Champions League 2022-23

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    El Psy Kongroo

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    CITAZIONE (goldenbas @ 7/9/2022, 16:25) 
    Partita assurda. Il primo tempo fosse finito 4-0 per il PSG non sarebbe stato uno scandalo.
    Nel secondo possiamo pure rammaricarci di non aver fatto punti

    Strano che facciamo schifo un tempo e l'altro si faccia qualcosina
     
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    Alla fine sembra che dobbiamo pure essere felici.
     
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    CITAZIONE ([blackstar] @ 7/9/2022, 21:28) 
    Alla fine sembra che dobbiamo pure essere felici.

    Quello schifo in panchina lo era...
     
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    sentiamo il Chelsea se vogliono uno scambio Tuchel con Allegri?
     
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    CITAZIONE ([blackstar] @ 7/9/2022, 21:30) 
    sentiamo il Chelsea se vogliono uno scambio Tuchel con Allegri?

    Magari...
     
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    L'Ajax a valanga sui Rangers, colpo Sporting a Francoforte

    Gli olandesi battono la squadra di van Bronckhorst 4-0 e vanno in testa al girone A, in attesa di Napoli-Liverpool. L'Eintracht perde 0-3 all'esordio
    Francesco Calvi

    7 settembre - MILANO
    Nel primo mercoledì di Champions della stagione, all’Ajax basta un tempo per mettere ko i Rangers di van Bronckhorst. Grazie alle reti di Alvarez, Berghuis, Kudus e Bergwjin, gli olandesi vincono 4-0 e vanno in vetta al girone A, in attesa di conoscere il risultato di Napoli-Liverpool. Nell’altro match del pomeriggio, lo Sporting Clube vince 3-0 in casa dell’Eintracht Francoforte: è decisivo il 23enne Edwards, che segna e serve un assist a Trincao.

    FRANCOFORTE-SPORTING 0-3
    I campioni dell’ultima Europa League sfidano i portoghesi di Lisbona. Nel primo tempo non fioccano le occasioni: al 12’ Grinfeeld assegna un rigore per un fallo di Lenz, poi cambia idea dopo l’intervento del Var. Gli ospiti rischiano di pagare a caro prezzo alcune distrazioni in fase di impostazione, ma al 45’ il risultato è ancora di 0-0. Al rientro in campo, Luca Pellegrini prende il posto di Lenz: l’Eintracht prova a pungere con Kolo Muani, ma lo Sporting ha la meglio grazie ai guizzi di Edwards. L’attaccante è scatenato tra il 65’ e il 67’: prima batte Trapp con un mancino, poi offre a Trincao l’assist per la rete dello 0-2. Nel finale va a segno pure il neoentrato Nuno Santos, che firma il definitivo 0-3.

    AJAX-RANGERS 4-0
    Gli olandesi fanno la partita, gli scozzesi non sono mai davvero pericolosi. All’intervallo il punteggio è già di 3-0, frutto delle reti di Alvarez, Berghuis e Kudus. Il messicano sblocca il match con un’incornata su calcio d’angolo, poi i Lancieri si scatenano. Tadic inventa, Bergwijn è imprendibile. Al 32’ Berghuis raddoppia con un mancino deviato da Sands. Passa un minuto e Kudus realizza il 3-0, con un potente mancino che bacia il palo e finisce in fondo alla rete. Nel secondo tempo l’Ajax amministra il vantaggio, i Rangers accorciano le distanze con un eurogol di Barisic, poi annullato per fuorigioco. Nel finale segna pure Bergwjin: l’ex Tottenham dribbla il portiere, appoggia in rete e festeggia… stendendosi a terra, in preda ai crampi. Lucca esulta con i compagni, ma per questa volta resta in panchina: l’esordio in Champions League arriverà in un’altra occasione.
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    Napoli, serata magica: poker al Liverpool con super Zielinski

    Tre a zero alla fine del primo tempo (Zielinski, Anguissa e Simeone), con Osimhen che si è fatto parare un rigore da Alisson. Nella ripresa ancora Zielinski, quindi chiude Diaz
    Gianluca Monti

    7 settembre - NAPOLI
    Una serata magica e indimenticabile per il pubblico del Maradona: quattro ad uno e Liverpool rispedito a casa dopo che il Napoli ha calato sul prato di Fuorigrotta un poker di quelli che resteranno nella storia del club azzurro. Un trionfo, quello targato Spalletti e controfirmato da Zielinski (autore di una doppietta e dell’assist per Anguissa) che certifica il valore della squadra azzurra, che ha mostrato anche di avere ricambi di livello (in primis Simeone, autore del momentaneo 3-0).

    PARTENZA SPRINT —
    L’urlo "The Champions" mancava al San Paolo da febbraio 2020 ed è effettivamente debbono averlo sentito fino ad Anfield - come aveva preannunciato Spalletti - perché i Reds in avvio sono apparsi svagati tanto che dopo 44" Osimhen su lancio di Di Lorenzo ha sorpreso la difesa ospite e superato Allison per poi colpire il palo da posizione defilata. Al 4’ Kvaratskhelia ha preso alle spalle Alexander Arnold e servito a Zielinski un cioccolatino da scartare: il tiro del polacco è stato deviato con la mano da Milner a centro area. Rigore netto che lo stesso Zielinski ha trasformato sicuro mandando il pubblico in visibilio.

    ZIELU DISEGNA — Spalletti, che ha sostituto Mario Rui - vittima di una gastroenterite - con Olivera, è riuscito a saltare spesso il centrocampo di Klopp, nel quale è apparso in difficoltà capitan Milner specie al cospetto di Anguissa. Proprio il camerunese al 15’ ha pescato Osimhen in uno contro uno con Van Dijk, il nigeriano ha battuto il rivale in velocità ed è stato atterrato in modo netto (anche se Del Cerro Grande ha avuto bisogno del supporto del Var) ma poi ha calciato a mezza altezza il penalty che Allison ha respinto negando al Napoli un 2-0 a quel punto meritato. Piano piano il Liverpool ha provato a risalire la china (a partire da una punizione velenosa di Alexander Arnold messa in corner da Meret) ma dietro Gomes ha bucato spesso ed al 28’ ha praticamente mandato in porta Osimhen che ha servito bene Kvaratskhelia, il cui tocco di prima è stato contrato da Van Dijk praticamente sulla linea.

    DUE E TRE — Gomes ha poi lanciato anche il contropiede del raddoppio: Kvaratskhelia lo ha bruciato e ha trovato Anguissa a rimorchio: clamoroso uno-due con Zielinski che ha disegnato un assist al bacio per l’ex Fulham che ha battuto Allison. Salah, pericoloso solo alla mezza’ora, ha stentato e paradossalmente il Liverpool si è visto dalle parti di Meret con Van Dijk (bravo il portiere azzurro sul colpo di testa del difensore ospite) e con il baby Elliot, troppo poco per accorciare prima dell’intervallo. La sostituzione al 42’ di Osimhen (problema all’adduttore) con Simeone era parsa un presagio negativo ma il Cholito neanche tre minuti dopo ha fatto tris dopo una giocata sensazionale del duo Anguissa-Kvaratskhelia (con il georgiano autore di un doppio dribbling incredibile).

    TUTTO IN QUATTRO — Nemmeno due minuti nella ripresa e Zielinski ha calato il poker: Anguissa per Simeone alle spalle dei due centrali, assist per il polacco che in due tentativi ha superato Allison per la doppietta personale. Luis Dias ha permesso al Liverpool di rialzare un po’ la testa quando il Napoli mentalmente è calato e così è arrivato il gol del 4-1 complice una mezza incertezza di Di Lorenzo. Proprio Dias ha messo poi alla frusta Meret e compagni, prima che Lozano facesse respirare un po’ il Napoli nella parte finale di gara quando il Liverpool ha spinto alla ricerca di un episodio che potesse spaventare i 50.000 di Fuorigrotta. Kim e compagni, invece, hanno tenuto botta fino alla fine dei quattro minuti di recupero e portato a casa un successo che vale anche più dei tre punti che portano il Napoli in testa al girone con l’Ajax.
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    Sané fa magie, l'Inter lotta ma il Bayern è "ingiocabile" per Inzaghi e i suoi

    Una giocata strepitosa del tedesco apre le marcature in un primo tempo dominato, poi i nerazzurri reagiscono ma subiscono un'autorete sfortunata di D'Ambrosio
    Matteo Nava

    7 settembre - MILANO
    Il Bayern Monaco aggiorna il pallottoliere: sempre vincente nel Meazza nerazzurro, 19° esordio vincente consecutivo in Champions League e bilancio di reti a 47-2 nel parziale (29-0 nelle ultime dieci). Ci casca anche l'Inter, strapazzata nel primo tempo da una squadra asfissiante e colpita dal fuoco amico nel momento di reazione nella ripresa. Sul tabellino ci finiscono Leroy Sané, protagonista di un gol da standing ovation, e Danilo D'Ambrosio su una giocata dello stesso tedesco.

    SEGNALI FORTI—
    Lo scivolone del derby induce Simone Inzaghi a rimescolare le carte per l'esordio europeo, come mai aveva fatto prima in stagione. Henrikh Mkhitaryan per la prima volta titolare, Robin Gosens per la seconda e André Onana al debutto in nerazzurro. Poi Edin Dzeko in attacco e D'Ambrosio dietro, con Stefan De Vrij e Nicolò Barella in panchina. Forze fresche, ma anche volti nuovi per dare un segnale di cambiamento a tutta l'Inter. Julian Nagelsmann conferma invece il 4-2-3-1 a trazione anteriore nonostante il doppio 1-1 in Bundesliga, consapevole dei pronostici della vigilia da certificare sul campo. I primi due tiri - parati - sono di Joshua Kimmich nei 180 secondi iniziali, frutto dell'asfissiante pressione degli ospiti. Dietro, però, i bavaresi non sono così ermetici e Lautaro Martinez sfiora il palo con un tiro a incrociare dopo una fuga.

    RE LEROY— L'allarme per Inzaghi è la quantità industriale di palloni persi in fase di impostazione, l'allarme per i tedeschi è la voglia del portiere di casa di imbeccare Edin Dzeko con immediati lanci lunghi, consapevole che i laterali ospiti stazionano altissimi nella trequarti offensiva lasciando soli Lucas Hernandez e Matthijs De Ligt. Compattezza e densità sono probabilmente le annotazioni di Inzaghi durante lo studio del Bayern al video e infatti il binario Kingsley Coman-Sadio Mané ci mette tempo per calibrare le misure. Al 23' l'ex Liverpool si offre da sponda per la prima vera scossa della serata: il piattone di Muller che Onana alza sopra la traversa guadagnandosi gli applausi del Giuseppe Meazza. Giusto il tempo di raffreddarsi le mani, però, e l'ovazione se la prende Sané, che aggancia splendidamente l'invenzione visionaria di Kimmich, salta il portiere e sigla l'1-0 (25'). Rivedibili D'Ambrosio e Denzel Dumfries in marcatura.

    CARATTERE— Dzeko conferma il carisma e la personalità che avevano rischiato di cambiare le sorti del derby e un suo colpo di testa su corner fa sussultare Manuel Neuer alla mezz'ora. Il suo collega Onana, invece, si sgola e richiama all'attenzione i compagni, respingendo in tuffo su Alphonso Davies e soffiando perché il tiro di Marcel Sabitzer sulla ribattuta finisca a lato, di poco. Le statistiche all'intervallo immortalano il dominio in campo, con Inzaghi che deve rivedere le soluzioni in ripartenza: senza Romelu Lukaku, Dumfries spinge ancora di più ma vive una serata imprecisa. Nessun cambio di uomini, ma di atteggiamento: D'Ambrosio calcia alto dopo un rimpallo, Dzeko non angola e centra Neuer da una decina di metri. La cattiveria agonistica è l'ingrediente in più nella ripresa interista, che obbliga il Bayern ad abbassare il baricentro. Un cross deviato dalla testa di Alessandro Bastoni, al 65' fa però tremare San Siro, perché Onana non tiene la palla e la riprende con l'aiuto del palo.

    IL SIGILLO— Pare tempo di cambi, ma prima Sané e Coman confezionano il raddoppio in una triangolazione visionaria in area: la doppietta del tedesco è di fatto un'autorete sfortunata di D'Ambrosio (66'). Il ritmo cala, le minacce restano. Mané impegna Onana, Inzaghi cambia volto alla sua Inter con le sostituzioni, ma la gara si addormenta fino all'82'. Dopo un tentativo pericoloso degli ospiti, infatti, Roberto Gagliardini quasi riapre la partita soffiando il pallone a Hernandez: il centrocampista si era appena beccato dei fischi, ma è Joaquin Correa che manca l'occasione di riaprire il match calciando a lato. Anche Lautaro spreca una mezza occasione di cambiare un match quasi scritto, poi si trotta fino al triplice fischio. L'Inter è ancora da sistemare, un Bayern così può farsi male esclusivamente da solo.
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    Ajax e Barcellona show, Conte batte Tudor. Atletico-Porto, succede di tutto nel recupero

    Gli olandesi battono i Rangers 4-0 e sono in testa con il Napoli nel girone A. I blaugrana partono bene (con gol di Kessié), mentre il Tottenham vince all'esordio con il Marsiglia. A Madrid succede di tutto, con tre gol nei minuti di recupero e la squadra del Cholo che la spunta grazie alla rete di Griezmann al 101
    Francesco Calvi-Salvatore Malfitano

    7 settembre - MILANO
    Oltre al Napoli, c’è un altro pezzo d’Italia che sorride. È Antonio Conte, che col suo Tottenham batte il Marsiglia, grazie alla doppietta di Richarlison arrivata nel finale con gli avversari in dieci. Nel girone dell’Inter, il Barcellona mette subito in chiaro il proprio status facendone cinque al Viktoria Plzen. Cambiano le maglie, non le abitudini però, per Lewandowski, autore di una tripletta; è l’unico ad esserci riuscito con tre maglie diverse (Borussia Dortmund e Bayern Monaco in precedenza). In gol anche Kessié all’esordio da titolare con i catalani. A Madrid succede davvero di tutto nel recupero, con Hermoso croce e delizia dell’Atletico. Il difensore segna l’1-0 e subito dopo commette un inconcepibile fallo di mani in area, permettendo a Uribe di pareggiare dagli undici metri nonostante l’inferiorità numerica; al 101' è Griezmann a scrivere la parola fine all'ultimo respiro. Da monitorare le condizioni di Otavio per un grave infortunio. Portieri determinanti a Brugge: Mignolet sventa tutte le minacce, Hradecky invece ha serie responsabilità sul pallone che decide l’incontro.

    TOTTENHAM-MARSIGLIA 2-0—
    Conte preferisce un atteggiamento attendista, lasciando l’iniziativa del gioco al Marsiglia. Gli Spurs si chiudono molto bene, i francesi non hanno spazi dove sviluppare la manovra offensiva. Così appena possibile il Tottenham si riversa in avanti con la velocità di Son, che al 40’ cede un buon pallone a Kane, ma il diagonale dell’attaccante si perde sul fondo. Ad inizio ripresa la squadra di Tudor resta in dieci, quando Mbemba stende il coreano lanciato a rete a qualche metro dall’area di rigore. Il tecnico italiano aumenta la qualità in avanti inserendo Kulusevski per Emerson e lo svedese al 65’ è pericoloso con un sinistro a giro deviato. Gli sforzi degli inglesi vengono ricompensati al 76’, quando Perisic dalla sinistra crossa per Richarlison, che approfitta del collasso della difesa avversaria su Kane per infilare di testa Pau Lopez. L’azione si ripete in modo pressoché analogo con Hojbjerg a pennellare a cinque minuti di distanza e l’esito è lo stesso, con il brasiliano che firma il successo del Tottenham.

    BARCELLONA-VIKTORIA PLZEN 5-1— Non ci si aspettava niente di diverso da un monologo blaugrana ed è proprio ciò che accade al Camp Nou. Dopo tredici minuti la formazione di Xavi è già in vantaggio grazie al colpo di testa di Kessié, che devia di testa la sponda di Koundé su azione di calcio d’angolo. La partita potrebbe avere una svolta quando l’arbitro è pronto ad espellere Christensen e ad assegnare un rigore ai cechi per un fallo su Mosquera, prima che il Var lo corregga per un’irregolarità precedente dell’attaccante. Al 34’ arriva l’atteso gol di Lewandowski con un preciso destro a giro dal limite, ma il Viktoria Plzen non si dà per vinto e accorcia con Sykora, bravo a girare di testa il cross di Jemelka dalla sinistra (44’). Nel recupero del primo tempo però il polacco si ripete: Dembélé recupera in scivolata un pallone sulla destra e lo crossa al bacio, con l’ex Bayern che deve soltanto spingere in rete. I ritmi si abbassano in modo fisiologico, quello che non si attenua è il fiuto del gol di Lewandowski che al 67’ timbra ancora con un piazzato chirurgico da fuori area. La manita è offerta da Ferran Torres, che scarica un potente tiro al volo sulla scucchiaiata di un ispiratissimo Dembélé (71’).

    ATLETICO MADRID-PORTO 2-1— Gara piuttosto bloccata nel primo tempo, fra due squadre che fanno della compattezza il proprio punto di forza. Carrasco ci prova direttamente da punizione, col suo tentativo che termina di poco alto sopra la traversa (8’). A cavallo tra primo e secondo tempo Koke diventa l’uomo più pericoloso, arrivando alla conclusione dal limite due volte: la prima è bloccata senza problemi da Diogo Costa, la seconda è un gol che poi viene annullato per una posizione di fuorigioco. Il Porto comincia a farsi vedere con pericolosità e serve un grande Oblak per parare la botta di Eustaquio dalla distanza. Lo stesso portiere è costretto ad un altro intervento decisivo sul tiro ravvicinato di Otavio, che ha provato a chiudere sul secondo palo il suggerimento tagliato di Taremi. Il portoghese poi è vittima di un durissimo scontro di gioco al 72’ ed è costretto ad uscire in barella, con la gara che si interrompe per diversi minuti a causa dei soccorsi. Il Porto resta in dieci poco dopo per l’espulsione di Taremi, ammonito per la seconda volta per aver simulato in area. Nel finale, Hermoso è protagonista sui primi due gol di un finale pazzesco: al secondo dei nove minuti di recupero, segna approfittando di una deviazione che mette fuori causa Diogo Costa; ne passano altri due per commettere un folle fallo di mani, che provoca il rigore che trasformato da Uribe. Sembra finita ma al 101' Griezmann la decide di testa su angolo dopo la sponda di Witsel, nell'ultima azione della partita.

    CLUB BRUGGE-BAYER LEVERKUSEN 1-0— La prima mezzora si riassume nel duello a distanza tra Diaby e Mignolet. Il portiere prima blocca la conclusione dal limite (9’), poi al 28’ devia sul palo una soluzione ben più temibile del giocatore del Bayer Leverkusen. Eppure, se i tedeschi creano, a segnare è il Brugge. Al 42’ infatti i belgi si portano in vantaggio: su un corner da destra, ottimo il movimento di Sylla sul primo palo che svetta, ma evidente la complicità di Hradecky che blocca e si trascina il pallone oltre la linea di porta. Al 60’ Mignolet è ancora decisivo su Bakker, nulla può invece sulla deviazione di testa di Schick al 73’ sul traversone di Hudson-Odoi; la coppia Irrati-Guida al Var però segnala al direttore di gara bosniaco Peljto che il fuorigioco di Tah è attivo nella fattispecie. Non c’è pace nemmeno nel recupero, per Mignolet, che respinge in pieno recupero anche la punizione di Hlozek.

    FRANCOFORTE-SPORTING 0-3— I campioni dell’ultima Europa League sfidano i portoghesi di Lisbona. Nel primo tempo non fioccano le occasioni: al 12’ Grinfeeld assegna un rigore per un fallo di Lenz, poi cambia idea dopo l’intervento del Var. Gli ospiti rischiano di pagare a caro prezzo alcune distrazioni in fase di impostazione, ma al 45’ il risultato è ancora di 0-0. Al rientro in campo, Luca Pellegrini prende il posto di Lenz: l’Eintracht prova a pungere con Kolo Muani, ma lo Sporting ha la meglio grazie ai guizzi di Edwards. L’attaccante è scatenato tra il 65’ e il 67’: prima batte Trapp con un mancino, poi offre a Trincao l’assist per la rete dello 0-2. Nel finale va a segno pure il neoentrato Nuno Santos, che firma il definitivo 0-3.

    AJAX-RANGERS 4-0— Gli olandesi fanno la partita, gli scozzesi non sono mai davvero pericolosi. All’intervallo il punteggio è già di 3-0, frutto delle reti di Alvarez, Berghuis e Kudus. Il messicano sblocca il match con un’incornata su calcio d’angolo, poi i Lancieri si scatenano. Tadic inventa, Bergwijn è imprendibile. Al 32’ Berghuis raddoppia con un mancino deviato da Sands. Passa un minuto e Kudus realizza il 3-0, con un potente mancino che bacia il palo e finisce in fondo alla rete. Nel secondo tempo l’Ajax amministra il vantaggio, i Rangers accorciano le distanze con un eurogol di Barisic, poi annullato per fuorigioco. Nel finale segna pure Bergwjin: l’ex Tottenham dribbla il portiere, appoggia in rete e festeggia… stendendosi a terra, in preda ai crampi. Lucca esulta con i compagni, ma per questa volta resta in panchina: l’esordio in Champions League arriverà in un’altra occasione.
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    Chelsea flop, ok il Benfica. Haaland non smette di segnare. Tris Real e Dortmund

    Cade Tuchel in Croazia, i portoghesi cominciano bene: Rafa Silva e Grimaldo in rete. Il City vince a Siviglia con lo show del norvegese
    Salvatore Malfitano

    6 settembre - MILANO
    Non stecca il Real Madrid, non stecca nemmeno il Manchester City. Comincia come meglio non potrebbe, il percorso di due candidate alla vittoria finale, con un successo in trasferta. Sarebbe dovuto essere un duello a distanza tra gli attaccanti più spettacolari del mondo, ma la partita di Benzema contro il Celtic dura soltanto mezzora per un problema al ginocchio che preoccupa. La squadra di Ancelotti non ne risente comunque, anzi: nella ripresa propone un calcio divertente ed efficace che piega con tre gol l’opposizione coraggiosa degli scozzesi.
    I Citizens invece dominano dall’inizio alla fine sul campo del Siviglia, che ringrazia Bono senza il quale il passivo sarebbe stato ben peggiore dello 0-4 finale. Nel girone della Juventus, il Benfica ha battuto senza correre rischi il Maccabi Haifa con un incontenibile Grimaldo. A Lipsia, lo Shakhtar regala la favola più bella della serata, calando il poker contro la squadra di Tedesco che però adesso è a rischio esonero. Nelle gare delle 18.45, brutto k.o. del Chelsea sul campo della Dinamo Zagabria; 3-0 autorevole invece per il Borussia Dortmund contro il Copenhagen.

    CELTIC-REAL MADRID 0-3— Gara dalle due facce, per il Real Madrid, piuttosto deludente nel primo tempo e perfetto nel secondo. Il Celtic non è timoroso e va più volte vicino al gol. Abada impegna Courtois al 13’, il portiere poi è salvato dal palo sulla conclusione di McGregor (21’). Il vero motivo d’apprensione però è relativo alle condizioni di Benzema, che alla mezzora è costretto a lasciare il campo per un problema al ginocchio. Dopo l’intervallo, la squadra di Ancelotti impone la propria qualità. Vinicius conclude aprendo il piatto un’azione corale perfetta, partita dall’area di rigore al 56’; quattro minuti più tardi tocca a Modric rifinire d’esterno la ripartenza di Hazard. Il belga cala il sipario al 77’, appoggiando a porta sguarnita la perfetta assistenza di Carvajal dalla destra. Furuhashi sfiora un gol nel complesso meritato per gli scozzesi, provando a deviare col ginocchio il cross di Jota, ma la palla termina di poco a lato.

    SIVIGLIA-MANCHESTER CITY 0-4— La domanda reale è quanto tempo ci avrebbe messo Erling Haaland a segnare il primo gol in Champions col Manchester City, la risposta è venti minuti. L’assist è del solito De Bruyne, che staccato a destra mette la solita palla alle spalle della difesa che il norvegese spinge a porta vuota. Il centrocampista è uno degli uomini più pericolosi: alla mezzora ci prova direttamente da punizione trovando solo l’esterno della rete, ma la vera opportunità gli capita al 49’. Il belga ruba palla e scambia con Haaland, che lo lancia in porta ma a tu per tu con Bono si fa parare la conclusione. La delusione di Guardiola dura pochi minuti, perché Foden raddoppia: poco dentro l’area si lascia andare ad un paio di finte, poi calcia in diagonale (58’). La resistenza del Siviglia si allenta col passare del tempo, Haaland non se lo fa dire due volte: sul tiro di Foden, Bono si allunga ma la palla resta nella zona dell’attaccante che segna ancora al 67’. L’estremo difensore degli andalusi evita un passivo peggiore sulla botta di Cancelo (74’), non può nulla invece allo scadere su Ruben Dias.

    LIPSIA-SHAKHTAR 1-4— Poche occasioni e momenti in cui accade praticamente di tutto. Si riassume così la gara di Lipsia, che vede passare in vantaggio lo Shakhtar. Al 16’ Gulacsi controlla un pallone sulla trequarti, ma si perde in una serie di finte e Shved deposita in porta il più facile dei gol. Gli ucraini cercano di mantenere le distanze giuste tra i reparti, senza però riversarsi in avanti con convinzione. Così la squadra di Tedesco alza il baricentro, aumenta la pressione e al 57’ pareggia con Simakan, bravo a infilare Trubin dall’interno dell’area. Nemmeno il tempo di battere il calcio d’inizio, che lo Shakhtar pareggia: Shved riceve nei sedici metri, il suo tiro deviato mette fuori causa il portiere. Il Lipsia si sbilancia alla ricerca del pari, la squadra di Jovisevic punisce in contropiede con Mudryk che si invola e trova l’1-3 con un preciso diagonale di sinistro (76’). I tedeschi collassano nel finale, subendo anche la quarta rete all’85’: Mudryk scappa bene alle spalle della difensiva, al centro c’è Traoré che anticipa l’uscita di Gulacsi.

    BENFICA-MACCABI HAIFA 2-0 — Non è il solito Benfica intenso che si è visto durante i preliminari, anzi. In particolare Ramos praticamente non è pervenuto e la responsabilità delle offensive passano direttamente sulle spalle di Rafa Silva. Al 30’ un suo destro dal limite impegna seriamente Cohen. Dall’altro lato, ad inizio ripresa, anche Vlakodimos è decisivo in uscita sul controllo impreciso di Pierrot che grazia i portoghesi. La squadra di Schmidt spinge sull’acceleratore e sblocca l’incontro al 49’, quando Silva devia in rete un cross dalla sinistra di Grimaldo. Quest’ultimo poi conquista la scena sei minuti dopo con un bolide dai venticinque metri direttamente all’incrocio, praticamente imparabile, per il raddoppio. Il resto della gara è gestione del possesso, missione che riesce senza intoppi nonostante il pericolo creato da Rukavytsya nel finale, che Vlakodimos sventa.


    BORUSSIA DORTMUND-COPENHAGEN 3-0— La partita sembra promettere equilibrio, dal momento che dopo soli diciotto secondi il Copenhagen sfiora il gol con Zeca, che calcia da fuori e colpisce il palo. In realtà, i tedeschi non si fanno spaventare e macinano gioco. Brandt ispira Modeste al 9’, servendogli un buon pallone a centro area che l’attaccante spara alto. La qualità nel palleggio resta invariata anche dopo l’uscita a metà primo tempo di Hazard, sostituito per un problema muscolare alla coscia. Al suo posto entra Reyna, che non lo farà rimpiangere. Il Borussia Dortmund va avanti al 35’: l’iniziativa è del solito Brandt, che serve il taglio di Reus; dribbling secco su Vavro e tiro sul primo palo che non lascia scampo a Ryan. Sette minuti e la formazione di Terzic ipoteca il successo. Stavolta Reus difende il possesso sulla trequarti, cede a Guerreiro che triangola con Reyna e segna a porta vuota. Al rientro dagli spogliatoi, i ritmi calano per poi intensificarsi a ridosso della fine. Brandt scalda i guanti di Ryan, Moukoko sbaglia a porta vuota in equilibrio precario (80’). A chiudere la partita ci pensa però Bellingham all’83’, quando conclude una bella azione corale sull’assist di Reyna.
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    Dzeko show: gol e assist. Inter in scioltezza con il Viktoria Plzen

    Il bosniaco segna nel primo tempo e manda in gol Dumfries nella ripresa. Cechi mai pericolosi: espulso Bucha al 61'
    dal nostro inviato Filippo Conticello

    13 settembre - PLZEN (CEC)
    Tutto facile per l'Inter, che si impone 2-0 sul campo del Viktoria Plzen e riscatta la sconfitta all'esordio nel gruppo di Champions contro il Bayern. Uomo-partita Edin Dzeko, che sblocca la partita al 20' con un bel destro incrociato su assist di Correa e nella ripresa manda in gol Dumfries a conclusione di una perfetta azione di contropiede della squadra di Inzaghi.

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    Il Plzen, praticamente mai pericoloso, ha dovuto anche giocare l'ultima mezz'ora in dieci a causa dell'espulsione di Bucha, autore di un brutto fallo su Barella, con la Var che trasforma il cartellino giallo in un rosso.
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    Lewa s'inceppa, il Bayern tratta il Barça come l'Inter: 2-0 e fuga nel Gruppo C

    Grande prova di forza dei bavaresi, che nonostante una buona prestazione dei blaugrana battono il loro ex goleador con i gol di Lucas Hernandez e Sané
    Dal nostro corrispondente Filippo Maria Ricci

    13 settembre - MADRID
    Il Barça perdona, il Bayern no. E caccia via i dubbi accumulati in Bundesliga reiterando la sua candidatura al trono europeo e conquistando la quarta vittoria sui catalani in 2 anni: 8-2 nell’agosto 2020, doppio 3-0 nel girone della scorsa stagione, 2-0 oggi. Il risultato indica il Barça come avversario primario dell’Inter, che nei prossimi due turni sfiderà due volte i blaugrana, prima a San Siro e poi al Camp Nou, e taglia le ali dell’entusiasmo della squadra di Xavi, che forte di un ottimo mercato e di una bella partenza stagionale attendeva con ansia l’esame di Monaco per capire a che punto fosse la sua rinascita. Il Barça non è stato bocciato, ma si rimandato.

    LE SCELTE—
    Nel giorno del ritorno di ‘Lewa’ nello stadio dove ha giocato per 8 anni e l’ha accolto con applausi ma non gli ha regalato alcuna gioia, tante le scelte interessanti dei due allenatori. De Ligt e De Jong in panchina, e quindi Lucas Hernandez con Upamecano e i baby Gavi e Pedri con Busquets. Debutto dall’inizio di Marcos Alonso, preferito a Balde e Jordi Alba. Koundé e non Bellerin terzino destro, Sabitzer e non Goretzka (acciaccato) con Kimmich, Christensen e non Eric Garcia con Araujo. Nel 4-2-3-1 di Nagelsmann è Muller la punta, dietro di lui Sané, Musiala e Mané.

    NEUER SALVATORE— Il Bayern veniva da tre pareggi consecutivi in Bundesliga, il Barça da 4 vittorie di fila, e i catalani sono partiti meglio. Dopo una lunga fase di schermaglie inoffensive, la partita è decollata quando Gavi (13’), servito da Lewandowski, ha messo Pedri davanti a Neuer: pausa, tranquillità, ma tiro da 10 metri ribattuto dal gigante tedesco col piede. Chi invece è parso insolitamente precipitoso è Lewandowski, che al 18’ ha inviato alto di poco un pallone che abitualmente spinge in rete senza complicazioni. L’assist, di nuovo di Gavi. E un attimo dopo (21’) è stato Neuer a negare il gol a Lewandowski con una parata sul colpo di testa dell’ex compagno servito da Marcos Alonso. Tre occasioni chiare per il Barça, pochissimo Bayern con Sané confusionario, Mané in ombra e tanti dubbi in fase offensiva. Unico pericolo per Ter Stegen su un destro di Sabitzer dal limite, finito fuori, e bavaresi fortunati su un contrasto di Davies su Dembélé in area di rigore ignorato dal Var.

    PUNIZIONE TREMENDA— Lezione facile facile: mai lasciar vivo il Bayern. In avvio di ripresa Goretzka, entrato per il pessimo Sabitzer, ha obbligato Ter Stegen a una grande parata e sul corner conseguente Marcos Alonso si è perso Lucas Hernandez lasciandolo colpire di testa a piacere nell’area piccola per il vantaggio tedesco. Altri 4 minuti e Musiala ha tagliato per Sané, che ha seminato Kounde battendo Ter Stegen per il 2-0 arrivato al 54’. Poi due tiri fuori di Musiala e l’ingresso di De Jong e Ferran Torres per Gavi e Raphinha.
    PALO DI PEDRI— Barça sotto choc e sfortunato quando Pedri se n’è andato da solo, ha scambiato con Lewandowski, ha battuto Neuer ma ha colpito il palo. E poi incapace di trovare la via della rete in una serata amara. Il ritorno ai vertici della Champions per ora è ancora lontano. Per il Bayern in Champions 6 punti su 6: Nagelsmann può continuare a cercare la sua strada offensiva senza Lewandowski: c’è vita anche senza il 9 e i suoi gol.
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    All'89' Matip rilancia il Liverpool. Porto e Atletico, che tonfo! Conte ko con lo Sporting

    Una rete del camerunese nel finale firma il 2-1 sull'Ajax. A Lisbona, Tottenham battuto dalle reti di Paulinho al 90'e Arthur al 93'. Vincono Bruges (4-0 in Portogallo) e Bayer Leverkusen (2-0 al Cholo) ed Eintracht (1-0 a Marsiglia)
    Francesco Calvi

    13 settembre - MILANO
    Il Liverpool batte l’Ajax, il Napoli osserva soddisfatto. Conte perde a Lisbona, mentre il Porto crolla contro i baby talenti del Bruges. La seconda giornata della fase a gironi di Champions League comincia nel miglior modo possibile per la squadra di Spalletti: grazie alla vittoria dei Reds (2-1 con reti di Salah, Kudus e Matip all'89'), Di Lorenzo e compagni otterrebbero il primo posto nel gruppo A in caso di vittoria contro i Rangers. In Portogallo abbondano le sorprese: Porto-Bruges finisce 0-4 e lo Sporting batte il Tottenham 2-0 con le reti nel finale di Paulinho e Arthur Gomes. Fanno festa anche i tedeschi di Bayer Leverkusen ed Eintracht Francoforte, rispettivamente vittoriosi contro Atletico Madrid (2-0) e Olympique Marsiglia (0-1).

    SPORTING LISBONA-TOTTENHAM 2-0
    Dopo un weekend senza giocare per rendere omaggio alla Regina, gli inglesi scendono in campo a Lisbona puntando sui soliti Kane, Son e Richarlison. Conte schiera titolari anche Perisic e Bentancur, in difesa c’è l’ex atalantino Romero. Il primo tempo è equilibrato: Lloris salva su Goncalves, gli Spurs non forzano la giocata e si affidano ai guizzi di Richarlison. Nel recupero lo Sporting sfiora il vantaggio, grazie a un’azione personale di Edwards che dribbla quattro avversari, triangola con Trincao e calcia in porta. Lloris gli dice di no, all’intervallo è ancora 0-0. All’inizio della ripresa sembra tutto un altro Tottenham: Emerson e Perisic si fanno vedere in area di rigore, Adan respinge due tiri del brasiliano e uno di Kane. Lo Sporting trova coraggio dopo il 60’, gli ospiti si schiacciano ma Conte non ci sta e prova a svoltare con Kulusevski. La mossa pare azzeccata, però alla fine la spuntano i padroni di casa. Al 90’ Lloris devia in corner un gran tiro di Pedro Porro, ma proprio su calcio d’angolo arriva l’incornata vincente di Paulinho. Il Tottenham va in trance, nello Sporting entra Arthur Gomes che, dopo qualche secondo, timbra il raddoppio. Il brasiliano parte da sinistra, schiva due difensori e supera Lloris per il definitivo 2-0.

    LIVERPOOL-AJAX 2-1— Reduci dalla pesante sconfitta contro il Napoli, i Reds sfidano l’Ajax ad Anfield. Klopp fa riposare Nunez e sceglie Jota con Salah e Diaz, gli olandesi ripropongono il tridente composto da Tadic, Kudus e Bergwijn. Al 17’ il Liverpool passa in vantaggio con Salah: l’egiziano riceve palla in area da Jota, controlla e infila il portiere olandese. Una decina di minuti più tardi Kudus pareggia i conti con una sassata che finisce nel sette. I padroni di casa non sembrano accusare il colpo e, nel finale del primo tempo, vanno vicinissimi al 2-1: Pasveer però para tutto, tenendo in partita i suoi. Dopo l’intervallo si scatenano i Reds: da Van Dijk a Nunez, passando per Elliott, Luis Diaz e Firmino, tutti ci provano ma nessuno centra il bersaglio. L’impresa riesce soltanto a Matip, all’89’, con un’incornata su calcio d’angolo che Tadic prova a respingere sulla linea di fondo. Nulla da fare, perché la goal line technology strizza l’occhio a Klopp: la palla è entrata in porta, il Liverpool ottiene tre punti preziosi.

    PORTO-BRUGES 0-4— Già vittoriosi la scorsa settimana contro il Leverkusen, i belgi partono forte anche in casa del Porto. Al 14’ l’arbitro concede un rigore per fallo di Joao Mario su Jutglà: lo spagnolo si presenta sul dischetto e trova l’angolino, dando il via alla goleada. Nel secondo tempo il Bruges punta a chiudere il match. Ci riesce in 7’ portandosi sul 3-0: al 47’ Sowah si infila in mezzo a tre difensori e batte Diogo Costa, al 52’ arriva anche il primo gol in Champions dell’ex bolognese Skov Olsen. Nel finale festeggia pure il giovanissimo Nusa, norvegese 17enne entrato in campo al 75’. Il suo tiro a incrociare è imprendibile per Diego Costa.

    BAYER LEVERKUSEN-ATLETICO MADRID 2-0— Schick da una parte, Morata dall’altra: quella tra gli ex bomber di Roma e Juventus è una sfida nella sfida tra Bayer e Atletico. In avvio di gara, i tedeschi sciupano un paio di chance con Andrich. L’Atletico si difende bene ma è impreciso in attacco: Saul, Felipe e Joao Felix vanno al tiro in più occasioni, senza però trovare il gol del vantaggio. I Colchoneros resistono fino all’85’, poi si piegano proprio alle giocate di Andrich. Il centrocampista firma l’1-0 con un tiro dal limite e all’87’ dà via al contropiede del raddoppio: Frimpong scappa sulla destra e pesca Diaby dall’altra parte, il francese trafigge Grbic per il definitivo 2-0.

    MARSIGLIA-EINTRACHT 0-1— Sanchez centravanti, Gerson e Veretout in mezzo, Pau Lopez tra i pali e Under in panchina: il Marsiglia sfida i campioni di Europa League puntando sulle vecchie conoscenze della Serie A. I francesi inizialmente dominano sul piano del gioco, facendo loro il possesso palla e provando ad affondare con il Nino Maravilla e Tavares. Al 43’ però Bailly e Rongier la combinano grossa: l’ex United perde palla al limite dell’area, il suo compagno cerca di recuperarla ma di fatto serve un assist al baby Lindstrom. Il 22enne non sbaglia e batte Pau Lopez, regalando il vantaggio ai tedeschi. All’inizio della ripresa, un altro tiro di Lindstrom si stampa sulla traversa: il gol del raddoppio sarebbe fondamentale, Kamada lo realizza all’80’ ma l’arbitro annulla tutto per fuorigioco. Passa un minuto e proprio il giapponese ci riprova, sbattendo contro la saracinesca alzata da Pau Lopez. Poco male, perché alla fine l’Eintracht festeggia comunque.
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    Il Milan mette la freccia: 3-1 alla Dinamo Zagabria e primo posto nel girone

    Al Meazza sblocca Giroud su rigore, raddoppia Saelemaekers. Orsic illude i croati, ma il sigillo lo mette Pobega
    Marco Pasotto

    14 settembre - MILANO
    Quelli che ti aspetti. Come Giroud, il senatore arrivato a Milanello da campione d’Europa. E quelli che non ti aspetti. Come Saelemaekers e Pobega, lavoratori e faticatori più che realizzatori. Chiamatela la rivincita degli underdog. Il Milan vince il suo primo match del gruppo così, come Pioli ha ormai abituato tutti da tempo: con le soluzioni più ovvie e con quelle meno. Le mille risorse di questo Diavolo, che si proietta al primo posto del girone e, dopo il pari di Salisburgo, inizia a osservare i prossimi quattro impegni – a partire dal prossimo doppio round col Chelsea – con un certo buon umore. Serviva una scossa europea dopo il punticino opaco in Austria, è arrivata e non era così scontata con le tossine del secondo tempo di Genova giocato in dieci. Un successo meritato di fronte a una Dinamo che ha saputo colpire nuovamente con il solito Orsic, ma non ha retto un’onda d’urto rossonera magari non così furiosa nell’intensità, ma costante nell’arco della gara. Il Diavolo è stato superiore e in Champions riscatta un lungo periodo buio: a San Siro l’ultima vittoria risaliva addirittura a settembre del 2013 (Celtic).

    LE SCELTE—
    Rispetto alla Samp Pioli ne cambia quattro, fra cui buona parte della trequarti, dove Leao è l’unico punto fermo nel tempo. Si rivede quindi Saelemaekers, uomo del pari a Salisburgo, e torna d’attualità Diaz: è lui, reduce da tre panchine filate, la vera novità nelle riflessioni di Pioli. Il resto era piuttosto scontato: Bennacer per Pobega e Tomori per Kjaer. Quasi tutti a disposizione invece per Cacic, a partire da bomber Orsic, giustiziere del Chelsea e uomo fin qui da dieci gol e sei assist stagionali. In realtà nei primi 45 Orsic di palloni ne ha visti pochini anche perché ha provato a cercare respiro allargandosi parecchio e finendo per perdere i riferimenti con i compagni. Pochi gli spiragli, in generale, per i bianchi di Cacic e Diavolo con la guardia alta che ha concesso il minimo sindacale: un bello spunto personale di Moharrami (Maignan in angolo) e un destro velenoso di Orsic che ha salutato il palo da molto vicino. La fase offensiva croata è stata tutta qui e quindi il resto si è colorato di rossonero. Ma, si sa, il Diavolo spesso fatica a scardinare le porte chiuse a doppia mandata e se potesse eviterebbe di giocare contro squadre che aspettano per scelta (e magari per necessità). Perché un conto è ripartire e un altro ricamare con pazienza cercando la luce migliore.

    LA MOSSA— E così, di fronte a una Dinamo con lo stesso canovaccio tecnico utilizzato brillantemente con il Chelsea – attesa e contropiede -, il Milan ha tenuto ben salda in mano la bacchetta ma senza continuità nell’intensità. Ha vissuto di fiammate, durate anche per diversi minuti, ma il furore iniziale si è un po’ affievolito nella seconda parte di frazione. I rossoneri hanno faticato soprattutto sulla trequarti, dove ciò che ha fatto Diaz nel primo tempo è stato fatto decisamente bene, ma si è trattato di invenzioni sporadiche. Pasticcione Saelemaekers a destra, tanto da far infuriare platealmente Pioli due volte. Il tecnico a un certo punto ha strigliato pesantemente sia lui che Calabria, evidentemente poco soddisfatto della catena destra. Pioli in realtà una mossa per sorprendere la Dinamo l’ha tentata, ma è riuscita solo parzialmente: avanzare Tonali quasi sulla linea di Diaz, una sorta di doppio trequartista a cui Cacic ha posto rimedio attaccando a turno Misic e Ivanusec alle costole di Sandro. E Leao? Presente, sì, nelle azioni più pericolose del Milan, ma un po’ svagato al momento di concludere. Prima in contropiede, quasi a tu per tu con il portiere croato, e poi ciabattando al volo da ottima posizione.

    PRIMATI— La svolta, però, come ormai da copione, l’ha data ancora una volta lui, anche senza entrare nel tabellino dei marcatori. Il Milan ha colpito la Dinamo quando più fa male nello spirito e nelle gambe: alla fine del primo tempo e all’inizio del secondo. Al minuto 43 Tomori ha imbucato in verticale per Leao, su cui è crollato addosso Sutalo: rigore solare trasformato da Giroud allo scadere. L’arbitro spagnolo Manzano è il fischietto della folle notte di Rio Ave: il Milan passato in vantaggio su rigore ha decisamente un senso… Dopo due giri di lancetta della ripresa è arrivato il bis. Azione bella, pulita, come ormai il Milan ci ha abituato ad ammirare spesso: Giroud per Diaz, palla a Leao, accelerazione vincente su Ristovski (ex compagno allo Sporting Lisbona) e cross morbido sulla testa di Saelemaekers, in anticipo sul disastroso Ljubicic. L’esterno belga re rossonero di Champions, due gol in due partite (sarà servita la ramanzina di Pioli?). Partita in cassaforte? Mica tanto. La Dinamo ha tirato fuori la testa dal guscio in una decina di minuti e ha accorciato con un’azione altrettanto bella gestita da Orsic, bravo a chiamare l’uno-due con Petkovic (palla fantastica in mezzo a Kalulu e Tomori) e a infilare Maignan sul palo più lontano. A quel punto i croati sono diventati logicamente più spregiudicati, ma la propulsione si è esaurita col passare dei minuti. A metà round Pioli ha inserito Pobega per Tonali e tolto Giroud, spedendo De Ketelaere a fare il centravanti. E poco dopo la mezzora il match si è chiuso. Sul piedistallo Pobega, che ha avviato l’azione, assistito magnificamente da Hernandez, e l’ha conclusa con una scoppola sotto la traversa. La gara è finita lì. Un primato è stato conquistato, domenica c’è da difenderne un altro.
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    El Psy Kongroo

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    Non c'è limite allo schifo e siamo schiavi di un contratto assurdo
     
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