Ridateci i cattivi nei film di animazione, per favore

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    Madre, donna, lesbica. What else?

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    Culla Bianconera

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    Ridateci i cattivi nei film di animazione, per favore


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    La produzione mainstream continua da anni a proporre storie senza veri villain, in favore di una dimensione di conflitto interiore. Ma non stiamo un po' esagerando?

    Disney e Pixar sfornano film per il grande pubblico a getto continuo, affollano le sale cinematografiche e le piattaforme streaming raccogliendo applausi dalla critica e candidature agli Oscar. In mezzo a tutto questo straordinario successo però, si è notata la progressiva scomparsa di un elemento narrativo che da che mondo è mondo è sempre stato uno dei più importanti per ogni storia che si rispetti, non solo animata: il cattivo. Da tempo è evidente come di certi cattivi sostanzialmente l’animazione ce ne voglia dare pochi. Di base non esistono più soprattutto personaggi caratterizzati da una complessa oscurità, ora abbiamo a che fare o con dei buoni finiti per caso sulla cattiva strada oppure con il nulla assoluto.

    Ci vengono offerte storie in cui tutto ruota attorno alla componente psicologica, su ostacoli esistenziali creati dai rapporti interpersonali. Bello, interessante, creativo certo. Però ormai ha stancato, diciamocelo.

    Non è più tempo per i cattivi
    Questa è la storia di un tempo lontanissimo, il tempo in cui il cattivo era l'asse principale, il motore della storia. Anzi a pensarci bene, spesso era il “salvagente” a cui si sono aggrappati film d'animazione che senza di loro, nessuno si sarebbe ricordato.

    Volete un esempio? Pensate ad Hercules, il cui protagonista era sostanzialmente un Superman dell'antica Grecia, ingenuo, bonaccione, virtuoso e incredibilmente noioso. Ancora oggi quel film tutti se lo ricordano per Ade, uno dei cattivi più divertenti, scoppiettanti ed esilaranti mai visti, una specie di evil stand up comedian, a maggior gloria del grande James Woods.

    In questo XXI secolo però, Pixar e Disney hanno gradualmente sempre più messo da parte la figura del cattivo, sposando addirittura una sorta di visione antitetica rispetto al concetto di malvagità a cui eravamo stati abituati per decenni

    Gli antagonisti che abbiamo sono sempre meno iconici, complessi e inquietanti, delle comparse ripetitive e senza spessore, che spessi si ravvedono in extremis o vengono quasi giustificati.

    Ma dov’è finita la loro capacità machiavellica di essere portatori di caos e distruzione? Dove sono finiti i vari Scar, Jaffar, Gastone, le Malefica o Crudelia della nostra infanzia, che ci mostravano la perdizione che segue l’ambizione e l’egoismo più sfrenati? Molti sono stati oggetto di evitabilissimi remake live-action in cui si cercava addirittura di metterli sotto una luce assolutoria, o al limite di “giustificare” la loro malvagità con lontani traumi o dolori.

    Di base una sorta di assoluzione morale in cui il male è sempre evitabile, può essere neutralizzato sempre in tempo, basta trattare le persone nel modo giusto, come se la malvagità fosse un’equazione matematica. Il che diciamocelo, suggerisce una visione del mondo incredibilmente ingenua e banale, semplicistica e bene poco costruttiva, che ha contribuito alla creazione di alcuni dei film animati e live-action più monotoni, tediosi e moraleggianti che si siano visti, come Maleficent o Crudelia.

    Una grande sterilità narrativa
    Con questo non si vuol dire che la strada alternativa non sia stata interessante, quando strutturata nel modo giusto e con la corretta complessità. Anzi. Ci siamo tutti emozionati per la profondità tematica, l'immensa creatività con cui si parlava dell'emotività in film come Inside Out, Soul, Luca ma perché poi non ricordarci di WALL.E, Alla Ricerca di Nemo, The Brave, *Oceania*…non c'erano dei veri cattivi, e se c'erano erano tutto sommato marginali, eppure sono film di animazione bellissimi, ricchi di sentimento e complessità.

    Ma non è detto che la stessa idea funzioni sempre e comunque, dipende da mille fattori. Una qualche parziale consolazione fino a poco tempo era data dal palesarsi di qualche villain che si rivelava un personaggio sorprendente. Peccato che poi la Disney facesse sempre dietrofront.

    Pensate a Frozen. Quanto era geniale avere in Hans l’anima nera, il perfido ragno tessitore? Fino al finale o quasi era sembrato il classico Principe Azzurro, armato di un bel faccino e modi pomposi, protagonista al più di un triangolo melò. Invece arrivava il colpo di scena: Hans era una sorta di versione malvagia di un tronista (sempre che ne esista una buona).

    Aspettammo il sequel sicuri di un altro carismatico antagonista con cui fare i conti. E cosa ci venne dato invece? Una diga abusiva e un bisticcio tra sorelle. Bel salto qualitativo non c’è che dire. E dire che solo tre anni prima ci fu Zootropolis, dove fummo catapultati in un mondo di animali antropomorfi dominato da razzismo, machismo, corruzione e classismo. Il leone pallone gonfiato e la pecorella mad doctor erano le punte di diamante di un film per molti versi inquietante e attualissimo.

    Ma dopo, siamo tornati ad eliminare i cattivi, fino a questi ultimi mesi, dove abbiamo dovuto sorbirci due telenovelas familiari come Encanto e ora Red. Pure qui zero cattivi, la battaglia per i protagonisti è…com’è quella parola? Ah si: “interiore”. Più che film d’animazione sono parse delle sedute di terapia di gruppo. Davvero è questo il meglio che possiamo avere? Ma che c’era di cattivo nei cattivi? Perché dobbiamo far finta che nella vita, nella Storia, non ci siano persone malvagie ma solo difetti di comunicazione o traumi da risolvere? Perché i pochi cattivi sono per forza personaggi deboli e patetici?

    Senza tenebre non esiste la luce
    Prendiamo ad esempio Shan Yu. In lui Mulan, uno dei i personaggi femminili più rivoluzionari di sempre, ha non solo un nemico del suo popolo ma anche un simbolo di ciò contro cui combatte: l’idea che una donna non può valere quanto un uomo.

    Shan Yu è crudele e sadico certo, ma ha anche delle qualità incredibili, inutile negarlo: è un carro armato umano, un eccezionale guerriero, astuto, carismatico, non ha paura di morire e non si arrende mai.

    E soprattutto…non canta ogni due minuti. A tutti gli effetti un simbolo di quella sete di potere e conquista che ha creato il mondo. Non proprio un personaggio da niente vi pare?
    Senza tenebre non esiste la luce
    Prendiamo ad esempio Shan Yu. In lui Mulan, uno dei i personaggi femminili più rivoluzionari di sempre, ha non solo un nemico del suo popolo ma anche un simbolo di ciò contro cui combatte: l’idea che una donna non può valere quanto un uomo.

    Shan Yu è crudele e sadico certo, ma ha anche delle qualità incredibili, inutile negarlo: è un carro armato umano, un eccezionale guerriero, astuto, carismatico, non ha paura di morire e non si arrende mai.

    E soprattutto…non canta ogni due minuti. A tutti gli effetti un simbolo di quella sete di potere e conquista che ha creato il mondo. Non proprio un personaggio da niente vi pare?

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    Edited by C@te - 21/5/2022, 19:00
     
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    El Psy Kongroo

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    Certo che tirare in ballo frozen...
    Un villain non ci deve per forza essere se si hanno idee buone, semmai è il politically correct che sta mandando a puttane tutro il mondo cinematografico
    Ah, e non esistono solo Disney e Pixar
     
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    John Lou
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    CITAZIONE (Symphony of death @ 23/5/2022, 07:55) 
    è il politically correct che sta mandando a puttane tutro il mondo cinematografico

    this... questa mentalità woke sta veramente scadendo nel ridicolo
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2 replies since 21/5/2022, 17:25   38 views
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