Intervista con Shagrath

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    Il numero otto non ha mai assunto un significato così importante prima di oggi: otto sono stati, infatti, gli anni impiegati da Shagrath e soci per dare vita al nuovo capitolo della discografia dei Dimmu Borgir. Un lavoro ricercato, molto dettagliato, che presenta una band nuova al massimo della sua ispirazione, un disco che riassume la carriera di un gruppo che ha fatto in parte la storia del symphonic black metal degli anni 25 anni.

    Tutto questo èil nuovo album ‘Eonian’. A presentarci questa nuova chicca partorita dalla mente dei norvegesi è niente di meno che lo stesso frontman della band, Shagrath, che così ci illustra questo nono album.

    Ciao Shagrath. Benvenuto su Suoni Distorti, è un piacere per me essere qui con te oggi. Come stai?

    Sto piuttosto bene, stiamo tenendo questi appuntamenti con la stampa da un paio di settimane e questo comporta una certa stanchezza dovuta al fatto di dover parlare tanto tutti i giorni. Oggi è una giornata lunga che ti porta a un sacco di riflessioni, per cui è normale sentirsi stanchi. Faccio fatica a dormire, perché stiamo promuovendo questo album e passiamo la giornata in un paese e la sera ci rechiamo in un altro paese, quindi è la stessa cosa, lo stesso ciclo che si ripete tutti i giorni. È sfiancante, ma è altresì una necessità! È un lavoro importante, specialmente quando si tratta di promuovere un album… Non posso lamentarmi!

    Innanzitutto benvenuto a Milano! È passato un bel po’ di tempo da quando i Dimmu Borgir sono stati in Italia. Come ti senti a tornare nuovamente a farci visita?

    Grazie! Penso che sia bello tornare qui e suonare dei concerti dal vivo. Mi è sempre piaciuto passare del tempo in Italia, così come stare in tour in generale. Sarà bello poter tornare per presentare questi nuovi pezzi e se tutto va bene, abbiamo ancora qualche fan rimasto sparso per l’Italia, eheheh. È sempre bello, è sempre un piacere essere in Italia, mi è sempre piaciuto…

    Sette anni di silenzio son stati, effettivamente, un lungo lasso di tempo. A che cosa è dovuta la scelta di stare così lontani dalle scene a lungo?

    Non siamo stati affatto in silenzio. A dir la verità, non abbiamo avuto un solo giorno di riposo da quando abbiamo pubblicato l’ultimo disco. Possiamo capire che per i fans possa essere stato un periodo lungo, ma siamo stati in tour, il nostro ultimo show si è tenuto nel 2014, siamo stati in giro per il mondo. Quando siamo sul palco ad esibirci dal vivo è difficile concentrarsi per la realizzazione di materiale inedito, nuova musica, pertanto ecco che son passati altri quattro anni, dopodiché abbiamo sentito il bisogno di prenderci una pausa, di riflettere. Nel frattempo, alcune persone della band hanno avuto altri figli e la famiglia è una cosa molto importante sulla quale concentrarsi. Questa cosa, come sai, non va molto di pari passo con la musica, dobbiamo trovare un nostro equilibrio nella vita, negli ultimi due anni e mezzo, forse tre, ci siamo concentrati sulla composizione di questo nuovo album e così son passati in totale otto anni.

    Oggi ci troviamo qui per presentare ai fan italiani il nuovo album della band, ‘Eonian’. Vorrei partire con una domanda un po’ scontata, ma simpatica. Dopo ‘Stormblast’ e ‘Abrahadabra’, questo è un altro album a presentare una sola parola nel titolo. Tutti gli altri, come già sai, erano composti da tre parole (‘Enthrone Darkness Triumphant’, ‘Spiritual Black Dimensions’, ‘Puritanical Euphoric Misanthropia’ ecc…). Pura coincidenza o scelta mirata?

    Beh, è sempre difficile raccogliere il lavoro che fai. A volte il titolo viene deciso prima ancora di registrare un disco, altre volte il titolo arriva durante il processo. Questa volta il titolo è subentrato molto tardi rispetto alla lavorazione, durante il processo stesso, perché avevamo bisogno di trovare qualcosa che rappresentasse tutto l’insieme senza sembrare un concept album. Avevamo bisogno di qualcosa che rappresentasse, racchiudesse questa grandezza, questa sensazione di “divino”, quindi “Eonian” sembrava il titolo più adatto. Abbiamo tutti quanti concordato su questo, nonostante abbia richiesto molto tempo per la decisione, pensavamo che si adattasse bene al lavoro che avevamo svolto, al contenuto del disco, alle tematiche presenti in esso. Era il titolo più adatto, poiché molti dei testi parlano di queste tematiche.

    Se dovessimo scavare a fondo, “Eonian” parla del tempo e se ci pensi, è una cosa astratta che non esiste! Se analizzi bene l’argomento, il tempo è una cosa artificiale. È un concept interessante, non andrò troppo a fondo per analizzarlo ma il risultato è presente. Il tempo non esiste, pertanto dovrebbe iniziare a pensarci! È un viaggio e abbiamo scoperto che questo titolo era il più adatto per questo album.

    Ho avuto modo di ascoltare il disco… e dall’ascolto che mi sono concessa, devo dire che sembra che in questo nuovo capitolo della vostra discografia vi siate concessi più libertà, più sperimentazione: il sound è più organico che mai, le , addirittura mi è parso di sentire qualche elemento sperimentale/folk in un brano del disco, “Council Of Wolves And Snakes”. Cosa puoi dirmi in merito a questa scelta? Alla fine dei conti, i Dimmu Borgir si son sempre contraddistinti per il continuo evolversi di disco in disco…

    Sì, grazie per averlo detto! È questo il punto, è questo il punto! Non abbiamo mai temuto di esplorare. In quanto artista, posso dire che questo è molto importante, noi non vogliamo fare un album, non vogliamo ripeterci troppo, non abbiamo mai avuto paura di esplorare nuove cose, giocare con nuovi elementi della nostra musica. Per me questo è molto importante, in veste di artista. Ogni volta che tenti di consegnare qualcosa, di trasmettere qualcosa, deve essere qualcosa di nuovo, non una mera ripetizione. Non parliamo di qualcosa di ‘fabbricato’ ma bensì di qualcosa che viene dal cuore.

    È importante che vi sia anche dell’evoluzione in ciò che si fa. Se dai uno sguardo alla nostra storia, vedrai che ogni disco rappresenta qualcosa di diverso a modo suo ed è così che dovrebbe essere dopo 25 anni. Sarebbe veramente sbagliato se noi, dopo così tanti anni, facessimo le stesse cose per l’ennesima volta. Non si può fare. Alcune persone lo odiano, perché non è di loro gradimento e perché sono di vedute ristrette, mentre noi siamo di larghe vedute… quindi noi ci esprimiamo consecutivamente.

    Credo che “Council Of Wolves And Snakes” (qui il video, nda) sia un buon esempio di una canzone spensierata, è nata da una vecchia idea ed è venuto fuori qualcosa di interessante! Ha questa specie di approccio quasi sciamanico, è questo il modo in cui mi piace comporre e scrivere musica! Per quel che mi riguarda, quando ascolto musica o ascolto altre band mi piace essere sorpreso, mi piacciono gli alti e i bassi, non sai mai cosa possa saltar fuori! Mi piace ascoltare cose inaspettate! Tornando a noi, credo che questo brano specifico sia un ottimo esempio di come i Dimmu Borgir si presentino in maniera inaspettata, per così dire…

    Per dare un piccolo appetizer di quello che il disco offrirà con la sua pubblicazione, avete reso disponibile il video di ‘Interdimensional Summit’ (guarda il video, nda). Un singolo che, da quel che si è potuto constatare, ha creato le solite due fazioni, i sostenitori e i detrattori. Mi è capitato di leggere tanti commenti, spesso negativi, in cui si asserisce che i Dimmu Borgir abbiano perso smalto, che non abbiano più quella vena innovativa che caratterizzava i primi dischi. Pensa, addirittura alcuni hanno osato paragonarvi agli Epica o ai Nightwish a causa della componente orchestrale. Ti aspettavi una reazione simile?

    Oh! (Shagrath inizialmente si mostra abbastanza allibito in merito ai paragoni, ndr). Per ciò che abbiamo visto dall’elevato numero di mi piace, ho notato che vi erano più “mi piace” rispetto al resto. Non leggo quasi mai i commenti, perché in fin dei conti non conta nulla per me. Se devi andare online e apparire negativo, questo mi fa capire molto riguardo i tuoi modi poco cortesi, fa capire come sei stato cresciuto dai tuoi genitori. Io vedo così la situazione! Non dovremmo prendere in considerazione ciò che la gente dice, perché tutti quanti hanno la propria opinione, noi dobbiamo fare ciò che riteniamo sia giusto per noi. Se la gente non apprezza, può benissimo andare ad ascoltare qualcos’altro. È piuttosto semplice, ma devi mostrare sempre rispetto! Questa è la mia opinione.

    Questa canzone, nello specifico, non rappresenta l’intero album, ma la gente sembra aver già stabilito che il disco suonerà così o suonerà in quest’altra maniera. Non possiamo capire perché la gente ci ricolleghi ai Nightwish… io stesso non ho nemmeno un album di questa band a casa! Per quel che mi riguarda, non lo capisco, ahahah!

    In effetti, nemmeno io tuttora comprendo del perché di un paragone simile… E’ abbastanza strano!

    Sì, noi siamo preparati e sappiamo che ogni cosa che faremo, sarà sottoposta a qualche giudizio! Loro partono già con l’idea che questa cosa non sarà di loro gradimento. A me va bene se vogliono fare gli stronzi, non mi interessa! Noi continueremo a fare musica come abbiamo sempre fatto, non curandoci dei commenti.

    Esattamente come avevate fatto con alcuni dei vostri precedenti lavori, anche qui pare di trovarsi di fronte ad un concept album. Non voglio spoilerare nulla ai nostri lettori né tanto meno a tutti i fan dei Borgir, ma in poche battute come presenteresti l’album? Se me lo concedi, io lo descriverei come pomposo, magistrale…

    È un mix della nostra vecchia storia, per così dire… Vi sono molti vecchi elementi che ripercorrono la storia della band, non è una ripetizione di ciò che abbiamo fatto ma si possono percepire alcune somiglianze in alcuni riff, in alcuni periodi della band che partono dal 1993. Credo che riassuma la nostra storia in un buon modo, è piuttosto esagerato, imponente, presta una particolare attenzione ai cori, non è un qualcosa che ti richiede almeno cinque ascolti prima di scoprire eventuali nuovi dettagli, poiché è un disco molto dettagliato. La gente che si prenderà i suoi spazi e il suo tempo per ascoltare il disco avrà modo di scoprire qualcosa, chi non lo farà sarà triste… Ahahaha.

    Viviamo in un modo dove tutto scorre velocemente, dove la gente non ha più tempo… Credo che le persone non ne rimarranno deluse. Per quel poco che ho potuto ascoltare da commenti esterni, ci sono stati molti riscontri positivi! Sì, è un disco che riassume la nostra storia, dove troviamo elementi che sono stati ispirati dalla storia del black metal norvegese degli anni ’90. Se scavi a fondo in certi riff di chitarra o addirittura in alcuni passaggi della tastiera, puoi ricollegarli ad alcune band che hanno popolato la scena black metal. Credo che sia un album molto interessante che comprende elementi inaspettati, bisogna avere una certa mentalità aperta per approcciarsi ed ascoltare il disco.

    Beh, se ripenso alla vostra discografia, gli album targati Dimmu Borgir hanno sempre lasciato una sorta di libera interpretazione all’ascoltatore. Sarà lo stesso anche con ‘Eonian’, secondo te?

    Sì, possiamo dire così.

    La scena metal, in particolare quella black, è molto cambiata nel corso degli anni. Dal 1993 ad oggi sono cambiate tante cose, avete ottenuto successo, tanti riscontri, tanta popolarità e siete anche prossimi a festeggiare il vostro 25esimo anniversario. Tornando con la mente indietro a quei giorni, ti saresti mai aspettato tutto questo?

    No. Credo che l’ambizione arrivi col tempo, quando abbiamo intrapreso questo percorso per la prima volta lo abbiamo fatto perché tutti noi avevamo la passione per la musica metal estrema, nel 1993 avevamo iniziato a registrare i nostri primi riff e le nostre prime idee su delle cassette e avevamo incominciato ad inviare il nostro materiale alla gente sparsa per tutto il mondo. All’epoca ricevemmo pure un ottimo feedback, ma parliamo di cose diverse, prima di allora non avevo mai sentito parlare di cose simili. La gente esternava commenti negativi perché facevamo uso delle tastiere, ahaha, ma in linea generale i riscontri erano molto buoni. Credo proprio che questi riscontri abbiano fatto sì che noi proseguissimo questo percorso, rincorrendo il nostro sogno.

    Per questo dico che l’ambizione arriva con il tempo, col tempo abbiamo acquisito la consapevolezza di come volevamo fare le nostre cose, di come migliorare ciò che facevamo. Non abbiamo mai avuto un piano B per fare altro, al giorno d’oggi non siamo qualificati per fare nient’altro, poiché abbiamo sempre messo noi stessi in tutto questo. È questo ciò che devi fare se vuoi arrivare da qualche parte. Credo che la scena black metal sia diventata più grande che mai, questa è musica autentica, fornisce qualcosa di vero che proviene direttamente dal cuore ed è questa la ragione per la quale stiamo andando avanti da più di due decadi.

    Le nuove generazioni avranno modo di reinterpretare il black metal, percorreranno nuove strade. Chi sono io per giudicare? Non posso giudicare in modo alcuno le nuove generazioni, sono di mentalità molto aperta e confido che vi sia ancora speranza. Credo altresì che vi siano troppe band, è praticamente impossibile rimanere aggiornati su chiunque, oggigiorno chiunque ha il proprio posto nelle band. Prendiamo ad esempio i Tribulation, che rappresentano le nuove generazioni – che a parer mio sono veramente interessanti – sono notevoli, sono sopravvissuti a lungo.

    Che cosa bolle in pentola per i Dimmu Borgir? Deduco che, dopo sette anni di silenzio, ora vi aspetteranno tempi duri, ovvero tour, tanti tour, tante date e tanta promozione dell’album, ma per il resto? Che cosa vi aspetterà?

    La cosa più appassionata per quel che mi riguarda è l’essere creativo, è una parte di me, fondamentalmente è il mio modo di incanalare le emozioni e i sentimenti. Ogni volta che ho del tempo libero quando sono a casa cerco di scrivere e vengono fuori tutti questi sentimenti che provo, per me è molto importante fare uscire e incanalare queste emozioni e metterle in musica. Adoro questo tipo di processo, io stesso sono una sorta di persona da studio ed è gratificante vedere i risultati dopo tanti anni di lavoro.

    Niente può abbattere quella sensazione, ovviamente mi piace anche suonare dal vivo anche se quando sei in tour può risultare faticoso… ma il potere che hai quando suoni on stage e quando componi creativamente quando sei solo a casa è un qualcosa che puoi condividere con il pubblico, quello è un sentimento speciale ed unico!

    Per quel che mi riguarda la parte più bella è legata al processo creativo, vedere le tue idee prendere vita tramite una canzone. È questo che mi fa andare avanti!

    A cura di Arianna Govoni

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