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Seconda tappa italiana del tour europeo della band americana dopo quella del giorno prima a Roncade in Veneto e una rapida apparizione in terra francese e svizzera. Il luogo dell'evento è l'Estragon di Bologna
si parte male con il navigatore che manda un pò di gente fuori strada, portandoli a un cancello esattamente dalla parte opposta rispetto a dove si deve entrare e comunque anche l'ingresso per il Parco Nord di Bologna non è proprio facile vederlo, nascosto tra gli alberi in una via piuttosto affollata. Una volta finito di fare da apripista per la nutrita schiera di metallari che mi seguivano in macchina verso l'ingresso corretto (dal momento che ero andato a chidere io informazioni) ci si mette in fila e tutto procede senza grossi patemi e nei tempi stabiliti. Una volta dento al locale si può subito notare come la capienza sia ridotta rispetto al suo massimo, con lo stand del merchandising posto sul lato opposto del bar, dove nonostante i gruppi fossero solo due c'era davvero tanta roba e a prezzi abbordabili (20€ per maglietta, 25 per la XXL). Comprata la solita maglietta-trofeo da concerto da aggiungere alla collezione, è tempo di mettersi in posizione sotto al palco per assistere agli opener inglesi Savage Messiah. Subito il cantante si fa riconoscere per un italiano stentato (oltre che per essere un mix tra Fabio Lione e Robert Plant), cosa che lo rende simpatico al pubblico. Il gruppo sfoggia uno stile heavy vecchio stampo, con l'aggiunta delle tastiere che però si sentono fin troppo poco, mentre bassista e chitarrista sono decisamente in palla saltellando come cavallette per tutto il palco e il cantante sfoggia la sua voce che sembra uscita direttamente dagli anni 70. 45 minuti circa di esibizione, ma da non conoscente del gruppo devo dire mi hanno fatto una buonissima impressione e visto che l'heavy sta tornando in auge, probabilmente ne sentirete parlare.
Brani: Virtue signal Heretic in the modern world The bitter truth The lights are going out Under no illusions What dreams may come Parachute The fateful dark Down and out
Una volta che i 5 lasciano il palco, applauditi dal pubblico, iniziano i preparativi per allestire il tutto per gli headliner La cosa che maggiormente colpisce i presenti durante questa fase è la delicatezza con cui il roadie che esegue il sound check dell'atrezzattura appoggia ogni volta la chitarra di Romeo, quasi fosse fatta di cristallo. Dopo una mezz'ora tutto è pronto, calano le luci e partono le note di Iconoclast. Se i musicisti entrano in modo composto sul palco, altrettanto non si può dire di Russell Allen che fin da subito mette in mostra un'incredibile energia e voglia di far scatenare la folla. Tra i vari brani non vi sono grosse pause, le canzoni si susseguono uno dopo l'altra aumentando il ritmo dell'esibisizione e provando la gente nel pit, che tuttavia non si risparmia di certo ("We are strong, We will stand and fight). L'unica pausa un pò più lunga è quella che precede Without you, con il cantante che ricorda l'incidente che lo ha coinvolto un paio di anni fa, nel quale morì il bassista degli Adrenaline Mob David Zablidowsky, ricordando che senza il suo pubblico il gruppo non è niente. Oltre a quella dopo Set the world on fire, cosa dovuta perchè poi si sarebbero lanciati con The odissey che dura la bellezza di 24 minuti Per tutta la durata dell'esibizione il gruppo del New Jersey ha dimostrato di essere solido, senza sbavature di rilievo e con un Michael Romeo sempre spettacolare negli assoli. Alla fine il tutto durerà un'ora e mezza, forse troppo poco, ma tra platea e palco difficile dire che si sia spremuto di più
Brani: Iconoclast Evoultion (The grand design) Serpent's kiss Nevermore Without you Domination Run with the devil Sea of lies Set the world on fire (The lie of lies) The odissey
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