Concerto grosso per i New Trolls

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.  
    .
    Avatar

    Dio non ha mai ordinato a nessuno di essere stupido

    Group
    Progressive
    Posts
    77,696
    Location
    PD

    Status
    Offline
    nt-500x503

    L'album, come indicato nelle note interne di copertina curate all'epoca dal produttore Sergio Bardotti, nacque da un'idea del compositore Luis Enríquez Bacalov, autore delle musiche. Intento dichiarato è presentare un concerto grosso, alla maniera della musica barocca italiana, affidando a strumentazione rock le parti soliste della partitura, cioè con i New Trolls che suonano e cantano assieme all'orchestra diretta dall'autore.
    Una prima versione del Concerto, anch'essa con il contributo dei New Trolls, costituiva la colonna sonora del thriller La vittima designata di Maurizio Lucidi, uscito nelle sale pochi mesi prima del disco: i crediti del film compaiono infatti sul retro copertina dell'album, assieme ad alcuni fotogrammi tratti della pellicola.

    Forse molti dimenticano che nel 1971 in Italia si stava, forse, uscenda dal genere beat, di hard rock manco a parlarne, ma stava arrivando la nuova ondata di cautautori, spesso impegnati, un po' tristanzuoli, con chitarrina d'ordinanza.
    Ora, a parte i Balletto di Bronzo di innovazione zero. Poi ci furono i New Trolls. Che osano, unendo musica classica barocca e rock. Nacque in un colpo solo il rok progressivo. Viene da piangere a pensare che un disco del genere vendette oltre un milione di copie. Oggi non lo cagherebbe nessuno.

    L’intento del “Concerto”, è ormai chiaro, è ambiziosissimo: riprendere la struttura degli omonimi concerti barocchi seicenteschi nei quali l’orchestra era separata in due sezioni; i solisti, comprendenti solitamente violino, violoncello e un basso continuo (sezione qui impersonata, come detto, dalla “quota” elettrificata) e il “ripieno”, ovvero la restante parte della sezione di archi.

    La vera genialità sta nel rendere semplice il difficile.
    Il lato B all'epoca era occupato da un unico brano, frutto di improvvisazione. 20 minuti incredibili

    Tracce:

    Lato A
    Concerto grosso per i New Trolls – 16:45 (musica: Luis Enriquez Bacalov)
    1º tempo: Allegro – 2:15
    2º tempo: Adagio (Shadows) – 4:50 (testo: Sergio Bardotti)
    3º tempo: Cadenza - Andante con moto – 4:10
    4º tempo: Shadows (per Jimi Hendrix) – 5:30 (testo: Sergio Bardotti)

    Lato B
    Nella sala vuota - Improvvisazioni dei New Trolls registrate in diretta – 20:30 (musica: New Trolls)

    Formazione

    Gianni Belleno – batteria, voce
    Giorgio D'Adamo – basso, voce
    Vittorio De Scalzi – chitarra, flauto
    Nico Di Palo – chitarra, voce principale
    Maurizio Salvi – organo, pianoforte

    Altri musicisti
    Luis Enriquez Bacalov – conduzione orchestra (traccia 1)
     
    Top
    .
  2.  
    .
    Avatar

    Dio non ha mai ordinato a nessuno di essere stupido

    Group
    Progressive
    Posts
    77,696
    Location
    PD

    Status
    Offline
     
    Top
    .
  3.  
    .
    Avatar

    I am the black wizard

    Group
    Goth
    Posts
    2,537
    Location
    Urbe et orbi

    Status
    Offline
    Capolavoro.
    Se l'avessero fatto degli inglesi o americani un disco simile avrebbe distrutto tutte le classifiche mondiali
     
    Top
    .
  4.  
    .
    Avatar

    Dio non ha mai ordinato a nessuno di essere stupido

    Group
    Progressive
    Posts
    77,696
    Location
    PD

    Status
    Offline
    CITAZIONE (metalcunt @ 9/11/2019, 18:09) 
    Se l'avessero fatto degli inglesi o americani un disco simile avrebbe distrutto tutte le classifiche mondiali

    :quoto:
    Guarda è probabilissimo
     
    Top
    .
  5.  
    .
    Avatar

    Deus ex machina
    ♣♣♣♣♣♣♣♣♣

    Group
    Black
    Posts
    196,420
    Location
    AUGUSTA TAURINORUM

    Status
    Offline
    CONTRAPPUNTI PROG #4: CONCERTO GROSSO PER I NEW TROLLS

    laurenceolivierham_2890472b

    Morire… dormire… forse sognare.

    Qualcuno forse si ricorderà di questa rubrica. Per gli smemorati riprendo il vecchio disclaimer:

    Cosa è ContrAppunti Prog: uno spazio dedicato alla progressive italiana; un appuntamento (si spera) fisso dove riscoprire e approfondire piccoli capolavori del rock nostrano più o meno noti; un salto in un passato musicale che va dalla fine degli anni ’60 alla fine dei ’70.

    Cosa non è ContrAppunti Prog: una rubrica per esperti, collezionisti e maniaci del prog curata da esperti, collezionisti e maniaci del prog; una rassegna che segue un criterio o una logica precisa; un’idea nostalgica.

    Alla fine non è stato un appuntamento fisso (ma effettivamente non ha seguito alcuna logica), essendo questa la quarta puntata in otto anni di blog. Del resto è talmente facile dire banalità a proposito di dischi su cui sono stati versati fiumi di inchiostro e, allo stesso tempo, talmente difficile dire qualcosa di personale che almeno una decina di volte in questi anni mi sono ritrovato a scrivere e poi cancellare quanto buttato in bozza. Parimenti non voglio che questa rubrica, la cui evoluzione è stata a dir poco travagliata, muoia. Quindi la riesumo, dedicando la presente a quello che considero uno dei migliori album della storia del rock progressivo italiano, nonché del rock italiano tutto, che va conosciuto a prescindere dal fatto che vi sentiate vicini al prog o totalmente lontani da esso in quanto a gusti musicali. Signore e signori, ecco a voi Concerto Grosso.

    Siamo idealmente nel 1971, il ‘movimento’ progressive è in fieri e di fatto non esistono al momento grandissimi nomi, quantomeno in Italia, che abbiano già dato alle stampe album epocali dietro cui accodarsi per dirsi e sentirsi parte di un qualcosa di ben definito. Lentamente, i primi alfieri del genere stanno abbandonando il beat sessantiano in favore dei suoni albionici, nonché di tematiche meno scanzonate e assolutamente non “pop” di cui si infarcirà il genere in modo anche troppo pervasivo, come da lettura di uno che quei giorni non li ha vissuti in prima persona, che lo etichetterà come prodotto/motore/conseguenza delle nuove idee politiche giovanili e, per la maggior parte, sinistrorse. Dal ’67, anno del primo 45 giri dei genovesi, Sensazioni, i New Trolls avevano dato alle stampe un paio di LP, Senza orario senza bandiera e la raccolta di singoli New Trolls, nei quali si percepiva il mutamento di forma dal beat al rock psichedelico/progressivo e prima che questo si stabilizzasse in un qualcosa dai confini più marcati eccoti che arriva Concerto Grosso, le cui peculiarità e prospettive, che vedremo fra poco, li lanciava avanti di anni luce, anzi, sarebbe più corretto dire in una dimensione parallela al prog italiano, a testimonianza del fervore sperimentale che si viveva all’epoca.

    Fino a questo momento, oltre a Fabio Celi, Antonio Bartoccetti e all’avanguardismo napoletano dei Balletto di Bronzo, dicevo, non ci sono ancora grossi innovatori sulla scena italica: Le Orme bazzicavano ancora nel beat psichedelico più spinto con Ad Gloriam, gli Stormy Six idem, se non addirittura in modo più basico dei succitati; il post-beat di Dies Irae dei Fomula Tre e il proto-pop di Circus 2000 non avrebbero mai tirato da soli la carretta del movimento senza l’aria fresca che gente come New Trolls, Il Mucchio e The Trip stavano facendo entrare negli studi di registrazione italiani. Se, chiudendo la panoramica, il ’71 è stato dunque l’anno di svolta e di più precisa definizione dello stile di rock progressivo italiano, grazie alla esponenziale crescita artistica di alcuni di quei signori citati più sopra, nonché grazie a Osanna, Rovescio della Medaglia, Panna Fredda, Ping Pong, etc., con i New Trolls, come dicevo all’inizio, si viene proiettati anni luce avanti a tutti, italiani e inglesi compresi, grazie alle intuizioni contenute nel primo Concerto Grosso, che segna di fatto un solco all’interno della loro discografia talmente ampio da rendere quasi impossibile prendere le distanze da esso. Tanto è vero che, pur essendo stati autori di altre canzoni meravigliose, questo rimarrà noto come il loro miglior disco in assoluto.

    Dicevo il primo Concerto perché ne verranno “altri”: un secondo nel ’76, a ciclo prog già in fase calante, più The Seven Seasons e Concerto Grosso nr. 3, questo addirittura nel 2013, a seguito e a causa di cambi di formazione e scazzi tra i membri della band che sarebbe noioso ripercorrere. Qui parleremo solo del primo che è incomparabilmente più bello degli altri che comunque restano, a mio parere, dei notevolissimi distillati di bravura, ma più per addetti ai lavori e appassionati terminali che altro, perché dal taglio decisamente troppo barocco.



    Concerto Grosso è un album registrato in studio, frutto del genio di Luis Enriquez Bacalov che scrisse le musiche dei 4 pezzi del lato A, eseguiti da un’orchestra da lui diretta, sulle quali i New Trolls apposero la loro inimitabile cifra stilistica con arrangiamenti rock, creando di fatto un incredibile cortocircuito, poiché laddove l’orchestra dà via alla melodia, il flauto, la chitarra elettrica e l’organo si sostituiscono, alternandosi ad essa, ricoprendo di fatto il ruolo proprio dei solisti, quindi con i reciproci assoli. L’intento del “Concerto”, è ormai chiaro, è ambiziosissimo: riprendere la struttura degli omonimi concerti barocchi seicenteschi nei quali l’orchestra era separata in due sezioni; i solisti, comprendenti solitamente violino, violoncello e un basso continuo (sezione qui impersonata, come detto, dalla “quota” elettrificata) e il “ripieno”, ovvero la restante parte della sezione di archi. Sono anche rispettate la peculiarità del tema musicale continuo, cioè riproposto, qui idealmente rappresentato anche dalla parte cantata, con la ripetizione del frammento di monologo amletiano citato in apertura (To die, to sleep, perchance to dream), nonché il caratteristico andamento lento-veloce-lento-veloce della suite che, come si sarà a questo punto intuito, nei 4 brani è basato su un sublime dialogo orchestra/band.

    Basterebbe ascoltare solo i primi due minuti dell’Allegro, dove archi, clavicembalo, flauto traverso, basso elettrico e chitarre elettriche, si alternano creando un incredibile e perfetto gioco di colori in musica, per capire di cosa stiamo parlando. Se poi andrete oltre con l’Adagio (che ha in Albinoni un noto riferimento), vi renderete conto della portata di questo disco che riesce a rendere godibile e comprensibile a tutti un’idea e una realizzazione della stessa a dir poco complessa. La vera genialità sta nel rendere semplice il difficile. A tratti vi potrebbe sembrare pure di ascoltare la perfetta colonna sonora di un thriller o di un film drammatico d’antan e non vi sbagliereste di molto perché, di fatto, il primo brano della suite è stato utilizzato in Cuori solitari di Franco Giraldi e il secondo in La vittima designata di Maurizio Lucidi, cantato addirittura da Tomas Milian.

    Il lato B dell’LP è occupato interamente da un brano di circa 20 minuti, e trattasi di una improvvisazione registrata in diretta terminante con un lungo assolo di batteria. Questo brano fa storia a sé e dà ulteriore carattere al disco, la cui aura, nel complesso, risulta cupa (io la definirei luciferina), grazie all’uso psichedelico di organo e flauti, la cui accelerazione finale negli ultimissimi minuti del lato B dà la chiara sensazione di una lunga messa nera appena celebratasi.

    Concerto Grosso profuma di anni ’70, di mistero e di colonne sonore di vecchi film, ma riesce ad essere trasversale e attualissimo riascoltato oggi, a 47 anni di distanza dal suo concepimento. (Charles)

    Fonte
    Web
     
    Top
    .
  6.  
    .
    Avatar

    Nyarlathotep

    Group
    Black
    Posts
    14,694
    Location
    Katane

    Status
    Anonymous
    Ultimamente lo sto riascoltando parecchie volte e mi ritrovo a quotare quanto detto sopra: fosse stato prodotto dai Rush o simili a quest'ora sarebbe molto più conosciuto.

    Io personalmente non ne ho mai sentito parlare, tra forum, esperti del settore con la birra in mano eccetera.
     
    Top
    .
  7.  
    .
    Avatar

    Deus ex machina
    ♣♣♣♣♣♣♣♣♣

    Group
    Black
    Posts
    196,420
    Location
    AUGUSTA TAURINORUM

    Status
    Offline
    Web
     
    Top
    .
  8.  
    .
    Avatar

    Dio non ha mai ordinato a nessuno di essere stupido

    Group
    Progressive
    Posts
    77,696
    Location
    PD

    Status
    Offline
    Vabbè il topic l'ho aperto io. I New Trolls erano geniali, peccato che molti li ricordino per quei due singoli pop e poco altro.
     
    Top
    .
  9.  
    .
    Avatar

    Senior Member
    ♣♣♣♣♣♣♣♣

    Group
    Blues
    Posts
    70,810
    Location
    Chieri (TO)

    Status
    Offline
    Uno dei capolavori del prog italiano.
    L'idea alla base è geniale e abbastanza semplice: prendere i concerti barocchi e trasportarli su disco con strumenti moderni.
    Il rischio di fare una cagata kitch era elevata ma se ti affidi a Bacalov già le spalle te le copri.
    Fosse stata fatta da una band inglese o americana ne parlerebbe ancora tutto il mondo
    Web
     
    Top
    .
  10.  
    .
    Avatar

    John Lou
    ♣♣♣♣♣♣

    Group
    Blues
    Posts
    9,272

    Status
    Offline
    Per non sapere né leggere né scrivere, oggi me lo sparo :)
    Web
     
    Top
    .
  11.  
    .
    Avatar

    Member
    ♣♣♣♣

    Group
    Goth
    Posts
    888

    Status
    Offline
    Idea geniale per l'epoca anche se per certi versi lo trovo invecchiato un po' male.
    Sicuramente non è il mio genere preferito
     
    Top
    .
  12.  
    .
    Avatar

    El Psy Kongroo

    Group
    Death
    Posts
    190,920

    Status
    Offline
    Forse troppo avanti per l'epoca in Italia dove si viveva di lagne amorose mentre nel mondo si affacciava al Rock, ora per certi versi sa proprio di vecchio (specie le parti che credo siano con l'organo Hammond), mentre per altri sa di Malmsteen prima di Malmsteen
    Parti quasi funky, parti che sembra di essere dentro un episodio di Lady Oscar e appunto parti invecchiate male, ma stiamo parlando di 50 anni fa ed era avanguardia
     
    Top
    .
  13.  
    .
    Avatar

    Senior Member

    Group
    Black
    Posts
    36,736
    Location
    Vercelli

    Status
    Offline
    Sicuramente un disco innovativo, uscito in un periodo storico in cui il prog italiano era il fiore all'occhiello della nostra scena rock.
    Oggi lo trovo un po' vetusto, anche per la registrazione non certo eccellente, ma rimane un disco piacevole e decisamente innovativo per l'epoca.
    Vera e propria musica "alta"
     
    Top
    .
  14.  
    .
    Avatar

    Advanced Member
    ♣♣♣♣♣♣

    Group
    Punk
    Posts
    7,316

    Status
    Offline
    Nulla di che.
    O almeno il disco non è nelle mie corde.
    Sorry
     
    Top
    .
  15.  
    .
    Avatar

    Advanced Member
    ♣♣♣♣♣♣

    Group
    Black
    Posts
    5,304

    Status
    Offline
    Un disco che è fottutamente geniale, se pensiamo a quando è stato fatto. Incredibile che non abbia fatto scuola, mentre ora tutti si fanno le seghe per i dischi metal sinfonici registrati con vere orchestre. 25-30 anni dopo questo album.
    Forse la loro sfiga è essere stati italiani
     
    Top
    .
32 replies since 27/5/2018, 14:53   448 views
  Share  
.