Bene, il riassunto di questo #livereport può essere sintentizzato in "me la canto e me la suono", quindi potete tranquillamente passare oltre con la coscienza pulita e senza perdervi granché. Se invece volete farvi del male siete masochisti curiosi e interessati, beh... non resta altro che proseguire la lettura, n'est pa?
Bene, premetto che nello scrivere queste righe "sono eccitato" [cit.] come un bambino, perché quelo che segue è il racconto (ovviamente infedele ) di un "traguardo" lungamente agognato, inseguito, desiderato e faticosissimamente raggiunto, ossia proporre finalmente in un live il mio repertorio in veste elettrica, accompgnato da una "backing band" affiatata e ben rodata.
Il "progetto" musicale John Lou & The Mass Break nasce oramai quattro anni fa, dalla fine (piuttosto tumultuosa) della precedente esperienza dei #BeachStrummers, un duo acustico che proponeva cover riarrangiate, mescolando rock, grunge, blues e folk (irlandese e americano), accanto ad alcuni pezzi originali.
Da lì è iniziato un percorso tumultuoso, fatto di jam furibonde e lisergiche, cambi di lineup, pacchi dell'ultimo minuto, aperture mendicate a gruppi di amici, "open mic night", serate con amici improvvisatisi "turnisti dell'ultimo minuto" (in unaa serie di peripezie epiche che meriterebbero un racconto a parte) e tutto quel bailamme che è stato perfettamente e sinteticamente riassunto nell'iconica canzone del quintetto australiano "it's a long way to the top"... finalmente ci siamo.
Inutile dire che ero parecchio eccitato, ed è forse il caso di spiegarne brevissimamente la ragione: il #SuanRock (festival locale, fatto di band locali e rivolto prevalentemente a un pubblico locale) è stato il primo palco "serio" che io abbia mai visto da ragazzino, e tornare a calcarlo per me è sempre stata un'enorme soddisfazione. Riuscire (finalmente) a farlo con una band seria che mi guarda il culo lo è stato ancora di più
Suonavamo piuttosto presto, perché il bill è deciso dall'Associazione che gestisce il tutto, e molti gruppi (più rodati e/o forse meglio ammanicati) si sono rapidissimamente accaparrati i posti migliori e più appetibili (ossia l'orario serale).
Comunque, alle 2.30 eravamo lì pronti e puntualissimi, in attesa di allestire il nostro setup... peccato che il gruppo precedente abbia sforato, e ci abbiano messo anni a sciaquarsi dal cazzo, con una deplorevole mancanza di sportività. Comunque, fatto il soundcheck "a passo di marcia" (con il fonico da palco che sembrava un negriero, e con la simpatia di "un tasso del miele con le emorroid") finalmente cominciamo!
Abbiamo iniziato con un set acustico, spezzando il ghiaccio con una canzone dei Creedence (che il pubblico comunque ha gradito, a netto di errori e imperfezioni, e di un'accordatura ballerina che abbiamo sistemato "in corsa"). L'esibizione è poi proseguita con un mio pezzo originale (cui sono particolarmente legato), Victoria, che ci è uscita decisamente bene, e tutto sommato le altre cover del repertorio acustico sono scivolate via senza troppi problemi, e il pubblico ha sembrato gradire, premiandoci con applausi sentiti. Non poteva mancare, ovviamente, "whiskey in the jar", con cui sfrangio i marroni da anni che sicuramente negli anni della mia frequentazione del forum vi ho fatto conoscere ed apprezzare , e la classica "Little Black Submarines", dedicata al nostro ex batterista.
Finalmente è cominciato il set elettrico: fatto il cambio di strumenti, imbracciata la fida Squier Frankenstrat, ho introdotto il nosro batterista "provvisorio" (ebbene sì, per non farci mancare proprio nulla, il nostro batterista "vero" quel giorno aveva un matrimonio, e avremmo altrimento dovuto suonare "zoppi" e con un intero set acustico, cosa che io non volevo assolutamente fare), ed abbiamo attaccato il set elettrico con uno dei "cavalli di battaglia del repertorio", Sweet home alabama in medley con "All summer Long" di Kid Rock.
Ah, la soddisfazione di sentire IL GAIN , la vibrazione elettrica sotto alle dita, il piacere di lsciare correre le mani sulla tastiiera facendola gemere e miagolare mentre il batterista dietro di te pesta come un fabbro, e il bassista pompa le note tenendo il ritmo. Si, come intuirete, mi sono davvero divertito, chiudendo il pezzo con un discreto assolo (che ha decisamente entusiasmato il pubblico).
E' stato poi il turno di un mio pezzo originale, "Summer's gone", una cavalcata stile Neil Young (non lo avreste mai indovinato che è il mio autore preferito, vero?), che è riuscita a coinvolgere e scaldare il pubblico. Ricordo in particolare la bellissima danza che ci ha dedicato uno degli spettatori (se necronomicon fosse stato presente, lo avrebbe probabilmente giudicato prossimo al ricovero per coma etilico e/o abuso di acidi ), e in generale abbiamo avuto un bel feedback.
Il simpaticissimo fonico ci ha poi detto che avevamo spazio ancora per due pezzi, e questo (complice anche un po' di agitazione) ha inciso un po' sulla performance. Abbiamo chiuso con due pezzi originali, "Parting Song" (la mia prima canzone, un mid tempo rock al fiele "dedicato" alla mia ex) e "Ballad in Am", altra canzone "d'amore" tirata a cannone
Scesi dal palco, dopo l'intervista della Radio locale (che ha anche trasmesso il tutto in streaming), abbiamo avuto un bel feedback dal pubblico (la gente di solito non ti ferma dicendoti "bravo" se ha appena finito di lanciarti frutta troppo matura, credo), e all in all sono davvero soddisfatto di questa esperienza, e di questo traguardo faticosissimamente raggiunto.
bene, se siete arrivati fino a qui non posso che ringraziarvi della pazienza ed attenzione, ed a questo punto aprofitto per chiedervi (se volete e non vi dispiace) se vi va di darmi una mano, mettendo un bel "like" alla mia pagina FB www.facebook.com/johnlouandthemassbreak, oppure segeundomi su Instagram e/o iscrivendovi al canale YT e, come sempre, concudo con "Whiskey"?
) di un "traguardo" lungamente agognato, inseguito, desiderato e faticosissimamente raggiunto, ossia proporre finalmente in un live il mio repertorio in veste elettrica, accompgnato da una "backing band" affiatata e ben rodata.
.
