Conference League 2021-22

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    Primo Turno di qualificazione

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    degli squadroni...
    Tanto riusciremo a far cagare anche in questa competizione
     
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    Secondo turno di qualificazione

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    Terzo Turno di qualificazione

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    Roma, l'era Mourinho si apre con una vittoria: 2-1 in Turchia

    Nell'andata dei playoff in casa del Trabzonspor segnano Pellegrini e Shomurodov dopo il momentaneo pareggio di Cornelius. Il ritorno tra una settimana all'Olimpico
    Dal nostro inviato Andrea Pugliese

    19 agosto - TRABZON (TURCHIA)
    Serviva la vittoria ed è arrivata. Con un po’ di fatica e sofferenza, come era normale che fosse, considerando anche l’avversario ed i meccanismi ancora da oliare. Ma la Roma di Mourinho parte con il piede giusto e ringrazia i gol nella ripresa di Pellegrini e Shomurodov (ancora a segno, ancora di rapina) a cui ha fatto da contraltare la rete di testa di Cornelius, entrato da meno di un minuto. Mourinho se ne va felice per la vittoria, meno probabilmente per il gioco. Ma importa poco, per quello ci sarà tempo e modo. Ora serviva questa vittoria per ipotecare il passaggio del turno e guardare con fiducia anche al percorso europeo.

    FATICA E DISTANZE —
    Lo stadio è caldissimo, nonostante si giochi con meno del 50% della capienza, tra la riduzione per il Covid e alcuni problemi di accesso. Ma la gente del Trabzonspor “pesa” sulla partita, cosicché la squadra di Avci inizia subito spingendo sull’acceleratore. Nulla di trascendentale, intendiamoci, un buon palleggio e qualche tentativo in verticale a cercare gli esterni d’attacco (Gervinho e Nwakaeme) nello spazio. L’ex giallorosso però latita, mentre il nigeriano con la sua forza fisica mette a dura prova Karsdorp. La Roma invece ci mette un po’ a carburare, anche perché in mezzo al campo manca la mente che Mourinho chiede dall’inizio del mercato. Così, invece, che impostare a tre con lo scivolamento del terzino, a giocare palla ci va Cristante, esattamente come faceva con Fonseca. Davanti, invece, Shomurodov si muove tanto, gioca di sponda, ma non riesce mai a riempire l’area di rigore. E quando lascia spazio per gli inserimenti da dietro, non arriva nessuno a sfruttarlo. Così succede che Hamsik mette dentro un pallone che fa venire i brividi alla difesa giallorossa, Peres sulla sua trequarti è costretto a spendere quasi subito un giallo per evitare a Mkhitaryan di andare fino in porta da solo e Nwakaeme e Hamsik ci prova da fuori, ma con conclusioni velleitarie. Dall’altra parte, invece, Mkhitaryan va anche a segno con un bel tiro sotto la traversa, ma l’arbitro aveva già fischiato per un suo fallo precedente. E poi è Vitor Hugo con una chiusura provvidenziale in area di rigore a negargli l’occasione del possibile vantaggio. Più in generale la Roma è sembrata mancare di fluidità nel gioco, tanto che Mourinho se ne va subito negli spogliatoi all’intervallo, ancora prima del fischio finale di Jug.

    I COLPI VINCENTI — Nella ripresa la Roma trova il gol quasi subito, dopo appena dieci di gioco, ed allora sembra poter iniziare tutta altra partita: Zaniolo imposta uno dei pochi palloni della sua partita, Mkhitaryan ricama e Pellegrini chiude bene sul secondo palo, on un gol che sembra quasi mutuato dal calcio a 5. Il problema è che la squadra di Mpurinho non riesce a tenere le misure, con i due esterni di difesa (Vina e Karsdorp) che faticano tanto. Così Avci butta dentro Cornelius per un pessimo Gervinho ed al primo pallone il danese fa gol: Vina è in ritardo su Djaniny, il cui cross è al bacio per la frustata vincente di Cornelius, che svetta di testa su Mancini. E ben gli va alla Roma che dopo è Nwakaeme a fallire il 2-1 facile facile, calciando tra le braccia di Rui Patricio dopo aver sfruttato l’ennesimo sbilanciamento di Karsdorp. Adesso l’inerzia sembra girare dalla parte dei turchi, ma sugli sviluppi di un calcio d’angolo ritrova il gol con Shomurodov, bravo a ribadire in rete la respinta del palo su colpo di testa di Mancini. Nel finale, poi, Mou decide ovviamente di chiudersi, passando a cinque e blindando una vittoria fondamentale. L’ultimo brivido è un colpo di testa di Vitor Hugo, ma senza grandi pretese. Ora il ritorno, in programma giovedì prossimo all’Olimpico.
     
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    L'allenatore in Italia con più vittorie in Conference League
     
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    CITAZIONE (Symphony of death @ 20/8/2021, 15:55) 
    L'allenatore in Italia con più vittorie in Conference League

    :hihi:

    cmq rometta, salvo solo il risultato.
    spero sia una questione di condizione
     
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    Ecco i gironi di Conference League al completo.

    Gruppo A: LASK Linz, Maccabi Tel Aviv, Alashkert, Helsinki

    Gruppo B: Gent, Partizan, Flora Tallinn, Anorthosis

    Gruppo C: Roma, Zorya Luhansk, CSKA Sofia, Bodo/Glimt

    Gruppo D: AZ Alkmaar, Cluj, Jablonec, Randers

    Gruppo E: Slavia Praga, Feyenoord, Union Berlino, Maccabi Haifa

    Gruppo F: Copenaghen, PAOK Salonicco, Slovan Bratislava, Lincoln Red Imps

    Gruppo G: Tottenham, Rennes, Vitesse, Mura

    Gruppo H: Basilea, Qarabag, Kairat Almaty, Omonia
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    direi che è andata bene alla roma
     
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    Lincoln, prima squadra di Gibilterra in un girone europeo: poliziotti, operai, doganieri



    Riga battuto ai supplementari e gironi di Conference League raggiunti: Lincoln nella leggenda dopo anni di tentativi.

    Il 26 agosto 2021 rimarrà per sempre nella storia del calcio di Gibilterra. Come la data del primo match, quella del primo goal, della prima vittoria. Ma ci si arriverà. Intanto, però, il microstato europeo può festeggiare la presenza di una squadra calcistica nei gironi di un torneo europeo. Per la prima volta nella storia.

    Grazie al successo per 3-1 nel ritorno dei playoff contro il Riga, infatti, il Lincoln FC ha strappato il pass per i gironi di Conference League, nuova competizione voluta dall'UEFA anche per permettere ai club delle nazioni calcistiche ai margini del continente di prendere parte ai grandi eventi e non solo ai preliminari.

    Che squadra è il Lincoln? Semplicemente la più titolata, di gran lunga, del torneo di Gibilterra, na National League: 19 trofei vinti, di cui 17 nel nuovo millennio. In soldoni solamente il Gibraltar United nel 2002, l'Europa FC nel 2017 e il Glacis United nel 2000 sono riusciti a spezzare il dominio dell'FC.

    Nel 2016 fece scalpore per aver sconfitto il Celtic, una delle squadre più importanti del Regno Unito e rinonimate del pianeta, nei preliminari di Champions League. Da lì Gibilterra ha fatto scalpore solamente per la grinta nelle gare della Nazionale e per i risultati ottenuti contro il coronavirus, in virtù dei soli 30.000 abitanti del territorio.

    Il Lincoln Red Imps FC gioca nel Victoria Stadium, impianto da 5000 posti a pochi metri, letteralmente, dall'aeroporto di Gibilterra e a 600 metri dal confine con la Spagna. L'impianto non ospita solo le gare dei nuovi eroi calcistici della nazione, ma bensì di tutto il campionato, che comprende undici squadre.

    Dal Lynx al Manchester 62, le squadre si affrontano nel torneo, che anche per il 2021/2022 vede il Lincoln ultra-favorito, di scena in un solo impianto, quel Victoria Stadium che può contenere un sesto di tutta la popolazione del paese. Gibilterra, nazione dipendente dal Regno Unito, può contare di fatto su diversi calciatori che hanno avuto esperienze nei tornei inglesi, ma quasi tutti i suoi elementi non sono professionisti.

    Una delle poche eccezioni è il numero dieci Walker, con un passato nel Portsmouth. Proprio lui ha pareggiato la rete di Vakulko del Riga, dando vita al 3-1 finale a cui hanno partecipato anche Roy Chipolina, eroe del calcio locale, e Ronan, che al 122' ha chiuso la qualificazione. Entrambe le ultime due reti sono arrivate ai supplementari, dopo l'1-1 dell'andata in terra lettone.

    Chipolina è un ufficiale doganale, ma in squadra ci sono anche poliziotti (Lee Casciaro, rimasto in panchina contro il Riga), operai, dipendenti pubblici e pompieri. Uomini 'normali' che negli anni hanno provato l'ebrezza di giocare nei preliminari, venendo però sempre eliminati in estate: ora potranno invece sfidare alcuni grandi d'Europa anche in autunno e in inverno.

    La qualificazione alla fase ad eliminazione diretta della Conference League è proibitiva? Ovviamente sì, ma la prima edizione del torneo comprende poche squadre d'elite e alcune compagini abituate a grandi palcoscenici.

    Per il resto, tanto equilibrio in cui i ragazzi di Michael Appleton, allenatore del Lincoln che ha avuto modo di crescere, ebbene sì, nel Manchester United di Ferguson. Quello della generazione d'oro, dei Giggs, dei Neville, dei Beckham. Qualche segreto è riuscito a portarlo con sè a Gibilterra. Carta canta.

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    Tottenham bloccato dal Rennes, Basilea stop, l'Union Berlino crolla alla fine

    Prima giornata con 5 successi esterni su sei, in attesa dei match delle 21
    Francesco Pietrella

    16 settembre - MILANO
    Cinque successi esterni e il pari tra Rennes e Tottenham (2-2). Questo e altro nelle prime partite della Conference League. Tutti i risultati (CLICCA QUI PER SEGUIRE IN DIRETTA I MATCH DELLE 21, COMPRESO ROMA-CSKA SOFIA).

    KAIRAT ALMATY-OMONIA 0-0
    In Kazakistan sono 4 ore avanti rispetto all’Italia e si inizia alle 16.30. All’Ortalyk di Almaty, più vicino al Kirghizistan che alla Russia, finisce 0-0 con l’Omonia Nicosia. Curiosità: 80’ in campo per Vagner Love, l’ex bomber del Cska Mosca che giocava con le treccine colorate (45 gol nelle coppe europee). Adesso si è rasato a zero.

    FLORA TALLINN-GENT 0-1 Tutto semplice per il Gent in Estonia. Decide un gol del neo acquisto Darko Lemajic al 53’, a cui forse i Paesi Baltici portano bene. Dal 2017 al 2021 ha segnato circa 60 gol in Lettonia tra Riga e Rfs FC. Lì vicino insomma. Prima rete con la maglia del Gent per la punta serba di quasi 2 metri.

    HJK HELSINKI-LASK LINZ 0-2 Colpo del Lask a Helsinki, dove la temperatura si aggira già intorno ai dieci gradi. Alla Bolt Arena decidono due guizzi. Il primo al 17’ è di Maresic, difensore classe ’99, primo gol in Europa alla nona presenza. Il secondo di Monschein proprio allo scadere (89’). Tre punti al Lask.

    LINCOLN-PAOK 0-2 Nonostante la sconfitta, a Gibilterra si è scritta la storia. Il Lincoln Red Imps debutta ai gironi di una competizione europea e dura quasi un tempo: un gol di Akpom al 45’ manda avanti il Paok, che poi ne fa un altro nella ripresa con Mitrita. Partita chiusa. Padroni di casa a zero punti con onore.

    MURA-VITESSE 0-2 Bell’esordio per il Vitesse di Letsch. Uno-due agli sloveni del Mura a Maribor. Due protagonisti: il primo è il norvegese Tronstad, che al 30’ punge Obradovic col mancino, il secondo è Darfalou. Bel colpo di testa. Tra la fine degli olandesi due giocatori niente male con un passato da talenti in vetrina: Bazoer e Tannane.

    QARABAG-BASILEA 0-0 Il Basilea di Petretta non sfonda e inciampa a Baku, solo 0-0 contro l’ostico Qarabag. In casa non regalano mai nulla. Con Esposito infortunato, mister Rahmen si affida al tridente Stocker-Arthur-Ndoye. Niente da fare, il muro resiste. In Azerbaigian finisce in pareggio. Passo falso degli svizzeri.

    RENNES-TOTTENHAM 2-2 Il classico incontro di cartello. Ci si aspettava un successo facile facile del Tottenham, ma il Rennes ha tenuto botta. Due gol a testa. Aprono gli Spurs con l’autorete di Bade su cross di Lucas Moura, pareggia Tait con un bel destro a giro. Gollini non può nulla. I francesi passano addirittura avanti al 72’ con uno spunto di Laborde, ma il Tottenham pareggia quasi subito. Bel gol di Hojbjerg al 76’. Al Roazhon Park finisce in parità, ma quanti rimpianti per gli inglesi.

    SLAVIA PRAGA-UNION BERLINO 3-1 Tris al fotofinish. Lo Slavia passa in casa grazie a due squilli negli ultimi 6 minuti. Apre Alexander Bah nel primo tempo (18’), esterno danese del ’97, poi pareggia Kevin Behrens a 20’ dalla fine. Bella storia la sua: attaccante, classe ’91, gavetta e tanti sogni, come quello di un gol europeo, lui che fino a qualche anno fa giocava nelle divisioni inferiori tedesche, tra terza e seconda serie. Manca il lieto fine però, perché l’Union - in dieci per circa un’ora dopo l’espulsione di Jaeckel - crolla proprio alla fine: Kuchta e Schranz regalano i tre punti allo Slavia.

    SLOVAN BRATISLAVA-COPENAGHEN 1-3 Vittoria facile per il Copenaghen di Thorup. Tris in Slovacchia senza troppi problemi. Anzi, uno solo, cioè il gol del pareggio di Henty al 21’ dopo il vantaggio di Wind al 18’. No problem: Stage e ancora Wind (stavolta su rigore) regalano i tre punti ai danesi. Ottimo inizio.
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    Qui la "manita" Mou. Prima si spaventa, poi dilaga: la Roma asfalta il Cska Sofia

    Debutto in Conference League con successo in rimonta per i giallorossi, alla sesta vittoria consecutiva. Tra i migliori anche Shomurodov: due assist e un palo
    Andrea Pugliese

    16 settembre - ROMA
    Sesta vittoria consecutiva, un primo passo importante anche nella fase a gironi della Conference League. La Roma sembra davvero non arrestarsi più e asfalta anche il Cska Sofia per 5-1, aggiungendo un tassello importante a quanto visto finora. La vittoria è arrivata in rimonta, con i giallorossi che per la prima volta si sono trovati a dover gestire una situazione di svantaggio iniziale. Meraviglioso Pellegrini (autore di una doppietta), perfetta la partita di Shomurodov, che chiude senza gol ma con due assist, un palo e una prestazione dove ha dato tutto, su ogni pallone. Le altri reti giallorosse portano invece le firme di El Shaarawy, Mancini e Abraham.

    VOGLIA E CAPARBIETÀ —
    Mourinho lancia cinque giocatori nuovi per la prima volta dal via (Calafiori, Smalling, Diawara, Villar ed El Shaarawy), mentre Mladenov deve rinunciare in extremis anche a Geferson ed in panchina va con soli sei effettivi. Ma a passare a sorpresa sono proprio gli ospiti, dopo appena dieci minuti di gioco, con Carey che beffa Mancini e trova un angolo impossibile da posizione defilata. In svantaggio per la prima volta nel corso di questa stagione, la Roma è stata brava a non scomporsi ed innervosirsi. La squadra di Mourinho è stata infatti brava a rimettersi lì ed a provare a costruire qualcosa di buono. Ed infatti le occasioni sono arrivate in serie con El Shaarawy, Shomurodov e Perez, fino al meritato pareggio di Pellegrini, un gioiello balistico di rara bellezza, con quella palombella morbida che si è andata adagiando lentamente sotto il sette alla sinistra di Busatto. Una volta ristabilita la parità, i giallorossi hanno rifiatato per un po’, trovando poi il gol del vantaggio al 38’ grazie alla caparbietà di Shomurodov, che ha recuperato tre volte palle e regalato ad El Shaarawy la palla del 2-1 (tiro chirurgico dalla distanza).

    SOLIDITÀ E GOL — Nella ripresa Mourinho lancia Ibanez terzino destro, per dare respiro a Karsdorp. E al 15’ decide di cambiare l’intera coppia di centrocampisti, visto che il Cska nel frattempo aveva preso metri, campo ed iniziativa. Dentro quindi la coppia titolare Veretout—Cristante, anche per dare più peso (e contrasti) in mezzo al campo. E la mossa paga, perché i giallorossi diventano più solidi. E dilagano. Due minuti dopo Pellegrini fa 3-1 di piatto, su bell’assist di Calafiori dal fondo. Poi vanno dentro anche Abraham e Kumbulla, con l’albanese a fare il terzino destro e Ibanez girato a sinistra (Mourinho chiude con 4 centrali difensivi e Reynolds fermo in panchina, a dimostrazione di come lì si potesse fare qualcosa sul mercato). Al 36’ arriva anche il 4-1 di Mancini, bravo a ribattere il palo colpito da Smalling. Poi tocca a Shomurodov prima colpire un altro legno e poi consegnare ad Abraham (39’) il pallone del definitivo 5-1. Finisce così, con i giallorossi a prendersi gli applausi di un Olimpico ancora una volta bollente. Ora testa a Verona, dove Mourinho andrà a caccia del settebello.
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    Quando siamo andati in svantaggio ho bestemmiato di brutto.
    Poi tutto per il verso giusto per fortuna
     
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    Roma, tutto facile con lo Zorya: El Shaa, Smalling e Abraham firmano il 3-0


    Nessun problema per gli uomini di Mourinho, che in terra ucraina vincono la seconda partita del girone di Conference League, portandosi in testa al gruppo C a punteggio pieno
    Andrea Pugliese

    30 settembre - MILANO
    Voleva vincere e ci è riuscito. Mourinho festeggia le sue 200 partite europee con l’ottavo successo in giallorosso (su 10 partite totali), segnato dai gol di El Shaarawy nel primo tempo e di Smalling ed Abraham nella ripresa. Vittoria giusta, meritata, con la Roma che ha dato spazio a tante seconde linee ma ha cambiato davvero passo quando dopo 18 minuti della ripresa Mourinho ha buttato dentro Zaniolo ed Abraham. Lì la partita è cambiata e l’equilibrio precedente si è di colpo spezzato a favore dei giallorossi. Nella Roma in evidenza El Shaarawy, ma anche Abraham e Darboe.

    DECIDE ELSHA—
    Mourinho sorprende ancora tutti, confermando come alcuni giocatori come Villar, Diawara, Reynolds e Mayoral per lui siano in fondo alla lista. Rispetto alla squadra titolare la Roma schiera solo 4 titolari (Rui Patricio, Ibanez, Pellegrini e Cristante), con l’esordio stagionale dal via per Kumbulla in difesa e Darboe in mezzo al campo. E proprio il centrocampista gambiano è la bella sorpresa di giornata: geometrico, pulito, bravo in un paio di situazioni nello stretto, non sbaglia quasi nulla e piazza subito l’assist decisivo per l’1-0 di El Shaarawy, che al 7’ sfrutta il disallineamento della difesa dello Zorya, salta il portiere Matsapura e insacca a porta vuota. Il Faraone è caldo e sarà proprio lui a provarci un po’ in tutti i modi nel corso del primo tempo, alla ricerca costante del raddoppio. In un’occasione Matsapura è però bravo a dire di no, in altre due i tiri di ElSha escono fuori di poco. Più in generale, una volta in vantaggio, la Roma prova a congelare il risultato ed a colpire in transizione. Così facendo, però, lascia troppo il pallino del gioco in mano alla squadra ucraina (all’intervallo i tiri totali saranno 8-5 per lo Zorya), che con Gromov e Kochergin prova anche ad inventare qualcosa, senza però essere mai davvero pericolosa. Alla Roma, del resto, va bene anche così, considerando il vantaggio e i pochi rischi corsi nel primo tempo.

    IL CAMBIO DI PASSO— Nella ripresa lo Zorya prova a riequilibrare la partita e l’occasione propizia ce l’ha dopo 9 minuti, ma Gromov arriva in ritardo sull’assist di Sayyadmanesh che taglia tutta la difesa in due. Prima era stato ancora El Shaarawy ad essere pericoloso, subito dopo Perez sfrutta la palla in verticale di Darboe, ma Matsapura è ancora bravo. Poi Mourinho butta dentro Abraham e Zaniolo e la Roma cambia passo: Darboe nello stretto è pericolosissimo, Abraham colpisce subito il palo esterno e Smalling al 21’ di testa insacca il 2-0 sugli sviluppi di un calcio d’angolo (con sponda di Cristante). Non basta, perché al 24’ è proprio Abraham a chiudere definitivamente i giochi con il 3-0, su una giocata combinata tra Pellegrini e Zaniolo. Poi, a partita chiusa, Mourinho regala scampoli di gara anche a Villar e Mayoral, con l’attaccante spagnolo schierato addirittura largo a sinistra. E proprio all’ultimo respiro, Rui Patricio si supera su Lunov, tenendo inviolata la porta giallorossa. Finisce così, con la Roma in testa al girone e la testa a domenica prossima, quando all’Olimpico arriverà l’Empoli dell’ex Andreazzoli.
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