Olimpiadi invernali 2018

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    Olimpiade cerimonia d’apertura: storica stretta di mano a Pyeongchang

    Il presidente della Sud Corea e la sorella di Kim Jong-Un fianco a fianco nello stadio. L’orario nel tempo reale è quello coreano.


    09 FEBBRAIO 2018 - PYEONGCHANG (SUD COREA)
    Ore 22.13. Sul cielo di PyeongChang svetta il fuoco di Olympia, ed è davvero qualcosa di commovente, che colpisce. I Giochi possono davvero cominciare.
    Ore 22.08: L’ultimo colpo di scena è la fiamma portata da due delle giocatrici di hockey ghiaccio, una del Nord e una del Sud alla campionessa olimpica Yui Na Kim.
    Ore 22.06 Una atleta del Nord e una del Sud accendono la fiaccola
    22.04 Arriva la fiaccola olimpica
    22.00. Dal discorso di Bach: «Due anni fa a Rio, con il primo team di sempre composto da rifugiati, il Cio ha voluto mandare un forte messaggio di speranza al mondo. Oggi, a Pyeongchang, gli atleti della Corea del Nord e della Corea del Sud, marciando insieme, inviano un fortissimo messaggio di pace»
    21.58 - Ora arriva il momento del giuramento degli atleti
    21.51 - Entra la bandiera olimpica portata da altri personaggi dello sport coreano: un fondista, quattro pattinatori, un freestyler, un atleta dello skeleton.
    Ore 21.45: La canzone Imagine di John Lennon eseguita a più voci rende suggestivo il momento di riflessione su quanto sta succedendo ai Giochi della pace.
    Ore 21.44 . Una grande colomba umana si forma durante il brano. E anche lo stadio accende le luci diventa un tutt’uno.
    21.42: il presidente della Sud Corea dichiara aperti i Giochi.
    21.40 Il presidente del comitato olimpico coreano ringrazia Bach e il presidente del Cio ricambia ringraziando pure il segretario generale dell’Onu, Gutierres: “Questo è il momento che tutti aspettavamo, dovete essere fieri di tutto ciò. Il potere dello sport serve a unificare e a non dividere come è successo qui con le squadre di Nord e Sud Corea. Un grande messaggio di pace”. Poi un significativo accenno al tema doping rivolgendosi agli atleti perché siano “puliti e rispettino le regole”.
    Ore.21.32 La sorella del presidente nordcoreano Kim Jong ( Kim Yo Jong) stringe la mano al presidente della Sud Corea, Moon Jae-in
    Ore 21.12 - Davanti ai cinque bambini fa ingresso la delegazione delle due Coree con doppio portabandiera. E’ un momento emozionante, tutti applaudono, il presidente del Sud saluta con la moglie, viene inquadrato il presidente del Cio, Thomas Bach, ed infine con un momento ad effetto quando sembrava non dovesse essere inquadrata la sorella del dittatore del Nord, appare sul mega schermo con una scelta felice ed azzeccata della regia, ovvero il momento in cui il presidente del Sud stringe la mano alla rappresentante del Nord. Scena che colpisce ed ha una valenza simbolica enorme: le due Coree divise da tutto, ora sono più vicine, più aperte a confrontarsi.
    Ore 21.20: Il portabandiera di Tonga, il fondista Pita Taufatofua, entra nella stadio a petto nudo com’era successo a Rio 2016 dove aveva lo stessa veste e aveva partecipato come atleta del taekwondo. Stavolta però sfida davvero il gelo di Pyeongchang ed è un colpo di scena clamoroso. Coraggioso davvero.
    ore 21.11: Per la sfilata si sceglie l’ordine alfabetico, ma della lingua coreana
    Ore 20.58: arriva l’Italia, l’elegantissima Italia e c’è un breve boato, con Arianna Fontana che libera un sorriso smagliante sventolando il tricolore e facendo pensieri d’oro dopo i podi di Sochi. Dietro di lei il capo missione Carlo Mornati e lo sci alpino fa un figurone con tra gli altri Marta Bassino, Manuela Moelgg, Peter Fill e Christof Innerhofer, che fino all’ultimo era indeciso se partecipare alla cerimonia. Tra gli altri anche Antonio Tartaglia, olimpionico a Nagano ‘98 nel bob a 2 con Gunther Huber, adesso fisioterapista dello slittino. Una bella squadra, piena di belle facce e di tante aspettative. Tutti a fare selfie.
    0re 20.57 - Sfila delegazione italiana dietro ad Arianna Fontana (la pattinatrice di Short Track)...
    Ore 20.55 - Fa un certo effetto vedere all’ingresso gli atleti russi vestiti tutti di bianco, gareggiano con la scritta OAR.
    Ore 20.46: La Repubblica Ceca è guidata da Eva Samkova, olimpionica nello snowboardercross a Sochi e principale avversaria di Michela Moioli in Corea. Per l’Austria Anna Veith Fenninger.
    Ore 20.45: Bermuda fa la sfilata con i bermuda, nonostante la temperatura rigida
    Ore 20.43 - La Giamaica schiera davanti alla squadra Jazmin Fenlator, pilota di bob che 4 anni fa a Sochi gareggiò con Lolo Jones, non convocata per questa edizione.
    Ore 20.40: Passa la Gran Bretagna guida da Lizzy Yarnold (skeleton), la Svizzera con il triolimpionico del fondo Dario Cologna, la Finlandia con il saltatore Janne Ahonen che torna a guidare la delegazione dopo 20 anni, la Francia con il biathleta Martin Fourcade, la Norvegia una delle grandi potenze degli sport della neve, col biathleta Emil Svendsen, gli attesi Usa con la slittinista Erin Hamlin (bronzo a Sochi) preferita solo alla monetina a Shani Davis, un big della pista lunga. Davis, sconfitto, ha parlato via Twitter di questione razziale: lui è nero, la Hamlin bianca. Per la Slovacchia la slalomista Velez Zuzulova, Tanti applausi al saltatore giapponese Noriaki Kasai, all’ottava volta a 45 anni ancora in gara. Più del 47% dei partecipanti (1391) non era nato quando lui esordiva ad Albertville 1992.
    Ore 20.31 - Sono 92 le delegazioni che sfilano. Gli atleti olimpici di Russia (Oar) certamente non contenti per la bandiera a cinque cerchi neutrale dopo i problemi di doping, sono al 55° posto. Un volontario sventola il loro vessillo neutrale. L’Italia arriverà al 59° posto, tra Iran e Israele a proposito di paesi non amici.
    Ore 20.25 - La bandiera del Ghana è portata da Akwasi Frimpong, dello skeleton, portato a simbolo dalla Gazzetta di oggi
    20.22 - Un balletto da parata crea sul palco la bandiera coreana: otto glorie nazionali di bob-skeleton-slittino, pattinaggio velocità, short track, un allenatrice di golf, un campione di baseball, di maratona, di arco, pallamano e judo, fanno il giro dello stadio con il vessillo.
    Ore 20.11: la tribuna autorità è al completo con il premier nipponico Shinzo Abe, il presidente coreano Moon Jae-in e il capo dello sport mondiale Thomas Bach.
    Ore 20.10 Un’enorme tigre irrompe sul palco insieme ai 5 bambini che simboleggiano i 5 cerchi olimpici.
    Ore 20.05 Un’enorme tigre irrompe sul palco insieme ai 5 bambini che simboleggiano i 5 cerchi olimpici.
    Ore 20.01: il count down da meno 10 è scandito in coreano e sono già fuochi d’artficio sul cielo di PyenogChang. La cerimonia prende il via, mentre arriva Pence e sfiora la delegazione coreana.
    20.00: Arriva la conferma che il vice presidente americano Mike Pence diserta la cena olimpica perché preferisce rimanere insieme agli atleti americani. C’è ressa di poliziotti, intanto per l’arrivo allo stadio della delegazione coreana che sfilerà insieme. Molto protetta da una ventina di persone vestite di nero, la sorella di Kim Jong Un, ovvero Kim Yo Jong.
    19.53: Dice Lotti: “Abbiamo appena finito la cena, ero praticamente seduto in mezzo tra i rappresentanti della Nord Corea e Sud Corea. Hanno fatto un paio di brindisi, si sono stretti la mano. Non è che si siano detti molto di più, ma già il fatto che si siano seduti attorno allo stesso tavolo è un fatto importante. Questa è la grande forza dello sport”
    19.30: arriva allo stadio il ministro italiano per lo Sport, Luca Lotti accompagnato dal presidente del Coni, Giovanni Malagò.
    Ore 18.43 Dalle arti marziali al taekwondo,l’esibizione comincia così: e a proposito di taekwondo, grazie all’iniziativa della federazione domani alle 11 a Casa Italia ci sarà un atteso incontro tra i rappresentanti dellecdie Coree. Dalle arti marziali al taekwondo, le esibizioni accendono la passione coreana. A proposito di taekwondo, proprio domani mattina a Casa Italia, l’iniziativa della federazione internazionale consentirà un incontro tra i rappresentanti delle due Coree. Anche il taekwondo veicolo di disgelo, riavvicinamento. Ore
    Ore 19 a Pyeongchang, la pre-cerimonia inizia: l’Olympic stadium non è ancora pieno, dentro l’atmosfera è assai tranquilli e tutti vanno in cerca del kit per riscaldarsi. Fuori, invece, un gruppo di sudcoreani con bandiere del Sud e degli Stati Uniti, avvia una protesta che viene ben presto bloccata dall’intervento della Polizia. Quasi soffocata dopo pochi minuti contro i manifestanti fatti allontanare. L’accordo olimpico, la tregua e la ripresa del dialogo dopo cinquant’anni viene contestata ancora e mal accolta soprattutto per la parata voluta dal dittatore del Nord alla vigilia dei Giochi. L’arrivo della sorella di Kim Jong un è continuamente ripetuta dalla Tv.
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    Olimpiadi, fondo, 15 km tecnica mista donne: il primo oro è della Kalla

    È della svedese la prima delle 102 medaglie d’oro che saranno assegnate a questi Giochi. In 40’44”9 batte la norvegese Bjoergen e la finlandese Parmakoski. La migliore delle azzurre è Elisa Brocard, 26a a 2’32”7

    10 FEBBRAIO 2018 - ALPENSIA
    Svezia-Norvegia 1-0. È di Charlotte Kalla il primo oro assegnato ai Giochi di PyeongChang: la trentenne, un cigno rosa alla Gunde Svan, vince di forza, si difende in classico e domina a skating e dopo 15 km ad inseguimento triofa per la terza volta ai Giochi olimpici. E’ la bestia nera di Marit Bjoergen, battuta in stagione in Coppa del Mondo. Una vittoria in 40’44”9 sulla norvegese a 7”8 e sulla finlandese Kirsta Parmakoski a 10”. Quarta è un’altra svedese, Anderson e quinta a 17” l’americana Jessica Diggins.

    CHE GARA — La Weng (che sarà nona) è la più veloce al cambio di sci, con la Bjoergen che spende molto per stare davanti ma le sue gambe “girano”. Dopo 7.5 km, la miglior azzurra, Elisa Brocard, è 27a. All’inizio della frazione a skating si crea un gruppo di 8 in testa che tenta di allungare. Marit non molla, la svizzera Natalie Von Siebenthal si mette davanti alla vichinga, che le fa tenere il ritmo. A 11 km la svedese Charlotte Kalla si mette sulle code della norvegese. In discesa si va a 42 kmh. Restano in nove a lottare davanti per i tre posti sul podio. In salita se ne va la Kalla, alla quale la Bjoergen non riesce a rispondere: più fresca e più giovane la svedese che a 2.5 km dalla fine può gestire un margine di 20”. La norvegese prova a difendere l’argento ma anche a non saltare per quanto ha speso. E sarà piazza d’onore. La Bjoergen era diventata a Sochi la anziana olimpionica e a quasi 38 anni (che compirà il 21 marzo) riprende la serie di conquiste portando a 11 medaglie olimpiche il suo bottino e sorpassando la russa Smetanina e Stefania Belmondo a quota 10. Il primo assalto al record assoluto di ori del biathleta Ole Einar Bjoerndaln, che vanta 13 medaglie di cui 8 ori, è mancato ma ora Marit è a una gemma dalle l’ex re del fondo Bjoern Daehlie 12 medaglie (8 ori). Sia a Vancouver 2010 che a Sochi la Bjoergen ha marchiato le sue spedizioni nel segno del 3. Alla perfettissima Marit ne mancano proprio 3 di gemme d’oro per scavalcare nel numero di titoli Bjoerndalen, ne mancano 3 per superare nel conteggio complessivo Daehlie. Tra lo skiathlon d’apertura e la 30 km di chiusura vedremo se Marit sarà stata capace di completare questo triplo assalto all’eternità: a quasi 38 anni (che compirà il 21 marzo). La miglior azzurra è Elisa Brocard a 2’32”, 35a Sara Pellegrin ia 3’31”, 37a è Anna Comarella a 3’41, 49a Ilaria Debertolis a 4’59”7.
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    Biathlon, prima medaglia azzurra. Bronzo con Windisch

    L'azzurro sale sul podio, dove manca clamorosamente il dominatore Fourcade. Oro al tedesco Pfeiffer

    Dominik Windisch regala all'Italia la prima medaglia della XXIII Olimpiade invernale: un bronzo. L'altoatesino, nato a Brunico nel novembre 1989, la conquista nella 10 km sprint di biathlon, gare in cui a Sochi aveva chiuso all'11° posto. Oro al tedesco Arnd Pfeiffer, argento al ceco Krcmar; clamorosamente giù dal podio il grande favorito Martin Fourcade che non riesce a sfatare il sortilegio olimpico. Si tratta della quinta medaglia del biathlon azzurro. . Il 27enne azzurro, dopo una solida prova al poligono con un solo errore commesso in piedi, tiene sul podio l'Italia del biathlon dopo il bronzo vinto nella staffetta mista quattro anni fa a Sochi.
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    PyeongChang, pista lunga: Tumolero, non è un sogno! Arriva il bronzo nei 10.000

    L'azzurro straordinario piazza uno dei tempi migliori e approfitta del crollo dell'atteso Kramer nella sua batteria e chiude dietro al canadese Bloemen e all'olandese Bergsma

    15 FEBBRAIO 2018 - PYEONGCHANG (SCOR)
    Un folletto sui pattini, un folletto di bronzo! Signore e signori, Nicola Tumolero, un nome e un cognome che solo gli addetti ai lavori e pochi altri conoscevano. Ma sul quale gli stessi erano pronti a scommettere. E lui non ha tradito, dipingendo un 10.000 da sballo. Terzo dietro il canadese Ted-Jan Bloemen, (12'39"77, record olimpico), primatista del mondo sulla distanza, e l'olandese Jorrit Bergsma (12'41"98). Da non credere. Adesso così Roana, paese dell’Altopiano di Asiago con circa 800 abitanti (il Comune ne conta circa 4000), ha due medagliati a cinque cerchi in pista lunga: dopo Enrico Fabris, l’uomo dei Giochi di Torino 2006, il 23enne poliziotto che abita a non più di 800 metri da casa dell’olimpionico. Sembra una favola, è una splendida realtà.

    DA BRIVIDI — Nicola, uscito deluso dai 5000 di sabato, specialità delle quale è campione europeo, con un ottavo posto figlio dell’emozione dell’esordio, si riscatta con gli interessi. Nella penultima di sei batterie, opposto proprio a Bloemen, che presto si invola, si muove con grande acume. Rispetto a molti colleghi, dall’alto del suo metro e 70, è piccolino. Ha una pattinata leggera, sul ghiaccio si muove come una piuma. Ma scivola che è una meraviglia. I passaggi al giro sono costanti. Pare accusare un leggero calo tra il secondo e il terzo chilometro, ma evidentemente è solo prudenza. Poi viaggia costantemente in terza posizione e il finale è d’autore. Sono 25 giri da urlo. Chiude in un sontuoso 12'54"32, sbriciolando il personale di oltre sette secondi e rimanendo a 69/100 dal primato italiano di Davide Ghiotto, in quest'occasione, convalescente da un'infiammazione a una caviglia, non oltre il 12° posto (13'27"09). E' terzo, ma c'è ancora un’ultima batteria.

    KRAMER IN TILT — E nell’ultima batteria c'è il cannibale Sven Kramer, l'olandese già oro nei 5000, che con la distanza doppia ha un conto aperto. Si dice – lo dicono i fatti – che quando in pista c'è lui, si corra per il secondo posto. E invece Sven, anche stavolta, è irriconoscibile. E' in ritardo e man mano il gap si allarga. Naufraga a un impronosticabile sesto posto (13'01"02), col tedesco Becker, al suo fianco, settimo. Prima di lui anche il sudcoreano Lee Seung-Hoon (12'55"54) e l'altro canadese Jordan Belchos (12'59"51). "Mi pare impossibile sia successo – dice euforico Tumolero – con Kramer dopo di me, pensavo al 4° posto. E invece... Roana? Venite a trovarci e scoprirete che non ci sono segreti, se non l’aria buona e gente simpatica. Questo risultato è per la mia famiglia e per mia nonna Margherita in particolare".
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    Madre, donna, lesbica. What else?

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    Snowboard cross: Moioli non tradisce: è oro. Sesta medaglia azzurra

    La bergamasca conquista l'ottavo podio consecutivo: quello olimpico. Con una grande rimonta si lascia alle spalle la francese Pereira de Souza e la ceca Samkova

    16 FEBBRAIO 2018 - MILANO
    Magica Moioli. E’ un cross trionfale sulla neve coreana: la bergamasca è impeccabile sin dall’uscita dal cancelletto, sta dietro la Jacobellis, star americana e in una curva prima del salto si prende la testa della finale per vincere l’oro sulla sedicenne francese Pereira a 33 centesimi e 43 sulla campionessa uscente, la ceca Samkova. L’americana Jacobellis resta sotto il podio mentre la Brutto chiude ottava, dopo essere stata ripescata in qualificazione. Era la favorita e non era affatto facile rispettare i pronostici, ma Michela non tradisce e si aggiudica la sesta medaglia azzurra a questi Giochi, la terza della storia dello snowboard che mai era salito sul gradino più alto del podio. E' un'altra donna azzurra, dopo Arianna Fontana, a portare nel carniere azzurro, l'oro. Cesare Pisoni, il mentore della nazionale si commuove: "Abbiamo fatto la storia, Michela è la più forte di testa, una medaglia attesa venti anni". Grazie a questa ragazza che surfa sulla tavola con leggerezza, agilità, senza timore delle sportellate. "E' stata sempre in testa nelle manche, sino alla fine. Nessuna è come lei, questo oro è per tutti gli snowboarder club che trovano talenti come Michi".

    LIBERA E FELICE — Un autentico momento di grazia quello della Moioli che non è solo frutto di una questione solo atletica. Certo, c'è il lavoro di Matteo Artina - il preparatore che condivide con la concittadina Sofia Goggia -, c'è un percorso che in quattro anni l'ha trasformata da una ragazzina piena di talento e un po' sovrappeso a un'atleta vera, capace di reggere più run con la stessa intensità e di non patire troppo gli impatti con le avversarie. Insieme a tutto questo, però, c'è una serenità che nasce da altro. "Mi sto divertendo, mi sento libera - spiegava alla vigilia -. L'anno scorso tutto mi pesava, non avevo voglia di stare in giro così tanto, ora invece mi godo tutto, i viaggi, gli allenamenti, le gare. Tutto è bello, tutto viene naturale. Mi sento innamorata di ciò che sto facendo. Sento la vicinanza degli amici, della famiglia - papà Giancarlo, mamma Fiorella e la sorella Serena col marito Mauro -, ho riscoperto il piacere di passare il tempo con i miei. Papà cura i frutteti e l'orto di un agriturismo, io lo accompagno, guardo cosa fa, chiacchieriamo, mi godo il sole e mi rilasso" .

    PASSAPORTO — E pensare che in Sud Corea c'è arrivata col brivido: colpa del barboncino Rocco di 10 mesi che le ha mangiato il passaporto. "Era da buttare. Per fortuna in questura sono stati bravissimi, in un giorno me l'hanno rifatto". Nel bagaglio per la Corea del Sud - partenza giovedì -, Michela ha messo anche l'ukulele. "Me lo ha regalato un mese fa - chiude la bergamasca -. Appena ho cinque minuti lo prendo e strimpello, mi diverto un sacco. Avevo una chitarra, questo strumento è più piccolo e con quattro corde gli accordi sono diversi, ma ho imparato subito. Mi serve per staccare, per pensare ad altro". Inutile dire che lei sa toccare le corde giuste, ora dovrà suonare l'Inno di Mameli...
     
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    La pioggia di medaglie si è già arrestata :serio:
     
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    PyeongChang, un russo positivo. E' Krushelnytsky, bronzo del curling

    In attesa di conferme dalle controanalisi, emerge la positività al Meldonium del compagno di squadra - e marito - della bellissima Bryzgalovoy nella gara di curling misto. Lunedì alle 13 le controanalisi e l'eventuale verdetto
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    la favola del curling è già finita :hihi:
     
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    CITAZIONE (goldenbas @ 18/2/2018, 17:28) 
    La pioggia di medaglie si è già arrestata :serio:

    ecco, le ultime parole famose (per fortuna). Tre medaglie tra ieri e stanotte.
    Grande Goccia! :rulez:
     
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    Io cmq di quella gara di short track non ci ho capito un cazzo
     
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    CITAZIONE (necronomicon @ 21/2/2018, 12:17) 
    Io cmq di quella gara di short track non ci ho capito un cazzo

    :hihi:
     
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    Hockey ghiaccio: l'oro è della Russia e i giocatori sul podio cantano l'inno

    Vittoria al supplementare sulla sorprendente Germania: un trionfo che mancava da Albertville 1992. E alla fine, contro ogni regola, i giocatori sul podio intonano l'inno nazionale

    25 FEBBRAIO 2018 - PYEONGCHANG (S. COR)
    Alla fine non ce l’hanno fatta. E, contro ogni regola imposta dal Cio, durante la premiazione, si son messi a cantare le note dell’inno nazionale. Gli atleti olimpici russi vincono l’oro dell’hockey ghiaccio e per il Paese bandito dai Giochi è festa grande. Orgoglio e riscatto. Era da Albertville 1992 – allora sotto forma di Csi – che la Nazionale di Mosca non arrivava tanto in alto. Ci riesce nel giorno in cui il Cio stesso conferma la squalifica del comitato olimpico nazionale e vieta alla delegazione di sfilare durante la cerimonia di chiusura a cinque cerchi con la propria bandiera. Ci riesce piegando un’irriducibile Germania – grande sorpresa del torneo – 4-3 al supplementare, con gol decisivo di Kirill Kaprizov in superiorità numerica dopo 9’40”. I tedeschi, con Patrick Reimer in panca puniti per bastone alto, hanno un uomo di movimento in meno sul ghiaccio. Kaprizov, dunque in situazione di quattro contro tre, raccoglie un passaggio di Nikita Gusev e fulmina Danny aus den Birken, il portiere avversario.

    SUPER GUSEV — La Germania recrimina: a 56 secondi dal termine dei 60’ regolamentari, dopo l’1-1 al secondo intervallo, si era trovati avanti 3-2. Ma una rete di Nikita Gusev, addirittura in inferiorità (ma col proprio goalie Vasili Koshechkin uscito) aveva rimandato la decisione all’overtime. L’argento, per i tedeschi – non una delle super potenza della disciplina – è comunque il miglior risultato mai raggiunto. L’assenza dei giocatori Nhl si è inevitabilmente fatta sentire, ma l’Oar, composta da atleti della Khl (la seconda lega pro mondiale di matrice prettamente russa) e guidata da stelle come Pavel Datsyuk e Ilya Kovalchuk, ha rispettato il pronostico. Con Gusev sugli scudi: con due gol nel terzo periodo (e un assist) ha vinto la classifica marcatori del torneo. Il bronzo, sabato, era finito al Canada (6-4 alla Repubblica Ceca), costretto ad abdicare dopo due ori consecutivi.
    LA FINALE — Oar-Germania 4-3 t.s. (1-0, 0-1, 2-2; 1-0).

    Marcatori: p.t. 19’59” Voinov (O); s.t. 9’32” Schutz (G); t.t. 13’21” Gusev (O), 13’31” Kahun (G), 16’44” Muller (G), 19’04” Gusev (O, i.n.); t.s. 9’40” Kaprizov (O, s.n.).
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