Note mondiali

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    AUGUSTA TAURINORUM

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    Note mondiali

    In coppia, d’autore, tormentone o meteora. Dal 1962 ogni edizione dei Mondiali di calcio ha una canzone simbolo. Un inno, nelle migliori intenzioni della FIFA. Sessant’anni fa, infatti, per il Mondiale in Cile i dirigenti della Federazione internazionale decisero di abbinare al torneo una canzone (bisogna aspettare Francia 1998 perché sia più d’una). Alcune sono diventate dei tormentoni, altre sono durate meno di un tempo supplementare, altre ancora portano la firma di compositori di primo piano come Ennio Morricone o sono state affidate a star della canzone, come Shakira e Jennifer Lopez. Si pensa sempre alle canzoni ufficiali come a qualcosa di solenne, di poco orecchiabile, ma nel corso degli anni la FIFA ha scelto generi musicali più vicini ai gusti del pubblico e, certamente, più globali. Lo dimostra il fatto che il governo del calcio mondiale si sia affidato ad interpreti di caratura internazionale che non hanno legami con il Paese ospitante, non senza qualche polemica. Ne sono un esempio la colombiana Shakira scelta per Sudafrica 2010 e gli americani Pitbull e Jennifer Lopez scelti per Brasile 2014. E ancora l’attore statunitense Will Smith, interprete ​​di Live it up di Nicky Jam insieme a Era Istrefi per Mosca 2018. È singolare, inoltre, che spesso si siano formate coppie di cantanti solo per l’occasione e mai più visti insieme come, ad esempio, Edoardo Bennato e Gianna Nannini, il Divo e Toni Braxton o Jean Michel Jarre e Tetsuya Komuro.

    A ripercorrere le tappe in musica dei Mondiali si scoprono testi che inneggiano al senso di festa, all’agonismo, allo stare insieme per un appuntamento che richiama tifosi da ogni angolo del mondo e che incolla alla TV milioni di persone. Per Qatar 2022 la FIFA ci riprova e cala il tris con Hayya Hayya (Better together), Arhbo e Light the Sky. Nessuna delle tre al momento sembra avere sonorità e ritmo tali da conquistare il pubblico, ma c’è da segnalare che Light the Sky è interpretata esclusivamente da donne, la cantante degli Emirati Balqees, la marocchino-canadese Nora Fatehi, l’irachena Rahma Riad e Manal, originaria del Marocco. Forse un segnale nel segno del politicamente corretto da parte della FIFA per l’edizione più criticata di sempre.

    Tornando, invece, al 1962 quella è stata un’edizione a ritmo di rock con Jorge Rojas Astorga che firma El rock del Mundial, brano interpretato dai Los Ramblers e venduto in oltre 80 mila copie. Quattro anni più tardi è l’inglese Lonnie Donegan a dare voce alla canzone ufficiale di Inghilterra ’66 con World Cup Willie, brano che nel titolo richiama la mascotte di quel Mondiale. Per la prima volta la canzone ha anche un secondo titolo, Where in this World are we going. Passano piuttosto inosservate anche quelle per Messico ’70 (Fútbol México 70 interpretata da Roberto do Nascimento) e Germania Ovest 1974 (Futbol interpretata dalla polacca Maryla Rodowicz).

    Forse è per risollevare le sorti di questo genere musicale alquanto singolare che la FIFA sceglie il premio Oscar Ennio Morricone per Argentina ’78. E ricorre ad un altro premio Oscar nel 2002 con Vangelis, autore dell’inno del Mondiale nippo-coreano, The Anthem. Per Corea del Sud-Giappone scendono poi in campo anche la voce di Anastacia con Boom ed un coro che mette insieme Lena Park e Brown Eyes per la Corea del Sud, Sowelu e Chemistry per il Giappone. Nell’albo d’oro degli interpreti c’è anche il tenore Placido Domingo per Mundial ’82. È da Italia ’90, però, che sul palco c’è più d’una la voce nelle canzoni dei Mondiali con duetti e cori più o meno riusciti. Per il torneo disputato nel nostro Paese nasce, infatti, un’insolita coppia, quella formata da Edoardo Bennato e Gianna Nannini. Un’estate italiana, in inglese To be number one, porta la firma, tra gli altri, di Giorgio Moroder ed è stato il singolo più venduto dell’anno, prima posizione in classifica in Svizzera, la quarta in Norvegia e la settima in Svezia. Chi, però, può vantare un record in fatto di classifiche è Shakira: nel 2010 il suo Waka waka è stato primo in 19 Paesi, in Italia per sedici settimane consecutive.

    Così La copa de la vida, il brano che ha lanciato Ricky Martin, è stato primo nelle classifiche di vendita di sette Paesi, terzo singolo più venduto in Italia nel 1998 ed è stato premiato con quattro dischi d’oro e di platino. Il brano dell’artista portoricano è uno dei tre ufficiali di Francia 1998, la prima edizione appunto ad avere tre canzoni: Cour des Grands, che ha come secondo titolo Do you mind if I play, interpretata da Youssou N’Dour e Axelle Red, Together now, interpretata da Jean Michel Jarre e Tetsuya Komuro, e quella di Ricky Martin.

    Per Germania 2006 la FIFA sceglie una star della musica popolare tedesca. Herbert Grönemeyer, accompagnato dal duo Amadou e Mariam, interpreta Zeit Dass Sich Was Dreht, ovvero Celebrate the day. La seconda canzone, invece, The time of our lives, è affidata a Toni Braxton e Il Divo. Invece per Brasile 2014 sale di nuovo a tre il numero di canzoni: We are one, interpretata da Jennifer Lopez (che nel 1999 aveva cantato per il torneo femminile la celebre Let’s Get Loud allo stadio Rose Bowl di Pasadena), Dar um Jeito, che mette insieme Carlos Santana, Wyclef, Avicii e Alexandre Pires, e Tatu Bom de Bola, interpretata in portoghese dalla star della musica verdeoro Arlindo Cruz e dedicata a Fuleco, la mascotte di Brasile 2014.



    Intanto, non c’è pace per Qatar 2022. Oltre al moltiplicarsi degli inviti a boicottare il torneo, crescono le defezioni degli artisti che rinunciano ad esibirsi alla cerimonia di apertura in nome di quei diritti calpestati nel Paese della penisola araba, il primo del Medio Oriente ad ospitare un Mondiale. L’ultima in ordine di tempo è quella di Shakira, che ha un feeling particolare con i Mondiali. Nel 2006 l’abbiamo vista esibirsi alla cerimonia di apertura con Hips Don’t Lie/Bamboo, insieme al rapper haitiano Wyclef Jean, e nel 2014 a quella di chiusura con il brano La la la. La pop star colombiana ha deciso di non esibirsi alla cerimonia in programma domenica. Il suo rifiuto si aggiunge così a quello di altri artisti, che a poche ore dal fischio d’inizio, hanno preso le distanze dal Mondiale tanto contestato. Come Dua Lipa, il cui nome era circolato sulla stampa internazionale come una delle presenze alla cerimonia di apertura, proprio insieme a Shakira.

    E forse aveva ragione la coppia Bennato-Nannini quando a Italia ’90 ci ricordava che «forse non sarà una canzone a cambiare le regole del gioco».

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