica e tattica inedita e batte le Figi 19-10, chiudendo una striscia di 9 sconfitte di fila. Al Massimino di Catania, davanti a oltre 10.000 spettatori, gli azzurri aprono nel migliore dei modi il trittico di novembre (sabato prossimo a Firenze con l'Argentina, sabato 25 a Padova con il Sudafrica). E' una vittoria sofferta e per nulla banale, perché i figiani, noni nel ranking (l'Italia era 14esima), sono più solidi nella conquista e ben messi in campo, ma anche pericolosissimi appena hanno la palla in mano. Nakarawa è uno spauracchio ogni volta che parte, ma la difesa regge e alla fine anche le certezze degli isolani cadono: così, dopo il 10-10 del primo tempo (meta di Ferrari), l'Italia fa un secondo tempo di grande lucidità e con tre calci porta a casa una vittoria meritata.

    PRIMO TEMPO — Dopo la Sipi figiana, l'Italia prende l'iniziativa: si entra nei 22 ospiti, Parisse imposta una maul e conquista un calcio, che Canna mette tra i pali. Gli azzurri hanno più possesso, i figiani perdono anche due touche, ma non si creano delle vere occasioni. Sulle palle di recupero, invece, i figiani dimostrano di essere pericolosissimi, di saper creare pericoli con offload e angoli di corsa imprevedibili. Gli azzurri muovono molto la palla, anche dentro la propria metà campo, cercano spesso l'uomo sul lato debole dell'attacco e non usano il piede, ma la diga figiana tiene. Al 20', senza aver praticamente mai varcato i 22 azzurri, le Figi pareggiano con Volavola dopo un fallo azzurro. Emerge, minuto dopo minuto, la maggiore fisicità degli isolani negli impatti. Al 26' però la manovra di aggiramento funziona: Hayward porta il contrattacco in profondità, i figiani in difesa sono sotto pressione e concedono un calcio sotto i pali, che gli azzurri giocano veloce alla ricerca di spazi e cambi di fronte che facciano trovare uno spiraglio per la meta. Lo spazio non c'è, Hayward non controlla l'assist di Bellini sul lato sinistro, ma c'è un fuorigioco e questa volta Parisse sceglie mischia: il capitano è bravissimo a raccogliere e avanzare nonostante una mischia non dominante e dopo due fasi sfonda Ferrari: 10-3 con la trasformazione di Canna. Al 34' Hayward fa prendere uno spavento agli azzurri facendosi contrastare un calcio di liberazione da Tuisova: il rimbalzo entra in meta, ma Castello è provvidenziale nel precipitarsi sulla palla e impedire al figiano di schiacciare. Cinque minuti dopo, però, gli isolani passano: touche conquistata appena fuori dai 22, palla a Nakarawa che approfitta di un placcaggio sbagliato da Parisse e ha un'autostrada davanti a se per la meta: è il 10-10 con cui si va al riposo.

    SECONDO TEMPO — L'Italia diventa più pragmatica: meno palla al largo, più uso del piede e anche della maul. La mischia al 5' conquista un calcio, si va in touche e Canna prova la furbata, infilandosi nel raggruppamento, strappando il possesso e schiacchiando. Sembra meta ma il Tmo spiega all'arbitro che il 10 azzurro era in fuorigioco. Le Figi spaventano al largo, Nakarawa è un giocoliere da 120 kg, ma l'Italia è brava ad ancorarsi i suoi punti fermi: mischia - ottima anche quando entrano Zani e Chistolini con Ghiraldini - difesa e maul. Al 13' il drive azzurro dà un calcio che Canna piazza tra i pali, al 17' altro calcio conquistato e altri tre punti. Il 16-10 non lascia tranquilli, ai figiani basterebbe una volata per passare davanti, ma gli ospiti sono fallosi (14-9 il conto dei falli alla fine) e perdono possessi capitali in modo banale, con in avanti e veli che salvano la difesa azzurra. Al 18' un boato accoglie l'esordio dell'agrigentino Licata, al 24' Volavola si prende un giallo per gioco a terra. Nei 10 minuti in superiorità l'Italia non segna, ma si limita a essere ordinata. Negli ultimi 10 minuti i figiani si aggirano per tre volte attorno ai 22 azzurri, ma sprecato e al 39' McKinley manda tra i pali il calcio della staffa: 19-10.
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    Italia, partenza shock: la Francia passeggia a Roma 50-10

    Parte malissimo il Torneo per gli azzurri, distrutti dai Galletti e alla 28ª sconfitta consecutiva. Match già segnato dopo 5 minuti. I Bleus ipotecano la vittoria con le mete di Cretin, Fickou e Vincent nel primo tempo, poi arrivano anche quelle di Dulin, Dupont e Thomas (2). Nella desolazione azzurra la meta di Sperandio. Partita a senso unico. E alla fine sono 7 mete a una
    Roberto Parretta

    6 febbraio - ROMA
    Una Francia troppo forte punisce inesorabilmente un'Italia inconsistente nel match di apertura del Sei Nazioni 2021. All'Olimpico finisce 50-10 per i Bleus del c.t. Fabien Galthie, che segnano 7 mete e letteralmente passeggiano per 80 minuti, punendo ogni piccolo errore degli uomini di Franco Smith.

    TROPPO FACILE—
    Il primo lampo al 5' è degli azzurri (in maglia bianca) con l'esordiente centro Ignacio Brex, che riceve palla a metà campo e scappa via da solo dentro i 22 francesi, ma quando viene placcato vicino a lui non ci sono compagni e i difensori francesi lo costringono al tenuto. Passa un minuto e per l'Italia va in scena la replica di un copione visto e rivisto: dall'azione sfumata, alla meta subita, firmata dal flanker Dylan Cretin (la prima in nazionale alla sesta presenza), che dopo una serie di pick and go sui 5 metri sfonda sotto i pali. Gran merito della meta va però a Teddy Thomas, che con un'accelerazione delle sue affetta la difesa azzurra mettendo le basi per l'azione degli avanti. Matthieu Jalibert trasforma e 5 minuti dopo infila anche un piazzato da una quarantina di metri. Drcisamente criticabili poi un paio di scelte consecutive degli azzurri: prima su un fallo da posizione piazzabile Paolo Garbisi invece di piazzare va a cercare la touche profonda, ma poi sul lancio il capitano Luca Bigi incomprensibilmente non sceglie nemmeno la sicurezza della maul ma va rischia sul blocco più lontano e i francesi la rubano in aria e liberano. Un lungo possesso nella metà campo francese produce al 19' un altro fallo e stavolta Garbisi, da 20 metri e posizione centrale realizza. Da una mischia a favore dentro i 22 avversari, persa, e per il successivo fallo, al 27' l'Italia si ritrova a difendere da una touche dentro i suoi 22, la Francia controlla il possesso con la maul, poi con un calcetto Antoine Dupont sorprende alle spalle la difesa italiana e per Gael Fickou è troppo facile arrivare a schiacciare in area di meta. E alla mezz'ora arriva la terza meta: altro calcetto a seguire di Dupont per la corsa di Gabine Villier, che, placcato quasi sotto i pali, riesce comunque a riscaricare sul mediano, che poi in offload offre all'altra ala Arthur Vincent il comodo tuffo in meta. Tutto però davvero troppo facile. Jalibert le trasforma entrambe. Alla ripresa del gioco il c.t. azzurro Franco Smith cambia i due piloni fuori Daniele Rimpelli e Marco Riccioni, dentro Giosuè Zilocchi e Danilo Fischetti. Al 34' l'Italia si scuote e va in meta, grazie all'iniziativa di Stephen Varney, che manda al bar due francesi e lancia al sull'out di sinistra Monty Ioane: ma la corsa dell'ala è inutile perché il Tmo evidenzia il passaggio in avanti del mediano del Gloucester. Al 36' entra Carlo Canna per Garbisi, chiamato al protocollo per un colpo alla testa. Non cambia niente fino alla fine del parziale e si va al riposo sul 24-3 per i Bleus.

    IL BONUS E LA DOPPIETTA— L'Italia riparte con un lampo e due belle iniziative di Garbisi (tornato in campo, con Canna poi entrato definitivamente al posto di Marco Zanon) e Brex che scavano un break fin dentro i 22 avversari, poi però Bigi palla in mano sbaglia movimento e causa un velo che fa sfumare l'azione. E al 49' arriva il bonus francese: Brice Dulin riparte da fuori i 22 e arriva a metà campo, allarga per Villiere che poi calcia profondo verso la linea di meta, la difesa italiana è ingiustificatamente assente e sull'ovale arriva per primo l'estremo, che schiaccia nonostante il disperato, ma ormai tardivo tentativo di Garbisi. La quinta meta al 53' è emblematica: touche a metà campo, palla conquistata e allargata verso il centro, Thomas scambia e poi con un'accelerazione impressionante passa fra Brex e Luca Sperandio, la difesa azzurra è affettata e per l'ala è un gioco da ragazzi lanciare in meta Dupont. La scena si ripete quasi identica al 57', stavolta con Jalibert che scivola via a due placcaggi tutt'altro che decisi, poi serve Dupont che a campo aperto ricambia il favore e lancia in meta Thomas (Jalibert le trasforma tutte e 3). Al 65' l'Italia va in meta con Sperandio, che riceve largo a destra, calcia oltre il difensore per sé stesso e va a raccogloere e schiacciare in area di meta: Garbisi trasforma. Al 74' Thomas fa doppietta: Anthony Jelonch la porta fuori e apre per Dulin che sul placcaggio italiano riesce a toccare a destra per l'ala che va oltre la difesa e schiaccia (Louis Carbonel sbaglia la trasformazione).
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    Italia, vittoria in Galles per 22-21 con un capolavoro allo scadere di Capuozzo

    Gli azzurri vincono 21-22 con una clamorosa serpentina dell’esterno partita dalla metà campo difensiva: Padovani concretizza, poi Garbisi trasforma. Fermata la striscia di 36 sconfitte consecutive
    Roberto Parretta

    19 marzo - MILANO
    Una clamorosa invenzione di Ange Capuozzo allo scadere ha regalato all’Italia una clamorosa vittoria per 22-21 a Cardiff sul Galles nel match che ha aperto la quinta e ultima giornata del Sei Nazioni di rugby. Dopo 36 sconfitte consecutive e un digiuno lungo 7 anni, gli azzurri del c.t. Kieran Crowley tornano a vincere un match del Torneo e lo fanno con pieno merito. L’Italia chiude ultima in classifica, ma la vittoria e i primi 4 punti addolciscono decisamente il conto. Il Galles, campione uscente, chiude invece penultimo a quota 6.

    DIFESA—
    Iniziano meglio gli azzurri, che, pur costretti a difendersi, lo fanno egregiamente, con precisione, aggressività e disciplina. Il Galles avrebbe una buona occasione su touche dai 22 metri ma la spreca con un lancio lungo e sbagliato che finisce agli azzurri. Che al 12’ sfondano in attacco grazie al buco che s’inventa Nacho Brex, poi sugli sviluppi arriva un’irregolarità dei gallesi che mandano alla piazzola Paolo Garbisi a firmare il 3-0, decisamente meritato. E al 15’ una splendida difesa di Brex e Danilo Fischetti costringe al tenuto il flanker Sam Davies: da 48 metri stavolta sulla piazzola va Edoardo Padovani per il 6-0. Il Galles va due volte in touche a 5 metri e per altrettante volte la maul è ben stoppata dagli azzurri, così alla terza si decide per aprire il gioco al largo, ma quando si arriva a destra Louis Rees-Zammit non controlla il passaggio un po’ troppo lungo di Johnny McNicholl e perde la palla in avanti. Poi il Galles vede sfumare altre due occasioni: prima con un in avanti di Willis Halaholo a 10 metri dai pali e poi la stupidaggine del tallonatore Dewi Lake, che vuole giocare una punizione veloce a 5 metri ma lo fa senza toccare il pallone con il piede e quindi regala la palla agli azzurri. Ma al 28’ alla prima amnesia gli azzurri subiscono meta: il Galles riparte dai suoi 22 e con splendide mani e accelerazioni decisive di Josh Adams e Rees-Zammit arriva fino ai 22 azzurri, dove è un semplice passaggio di Taulupe Faletau a spalancare ad Owen Watkin un’inaspettata autostrada verso i pali (Dan Biggar trasforma). Al 32’ però con una bella difesa del pallone Garbisi si guadagna la punizione che lui stesso infila per il 9-7. Al 33’ riesce agli azzurri una nuova combinazione difensiva a terra, con il placcaggio di Giovanni Pettinelli a fermare McNicholl e il tallonatore Giacomo Nicotera che provoca il tenuto: Padovani firma il 12-7. Al 35’ si vede qualcosa che raramente l’Italia in questo Torneo riesce a mostrare: una perfetta salita della linea difensiva, ordinata nello scivolamento e aggressiva, che soffoca il tentativo di gioco al largo dei gallesi. Al 39’ un’invenzione di Monty Ioane che scappa via a metà campo apre in due la difesa gallese, che poi riesce a tamponare a 2 metri dalla meta su Callum Braley: l’arbitro assegna però una mischia all’Italia, i gallesi sono carrettati, sul vantaggio Garbisi calcia al largo dove però c’è un fallo in aria di Ioane su McNicholl che vizia la possibile meta di Braley. Gli azzurri vanno per la touche, ma poi sulla maul che sembra avanzare l’arbitro dice che l’infrazione è azzurra e manda tutti negli spogliatoi.

    COLOSSALE— Parte benissimo l’Italia anche nella ripresa e con un primo break di Toa Halafihi e un secondo di Pettinelli arriva fino al limite dei 22, ma poi il flanker azzurro è costretto da Josh Navidi al tenuto a terra. Al 46’ l’Italia ha una colossale occasione, nata da una splendida contro ruck in difesa, ma Ioane, che si costruisce da solo una fuga a sinistra, invece di scaricare sull’ottimo sostegno interno di Pettinelli, vuole fare tutto da solo e così prima della bandierina trova il decisivo placcaggio di Adams: è una meta divorata semplicemente per un egoismo che in occasioni come quella di oggi non ci si può e deve permettere. E al 52’, puntuale, arriva la punizione: la mischia gallese guadagna al limite dei 22 una punizione, Biggar va per la touche dalla quale nasce la maul che avanza fino a pochi passi dalla meta, quando è Lake a staccarsi per sfondare e schiacciare (Biggar trasforma). Al 56’ una rischiosissima, ma efficacissima ripartenza di Capuozzo e Ioane in area di meta rilancia un contrattacco azzurro che con l’intelligentissimo calcio di Lamaro costringe i gallesi a ripiegare in affanno e concedere la punizione davanti ai pali che permette a Garbisi di riportare avanti l’Italia. Al 62’ un fuorigioco dei gallesi esattamente a metà campo invita Padovani al difficile tentativo, ma il calcio finisce largo. Al 69’ un attacco gallese fa strada, poi però quando sembra chiuso a sinistra, Adams naviga in orizzontale verso l’interno, poi quando si lancia in verticale evita due placcaggi e se ne vola in meta (che Biggar trasforma). Ma al 79’ arriva il miracolo e lo firma Capuozzo, che la scorsa settimana fa all’esordio aveva segnato una doppietta: l’estremo del Grenoble raccoglie una palla nella metà campo difensiva a si inventa una clamorosa serpentina con la quale si lancia verso l’out di destra, sbilancia l’ultimo difensore e poi regala all’interno la comoda corsa sotto i pali a Padovani. Garbisi trasforma e l’Italia mette fine a un digiuno lungo 7 anni.
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    Capolavoro Italia, a Firenze batte l'Australia per la prima volta!

    Gli azzurri di Crowley rompono un altro tabù grazie alle mete di Bruno e Capuozzo: finisce 28-27
    12 novembre - MILANO
    L'Italia fa la storia, la fa ancora a Firenze: dopo il successo del 2016 contro il Sudafrica, gli azzurri battono per la prima volta l'Australia 28-27 nel secondo test match autunnale grazie alle mete di Bruno (19') e Capuozzo (25' e 64') trasformate da Allan (2/3) e ai calci di punizione dello stesso Allan (2) e Padovani (1). Decisivo nel finale l'errore australiano sulla meta non trasformata di Donaldson.

    SERIE POSITIVA—
    È un momento magico per l'Italrugby, che davanti a oltre 20 mila spettatori centra la quinta vittoria nelle ultime 6 partite, una serie cominciata con l'inattesa vittoria sul Galles - ancora per un punto - nell'ultima giornata del Sei Nazioni. Allora come oggi, c'è tutta la classe di Ange Capuozzo, 23 anni, nel successo contro l'Australia: l'italofrancese, all'esordio in questi test matches, segna due mete splendide mandando in confusione una superpotenza del rugby mondiale come i Wallabies. Che arrivano al possibile sorpasso soltanto a tempo scaduto, ma l'esordiente Donaldson sbaglia clamorosamente la trasformazione della meta di Neville.

    GIOIA LAMARO— Incontenibile l'emozione del capitano Michele Lamaro: "L'obiettivo che ci eravamo prefissati era continuare nel nostro percorso, la sconfitta contro la Georgia è stato un passo falso da cui imparare. Abbiamo vinto la partita con la concretezza, l'ultima meta dell'Australia è stata un disattenzione, quelle che abbiamo fatto noi sono state bellissime, sono i piccoli dettagli che fanno la differenza e li abbiamo fatti molto bene. L'ultimo calcio per gli australiani? Volevo morire - conclude Lamaro -. Ogni tanto ci vuole un po' di fortuna ma questo non cancella la nostra prestazione". L'Italia, adesso, è chiamata all'ultimo impegno autunnale, sabato prossimo a Genova contro i campioni del mondo del Sudafrica.
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    Grande vittoria, anche se all'Australia mancavano un paio di pedine importanti. In passato però ci avrebbero distrutto anche con le riserve delle riserve
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    Sei Nazioni, l'Italia sfiora l'impresa: battuta nel finale dalla Francia

    Gli azzurri sconfitti all'Olimpico 29-24 nella prima partita del torneo 2023

    5 febbraio - ROMA
    All’Olimpico di Roma Francia batte Italia 24-29 nella prima partita del Sei Nazioni 2023. Non una passeggiata per i campioni uscenti: dopo un inizio da brividi, gli azzurri del c.t. Crowley rimontano e sorpassano a 20’ dalla fine. Solo una meta del subentrato Jalibert permette alla squadra di Galthié di conquistare i 5 punti, ma gli applausi sono tutti per l’Italia che chiude in attacco, alla ricerca di un successo contro i francesi che continua a mancare da dieci anni. Domenica prossima la seconda giornata, con gli Azzurri ospiti dell’Inghilterra a Twickenham.

    PRIMO TEMPO—
    L’impatto degli azzurri alla prima uscita del 2023 è da brividi: due regali, prima di Capuozzo in attacco (ma Penaud non ne approfitta) e poi di Varney spiana la strada alla Francia che al 4’ è già in vantaggio: Flament intercetta il calcio dell’azzurro e schiaccia in meta indisturbato, Ramos trasforma (0-7). Dupont è ovunque, balla e mena, soprattutto crea occasioni, mentre l’Italia raramente supera la metà campo. Un'ostruzione di Moefana permette alla squadra di Crowley di respirare e accorciare con il primo calcio piazzato di Allan (3-7), ma non dura: sul ribaltamento prima Varney e poi Bruno perdono l’ovale nei 22 metri azzurri e ha del clamoroso l’in avanti di Ollivon a un passo dalla meta. Che arriva subito dopo: Ntamack apre col piede per l’accorrente Penaud, Capuozzo intuisce e prova ad anticipare la presa alta, ma viene travolto. Ramos è a un passo, segna e trasforma (3-12). L’Italia si scuote, è il 20’: la prima azione manovrata e veloce che passa da Varney a Lamaro a Capuozzo regala un altro piazzato agli azzurri e Allan accorcia (6-12). Ancora Ntamack, ancora un calcio ad aprire il gioco per l’esordiente Dumortier che va subito a segno. Ramos trasforma (6-19). La partita è aperta, l’Italia è brillante e se la gioca a viso aperto, al 31’ da una touche azzurra Varney trova Capuozzo che si tuffa sulla bandierina (11-19). Allan non trasforma, ma si fa perdonare a tempo scaduto con il terzo piazzato a segno (14-19).
    All’Olimpico di Roma la Francia batte l'Italia 29-24 nella prima partita del Sei Nazioni 2023. Non una passeggiata per i campioni uscenti: dopo un inizio da brividi, gli azzurri del c.t. Crowley rimontano e sorpassano a 20’ dalla fine. Solo una meta del subentrato Jalibert permette alla squadra di Galthié di conquistare i 5 punti, ma gli applausi sono tutti per l’Italia che chiude in attacco, alla ricerca di un successo contro i francesi che continua a mancare da dieci anni. Domenica prossima la seconda giornata, con gli Azzurri ospiti dell’Inghilterra a Twickenham.

    SECONDO TEMPO— La Francia riparte forte e sceglie subito i pali per il piazzato di Ramos (14-22). L’Italia di più, attacca a testa bassa, reclama un giallo per placcaggio alto su Bruno, ma arriva subito dopo per Ollivon che impedisce la meta azzurra. Francia in 14 e meta tecnica per l’Italia (21-22). Ancora Francia con Penaud, ma un altro in avanti salva gli azzurri. Lorenzo Cannone alza un muro, i transalpini non si fidano e scelgono ancora i pali, ma Ramos sbaglia. L’Italia ha una prima occasione per il sorpasso, però Ntamack interrompe l’attacco azzurro nei 22 metri francesi. Gli azzurri restano in avanti, conquistano un altro piazzato e Allan non sbaglia: 24-22 dopo un’ora di gioco! Rientra Ollivon, la Francia cambia: fuori Ntamack, dentro Jalibert che va a segno subito, gelando l’Olimpico. Ramos trasforma per il 24-29. Il c.t. Crowley dà fondo alla panchina per l’assalto finale, dentro anche l’esordiente Iachizzi. Allan potrebbe accorciare con un piazzato dalla lunga distanza, ma sbaglia. L’ultimo attacco è ancora azzurro: l’Italia spinge in mischia, ma la Francia è abbastanza sporca e cattiva per portare a casa il successo.
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    ah il grande movimento del rugby italiano
     
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