John Lou
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Dopo mesi dall'evento, finalmente mi accingo a stendere "alcune brevi note" sul concerto del Rocker di Zocca nella sonnolenta Traintown.
A monte dell'organizzazione, cui vanno note di demerito su più o meno tutto, specialmente per come è stata gestita la viabilità e la mole di spettatori (più di centomila, ossia praticamente pari all'intera popolazione cittadina), la città era più meno spaccata a metà fra gli entusiasti ed i tiepidi/infastiditi. Inutile che vi dica in che fazione si collocava il vostro "menestrello" preferito 
Il concerto è stato preceduto da una lunga serie di eventi, fra cui una selezione di band, che partecipando ad un concorso ad eliminazione, avrebbero avuto l'occasione di aprire il concerto. Chi vi scrive, purtroppo, non vi ha partecipato per mancanza di "materia prima" (il nostro drummer ci ha dato forfait a dicembre, e il nuovo è arrivato solo a febbraio, lasciandoci scoperti nel periodo clou per registrare e partecipare alle preselezioni).
Comunque, nella giornata del concerto, si viveva la fibrillazione: il centro era invaso da orde di fan, in ogni bar, locale ed esercizio commerciale c'era la musica del nostro in heavy rotation, e si respirava un'atmosfera elettrica e frizzante.
Già dall'apertura cancelli, i fan più sfegatati hanno iniziato a riversarsi sotto al palco, accampandosi alla meglio nell'enorme spianata (e, spero, facendosi spennare dai prezzi vergognosi dei concessionari: si parla di € 7.00 per una birra, se non ricordo male), accompagnati dal suono delle band vincitrici della selezione di cui vi parlavo poc'anzi.
Verso le sei, raggiunto dal mio fido sodale, abbiamo iniziato il processo di avvicinamento, in mezzo alla folla oceanica che sciamava verso il mega-palco del Blasco. Una volta entrati, ci siamo ritagliati un posticino defilato, e ci siamo goduti la parte migliore dello spettacolo (ossia la mare di fi*a ... sono serio, non ne ho mai vista così tanta ad un concerto), mangiando i panini (ovviamente PORTATI DA CASA, SIA MAI CHE MI FACCIO RAPINARE DALL'ORGANIZZAZIONE  ) ed ascoltandoci la musica proposta dalle ultime due band fra quelle scelte per aprire.
Michele Cristoforetti mi ha lasciato molto tiepido. Ottima voce, niente da dire, accompagnato da una band eccellente. Però ecco, la sua proposta mi sembra molto un bel contenitore senza nessun contenuto. Le canzoni proposte erano davvero isnignificanti, senza un filo logico né un suo proprio stile, ma con arrangiamenti (se pur professionalissimi e curati) che andavano dal tamarro al cringe, senza mancare nemmeno un solo luogo comune o vieto cliché.
Dopo questa (per me) assai deludente performance (accolta dai soliti muggiti bestiali del "pubblico di Vasco medio"), è stato il turno dei Rumpled. Ecco, io con loro ho motivi di ruggine personale, e la loro proposta (un celtic punk dell'Eurospin) non mi ha mai convinto (canzoni tutte uguali, ben eseguite ma estremamente carenti dal punto di vista del songwriting), però... però va detto che hanno tenuto il palco, e lo hanno tenuto maledettamente bene. Sono riusciti nell'impresa di non farsi spaventare (e credetemi, vedere dal palco quella marea di gente là sotto un po' di cagarella te la fa salire) e soprattutto di coinvolgere il pubblico facendolo muovere. Tanto di cappello (anche se continuano a farmi schifo).
FInalmente, alle 21.30 (sia mai che si cominci in anticipo eh?) arriva il rocker di Zocca. Ora, a questo punto è necessaria una doverosa premessa: io ero lì per la fic ... per vedermi Steff Burns. Punto. Su Vasco avevo aspettative bassissime (pur piacendomi, non sono assolutamente un suo hardcore fan, e conosco molto bene i limiti del personaggio).
Bene, il vecchietto (perché oramai lo è) mi ha stupito. Piacevolmente stupito. Non solo ha portato a casa lo show, ma lo ha fatto pure bene. Ha cantato e tenuto il palco in maniera eccellente, senza scivoloni evidenti o sbvature per tutta la serata.
Altra sorpresa (per me) è stata Vince Pastano. Per i non addetti ai lavori, è il "secondo" chitarrista. Io pensavo che, uscito Solieri, lui fosse una specie di "Massimo Riva" della situazione, ossia il ritmico che "regge il moccolo" al fuoriclasse californiano. E invece... niente di più lontano dal vero. Non solo è un chitarrista eccellente (ma a quei livelli non arrivi, se non lo sei), ma ha stupito per le sue capacità tecniche, alternandosi negli assoli al buon Burns, ed eseguendone parecchi in armonia con il californiano.
Menzione d'onore per i musicisti, tutti veramente notevoli, e per il palco e maxischermi (che hanno permesso anche a chi era dietro) di godersi qualcosa del concerto.
Niente, mi sono davvero divertito, è stata una bella serata, c'erano molte delle canzoni che mi aspettavo (purtroppo né "Colpa d'Alfredo" né "Gli Angeli", sigh), ed è stata un'esperienza notevole.
Lo rifarei? No grazie, ho dato, e mi è detto culo che il Blasco era in serata (e suonava dietro casa). Ma andare apposta, magari facendomi i millemila chilometri, per una replica di questo anche no grazie
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